Giusta riflessione, condivido pienamente eccetto per un caso, frutto di esperienza personale. Avevo fatto portret ad ad gruppo di colleghi e con uno di loro la natura non era stata particolarmente buona quindi superata la selezione squisitamente tecnica mi sono ritrovato con delle buone foto ma è dato difficilissimo trovare quella nella quale appariva meglio. Ne ho selezionate due o tre e poi lui per un tempo immemore ha usato quella che secondo me era la più brutta. Morale della favola, anche se esco fuori tema dall'argomento trattato dal Maestro, state attenti a valutare la bellezza altrui, molte volte noi uomini ci creiamo dei complessi che gli altri non percepiscono e crediamo di avere dei punti forti che gli altri non condividono. Buon 2025 e grazie del video.
Anzitutto un caloroso augurio di buon anno ! RIflettevo giusto in questi giorni sulle dimensioni del cestino da comprare , sulla base proprio di un suo filmato di tempo fa sullo stesso argomento , e la materia mi crea sempre un misto di perplessità e sofferenza. Cioè, premesso che nel 99% dei casi per un motivo o per l'altro scarterei tutte le mie, trovo esista una dicotomia profonda tra professionismo e dilettantismo ( e qui troverò un'ulteriore cesura tra le varie categorie di dilettanti). Per cui cio' che per il serio professionista è "scarto" per il dilettante, in base al proprio livello tecnico può acquisire valenza vieppiù crescente ed inversamente proporziale alle capacità, sino ad assurgere , a quasi-capolavoro , come nel mio caso ad esempio. A cio' aggiungerei due ulteriori categorie: quella del " pitost che nen.. pitost " , con la funzione di fermare un attimo nel tempo , senza una possibilità diversa , così da far si che il ricordo non "vada perduto come lacrime nella pioggia" . Eppoi la categoria "didascalica" , dove la necessità documentativa in molte situazioni può compensare le eventuali ,anche gravi, imperfezioni. Ergo, il suo messaggio è limpido ed oggettivamente inappuntabile, ça va sans dire, ma penso che sia il lettore a doverlo tarare sulle proprie misure ( con onestà intellettuale però) . Su questa base mi regolerò scartando solo l' 80% ed acquistando un cestino da circa un metro cubo, e riservando la visione del restante al solo ambito strettamente familiare. Cari saluti. Beppe Lazzarone Ovada
Caro Beppe, ciascuno di noi tara il suo livello di qualità sulla base delle proprie aspettative. Il professionista, per sua disgrazia, deve tararle sulle aspettative del cliente, o del mercato (giudice ben più severo del singolo cliente). Non sono molto d'accordo sull'indulgenza accordata alle foto mal riuscite ma conservate perché rappresentano un ricordo: perché conservare un ricordo brutto di un momento bello? Auguri di felice anno anche a lei.
In effetti, proprio la scorsa settimana ho fatto un servizio fotografico in notturna in una discoteca, e le luci estremamente basse e l’uso di laser e stroboscopiche varie ha fatto si’ che alcune foto siano venute sbagliate: pur avendo il flash su slitta, tempo di scatto di almeno 1/100 (senza possibilita’ di usare almeno un monopiede ) e diaframma a tutta apertura, e ISO alti, ahime’, alcune non si sono salvate. Ergo, ho pubblicato solo le 8 immagini perfette. D’altra parte, in discoteca la gente balla e salta come grilli e di certo non la si puo’ mettere in posa! Ora, collaborando anche con una Galleria d’Arte, posso prendermi il lusso e il piacere di scattare immagini con tutti i crismi ed in maniera riflessiva. Cordialmente Lorenzo
Una foto prima di tutto deve essere correttamente esposta e messa a fuoco, poi parliamo di composizione, di attimi fuggenti e tutto quello che vi pare!
Innanzitutto auguri, poi mi dichiaro perfettamente d’accordo con lei. Sulle foto pubblicate sui social stendo un velo pietoso. Confesso che quando scatto non sempre riesco a mantenere la giusta concentrazione e la messa a fuoco va per i fatti suoi. Dopo aver scattato lascio “decantare” per qualche giorno per trovare il giusto distacco emotivo poi faccio la cernita. Sono molto severo con me stesso. Molte le scarto, qualcuna non perfetta la tengo come promemoria come spunto futuro. Una domanda cui forse lei ha già trattato in passato: quale è il formato delle foto che “meritano” di essere stampate? Grazie.
Domanda peregrina e bizzarra. Non so cosa risponderà il maestro, ma normalmente su quattro libri che compro due rimangono intonsi in attesa di una riapertura d'interesse. E' così che casa mia è piena di libri ma solo il 30 % è stato letto. D'altronde mi capita anche con l'attrezzatura fotografica o con gli utensili del fai da te. Non sempre uso tutto ciò che acquisto ma mi rassicura l'eventualità che in caso di bisogno ce li ho.
Grazie ai suoi tutorial mi sono accorto di quante mie foto erano affette da micromosso perchè convinto chi lo stabilizzatore dell'obbiettivo me lo scongiurasse. Adesso imposto sempre un tempo di scatto appropriato , sbaglio meno e butto di più. Grazie Maestro
Grazie Maestro, severo ma giusto!
Buon anno nuovo
Giustissimo, buon anno Michele 🎉
Giusta riflessione, condivido pienamente eccetto per un caso, frutto di esperienza personale. Avevo fatto portret ad ad gruppo di colleghi e con uno di loro la natura non era stata particolarmente buona quindi superata la selezione squisitamente tecnica mi sono ritrovato con delle buone foto ma è dato difficilissimo trovare quella nella quale appariva meglio. Ne ho selezionate due o tre e poi lui per un tempo immemore ha usato quella che secondo me era la più brutta. Morale della favola, anche se esco fuori tema dall'argomento trattato dal Maestro, state attenti a valutare la bellezza altrui, molte volte noi uomini ci creiamo dei complessi che gli altri non percepiscono e crediamo di avere dei punti forti che gli altri non condividono. Buon 2025 e grazie del video.
la fotografia non è solo quella da cerimonie..., nel reportage il micromosso o il mosso lo rende più suggestivo
Dipende.
Perfettamente d'accordo Maestro. Grazie
Anzitutto un caloroso augurio di buon anno ! RIflettevo giusto in questi giorni sulle dimensioni del cestino da comprare , sulla base proprio di un suo filmato di tempo fa sullo stesso argomento , e la materia mi crea sempre un misto di perplessità e sofferenza. Cioè, premesso che nel 99% dei casi per un motivo o per l'altro scarterei tutte le mie, trovo esista una dicotomia profonda tra professionismo e dilettantismo ( e qui troverò un'ulteriore cesura tra le varie categorie di dilettanti).
Per cui cio' che per il serio professionista è "scarto" per il dilettante, in base al proprio livello tecnico può acquisire valenza vieppiù crescente ed inversamente proporziale alle capacità, sino ad assurgere , a quasi-capolavoro , come nel mio caso ad esempio. A cio' aggiungerei due ulteriori categorie: quella del " pitost che nen.. pitost " , con la funzione di fermare un attimo nel tempo , senza una possibilità diversa , così da far si che il ricordo non "vada perduto come lacrime nella pioggia" . Eppoi la categoria "didascalica" , dove la necessità documentativa in molte situazioni può compensare le eventuali ,anche gravi, imperfezioni. Ergo, il suo messaggio è limpido ed oggettivamente inappuntabile, ça va sans dire, ma penso che sia il lettore a doverlo tarare sulle proprie misure ( con onestà intellettuale però) . Su questa base mi regolerò scartando solo l' 80% ed acquistando un cestino da circa un metro cubo, e riservando la visione del restante al solo ambito strettamente familiare. Cari saluti. Beppe Lazzarone Ovada
Caro Beppe, ciascuno di noi tara il suo livello di qualità sulla base delle proprie aspettative. Il professionista, per sua disgrazia, deve tararle sulle aspettative del cliente, o del mercato (giudice ben più severo del singolo cliente). Non sono molto d'accordo sull'indulgenza accordata alle foto mal riuscite ma conservate perché rappresentano un ricordo: perché conservare un ricordo brutto di un momento bello? Auguri di felice anno anche a lei.
In effetti, proprio la scorsa settimana ho fatto un servizio fotografico in notturna in una discoteca, e le luci estremamente basse e l’uso di laser e stroboscopiche varie ha fatto si’ che alcune foto siano venute sbagliate: pur avendo il flash su slitta, tempo di scatto di almeno 1/100 (senza possibilita’ di usare almeno un monopiede ) e diaframma a tutta apertura, e ISO alti, ahime’, alcune non si sono salvate. Ergo, ho pubblicato solo le 8 immagini perfette. D’altra parte, in discoteca la gente balla e salta come grilli e di certo non la si puo’ mettere in posa!
Ora, collaborando anche con una Galleria d’Arte, posso prendermi il lusso e il piacere di scattare immagini con tutti i crismi ed in maniera riflessiva.
Cordialmente
Lorenzo
Verissimo Michele 👍🏻❤️
Adesso il micromosso fatto in bianco e nero è la nuova moda dei matrimonialisti 😂😂😂
Una foto prima di tutto deve essere correttamente esposta e messa a fuoco, poi parliamo di composizione, di attimi fuggenti e tutto quello che vi pare!
Sono perfettamente d’accordo…..
Innanzitutto auguri, poi mi dichiaro perfettamente d’accordo con lei. Sulle foto pubblicate sui social stendo un velo pietoso. Confesso che quando scatto non sempre riesco a mantenere la giusta concentrazione e la messa a fuoco va per i fatti suoi.
Dopo aver scattato lascio “decantare” per qualche giorno per trovare il giusto distacco emotivo poi faccio la cernita. Sono molto severo con me stesso. Molte le scarto, qualcuna non perfetta la tengo come promemoria come spunto futuro.
Una domanda cui forse lei ha già trattato in passato: quale è il formato delle foto che “meritano” di essere stampate? Grazie.
Beh, dipende. Se voglio conservare sotto forma di stampa una foto che giudico riuscita, non scendo al di sotto del 20x30 centimetri.
@ Grazie!
D'accordissimo poche ma buone.
Vero carissimo. Meglio poche ma buone
4 foto buone su 20 è un disastro!! 😅😅😅
Già...
I libri dietro li hai letti tutti?
Domanda peregrina e bizzarra. Non so cosa risponderà il maestro, ma normalmente su quattro libri che compro due rimangono intonsi in attesa di una riapertura d'interesse. E' così che casa mia è piena di libri ma solo il 30 % è stato letto. D'altronde mi capita anche con l'attrezzatura fotografica o con gli utensili del fai da te. Non sempre uso tutto ciò che acquisto ma mi rassicura l'eventualità che in caso di bisogno ce li ho.
Grazie ai suoi tutorial mi sono accorto di quante mie foto erano affette da micromosso perchè convinto chi lo stabilizzatore dell'obbiettivo me lo scongiurasse. Adesso imposto sempre un tempo di scatto appropriato , sbaglio meno e butto di più. Grazie Maestro
Lo stabilizzatore aiuta, ma non fa miracoli. Un tempo rapido e - quando possibile - un appoggio stabile sono l'unica garanzia.