Verifichiamo l'efficacia della terapia ormonale

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  • Опубліковано 31 гру 2024

КОМЕНТАРІ • 19

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    ento riguardante il virus di Marburg: "Evitare i contatti"
    L'Ispettorato Sanitario Generale ha emesso un avvertimento per i viaggiatori a causa di un focolaio del virus di Marburg segnalato in Africa. La malattia causata da questo virus e altamente letale e non esiste un vaccino disponibile. Fortunatamente, il virus non si trasmette tra gli esseri umani attraverso le goccioline respiratorie.
    L'autorità sanitaria ha emesso l'avviso per coloro che viaggiano verso i paesi interessati dall'epidemia di febbre di Marburg a causa di un focolaio della malattia in Ruanda. Si raccomanda di evitare il contatto con persone che mostrano sintomi (come febbre, vomito, diarrea o sanguinamento) o il contatto con materiali e superfici contaminati dai fluidi corporei di persone infette, nonché il contatto con i corpi di individui infetti. Il tasso di mortalità tra gli infetti è dell'88%.
    L'autorità sanitaria avverte:
    Evitare di visitare strutture sanitarie nelle aree colpite dall'epidemia, a meno che non si tratti di questioni urgenti;
    Evitare habitat dove potrebbero risiedere pipistrelli, come grotte o miniere, e ogni forma di contatto ravvicinato con animali selvatici, sia vivi che morti;
    Evitare di toccare (maneggiare) e consumare qualsiasi tipo di carne cruda proveniente da animali selvatici;
    Fare attenzione e seguire rigorosamente le istruzioni delle autorità locali;
    Se ti ammali durante il soggiorno, richiedi immediatamente assistenza medica;
    Se dopo il ritorno dal viaggio compaiono sintomi preoccupanti, consulta un medico e informa riguardo il viaggio recente;
    I viaggiatori nelle aree epidemiche che manifestano sintomi di febbre emorragica devono essere immediatamente isolati fino a quando l'infezione non sarà esclusa.
    Avvertimento sul virus di Marburg emesso dall'autorità sanitaria: In quali paesi è stata rilevata la malattia?
    Il 27 settembre 2024 è stato confermato un focolaio di febbre emorragica di Marburg in Ruanda. I casi sono stati segnalati in diversi distretti, inclusa la capitale Kigali e le regioni confinanti con altri paesi della zona: la Repubblica Democratica del Congo, l'Uganda e la Tanzania.
    Nelle ultime settimane sono stati segnalati diversi casi sospetti anche in paesi dell'UE (Belgio, Germania) tra persone recentemente tornate dal Ruanda. Tuttavia, dopo i test, è stato confermato che le persone sospettate di infezione erano sane. Attualmente, il rischio di diffusione del virus in Europa è considerato basso.
    Cos'è la febbre del virus di Marburg?
    Il virus di Marburg è stato descritto per la prima volta nel 1967. Il serbatoio del virus è costituito da specie di animali selvatici originari dell'Africa (come pipistrelli, scimmie e roditori). La malattia non si trasmette tra gli esseri umani attraverso le goccioline respiratorie. L'infezione avviene attraverso il contatto diretto con il sangue o altri fluidi corporei di una persona infetta o attraverso il contatto con superfici e oggetti contaminati da materiale biologico proveniente dalla persona infetta (es. abbigliamento, biancheria). Le persone asintomatiche non sono una fonte di contagio.
    Il periodo di incubazione della malattia varia da 2 a 21 giorni, con una media di 5-10 giorni. L'esordio è solitamente improvviso, con sintomi simil-influenzali non specifici come febbre alta, forte mal di testa, brividi e malessere. Un rapido peggioramento si verifica entro 2-5 giorni in oltre la metà degli infetti, caratterizzato da sintomi gastrointestinali come dolore addominale, forte nausea, vomito e diarrea. Nei casi gravi, possono svilupparsi eruzioni cutanee e sanguinamento da vari organi. Non esiste un trattamento causale per questa malattia e non è disponibile alcun vaccino.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    «Li ho visti negli occhi». Il massacro di Hamas al festival Supernova, raccontato da chi c’era
    Rolling Stone ha raccolto le testimonianze di alcune persone che lavoravano nello staff del Festival di Supernova, in cui sono morte almeno 260 persone: «Ci sparavano alle spalle».
    Il festival di musica trance nel sud di Israele, dove sabato scorso i militanti di Hamas hanno assassinato 260 persone, doveva essere un momento di evasione: una celebrazione pacifica dell’amore, della natura e della dance elettronica da parte di una comunità unita, stando a quanto dichiarato da alcuni membri dello staff dell’evento che hanno parlato con Rolling Stone. E invece si è tramutato in un inferno in Terra.
    Questi addetti dello staff, fornendo nuovi dettagli sul più efferato massacro di civili mai registrato nell’attuale Israele, affermano che l’evento all’aperto si è trasformato rapidamente in un incubo folle e sanguinoso. Hanno raccontato di guerriglieri di Hamas che scendevano dal cielo su deltaplani motorizzati e soldati armati fino ai denti che inseguivano con camionette e moto i partecipanti al festival terrorizzati.
    «Una strage di innocenti come questa è assurda. Erano tutti giovani con dei sogni. Nessuna di queste persone voleva la guerra», racconta a Rolling Stone Chen Mizrachi, un manager musicale che lavorava nel backstage del festival Supernova Sukkot, un’estensione del brasiliano Universo Paralello. «Ne conoscevo tante. Volevano solo pace, amore e viaggiare per il mondo. Erano persone che piene d’amore, come il popolo di Woodstock».
    Il trentaquattrenne Mizrachi ha aiutato a pianificare la logistica del raduno, compresa l’area di parcheggio per la security. A un certo punto, si è trovato all’interno del camper di coordinamento della security e i razzi hanno iniziato a volare nel cielo e le granate hanno squarciato gli alberi.
    «Abbiamo contattato l’esercito per comunicare che eravamo bloccati nell’area dedicata alla security. Abbiamo chiesto: “Dove siete?”. Ci hanno risposto in arabo-ebraico: “Adesso veniamo a prendervi”» ha spiegato, spiegando che Hamas aveva intercettato la comunicazione radio e aveva risposto con quella terribile minaccia.
    Mentre cercava di raggiungere un veicolo, Mizrachi ha visto quello che sembrava un poliziotto israeliano fermare un’auto. Ha capito subito che in realtà era un combattente di Hamas che indossava un’uniforme probabilmente rubata a un agente rapito o morto.«Ho visto solo due persone nell’auto. Poi sono partiti i colpi. L’auto continuava a muoversi, ma quel tizio li ha uccisi. L’auto procedeva in linea retta senza che nessuno la guidasse», ha raccontato.
    Ha detto che i guerriglieri arrivati coi deltaplani hanno attaccato immediatamente il pubblico. «Li ho visti atterrare e iniziare a sparare alle auto». «Li ho visti negli occhi, mentre uccidevano le persone. Non c’era un solo grammo di pace nei loro occhi: volevano solo assassinare degli innocenti. Non si fa, con persone così giovani e disarmate. È disumano».
    Ha detto che mentre osservava così tante persone che venivano *macellate° in quella spianata polverosa vicino al Kibbutz Re’im, al confine con Gaza, continuava a pensare «Come è possibile che io sia ancora vivo?». Sembrava che la morte si stesse avvicinando a lui a grandi passi. «Mi sono detto: “Non guardarti indietro, scappa».
    Mizrachi, insieme ad alcuni amici, ha sfondato una recinzione ed è saltato sul furgone di un agente di polizia. I suoi due amici sono stati feriti da alcuni proiettili, poi la granata di un RPG ha colpito la parte posteriore del veicolo, ferendo alcuni passeggeri che hanno riportato ustioni e lacerazioni.
    Il van, danneggiato gravemente, si è fermato vicino a un carro armato israeliano abbandonato. Si sono tutti riparati dietro al mezzo pesante e sono rimasti bloccati in mezzo a scontro a fuoco. Mizrachi ha raccontato di essersi strappato la camicia in strisce per creare lacci emostatici. Ha anche aiutato a portare in un nascondiglio sicuro una ragazza che era stata investita da un veicolo di Hamas e non riusciva a camminare.
    Alla fine, sono stati salvati dalle forze israeliane. Mizrachi ha mandato avanti i suoi amici feriti, poi ha raccontato di avere accompagnato un soldato ferito che continuava a svenire, facendogli riprendere conoscenza per tenerlo in vita.
    Ora, tornato a casa a Ramat Gan, Mizrachi è felice che i suoi amici siano riusciti a raggiungere l’ospedale e sopravviveranno, ma è preoccupato per tutti gli ostaggi rapiti. «Il mio migliore amico, che vive in Costa Rica, e le sue due sorelle sono dispersi. E chi ha dato loro i pass gratuiti? Sono stato io. È una cosa che mi spezza il cuore», ha detto Mizrachi. «Abbiamo contattato la polizia per avere informazioni, ma non sanno nulla. Credo che Hamas nemmeno sappia quanti prigionieri ha».
    Sofia Nikitin, 26 anni, lavorava come barista al festival quando è iniziato l’attacco a sorpresa contro i 3 mila partecipanti. Racconta a Rolling Stone che, all’inizio, tutti erano confusi e non capivano l’entità del pericolo. Lei e altri membri dello staff, credendo di essere ancora in servizio, sono rimasti mentre la gente iniziava a fuggire. Lei si è subito data da fare, cercando di calmare le ragazze che venivano portate in un centro di triage improvvisato vicino al luogo in cui si trovava la security del festival.
    Quando tutti si sono resi conto che i miliziani si stavano avvicinando, lei ha cercato di fuggire in auto, ma poi ha capito che stava per cadere in trappola ed è corsa nella foresta a nascondersi.
    «Ci sparavano alle spalle. Si vedevano i ragazzi che cadevano giù», racconta a Rolling Stone in un’intervista telefonica. Era insieme a qualche decina di persone, nascosta tra gli alberi, sperando che i combattenti non li vedessero mentre cercavano di contattare la polizia per farsi venire a prendere.
    «Gli spari arrivavano da tutte le direzioni. All’improvviso, una delle ragazze ha urlato che qualcuno stava puntando un razzo contro di noi. Dopo un secondo, c’è stata una grande esplosione al centro del nostro gruppo. È stato come nei film: si vede tutto grigio, senti lo spostamento d’aria in faccia e il rumore. Poi non senti più nulla, solo un ronzio. Ho iniziato a correre», ricorda. «Sapevamo che ci avevano visti. Sapevamo che potevano venire e ucciderci tutti».
    Nikitin si è messa a correre in un campo e alla fine ha visto dei soldati. Subito ha avuto paura di avvicinarsi perché aveva sentito che i miliziani di Hamas si erano travestiti. Ma le truppe si sono dimostrate amichevoli e l’hanno accompagnata in una stazione di polizia dove ha aspettato per ore, prima di poter tornare a Tel Aviv in sicurezza. Martedì ha partecipato al funerale della sua collega barista, Liron Barda. È scoppiata a piangere descrivendo Barda e le altre bariste che aveva raccomandato per il lavoro e che risultano ancora disperse.
    Ha detto che i membri sopravvissuti dello staff sono in stretto contatto fra loro e descrive il gruppo come una «famiglia». Ha raccontato che una barista è tornata sul palco della festa e si è sporcata il viso di sangue per nascondersi tra i cadaveri. Gli uomini di Hamas però l’hanno trovata e le hanno ordinato di aprire il registratore di cassa e una cella frigorifera del bar dove si erano nascoste delle persone, dice Nikitin. Si pensa che l’abbiano fatto in modo che, se le persone nella cella fossero state armate, avrebbero sparato prima alla barista.
    «Hanno ammazzato tutti quelli che si nascondevano nella cella frigorifera, l’hanno aperta e li hanno uccisi. Poi le persone nascoste nei bauli: li hanno aperti e li hanno assassinati», ha detto (la barista è stata poi rilasciata).
    Nikitin ha spiegato che il festival organizzato da Tribe of Nova, prima dell’attacco, era una piccola utopia in cui i partecipanti che campeggiavano nella natura condividevano tazze riutilizzabili per ridurre i rifiuti e ballavano a cielo aperto. Non poteva immaginare che si sarebbe trasformato in un «massacro».

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Nella Lombardia, la prima settimana dedicata al vaccino contro l’influenza ha registrato un numero di somministrazioni superiore rispetto all’anno precedente, il 2023
    Milano, 7 ottobre 2024 - I cittadini lombardi mostrano una maggiore inclinazione a farsi vaccinare contro l’influenza rispetto allo scorso anno. Questo cambiamento sembra legato agli avvertimenti diffusi, anche attraverso i media, riguardo alla potenziale gravità del virus influenzale previsto.
    Dati della prima settimana
    Dal 1 ottobre, giorno di avvio della campagna vaccinale gratuita, sono state somministrate 31.441 dosi in Lombardia, principalmente a persone delle categorie più vulnerabili. Analizzando le vaccinazioni anti-influenzali, emerge un incremento notevole delle adesioni rispetto allo stesso periodo del 2023.
    Fino al 6 ottobre, il numero di dosi somministrate è stato di 21.433, in confronto alle 14.195 dell’anno precedente. Per quanto attiene al vaccino contro il Covid-19, al 6 ottobre sono state effettuate 7.750 somministrazioni, in crescita rispetto alle 4.165 del medesimo periodo del 2023.
    Le vaccinazioni avvengono in vari luoghi, tra cui centri vaccinali, ospedali, farmacie, nonché presso medici di famiglia e pediatri.
    Altri vaccini
    I vaccini per l’influenza possono essere somministrati in contemporanea o in qualsiasi intervallo temporale con gli altri vaccini. La campagna gratuita della Regione Lombardia incoraggia la co-somministrazione del vaccino anti-Covid-19 e, per le categorie a rischio, i vaccini contro Pneumococco, Herpes Zoster, e Difterite-Tetano-Pertosse, con particolare attenzione per le donne in gravidanza.
    Commento
    “Desidero esprimere la mia gratitudine a tutto il personale sanitario, tecnico e amministrativo - ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso - per l’impegno nel garantire il successo delle iniziative dedicate alle vaccinazioni. Eventi di questo tipo rivestono un ruolo fondamentale nella protezione delle persone vulnerabili e nella riduzione del rischio di complicanze severe, soprattutto in vista della stagione influenzale, ma anche per tutelare la salute dell’intera comunità. L’invito scelto per la campagna di promozione della vaccinazione di quest’anno è chiaro: non lasciare che l’influenza interrompa la tua vita”.
    L’assessore ha messo in evidenza che la campagna è appena stata avviata. “I dati devono ancora migliorare - ha spiegato il rappresentante della giunta Fontana - per ridurre il più possibile i picchi invernali delle malattie influenzali. Intensificheremo gli sforzi per sensibilizzare la popolazione e potenzieremo l’offerta vaccinale, anche attraverso aperture straordinarie. Tutti sono invitati a vaccinarsi: unendo le forze possiamo raggiungere il traguardo”.
    Risultati degli open day
    È da notare che le due giornate di open day sui vaccini, tenutesi il 5 e 6 ottobre, hanno visto un’ottima partecipazione dei cittadini nelle diverse province lombarde. Durante queste giornate, sono state somministrate quasi 18.000 dosi (10.290 sabato e 7.550 domenica) di vaccini antinfluenzali, anti-Covid-19 e altre vaccinazioni combinate.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    “Io, rapita il 7 ottobre vi racconto l’orrore. Tutti i palestinesi di Gaza erano partecipi”
    Ricordare e non dimenticare il 7 ottobre significa anche ricordare e non dimenticare che oggi, a Gaza, sono ancora detenuti 101 ostaggi israeliani. Rapiti. Violentati. L’abitudine è un potente isolante. E ormai ci siamo “abituati” a quanto sta succedendo in Medio Oriente, forse abbiamo “superato” quel massacro trascinati dagli eventi: l’invasione della Striscia, le guerra in Libano, le tensioni con l’Iran. Eppure quelle 101 persone sono vite, sono le loro famiglie che li attendono, sono civili inermi presi in ostaggio contro ogni regola. Sono un crimine di guerra che si protrae ogni giorno e a cui, purtroppo, ormai pensiamo sempre meno.
    Sono pochi quelli che, presi dai terroristi di Hamas, sono potuti tornare in Israele sani e salvi. Moran Stella Yanai è una di loro e a Quarta Repubblica, in esclusiva, ha raccontato il dramma della detenzione sotto le grinfie dei jihadisti. Quell’orrore lo rivive ogni giorno, ogni volta che viaggia, ogni volta che torna a casa: tutta la sua vita, ora, è come se fosse il “risultato di quelle azioni”. “Sono arrivata al festival musicale Nova il venerdì mattina - racconta - e dopo aver passato lì la notte, alle 6.29 hanno iniziato ad arrivare i razzi. Non potevamo andarcene. Solo qualche ora dopo sono stata informata che dovevamo scappare”. È l’inizio della fine. I terroristi irrompono al rave party pieno di ragazzi. Un fiume di odio umano si abbatte su di loro. “Nessuno era pronto. Non c’erano strumenti per affrontarli. Abbiamo provato a scappare in macchina, poi cinque ore dopo eravamo circondati e abbiamo iniziato a correre. Sentivo solo le bombe. Poi le grida in arabo. Ci siamo divisi in due gruppi, abbiamo continuato a correre. Io sono stata presa da due terroristi: volevano picchiarmi con un tubo di ferro e così ho finto di essere araba. Sono stato catturata tre volte: in due occasioni sono riuscita a manipolarli, ma la terza volta erano 13 terroristi. Non potevo difendermi”. Solo allora ha capito che il suo peggior incubo si sarebbe materializzato: “Sono stata portata a Gaza”.
    È un ricordo straziante, quello che va in onda su Rete4. I terroristi “erano molto violenti”. Moran è stata “picchiata” selvaggiamente. Tanto da avere “la gamba rotta in tre punti”. Tanto da essere esposta al pubblico ludibrio, al linciaggio della gente. “Appena arrivata a Gaza il veicolo si è fermato in mezzo alla folla. Non dimenticherò mai qual momento. Ho dovuto pregare che qualcosa mi uccidesse sul colpo o che qualcuno mi salvasse dal linciaggio”. Questo è un dettaglio non di poco conto, che dimostra come in quel terribile giorno di ottobre a partecipare al massacro non siano stati solo i miliziani armati di Hamas, ma anche la popolazione civile. “Posso solo dire - sentenzia Yanai - che tutti i cittadini di Gaza, dai più piccoli ai più grandi, erano coinvolti. Erano felici. Celebravano. Uccidevano le persone. Partecipavano ai linciaggi”.
    Da lì, 54 giorni di prigionia. Sette diversi luoghi di detenzione. E il timore di non poter mai più rivedere i suoi cari. “Ci minacciavano in ogni momento. Facevano guerra psicologica nei nostri confronti. Un giorno per una frase fuori posto e mi hanno puntato un fucile alla testa. Un giorno ho pianto e sono stata punita. Solo per miracolo sono sopravvissuta". Gli ostaggi psicologicamente forti cercavano di spezzarli. Quelli deboli si divertivano a sbeffeggiarli. “Un giorno ho deciso di mollare - racconta Yanai a Nicola Porro - Sentivo che era troppo per me. Mi hanno punita. E allora ho capito che volevo tornare a casa, che avevo una famiglia che mi aspettava. Solo questo mi ha tenuto in vita”.
    L’unico modo per salvarsi? Convertisti all’islam. “Ogni giorno entrava un terrorista nella mia stanza e mi leggeva dei passi del Corano - racconta Yanai - Mi diceva che se fossi diventata musulmana sarei stata trattata meglio e mi avrebbero portato in Egitto o in Iran. Il mio terrore quotidiano era di essere venduta come moglie di qualcuno. Sarebbe stato terribile e dolorosissimo”. E forse non sarebbe mai tornata a casa.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Assolutamente! Ecco un riassunto delle missioni spaziali che hanno portato l'uomo sulla Luna:
    Prima volta:
    Missione: Apollo 11
    Data: 20 luglio 1969
    Astronauti: Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono i primi uomini a camminare sulla Luna.
    Ultima volta:
    Missione: Apollo 17
    Data: 14 dicembre 1972
    Astronauti: Eugene Cernan e Harrison Schmitt furono gli ultimi uomini a camminare sulla Luna.
    Perché non ci siamo più tornati?
    Ci sono diverse ragioni per cui non siamo più tornati sulla Luna dopo il 1972:
    Costo elevato: Le missioni Apollo erano estremamente costose e richiedevano un impegno economico e tecnologico enorme.
    Priorità politiche: Dopo la corsa allo spazio con l'Unione Sovietica, le priorità politiche cambiarono e si concentrarono su altri obiettivi.
    Sfide tecnologiche: Nonostante i progressi tecnologici, tornare sulla Luna presenta ancora molte sfide tecniche e finanziarie.
    Il futuro:
    Tuttavia, c'è un rinnovato interesse per l'esplorazione lunare. Diverse agenzie spaziali, tra cui la NASA e l'ESA, stanno lavorando a nuove missioni con l'obiettivo di stabilire una presenza umana sostenibile sulla Luna.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Massacro del festival musicale Supernova
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
    Massacro del festival musicale Supernova
    strage
    Data 7 ottobre 2023
    Luogo Re'im
    Stato Bandiera d'Israele Israele
    Coordinate 31°23′51.97″N 34°28′18.05″E
    Obiettivo forze militari e civili israeliani
    Responsabili Hamas
    Motivazione Conflitto Israele-Striscia di Gaza
    Antisionismo
    Conseguenze
    Morti 364
    Modifica dati su Wikidata · Manuale
    Il massacro del festival musicale Supernova è una strage perpetrata il 7 ottobre 2023 da combattenti di Hamas che avevano attraversato il confine della striscia di Gaza per entrare in territorio israeliano attaccando militari e civili, durante un festival musicale vicino al kibbutz di Re'im. Inizialmente fu stimato che almeno 260 persone fossero state uccise, mentre molte altre fossero rimaste ferite[1][2], Il numero dei morti accertati ha raggiunto la cifra di 364.[3] Gli uomini di Hamas hanno inoltre preso ostaggi, trasportati entro la Striscia di Gaza in località segrete.[4]
    Antefatti
    Il festival all'aperto di musica trance Supernova Sukkot Gathering è iniziato il 6 ottobre 2023 e sarebbe dovuto durare tutto il fine settimana nell'ovest deserto del Negev, vicino al kibbutz di Re'im e a circa 5 km dalla confine con la striscia di Gaza.[5] È stato organizzato da un promotore chiamato Nova, come edizione israeliana di Universo Paralello, un festival di psy-trance originario di Bahia in Brasile. Secondo l'organizzatore, il luogo è stato prenotato solo due giorni prima, dopo che la location originale nel sud di Israele ha rinunciato.[6] Programmato per coincidere con la festa ebraica di Simchat Torah, il rave è stato presentato come una celebrazione di "amici, amore e infinita libertà".[5] Il sito del festival comprendeva tre palchi, una zona destinata al campeggio e un'area ristoro con un bar. I partecipanti hanno descritto la folla come composta principalmente da israeliani tra i 20 ei 40 anni, provenienti da tutto il paese. Si è riportata un'affluenza di 3 500 persone, ma i dati variano. Al festival erano presenti anche guardie di sicurezza.[7]
    Il massacro
    Lo stesso argomento in dettaglio: Attacco di Hamas a Israele del 2023.
    Il festival musicale è stato tra i primi obiettivi dell'attacco a sorpresa contro Israele, lanciato da Hamas nelle prime ore del 7 ottobre 2023.[5]
    Un partecipante ha dichiarato che, dopo aver interrotto l'elettricità, un gruppo di circa 50 combattenti di Hamas è arrivato con furgoni e ha sparato in tutte le direzioni.[2] Almeno alcuni dei combattenti di Hamas che hanno attaccato il festival si sono infiltrati in Israele volando con paramotori, arrivando intorno alle 6:30 del mattino, all'alba.[8] Mentre i partecipanti al festival fuggivano in preda al panico, dei fuoristrada carichi di combattenti hanno iniziato a sparare alle auto in fuga.[5] I combattenti hanno anche bloccato le strade.[5] Il terreno aperto ha lasciato pochi luoghi dove nascondersi.[5] Molti partecipanti che si sono nascosti tra gli alberi sono stati uccisi mentre i militanti li bersagliavano metodicamente.[2] Altri che si sono nascosti tra cespugli e frutteti sono riusciti a sopravvivere.[4]
    Immagini aeree del luogo verificate in modo indipendente mostravano decine di auto bruciate e segni di frenata.[9]
    Vittime
    Durata: 2 minuti e 51 secondi.2:51
    Filmato sull'area del massacro ripreso da un militare israeliano durante la ricognizione dopo l'attacco
    ZAKA, il gruppo comunitario di risposta alle emergenze di Israele, ha riportato di aver recuperato almeno 260 corpi dal luogo della festa.[5][10]
    Successivamente all'identificazione forense dei corpi e dei resti umani da parte delle autorità il numero delle vittime è aumentato notevolmente, venendo definitivamente aggiornato a 364 morti, mentre gli ostaggi catturati vivi sono stati solo 40.[3][11]. In particolare ha avuto ampia risonanza mediatica il caso di Shani Louk, giovane influencer il cui corpo denudato era apparso a bordo di un pick-up in un video virale diffuso da Hamas poco dopo l'eccidio, sfilando per le strade di Gaza tra le percosse e l'esultanza della folla. Il video aveva lasciato supporre che la ragazza potesse essere svenuta e gravemente ferita, ma comunque ancora viva e trattenuta come ostaggio. Invece il 31 ottobre la stessa famiglia rivelava che sul luogo della strage è stato rinvenuto un osso del cranio che il test del DNA ha attribuito alla giovane influencer senza alcun dubbio. Shani Louk pertanto è stata aggiunta alle vittime effettive come molti altri.[12]

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    George Baldock, morto calciatore del Panathinaikos di 31 anni: trovato senza vita in piscina con una bottiglia di Vodka accanto
    Calcio greco sotto choc per la morte di George Baldock, difensore del Panathinaikos trovato senza vita nella piscina della sua abitazione. A rinvenire il corpo è stato un amico del calciatore allertato dalla moglie che non riusciva a contattarlo telefonicamente. Baldock, nato in Inghilterra ed ex giocatore per sette anni dello Sheffield United, si era trasferito ad Atene l'estate scorsa.
    Arrivato quest'estate dallo Sheffield United (219 partite), il terzino destro aveva giocato 4 partite in questa stagione, di cui una in Europa League. Nato a Buckingham in Inghilterra, era nazionale greco dal 2022 (12 presenze) e aveva affrontato i Blues nel giugno 2023. Secondo la stampa greca, sarebbe stato trovato con accanto una bottiglia di vodka mezza vuota. Verrà aperta un'indagine.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Sammy Basso, l'intervento che gli allungò la vita di 5 anni. Il chirurgo: «Senza sarebbe morto in pochi mesi»
    Sammy Basso è deceduto nella serata del 5 ottobre dopo esser stato colto da un malore improvviso mentre si trovava in un ristorante del Trevigiano. Era affetto da progeria, una malattia genetica rarissima, che colpisce una persona ogni 8 milioni di nati. Nel febbraio del 2019 era sopravvissuto a un importante malore: una grave insufficienza cardiaca tale da provocargli una stenosi calcifica severa della valvola aortica. Ed è stato il primo, affetto dalla sua patologia, a sottoporsi (con successo) a un tale intervento.
    L'intervento
    Il delicatissimo intervento, che ha segnato una svolta nella storia della rarissima malattia, la progeria, è stato eseguito da un'equipe dell'Ospedale San Camillo di Roma, coordinata dal cardiochirurgo Francesco Musumeci.
    La grave insufficienza cardiaca del 2019 di Sammy aveva provocato una stenosi calcifica severa della valvola aortica.
    All'epoca, gli esperti Children's Hospital di Boston, primo centro di ricerca al mondo sulla malattia, avevano compreso la necessità dell'intervento, ma non avevano accettato di procedere. Così subentra il professor Francesco Musumeci.
    «Interventi di questo tipo - aveva spiegato Musumeci, direttore del dipartimento di malattie cardiovascolari del San Camillo - si svolgono normalmente in persone anziane. Ma in questo caso era molto difficile perché le condizioni fisiche di Sammy comportavano rischi aggiuntivi», in particolare a causa della complessità anatomica del paziente, che aveva un peso corporeo di circa 20 chili.
    E i chirurghi coraggiosi che hanno accettato di portare a termine l'intervento gli hanno, in effetti, salvato e allungato la vita di ben 5 anni.
    «Con quella malattia genetica che non lascia scampo», commenta ora Musumeci a Repubblica, «Sammy è sopravvissuto per cinque anni: se non lo avessimo operato sarebbe morto in tre, quattro mesi».
    «Era consapevole della gravità della sua malattia e si è impegnato con la sua associazione per studiarne le origini e le dinamiche e per trovare soluzioni genetiche adeguate a contrastarne il decorso fatale».

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Trova il figlio morto, mamma 96enne uccisa da un malore: tragedia a Orbetello
    I corpi nel giardino della casa nella frazione di San Donato, disposta l'autopsia
    Tragedia familiare a San Donato, frazione del comune di Orbetello, in provincia di Grosseto. I corpi senza vita di una madre, Gina Favaretto, 96 anni, e del figlio, Mario Tinto, 71 anni, sono stati ritrovati nel giardino della loro casa. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo stava facendo dei lavori nel giardino: aveva da poco finito di scavare un fossetto per sistemare una tubatura che si era rotta quando probabilmente si è sentito male ed è caduto nella buca, dove sarebbe morto. Non vedendo rientrare il figlio in casa, l'anziana madre è uscita nel giardino dove avrebbe trovato il corpo senza vita del figlio e si sarebbe sentita male, morendo sul colpo, per un attacco cardiaco, lungo il vialetto davanti al'abitazione.
    A segnalare la presenza del corpo dell'anziana donna riversa a terra sarebbe stato un passante che ha chiamato subito il 118. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Orbetello e del nucleo investigativo di Grosseti, i sanitari della Croce Rossa, i vigili del fuoco, il pubblico ministero di turno e il medico legale per la ricognizione esterna dei cadaveri. Il pm ha disposto l'autopsia sui due cadaveri per accertare l'esatta causa di morte.
    La prima ricostruzione ipotizzata nella tarda serata di oggi dovrà essere confermata dal medico legale al quale spetterà anche il compito di condurre l'autopsia. L'esame autoptico disposto dalla procura dovrà accertare a quando risale la morte della madre e del figlio e le esatte cause del decesso. Se ufficialmente tutte le ipotesi restano aperte sulla doppia tragica morte, al momento sarebbero da escludere responsabilità di terze persone.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Si accascia a terra durante la ricreazione, morto un bimbo di 10 anni
    Malore improvviso in una scuola nel Napoletano.
    I carabinieri della Tenenza di Quarto sono intervenuti poco fa presso l'Istituto scolastico "Borsellino" a via Crocillo per il decesso di un bambino di 10 anni.
    Durante la ricreazione si sarebbe accasciato al suolo e avrebbe perso conoscenza. Inutili i tentativi dei sanitari di rianimarlo.
    Bimbo morto a scuola, sarà eseguita l'autopsia
    Sarà eseguita l'autopsia per accertare le cause della morte del bimbo di 10 anni che stamane si è accasciato al suolo durante la ricreazione in una scuola di Quarto (Napoli). Lo ha disposto il pm di turno della procura di Napoli, intervenuto sul posto con il medico legale. Quest'ultimo, da un primo esame avrebbe escluso un decesso provocato da asfissia.
    Bimbo morto a scuola: il sindaco, vissuti momenti drammatici
    "E' una tragedia che ha colpito molto la nostra comunità e sono stato fino a pochi minuti fa con i familiari del piccolo Gabriele per testimoniare la nostra vicinanza umana e istituzionale. Stiamo seguendo con le nostre assistenti sociali la vicenda, anche perché si sono vissuti momenti drammatici all'interno di una scuola, davanti a tanti bambini compagni di classe di Gabriele". Lo afferma il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, a proposito della morte del bambino di dieci anni, stamani, in una scuola del Comune. "Anche se siamo impegnati nelle attività di protezione civile - ha aggiunto, facendo riferimento all'esercitazione per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei attualmente in corso - i nostri pensieri sono tutti per il piccolo Gabriele e per la sua famiglia, alla quale tutta la comunità di Quarto si stringe con affetto. Ringrazio il capo dipartimento nazionale della Protezione civile Fabio Ciciliano per aver espresso poco fa, collegato in videoconferenza con la sede del Coc di Quarto, il cordoglio per la morte del piccolo. Ringrazio anche i sindaci di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida che mi hanno immediatamente espresso il cordoglio delle loro comunità e l'Asl Napoli2 Nord con il direttore generale Mario Iervolino, che ha attivato fin da subito il supporto psicologico con il dipartimento di salute mentale coordinato dal dottor Cucciniello".

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Ottima domanda! Purtroppo, fornire dati precisi e aggiornati in tempo reale sulla percentuale degli italiani che hanno effettuato tutte e cinque le dosi del vaccino anti-COVID-19, così come fare previsioni sulla sesta e settima dose, è al momento complesso.
    Ecco perché:
    Continui aggiornamenti: Le campagne vaccinali sono dinamiche e i dati vengono costantemente aggiornati. Ciò che è valido oggi potrebbe non esserlo domani.
    Focus sulle prime dosi: L'attenzione mediatica e degli studi si è concentrata principalmente sulle prime dosi, sulle terze dosi (booster) e, in misura minore, sulla quarta dose. Le successive sono meno monitorate a livello di popolazione generale.
    Criteri di somministrazione: Le indicazioni sulla somministrazione delle dosi successive variano a seconda dell'età, delle condizioni di salute e dell'evoluzione della pandemia. Ciò rende difficile un conteggio preciso e uniforme.
    Mancanza di dati aggregati: Non sempre sono disponibili dati aggregati e dettagliati su tutte e cinque le dosi a livello nazionale.
    Dove trovare i dati più aggiornati:
    Per avere un quadro più preciso della situazione, ti consiglio di consultare le seguenti fonti:
    Ministero della Salute: Il sito ufficiale del Ministero della Salute italiano pubblica regolarmente report e bollettini sulla campagna vaccinale.
    Regioni e Province Autonome: Molte regioni e province autonome pubblicano dati specifici sul proprio territorio, che possono fornire un quadro più dettagliato.
    Istituto Superiore di Sanità (ISS): L'ISS svolge un ruolo fondamentale nella raccolta e nell'analisi dei dati epidemiologici e sulla vaccinazione.
    Media nazionali e internazionali: I principali quotidiani e agenzie di stampa pubblicano articoli e report sui progressi della campagna vaccinale.
    Riguardo alla sesta e alla settima dose:
    Al momento non ci sono indicazioni ufficiali a livello globale sulla necessità di una sesta o settima dose per la popolazione generale. Le decisioni future dipenderanno dall'evoluzione del virus, dall'efficacia dei vaccini esistenti e dall'emergere di nuove varianti.
    Cosa puoi fare:
    Consulta il tuo medico: Per avere informazioni personalizzate sulla tua situazione e sulle eventuali dosi successive, è fondamentale consultare il tuo medico di base.
    Informati sulle fonti ufficiali: Tieni d'occhio i canali ufficiali per rimanere aggiornato sulle ultime novità riguardo alla campagna vaccinale.
    Valuta i benefici e i rischi: Prima di prendere qualsiasi decisione, valuta attentamente i benefici e i rischi associati alla vaccinazione, tenendo conto del tuo stato di salute e delle raccomandazioni degli esperti.
    In conclusione:
    Sebbene non sia possibile fornire una risposta esatta alla tua domanda in questo momento, è importante rimanere informati e affidarsi alle fonti ufficiali per prendere decisioni consapevoli riguardo alla propria salute.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    La progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford, è una malattia genetica estremamente rara che causa un invecchiamento accelerato nei bambini. Purtroppo, la speranza di vita media di una persona affetta da progeria è intorno ai 13 anni.
    Cosa si sa sulla progeria?
    Causa: La progeria è causata da una mutazione genetica che porta alla produzione di una proteina difettosa, la progerina. Questa proteina si accumula nel nucleo delle cellule, causando instabilità e danni al DNA, accelerando così il processo di invecchiamento.
    Sintomi: I sintomi della progeria iniziano a manifestarsi nei primi anni di vita e includono:
    Ritardo della crescita
    Perdita dei capelli
    Pelle sottile e rugosa
    Visi caratteristici con naso a becco d'uccello e mandibola piccola
    Arteriosclerosi precoce
    Rigidità articolare
    Osteoporosi
    Diagnosi: La diagnosi di progeria si basa sull'aspetto clinico del bambino e sulla conferma genetica della mutazione.
    Terapie disponibili:
    Sfortunatamente, non esiste ancora una cura definitiva per la progeria. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi nella ricerca e nella gestione della malattia. Le terapie attuali si concentrano sul trattamento dei sintomi e sulla miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
    Farmaci:
    Farnesyl transferasi inibitori (FTI): Questi farmaci bloccano la produzione della forma tossica della progerina, rallentando il processo di invecchiamento a livello cellulare.
    Altri farmaci: Vengono utilizzati altri farmaci per trattare i sintomi specifici, come i dolori articolari, l'ipertensione e le malattie cardiovascolari.
    Terapie complementari:
    Fisioterapia: Per migliorare la mobilità e la flessibilità.
    Terapia occupazionale: Per aiutare i bambini a svolgere le attività quotidiane.
    Supporto psicologico: Per i pazienti e le loro famiglie.
    La ricerca continua:
    La ricerca sulla progeria è in costante evoluzione. Gli scienziati stanno studiando nuove terapie geniche e cellulari, con l'obiettivo di correggere la mutazione genetica alla base della malattia e di rallentare o addirittura invertire il processo di invecchiamento accelerato.
    Associazioni di pazienti:
    Esistono diverse associazioni di pazienti che si occupano di progeria, come l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso, che forniscono supporto ai pazienti e alle loro famiglie, promuovono la ricerca e sensibilizzano l'opinione pubblica su questa rara malattia.
    È importante sottolineare che la progeria è una malattia complessa e che le terapie disponibili possono variare da caso a caso.
    Se desideri approfondire l'argomento, ti consiglio di consultare le seguenti risorse:
    Associazione Italiana Progeria Sammy Basso: www.aiprosab.org/
    Progeria Research Foundation: www.progeriaresearch.org/it/about-progeria/
    Spero che queste informazioni ti siano utili.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Dichiarazione Unica vs. Modello 730: Quali sono le differenze?
    La scelta tra la Dichiarazione Unica e il Modello 730 per la dichiarazione dei redditi dipende principalmente dal tipo di redditi posseduti e dalla presenza di un sostituto d'imposta.
    Dichiarazione Unica:
    Chi la presenta: Generalmente utilizzata da professionisti, imprenditori, lavoratori autonomi e da chi possiede redditi diversi da quelli da lavoro dipendente e assimilati.
    Caratteristiche: È un modello più complesso del 730 e richiede una maggiore conoscenza della normativa fiscale.
    Presentazione: Va presentata direttamente all'Agenzia delle Entrate, di solito tramite un intermediario abilitato (commercialista o CAF).
    Modello 730:
    Chi la presenta: È il modello più utilizzato dai lavoratori dipendenti e pensionati, in quanto semplifica la dichiarazione dei redditi grazie alla precompilazione da parte dell'Agenzia delle Entrate.
    Caratteristiche: È un modello più semplice della Dichiarazione Unica e permette di detrarre spese come quelle per le spese mediche, gli interessi passivi sui mutui, le spese per l'istruzione, ecc.
    Presentazione: Può essere presentata tramite un sostituto d'imposta (ad esempio, il datore di lavoro o l'ente pensionistico) o tramite un CAF o un professionista abilitato.
    Differenze principali:
    Caratteristica Dichiarazione Unica Modello 730
    Complessività Più complessa Più semplice
    Redditi Vari tipi di redditi Principalmente redditi da lavoro dipendente e pensionati
    Presentazione Direttamente all'Agenzia delle Entrate Tramite sostituto d'imposta o intermediario
    Detrazioni e crediti Possibili, ma calcolo più complesso Detrazioni precompilate e calcolo semplificato
    Esporta in Fogli
    Rimborso spese:
    Entrambe le dichiarazioni: Sia con la Dichiarazione Unica che con il Modello 730 è possibile ottenere un rimborso delle spese detraibili, come quelle mediche, gli interessi passivi sui mutui, ecc.
    Modalità di rimborso: La modalità di rimborso può variare a seconda della scelta effettuata (bonifico bancario, conto corrente postale, ecc.).
    In conclusione:
    La scelta tra Dichiarazione Unica e Modello 730 dipende dalla tua situazione personale e dal tipo di redditi posseduti. Se hai dubbi, è consigliabile rivolgerti a un professionista (commercialista o CAF) che potrà assisterti nella compilazione della dichiarazione e nella scelta del modello più adatto alle tue esigenze.
    Importante: La normativa fiscale è soggetta a frequenti aggiornamenti, pertanto è sempre consigliabile verificare le ultime disposizioni presso l'Agenzia delle Entrate o rivolgersi a un esperto.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Ottima domanda. Un livello di testosterone di 0.25 ng/dL dopo una terapia ormonale per il carcinoma prostatico è generalmente considerato molto basso e indice di un efficace controllo ormonale.
    Cosa significa questo valore:
    Successo della terapia: Un valore così basso indica che la terapia ormonale sta funzionando nel sopprimere la produzione di testosterone, che è l'ormone che stimola la crescita delle cellule del tumore prostatico.
    Riduzione del rischio di progressione: Un basso livello di testosterone riduce significativamente il rischio di crescita del tumore e di diffusione della malattia.
    Perché è importante monitorare il testosterone:
    Valutazione dell'efficacia della terapia: Misurando regolarmente il livello di testosterone, il medico può valutare l'efficacia della terapia ormonale e apportare eventuali modifiche al trattamento se necessario.
    Rilevamento precoce di una recidiva: Un aumento del livello di testosterone potrebbe indicare una recidiva del tumore e la necessità di ulteriori trattamenti.
    Cosa aspettarsi in futuro:
    Stabilità o ulteriore diminuzione: Dopo aver raggiunto un livello molto basso, il testosterone potrebbe rimanere stabile o diminuire ulteriormente.
    Monitoraggio regolare: È importante continuare a sottoporsi a controlli regolari, inclusi esami del sangue per misurare il PSA e il testosterone, oltre ad altri esami diagnostici.
    Cosa fare in caso di dubbi:
    Consultare l'urologo: In caso di dubbi o preoccupazioni, è fondamentale consultare il proprio urologo. Lui potrà fornire una valutazione completa della situazione e rispondere a tutte le tue domande.
    In conclusione:
    Un livello di testosterone di 0.25 ng/dL è un ottimo risultato e indica che la terapia ormonale sta funzionando efficacemente. Tuttavia, è importante continuare a monitorare attentamente la situazione e seguire le indicazioni del medico.
    Vuoi sapere altro sulla terapia ormonale per il carcinoma prostatico o su altri aspetti legati a questa patologia?

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    L’Autorità Palestinese dice che è stato Israele a compiere il massacro di giovani il 7 ottobre al festival musicale
    Netanyahu: "Abu Mazen, che in passato ha negato la Shoà, oggi nega il massacro di Hamas e questo è inaccettabile"
    Un terrorista palestinese di Hamas finisce a colpi di mitra una vittima israeliana durante il massacro al festival musicale Supernova del 7 ottobre
    L’Autorità Palestinese ha diffuso un documento in cui sostiene falsamente che un’indagine preliminare della polizia israeliana avrebbe rivelato che Israele ha “fabbricato” materiale mediatico per giustificare il suo attacco a Gaza.
    In una dichiarazione del suo Ministero degli esteri, l’Autorità Palestinese sostiene che elicotteri israeliani hanno bombardato i civili israeliani il 7 ottobre durante il festival musicale Supernova. La dichiarazione mette in dubbio tutti i resoconti israeliani delle atrocità di quel giorno e il materiale visivo che le documenta, e invita i media, i funzionari delle Nazioni Unite e i governi nazionali a dubitare di ciò che pubblicano i media ebraici.
    L’affermazione secondo cui un elicottero militare arrivato sul luogo del festival vicino a Re’im potrebbe aver colpito per sbaglio alcuni civili israeliani è comparsa sabato su Ha’aretz, che citava una fonte anonima della polizia israeliana. La notizia è stata smentita dalla polizia che ha detto di non aver mai fornito “alcuna indicazione su danni ai civili dovuti ad attività aerea militare”. E’ accertato che il primo elicottero israeliano raggiunse l’area solo alle 11.12, ore dopo l’inizio del massacro. “Invitiamo espressamente i media ad assumersi la responsabilità delle notizie che danno e a fare affidamento solo su fonti ufficiali”, aggiunge la nota della polizia.
    Tuttavia alcune frasi dell’articolo di Ha’aretz sono state immediatamente citate fuori contesto da stampa e social network arabi per sostenere, senza alcuna prova né fondamento, che Israele il 7 ottobre avrebbe causato la morte di centinaia di civili israeliani.
    Durissima la reazione del primo ministro israeliano Benjamin netanyahu. “Oggi - ha dichiarato domenica in un video in ebraico e in inglese - l’Autorità Palestinese ha detto qualcosa di assolutamente assurdo. Ha negato che sia stata Hamas a compiere l’orrendo massacro al festival vicino a Gaza. In effetti, ha accusato Israele d’aver compiuto quel massacro: un completo ribaltamento della verità. Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, che in passato ha negato l’esistenza della Shoà, oggi nega l’esistenza del massacro di Hamas e questo è inaccettabile. Il giorno dopo la distruzione di Hamas - ha concluso Netanyahu - qualsiasi futura amministrazione civile a Gaza non negherà il massacro, non educherà i suoi figli a diventare terroristi, non pagherà i terroristi e non dirà ai suoi figli che il loro obiettivo finale nella vita è annientare lo stato di Israele: non sarebbe accettabile e non è questo il modo per arrivare alla pace”.
    Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha detto che “si unisce alla dura condanna del primo ministro Netanyahu nei confronti della ripugnante e falsa dichiarazione del ministero degli esteri palestinese. Chiunque neghi il massacro si rende complice del più terribile crimine contro il popolo ebraico dai tempi della Shoà”.

  • @gaetanofasulo5394
    @gaetanofasulo5394  2 місяці тому

    Assolutamente! È comprensibile che tu abbia delle domande riguardo alla terapia ormonale per il carcinoma prostatico e i suoi potenziali effetti. Cercherò di fornirti una risposta esaustiva, ma ricorda che è fondamentale consultare il tuo medico per una valutazione personalizzata.
    Effetti sulla composizione del sangue:
    Diminuzione dei livelli di testosterone: Questo è l'effetto principale e desiderato della terapia, in quanto il testosterone alimenta la crescita delle cellule tumorali della prostata. La riduzione di questo ormone può causare:
    Calo della libido: Riduzione del desiderio sessuale.
    Disfunzione erettile: Difficoltà o incapacità di avere o mantenere un'erezione.
    Calo della massa muscolare e della forza: A causa della diminuzione dell'azione anabolizzante del testosterone.
    Aumento del rischio di osteoporosi: Il testosterone ha un ruolo importante nella salute delle ossa.
    Altri effetti:
    Anemia: In alcuni casi, la terapia ormonale può causare una diminuzione dei globuli rossi, portando ad anemia.
    Alterazioni dei livelli di altri ormoni: La terapia può influenzare anche altri ormoni, come quelli tiroidei.
    Effetti collaterali:
    Oltre agli effetti sulla composizione del sangue, possono manifestarsi altri effetti collaterali, tra cui:
    Caldo alle vampate: Sensazione di calore intenso, soprattutto al viso e al collo.
    Sudorazione notturna: Eccessiva sudorazione durante il sonno.
    Aumento di peso: Ritenzione idrica e rallentamento del metabolismo.
    Stanchezza: Sensazione di affaticamento persistente.
    Depressione: Alterazioni dell'umore e sintomi depressivi.
    Ginecomastia: Ingrossamento del seno negli uomini.
    Nausea e vomito: In alcuni casi, soprattutto all'inizio della terapia.
    Effetti sui processi oncologici:
    Gli effetti della terapia ormonale sui processi oncologici non sono immediati, ma si manifestano nel tempo. In genere, si osserva:
    Riduzione delle dimensioni del tumore: La diminuzione dei livelli di testosterone può causare un rimpicciolimento del tumore prostatico.
    Rallentamento della crescita tumorale: La terapia può rallentare o arrestare la crescita delle cellule tumorali.
    Prolungamento della sopravvivenza: In molti casi, la terapia ormonale prolunga la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma prostatico.
    È importante sottolineare che:
    Ogni paziente risponde in modo diverso alla terapia. Alcuni possono sperimentare effetti collaterali più severi di altri.
    La terapia ormonale è spesso combinata con altri trattamenti, come la radioterapia o la chemioterapia, e gli effetti collaterali possono variare a seconda della combinazione terapeutica scelta.
    Il medico monitorerà costantemente lo stato di salute del paziente e potrà modificare la terapia in base alle necessità.
    In conclusione:
    La terapia ormonale a base di Decapeptyl e Bicalatamide è un trattamento efficace per il carcinoma prostatico, ma può causare effetti collaterali. È fondamentale discutere con il tuo medico i potenziali benefici e rischi di questa terapia, in modo da prendere una decisione informata.
    Ricorda: questa è una risposta generale e non sostituisce una consulenza medica.
    Se hai altre domande o preoccupazioni, non esitare a rivolgerti al tuo medico.