L'ossessione documentale in quantità industriale è uno storico vizio tedesco (l'Italia e la Francia eccellono nella confusione, la Germania nella quantità)
non riescono a decidere ,continuano a produrre analisi di contesto e basta, semplicemente perchè ogni stato difende i propri interessi nazionali, ragionano a compartimenti stagni e non in una visione d'insieme. fino a quando l'Europa non ragiona da continente non ci sarà mai un avanzamento.
Secondo me è tutto voluto, è un documento di indirizzo politico, timido è vero, ma perché deve iniziare a rinnegare ciò che è stato fatto in precedenza dalle stessa VdL. E poi con delle elezioni importanti alle porte, come quelle in Germania, è difficile potersi sbilanciare.
Ora, va detto che se gli Stati non trovano un accordo di massima, l'UE non va da nessuna parte. Però che la Commissione non se ne sia uscita almeno con una blueprint per migliorare la competitività è abbastanza allucinante. I problemi credo siano tre: 1) questo sforzo va ben al di là della DG COMP, è un lavoro sistemico che tocca un po' tutte le aree tematiche, ma le DG della Commissione si parlano poco e male. 2) le diplomazie temo stiano ancora di più col fiato sul collo alla DG COMP per proteggere questo o quell'altro settore per evitare che i rispettivi governi perdano voti alle prossime elezioni. 3) qui parliamo di un enorme sforzo di calibrata deregulation. L'UE si considera una superpotenza della regolamentazione. Le si chiede qualcosa che va contro la sua natura.
Un problema da affrontare sarebbe anche lo snellimento e il cambiamento di focus dei documenti che le imprese europee devono stilare a livello individuale. Sono anni che si discute in Europa sui report kilometrici che le aziende devono riportare concerni materie ESG, sacrosante per carità, e si sono trascurate questioni più importanti per la competitività; forse sarebbe il momento di ottenere informazioni più sostanziose su lo sviluppo, il know-how e l'innovazione tecnologica per poi agire di conseguenza a livello europeo. Sicuramente la questione è più ampia e non è solo cambiando la burocrazia che si risolveranno tutti i problemi, come si è già visto, ma sicuramente sarebbe un buon segnale anche per le realtà imprenditoriali locali.
Ma come si fa a mettere d'accordo 27 stati europei differenti per cultura e sviluppo economico e sopratutto linguistico? E poi l'unione europea è nata nel 1993 perciò molto giovane come "comunità". Andrà bene come mercato comune, ma come stato unico ci vorranno decenni.
Gli USA sono stati creati, a partire da tredici colonie, da un punto di vista formale, in pochi mesi. Se c’è la volontà politica e soprattutto il coraggio di prendere dei rischi si supera qualunque esternalità. Purtroppo ai burocrati europei mancano entrambe le qualità. E non venite a dire che è un problema linguistico perché nel nostro paese si parlano decine, forse un centinaio di dialetti differenti, spesso incomprensibili a partire dal comune italiano, mentre in Europa viene insegnato l’inglese come seconda lingua in qualunque scuola o istituto di ogni ordine, grado o regione. E se proprio l’inglese non ci piace che si insegnasse l’esperanto, una lingua creata a tavolino letteralmente per consentire l’integrazione linguistica europea.
@@Mast3rHand989 Guarda che ci sono servite due guerre a fare gli Stati Uniti, la Guerra di indipendenza (essendo che noi siamo nella sfera di influenza americana dovremmo farla agli USA, auguri) e la Guerra civile, per stabilire una volta per tutte che il paese fosse indivisibile e si fosse tutti americani. Insomma, non proprio una nazione costruita a tavolino, ma a suon di cannoni e col sangue. Non basta mettersi d'accordo in qualche salotto di Bruxelles. Inoltre anche l'Italia si è fatta con ben quattro guerre di indipendenza (la quarta è considerata la 1GM) e ormai l'Italiano lo parla il 99% degli Italiani, inoltre la lingua di per sé non è un ostacolo, il problema è che le opinioni pubbliche dei singoli paesi non si vedono innanzitutto come europei, ma come Polacchi, Francesi, Tedeschi, Italiani, Norvegesi e così via, non vi è un'unica grande identità che si colloca nella testa della maggior parte degli Europei come superiore a quella nazionale, di conseguenza gli interessi di ogni paese divergono, i Polacchi essendo vicini alla Russia hanno ovviamente mooolta più paura della Russia e gli Italiani, che sono lontani, molto meno, e semmai si preoccupano di più della stabilità del mediterraneo, dove sono invece immersi.
@ ho scritto “da un punto di vista formale” non a caso. È con ciò intendo definire una visione politica comune a cui poi aver fatto seguire tutto ciò che lei ha sapientemente ricordato. In Europa non siamo stati capaci neanche di fare quello anche a fronte di 2000 anni di guerre reciproche. Buona giornata
Sarei curioso di tornare qui più tardi per scoprire quanti sarebbero entusiasti di un ritorno agli stati nazionali (e immagino in molti), per farmi due risate sulla solita retorica di "quando c'era la moneta sovrana si stava meglio" a "se potessimo stamparci i nostri soldi sbaraglieremo ogni mercato perché come il made in Italy niente!".
E' anche vero però che se la strada europea è impercorribile, allora si debba ripiegare su una strategia nazionale, certamente non di chiusura, ma capace di accordarsi singolarmente con gli stati e al massimo con piccoli formati, tre/quattro stati, non si diventerà una grande potenza, ma se si è disposti a fare qualche sacrificio c'è almeno la possibilità di tenere in piedi lo stato e la comunità nazionale. Insomma se il mio palazzo è in fiamme e le strade sono due, la finestra, ma dove dovrei buttarmi sperando di volare, e le scale, pericolanti, ma con una percentuale in più di sopravvivere del direttamente buttarsi per sfracellarsi sull'asfalto, meglio scegliere le scale: con qualche danno, ma almeno c'è possibilità di sopravvivere e di non morire direttamente sul colpo dietro un'utopia.
Unione europea: " abbiamo capito come aumentare la produttivitá, riducendo la burrocrazia.....ma ci serve piú buricrazia per attuare il tutto 🤦🏻♂️ WTF"
È più facile morire di inerzia che di rivoluzione
È più facile sputare sentenze che fatti in sé
Questa me la segno
L'ossessione documentale in quantità industriale è uno storico vizio tedesco (l'Italia e la Francia eccellono nella confusione, la Germania nella quantità)
A volte la confusione e l'ossessione documentale celano lo stesso fine: nascondere le proprie mancanze, di cui se no si dovrebbe rispondere.
"Wee UE, belli i report ma non sei Gartner"
"Ah no?"
non riescono a decidere ,continuano a produrre analisi di contesto e basta, semplicemente perchè ogni stato difende i propri interessi nazionali, ragionano a compartimenti stagni e non in una visione d'insieme. fino a quando l'Europa non ragiona da continente non ci sarà mai un avanzamento.
Secondo me è tutto voluto, è un documento di indirizzo politico, timido è vero, ma perché deve iniziare a rinnegare ciò che è stato fatto in precedenza dalle stessa VdL. E poi con delle elezioni importanti alle porte, come quelle in Germania, è difficile potersi sbilanciare.
Ora, va detto che se gli Stati non trovano un accordo di massima, l'UE non va da nessuna parte. Però che la Commissione non se ne sia uscita almeno con una blueprint per migliorare la competitività è abbastanza allucinante. I problemi credo siano tre:
1) questo sforzo va ben al di là della DG COMP, è un lavoro sistemico che tocca un po' tutte le aree tematiche, ma le DG della Commissione si parlano poco e male.
2) le diplomazie temo stiano ancora di più col fiato sul collo alla DG COMP per proteggere questo o quell'altro settore per evitare che i rispettivi governi perdano voti alle prossime elezioni.
3) qui parliamo di un enorme sforzo di calibrata deregulation. L'UE si considera una superpotenza della regolamentazione. Le si chiede qualcosa che va contro la sua natura.
Un problema da affrontare sarebbe anche lo snellimento e il cambiamento di focus dei documenti che le imprese europee devono stilare a livello individuale. Sono anni che si discute in Europa sui report kilometrici che le aziende devono riportare concerni materie ESG, sacrosante per carità, e si sono trascurate questioni più importanti per la competitività; forse sarebbe il momento di ottenere informazioni più sostanziose su lo sviluppo, il know-how e l'innovazione tecnologica per poi agire di conseguenza a livello europeo. Sicuramente la questione è più ampia e non è solo cambiando la burocrazia che si risolveranno tutti i problemi, come si è già visto, ma sicuramente sarebbe un buon segnale anche per le realtà imprenditoriali locali.
Insomma solito wishful thinking in salsa burocratico-europea
Ma come si fa a mettere d'accordo 27 stati europei differenti per cultura e sviluppo economico e sopratutto linguistico? E poi l'unione europea è nata nel 1993 perciò molto giovane come "comunità". Andrà bene come mercato comune, ma come stato unico ci vorranno decenni.
decenni e guerre
Toccandosi le pa***, speriamo di no 🤞
Gli USA sono stati creati, a partire da tredici colonie, da un punto di vista formale, in pochi mesi.
Se c’è la volontà politica e soprattutto il coraggio di prendere dei rischi si supera qualunque esternalità.
Purtroppo ai burocrati europei mancano entrambe le qualità.
E non venite a dire che è un problema linguistico perché nel nostro paese si parlano decine, forse un centinaio di dialetti differenti, spesso incomprensibili a partire dal comune italiano, mentre in Europa viene insegnato l’inglese come seconda lingua in qualunque scuola o istituto di ogni ordine, grado o regione.
E se proprio l’inglese non ci piace che si insegnasse l’esperanto, una lingua creata a tavolino letteralmente per consentire l’integrazione linguistica europea.
@@Mast3rHand989 Guarda che ci sono servite due guerre a fare gli Stati Uniti, la Guerra di indipendenza (essendo che noi siamo nella sfera di influenza americana dovremmo farla agli USA, auguri) e la Guerra civile, per stabilire una volta per tutte che il paese fosse indivisibile e si fosse tutti americani. Insomma, non proprio una nazione costruita a tavolino, ma a suon di cannoni e col sangue. Non basta mettersi d'accordo in qualche salotto di Bruxelles. Inoltre anche l'Italia si è fatta con ben quattro guerre di indipendenza (la quarta è considerata la 1GM) e ormai l'Italiano lo parla il 99% degli Italiani, inoltre la lingua di per sé non è un ostacolo, il problema è che le opinioni pubbliche dei singoli paesi non si vedono innanzitutto come europei, ma come Polacchi, Francesi, Tedeschi, Italiani, Norvegesi e così via, non vi è un'unica grande identità che si colloca nella testa della maggior parte degli Europei come superiore a quella nazionale, di conseguenza gli interessi di ogni paese divergono, i Polacchi essendo vicini alla Russia hanno ovviamente mooolta più paura della Russia e gli Italiani, che sono lontani, molto meno, e semmai si preoccupano di più della stabilità del mediterraneo, dove sono invece immersi.
@ ho scritto “da un punto di vista formale” non a caso.
È con ciò intendo definire una visione politica comune a cui poi aver fatto seguire tutto ciò che lei ha sapientemente ricordato.
In Europa non siamo stati capaci neanche di fare quello anche a fronte di 2000 anni di guerre reciproche.
Buona giornata
in Europa hanno tanti Di Maio da piazzare
Sarei curioso di tornare qui più tardi per scoprire quanti sarebbero entusiasti di un ritorno agli stati nazionali (e immagino in molti), per farmi due risate sulla solita retorica di "quando c'era la moneta sovrana si stava meglio" a "se potessimo stamparci i nostri soldi sbaraglieremo ogni mercato perché come il made in Italy niente!".
Per conto mio, tornerei direttamente al Granducato di Toscana!
E' anche vero però che se la strada europea è impercorribile, allora si debba ripiegare su una strategia nazionale, certamente non di chiusura, ma capace di accordarsi singolarmente con gli stati e al massimo con piccoli formati, tre/quattro stati, non si diventerà una grande potenza, ma se si è disposti a fare qualche sacrificio c'è almeno la possibilità di tenere in piedi lo stato e la comunità nazionale.
Insomma se il mio palazzo è in fiamme e le strade sono due, la finestra, ma dove dovrei buttarmi sperando di volare, e le scale, pericolanti, ma con una percentuale in più di sopravvivere del direttamente buttarsi per sfracellarsi sull'asfalto, meglio scegliere le scale: con qualche danno, ma almeno c'è possibilità di sopravvivere e di non morire direttamente sul colpo dietro un'utopia.
Il problema dell'unione Europea è la produttività castrata dalla burocrazia di sé stessa.
Unione europea: " abbiamo capito come aumentare la produttivitá, riducendo la burrocrazia.....ma ci serve piú buricrazia per attuare il tutto 🤦🏻♂️ WTF"