Supremo!! Nessuno meglio del Grandissimo Genio del sempre compianto Vittorio Gassman , ti fa' appassionare all'ascolto della lettura tanto accorata e densa di patos e profondita' interpretativa ed estetica, del Piu' Grande Capolavoro della Nostra Lettartura Italiana , stesura del Sommo Poeta - " immortale Dante Aligheri"!! Divino !
Maravillosa recitación de este gran actor de teatro de la obra de Dante....fuerza emoción , sensibilidad en sus palabras.... desde Sudamérica, gracias...
Ho ascoltato questa lettura proprio mentre al liceo stavo studiando Dante. Mi innamorai immediatamente di questo capolavoro e dell'interpretazione magistrale di Gassman. A distanza di 30 anni ancora mi viene la pelle d'oca a riascoltarlo. Grazie
Il più grande. Non posso valutare chi prima di lui ma durante il dio tempo e a tutt'oggi nessuno si avvicina alla Sua statura e credo che passerà tempo prima che qualcuno ci si possa mettere a confronto sia in recinzione che in interpretazione in ogni ruolo interpretato. CIAO VITTORIO.
immenso Gassman! altri tempi, quando ancora la rai presentava dei capolavori. oggi invece ci tocca al massimo il furbo menestrello toscano, nelle cui tasche finiscono centinaia di migliaia di euri per ogni sua pietosa comparsata. che tempi grami viviamo!
Gassman grandissimo attore legge Dante dimostrando la sua classe irraggiungibile. Il 'menestrello toscano' spiega Dante anche a chi non ha la cultura necessaria a comprendere appieno il significato di ogni terzina. Ascolti Gassman e ti colpisce la sua interpretazione, ascolti Benigni e comprendi cosa significa "amor ch'a nullo amato amar perdona". Il paragonare Gassman con Benigni nella lettura di Dante non ha alcun senso. Il primo lo interpreta il secondo lo rende comprensibile. E recita il canto a memoria solo dopo averlo spiegato... Una grande interpretazione contro una grande opera di divulgazione...
@manuel fantoni Gassman sicuramente non ha mai lavorato gratuitamente... E la divulgazione seppur pagata aiuta a diffondere interesse curiosità e soprattutto cultura che in Italia in molti ambiti anche di alto livello pare latitare...
13:5315:28 E quella a me: "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore. 123 Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. 126 Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129 Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132 Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, 135 la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante".
Io questa diatriba tra Gassman e Benigni non la capisco. Sono due interpreti, e come tali, interpretano. Relativamente al V canto, Gassman declama, con gravitas ed enfasi, laddove Benigni racconta, cercando più l'umanizzazione dei personaggi. Sono due versioni fatte bene, da professionisti, e non per forza una deve escludere l'altra!
Ah ah ah ah, macché tu se' grullo?! Ah ah ah ah, ma ah ah ah ah, ma tu senti, ah ah ah ah, citazione di Benigni. Sono d'accordo con te. Gassman è più indicato
Così discesi del cerchio primaio giù nel secondo, che men loco cinghia, e tanto più dolor, che punge a guaio. 3 Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia. 6 Dico che quando l’anima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata 9 vede qual loco d’inferno è da essa; cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giù sia messa. 12 Sempre dinanzi a lui ne stanno molte; vanno a vicenda ciascuna al giudizio; dicono e odono, e poi son giù volte. 15 «O tu che vieni al doloroso ospizio», disse Minòs a me quando mi vide, lasciando l’atto di cotanto offizio, 18 «guarda com’entri e di cui tu ti fide; non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!». E ’l duca mio a lui: «Perché pur gride? 21 Non impedir lo suo fatale andare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». 24 Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote. 27 Io venni in loco d’ogne luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti è combattuto. 30 La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta. 33 Quando giungon davanti a la ruina, quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtù divina. 36 Intesi ch’a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento. 39 E come li stornei ne portan l’ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali; 42 di qua, di là, di giù, di sù li mena; nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena. 45 E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di sé lunga riga, così vid’io venir, traendo guai, 48 ombre portate da la detta briga; per ch’i’ dissi: «Maestro, chi son quelle genti che l’aura nera sì gastiga?». 51 «La prima di color di cui novelle tu vuo’ saper», mi disse quelli allotta, «fu imperadrice di molte favelle. 54 A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era condotta. 57 Ell’è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: tenne la terra che ’l Soldan corregge. 60 L’altra è colei che s’ancise amorosa, e ruppe fede al cener di Sicheo; poi è Cleopatràs lussuriosa. 63 Elena vedi, per cui tanto reo tempo si volse, e vedi ’l grande Achille, che con amore al fine combatteo. 66 Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch’amor di nostra vita dipartille. 69 Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito nomar le donne antiche e ’ cavalieri, pietà mi giunse, e fui quasi smarrito. 72 I’ cominciai: «Poeta, volontieri parlerei a quei due che ’nsieme vanno, e paion sì al vento esser leggeri». 75 Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». 78 Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». 81 Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere dal voler portate; 84 cotali uscir de la schiera ov’è Dido, a noi venendo per l’aere maligno, sì forte fu l’affettuoso grido. 87 «O animal grazioso e benigno che visitando vai per l’aere perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 90 se fosse amico il re de l’universo, noi pregheremmo lui de la tua pace, poi c’hai pietà del nostro mal perverso. 93 Di quel che udire e che parlar vi piace, noi udiremo e parleremo a voi, mentre che ’l vento, come fa, ci tace. 96 Siede la terra dove nata fui su la marina dove ’l Po discende per aver pace co’ seguaci sui. 99 Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende. 102 Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. 105 Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense». Queste parole da lor ci fuor porte. 108 Quand’io intesi quell’anime offense, china’ il viso e tanto il tenni basso, fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?». 111 Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo!». 114 Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117 Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi disiri?». 120 E quella a me: «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore. 123 Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. 126 Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129 Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132 Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, 135 la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante». 138 Mentre che l’uno spirto questo disse, l’altro piangea; sì che di pietade io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade.
SOLO VITTORIO PUÒ’ DECLAMARE I VERSI DEL SOMMO POETA!MAESTOSA,SUPERBA,INARRIVABILE RECITAZIONE!!!UN MITO,UNA LEGGENDA PER TUTTI NOI!💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖
Stupendo, meraviglioso unico!
Uomini come Vittorio Gassman ci rendono davvero orgogliosi di essere italiani. R. I. P.
Un vero mostro sacro della recitazione ! Benigni+ adatto alle barzellette.
X me Gassman era un attore grandissimo sia nelle opere serie ,che in quelle da ridere..era un vero attore completo ❤
Supremo!! Nessuno meglio del Grandissimo Genio del sempre compianto Vittorio Gassman , ti fa' appassionare all'ascolto della lettura tanto accorata e densa di patos e profondita' interpretativa ed estetica, del Piu' Grande Capolavoro della Nostra Lettartura Italiana , stesura del Sommo Poeta - " immortale Dante Aligheri"!! Divino !
Conosco molti versi a memoria di questo canto, ma mi commuove sempre. E Gassman è semplicemente STRA-OR-DI-NA-RIO! 🔝
Maravillosa recitación de este gran actor de teatro de la obra de Dante....fuerza emoción , sensibilidad en sus palabras.... desde Sudamérica, gracias...
Ho ascoltato questa lettura proprio mentre al liceo stavo studiando Dante. Mi innamorai immediatamente di questo capolavoro e dell'interpretazione magistrale di Gassman.
A distanza di 30 anni ancora mi viene la pelle d'oca a riascoltarlo.
Grazie
Condivido pienamente, Grazie!!!!
Grandissimo. Magistrale.
Maestro nelle letture e nelle interpretazioni.
Dante ne sarebbe contento e anche fiero di come La espone.
Un magistero inarrivabile, un talento e una disciplina attoriale che non credo abbiano oggi confronti!
Io propongo un altro genere di interpretazione. Se crede, provi ad ascoltarla. Cordialmente,
Gassman è insuperabile, mi commuove questo grande e immenso amore di P. e F.
questa recitazione e' un ommagio a Dante, il sommo poeta!
Sublime, emozionante, inarrivabile, eterno.
Un'interpretazione magnifica,straordinaria,impeccabile!
Io propongo un altro genere di interpretazione. Se crede, provi ad ascoltarla. Cordialmente,
Ti vogliamo bene Vittorio
Magistralmente magistrale.
Genio assoluto!
Un solo aggettivo per Gassman: INSUPERABILE.
Il più grande. Non posso valutare chi prima di lui ma durante il dio tempo e a tutt'oggi nessuno si avvicina alla Sua statura e credo che passerà tempo prima che qualcuno ci si possa mettere a confronto sia in recinzione che in interpretazione in ogni ruolo interpretato. CIAO VITTORIO.
Gassman e Dante stesso sublime
Quando la Rai era utile
parole sante...il problema è che mancano anche i Vittorio Gassman
Grande ........
in italia prima è nata la cultura e poi la nazione! e siamo orgogliosi così
macchè Benigni.........grande Gassman
mamma mia... la pelle d'oca
immenso Gassman! altri tempi, quando ancora la rai presentava dei capolavori. oggi invece ci tocca al massimo il furbo menestrello toscano, nelle cui tasche finiscono centinaia di migliaia di euri per ogni sua pietosa comparsata. che tempi grami viviamo!
+manuel fantoni Si non è che Gassman lo faceva gratis...
Io propongo un altro genere di interpretazione. Se crede, provi ad ascoltarla. Cordialmente,
Gassman grandissimo attore legge Dante dimostrando la sua classe irraggiungibile. Il 'menestrello toscano' spiega Dante anche a chi non ha la cultura necessaria a comprendere appieno il significato di ogni terzina. Ascolti Gassman e ti colpisce la sua interpretazione, ascolti Benigni e comprendi cosa significa "amor ch'a nullo amato amar perdona". Il paragonare Gassman con Benigni nella lettura di Dante non ha alcun senso. Il primo lo interpreta il secondo lo rende comprensibile. E recita il canto a memoria solo dopo averlo spiegato... Una grande interpretazione contro una grande opera di divulgazione...
@@MarcoThomas2010 ben prezzolata quella "grande opera di divulgazione".
@manuel fantoni Gassman sicuramente non ha mai lavorato gratuitamente... E la divulgazione seppur pagata aiuta a diffondere interesse curiosità e soprattutto cultura che in Italia in molti ambiti anche di alto livello pare latitare...
che interpretazione...!
*STRA OR DI NA RIO* _Vittorio_
Lo spirito di Dante si è incarnato in lui...
Da L idea della decadenza di oggi. Non ve ne sono più così
Gasman ascolti e rifletti
13:53 15:28
E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore. 123
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice. 126
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, 135
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante".
Bravo Vittorio Gassman come ti esprimi è la tua faccia mi fa capire meglio
Guardi l'entrata in scena e già capisci che tuti gli altri possono accomodarsi all'uscita.
♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️
Io questa diatriba tra Gassman e Benigni non la capisco. Sono due interpreti, e come tali, interpretano. Relativamente al V canto, Gassman declama, con gravitas ed enfasi, laddove Benigni racconta, cercando più l'umanizzazione dei personaggi. Sono due versioni fatte bene, da professionisti, e non per forza una deve escludere l'altra!
Semplicemente unico.
E sopratutto oggi dove la nostra identità é sotto attacco da ogni parte dobbiamo diffondere tali capolavori
12:19
questo romanzo e la mente di dio ,e chi lo interpele sono i suei figli e fantastico e questo e opera sua
Peccato che il video a volte si blocca...vedo immagini fisse e la voce che va
altro che Benigni......
Ah ah ah ah, macché tu se' grullo?! Ah ah ah ah, ma ah ah ah ah, ma tu senti, ah ah ah ah, citazione di Benigni. Sono d'accordo con te. Gassman è più indicato
Non confondiamo il talento e l’eccellenza con la mediocrità di un sinistro guitto ben raccomandato.
Andasse a farsi in culo Benignetto, demente allo stato puro
Se i docenti la leggessero" così a scuola appassionerebbe i giovani alunni.
Credo sia anche purtroppo una questione di poco tempo, forse
sì dai ora pure attori dobbiamo essere, su coraggio...
min 26:25 tributo a Vittorio Gassman ua-cam.com/video/jYSzOxfQQAs/v-deo.html
Ascolto molto volentieri queste magnifiche "letture"pero non ho trovato il canto VI. E'possibile trovarli ? Mille grazie,!
Dario Bussolino un "mostro sacro" sarebbe capace di dare vita alle pietre e scuoterle.
Francesco Gastaldi sono dello stesso parere.
16 pollici versi??
Mah...🤔🤔
1031 in su
Could someone translate this?
Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia,
e tanto più dolor, che punge a guaio. 3
Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia. 6
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata 9
vede qual loco d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa. 12
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte;
vanno a vicenda ciascuna al giudizio;
dicono e odono, e poi son giù volte. 15
«O tu che vieni al doloroso ospizio»,
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l’atto di cotanto offizio, 18
«guarda com’entri e di cui tu ti fide;
non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!».
E ’l duca mio a lui: «Perché pur gride? 21
Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare». 24
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote. 27
Io venni in loco d’ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto. 30
La bufera infernal, che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta. 33
Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virtù divina. 36
Intesi ch’a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento. 39
E come li stornei ne portan l’ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
così quel fiato li spiriti mali; 42
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena. 45
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid’io venir, traendo guai, 48
ombre portate da la detta briga;
per ch’i’ dissi: «Maestro, chi son quelle
genti che l’aura nera sì gastiga?». 51
«La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper», mi disse quelli allotta,
«fu imperadrice di molte favelle. 54
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta. 57
Ell’è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che ’l Soldan corregge. 60
L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatràs lussuriosa. 63
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi ’l grande Achille,
che con amore al fine combatteo. 66
Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch’amor di nostra vita dipartille. 69
Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ’ cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito. 72
I’ cominciai: «Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggeri». 75
Ed elli a me: «Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno». 78
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: «O anime affannate,
venite a noi parlar, s’altri nol niega!». 81
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate; 84
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettuoso grido. 87
«O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno, 90
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso. 93
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che ’l vento, come fa, ci tace. 96
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui. 99
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende. 102
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona. 105
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte. 108
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?». 111
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!». 114
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio. 117
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?». 120
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore. 123
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice. 126
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto. 129
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse. 132
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso, 135
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante». 138
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
“dico”
Non a caso l'ha cambiato. Il buon Proietti c'ha messo del suo
@@matteotuzi1832 Certamente! Sono d’accordo. Entrambi due giganti!
5:39
Meglio Gassman che quello sfera ebbasta
commento epico
Ma chi 2:06 a decis di non scrimere io?ma quartet le abiamo perdutto
...non a caso gassman...
10:04
12:18
Grande Vittorio 🤣🤣❤️❤️❤️