MET | Il ciclo del grano | LIS

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  • Опубліковано 8 лис 2024
  • Il territorio di Santarcangelo ha vocazione agricola, legata a due principali coltivazioni, quella del grano e altri cereali e quella della vite.
    La via del grano è disseminata di attrezzi, saperi, credenze in cui i protagonisti (l’uomo, il sole, la terra e la spiga) danno a ogni strumento compiti pratici e significati simbolici.
    Dopo la fase di aratura, il terreno è pronto per la semina, inizialmente a spaglio, cioè a mano, a cui segue l’utilizzo di un erpice (macchina agricola che completa il lavoro dell’aratro) a piccoli denti o con un rullo spianatore, in modo che il seme venga premuto nel terreno.
    Nella primavera successiva si procede alla mietitura con la falce messoria, dotata di lama stretta e sottile, curvata ad arco e con corto manico di legno. Le dita della mano, non impegnate nel taglio, erano protette da ditali di canna. Più tardi questo sistema di taglio, viene sostituito dalla seminatrice meccanica a trazione animale.
    Le spighe tagliate vengono lasciate per alcuni giorni sul campo a essiccare, fino alla trebbiatura o battitura del grano, che consiste nello staccare le cariossidi, ossia il frutto secco contenente un solo seme, dalla spiga. Tale operazione viene eseguita con strumenti diversi: un battitore snodato detto correggiato; una pietra pesante o una tavola dentata che vengono trascinati sui grani; una trebbiatrice meccanica.
    Dopo la trebbiatura avviene la “ventilazione” per separare i chicchi dalla pula (rivestimento del seme), e selezionare poi i grani per il trasporto al mulino o per la semina successiva.
    Tutte le operazioni del ciclo del grano sono accompagnate da espressioni di un universo simbolico finalizzato al buon raccolto, alla buona conservazione dei grani e alla fortuna. La falciola per la mietitura, ad esempio, viene utilizzata anche per scacciare i temporali.
    La fine del raccolto è un’occasione di scambio, di comunicazione e organizzazione delle feste del raccolto, sull’aia della dimora rurale, al termine del lavoro.

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