INDOVINA CHI VIENE A PRANZO MICHELE SENSINI PRES APPSTART ONLUS

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  • Опубліковано 27 сер 2024
  • «Appstart Onlus si occupa principalmente nella città di Potenza di
    servizi socio-educativi, per minori e per famiglie, dal 2014. L'inclusione scolastica è al centro delle sue attività, con particolare attenzione
    ai disturbi dell'apprendimento. Dal 2016, all’interno della cornice programmatica nazionale di “Illuminiamo il futuro”,
    è “implementing partner” di Save The Children (una delle più importanti e longeve Organizzazioni internazionali indipendenti,
    che si interessa di bambini “a rischio” - ndr)».
    A parlare è Michele Sensini, quarantasette anni, presidente di Appstart.
    Il nome stesso di questa organizzazione internazionale, “Save The Children”, sintetizza un programma molto impegnativo:
    “salvare i bambini”.
    Sul campo noi agiamo per contrastare la povertà educativa, che è una condizione che può riferirsi a una indigenza economica, o sociale che impedisce ai bambini e adolescenti di realizzare i propri talenti. . Il nostro "Punto Luce di Potenza", con sede a Poggio Tre Galli (nato da un protocollo
    d'intesa tra Save The Children, il Comune di Potenza e AppStart), è quindi uno dei ventisei centri presenti in tutte le regioni d'Italia.
    A quanto pare di capire, stiamo parlando non soltanto di bambini poveri, ma anche di minori che vivono in determinati ambiti, che possono essere quartieri, ma anche contesti familiari problematici...
    Sì. La povertà educativa riguarda alcune condizioni di partenza dei minori.
    Il vostro intervento scaturisce da segnalazioni da parte di altri enti? Ci possono essere adesioni volontarie?
    Sul territorio noi lavoriamo in rete. In primis con l’amministrazione comunale, ovvero il Dipartimento servizi sociali, col quale abbiamo
    un protocollo d’intesa sin dal 2016, che rinnoviamo ciclicamente. Tutto ciò ci consente di individuare le situazioni più “d’emergenza” (gli iscritti al Punto Luce sono circa 170 all'anno), ma il lavoro di rete coinvolge anche
    le istituzioni scolastiche; da lì ci arrivano altre indicazioni.
    Vi capita di incontrare anche resistenze da parte delle famiglie?
    Dopo ormai dieci anni, siamo abbastanza conosciuti, anche se può capitare di dover affrontare una certa diffidenza iniziale.
    Tuttavia, non essendo noi immediatamente riconducibili alle istituzioni, siamo al riparo da una prima ostilità possibilmente legata all’immaginare che un figlio possa essere allontanato dalla famiglia. Questo sicuramente. Parlo di discontinuità e arretratezza rispetto alle aree del Nord.
    C’è sicuramente un aumento della povertà educativa (il dato nazionale è di circa il 14%), un elemento che si intreccia con quello della difficoltà degli anziani. A Potenza sono le due dimensioni di grandissimo affanno. E se a
    questo si aggiunge il tema dello spopolamento regionale, si crea un cortocircuito sul quale è bene che si lavori tutti quanti.
    Gli ultimi dati sull’età media a Potenza ci dicono che è di quarantasei anni: rischiamo di avere una popolazione sempre meno giovane e sempre
    più in difficoltà. Gli ultimi anni non hanno contribuito a un miglioramento, ma hanno anzi accelerato le disuguaglianze, aumentato
    le situazioni di fragilità e di crisi. ...E Potenza non si allontana dalla situazione generale.Pertanto, il lavoro del Terzo Settore (che in
    Italia, con tutto l’indotto, produce quasi 100 miliardi di euro), dovrebbe stringersi ancora di più con quello dell’ente pubblico.
    Come giudica la vostra interlocuzione con gli enti pubblici?
    Per quanto riguarda la Città di Potenza, negli ultimi anni possiamo registrare un impegno maggiore da parte della pubblica
    amministrazione. L’avvio del Piano sociale di zona è stata una grande conquista. A quei tavoli abbiamo partecipato, facendo delle
    proposte. Il Terzo settore è quello immediatamente a contatto con la comunità.
    Quanti volontari collaborano con voi e cosa fanno all’atto pratico?
    La cooperativa, che ha tredici dipendenti, si avvale ogni anno di volontari, che possono arrivare dalle più diverse iniziative.
    Si può trattare tanto di giovani interessati a dedicare il loro tempo ai bambini (e su quel tipo di proposito noi poi attiviamo una formazione), quanto dalla direttrice rappresentata dal Servizio civile universale (in media sei/sette volontari), che in questi anni abbiamo costruito insieme al CSV Basilicata.
    Fra poco si voterà per le Regionali, ha un messaggio, una richiesta, un suggerimento per chi andrà a governare la Basilicata?
    Sicuramente quello di fare in modo che i decisori politici guardino al Terzo Settore come a un alleato, col quale costruire processi
    di comunità e welfare. L’appello è quello di organizzare periodicamente degli incontri, coinvolgendo anche la società civile. Si tende
    a credere che dove c’è meno Stato ci sia più Terzo Settore che interviene, ma i dati statistici ci dimostrano esattamente il contrario.
    di Walter De Stradis

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