Maria Valtorta - Ev. cap. 127: I discorsi dell’Acqua Speciosa: “Non tentare il Signore Iddio tuo”.

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  • Опубліковано 26 гру 2024
  • Maria Valtorta - Evangelo cap. 127: I discorsi dell’Acqua Speciosa: “Non tentare il Signore Iddio tuo”. Testimonianza del Battista.
    11 marzo 1945.
    Una serenissima giornata d’inverno. Sole e vento e un cielo sereno, unito, senza neppure il più piccolo ricordo di nuvola. Le prime ore del giorno. Ancora un leggero velo di brina, meglio di rugiada quasi gelata, fa da spolvero diamantifero sul suolo e sulle erbe.
    Vengono verso la casa tre uomini, che camminano sicuri come chi sa dove si reca. Infine vedono Giovanni che traversa la corte carico di secchi d’acqua attinta al pozzo. E lo chiamano.
    Giovanni si volge, posa le brocche e dice: «Voi qui? Benvenuti! Il Maestro vi vedrà con gioia. Venite, venite, prima che sia qui la gente. Ora ne viene tanta!…».
    Sono i tre pastori discepoli di Giovanni Battista. Simeone, Giovanni e Mattia seguono contenti l’apostolo.
    «Maestro, ci sono tre amici. Guarda», dice Giovanni entrando nella cucina, dove arde allegro un grande fuoco di stipe spandendo un odore grato di bosco e di alloro bruciato.
    «Oh! La pace a voi, amici miei. Come mai venite a Me?
    Sventura al Battista?».
    «No, Maestro. Con sua licenza siamo venuti. Egli ti saluta e dice di raccomandare a Dio il leone inseguito dagli arcieri. Non si illude sulla sua sorte. Ma per ora è libero. Ed è felice perché sa che Tu hai molti fedeli. Anche quelli che prima erano suoi. Maestro… noi pure ardiamo di esserlo, ma… non vogliamo abbandonarlo ora che è perseguitato. Comprendici…», dice Simeone.
    «Vi benedico perché lo fate, anzi. Il Battista merita ogni rispetto e amore».
    «Sì. Dici bene. È grande il Battista e sempre più giganteggia. Sembra l’agave che, quando è presso a morire, fa il grande candelabro del settiforme fiore e fiammeggia con esso e profuma. Così lui. E sempre dice: “Solo vorrei vederlo una volta ancora…”. Vedere Te. Noi abbiamo raccolto questo suo grido d’anima e, senza dirglielo, te lo portiamo. Egli è “il Penitente”, “l’Astinente” è. E si macera anche del desiderio santo di vederti e di udirti. Io sono Tobia, or Mattia. Ma penso che non di verso da lui doveva essere l’arcangelo dato a Tobiolo. Tutto in lui è saggezza».
    «Non è detto che Io non lo veda…
    Ma per questo solo siete venuti? È penoso l’andare di questa stagione. Oggi è sereno. Ma, fino a tre giorni or sono, quanta pioggia sulle vie!».
    «Non per questo solo. Giorni fa è venuto Doras, il fariseo, a purificarsi. Ma il Battista gli ha negato il rito dicendo: “Non giunge l’acqua dove è sì grande crosta di peccato. Uno solo ti può perdonare. Il Messia”. E lui allora ha detto: “Andrò a Lui. Voglio guarire e penso che questo male sia il suo maleficio”. Allora il Battista lo ha cacciato come avrebbe cacciato Satana. E lui nell’andarsene ha incontrato Giovanni, che egli conosceva da quando andava da Giona di cui era un poco parente, e gli ha detto: “Io vado. Tutti vanno. Vi è stato anche Mannanen e fin le… (io dico meretrici, ma lui ha detto un più sozzo nome) vi vanno. L’Acqua Speciosa è piena di illusi. Ora se mi guarisce e mi ritira l’anatema dalle terre, scavate come da macchine di guerra da eserciti di talpe e vermi e grillovampiri che scavano i grani e rodono le radici degli alberi da frutto e delle vigne, e non c’è nulla che li vinca, gli diverrò amico. Ma altrimenti… guai a Lui!”. Noi gli abbiamo risposto: “E con questo cuore vai là?”. E lui ha risposto: “E chi ci crede al satanasso? Del resto, come fa casa con le meretrici può fare alleanza anche con me”. Noi abbiamo voluto venire a dirtelo, perché Tu ti possa regolare con Doras».
    «È già tutto fatto».
    «Già fatto? Ah! è vero! Lui ha carri e cavalli, noi le gambe soltanto. Quando è venuto?».
    «Ieri».
    «E che è avvenuto?».
    «Questo: che, se preferite occuparvi di Doras, potete andare nella sua casa di Gerusalemme e fare cordoglio per lui. Stanno preparandolo per il sepolcro».
    «Morto?!!».
    «Morto. Qui. Ma non parliamo di lui».
    «Sì, Maestro… Solo… dicci una cosa. È vero quanto ha detto di Mannanen?».
    «Sì. Ve ne spiace?».
    «Oh! ma è la nostra gioia! Tanto abbiamo parlato di Te a lui in Macheronte! E che vuole l’apostolo se non che sia amato il Maestro? Ciò vuole Giovanni, e noi con lui».
    «Bene parli, Mattia. La sapienza è con te».
    «E… io non lo credo. Ma ora l’abbiamo incontrata… Fu anche da noi a cercare Te avanti i Tabernacoli. E le dicemmo: “Ciò che tu cerchi non è qui. Ma presto sarà a Gerusalemme per i Tabernacoli”. Così dicemmo perché il Battista ci disse: “Vedete quella peccatrice: è una crosta di lordura, ma dentro ha una fiamma che va alimentata. Diverrà così forte che eromperà dalla crosta e tutto arderà. Cadrà la lordura e resterà solo la fiamma”. Così ha detto. Ma… è vero che dorme qui, come sono venuti a dirci due scribi potenti?».
    «No. È in una delle stalle del fattore, ad oltre uno stadio di qui».
    «Lingue d’inferno! Hai udito? E loro!…».
    «Lasciateli dire. I buoni non credono alle loro parole ma alle mie opere».....

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