Devo dire che la sua presentazione del tempo è molto esplicativa. Premetto che ho studi a a malapena di maturità e non sono un filosofo e neanche uno scienziato, Le dico il mio parere.; Il big - ban significa le la materia esplosa, lanciata nel vuoto si espande e ad un certo punto si ferma. E la materia richiamata dall'attrazione molecolare ritorna indietro , Visto che lo spazio e il tempo sono collegati e come se il tempo tornasse indietro. La biologia è diversa. Noi viviamo una frazione di tempo. La esorto, per la sua capacità di analisi a verificare come scorre il tempo nelle persone soprattutto nel viso e come questo avvenga più lentamente . Visto che sono un folle ne vorrei parlare con lei. Graziieeee
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete. Il tempo non esite e lo ha detto soprattutto il fisico quantistico David BOHM , premio nobel per la fisica moderna. Si sa che il portatore di nuove idee prima loignorano, poi lo deridono , ma poi lui vince.
non riesco piu a trovare il commento di @antonio voce. peccato perche volevo esprimere solo il mio interesse verso il suo ultimo messaggio. se hai cancellato mi dispiace per te... parolaio!
il tempo non è assoluto. ma relativo a un inizio e a una fine, quindi si dovrebbe parlare di intervallo di tempo, in effetti non esiste è una convenzione per capire i fenomeni fisici.
Penso che tutti si facciano irretire dalla MISURAZIONE del tempo. Occorrerebbe semplicemente definire cosa è il tempo. La sua misurazione e considerazioni relativistiche dovrebbero essere fatte solo in un secondo momento. Per me se un oggetto ha la proprietà di mutare (è una capacità addizionale) questo oggetto in effetti muta e per questo oggetto esiste il tempo: diversi stati dell'oggetto vengono attraversati in successione, dai più vecchi ai più recenti, questo è il tempo. Se all'oggetto manca questa capacità ciò non avviene.
La questione e' in realtà molto più semplice di quella esposta dal Prof. Boncinelli. Il tempo si misura attraverso una funzione matematica ciclica mentre la funzione della variabilità tende a zero, il che in spiccioli significa che la velocità di variazione del tempo e' prossima allo zero. Non varia in pratica ... dunque a varianza lineare.
veramente interessante la lezione del Prof. ma mi pare che dia molta importanza alla percezione biologica del tempo a discapito delle teorie della fisica che considera percezioni biologiche approssimative.
ho ascoltato un pò distratto poi concentrato..ho capito il tempo è unidirezionale ma non ho capito perchè..forse l'entropia irreversibile del 2° principio della termodinamica lo impedisce?? Cmq. ho capito il tempo è una dimensione variabile e percorribile almeno nel futuro non una misura artificiale.
Boncinelli è laureato in fisica..poi si è dedicato alla biologia come ricercatore ma non mi risulta laureato in biologia..cmq. ne sa più di un biologo segno di grande studio sempre sostenuto dagli incarichi che ha avuto.
Una cosa da profano non sono mai riuscito a capire. Se la teoria della relatività ti insegna che non esiste un tempo assoluto Che cosa significa dire che l'universo ha 14 miliardi di anni?
Così come non si potrebbe parlar del finito senza l'OO così non si può parlar del tempo se non ci fosse anche l'eternità... ma questo i fisici non lo devono capire..
Non dice niente di più di quanto uno già non sappia, e magari con idee più chiare delle sue; sullo spazio-tempo ci sarebbero esempi più appropriati e suggestivi dei suoi; inoltre sbaglia a dire che il tempo nella teoria einsteiniana è reversibile, non lo è, nella pratica; che possa esserlo, astrattamente, nella teoria, non conta perchè la matematica, suo strumento, è un'astrazione dell'intelletto e certi suoi asserti possono essere formalmente impeccabili ma sterili e inapplicabili all'oggetto fisico, altrimenti si rischia di trasformare, mutatis mutandis, la scienza in una strana forma razionale di religione (tanto vituperata da essa, mi pare). Poi, perchè non accenna nemmeno al fatto che con la meccanica quantistica viene a cadere il fondamento su cui si basa la scienza, cioè il principio di causalità; e che in seguito a ciò, ogni teoria atomica è diventata un mito. Con la differenza che il mito greco è più divertente e coinvolgente di una teoria delle stringhe o di quella del big bang, che vorrebbe spiegarci come e quando è nato l'universo ma senza causa. Incausato come, per la religione e la filosofia medioevale era soltanto Dio... :-)
....senza considerare..ciò che è peggio , che il caro boncinelli sembra pure quasi che stia facendo una cosa per la quale l’hanno dovuto violentare ...sembra che stia parlando sotto minaccia.....certo la minaccia di un sacco di bigliettoni Verdi!!!...risultato...nozioni slegate luna dallaltra..ANIMA/CUORE meno di nulla!!
la presentazione della ragazza Francesca e pietosa e mi ha fatto passare la voglia di ascoltare boncinelli, che comunque per me e tra i peggiori divulgatori in italia, e pure pacciola quando parla per carita.parla di niente
Francesca, 17 anni, di fronte ad un pubblico di 600 persone alle prese con la presentazione di uno scienziato. È stata coraggiosa e bravissima. Tu avresti saputo fare di meglio? Non scherziamo per favore, il tuo commento è ridicolo
Dunque il prof. Boncinelli non riesce ad estrarre dal cappello una definizione completa, unitaria sull’essenza del tempo. A mio avviso, questa frustrante preclusione, che ormai si trascina da anni, è imputabile all’approccio euristico, troppo intriso di SCIENZA anche se con nobiltà di intenti. Secondo me, l’indagine va affrontata aggiungendo un ingrediente di non poco conto: la logica speculativa della FILOSOFIA DELLA SCIENZA. E’ solo quest’ultima che ti induce a cercare un denominatore comune per i tre versanti del tessuto analitico così a fondo esplorato. E l’aspetto che accomuna i tre versanti esplorativi setacciati dal prof. Boncinelli è il meccanismo della TRASFORMAZIONE DELLA REALTA’ che ci circonda. Oggi solo la filosofia della scienza può essere in grado di provocare un profondo rivolgimento nella nostra comprensione della trama della realtà. Sul fronte del cambiamento delle cose tutti i pensatori si sono mossi finora applicando, più o meno coscientemente, il vecchio PARADIGMA concettuale classico; tale paradigma conduce, oltre che alle note contorsioni e circonvoluzioni mentali di S. Agostino, a più di un paradosso logico che rende insensate le idee di esistenza dell‘io, creazione della realtà, passato, futuro, divenire. In altri termini, la SENSAZIONE DEL FLUIRE DEL TEMPO si rivela INGANNEVOLE, e ci rendiamo conto che per venire a capo di quanto sta DIETRO ad essa, dobbiamo cambiare radicalmente il nostro PARADIGMA speculativo. Se ci basiamo sul vecchio paradigma nell’esplorare il DIVENIRE DELLA REALTA’, andiamo inevitabilmente a cozzare, oltre che addosso ai paradossi suddetti, soprattutto contro il mistero principale del mondo in cui viviamo: i principi fondamentali della FISICA, che regolano l’evoluzione dell’universo, come emergono nel loro agire, ovvero secondo quali processi e attraverso quali strutture conducono il loro indisturbato ed inarginabile gioco? Io avrei al riguardo non dico una RIVELAZIONE FINALE, ma una umile PROPOSTA, almeno COERENTE, in quanto corroborata dalla validazione sperimentale della SCIENZA e dalla validazione concettuale della LOGICA, che risolverebbe decentemente paradossi e misteri, presentandosi addirittura con un significativo biglietto da visita: il suffragio dimostrativo della RELATIVITA’ einsteiniana.
Egregio Andrea Grieco, non vorrei essere stato interpretato male, da Lei o da altri, sulla questione dell’essenza del tempo. Io non dico che i fisici, ossia la scienza, non si devono occupare di queste cose, ci mancherebbe altro! D’altra parte non dico neanche che questo problema appartenga solo alla speculazione filosofica pura. Io dico che l’approccio per offrire una risposta esaustiva alla natura del tempo deve essere basato sulla FILOSOFIA DELLA SCIENZA: si tratta di un problema di CONOSCENZA UMANA , la quale sta al di sopra della scienza e che la scienza può contribuire a risolvere. In particolare possono contribuire la fisica e la filosofia, al di là dei loro orizzonti specifici. A mio avviso, si può arrivare ad una RISPOSTA intesa come PROPOSTA almeno COERENTE, in quanto corroborata dalla validazione sperimentale della SCIENZA e dalla validazione concettuale della LOGICA filosofica. La conoscenza umana può ANDARE AVANTI col contributo di CHIUNQUE voglia impegnare il proprio intelletto a creare un’idea che funzioni, intraprendendo una strada che sarà sensata se percorsa in ambito multidisciplinare. Caro Grieco, mi perdoni ma non sono per niente d’accordo su quanto Lei asserisce circa una presunta risoluzione, da parte della filosofia moderna, da più di 200 anni, del problema dell’essenza del tempo. Anzi, le dirò che, sempre a mio parere per carità, fino ad ora la filosofia pura non è mai riuscita produrre, nelle sue discussioni, più di una montagna di chiacchiere prive di ogni fondamento proprio e di ogni connessione logica tra loro. Le voglio additare qualche esempio concreto: le note contorsioni e circonvoluzioni mentali di S. Agostino, le quali conducono a più di un paradosso logico che rende insensate le idee di esistenza dell‘io, creazione della realtà, passato, futuro, divenire: le cito perché ancor oggi molti pensatori se ne fanno portavoce; la conferenza di Giacomo Marramao su youtube (“L’Enigma del Tempo: tra Fisica e Filosofia”): un’ora e mezza di prosopopea parolaia all’interno di una muraglia dialettica impressionante nella sua imponenza; la conferenza di Alberto Bassi su youtube (“Conversazioni di filosofia: 20 - tempo“): trenta minuti di autentico furore dispersivo. Mi scuso per il rigore della mia posizione: esso discende dal fatto che mi sta sentitamente a cuore la CULTURA, quella vera. I miei migliori saluti.
Esimio Greco, Apprezzo molto il suo sforzo di tenere esplicitamente separati i due campi d’indagine della conoscenza umana, ossia il campo applicativo, fenomenico, intuitivo della fisica dal campo teorico, noumenico, astratto della filosofia. Resto però della ferma convinzione che al tempo d’oggi è necessario e conveniente integrare i due campi euristici in un unico percorso di pensiero, che a mio avviso è quello invocato dalla FILOSOFIA DELLA SCIENZA. Il fatto è che, sempre mio parere, non si riesce a creare oggi una fusione efficace dei due approcci. Ciò può dipendere dal fatto che entrambe le discipline hanno continuato a mantenere dei vizi di fondo. Per la fisica, ritengo che il 99 percento dei fisici siano solo dei lavandai della formula. Occorre allora cercare di rendere la fisica l’elemento trainante dell’evoluzione culturale umana, conferendole la prerogativa dei grandi progressi dell’epoca attuale non solo a livello tecnologico ma anche, e soprattutto, intellettuale. Voglio pensare ad una fisica che non rappresenti unicamente uno strumento per entrare nel mondo del lavoro, facendosi largo con un arido tecnicismo, con un aggressivo formalismo, con un antipatico nozionismo. Per avere un valore aggiunto, ritengo opportuno elaborare i concetti scientifici secondo modalità che si presentano indispensabili per fare della fisica una cultura. Solo a fronte di questo atteggiamento culturale ed intellettuale, si potrà altresì raggiungere l’obiettivo non facile di rendere la fisica piacevole ai più. Occorre presentare le argomentazioni della fisica in seno ad una impalcatura intellettuale dotata di coerenza e conseguenzialità logica. A mio avviso, il filtro intellettuale operante da tre secoli non è ancora riuscito a conferire alla disciplina la linearità, la chiarezza, l’ordine logico che dovrebbero farsi portatori di una modernità intellettuale. Ciò è dovuto, a mio avviso, alla tendenza, di cui ancora non ci si è liberati, a seguire i passaggi storici delle esplorazioni e delle scoperte scientifiche. Ci si dovrebbe sforzare di rielaborare la fisica secondo uno schema razionale dettato dalla conseguenzialità logica, sostituendo la visione piuttosto confusa della realtà naturale, offertaci oggi dalla comunità scientifica, con una visione più armoniosa, elegante e completa. Il fatto è, purtroppo, che la scienza di oggi è rimasta in contemplazione del proprio ombelico: sicuramente, il grande numero di successi accumulati dal mondo scientifico in genere, derivante dal grande numero di realizzazioni tecnologiche di indubbia utilità, ha fatto dimenticare che l’edificio teorico di cui ci si serve, ed in particolare i fondamenti base della fisica, presentano ancora delle grosse lacune ed imperfezioni espositive. Per la FILOSOFIA, ritengo che il 99 percento dei filosofi siano solo dei lavandai della parola. Reputo peraltro pietosa la velleità dei fisici, ad inizio 1900, di entrare nel campo delle disquisizioni filosofiche e concettuali, gettando in pentola, in maniera imbarazzante e risibile, tutta una serie di spuri e ridicoli assiomi, postulati, teoremi, principi. E mi risulta purtroppo che attualmente si navighi ancora, da questo punto di vista, in un preoccupante stato confusionale!... La reversibilità del tempo che Lei sostiene è già stata confutata a livello microscopico dall’evoluzione probabilistica della funzione d’onda materiale, ma anche a livello macroscopico è stato portato alla luce, attraverso l’importante grandezza fisica ENTROPIA, un verso lineare ed unico dello snodamento temporale, e quindi la natura irreversibile del processo. Secondo me, il Suo concetto ciclico è dovuto ad una rappresentazione del tempo troppo legata al divenire del mondo umano, ovvero al rinnovamento ciclico e sostanziale delle cose umane e della vita stessa. Mi consenta di credere che tale visione della questione sia troppo decentrata e settoriale. Da quant’ altro Lei dice, mi sembra che sia d’accordo con me sulla mancanza attuale di una risposta organica e coerente sul problema del tempo. Sono state gettate ed arricchite le basi, ma tutto è rimasto sospeso. Ciò è comprensibile, dato che le grandi scoperte della fisica che consentissero di inquadrare meglio la speculazione (energia, entropia, relatività e quantizzazione) non c’erano ancora. MA OGGI CI SONO, e allora cosa stiamo aspettando? IO UNA RISPOSTA CE L’HO.
Eccellente Grieco, mi permetta di dissentire immediatamente sulla Sua concezione di tempo come concetto radicato nella mente umana che non trova alcun corrispettivo nella realta' delle cose. Sono d’accordo sull’esperienza del tempo come SENSAZIONE INGANNEVOLE del suo fluire, ma a mio parere c’è un corrispettivo oggettivo da cui scaturisce tale sensazione. Quello che va chiarito è COSA ci possa essere dietro la sensazione dello scorrere del tempo, ossia quali processi e strutture della realtà ne caratterizzino la natura, sotto la validazione sperimentale della SCIENZA e sotto la validazione concettuale della LOGICA. Secondo me SI PUO’ provare a svelare COSA c’è dietro questa illusione ed in che termini si ponga rispetto al fenomeno fisico, ovvero rispetto al divenire della realtà. Mi perdoni, ma la Sua posizione mi ricorda in qualche modo quella del filosofo Serra, che su youtube va asserendo candidamente l’improponibilità e l’irresolubilità della domanda “cos’è il tempo”. Purtroppo bisogna ammettere che, circa l’essenza del tempo, non si è ancora riusciti a presentare una definizione completa ed unitaria; Kant e Schopenhauer non potevano farlo, ripeto, perché solo dopo di loro sono stati portate alla luce l’archè delle cose (l’ENERGIA) e l’archè del divenire (l’ENTROPIA), e solo dopo di loro si è pervenuti ad una importante visione del mondo: la QUANTIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO (lunghezza di Planck e durata di Planck). Questi ultimi miei asserti non sono voli pindarici, visioni immaginifiche e possibiliste, ma conseguenze ANALITICHE di Princìpi della natura verificati dalla pratica sperimentale del metodo galileiano, come da Lei stesso ventilato. Distinti saluti.
Caro Grieco, mi conceda di dissentire sonoramente sull’ultima opinione da Lei espressa!Lei parla, per l’entropia e per le quantizzazioni, di discorsi che si muovono all’interno di astrazioni concettuali, presentandosi quindi, secondo Lei, come schematizzazioni poco esplicative. Ma dico, vuole scherzare? L’entropia si muove all’interno della seconda legge della termodinamica, le quantizzazioni dello spazio e del tempo si muovono all’interno del principio di Planck e del principio di Einstein. Che la fisica abbia bisogno di capisaldi, riferimenti su cui reggersi non v’è ombra di dubbio. L’aspetto che vorrei trasmetterle è che essi non sono, come Lei asserisce, CONCETTI abbastanza assodati, ma PRINCIPI che stanno alla base del mondo reale. Tali principi sono regole matematiche che noi portiamo alla luce effettuando gli ESPERIMENTI del caso. Ossia, ripeto, si tratta di FATTI SPERIMENTALI che rendono ossequio al METODO SPERIMENTALE introdotto da Galileo. Essi si esprimono attraverso relazioni matematiche che non risultano deducibili dai contesti esplorativi noti in quel momento, ovvero non risultano SPIEGABILI dall’insieme dei principi, e dei relativi approfondimenti, già a disposizione. Insisto sul fatto che non stiamo parlando di postulati, argomentazioni, assunzioni o ipotesi di estrazione puramente concettuale, come Lei vorrebbe presentarli, ma di autentici PILASTRI SPERIMENTALI: il Principio di Coulomb, il Principio di Lorentz, il Principio fondamentale della dinamica, il principio di costanza della velocità della luce, e così via. Dall’insieme dei principi collezionati vengono costruite, derivate ulteriori regole analitiche dette LEGGI (diverse quindi dai principi, in quanto da essi derivanti), costituenti la la TEORIA di quel campo euristico e la cui fondatezza dovrà essere validata sempre con l’ESPERIMENTO. E’ all’interno di tutto ciò che si muovono i discorsi sull’entropia e sulle quantizzazioni, instradando il pensiero verso campi di speculazione sempre più ricchi di riferimenti utili a perseguire con maggiore rispondenza e coerenza la verità delle cose. E si tratta di discorsi concreti: le pare astratto ad esempio il fatto, portato alla luce, che nel mondo microscopico non riusciremo mai a misurare una lunghezza più piccola di quella di Planck? Mi rendo conto che il pallino di una tale visione ce l’ha la fisica, sebbene si possa dubitare che ce l’abbiano chiara la maggior parte dei fisici, ma sarebbe ora che anche Voi filosofi puri ne prendiate coralmente atto. Del resto lo scopo comune è di mandare avanti la conoscenza umana… Cordialità.
Se Lei per ‘astrazione’ intende il formalismo matematico con cui l’uomo ‘legge’, ‘vede’, ‘intellìge’ i principi universali che stanno alla base del mondo fenomenico e del suo inarrestabile divenire, e se sottende tale formalismo come innestato nell’intelletto umano in quanto rappresentazione interiore della realtà che però non ne abbraccia intimamente l’essenza, mi sta bene. Ciò su cui La invito ad approfondire la Sua riflessione è che sono proprio le strutture portanti della suddetta rappresentazione, ossia i principi universali della fisica, ad offrirci gli indizi utili a formulare non dico una risposta definitiva ma almeno una proposta coerente sull’intima natura della realtà oggettiva e quindi del tempo. E attenzione: a mio avviso la conoscenza puntuale e sintetica di tali aspetti teorici è una conditio sine qua non anche per il filosofo puro che punti verso la verità delle cose. Voglio aggiungere una mia convinzione, premettendo però di non avere alcuna intenzione di addentrarmi nell’abissale problema della divinità: l’insieme dei princìpi universali del mondo ci descrive COME le cose accadono; esse accadono così, e non altrimenti, semplicemente PERCHE’ così tutto FUNZIONA perfettamente e meravigliosamente! Inoltre, non si può negare che se il fisico gestisce il formalismo suddetto allora in qualche modo gestisce la filosofia: il problema sorge quando vuole allargarsi a gestire l’astrazione non più con le sole formule ma anche con le parole! Secondo me, poi, le categorie del percorso concettuale umano sono quelle rigorosamente dettate dalle evidenze del mondo esterno, come dire dalle modalità del divenire della realtà. L’ordine è un assetto matematico preciso ed inequivocabile scaturente dalle necessità di macrostati statistici dei sistemi particellari microscopici. A tal proposito, mi permetta una piccola correzione, doverosa verso chi ci legge, sul Suo concetto di Entropia. Per quello che ne so io, la definizione microscopica di tale grandezza fisica non è della meccanica quantistica ma di quella STATISTICA, attraverso la famosa relazione di Boltzmann relativa al modello particellare della materia. Saluti.
Devo dire che la sua presentazione del tempo è molto esplicativa.
Premetto che ho studi a a malapena di maturità e non sono un filosofo e neanche uno scienziato,
Le dico il mio parere.;
Il big - ban significa le la materia esplosa, lanciata nel vuoto si espande e ad un certo punto si ferma.
E la materia richiamata dall'attrazione molecolare ritorna indietro ,
Visto che lo spazio e il tempo sono collegati e come se il tempo tornasse indietro.
La biologia è diversa. Noi viviamo una frazione di tempo.
La esorto, per la sua capacità di analisi a verificare come scorre il tempo nelle persone soprattutto nel viso e come questo avvenga più lentamente .
Visto che sono un folle ne vorrei parlare con lei. Graziieeee
Che Meraviglia questi Professori divulgatori, che Dio li Benedica! Grazie.
sono atei
...ascoltarlo una vera piacevolezza...
Se si amano le imprecisioni...
Fantastico ! Parlare chiaro e comprensibile! Grazie prof
È l'inerzia della massa che cresce e tende all'infinito , al crescere della velocità, non la massa medesima.
Bravo e molto interessante ascoltarlo ❤
Bella scoperta ,non lo conoscevo ,grande Boncinelli
se fossi sordomuto a vedere questa conferenza mi sentirei preso per il culo
Che il sole esploderà e sara una supernova é davvero una bella trovata. Ma non corrisponde a verità
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete. Il tempo non esite e lo ha detto soprattutto il fisico quantistico David BOHM , premio nobel per la fisica moderna. Si sa che il portatore di nuove idee prima loignorano, poi lo deridono , ma poi lui vince.
Grazie, Professore
Il tempo passa, e la morte si avvicina!!!!
Il tempo si calcola in base a quanti passi si fanno nel viale dei cipressi.
Mi dispiace non poter mettere più di un "mi piace"! Uno è troppo poco!!
Perder tempo spesso non è tempo perso!
Grazie professore, molto chiaro.
Muy bueno.
Prof Boncinelli, dobbiamo pagarti anche per "intrinseci". Mi sembri un poco montato, l'umiltà non guasta mai!!!!!!
si chiama ironia :) da buon toscano ne fa tanta!
Boncinelli sempre immenso, è un piacere ascoltare il professore!
non riesco piu a trovare il commento di @antonio voce. peccato perche volevo esprimere solo il mio interesse verso il suo ultimo messaggio. se hai cancellato mi dispiace per te... parolaio!
il tempo non è assoluto. ma relativo a un inizio e a una fine, quindi si dovrebbe parlare di intervallo di tempo, in effetti non esiste è una convenzione per capire i fenomeni fisici.
L'etimologia di un cognome come "Pappafava"?
Mangiacazzi
Unico.
se il tempo esiste non so cosa sia,ma se non esiste allora so cosa è.
Penso che tutti si facciano irretire dalla MISURAZIONE del tempo. Occorrerebbe semplicemente definire cosa è il tempo. La sua misurazione e considerazioni relativistiche dovrebbero essere fatte solo in un secondo momento. Per me se un oggetto ha la proprietà di mutare (è una capacità addizionale) questo oggetto in effetti muta e per questo oggetto esiste il tempo: diversi stati dell'oggetto vengono attraversati in successione, dai più vecchi ai più recenti, questo è il tempo. Se all'oggetto manca questa capacità ciò non avviene.
La questione e' in realtà molto più semplice di quella esposta dal Prof. Boncinelli. Il tempo si misura attraverso una funzione matematica ciclica mentre la funzione della variabilità tende a zero, il che in spiccioli significa che la velocità di variazione del tempo e' prossima allo zero. Non varia in pratica ... dunque a varianza lineare.
Ma se il tempo passa...dove va a finire ??
Il tuo garbo e la tua raffinatezza mi lasciano a bocca aperta.
Caro Luca ti domandi : Ma come , non lo sai? Finisce nella tua testa che è vuota !
luigi roncone, meglio una testa vuota come la mia che piena d'arroganza e superbia come la tua.
Di fronte al mistero l'unica cosa che posso fare è restare in silenzio e godermi il "tempo" che mi resta da vivere.
Il nostro sole non può diventare una supernova....! Qui siamo proprio alle nozioni di base....vabbè avrà fatto uno scivolone!
veramente interessante la lezione del Prof. ma mi pare che dia molta importanza alla percezione biologica del tempo a discapito delle teorie della fisica che considera percezioni biologiche approssimative.
La scienza non viaggia a scomparti stagni, ma è unica. Comunque Boncinelli è anche un fisico ...non hai ascoltato la presentazione?
ho ascoltato un pò distratto poi concentrato..ho capito il tempo è unidirezionale ma non ho capito perchè..forse l'entropia irreversibile del 2° principio della termodinamica lo impedisce?? Cmq. ho capito il tempo è una dimensione variabile e percorribile almeno nel futuro non una misura artificiale.
inoltre tutto dipende dal punto di riferimento di osservazione chi sta dentro il cronotopo non se ne accorge ma solo chi sta fuori ??
Boncinelli è laureato in fisica..poi si è dedicato alla biologia come ricercatore ma non mi risulta laureato in biologia..cmq. ne sa più di un biologo segno di grande studio sempre sostenuto dagli incarichi che ha avuto.
Viviamo piu' nel pssato e per questo che secondo me non esiste il presente?
pappafava ?
PappaMinchia va... auahuaha. Si scherza eh! :D
...e il tempo, guardando questo video, si fece un sacco di grasse risate
Una cosa da profano non sono mai riuscito a capire. Se la teoria della relatività ti insegna che non esiste un tempo assoluto Che cosa significa dire che l'universo ha 14 miliardi di anni?
mi è piaciuta una risposta sull'argomento eternità
escludendo la religione, l'eternità è una cosa senza senso
Gli manca proprio il collare bianco, che divulgazione catto-scientifica. Brividi
Così come non si potrebbe parlar del finito senza l'OO così non si può parlar del tempo se non ci fosse anche l'eternità... ma questo i fisici non lo devono capire..
si ma i congiuntivi ?? li abbiamo persi a scuola?
minuto 26.11
Non dice niente di più di quanto uno già non sappia, e magari con idee più chiare delle sue; sullo spazio-tempo ci sarebbero esempi più appropriati e suggestivi dei suoi; inoltre sbaglia a dire che il tempo nella teoria einsteiniana è reversibile, non lo è, nella pratica; che possa esserlo, astrattamente, nella teoria, non conta perchè la matematica, suo strumento, è un'astrazione dell'intelletto e certi suoi asserti possono essere formalmente impeccabili ma sterili e inapplicabili all'oggetto fisico, altrimenti si rischia di trasformare, mutatis mutandis, la scienza in una strana forma razionale di religione (tanto vituperata da essa, mi pare). Poi, perchè non accenna nemmeno al fatto che con la meccanica quantistica viene a cadere il fondamento su cui si basa la scienza, cioè il principio di causalità; e che in seguito a ciò, ogni teoria atomica è diventata un mito. Con la differenza che il mito greco è più divertente e coinvolgente di una teoria delle stringhe o di quella del big bang, che vorrebbe spiegarci come e quando è nato l'universo ma senza causa. Incausato come, per la religione e la filosofia medioevale era soltanto Dio... :-)
Io non sono un professore universitario ma un semplice laureato. Però, avendo letto cose elevate, vorrei delle "lectiones" magistralis all'altezza.
....senza considerare..ciò che è peggio , che il caro boncinelli sembra pure quasi che stia facendo una cosa per la quale l’hanno dovuto violentare ...sembra che stia parlando sotto minaccia.....certo la minaccia di un sacco di bigliettoni Verdi!!!...risultato...nozioni slegate luna dallaltra..ANIMA/CUORE meno di nulla!!
Mah...Come può sapere se gli animali sanno o meno di essere vivi... Per me questo video è finito qui
Anche gli animali hanno un anima
Insomma i soldi piacciono anche a lui
Ma come può il Boncinelli affermare che gli animali non sanno nemmeno di essere vivi? Ha dialogato con qualcuno di loro?
E tu lo hai fatto?
Bella introduzione, con quella faccia porcina non è stato pagato abbastanza...
tutta passione...
Ma è il maestro Shifu!
...che barba che noia...il palloncino?!
Che rottura di...
la presentazione della ragazza Francesca e pietosa e mi ha fatto passare la voglia di ascoltare boncinelli, che comunque per me e tra i peggiori divulgatori in italia, e pure pacciola quando parla per carita.parla di niente
Francesca, 17 anni, di fronte ad un pubblico di 600 persone alle prese con la presentazione di uno scienziato. È stata coraggiosa e bravissima. Tu avresti saputo fare di meglio? Non scherziamo per favore, il tuo commento è ridicolo
+Leonardo Angelini Dai del ridicolo...a Documentari streaming!?Sarebbe cosa saggia non divulgare il pensiero mediocre di Boncinelli.
D'accordissimo con Leonardo e vivi complimenti a Francesca, che se l'è cavata con molto onore.
Ok la ragazza brava, ma lui è veramente il peggiore divulgatore che io abbia mai sentito.
Dunque il prof. Boncinelli non riesce ad estrarre dal cappello una definizione completa, unitaria sull’essenza del tempo.
A mio avviso, questa frustrante preclusione, che ormai si trascina da anni, è imputabile all’approccio euristico, troppo intriso di SCIENZA anche se con nobiltà di intenti.
Secondo me, l’indagine va affrontata aggiungendo un ingrediente di non poco conto: la logica speculativa della FILOSOFIA DELLA SCIENZA. E’ solo quest’ultima che ti induce a cercare un denominatore comune per i tre versanti del tessuto analitico così a fondo esplorato. E l’aspetto che accomuna i tre versanti esplorativi setacciati dal prof. Boncinelli è il meccanismo della TRASFORMAZIONE DELLA REALTA’ che ci circonda.
Oggi solo la filosofia della scienza può essere in grado di provocare un profondo rivolgimento nella nostra comprensione della trama della realtà. Sul fronte del cambiamento delle cose tutti i pensatori si sono mossi finora applicando, più o meno coscientemente, il vecchio PARADIGMA concettuale classico; tale paradigma conduce, oltre che alle note contorsioni e circonvoluzioni mentali di S. Agostino, a più di un paradosso logico che rende insensate le idee di esistenza dell‘io, creazione della realtà, passato, futuro, divenire. In altri termini, la SENSAZIONE DEL FLUIRE DEL TEMPO si rivela INGANNEVOLE, e ci rendiamo conto che per venire a capo di quanto sta DIETRO ad essa, dobbiamo cambiare radicalmente il nostro PARADIGMA speculativo.
Se ci basiamo sul vecchio paradigma nell’esplorare il DIVENIRE DELLA REALTA’, andiamo inevitabilmente a cozzare, oltre che addosso ai paradossi suddetti, soprattutto contro il mistero principale del mondo in cui viviamo: i principi fondamentali della FISICA, che regolano l’evoluzione dell’universo, come emergono nel loro agire, ovvero secondo quali processi e attraverso quali strutture conducono il loro indisturbato ed inarginabile gioco?
Io avrei al riguardo non dico una RIVELAZIONE FINALE, ma una umile PROPOSTA, almeno COERENTE, in quanto corroborata dalla validazione sperimentale della SCIENZA e dalla validazione concettuale della LOGICA, che risolverebbe decentemente paradossi e misteri, presentandosi addirittura con un significativo biglietto da visita: il suffragio dimostrativo della RELATIVITA’ einsteiniana.
Egregio Andrea Grieco,
non vorrei essere stato interpretato male, da Lei o da
altri, sulla questione dell’essenza del tempo.
Io non dico che i fisici, ossia la scienza, non si devono
occupare di queste cose, ci mancherebbe altro! D’altra parte non dico neanche
che questo problema appartenga solo alla speculazione filosofica pura. Io dico
che l’approccio per offrire una risposta esaustiva alla natura del tempo deve
essere basato sulla FILOSOFIA DELLA SCIENZA: si tratta di un problema di
CONOSCENZA UMANA , la quale sta al di sopra della scienza e che la scienza può
contribuire a risolvere. In particolare possono contribuire la fisica e la
filosofia, al di là dei loro orizzonti specifici.
A mio avviso, si può arrivare ad una RISPOSTA intesa come
PROPOSTA almeno COERENTE, in quanto corroborata dalla validazione sperimentale
della SCIENZA e dalla validazione concettuale della LOGICA filosofica. La
conoscenza umana può ANDARE AVANTI col contributo di CHIUNQUE voglia impegnare
il proprio intelletto a creare un’idea che funzioni, intraprendendo una strada
che sarà sensata se percorsa in ambito multidisciplinare.
Caro Grieco, mi perdoni ma non sono per niente d’accordo su
quanto Lei asserisce circa una presunta risoluzione, da parte della filosofia
moderna, da più di 200 anni, del problema dell’essenza del tempo. Anzi, le dirò
che, sempre a mio parere per carità, fino ad ora la filosofia pura non è mai
riuscita produrre, nelle sue discussioni, più di una montagna di chiacchiere
prive di ogni fondamento proprio e di ogni connessione logica tra loro.
Le voglio additare qualche esempio concreto:
le note contorsioni e circonvoluzioni mentali di S.
Agostino, le quali conducono a più di un paradosso logico che rende insensate
le idee di esistenza dell‘io, creazione della realtà, passato, futuro, divenire:
le cito perché ancor oggi molti pensatori se ne fanno portavoce;
la conferenza di Giacomo Marramao su youtube (“L’Enigma del Tempo:
tra Fisica e Filosofia”): un’ora e mezza di prosopopea parolaia all’interno di
una muraglia dialettica impressionante nella sua imponenza;
la conferenza di Alberto Bassi su youtube (“Conversazioni di
filosofia: 20 - tempo“): trenta minuti di autentico furore dispersivo.
Mi scuso per il rigore della mia posizione: esso discende
dal fatto che mi sta sentitamente a cuore la CULTURA, quella vera.
I miei migliori saluti.
Esimio Greco,
Apprezzo molto il suo sforzo di tenere esplicitamente separati i due campi
d’indagine della conoscenza umana, ossia il campo applicativo, fenomenico,
intuitivo della fisica dal campo teorico, noumenico, astratto della filosofia.
Resto però della ferma convinzione che al tempo d’oggi è necessario e
conveniente integrare i due campi euristici in un unico percorso di pensiero,
che a mio avviso è quello invocato dalla FILOSOFIA DELLA SCIENZA.
Il fatto è che, sempre
mio parere, non si riesce a creare oggi una fusione efficace dei due
approcci.
Ciò può dipendere dal fatto che entrambe le discipline hanno
continuato a mantenere dei vizi di fondo.
Per la fisica, ritengo che il 99 percento dei fisici siano
solo dei lavandai della formula. Occorre allora cercare di rendere la fisica
l’elemento trainante dell’evoluzione culturale
umana, conferendole la prerogativa dei grandi progressi dell’epoca attuale non
solo a livello tecnologico ma anche, e soprattutto, intellettuale. Voglio pensare ad una fisica che non rappresenti
unicamente uno strumento per entrare nel mondo del lavoro, facendosi largo con
un arido tecnicismo, con un aggressivo formalismo, con un antipatico
nozionismo. Per avere un valore aggiunto, ritengo opportuno elaborare i
concetti scientifici secondo modalità che si presentano indispensabili per fare
della fisica una cultura. Solo a fronte di questo atteggiamento culturale ed
intellettuale, si potrà altresì raggiungere l’obiettivo non facile di rendere
la fisica piacevole ai più.
Occorre presentare le argomentazioni della fisica in seno ad
una impalcatura intellettuale dotata di coerenza
e conseguenzialità logica. A mio avviso, il filtro intellettuale operante
da tre secoli non è ancora riuscito a conferire alla disciplina la linearità,
la chiarezza, l’ordine logico che dovrebbero farsi portatori di una modernità
intellettuale. Ciò è dovuto, a mio avviso, alla tendenza, di cui ancora non ci
si è liberati, a seguire i passaggi storici delle esplorazioni e delle scoperte
scientifiche. Ci si dovrebbe sforzare di rielaborare la fisica secondo uno
schema razionale dettato dalla conseguenzialità logica, sostituendo la visione
piuttosto confusa della realtà naturale, offertaci oggi dalla comunità
scientifica, con una visione più armoniosa, elegante e completa. Il fatto è,
purtroppo, che la scienza di oggi è rimasta in contemplazione del proprio
ombelico: sicuramente, il grande numero di successi accumulati dal mondo
scientifico in genere, derivante dal grande numero di realizzazioni
tecnologiche di indubbia utilità, ha fatto dimenticare che l’edificio teorico
di cui ci si serve, ed in particolare i fondamenti base della fisica, presentano
ancora delle grosse lacune ed imperfezioni espositive.
Per la FILOSOFIA, ritengo che il 99 percento dei filosofi
siano solo dei lavandai della parola.
Reputo peraltro pietosa la velleità dei fisici, ad inizio
1900, di entrare nel campo delle disquisizioni filosofiche e concettuali,
gettando in pentola, in maniera imbarazzante e risibile, tutta una serie di
spuri e ridicoli assiomi, postulati, teoremi, principi. E mi risulta purtroppo
che attualmente si navighi ancora, da questo punto di vista, in un preoccupante
stato confusionale!...
La reversibilità del tempo che Lei sostiene è già stata
confutata a livello microscopico dall’evoluzione probabilistica della funzione
d’onda materiale, ma anche a livello macroscopico è stato portato alla luce,
attraverso l’importante grandezza fisica ENTROPIA, un verso lineare ed unico
dello snodamento temporale, e quindi la natura irreversibile del processo.
Secondo me, il Suo concetto ciclico è dovuto ad una rappresentazione del tempo
troppo legata al divenire del mondo umano, ovvero al rinnovamento ciclico e
sostanziale delle cose umane e della vita stessa. Mi consenta di credere che
tale visione della questione sia troppo decentrata e settoriale.
Da quant’ altro Lei dice, mi sembra che sia d’accordo con me sulla
mancanza attuale di una risposta organica e coerente sul problema del tempo.
Sono state gettate ed arricchite le basi, ma tutto è rimasto sospeso. Ciò è
comprensibile, dato che le grandi scoperte della fisica che consentissero di
inquadrare meglio la speculazione (energia, entropia, relatività e
quantizzazione) non c’erano ancora. MA OGGI CI SONO, e allora cosa stiamo aspettando? IO UNA
RISPOSTA CE L’HO.
Eccellente Grieco,
mi permetta di dissentire immediatamente sulla Sua
concezione di tempo come concetto radicato nella mente umana che non trova
alcun corrispettivo nella realta' delle cose.
Sono d’accordo sull’esperienza del tempo come SENSAZIONE INGANNEVOLE
del suo fluire, ma a mio parere c’è un corrispettivo oggettivo da cui
scaturisce tale sensazione. Quello che va chiarito è COSA ci possa essere
dietro la sensazione dello scorrere del tempo, ossia quali processi e strutture
della realtà ne caratterizzino la natura, sotto la validazione sperimentale
della SCIENZA e sotto la validazione concettuale della LOGICA. Secondo me SI
PUO’ provare a svelare COSA c’è dietro questa illusione ed in che termini si
ponga rispetto al fenomeno fisico, ovvero rispetto al divenire della realtà.
Mi perdoni, ma la Sua posizione mi ricorda in qualche modo
quella del filosofo Serra, che su youtube va asserendo candidamente l’improponibilità e l’irresolubilità della
domanda “cos’è il tempo”.
Purtroppo bisogna ammettere che, circa l’essenza del tempo,
non si è ancora riusciti a presentare una definizione completa ed unitaria;
Kant e Schopenhauer non potevano farlo,
ripeto, perché solo dopo di loro sono stati portate alla luce l’archè delle
cose (l’ENERGIA) e l’archè del divenire (l’ENTROPIA), e solo dopo di loro si è
pervenuti ad una importante visione del mondo: la QUANTIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO (lunghezza di Planck
e durata di Planck).
Questi ultimi miei asserti non sono voli pindarici, visioni
immaginifiche e possibiliste, ma conseguenze ANALITICHE di Princìpi della
natura verificati dalla pratica sperimentale del metodo galileiano, come da Lei
stesso ventilato.
Distinti saluti.
Caro Grieco,
mi conceda di dissentire sonoramente sull’ultima opinione da
Lei espressa!Lei parla, per l’entropia e per le quantizzazioni, di
discorsi che si muovono all’interno di astrazioni concettuali, presentandosi
quindi, secondo Lei, come schematizzazioni poco esplicative.
Ma dico, vuole scherzare?
L’entropia si muove all’interno della seconda legge della
termodinamica, le quantizzazioni
dello spazio e del tempo si muovono all’interno del
principio di Planck e del principio di Einstein.
Che la fisica abbia bisogno di capisaldi, riferimenti su cui
reggersi non v’è ombra di dubbio. L’aspetto che vorrei trasmetterle è che essi
non sono, come Lei asserisce, CONCETTI abbastanza assodati, ma PRINCIPI che
stanno alla base del mondo reale. Tali principi sono regole matematiche che noi
portiamo alla luce effettuando gli
ESPERIMENTI del caso. Ossia, ripeto, si tratta di FATTI SPERIMENTALI che
rendono ossequio al METODO SPERIMENTALE
introdotto da Galileo. Essi si esprimono attraverso relazioni matematiche che
non risultano deducibili dai contesti esplorativi noti in quel momento, ovvero
non risultano SPIEGABILI dall’insieme dei principi, e dei relativi
approfondimenti, già a disposizione.
Insisto sul fatto che non stiamo parlando di postulati,
argomentazioni, assunzioni o ipotesi di estrazione puramente concettuale, come
Lei vorrebbe presentarli, ma di autentici PILASTRI SPERIMENTALI: il Principio
di Coulomb, il Principio di Lorentz, il Principio fondamentale della dinamica,
il principio di costanza della velocità della luce, e così via. Dall’insieme
dei principi collezionati vengono costruite, derivate ulteriori regole
analitiche dette LEGGI (diverse quindi dai principi, in quanto da essi derivanti),
costituenti la la TEORIA di quel campo euristico e la cui fondatezza dovrà
essere validata sempre con l’ESPERIMENTO.
E’ all’interno di tutto ciò che si muovono i discorsi
sull’entropia e sulle quantizzazioni, instradando il pensiero verso campi di
speculazione sempre più ricchi di riferimenti utili a perseguire con maggiore
rispondenza e coerenza la verità delle cose. E si tratta di discorsi concreti:
le pare astratto ad esempio il fatto, portato alla luce, che nel mondo
microscopico non riusciremo mai a misurare una lunghezza più piccola di quella
di Planck?
Mi rendo conto che il pallino di una tale visione ce l’ha la
fisica, sebbene si possa dubitare che ce l’abbiano chiara la maggior parte dei
fisici, ma sarebbe ora che anche Voi filosofi puri ne prendiate coralmente
atto. Del resto lo scopo comune è di mandare avanti la conoscenza umana…
Cordialità.
Se Lei per ‘astrazione’ intende il formalismo matematico con
cui l’uomo ‘legge’, ‘vede’, ‘intellìge’ i principi universali che stanno
alla
base del mondo fenomenico e del suo inarrestabile divenire, e se
sottende tale formalismo come innestato nell’intelletto umano in quanto
rappresentazione interiore della realtà che però non ne abbraccia
intimamente l’essenza, mi sta bene.
Ciò su cui La invito ad approfondire la Sua riflessione è che sono
proprio le strutture portanti della suddetta rappresentazione, ossia i
principi universali della fisica, ad offrirci gli indizi utili a
formulare non
dico una risposta definitiva ma almeno una proposta coerente sull’intima
natura della realtà oggettiva e quindi del tempo. E attenzione: a mio
avviso la conoscenza puntuale e sintetica di tali aspetti teorici è una
conditio sine qua non anche per il filosofo puro che punti verso la
verità delle cose.
Voglio aggiungere una mia convinzione, premettendo però di
non avere alcuna intenzione di addentrarmi nell’abissale problema della
divinità: l’insieme dei princìpi universali del mondo ci descrive COME le cose accadono; esse accadono così, e non altrimenti, semplicemente PERCHE’ così tutto FUNZIONA perfettamente e meravigliosamente!
Inoltre, non si può negare che se il fisico gestisce il formalismo
suddetto allora in qualche modo gestisce la filosofia: il problema sorge quando vuole allargarsi a gestire l’astrazione non più con le sole formule ma anche con le parole!
Secondo me, poi, le categorie del percorso concettuale umano
sono quelle rigorosamente dettate dalle evidenze del mondo esterno, come dire dalle modalità del divenire della realtà. L’ordine è un assetto matematico preciso ed inequivocabile scaturente dalle necessità di macrostati statistici dei sistemi particellari microscopici. A tal proposito, mi permetta una piccola correzione, doverosa verso chi ci legge, sul Suo concetto di Entropia. Per quello che ne so io, la definizione microscopica di tale grandezza fisica non è della meccanica quantistica ma di quella STATISTICA, attraverso la famosa relazione di Boltzmann relativa al modello particellare della materia.
Saluti.
Tante parole per non dire niente.