Io nonostante i suoi difetti, amo Osho, non per fede ma perché un tempo lessi decine di suoi discorsi, libri, e v'era una riflessione pressoché totale con il suo pensiero e approccio. Avevo trovato un "amico che vedeva il mondo in maniera compatibile con la mia visione", ma ecco riassumeva i concetti in frasi brillanti, che mi piaceva annotare. Però, ascoltando il Sig, Rosciano, che parla di una società "ipnotizzata dall'idea del sacrificio" vorrei andare un po' nel dettaglio. Perché sembra si critichi l'idea del "sacrificio" di per se. La questione forse è che manchi (ed è un discorso individuale non meramente di "società") un'osservazione limpida di quello che siamo, delle vere mete che valgano un sacrificio. Sacrifichiamo la nostra libertà e la nostra esperienza vitale per cose vane. Se ad es. la mia massima aspirazione fosse quella di imparare a suonare il pianoforte, beh senza il "sacrificio" del mio tempo non otterrei nulla. Certo quel sacrificio lo farei volentieri, quasi senza accorgermene. Quindi la mia distinzione è che esista un sacrificio consapevole, che è buono e giusto, e qui sono d'accordo con Rosciano, ed un sacrificio inconsapevole. Con la meditazione e la consapevolezza ognuno di noi ha uno strumento per comprendere meglio la sua essenza, la propria meta, ciò per il quale valga realmente un sacrificio. Una "via sacra", all'interno del nostro tempio e del nostro tempo. Un saluto a voi tutti. Wik
wikingo - ... quando mi sono sacrificata per cose appassionanti o positive... non mi sono nemmeno accorta del sacrificio compiuto... Rosciano si riferiva a ben altro concetto come tu hai ben compreso, ed è così: infatti, da sempre, da quando siamo apparsi sulla Terra, le elites dietro i pupazzi criminali, che ora ben conosciamo, hanno avuto necessità assoluta del nostro sacrificio. La maggioranza delle persone glielo fornisce convinta sia la normalità (e vantandosene pure, come abbiamo costatato di recente... )
@@annamariagiustizia1382 sì vero, ed in parte siamo "noi" che le supportiamo queste èlite (che da sole sarebbero fragili). Quasi sempre lo facciamo inconsapevolmente: a volte per paura o senso di inferiorità, altre per assicurarci sicurezze, calcoli o opportunismo, altre per ignoranza... Restituire ad ogni essere umano, e a tutti, la propria dignità, sarebbe già un buon primo passo.
@@Wikingo concordo con te. Penso che sarebbe bene avvenisse non il "restituire ad ogni essere umano... " ma, invece che "ogni essere umano si riprendesse la propria dignità..." dicono che la gente si sta risvegliando... a parte gli zombi che mi circondano, potrebbe essere vero, voglio almeno sperarlo. Non so che sensazione haitu in merito... 😊
@@annamariagiustizia1382 ''dicono..."😄chi lo dice?! 😊 ho la speranza che ognuno di noi trovi quello che cerca, se lo cerca naturalmente. E' anche libero di stare fermo o essere zombie... Chiedi le mie sensazioni? Mah probabilmente il mio punto di vista è ancora troppo suggestionato dal mio piccolo o grande ego e dai problemi "quotidiani" della "mia" storia per darti una risposta che risulti originale o universale. Se parliamo di percezione della realtà dal mio punto, mi sembra che siamo tutti su un treno che viaggia all'impazzata verso l'ignoto, già non si conosce la destinazione..poi ad aumentare l'angoscia ci sono i "piloti pazzi" che sono totalmente folli o così ci appaiono. Pensa...a quante cose si pensano, si fanno e si provano nel mondo in questo solo istante - quante nascite, quante sfide, quante possibilità - e la follia di uno-due uomini ed in pochi minuti non ci siamo più. Siamo arrivati a questo... Tutto per la solita storia del potere, del controllo e del territorio. Meglio i cani ed i gatti, loro ci fanno solo la pipì sopra... noi bombe atomiche. Poveri esseri inconsapevoli che siamo.
@@Wikingo Caro Wikingo, concordo su tutto... o quasi, per me le cose stanno così: quasi la totale maggiorianza umana riesce a convincersi - ancora nel 2022 - a conferire un potere assoluto ad un gruppetto sparuto di brutte famiglie. L'ignoranza e l'gnavia sono mortali.
Ogni frase dell'intervistatrice contiene l'orrendo intercalare "come dire", per il resto, il contenuto dell'intervista è un ottimo spunto per approfondire e riflettere
Sai Baba non era un guru ma un Avatar,caro Rosciano con tutto il rispetto non banalizziamo la sua missione , come io non banalizzo e ho molto rispetto per la grande figura di Osho.
Tra sai baba ed Osho ci sono livelli diversa di conoscenza del visibile e dell invisibile sathya sai baba è un purnavatar e si vede ogni 5000 oppure 10000 anni circa uno come Osho ogni 25 50 anni
Sono state vendute per costruire Rajnershpuram. La città dell' Oregon.... Osho non possedeva niente.....un Illuminato non ha bisogno di beni materiali ...l Esistenza stessa lo mantiene in vita...
Ancora con le Roll Roys? Non ne aveva una ma 99! Non hai ancora capito il significato anche ironico verso l’opulenza capitalista americana ? Guarda la Luna!
Non hai capito quasi niente di Osho. Almeno gli insegnamenti suoi più importanti. Un maestro, a dire di Osho, è una persona che ha raggiunto l'illuminazione, cioè diventa consapevole di se stesso, del suo corpo della sua mente, e se ne distacca come se osservasse qualcun'altro, perchè ognuno non è il corpo o la mente ma è pura consapevolezza. Quindi non è una persona speciale, un eletto, che nasce ogni 2000 anni. Tutta la spiegazione finale inoltre è molto confusa quando Osho la spiega molto più semplicemente. La via della meditazione è: osservare il corpo, la mente e il cuore (le emozioni). Solo questo. Automaticamente, sempre a suo dire, raggiungi man mano conoscenza di te stesso e il grado ultimo è l'illuminazione.
Certo che se un discepolo della prima ora non ha capito nulla di Osho sono messi male i seguaci. Sulla distinzione tra maestro e guru il discepolo di Osho non è corretto del resto Osho era il primo ad inventarsi etimologie fantasiose. Il termine guru in sanscrito ( il discepolo riferendosi alla lingua dell'induismo parla di "indiano" dimostrandosi abbastanza grossolano) è usato normalmente per riferirsi a persone degne di particolare rispetto, che in quel contesto dottrinale non possono che essere maestri spirituali, insegnanti spirituali, mentori spirituali. In sanscrito la radice originaria della parola "guru" si riferisce ad una persona "pesante" nel senso di persona importante, di elevato valore. C''è un'affinità con termine ebraico "kavod" usato in maniera aggettivale. Che una persona "venerabile" spiritualmente poi abbia la possibilità di compiere "miracoli" grazie alle siddhi o meno è secondario, poiché le siddhi non sono il segno essenziale di un maestro spirituale autentico ma effetti collaterali di un minimo di grado operativo acquisito Un'autorità spirituale può benissimo non aver raggiunto un grado di sviluppo spirituale sufficiente a permettergli di operare attraverso le "siddhi" ma essere dottrinalmente molto più elevato del guro che si diletta in questi esercizi. Così com'è vero che molti veri maestri realizzati nascondevano le siddhi per non creare distrazioni nella mente dei discepoli e dei veneratori. Detto questo, la presentazione di Osho come un'Avatar divino è solo una comodità per i suoi seguaci in quanto Osho avendo rifiutato la catena iniziatica dalla quale normalmente poteva aver ricevuto il "la" per intraprendere il suo cammino spirituale, non poteva che considerarsi "libero" e dunque sciolto delle linee spirituali ai suoi occhi convenzionali. Dunque doveva per forza far credere ai discepoli, anche senza dirlo, in quanto date le premesse ci arrivavano da soli, che lui era una figura venuta per una missione in "verticale" ossia direttamente dal cielo. Un'emissario, che sebbene senza profezia legale o funzione entro l'induismo, avrebbe avuto un ruolo universale. Un delirio a cui i discepoli credono, un delirio che contraddice le sue stesse affermazioni, quando dice di non essere pazzo come i profeti. Se i profeti e Gesù erano pazzi e agivano originariamente in contesti geografici limitati, Osho era un pazzo moderno, che ha sfruttato la globalizzazione del modello occidentale per farsi passare un avatar "distruttore". Del resto non potendo portare leggi che poteva dire se non che era venuto per distruggere le menzogne di millenni? La dottrina che professava era una sincresi, attinta da veri serbatoi tradizionali ma assemblata in totale libertà e immaginaria e quindi scarsa autorevolezza per il contesto incredulo e ingenuo dell'occidente moderno. Il suo precursore è stato Krishnamurti, altro mediocre che metteva in discussione ogni autorevolezza solo perché voleva parlare a gente occidentale che non volevano ne vogliono avere a che fare con tradizioni, riti veri, e legami impegnativi. Questi falsi maestri hanno sempre liquidato tutte le tradizioni senza creare nulla e senza inaugurare ere "spirituali". I loro discepoli solo le vestigia del nulla. Persone anche pacifiche e in buona fede ma che non capiscono che il "divino" non funziona come lo presentato questi detrattori di facile impatto. Del resto basta vedere il contesto culturale occidentali in quegli anni, dove in una società repressa il bisogno di "liberarsi" da condizionamenti vetusti era una priorità generazionale fortissima. Non mi pare che l'uomo si sia evoluto dalla scomparsa di Osho, anche perché solo un demente fuori dell'ordine sacro può parlare di evoluzione dell'umanità. Il ciclo discende e rettificarlo in un contesto "globalizzato" è illusorio.
Davvero interessante... grazie per questo contributo
Grazie🌷
Io nonostante i suoi difetti, amo Osho, non per fede ma perché un tempo lessi decine di suoi discorsi, libri, e v'era una riflessione pressoché totale con il suo pensiero e approccio. Avevo trovato un "amico che vedeva il mondo in maniera compatibile con la mia visione", ma ecco riassumeva i concetti in frasi brillanti, che mi piaceva annotare. Però, ascoltando il Sig, Rosciano, che parla di una società "ipnotizzata dall'idea del sacrificio" vorrei andare un po' nel dettaglio. Perché sembra si critichi l'idea del "sacrificio" di per se. La questione forse è che manchi (ed è un discorso individuale non meramente di "società") un'osservazione limpida di quello che siamo, delle vere mete che valgano un sacrificio. Sacrifichiamo la nostra libertà e la nostra esperienza vitale per cose vane. Se ad es. la mia massima aspirazione fosse quella di imparare a suonare il pianoforte, beh senza il "sacrificio" del mio tempo non otterrei nulla. Certo quel sacrificio lo farei volentieri, quasi senza accorgermene. Quindi la mia distinzione è che esista un sacrificio consapevole, che è buono e giusto, e qui sono d'accordo con Rosciano, ed un sacrificio inconsapevole. Con la meditazione e la consapevolezza ognuno di noi ha uno strumento per comprendere meglio la sua essenza, la propria meta, ciò per il quale valga realmente un sacrificio. Una "via sacra", all'interno del nostro tempio e del nostro tempo. Un saluto a voi tutti. Wik
wikingo - ... quando mi sono sacrificata per cose appassionanti o positive... non mi sono nemmeno accorta del sacrificio compiuto... Rosciano si riferiva a ben altro concetto come tu hai ben compreso, ed è così: infatti, da sempre, da quando siamo apparsi sulla Terra, le elites dietro i pupazzi criminali, che ora ben conosciamo, hanno avuto necessità assoluta del nostro sacrificio. La maggioranza delle persone glielo fornisce convinta sia la normalità (e vantandosene pure, come abbiamo costatato di recente... )
@@annamariagiustizia1382 sì vero, ed in parte siamo "noi" che le supportiamo queste èlite (che da sole sarebbero fragili). Quasi sempre lo facciamo inconsapevolmente: a volte per paura o senso di inferiorità, altre per assicurarci sicurezze, calcoli o opportunismo, altre per ignoranza... Restituire ad ogni essere umano, e a tutti, la propria dignità, sarebbe già un buon primo passo.
@@Wikingo concordo con te. Penso che sarebbe bene avvenisse non il "restituire ad ogni essere umano... " ma, invece che "ogni essere umano si riprendesse la propria dignità..." dicono che la gente si sta risvegliando... a parte gli zombi che mi circondano, potrebbe essere vero, voglio almeno sperarlo. Non so che sensazione haitu in merito... 😊
@@annamariagiustizia1382 ''dicono..."😄chi lo dice?! 😊 ho la speranza che ognuno di noi trovi quello che cerca, se lo cerca naturalmente. E' anche libero di stare fermo o essere zombie... Chiedi le mie sensazioni? Mah probabilmente il mio punto di vista è ancora troppo suggestionato dal mio piccolo o grande ego e dai problemi "quotidiani" della "mia" storia per darti una risposta che risulti originale o universale. Se parliamo di percezione della realtà dal mio punto, mi sembra che siamo tutti su un treno che viaggia all'impazzata verso l'ignoto, già non si conosce la destinazione..poi ad aumentare l'angoscia ci sono i "piloti pazzi" che sono totalmente folli o così ci appaiono. Pensa...a quante cose si pensano, si fanno e si provano nel mondo in questo solo istante - quante nascite, quante sfide, quante possibilità - e la follia di uno-due uomini ed in pochi minuti non ci siamo più. Siamo arrivati a questo... Tutto per la solita storia del potere, del controllo e del territorio. Meglio i cani ed i gatti, loro ci fanno solo la pipì sopra... noi bombe atomiche. Poveri esseri inconsapevoli che siamo.
@@Wikingo Caro Wikingo, concordo su tutto... o quasi, per me le cose stanno così: quasi la totale maggiorianza umana riesce a convincersi - ancora nel 2022 - a conferire un potere assoluto ad un gruppetto sparuto di brutte famiglie. L'ignoranza e l'gnavia sono mortali.
bravo, semplice e essenziale
Grazie
Ben detto ❤
La Via del Cuore... 💜
Ho viaggiato in lungo e in largo nella vita.....poi ho incontrato Osho. E tutto è cambiato. Ho trovato......
Ogni frase dell'intervistatrice contiene l'orrendo intercalare "come dire", per il resto, il contenuto dell'intervista è un ottimo spunto per approfondire e riflettere
Si, ha ragione siamo sotto ipnosi. L'ipnosi del "devi soffrire". Io mi sento proprio così
Sai Baba non era un guru ma un Avatar,caro Rosciano con tutto il rispetto non banalizziamo la sua missione , come io non banalizzo e ho molto rispetto per la grande figura di Osho.
un avatar ? Sai Baba ? e Krishna ?
avrà incontrato anche Mauro Rostagno. Pace
❤
Tra sai baba ed Osho ci sono livelli diversa di conoscenza del visibile e dell invisibile sathya sai baba è un purnavatar e si vede ogni 5000 oppure 10000 anni circa uno come Osho ogni 25 50 anni
Domande scomode ne abbiamo, signora giornalista?
Ma le Rolls roys a chi sono rimaste???
Sono state vendute per costruire Rajnershpuram. La città dell' Oregon.... Osho non possedeva niente.....un Illuminato non ha bisogno di beni materiali ...l Esistenza stessa lo mantiene in vita...
Ancora con le Roll Roys? Non ne aveva una ma 99! Non hai ancora capito il significato anche ironico verso l’opulenza capitalista americana ? Guarda la Luna!
A chi li aveva donate...
Non hai capito quasi niente di Osho. Almeno gli insegnamenti suoi più importanti. Un maestro, a dire di Osho, è una persona che ha raggiunto l'illuminazione, cioè diventa consapevole di se stesso, del suo corpo della sua mente, e se ne distacca come se osservasse qualcun'altro, perchè ognuno non è il corpo o la mente ma è pura consapevolezza. Quindi non è una persona speciale, un eletto, che nasce ogni 2000 anni. Tutta la spiegazione finale inoltre è molto confusa quando Osho la spiega molto più semplicemente. La via della meditazione è: osservare il corpo, la mente e il cuore (le emozioni). Solo questo. Automaticamente, sempre a suo dire, raggiungi man mano conoscenza di te stesso e il grado ultimo è l'illuminazione.
Certo che se un discepolo della prima ora non ha capito nulla di Osho sono messi male i seguaci. Sulla distinzione tra maestro e guru il discepolo di Osho non è corretto del resto Osho era il primo ad inventarsi etimologie fantasiose. Il termine guru in sanscrito ( il discepolo riferendosi alla lingua dell'induismo parla di "indiano" dimostrandosi abbastanza grossolano) è usato normalmente per riferirsi a persone degne di particolare rispetto, che in quel contesto dottrinale non possono che essere maestri spirituali, insegnanti spirituali, mentori spirituali. In sanscrito la radice originaria della parola "guru" si riferisce ad una persona "pesante" nel senso di persona importante, di elevato valore. C''è un'affinità con termine ebraico "kavod" usato in maniera aggettivale. Che una persona "venerabile" spiritualmente poi abbia la possibilità di compiere "miracoli" grazie alle siddhi o meno è secondario, poiché le siddhi non sono il segno essenziale di un maestro spirituale autentico ma effetti collaterali di un minimo di grado operativo acquisito Un'autorità spirituale può benissimo non aver raggiunto un grado di sviluppo spirituale sufficiente a permettergli di operare attraverso le "siddhi" ma essere dottrinalmente molto più elevato del guro che si diletta in questi esercizi. Così com'è vero che molti veri maestri realizzati nascondevano le siddhi per non creare distrazioni nella mente dei discepoli e dei veneratori. Detto questo, la presentazione di Osho come un'Avatar divino è solo una comodità per i suoi seguaci in quanto Osho avendo rifiutato la catena iniziatica dalla quale normalmente poteva aver ricevuto il "la" per intraprendere il suo cammino spirituale, non poteva che considerarsi "libero" e dunque sciolto delle linee spirituali ai suoi occhi convenzionali. Dunque doveva per forza far credere ai discepoli, anche senza dirlo, in quanto date le premesse ci arrivavano da soli, che lui era una figura venuta per una missione in "verticale" ossia direttamente dal cielo. Un'emissario, che sebbene senza profezia legale o funzione entro l'induismo, avrebbe avuto un ruolo universale. Un delirio a cui i discepoli credono, un delirio che contraddice le sue stesse affermazioni, quando dice di non essere pazzo come i profeti. Se i profeti e Gesù erano pazzi e agivano originariamente in contesti geografici limitati, Osho era un pazzo moderno, che ha sfruttato la globalizzazione del modello occidentale per farsi passare un avatar "distruttore". Del resto non potendo portare leggi che poteva dire se non che era venuto per distruggere le menzogne di millenni? La dottrina che professava era una sincresi, attinta da veri serbatoi tradizionali ma assemblata in totale libertà e immaginaria e quindi scarsa autorevolezza per il contesto incredulo e ingenuo dell'occidente moderno. Il suo precursore è stato Krishnamurti, altro mediocre che metteva in discussione ogni autorevolezza solo perché voleva parlare a gente occidentale che non volevano ne vogliono avere a che fare con tradizioni, riti veri, e legami impegnativi. Questi falsi maestri hanno sempre liquidato tutte le tradizioni senza creare nulla e senza inaugurare ere "spirituali". I loro discepoli solo le vestigia del nulla. Persone anche pacifiche e in buona fede ma che non capiscono che il "divino" non funziona come lo presentato questi detrattori di facile impatto. Del resto basta vedere il contesto culturale occidentali in quegli anni, dove in una società repressa il bisogno di "liberarsi" da condizionamenti vetusti era una priorità generazionale fortissima. Non mi pare che l'uomo si sia evoluto dalla scomparsa di Osho, anche perché solo un demente fuori dell'ordine sacro può parlare di evoluzione dell'umanità. Il ciclo discende e rettificarlo in un contesto "globalizzato" è illusorio.
Ohhhh.....siete tutti molto pieni. Peccato...😊
Om Shanti Om 🙏
Tutti gonzi