grazie Maria, commento da fine dantista. L'interpretazione su "predestinazione" e legittimi i dubbi a riguardo paiono centrati, quasi evidenziati dal tono/suono incerto della parola rispetto ai versi. Il significato è traslato rispetto al significato comune. "prima della destinazione", quindi avulsa da una qualsiasi destinazione o scelta precedente oppure oltre la possibilità di qualsiasi destinazione (quindi in riferimento all'ordine supremo ed NON indifferibile della Grazia). La libertà di Dio e degli uomini vien così salvaguardata rispetto alla dottrina cattolica ed alla teologia dell'epoca.
Affascinante e problematica questa "predestinazione". Ho apprezzato la tua interpretazione Maria! Io oso dire qualcosa che parte da Genesi e precisamente da quel "Facciamo l'uomo a nostra IMMAGINE e SOMIGLIANZA". Il primo termine, secondo me, può essere interpretato come predestinazione (siamo tutti in grado di conoscerlo ed essere riconosciuti proprio perché abbiamo la stessa immagine) ma il secondo termine indica un "viaggio" da intraprendere, liberamente, in questa vita, per divenire se stessi e quindi "somigliare" a lui! In questo caso non ci sarebbe una costrizione all'inizio, ma solo un segno di riconoscimento che si può assecondare o meno, a libero arbitrio, durante l'esistenza. Che ne dici?
"O predestinazion, quanto remota È la radice tua da quegli aspetti Che la prima cagione non veggion tota!" "E, voi mortali, tenetevi stretti A giudicar, che noi, che Dio vedemo Non conosciamo ancora tutti gli eletti" A me sembrerebbe che Dante voglia dire che la ragione da cui deriva la predestinazione degli eletti è così nascosta a coloro che non vedono totalmente le cause prime, che non hanno l'onniscienza divina, che neanche coloro che vi sono così vicini lo comprendono. Non mi sembra che qui si metta in discussione che vi sia questa predestinazione delle anime, e forse l'incapacità di comprenderne tali cause la farebbe perfino sembrare soggetta a casualità, a sorteggio. Non mi sembra che Dante mettesse in dubbio questo ma quanto ché non se ne possono comprendere le ragioni, infatti non ha ricevuto risposta. A me invece rimane il dubbio che l'uomo non abbia un vero e proprio libero arbitrio fintantoché non si sia ricongiunto col Sé supremo e quindi con la volontà divina. Forse questo non è quanto professavano i catari ma forse non è troppo lontano dagli insegnamenti delle tradizioni indiane. È molto tardi e spero di essermi espressa correttamente. Grazie sempre per tutti gli argomenti di riflessione che sempre ci offre. 🙏
Si è espressa in modo chiarissimo. Se rimaniamo al canto XX, la sua spiegazione è perfetta. Ma nel canto XXI Dante usa la parola “predestinata” in modo diverso e “sbagliato”. Da qui le mie domande e un tentativo di risposta. Quanto al libero arbitrio, non è che lo si acquisisce quando ci si ricongiunge col Sé supremo… Quella è la libertà! Il libero arbitrio è “innato”. Così dice Dante.
Devo approfondire indubbiamente questa questione, per me molto importante, perché, anche se lo dice Dante, non trovo ancora una spiegazione per me convincente sul libero arbitrio, sicuramente mi mancano elementi fondamentali. Grazie e a presto.😊🙏
Forse Dante, parlando qui di predestinazione, vuole riferirsi alla salvezza a cui è predestinato l'Essere Umano, anche per quelle anime che non conoscono ancora la luce divina ma che, alla fine del loro percorso evolutivo, vi arriveranno anch'esse secondo un disegno divino a noi incomprensibile. In tal caso il libero arbitrio avrebbe poco senso perché, in qualsiasi modo si manifesti questo percorso, alla fine tutte le anime arriveranno alla salvezza. Se Dante avesse inteso dire questo di sicuro sarebbe andato contro i canoni del cattolicesimo che vede anime beate e anime dannate per l'eternità, e quindi Dante avrebbe mascherato un po' il senso del discorso, ma una simile crudeltà non può appartenere al Dio amorevole di cui lui ci parla e non ha neanche senso che una Coscienza così totale e perfetta lasci che l'uomo egoico e duale sbagli di sua iniziativa senza condurlo Essa stessa attraverso un suo progetto esistenziale, e cioè che lasci ad una entità separata il timone della propria Essenza. Tutto ciò che ho appena scritto naturalmente col beneficio del dubbio.
I suoi ragionamenti sono logici e condivisibili. Del libero arbitrio ho parlato nelle puntate 48 e 67. Mi rendo conto che lì dicevo che ne parlerò poi in Paradiso e finora non ne ho ancora parlato… Comunque prima o poi affronterò questo problema anche nei video. Dato che il tema è per lei importante, le risponderò via mail perché così le posso anche allegare il capitolo sul libro arbitrio nel mio libro, o nei miei libri, devo un po’ cercarli e poi glieli invio, magari non oggi ma nei prossimi giorni. Un caro saluto 🌻
anche noi siamo contenti di avere ricevuto una "illuminazione" diversa
grazie Maria, commento da fine dantista. L'interpretazione su "predestinazione" e legittimi i dubbi a riguardo paiono centrati, quasi evidenziati dal tono/suono incerto della parola rispetto ai versi. Il significato è traslato rispetto al significato comune. "prima della destinazione", quindi avulsa da una qualsiasi destinazione o scelta precedente oppure oltre la possibilità di qualsiasi destinazione (quindi in riferimento all'ordine supremo ed NON indifferibile della Grazia). La libertà di Dio e degli uomini vien così salvaguardata rispetto alla dottrina cattolica ed alla teologia dell'epoca.
The Seraphim don't know the answer, but will the Trinity reveal it?
Reveal… I think that no one can reveal it, but Dante will catch it.
la costellazione del corvo descrive un quadrato. secondo me in questi 6 versi dante sta parlando del quadrato magico di saturno.
si, ma forse la predestinazione si riferisce proprio al fiammeggiar in quella luce, cioè riuscire a vedere Dio durante la vita
Affascinante e problematica questa "predestinazione". Ho apprezzato la tua interpretazione Maria! Io oso dire qualcosa che parte da Genesi e precisamente da quel "Facciamo l'uomo a nostra IMMAGINE e SOMIGLIANZA". Il primo termine, secondo me, può essere interpretato come predestinazione (siamo tutti in grado di conoscerlo ed essere riconosciuti proprio perché abbiamo la stessa immagine) ma il secondo termine indica un "viaggio" da intraprendere, liberamente, in questa vita, per divenire se stessi e quindi "somigliare" a lui!
In questo caso non ci sarebbe una costrizione all'inizio, ma solo un segno di riconoscimento che si può assecondare o meno, a libero arbitrio, durante l'esistenza. Che ne dici?
"O predestinazion, quanto remota
È la radice tua da quegli aspetti
Che la prima cagione non veggion tota!"
"E, voi mortali, tenetevi stretti
A giudicar, che noi, che Dio vedemo
Non conosciamo ancora tutti gli eletti"
A me sembrerebbe che Dante voglia dire che la ragione da cui deriva la predestinazione degli eletti è così nascosta a coloro che non vedono totalmente le cause prime, che non hanno l'onniscienza divina, che neanche coloro che vi sono così vicini lo comprendono. Non mi sembra che qui si metta in discussione che vi sia questa predestinazione delle anime, e forse l'incapacità di comprenderne tali cause la farebbe perfino sembrare soggetta a casualità, a sorteggio.
Non mi sembra che Dante mettesse in dubbio questo ma quanto ché non se ne possono comprendere le ragioni, infatti non ha ricevuto risposta.
A me invece rimane il dubbio che l'uomo non abbia un vero e proprio libero arbitrio fintantoché non si sia ricongiunto col Sé supremo e quindi con la volontà divina. Forse questo non è quanto professavano i catari ma forse non è troppo lontano dagli insegnamenti delle tradizioni indiane.
È molto tardi e spero di essermi espressa correttamente. Grazie sempre per tutti gli argomenti di riflessione che sempre ci offre. 🙏
Si è espressa in modo chiarissimo. Se rimaniamo al canto XX, la sua spiegazione è perfetta. Ma nel canto XXI Dante usa la parola “predestinata” in modo diverso e “sbagliato”. Da qui le mie domande e un tentativo di risposta.
Quanto al libero arbitrio, non è che lo si acquisisce quando ci si ricongiunge col Sé supremo… Quella è la libertà! Il libero arbitrio è “innato”. Così dice Dante.
Devo approfondire indubbiamente questa questione, per me molto importante, perché, anche se lo dice Dante, non trovo ancora una spiegazione per me convincente sul libero arbitrio, sicuramente mi mancano elementi fondamentali. Grazie e a presto.😊🙏
Forse Dante, parlando qui di predestinazione, vuole riferirsi alla salvezza a cui è predestinato l'Essere Umano, anche per quelle anime che non conoscono ancora la luce divina ma che, alla fine del loro percorso evolutivo, vi arriveranno anch'esse secondo un disegno divino a noi incomprensibile. In tal caso il libero arbitrio avrebbe poco senso perché, in qualsiasi modo si manifesti questo percorso, alla fine tutte le anime arriveranno alla salvezza. Se Dante avesse inteso dire questo di sicuro sarebbe andato contro i canoni del cattolicesimo che vede anime beate e anime dannate per l'eternità, e quindi Dante avrebbe mascherato un po' il senso del discorso, ma una simile crudeltà non può appartenere al Dio amorevole di cui lui ci parla e non ha neanche senso che una Coscienza così totale e perfetta lasci che l'uomo egoico e duale sbagli di sua iniziativa senza condurlo Essa stessa attraverso un suo progetto esistenziale, e cioè che lasci ad una entità separata il timone della propria Essenza.
Tutto ciò che ho appena scritto naturalmente col beneficio del dubbio.
I suoi ragionamenti sono logici e condivisibili. Del libero arbitrio ho parlato nelle puntate 48 e 67. Mi rendo conto che lì dicevo che ne parlerò poi in Paradiso e finora non ne ho ancora parlato… Comunque prima o poi affronterò questo problema anche nei video. Dato che il tema è per lei importante, le risponderò via mail perché così le posso anche allegare il capitolo sul libro arbitrio nel mio libro, o nei miei libri, devo un po’ cercarli e poi glieli invio, magari non oggi ma nei prossimi giorni. Un caro saluto 🌻
Grazie Maria, sempre gentile, aspetto questa sua risposta quando avrà il tempo per scriverla, non ho fretta. Un abbraccio affettuoso.