Eh sì, di quello sfondo giallo vale la pena parlare perché è una scelta cruciale, che a mio parere dà ulteriore valore a quello che affermi nel video. Come giustamente dici, la canestra è una delle massime espressioni della mimesis occidentale ma Caravaggio la carica di una densità simbolica fortissima. In questo senso sarebbe giusto dire che è l’icona della mimesis. Anche se la descrizione del cesto di frutta è di una bellezza assoluta, per me è proprio il resto che è incredibile. Perché scegliere deliberatamente di annullare la prospettiva del tavolo, affidando all’ombra in aggetto della canestra l’unico indizio di tridimensionalità? Lo abbiamo studiato: nella pittura rinascimentale la prospettiva centrale avvicina alla descrizione della realtà ma è una forma simbolica. Qui Caravaggio ribalta il concetto. La descrizione naturalistica viene valorizzata come simbolo proprio grazie all’astrazione in cui è immersa, ma senza tradire la realtà. La prospettiva viene annullata scegliendo un punto di vista perfettamente plausibile: gli occhi che sono all’altezza esatta del tavolo. Quindi è una scelta che asseconda la mimesis, anche perché, così come la posizione decentrata della canestra, essa rompe con l’artificio dell’inquadratura rinascimentale. Ma è proprio questo allineamento apparentemente casuale che amplifica il portato simbolico. Il muro diventa sfondo astratto perché non è più incasellato in un ordine prospettico. La scelta del colore così vivido gareggia con fondi oro della tradizione bizantina. Ecco la conferma di quello che affermi nel video: la descrizione reale che ha il potere di evocare il simbolo. Il muro giallo, così insolito al punto da disturbare qualche osservatore, è una mimesis più sottile. Riesce a catturare e rimandare ai nostri occhi la luce trascendente della foglia d’oro. Ecco perché parlavo di icona del reale. Due opposti apparentemente inconciliabili che si sono contesi la definizione dei confini di ciò che è Arte attraverso i millenni, che convivono in pochi centimetri quadrati di tela. Niente male.
❤complimenti, attraverso le tue osservazioni hai parlato di cose davvero importanti 😊
Grazie di cuore 🙏🏻😊
❤
Eh sì, di quello sfondo giallo vale la pena parlare perché è una scelta cruciale, che a mio parere dà ulteriore valore a quello che affermi nel video.
Come giustamente dici, la canestra è una delle massime espressioni della mimesis occidentale ma Caravaggio la carica di una densità simbolica fortissima. In questo senso sarebbe giusto dire che è l’icona della mimesis. Anche se la descrizione del cesto di frutta è di una bellezza assoluta, per me è proprio il resto che è incredibile. Perché scegliere deliberatamente di annullare la prospettiva del tavolo, affidando all’ombra in aggetto della canestra l’unico indizio di tridimensionalità? Lo abbiamo studiato: nella pittura rinascimentale la prospettiva centrale avvicina alla descrizione della realtà ma è una forma simbolica. Qui Caravaggio ribalta il concetto. La descrizione naturalistica viene valorizzata come simbolo proprio grazie all’astrazione in cui è immersa, ma senza tradire la realtà. La prospettiva viene annullata scegliendo un punto di vista perfettamente plausibile: gli occhi che sono all’altezza esatta del tavolo. Quindi è una scelta che asseconda la mimesis, anche perché, così come la posizione decentrata della canestra, essa rompe con l’artificio dell’inquadratura rinascimentale. Ma è proprio questo allineamento apparentemente casuale che amplifica il portato simbolico. Il muro diventa sfondo astratto perché non è più incasellato in un ordine prospettico. La scelta del colore così vivido gareggia con fondi oro della tradizione bizantina. Ecco la conferma di quello che affermi nel video: la descrizione reale che ha il potere di evocare il simbolo. Il muro giallo, così insolito al punto da disturbare qualche osservatore, è una mimesis più sottile. Riesce a catturare e rimandare ai nostri occhi la luce trascendente della foglia d’oro. Ecco perché parlavo di icona del reale. Due opposti apparentemente inconciliabili che si sono contesi la definizione dei confini di ciò che è Arte attraverso i millenni, che convivono in pochi centimetri quadrati di tela. Niente male.
Fantastico! Grazie mille Alberto 🙏🏻😊
Simone, l'ho vista varie volte ma quello sfondo giallo booo..
😅😅
Condivido pienamente, ho avuto la stessa sensazione. Strano quel giallo non mi sembra un colore che appartiene a Caravaggio.