Io ti seguo da qualche mese e ricordo la tua esperienza disastrosa con il libro, ma già allora corsi a vedere se era possibile acquistarlo da qualche parte (senza successo) quindi da tua sostenitrice ti dico che se autopubblicassi Il sogno e la visione io lo prenderei assolutamente😍
Non commento praticamente mai, pur seguendoti da anni. Credo che autopubblicare, nel tuo caso specifico, non toglierebbe lustro alla tua opera. Sei già conosciuta su youtube, chi ti segue lo fa, suppongo, per la persona che sei ed i consigli preziosi che dai. Quando si stima una persona, si ha piacere di sostenerla e leggere ciò che scrive, anche per confrontarcisi in seguito, quindi credo sia giusto tentare ogni strada, purché tu senta che è la scelta giusta per te stessa. Un abbraccio Martina!
Onestamente ti seguo da poco, ma guardo quasi tutti i tuoi video. Mi piace da morire sentirti parlare e mi è venuta voglia di leggere qualcosa di tuo quindi spero di riuscirci presto
Martina dolcissima, tu hai fatto delle considerazioni preziose, nell’uno e nell’altro senso. Per il tuo caso specifico, non generalizzerei, credo tu debba e possa fare leva sulla pubblicazione ‘consueta’ rivolgendoti alle diverse preziose case editrici che, se ben individuate, come dici tu, fanno un lavoro davvero importante. È pur vero che sperimentare l’autopubblicazione per i temi da te proposti, mi pare una possibilità di buon senso e da mettere in atto senz’altro. Provare, sperimentare senza pregiudizi, forse è questo l’obiettivo che potrà gratificarti e gratificare. Un abbraccio enorme 🤍🌷✨
Melania, grazie per il tuo punto di vista. Il fatto è che trovare editori interessati a ciò che proponi è molto difficile, soprattutto per certi tipi di testi. Vedremo! Non sono rinomata per prendere decisioni rapide😁😁Ti ringrazio tanto per il tuo parere❤️
Grazie del link e della citazione innanzitutto. Il problema dell'autopubblicazione e della democrazia è, in fondo, il problema della... Democrazia. Ha senso dare il diritto di voto a tutti? Con il rischio poi di trovarsi in situazioni spiacevoli? Forse è sbagliato, ma le alternative sono spaventose, perciò: democrazia. Ma se l'autopubblicazione è democratica il talento non lo è, e qui forse abbiamo l'antidoto. Siamo in grado di capire se chi scrive una storia lunga o corta ha appunto del talento e uno stile efficace per esprimerlo. Questo non ci mette al riparo da nulla, infatti non sono pochi i libri autopubblicati che scalano le classifiche e che si rivelano puro orrore. Lo stesso accade nelle case editrici, però. I lettori (non tutti), cercano delle buone storie e se queste arrivano da un autore indipendente le leggono. Non si lasciano bloccare dalla mancanza di un marchio editoriale. Pure io per anni ho pensato che l'autopubblicazione fosse un ripiego. Adesso credo che permetta una libertà che l'editoria ufficiale non possiede. Ma per farci cosa? In vista di che cosa? Per diventare ricchi? Assolutamente no. Aiuta a mantenere l'ecosistema letterario più vario, più vivo. In Africa ci sono formiche che se non esistessero, renderebbero l'ambiente più povero. Io posso ignorarle (e loro ignorano me naturalmente): eppure sia loro che io siamo necessari. Sconfiggiamo l'uniformità.
Ciao Marco, questa è un'altra delle prospettive che mi piacciono: rendere l'ecosistema più vivido. Sono anche d'accordo sul fatto che i libri che scalano le classifiche non possono sempre definirsi buoni (penso alla recente cinquina Campiello e rabbrividisco), infatti trovo che le proposte italiane più interessanti, la maggior parte delle volte, si trovino fra gli indipendenti. Anche io leggo storie autopubblicate, a volte sono pessime, a volte sono molto buone. La varietà di certo è garantita.
Bell'argomento, affrontato poco su Booktube che ormai è solo fatto do recensioni, unboxing o tbr. Sarebbe bello sperimentare mentre magari cerchi un buon editore che ti affianchi senza interferire sul tuo pensiero. Il tuo canale è differente 💖😘
Ciao Martina, sono d'accordo con i pro e i contro che evidenzi e penso anche che il self diventerà sempre più importante e rivoluzionerà l'editoria. Adesso è forse ancora presto, ma io credo molto nel self. Nel tuo caso, io credo che tu avresti potuto autopubblicare tranquillamente utilizzando il canale (ho ascoltato "Il sogno e la visione" e secondo me con un editor al tuo fianco avresti tirato fuori un buon testo), secondo me con un editor bravo che ti segue e un grafico avresti potuto tranquillamente autopubblicare senza sfigurare. Dico questo anche perché penso che sia meglio autopubblicare, che uscire con una piccola o media casa editrice. Poi sul lavoro di editing dipende. Anche le grandi fanno degli editing raffazzonati. La più attenta mi sembra Bertoni, che è una gran bella casa editrice e fa un ottimo lavoro da quello che ho potuto notare. Se cercassi una casa editrice attenta al testo sceglierei Bertoni. Sì io non mi farei problemi. Li autopubblicherei entrambi
Autopubblicare non fa mai male e né sminuisce l' opera. Voglio ricordare che le case editrici vanno lì dove c' è guadagno possibile. Spesso si adagia su titoli già famosi, danneggiando la creatività.
La mia esperienza con una casa editrice piccola è stata non brutta, disastrosa! (editing pessimo, editor psicologicamente abusivo nei confronti degli autori, mancate comunicazioni, totale solitudine nella promozione, tante promesse eseguite col minimo dello sforzo giusto per non uscire dal contratto...) Sempre meglio soli che mal accompagnati!
Sì Martina, io penso che in entrambi i casi l' autopubblicazione possa essere un'ottima e ragionevole soluzione. Premetto di essere una sostenitrice del lavoro delle case editrici e sono contenta che per il nuovo romanzo tu abbia provveduto nel ricercarne una apprezzabile, seppur ammetta quanto questo possa essere sfiancante e talvolta demotivante. Sai bene quanto io abbia apprezzato l'audiolettura de Il sogno e la visione, un' opportunità e un' esperienza di cui ti sono grata...è così che mi sei comparsa, dalla tua scrittura, secondo me nulla ( dai racconti del proprio privato o delle vicende personali) più dell'opera è capace di far comprendere le potenzialità di un autore. Bene,venendo al dunque, in questo caso ti giustifico l' appropriatezza della scelta in quanto il testo è già stato editato, poi perché il lavoro per te ne risulta semplificato, date per buone l'impaginazione e la copertina, infine per il tuo pubblico innegabilmente incrementato e interessato. Per il pamphlet vale la motivazione, come hai detto, della tempistica, poiché questo tipo di contenuti purtroppo non hanno lunga vita riferendosi a problematiche attuali e per questo ancor più velocemente invalidati. Considerando, oltretutto, che la saggistica in generale ha un mercato di per sé limitato, meglio di gran lunga confidare sulle tue risorse numeriche. Comunque sia, i miei complimenti Martina! Un caro saluto... ti lascio con un'immagine metaforica di Arminio, dice: Il problema non è scrivere cose belle, ma far circolare quello che scriviamo. È come una città nell'ora di punta. Tutti escono in strada con la macchina e non si cammina."
Ciao Michela! Per me leggere "Il sogno e la visione" qui a voi è stato bellissimo. Non solo mi ha permesso di tornare da Daphne e Daniel e farli parlare di nuovo, ma mi ha posta in una relazione di scambio reale con voi che ho apprezzato moltissimo. Avevo pensato di leggervi quello precedente, Blind, anche se è un testo decisamente più acerbo. Chissà, magari poi mi decido, con i miei soliti tempi lunghi XD Grazie per i consigli e grazie anche per la bella citazione di Arminio, che fra l'altro mi piace molto e mi ha fatta emozionare non poche volte.
@@ImaAndtheBooks Per me è una relazione molto preziosa quella che si instaura così, entrando nel testo insieme, e oltremodo farlo proprio con chi lo ha scritto...bramo Blind ;-)
Ciao Martina, Ho pubblicato un po’ di libri nel corso degli anni. All’inizio l’ho fatto a traverso una casa editrice. Ma ho scoperto che loro vogliono sempre modificare il testo in modo da poter vendere più copie, così ho deciso di fare da me. Per promuovere il mio lavoro avevo un blog, ma è diventato impegnativo ed ho dovuto chiuderlo perché toglieva energia alla mia creatività. Per uno scrittore il guadagno non è importante, non è neanche secondario, l’energia va messa nell’esprimere quello che si ha da condividere in maniera chiara e semplice. Ed è già tanto che ci sia gente che ti legge! A questo riguardo penso sempre a Dante, chi non ha mai visto il suo lavoro in stampa, (le copie erano scritte a mano) e ci ha messo quasi vent’anni a finirlo. Comunque, bisogna concentrarsi sempre sullo scrivere, il marketing richiede un’altro tipo d’intelligenza. Per quello bisogna essere un commercialista e non tutti gli scrittori hanno questa capacità. Un abbraccio,
Io mi sono autopubblicata tante volte, tramite copisteria e piccola casa editrice,mi sono fatta un piccolo nome,ma non ho ripreso i soldi investiti,e non sono riuscita a sfondare, certo non mi arrendo,ma è difficile davvero sfondare.
Per quanto mi riguarda il punto non è "sfondare" (fra l'altro so che è un'espressione comune, ma la trovo violenta), ma trovare il modo più dignitoso di far circolare i miei pensieri e le mie storie, sperando che possano fare emozionare o riflettere. Il fine della pubblicazione per me è quello.
Ciao Martina. Se fossi al tuo posto penserei seriamente all’autopubblicazione sia del romanzo che del saggio sulla scuola (al quale io sono particolarmente interessata). Informati e valuta la cosa con calma, ma questa potrebbe essere un’ottima occasione per non lasciare ciò che hai scritto nel cassetto. 💪👍
Il problema è che troppe persone sono vanesio e scribacchiano con la pretesa di farsi pubblicare, essere letti e vendere pensando di sbarcare il lunario stile King o altri autori di successo. Emblematico quello che avviene ad esempio in molti forum: tutti bravissimi, tutti esperti e poi praticamente nessuno sa le regole della metrica pur facendosene vati (dico metrica perché scrivo poesia, per i romanzi credo che sia simile). Io ho deciso di starmene fuori da questi ambienti. Ho un blog, posto lì le mie poesie e mi concentro su quello stando nella nicchia. Del resto non mi frega perché non voglio diventare matto a cercare chissà quale editore, perdendo tempo per ciò che mi piace fare: scrivere. Poi lo so, c'è chi venderebbe 3 reni e i genitori per farsi stampare 200 copie. Tutto questo è in correlazione con una società apparente (basti pensare ai social). Stare dietro a certe cose ti fa perdere il divertimento della scrittura.
Il problema è che oggi ci sono più persone che scrivono rispetto a quelle che leggono. Ecco allora che gli editori vanno sul sicuro. Per il resto siamo liberi e democratici, quindi va bene anche l'autopubblicazione, come pure ho fatto io con un mio libro. Poi bisogna trovare i lettori.....
Ciao Martina. Da educatrice ti dico che il pamphlet sulla scuola secondo me potrebbe attirare l'interesse di diverse persone, considerato il periodo che stiamo vivendo. E non mi riferisco solo alla pandemia, che sicuramente ha evidenziato delle problematiche più o meno latenti nel sistema scolastico. Mi riferisco in generale alla scarsa considerazione di cui gode il mondo scolastico nella nostra società e, in senso più generale, l'educazione. Mi riferisco anche alla crisi della famiglia e a come questa si ripercuote su chi educa/insegna, che spesso si trova a dover sopperire alle mancanze familiari. Vabbè la faccio breve sennò lo scrivo anch'io un pamphlet e non è il caso. Comunque a mio parere c'è molto bisogno di riflettere su certe tematiche ed è importante che sia proprio chi quotidianamente lavora sul campo a farsi sentire. Per quanto riguarda "Il sogno e la visione" sono un po' più scettica. Sarà che, perdonami, ma non è il mio genere, quindi sicuramente il mio parere è influenzato dallo scarso interesse personale. Però mi viene da pensare che effettivamente questo libro possa avere ancora poco da dare, proprio per la storia che ha avuto finora. Ovviamente mio modestissimo parere. Se in cuore tuo credi che sia giusto provare a pubblicarlo, perché no? In bocca al lupo!
Per quanto riguarda l’auto-pubblicazione passo oltre dal momento che non ho esperienza alle spalle per poter rispondere, per quanto mi riguarda invece io preferisco l’editore. Tralasciando che anche il mio libro è in attesa a causa della pandemia, non ho ricevuto richieste assurde per lo standard stilistico del volume. Ora non saprei dire se perché si tratta di una raccolta di poesie o se l’editore crede in me, ad ogni modo io aspetterei a ricorrere all’auto-pubblicazione anche perché come ha già detto qualcuno, auto-pubblicarsi equivale ad una sconfitta
Ciao Martina, mi sento di poterti dare una mia opinione anche se ti "conosco" , via UA-cam, da solo un annetto. Sul testo che riguarda la scuola non saprei che dirti, per quanto riguarda il tuo romanzo invece posso dirti che a me è piaciuta molto la sua lettura. Il tuo stile mi ha emozionato ed alcune cose mi sono rimaste nella mente, come l' immagine del "coagulo mentale che una volta andato via lascia spazio ad un'onda di pensieri" o qualcosa del genere 😅 Credo che quel romanzo meriti una seconda opportunità e autopubblicandolo potresti da sola fare il raffronto tra le due esperienze e giudicare tu stessa. Inoltre se è vero che l' autopubblicazione non è una novità è anche vero che i tempi cambiano e viviamo in un'epoca molto più affine ad una tale opportunità, rifletti siamo in 24.000, mi sembra, a seguirti qui sul canale, in fondo non è stata una crescita unicamente dovuta alla tua autopresentazione? In ogni caso io ti sostengo 😊
Grazie Anna! Per me è stato bellissimo leggere il romanzo qui sul canale (avevo pure pensato di leggervi il primo di tutti, Blind, ma come sapete fra il "lo penso" e "lo faccio" per me intercorre tanto tempo). I vostri consigli però sono molto importanti, quindi grazie!
I due che ho pubblicato si intitolano uno "Blind" e uno "Il sogno e la visione", ma sono entrambi fuori edizione. De "Il sogno e la visione" comunque c'è l'audiolettura integrale nella playlist apposita di questo canale.
Personalmente, sono contraria all'autopubblicazione per due motivi: la qualità di ciò che viene pubblicato e l'esborso dell'autore, quasi sempre un vuoto a perdere. Una mia carissima e dotta amica si è autofinanziata (spendendo parecchio) un testo molto tecnico dedicato all'astronomia... in pratica, nel suo salotto, dopo anni, stazionano qua e là circa 500 copie di questo volume che non è più riuscita a vendere. Altra esperienza: un mio ex fidanzato ha scritto la storia della sua vita che... per curiosità ho letto. Vanesio era, e vanesio è rimasto. Il suo racconto era patetico, di una noia mortale e non solo: era scritto in un italiano raffazzonato e impreciso, ben oltre il limite del ridicolo. So che ha dovuto regalare ad amici e parenti molte delle copie stampate per tentare di far fronte all'invenduto nel modo meno doloroso possibile. L'autopubblicazione, per un autore di talento, equivale ad arrendersi. Per un autore scadente, invece, rappresenta una carezza al suo ego, una pacca sulle spalle sulla via della vanagloria. Sei una persona in gamba, il tuo canale è di grande qualità. Lotta, ti prego, sii forte e non mollare. Rivolgiti a editor preparati che lavorano per case editrici accreditate. Tira diritto a testa alta.
Annina stiamo parlando di due cose diverse. La tua amica non si è autopubblicata, ma si è rivolta a un editore a pagamento, che è lo stesso errore che ho fatto io. Per questo ha 500 copie non vendute. L'autopubblicazione invece funziona on demand, ossia vengono stampate solo le copie richieste nel momento in cui si richiedono (a meno che la tua amica non abbia richiesto una stampa di 500 esemplari, ma in tal caso forse c'è stato un errore di valutazione sull'effettiva vendibilita' del testo)
@@ImaAndtheBooks sì, cara è andata così: lei ha fatto stampare, mi pare 1000 copie (poi 500 sono avanzate) perché, in termini economici, farne stampare 1000 o 500 richiedeva quasi lo stesso esborso, o una differenza minima.
@@anninamarcella8532 non so quanto tempo fa lo abbia fatto, ma con le nuove opportunità di self-publishing puoi farne stampare anche solo una. Per questo parlo di valore ecologico!
@@ImaAndtheBooks Per quanto riguarda l'amica astronoma, parlo di 3 anni fa. Le copie del mio ex, invece, risalgono all'anno scorso, poco prima della pandemia. Ho visitato il sito che lui ha utilizzato: aiuto! È pieno di testi super mediocri leggibili, in parte, in anteprima. Si tratta di un sito sia di autopubblicazione cartacea, sia di autopubblicazione ebook. Cioè lo stesso libro puoi acquistarlo in entrambe le versioni. Comunque, se allo stato attuale è così... non è male... comunque, per carità, non sto criticando una tua qualsiasi scelta. Ti ho solo espresso un mio personalissimo parere in base a qualcosa che ho visto. Un bacio e buon proseguimento! ❤
vabbè ma insomma tu ragioni nei termini di libri a stampa però (confesso saranno anni che non acquisto un libro stampato). Inoltre esistono servizi online che consentono di stampare libri ad un prezzo modico e in quel caso il design del libro è a carico dell'autore. Anche la promozione la si può fare in modo autonomo e, rispetto alla promo offerta da piccole case editrici indipendenti, è possibile che un investimento di 500 o 1k euro offra una promozione più efficace. Se deve essere protestantesimo che lo sia fino in fondo!: basta intermediari no? L'on demand lo si può gestire tranquillamente in modo autonomo. Secondo me il punto è che con l'autopubblicazione è necessario capire che si diventa imprenditori di sé stessi (fermo restando che l'autopubblicazione digitale consente la gratuità... una novità mica da poco no?). In altri termini un autore nel 2021 (di libri ma anche di musica o altro) deve avere chiaro che nel momento in cui chiede soldi per la propria opera allora diventa un imprenditore e deve ragionare come tale. Non basta essere Joyce, devi essere Joyce ma idealmente anche Bezos: devi pensare a scrivere ma poi devi pensare a vendere (troppi gli autori convinti che una volta posata la penna il loro lavoro sia finito!). Questa figura centaura dell'autore/imprenditore implica invece che l'autore del 2021 mantenga aperto un ponte tra la propria attività di scrittura e la realtà. E' una scrittura che, per forza di cose, è costantemente assediata dal mondo esterno: una cosa a mio parere molto positiva. L'esercito di autori che si affacciano su mezzi di produzione e distribuzione nuovi ragionando come autori di 50 o 100 anni fa rappresenta invece il più grande asset nelle mani di un autore autoprodotto: una massa da cui si può emergere con minimo sforzo e un pizzico di spirito imprenditoriale.
Io ti seguo da qualche mese e ricordo la tua esperienza disastrosa con il libro, ma già allora corsi a vedere se era possibile acquistarlo da qualche parte (senza successo) quindi da tua sostenitrice ti dico che se autopubblicassi Il sogno e la visione io lo prenderei assolutamente😍
Grazie mille per la fiducia!
Non commento praticamente mai, pur seguendoti da anni. Credo che autopubblicare, nel tuo caso specifico, non toglierebbe lustro alla tua opera. Sei già conosciuta su youtube, chi ti segue lo fa, suppongo, per la persona che sei ed i consigli preziosi che dai. Quando si stima una persona, si ha piacere di sostenerla e leggere ciò che scrive, anche per confrontarcisi in seguito, quindi credo sia giusto tentare ogni strada, purché tu senta che è la scelta giusta per te stessa. Un abbraccio Martina!
Grazie!
Onestamente ti seguo da poco, ma guardo quasi tutti i tuoi video. Mi piace da morire sentirti parlare e mi è venuta voglia di leggere qualcosa di tuo quindi spero di riuscirci presto
Molto interessante ciò che sta raccontando..non avevo mai riflettuto su questo argomento..almeno non in questi termini.Grazie
👏👏come sempre!!
È una delizia ascoltarti. Ti ho conosciuta in Si narra e sei bravissima.
Video interessante ed esaustivo!!!
Secondo me devi autopublicare.
Martina dolcissima, tu hai fatto delle considerazioni preziose, nell’uno e nell’altro senso. Per il tuo caso specifico, non generalizzerei, credo tu debba e possa fare leva sulla pubblicazione ‘consueta’ rivolgendoti alle diverse preziose case editrici che, se ben individuate, come dici tu, fanno un lavoro davvero importante. È pur vero che sperimentare l’autopubblicazione per i temi da te proposti, mi pare una possibilità di buon senso e da mettere in atto senz’altro. Provare, sperimentare senza pregiudizi, forse è questo l’obiettivo che potrà gratificarti e gratificare. Un abbraccio enorme 🤍🌷✨
Melania, grazie per il tuo punto di vista. Il fatto è che trovare editori interessati a ciò che proponi è molto difficile, soprattutto per certi tipi di testi. Vedremo! Non sono rinomata per prendere decisioni rapide😁😁Ti ringrazio tanto per il tuo parere❤️
@@ImaAndtheBooks prendi tutto il tempo che ti serve, ma non ti precludere nulla. Un abbraccio enorme 🌺✨🤍
Sei molto brava. Personalmente sono favorevole all'autopubblicazione. Non vedo perché non provarci! Forza , Martina.
Arriverò a una decisione, prima o poi!
Acquisterò tutti i suoi libri
Grazie del link e della citazione innanzitutto.
Il problema dell'autopubblicazione e della democrazia è, in fondo, il problema della... Democrazia. Ha senso dare il diritto di voto a tutti? Con il rischio poi di trovarsi in situazioni spiacevoli? Forse è sbagliato, ma le alternative sono spaventose, perciò: democrazia.
Ma se l'autopubblicazione è democratica il talento non lo è, e qui forse abbiamo l'antidoto. Siamo in grado di capire se chi scrive una storia lunga o corta ha appunto del talento e uno stile efficace per esprimerlo. Questo non ci mette al riparo da nulla, infatti non sono pochi i libri autopubblicati che scalano le classifiche e che si rivelano puro orrore. Lo stesso accade nelle case editrici, però. I lettori (non tutti), cercano delle buone storie e se queste arrivano da un autore indipendente le leggono. Non si lasciano bloccare dalla mancanza di un marchio editoriale.
Pure io per anni ho pensato che l'autopubblicazione fosse un ripiego. Adesso credo che permetta una libertà che l'editoria ufficiale non possiede. Ma per farci cosa? In vista di che cosa? Per diventare ricchi? Assolutamente no. Aiuta a mantenere l'ecosistema letterario più vario, più vivo. In Africa ci sono formiche che se non esistessero, renderebbero l'ambiente più povero. Io posso ignorarle (e loro ignorano me naturalmente): eppure sia loro che io siamo necessari. Sconfiggiamo l'uniformità.
Ciao Marco, questa è un'altra delle prospettive che mi piacciono: rendere l'ecosistema più vivido. Sono anche d'accordo sul fatto che i libri che scalano le classifiche non possono sempre definirsi buoni (penso alla recente cinquina Campiello e rabbrividisco), infatti trovo che le proposte italiane più interessanti, la maggior parte delle volte, si trovino fra gli indipendenti. Anche io leggo storie autopubblicate, a volte sono pessime, a volte sono molto buone. La varietà di certo è garantita.
Assolutamente sì
Bell'argomento, affrontato poco su Booktube che ormai è solo fatto do recensioni, unboxing o tbr. Sarebbe bello sperimentare mentre magari cerchi un buon editore che ti affianchi senza interferire sul tuo pensiero. Il tuo canale è differente 💖😘
Grazie Cristina!
Cosa pensa del servizio offerto dalle agenzie letterarie?
Ciao Martina, sono d'accordo con i pro e i contro che evidenzi e penso anche che il self diventerà sempre più importante e rivoluzionerà l'editoria. Adesso è forse ancora presto, ma io credo molto nel self.
Nel tuo caso, io credo che tu avresti potuto autopubblicare tranquillamente utilizzando il canale (ho ascoltato "Il sogno e la visione" e secondo me con un editor al tuo fianco avresti tirato fuori un buon testo), secondo me con un editor bravo che ti segue e un grafico avresti potuto tranquillamente autopubblicare senza sfigurare.
Dico questo anche perché penso che sia meglio autopubblicare, che uscire con una piccola o media casa editrice.
Poi sul lavoro di editing dipende. Anche le grandi fanno degli editing raffazzonati. La più attenta mi sembra Bertoni, che è una gran bella casa editrice e fa un ottimo lavoro da quello che ho potuto notare. Se cercassi una casa editrice attenta al testo sceglierei Bertoni.
Sì io non mi farei problemi. Li autopubblicherei entrambi
Autopubblicare non fa mai male e né sminuisce l' opera. Voglio ricordare che le case editrici vanno lì dove c' è guadagno possibile. Spesso si adagia su titoli già famosi, danneggiando la creatività.
La mia esperienza con una casa editrice piccola è stata non brutta, disastrosa! (editing pessimo, editor psicologicamente abusivo nei confronti degli autori, mancate comunicazioni, totale solitudine nella promozione, tante promesse eseguite col minimo dello sforzo giusto per non uscire dal contratto...) Sempre meglio soli che mal accompagnati!
Sì Martina, io penso che in entrambi i casi l' autopubblicazione possa essere un'ottima e ragionevole soluzione. Premetto di essere una sostenitrice del lavoro delle case editrici e sono contenta che per il nuovo romanzo tu abbia provveduto nel ricercarne una apprezzabile, seppur ammetta quanto questo possa essere sfiancante e talvolta demotivante. Sai bene quanto io abbia apprezzato l'audiolettura de Il sogno e la visione, un' opportunità e un' esperienza di cui ti sono grata...è così che mi sei comparsa, dalla tua scrittura, secondo me nulla ( dai racconti del proprio privato o delle vicende personali) più dell'opera è capace di far comprendere le potenzialità di un autore. Bene,venendo al dunque, in questo caso ti giustifico l' appropriatezza della scelta in quanto il testo è già stato editato, poi perché il lavoro per te ne risulta semplificato, date per buone l'impaginazione e la copertina, infine per il tuo pubblico innegabilmente incrementato e interessato.
Per il pamphlet vale la motivazione, come hai detto, della tempistica, poiché questo tipo di contenuti purtroppo non hanno lunga vita riferendosi a problematiche attuali e per questo ancor più velocemente invalidati. Considerando, oltretutto, che la saggistica in generale ha un mercato di per sé limitato, meglio di gran lunga confidare sulle tue risorse numeriche.
Comunque sia, i miei complimenti Martina! Un caro saluto...
ti lascio con un'immagine metaforica di Arminio, dice: Il problema non è scrivere cose belle, ma far circolare quello che scriviamo. È come una città nell'ora di punta. Tutti escono in strada con la macchina e non si cammina."
Ciao Michela! Per me leggere "Il sogno e la visione" qui a voi è stato bellissimo. Non solo mi ha permesso di tornare da Daphne e Daniel e farli parlare di nuovo, ma mi ha posta in una relazione di scambio reale con voi che ho apprezzato moltissimo. Avevo pensato di leggervi quello precedente, Blind, anche se è un testo decisamente più acerbo. Chissà, magari poi mi decido, con i miei soliti tempi lunghi XD Grazie per i consigli e grazie anche per la bella citazione di Arminio, che fra l'altro mi piace molto e mi ha fatta emozionare non poche volte.
@@ImaAndtheBooks Per me è una relazione molto preziosa quella che si instaura così, entrando nel testo insieme, e oltremodo farlo proprio con chi lo ha scritto...bramo Blind ;-)
@@michela7143 è molto gratificante per me sentire questo entusiasmo, davvero! E' tutt'altro dal Sogno, molto più semplice. Ma ci penserò, promesso!
Ciao Martina, Ho pubblicato un po’ di libri nel corso degli anni. All’inizio l’ho fatto a traverso una casa editrice. Ma ho scoperto che loro vogliono sempre modificare il testo in modo da poter vendere più copie, così ho deciso di fare da me.
Per promuovere il mio lavoro avevo un blog, ma è diventato impegnativo ed ho dovuto chiuderlo perché toglieva energia alla mia creatività.
Per uno scrittore il guadagno non è importante, non è neanche secondario, l’energia va messa nell’esprimere quello che si ha da condividere in maniera chiara e semplice. Ed è già tanto che ci sia gente che ti legge! A questo riguardo penso sempre a Dante, chi non ha mai visto il suo lavoro in stampa, (le copie erano scritte a mano) e ci ha messo quasi vent’anni a finirlo.
Comunque, bisogna concentrarsi sempre sullo scrivere, il marketing richiede un’altro tipo d’intelligenza. Per quello bisogna essere un commercialista e non tutti gli scrittori hanno questa capacità.
Un abbraccio,
Ciao Rolando, sono perfettamente d'accordo. Creare è una cosa, vendere un'altra. Io non sono molto brava sulla seconda!
Io mi sono autopubblicata tante volte, tramite copisteria e piccola casa editrice,mi sono fatta un piccolo nome,ma non ho ripreso i soldi investiti,e non sono riuscita a sfondare, certo non mi arrendo,ma è difficile davvero sfondare.
Per quanto mi riguarda il punto non è "sfondare" (fra l'altro so che è un'espressione comune, ma la trovo violenta), ma trovare il modo più dignitoso di far circolare i miei pensieri e le mie storie, sperando che possano fare emozionare o riflettere. Il fine della pubblicazione per me è quello.
Ciao Martina. Se fossi al tuo posto penserei seriamente all’autopubblicazione sia del romanzo che del saggio sulla scuola (al quale io sono particolarmente interessata). Informati e valuta la cosa con calma, ma questa potrebbe essere un’ottima occasione per non lasciare ciò che hai scritto nel cassetto. 💪👍
Grazie Valentina
Il problema è che troppe persone sono vanesio e scribacchiano con la pretesa di farsi pubblicare, essere letti e vendere pensando di sbarcare il lunario stile King o altri autori di successo. Emblematico quello che avviene ad esempio in molti forum: tutti bravissimi, tutti esperti e poi praticamente nessuno sa le regole della metrica pur facendosene vati (dico metrica perché scrivo poesia, per i romanzi credo che sia simile). Io ho deciso di starmene fuori da questi ambienti. Ho un blog, posto lì le mie poesie e mi concentro su quello stando nella nicchia. Del resto non mi frega perché non voglio diventare matto a cercare chissà quale editore, perdendo tempo per ciò che mi piace fare: scrivere. Poi lo so, c'è chi venderebbe 3 reni e i genitori per farsi stampare 200 copie. Tutto questo è in correlazione con una società apparente (basti pensare ai social). Stare dietro a certe cose ti fa perdere il divertimento della scrittura.
Il problema è che oggi ci sono più persone che scrivono rispetto a quelle che leggono. Ecco allora che gli editori vanno sul sicuro. Per il resto siamo liberi e democratici, quindi va bene anche l'autopubblicazione, come pure ho fatto io con un mio libro. Poi bisogna trovare i lettori.....
Ciao Martina. Da educatrice ti dico che il pamphlet sulla scuola secondo me potrebbe attirare l'interesse di diverse persone, considerato il periodo che stiamo vivendo. E non mi riferisco solo alla pandemia, che sicuramente ha evidenziato delle problematiche più o meno latenti nel sistema scolastico.
Mi riferisco in generale alla scarsa considerazione di cui gode il mondo scolastico nella nostra società e, in senso più generale, l'educazione.
Mi riferisco anche alla crisi della famiglia e a come questa si ripercuote su chi educa/insegna, che spesso si trova a dover sopperire alle mancanze familiari.
Vabbè la faccio breve sennò lo scrivo anch'io un pamphlet e non è il caso. Comunque a mio parere c'è molto bisogno di riflettere su certe tematiche ed è importante che sia proprio chi quotidianamente lavora sul campo a farsi sentire.
Per quanto riguarda "Il sogno e la visione" sono un po' più scettica. Sarà che, perdonami, ma non è il mio genere, quindi sicuramente il mio parere è influenzato dallo scarso interesse personale. Però mi viene da pensare che effettivamente questo libro possa avere ancora poco da dare, proprio per la storia che ha avuto finora.
Ovviamente mio modestissimo parere. Se in cuore tuo credi che sia giusto provare a pubblicarlo, perché no?
In bocca al lupo!
Per quanto riguarda l’auto-pubblicazione passo oltre dal momento che non ho esperienza alle spalle per poter rispondere, per quanto mi riguarda invece io preferisco l’editore. Tralasciando che anche il mio libro è in attesa a causa della pandemia, non ho ricevuto richieste assurde per lo standard stilistico del volume. Ora non saprei dire se perché si tratta di una raccolta di poesie o se l’editore crede in me, ad ogni modo io aspetterei a ricorrere all’auto-pubblicazione anche perché come ha già detto qualcuno, auto-pubblicarsi equivale ad una sconfitta
Con la poesia immagino che funzioni in modo diverso rispetto alla narrativa, che è decisamente più ingabbiata.
@@ImaAndtheBooks non saprei sinceramente, e’ la prima volta che faccio una simile esperienza ma probabilmente è come affermi tu
Ciao Martina, mi sento di poterti dare una mia opinione anche se ti "conosco" , via UA-cam, da solo un annetto. Sul testo che riguarda la scuola non saprei che dirti, per quanto riguarda il tuo romanzo invece posso dirti che a me è piaciuta molto la sua lettura. Il tuo stile mi ha emozionato ed alcune cose mi sono rimaste nella mente, come l' immagine del "coagulo mentale che una volta andato via lascia spazio ad un'onda di pensieri" o qualcosa del genere 😅 Credo che quel romanzo meriti una seconda opportunità e autopubblicandolo potresti da sola fare il raffronto tra le due esperienze e giudicare tu stessa. Inoltre se è vero che l' autopubblicazione non è una novità è anche vero che i tempi cambiano e viviamo in un'epoca molto più affine ad una tale opportunità, rifletti siamo in 24.000, mi sembra, a seguirti qui sul canale, in fondo non è stata una crescita unicamente dovuta alla tua autopresentazione?
In ogni caso io ti sostengo 😊
Grazie Anna! Per me è stato bellissimo leggere il romanzo qui sul canale (avevo pure pensato di leggervi il primo di tutti, Blind, ma come sapete fra il "lo penso" e "lo faccio" per me intercorre tanto tempo). I vostri consigli però sono molto importanti, quindi grazie!
🍀💚🍀
Questo discorso vale anche per la pubblicazione di libri in ebook?
Non mi sono mai informata per il solo digitale a dir la verità.
Hai pubblicato solo in self publishing?
I due che ho pubblicato si intitolano uno "Blind" e uno "Il sogno e la visione", ma sono entrambi fuori edizione. De "Il sogno e la visione" comunque c'è l'audiolettura integrale nella playlist apposita di questo canale.
Non ho mai pubblicato in self publishing, ero con due editori (anche se dovremmo usare molte virgolette su questo sostantivo in questo caso).
Vogliamo parlare di Mondadori
Licia Troisi...
La qualità della raccomandazione...
Personalmente, sono contraria all'autopubblicazione per due motivi: la qualità di ciò che viene pubblicato e l'esborso dell'autore, quasi sempre un vuoto a perdere. Una mia carissima e dotta amica si è autofinanziata (spendendo parecchio) un testo molto tecnico dedicato all'astronomia... in pratica, nel suo salotto, dopo anni, stazionano qua e là circa 500 copie di questo volume che non è più riuscita a vendere.
Altra esperienza: un mio ex fidanzato ha scritto la storia della sua vita che... per curiosità ho letto. Vanesio era, e vanesio è rimasto. Il suo racconto era patetico, di una noia mortale e non solo: era scritto in un italiano raffazzonato e impreciso, ben oltre il limite del ridicolo. So che ha dovuto regalare ad amici e parenti molte delle copie stampate per tentare di far fronte all'invenduto nel modo meno doloroso possibile.
L'autopubblicazione, per un autore di talento, equivale ad arrendersi. Per un autore scadente, invece, rappresenta una carezza al suo ego, una pacca sulle spalle sulla via della vanagloria.
Sei una persona in gamba, il tuo canale è di grande qualità. Lotta, ti prego, sii forte e non mollare. Rivolgiti a editor preparati che lavorano per case editrici accreditate. Tira diritto a testa alta.
Annina stiamo parlando di due cose diverse. La tua amica non si è autopubblicata, ma si è rivolta a un editore a pagamento, che è lo stesso errore che ho fatto io. Per questo ha 500 copie non vendute. L'autopubblicazione invece funziona on demand, ossia vengono stampate solo le copie richieste nel momento in cui si richiedono (a meno che la tua amica non abbia richiesto una stampa di 500 esemplari, ma in tal caso forse c'è stato un errore di valutazione sull'effettiva vendibilita' del testo)
@@ImaAndtheBooks sì, cara è andata così: lei ha fatto stampare, mi pare 1000 copie (poi 500 sono avanzate) perché, in termini economici, farne stampare 1000 o 500 richiedeva quasi lo stesso esborso, o una differenza minima.
@@anninamarcella8532 non so quanto tempo fa lo abbia fatto, ma con le nuove opportunità di self-publishing puoi farne stampare anche solo una. Per questo parlo di valore ecologico!
@@ImaAndtheBooks Per quanto riguarda l'amica astronoma, parlo di 3 anni fa. Le copie del mio ex, invece, risalgono all'anno scorso, poco prima della pandemia. Ho visitato il sito che lui ha utilizzato: aiuto! È pieno di testi super mediocri leggibili, in parte, in anteprima. Si tratta di un sito sia di autopubblicazione cartacea, sia di autopubblicazione ebook. Cioè lo stesso libro puoi acquistarlo in entrambe le versioni. Comunque, se allo stato attuale è così... non è male... comunque, per carità, non sto criticando una tua qualsiasi scelta. Ti ho solo espresso un mio personalissimo parere in base a qualcosa che ho visto. Un bacio e buon proseguimento! ❤
@@anninamarcella8532 mi va benissimo ascoltare le vostre opinioni, ho fatto il video proprio per questo❤️Grazie!
La case editrici che non fanno editing...
Non è censura
Dittatura della raccomandazione
E nessuno che si inginocchia...
vabbè ma insomma tu ragioni nei termini di libri a stampa però (confesso saranno anni che non acquisto un libro stampato). Inoltre esistono servizi online che consentono di stampare libri ad un prezzo modico e in quel caso il design del libro è a carico dell'autore. Anche la promozione la si può fare in modo autonomo e, rispetto alla promo offerta da piccole case editrici indipendenti, è possibile che un investimento di 500 o 1k euro offra una promozione più efficace. Se deve essere protestantesimo che lo sia fino in fondo!: basta intermediari no? L'on demand lo si può gestire tranquillamente in modo autonomo. Secondo me il punto è che con l'autopubblicazione è necessario capire che si diventa imprenditori di sé stessi (fermo restando che l'autopubblicazione digitale consente la gratuità... una novità mica da poco no?). In altri termini un autore nel 2021 (di libri ma anche di musica o altro) deve avere chiaro che nel momento in cui chiede soldi per la propria opera allora diventa un imprenditore e deve ragionare come tale. Non basta essere Joyce, devi essere Joyce ma idealmente anche Bezos: devi pensare a scrivere ma poi devi pensare a vendere (troppi gli autori convinti che una volta posata la penna il loro lavoro sia finito!). Questa figura centaura dell'autore/imprenditore implica invece che l'autore del 2021 mantenga aperto un ponte tra la propria attività di scrittura e la realtà. E' una scrittura che, per forza di cose, è costantemente assediata dal mondo esterno: una cosa a mio parere molto positiva. L'esercito di autori che si affacciano su mezzi di produzione e distribuzione nuovi ragionando come autori di 50 o 100 anni fa rappresenta invece il più grande asset nelle mani di un autore autoprodotto: una massa da cui si può emergere con minimo sforzo e un pizzico di spirito imprenditoriale.
Farai l'editing