Don Angelo Fochesato ad Agugliaro
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- Опубліковано 15 гру 2024
- Don Angelo Fochesato 1913 - 2004.
Ordinato nel 1940 assieme ad altri quindici amici, tra i quali don Ottorino Zanon, fu subito inviato come vicario cooperatore ad Agugliaro, dove rimase ben quarantaotto anni, fino al 1988. Quasi tutta la sua vita è stata spesa per la gente di Agugliaro. E l’annuario della Diocesi riporta di lui un’unica scarna annotazione: parroco emerito di Agugliaro. L’espressione, se vogliamo, è una sintesi quanto mai povera ma emblematica per quasi sessantacinque anni di vita di prete. Se è vero che ad Agugliaro don Angelo ha profuso gli anni più maturi della sua vita sacerdotale, e ancora la gente, almeno i più anziani lo ricorda con immutato affetto e stima, è pur vero che ha lasciato un segno profondo nella popolazione del Basso Vicentino anche il suo riposo “attivo” presso la parrocchia di Noventa Vicentina: soprattutto il suo incessante andare e venire dalla casa di riposo all’ospedale civile, per far visita ai malati e portare loro il suo conforto. E non solo per quelli di Agugliaro o di Noventa, ma per tutti quelli che desideravano incontrarlo.
Sempre pronto, soprattutto negli ultimi anni del suo stare ad Agugliaro, fare spazio a iniziative in cui i laici avevano un ruolo decisivo; eccolo programmare per i suoi adolescenti cammini di formazione coraggiosi, come la Comunione di maturità. E tutto non con l'aria rassegnata di chi si sente scavalcato dai tempi, ma con il coraggio di chi vuole aprire strade per il futuro.
Buono... Sulla bontà di una vita, di una persona, di questo fratello, meno che su altre qualità, osiamo sostituirci all'unico giudizio valido e decisivo, che è quello di Dio. Se la vita di don Angelo non fosse stata buona come poteva essere. noi siamo qui proprio a chiedere perdono per lui. Ma non possiamo non ringraziare il Signore: non è stata "buona" la vita di don Angelo? Cioè spesa bene, facendo il bene, e quindi riuscita, ammirabile, "invidiabile"? E degna di essere proposta a esempio a noi stessi, e ai nostri giovani, sia nel caso augurabile che pensino di spendere la propria vita seguendo la vocazione sacerdotale o religiosa, sia che, nello stato di vita di laici cristiani, possano vedere in lui una testimonianza, magari imperfetta, ma valida e significativa, del detto evangelico attribuito a nostro Signore: C'è più gioia nel dare che nel ricevere. Una testimonianza, magari perfettibile, ma autentica, che vale la pena di spendere tutta la vita per il Signore e per i fratelli, pensando e operando più per gli altri che per sé stessi.
Buono è stato don Angelo esercitando la carità "paziente con il suo parroco, don Giovanni Bressan, che non è stato propriamente paziente con lui, almeno nelle manifestazioni esteriori, che erano talora umilianti, mortificanti. (Pace anche a questo pastore della nostra comunità, peraltro benemerito). Don Angelo, che pure avrebbe potuto concedersi qualche sfogo confidenziale, qualche critica postuma, ha parlato soltanto con affetto filiale e con venerazione del suo predecessore. Ha sempre parlato bene, con carità pastorale, anche di tutti i suoi parrocchiani, che conosceva a uno a uno e non dimenticava.
Ora don Angelo è finalmente entrato nel vero riposo: non ha smesso gli arnesi del suo lavoro apostolico fatto di preghiera, di sacrificio caritatevole, di umile vicinanza ai semplici. Li ha solamente trasferiti, per grazia dell'eterno Pastore, in una dimensione nuova; laddove nessun variare del tempo lo potrà. più fare sentire solo un "semplice parroco”. Sarà per sempre un sacerdote del Signore.