Questa è la mia breve pseudo-recensione in Sperimentatori della Settima Arte - Film bizzarri e weird. Beau ha paura [2023] di Ari Aster. Horror contemporaneo fin troppo ambizioso ed esagerato nel suo mostrare dei simbolismi espliciti. E' già stato detto di tutto su questo film. Dopo aver letto numerose recensioni e tante spiegazioni dettagliate sul film, mi sono convinto sempre di più che Beau ha paura è un film che è indirizzato solo ad un target: ovvero, lo spettatore intellettuale che si lascia trasportare dalle immagini e dai lenti dialoghi, pensando di assistere ad una lezione di psicoanalisi. Beau ha paura è un film psicologico e drammatico, che sembra autistico nel suo modo di comunicare con lo spettatore. E' come vedere una recita teatrale in cui vengono trattati sempre gli stessi temi: tra cui il senso di colpa, la paura e l'autocommiserazione. E' un film totalmente sbilanciato e frammentario. Ciò che funziona è ovviamente Joaquin Phoenix, che è nei panni di un uomo senza personalità, senza carisma, che subisce senza quasi mai reagire e difendersi. Beau ha paura è ridondante e annacquato, nel suo essere un viaggio introspettivo, una ricerca del senso di completezza, dell'integrità psicologica, dell'equilibrio, dell'autostima e della fiducia... Un viaggio che sembra avere una destinazione precisa, ovvero la catarsi o la liberazione, invece risulta inconcludente e con una logica disfattista. Come se Ari Aster volesse condannare lo stesso Beau. Ma in sintesi, questo film poteva intitolarsi - Ari Aster è confuso - perché si nota una certa confusione nella mente del regista. Sebbene Aster abbia una notevole intelligenza simbolica e una forte immaginazione, non riesce però a trovare un ordine nelle sue idee. Questo forse è indice di una sopravvalutazione e di un eccesso di ostentazione, perché un bravo artista [in generale] non cerca di stupire a tutti i costi lo spettatore, ma di trascinarlo nella sua opera, stabilendo un legame intellettuale ed emotivo con l'intero scenario, l'intero universo dell'opera stessa. Quindi, perché Beau ha paura non funziona? Per il motivo molto banale che non c'è un vero impegno da parte di Aster di creare uno scenario che sia verosimile e accessibile per la logica dello spettatore... ma un arrogante esercizio di stile di quasi tre ore. Ho apprezzato però il fatto che ci siano delle citazioni agli altri due film del regista, ovvero a Midsommar ed Hereditary. Per il resto, un film schizofrenico che potrebbe affascinare solo i cinefili più ingenui, appassionati di psicologia e di simboli...
È un film che per me di ore ne poteva durare anche altre tre. Io preferisco il cinema lineare al cinema simbolico, o meglio, per me un film può anche essere super contorto, ma l'importante è che abbia una logica interna. In questo film, invece, è inutile ricercare la logica, perché è tutto simboli, ma lancia dei messaggi che mi stanno molto a cuore, sarà per questo che l'ho amato così tanto. Viviamo in una società che non ti lascia libertà di scelta, ma poi ti dà la colpa delle scelte sbagliate che ti ritrovi costretto a fare, e ti dà la colpa anche di cose che non sono colpa tua. Una società che ti rovina ma che poi ti demonizza anche. Di questo parla questo film, e per me è una cosa grandiosa.
Mi è piaciuta molto la tua recensione, anche se sono completamente in disaccordo, però trovo (forse sbagliando) che recensisci il cinema di Aster o Eggers o altri registi in voga in questo momento (tranne Peele) in base a come vengono recepiti dal pubblico generalista più che per il film di per sé. Comunque complimenti per la recensione perchè è veramente esaustiva e ti concentri su ogni passaggio.
Non ho ancora visto il film, ma condivido completamente la tua analisi sugli “autori” contemporanei. Se dopo 3 film osanniamo così questi registi, secondo me c’è qualche problema. Aspettiamo e vediamo, con calma. Nel frattempo mi godo Scorsese visto che il nuovo trailer mi ha già hypato
Io Neill Blomkamp l'ho sempre trovato sì autoriale, ma anche tanto commerciale. Parliamoci chiaro, non ha fatto mai film d'essai per un pubblico che ama l'odore dei salotti che sanno di scureggia, sono film di fantascienza che puntano molto all'intrattenimento, ma che hanno sempre un qualcosa dietro. Elysum è un film commerciale, Chappie è un film commerciale, non sarà mica un'opera criptica e dalla narrazione lenta? Il problema è che esordire con una bomba come "Distretto 9" crea delle aspettative davvero alte per i film successivi, ricordiamoci che all'epoca si parlava della rinascita della fantascienza, insomma gli hanno buttato sulla schiena un ruolo difficile da portare avanti per un esordiente. Io personalmente ho amato tutti i suoi film, persino quella robetta di Demonic,ma davvero non si può dire che il suo cinema non fosse commerciale, evidentemente i compromessi chiesti erano troppo castranti e piuttosto che vederlo ridotto come Sam Raimi nell'ultimo film Marvel...ma guarda, meglio così 😅
Sta volta non posso che essere d'accordo. Si è detto molto su questo film che o lo si ama o lo si odia. A me più che altro ha lasciato indifferente. Ha avuto a disposizione tre ore di film per approfondire un'argomento il cui senso era già lampante nella prima scena di dialogo telefonico con la madre. La prima parte potrei definirla intrigante, anche se (faccio una battuta) molti residenti di certi centri in America non chiamerebbero quanto mostrato "una manifestazione onirica delle ansie e gli incubi del protagonista", ma "Martedì". Anche la scena del poliziotto, più che farmi speculare su metafore della condizione psicologica etc. mi ha fatto pendare "America". Scherzi a parte, forse l'unico mio problema con la prima parte è una messa in scena che vorrebbe puntare sul grottesco, ma vira un po' troppo sul comico dal mio punto di vista. Ci sono alcune sequenze che con una musica diversa sotto potrebbero sembrare uscite da Una Pallottola Spuntata. La seconda parte mi ha tediato, perchè (di nuovo) la questione del figlio era chiara fin dall'inizio e forzare quella dinamica per tutto quel tempo non mi è sembrato dare al film niente di necessario. Sulla sequenza del bosco non sono del tutto d'accordo perchè, pur sembrando un po' una CharlieKaufmanata di seconda mano (passami il termine) ho gradito un freno sul grottesco e una messa in scena ai miei occhi più "delicata". Sul finale...si, didascalismi dove non ce n'era bisogno, alla scena della creatura non ho detto "MA CHE CAZZO STO GUARDANDO!?!?", ma "Seee vabbé". Ebin definitiva nel finale non sento un approfondimento della tematica centrale più profonda di quello che ci era stato detto all'inizio. E quello che ho capito essere il percorso finale del protagonista non mi è sembrato motivato o approfondito. Peccato
comunque non so se lo hai notato, ma sul sito Numbers gli incassi di "beau ha paura" in francia, germania, brasile, nuova zelanda sono ancora a 0, anche se il film è uscito il 20 aprile o come in germania l'11 maggio. Sicuramente non diventa un successo con quei mercati, ma almeno sarebbe un flop un pò meno grosso
Nonostante a me il film sia piaciuto molto, non posso non apprezzare quando un regista la butta di fuori come si suol dire, mi trovo in linea sulla percezione delle 4 sequenze: i primi 40 minuti top totale, seconda buona, terza ancora ancora, quarta cade anche per me troppo nel didascalico/spiegone che non ho tanto amato. Però il coso gigante è stupendo e mi ha fatto esultare lo ammetto.
Personalmente mi ha deluso, un film autoreferenziale, pesante, inutilmente pieno di simbolismi ed arrivato ad un certo punto non vedevo l'ora che finisse. La prima parte è molto interessante, le altre sono una progressiva delusione ed inserire continua carne al fuoco che fa perdere valore simbolico/metaforico all'intera opera, Ari Aster ho percepito non avesse bene le redini in mano del progetto. Peccato, attenderò il suo prossimo progetto.
Il budget di misommar è di 9 milioni. Non sono d'accordo sul giudizio su Joaquin Phoenix, basta vedere film come Don't Worry, i fratelli Sisters, C'mon C'mon. Interpretazioni molto diverse tra loro.
@@innoalcinema8509 veramente Eraserhead è costato 100mila dollari dell’epoca non 3, ma ad ogni modo, non sono d’accordo con questa critica, una volta tanto che danno i soldi ad un vero artista, ci si lamenta. Per me è uno dei più bei film degli ultimi vent’anni. Poi vabbè sono opinioni.
Questa è la mia breve pseudo-recensione in Sperimentatori della Settima Arte - Film bizzarri e weird.
Beau ha paura [2023] di Ari Aster.
Horror contemporaneo fin troppo ambizioso ed esagerato nel suo mostrare dei simbolismi espliciti.
E' già stato detto di tutto su questo film. Dopo aver letto numerose recensioni e tante spiegazioni dettagliate sul film, mi sono convinto sempre di più che Beau ha paura è un film che è indirizzato solo ad un target: ovvero, lo spettatore intellettuale che si lascia trasportare dalle immagini e dai lenti dialoghi, pensando di assistere ad una lezione di psicoanalisi.
Beau ha paura è un film psicologico e drammatico, che sembra autistico nel suo modo di comunicare con lo spettatore. E' come vedere una recita teatrale in cui vengono trattati sempre gli stessi temi: tra cui il senso di colpa, la paura e l'autocommiserazione.
E' un film totalmente sbilanciato e frammentario.
Ciò che funziona è ovviamente Joaquin Phoenix, che è nei panni di un uomo senza personalità, senza carisma, che subisce senza quasi mai reagire e difendersi.
Beau ha paura è ridondante e annacquato, nel suo essere un viaggio introspettivo, una ricerca del senso di completezza, dell'integrità psicologica, dell'equilibrio, dell'autostima e della fiducia... Un viaggio che sembra avere una destinazione precisa, ovvero la catarsi o la liberazione, invece risulta inconcludente e con una logica disfattista.
Come se Ari Aster volesse condannare lo stesso Beau. Ma in sintesi, questo film poteva intitolarsi - Ari Aster è confuso - perché si nota una certa confusione nella mente del regista.
Sebbene Aster abbia una notevole intelligenza simbolica e una forte immaginazione, non riesce però a trovare un ordine nelle sue idee. Questo forse è indice di una sopravvalutazione e di un eccesso di ostentazione, perché un bravo artista [in generale] non cerca di stupire a tutti i costi lo spettatore, ma di trascinarlo nella sua opera, stabilendo un legame intellettuale ed emotivo con l'intero scenario, l'intero universo dell'opera stessa.
Quindi, perché Beau ha paura non funziona? Per il motivo molto banale che non c'è un vero impegno da parte di Aster di creare uno scenario che sia verosimile e accessibile per la logica dello spettatore... ma un arrogante esercizio di stile di quasi tre ore.
Ho apprezzato però il fatto che ci siano delle citazioni agli altri due film del regista, ovvero a Midsommar ed Hereditary.
Per il resto, un film schizofrenico che potrebbe affascinare solo i cinefili più ingenui, appassionati di psicologia e di simboli...
È un film che per me di ore ne poteva durare anche altre tre. Io preferisco il cinema lineare al cinema simbolico, o meglio, per me un film può anche essere super contorto, ma l'importante è che abbia una logica interna. In questo film, invece, è inutile ricercare la logica, perché è tutto simboli, ma lancia dei messaggi che mi stanno molto a cuore, sarà per questo che l'ho amato così tanto. Viviamo in una società che non ti lascia libertà di scelta, ma poi ti dà la colpa delle scelte sbagliate che ti ritrovi costretto a fare, e ti dà la colpa anche di cose che non sono colpa tua. Una società che ti rovina ma che poi ti demonizza anche. Di questo parla questo film, e per me è una cosa grandiosa.
Mi è piaciuta molto la tua recensione, anche se sono completamente in disaccordo, però trovo (forse sbagliando) che recensisci il cinema di Aster o Eggers o altri registi in voga in questo momento (tranne Peele) in base a come vengono recepiti dal pubblico generalista più che per il film di per sé. Comunque complimenti per la recensione perchè è veramente esaustiva e ti concentri su ogni passaggio.
Sicuramente analizzo anche il (spesso morboso) rapporto del pubblico con le opere, ma le stesse le giudico a prescindere da questo aspetto.
Ottima recensione Michele!😉
Non ho ancora visto il film, ma condivido completamente la tua analisi sugli “autori” contemporanei. Se dopo 3 film osanniamo così questi registi, secondo me c’è qualche problema. Aspettiamo e vediamo, con calma. Nel frattempo mi godo Scorsese visto che il nuovo trailer mi ha già hypato
Io Neill Blomkamp l'ho sempre trovato sì autoriale, ma anche tanto commerciale.
Parliamoci chiaro, non ha fatto mai film d'essai per un pubblico che ama l'odore dei salotti che sanno di scureggia, sono film di fantascienza che puntano molto all'intrattenimento, ma che hanno sempre un qualcosa dietro.
Elysum è un film commerciale, Chappie è un film commerciale, non sarà mica un'opera criptica e dalla narrazione lenta?
Il problema è che esordire con una bomba come "Distretto 9" crea delle aspettative davvero alte per i film successivi, ricordiamoci che all'epoca si parlava della rinascita della fantascienza, insomma gli hanno buttato sulla schiena un ruolo difficile da portare avanti per un esordiente.
Io personalmente ho amato tutti i suoi film, persino quella robetta di Demonic,ma davvero non si può dire che il suo cinema non fosse commerciale, evidentemente i compromessi chiesti erano troppo castranti e piuttosto che vederlo ridotto come Sam Raimi nell'ultimo film Marvel...ma guarda, meglio così 😅
Anche a me piacciono i film di Blomkamp, ma i risultati al botteghino sono lì a dire quanto sia riuscito a catturare il pubblico.
Ottima analisi sul film, film grandioso tra i miei preferiti degli ultimi anni
Sta volta non posso che essere d'accordo. Si è detto molto su questo film che o lo si ama o lo si odia. A me più che altro ha lasciato indifferente. Ha avuto a disposizione tre ore di film per approfondire un'argomento il cui senso era già lampante nella prima scena di dialogo telefonico con la madre. La prima parte potrei definirla intrigante, anche se (faccio una battuta) molti residenti di certi centri in America non chiamerebbero quanto mostrato "una manifestazione onirica delle ansie e gli incubi del protagonista", ma "Martedì". Anche la scena del poliziotto, più che farmi speculare su metafore della condizione psicologica etc. mi ha fatto pendare "America". Scherzi a parte, forse l'unico mio problema con la prima parte è una messa in scena che vorrebbe puntare sul grottesco, ma vira un po' troppo sul comico dal mio punto di vista. Ci sono alcune sequenze che con una musica diversa sotto potrebbero sembrare uscite da Una Pallottola Spuntata. La seconda parte mi ha tediato, perchè (di nuovo) la questione del figlio era chiara fin dall'inizio e forzare quella dinamica per tutto quel tempo non mi è sembrato dare al film niente di necessario. Sulla sequenza del bosco non sono del tutto d'accordo perchè, pur sembrando un po' una CharlieKaufmanata di seconda mano (passami il termine) ho gradito un freno sul grottesco e una messa in scena ai miei occhi più "delicata". Sul finale...si, didascalismi dove non ce n'era bisogno, alla scena della creatura non ho detto "MA CHE CAZZO STO GUARDANDO!?!?", ma "Seee vabbé". Ebin definitiva nel finale non sento un approfondimento della tematica centrale più profonda di quello che ci era stato detto all'inizio. E quello che ho capito essere il percorso finale del protagonista non mi è sembrato motivato o approfondito. Peccato
@@wmsteoopaaffwc8356 Il che senso “multiculturale e progressista”?
comunque non so se lo hai notato, ma sul sito Numbers gli incassi di "beau ha paura" in francia, germania, brasile, nuova zelanda sono ancora a 0, anche se il film è uscito il 20 aprile o come in germania l'11 maggio. Sicuramente non diventa un successo con quei mercati, ma almeno sarebbe un flop un pò meno grosso
Nonostante a me il film sia piaciuto molto, non posso non apprezzare quando un regista la butta di fuori come si suol dire, mi trovo in linea sulla percezione delle 4 sequenze: i primi 40 minuti top totale, seconda buona, terza ancora ancora, quarta cade anche per me troppo nel didascalico/spiegone che non ho tanto amato. Però il coso gigante è stupendo e mi ha fatto esultare lo ammetto.
Personalmente mi ha deluso, un film autoreferenziale, pesante, inutilmente pieno di simbolismi ed arrivato ad un certo punto non vedevo l'ora che finisse. La prima parte è molto interessante, le altre sono una progressiva delusione ed inserire continua carne al fuoco che fa perdere valore simbolico/metaforico all'intera opera, Ari Aster ho percepito non avesse bene le redini in mano del progetto. Peccato, attenderò il suo prossimo progetto.
Capolavoro assoluto
Neanche remotamente il film è banale, in ogni caso.
Ma che minchia dici, sto film è un capolavoro e se non lo capisci è meglio che cambi mestiere
Grazie tesoro, ma ce l’ho già, un altro mestiere. ♥️
@@innoalcinema8509 E menomale
Il budget di misommar è di 9 milioni. Non sono d'accordo sul giudizio su Joaquin Phoenix, basta vedere film come Don't Worry, i fratelli Sisters, C'mon C'mon. Interpretazioni molto diverse tra loro.
Lynch come prima opera ha fatto Eraserhead, non esattamente un colpo di testa arrivato dopo anni di sacrifici
E l’ha girato in garage con 3€ e gli amici. In maniera decisamente più libera e artigianale.
@@innoalcinema8509 veramente Eraserhead è costato 100mila dollari dell’epoca non 3, ma ad ogni modo, non sono d’accordo con questa critica, una volta tanto che danno i soldi ad un vero artista, ci si lamenta. Per me è uno dei più bei film degli ultimi vent’anni. Poi vabbè sono opinioni.
@@innoalcinema8509 E che cambia?
La trama in generale è comprensibile, ma molte cose sono lasciate lì e non trovano risposta
Oppure non ce l’hanno 😉
@@innoalcinema8509 ah beh si anche
@@innoalcinema8509 Certo che cel'hanno