PASOLINI, "Salò" - analisi e interpretazione

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  • Опубліковано 25 жов 2024

КОМЕНТАРІ • 21

  • @marcobellu643
    @marcobellu643 9 місяців тому +3

    Grazie ancora, la gentilezza, che cosa meravigliosa, quando riusciamo a lasciare che ci pervada. Penso che ti seguirò ancora con interesse.

  • @janimationworld2173
    @janimationworld2173 9 місяців тому +3

    Analisi veramente costruttiva ed esaustiva.
    Grazie mille

  • @marcobellu643
    @marcobellu643 9 місяців тому +2

    Questo video mi è stato molto utile per iniziare ad intuire ciò che ancora non comprendo. Grazie

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 місяців тому +3

      Caro Marco, il fatto che il tuo commento mi abbia lasciato lì per lì pensoso, senza sapere bene cosa rispondere, me lo spiego con il fatto che oltre ad essere gentile è anche umile. In realtà sono sicuro che hai capito molto più di quel che credi, e proprio perché un film come Salò - pur al netto delle sue imperfezioni - va 'sentito' prima ancora che decifrato e interpretato. Il fatto che ti ci avvicini con umiltà, a maggior ragione oggi che la tendenza è presumere di sapere tutto, è una lezione anche per me, che in fin dei conti sono solo un tramite al servizio dei grandi (scrittori, cineasti) e delle loro opere. Quindi grazie a te

  • @mauriziopeveraro7700
    @mauriziopeveraro7700 9 місяців тому +4

    Analisi veramente interessante ed approfondita di un film unico. Vorrei ricordare che Pasolini aveva in mente di fare altri due film sul "ciclo della morte", come tre ( Decameron, Canterbury Tales e Mille e una notte ) sono le opere dedicate al "ciclo della vita". Secondo me il testo "Undicimila verghe" di Apollinare sarebbe stato un probabile candidato. Grazie.

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 місяців тому +1

      Grazie a te Maurizio, fai bene a ricordare questi propositi troncati, davvero Pasolini era costantemente proteso verso nuovi progetti e nuove idee; lo fu fino all'ultimo (questo suo tratto fra l'altro è presente nel film di Abel Ferrara su di lui, film che magari - Willem Dafoe a parte - non è granché, ma se non altro ha appunto il merito d'indugiare sul carattere eternamente laboratoriale, aperto del "cantiere Pasolini" e sulla forma che avrebbero potuto assumere ulteriori tappe del suo immaginario, declinato in salsa cinematografica)

  • @pazziente
    @pazziente Рік тому +3

    Interessante e ben fatta introduzione al film, indispensabile,ben spiegato lo strumento della traslazione che deve essere fatta dallo spettatore per poter vedere il film

  • @giorgiociomei5030
    @giorgiociomei5030 8 місяців тому +1

    Bravissimo ❤️👍

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  8 місяців тому

      Bravissimo il Pier Paolo 🤩 (che non è più tra noi, e - visto l'attuale stato di cose - tanto meglio per lui)

  • @ettorebellelli5
    @ettorebellelli5 2 роки тому

    io ho una visione assolutamente opposta : il film parla dell'Italia che non e' riuscita a fare i conti con il suo passato e semmai integra nella "merda" anche gran parte del ciarpame culturale che ci trasciniamo dietro ancora oggi con sacrale reverenza : quadri futuristi, poesie del "martire" ezra pound, mondo della moda, design, avanspettacoli per nobiltà' nere ,capolavori del genere "telefoni bianchi" e via dicendo. Solo la religione cristiana apparentemente si salva (si sa che in fondo Pasolini era "cattolico"..anche se infila una giusta e lodevole bestemmia scritta con il sangue sul pavimento), ma secondo me solo per motivi di economia narrativa. Quindi altro che "critica alla civilta' dei consumi"..questa e' l'interpretazione ciellin-fusariana di quest'opera...ma le cose non stanno cosi caro mio. E' un film giustamente furente, rabbioso. Furente e giustamente rabbioso contro il presunto "meglio" della cultura italiana , proprio quello che anche in questi anni viene "recuperato" sempre scevro da ogni contesto specifico. Guarda Germania in Autunno di Fassbinder e capirai quello che voglio dire, riguardo a questa rabbia non contro "i nostri padri", ma contro QUEI padri, contro QUEL potere (che l'ha fatta franca, il che non era scontato)....poi e' vero che a titolo di spiegazione Pasolini dira' di rimpiangere in molti scritti e interviste la "bontà' contadina" contrapponendosi a quell'Italia (quella del fascismo e quella degli anni 70, che' basta cambiare la manovella della radio alla fine per trovarsi nei giorni nostri....), ma questo e' insignificante e del tutto incidentale nella poetica del film,di questo film per lo meno. Io la penso diversamente , credo nel liberismo e nell'antistatalismo piu' spinto, credo nell'anarchia piu' assoluta e nel male assoluto della delega della responsabilità' a strutture statali, ma questo non mi impedisce assolutamente di condividere in pieno l'analisi di Pasolini sullo stato dell'Italia. Perche' e' un'Italia che davvero non e' mai riuscita a fare i conti con la sua cosiddetta cultura, un po' per ignoranza e un po' per malafede. Un'italia che non e' riuscita a distruggere, a relativizzare, anche l'arte, certo. Si sa che la musica e il sesso non vanno d'accordo, e infatti la colonna sonora pianistica e' un diluvio di Bach, Schoenberg...(e infatti alla fine la pianista si uccide),e allora ? Coraggio, per fare Bach serve grinta, dolore, impegno, la scorciatoia del sesso al pianoforte non funziona.E ancora : un'italia vigliacca che non ha voluto ricordare e soprattutto non ha voluto far pagare. Un'Italia che avrebbe dovuto e potuto prendere a calci qualche quadretto, che avrebbe dovuto stracciare qualche poesia, che avrebbe dovuto dedicare vie e piazze a qualcun altro, forse che avrebbe dovuto far lavorare le sue corti di giustizia prendendo spunto da quello che succedeva in altre latitudini piu' sbrigative.Questo e'. Tralascio poi la ridicola caciara sul presunto "orrore" del film : Pasolini ha mostrato semplicemente quello che succedeva ai prigionieri, nei campi di concentramento, durante le spedizioni punitive, altro che "de Sade". Questo e' e questo erano (e non "siamo"), a chi non piace la verita' non resta che Benigni. Io ho veramente l'impressione che "salo'" nella biografia di Pasolini sia un'inizio, un cambio di rotta, uno spunto di riflessione rivolto a chi ne ha abbastanza di questo Stato e delle sue strutture medievali e ridicole, e se a prenderne il posto e' il consumismo della Florida, o la serietà della Svizzera, o il luteranesimo della Merkel, ben vengano. Purche' la facciamo finita con quella merda, appunto, e a tutti i costi.

  • @STEFANOPACINI
    @STEFANOPACINI 11 місяців тому

    E la scena , narrata da una delle donne, dell ' uomo moribondo ? Come interpretarla?

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  11 місяців тому +4

      Ciao Stefano,
      buona domanda la tua. Rispetto all'episodio a cui ti riferisci a me vengono in mente, tra le altre, due piste possibili:
      1) La prima ha a che fare col commento proferito da uno dei 4 signori, che a un certo punto (senza peraltro smettere di ascoltare il racconto della signora Maggi) si apparta in una stanza con una delle ragazzine facendosi urinare in faccia e infine gridando: "il limite dell'amore è quello di avere sempre bisogno di un complice; questo suo amico sapeva però che la raffinatezza del libertinaggio è quella di essere al tempo stesso carnefice e vittima". E qui il discorso si fa lungo, perché porta dritto alla personale lettura pasoliniana di De Sade, nonché il suo modo di reintegrare la riflessione sulle perversioni in un contesto diverso da quello originario, che però ne conserva le dinamiche strutturali (in questo caso il comportamento del libertino-padrone rispetto al suo oggetto-servo);
      2) Se stiamo invece più appresso al contenuto del racconto della donna, e lo mettiamo in riferimento al principale obiettivo polemico del Pasolini di Salò, cioè la società dei consumi, una possibile interpretazione potrebbe essere questa: neppure l'imminenza della morte, nell'epoca neocapitalistica, può indurre in chi si trova al suo cospetto a un mutamento nè tantomeno a una conversione di prospettiva che sottintenda una profonda metamorfosi interiore, come avveniva nelle precedenti epoche contadine (pensa ad esempio all'Ivan Illich tolstojano); per cui l'uomo d'oggi, fino all'ultimo - laddove questo 'ultimo' va inteso in senso letterale, vale a dire la bara di fianco al moribondo - non è più in grado di rinunciare alle proprie immonde, ormai automatizzate voglie e gozzoviglie, perché talmente 'spontanee' e incorporate da costituire la sostanza stessa della sua vita.
      Ma ovviamente si tratta di mie considerazioni personali; ci sono sicuramente moltissimi altri modi di leggere questa scena

  • @ettorebellelli5
    @ettorebellelli5 2 роки тому

    ua-cam.com/video/Uh6ItBqBqcU/v-deo.html
    Avevamo anche noi la nostra Antigone da far lavorare di pala.

  • @ettorebellelli5
    @ettorebellelli5 2 роки тому

    non so che film hai visto ma fa lo stesso....

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  2 роки тому +4

      Ciao Ettore, ti ringrazio delle tue osservazioni, penso che qualsiasi parere sia utile per tornare a riflettere sulle proprie posizioni. L'unica cosa che non capisco del tuo intervento è il tono: per quanto mi riguarda questa è una minuscola, potenziale finestra di dialogo, non di polemica, come invece testimonia quest'ultimo tuo commento (e in parte anche il primo). Che film ho visto? Lo stesso che hai visto tu, semplicemente abbiamo idee diverse in proposito, e quindi? Quando mi vien voglia d'imbastire un discorso (condivisibile o meno) su un libro o un film, non solo rileggo/riguardo più volte l'opera in questione, ho anche cura di documentarmi in proposito: tu sembri insinuare il contrario; ma mettere in discussione - pur con lo schermo dell'ironia - la buona fede altrui (atteggiamento peraltro piuttosto diffuso) è una questione che deve risolvere chi dubita, risalendo ai motivi per cui lo fa: non il suo bersaglio. Dopodiché ci mancherebbe, è legittimo - oltre che stimolante - sottoporre opinioni discordi: ma nel momento in cui uno le avanza, ha anche il dovere di argomentarle, altrimenti cadono nel vuoto.
      Un esempio per tutti. Tu scrivi (cito): "altro che critica alla civiltà dei consumi... (...) le cose non stanno così caro mio". Sorvolo sul "caro mio" (absit iniuria verbis) e mi limito ad osservare che è Pasolini stesso ad avere sottolineato in più occasioni il nesso tra il suo ultimo film come opera militante, e la civiltà dei consumi come suo oggetto critico; negarlo sarebbe un po' come dire che La Divina Commedia non ha alcun tipo di rapporto con la cosmologia medievale: tanti auguri! Una posizione azzardata (per usare un eufemismo). Insomma in casi come questi le invettive e le frasi ad effetto non sono sufficienti. T'invito a consultare i vari pronunciamenti di Pasolini al riguardo, in modo che tu possa girare la critica non a me (che non ho alcuna autorità in merito), ma a lui (che ne ha più di me, e se permetti anche di te): non possiamo escludere che il suo fantasma si prenda la briga di tornare tra i viventi appositamente per smentirti. Buona lettura!

    • @ettorebellelli5
      @ettorebellelli5 2 роки тому

      Grazie a te per la risposta, il tono non voleva essere assolutamente un attacco personale e mi spiace di aver dato quest’impressione. Certo mi sono un po’ alterato perché non è la prima volta che sento girare questa tesi interpretativa, che sinceramente mi infastidisce, perché spesso la trovo davvero in malafede ( non sarà il tuo caso certamente) : mi riferisco all’uso ridicolo che negli ultimi 30 anni la destra politica ha fatto di Pasolini, in specie ciellina, cavalcando le pur note (tante) cretinate del Nostro su questo tema allora di gran moda. Ma nel merito, riguardo al film , ti sfido a dirmi dove sarebbero i “consumi” negli orpelli e nella scenografia dell’ opera . Perdonami ma i quadri futuristi , il design ricercato, le digressioni filosofiche dei protagonisti .. ma dove stanno “ i consumi “ in tutto questo ? Che poi Pasolin,i nel putiferio sollevato dal film, abbia cercato di stemperarlo -anche se a dire il vero non ho mai sentito Pasolini associare QUESTO film alla sua “ critica del consumismo”, questo non cambia in nulla la sostanza delle cose . Io ribadisco , anche a fronte della conferenza stampa in cui citava “l’anarchia del potere “ o “il sovversivismo delle classi dirigenti “ che dir si voglia , che l’immensa forza di questo film è di prendersela con quel potere , con quel regime storicamente determinato, con quel mondo culturale per niente “consumistico” bensì dichiaratamente italiano e razzista,con cui ancora oggi non sono stati chiusi conti e che viene ancora oggi dal potere celebrato e osannato acriticamente. C'e' un po' troppa reverenza, ancora oggi, verso quei signori artisti pronti a cavalcare leggi sulla razza, disprezzo verso la musica "negra" e schiaffi a Toscanini, ribelli in orbace alla Marinetti, giornalistini cattonazisti cretini alla Papini, "esteti" del nulla alla Pitigrilli e via dicendo : tutta gente che l'ha inspiegabilmente fatta franca mentre il testone, secondo me in fondo umanamente migliore di loro, finiva appeso a piazzale Loreto. Bene, benissimo ha fatto Pasolini a cacciare nella merda un po' dei prodotti del loro spirito universale. Poi circa le (auto)smentite delle dichiarazioni di Pasolini vorrei chiamare in causa la sceneggiatura dello stesso film, quando all'inizio sono gli stessi protagonisti a chiarire che dietro al loro agire non c'e' alcun "arbitrio" o "anarchia" (mi pare il termine sia proprio citato paro paro per prenderne le distanze ) ma semmai il meccanismo inarrestabile dell'appagamento del loro istinto primordiale, contestando implicitamente il fondamento di qualsiasi etica laica in senso non classicamente "anarchico" ( in fondo il pensiero anarchico specialmente nella sua declinazione kantiana , relativista e pacifista non nega di per se' la possibilità di ciascuno di costruirsi un'etica vissuta come universale ) ma semmai piu' sottilmente "cristian-dannunzian-decadente" : e in effetti non c'e' niente di "anarchico" nel loro inquisitoriale libretto delle punizioni e nella loro implacabile, coerente e perfino logica progressione verso l'omicidio. Insomma la "anarchia" , ammesso che ve sia una, secondo me non e' affatto nei presupposti filosofici, ma semmai negli esiti pratici. Del resto siamo bestie, si sa...ma non c'e' forse alla fine "perdono per ogni peccato" ? Mi sembra molto piu' questo il loro modo di ragionare, e mi viene in mente Bataille e la sua prefazione al Processo a Gilles de Rais , ma forse sarebbe andare troppo in la', in fondo ammetto che nemmeno io posso essere nella testa di Pasolini, dal cui pensiero sono lontano anni luce. Tuttavia temo che se dovesse tornare in forma di fantasma , prima di venire da me a sbugiardarmi, forse andrebbe prima a trovare quelle persone -e all’epoca ce n’erano ancora tante- a cui e' riuscito a ricordare tante porcate e in maniera così schietta da aver dato loro fastidio e forse anche un po’ di paura. Persone con un nome e un cognome, stavolta prove alla mano. Questo è, saluti .

    • @ettorebellelli5
      @ettorebellelli5 2 роки тому

      Non capisco il trattino su certe frasi della mia risposta...Che sia il Fantasma !?

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  2 роки тому +1

      @@ettorebellelli5 "Il reale senso del sesso nel mio film è una metafora del rapporto del potere con chi gli è sottoposto (...). Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni; è un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, costituendo dei nuovi valori che sono alienanti e falsi, I VALORI DEL CONSUMO" (Pier Paolo Pasolini, 'Intervista su Salò', 1975)

    • @ettorebellelli5
      @ettorebellelli5 2 роки тому

      ​@@librofago-libricultura Certo, con la piccola differenza che oggi non vediamo bambini gettati nei forni crematori, treni che partono verso Auschwitz e prigionieri politici torturati a morte. La constati o no, tu, questa piccola differenza ? Queste sono opinioni ridicole (non le conoscevo in riferimento al film, ammetto), credo volutamente date in pasto a certo pubblico, e penso che probabilmente se avesse avuto figli si sarebbe reso conto anche lui della loro evidente assurdita'. Prendo atto della sua pochezza filosofica e critica (come tante volte e' capitato nella storia dell'arte), e continuo a ritenere questo buttare tutto nel ridicolo come la maniera piu' sbagliata, ipocrita e banale di avvicinarsi al suo grande capolavoro.