Una descrizione così precisa e vera, intima e personale ma, al tempo stesso, di ognuno di noi... GRAZIE perché la parola, usata così, è dono e patrimonio comune
Mamma Silvana, ti devo tutto. Mi hai insegnato l'amore e quando sento questa canzone di Vecchioni, non posso fare a meno di donarti ancora il mio amore, forse troppo tardi, mentre tu, l'amore, me lo hai dato ad ogni istante della mia vita. So quanto hai lottato con papà, quando non sempre rispondevo alle sue esigenze e ai suoi sogni e tu...a dirmi, nel silenzio della nostra e vostra camera da letto: "Mi giro di là?" - ti dicevo io. E tu rispondevi "Sì". "Ho paura del lupo!", rispondevo io. e tu mi dicevi: "Il lupo non c'è, quando ci sono io, buonanotte amore!", Nessuna donna potrà sostituirti. Perché ovunque, dovunque, negozianti, parenti, finivi per parlare di me. E quando non avevamo un soldo per un giocattolo, ricordo ancora il piccolo ponte che mi costruissi con la carta di alluminio. Me lo ricordo ancora come se mi avessi regalato il giocattolo più prezioso. Ma che c'eri sempre, ma che io non c'ero quando te ne sei andata.
Anche la mia mamma c'era sempre....e parlava sempre di me e di mia sorella...e per fortuna c'eravamo noi quando se n'è andata.E c'era sempre quando mi insegnava le preghiere...❤
Per quello che dovevi essere e non sei stata mai..A te che c'eri semore ,a te che parlavi solo di me. A te, che non c'ero io quando te ne sei andata via per sempre.E non me lo pedonero' mai
Che c’eri sempre quando tornavo o non tornavo e mi leggevi negli occhi se avevo bevuto, cantato, fatto l’amore o girato per Milano da solo di notte, e aspettavi l’alba per dirmi niente, o forse soltanto “Dove?” E io ti rispondevo: “La nebbia, com’è bello sapere che non si sa dove si è, com’è bella Milano”. Che c’eri quando hai sopportato il mio morbillo, e con trentanove di febbre recitavo La cavallina storna in delirio. Che c’eri quando mi scoprivi a studiare di notte e “Adesso basta, ninì”, ti infuriavi e buttavi via i libri, e il giorno dopo me li facevi trovare ricoperti. Che c’eri quando una ragazza o una ferita, un sorriso come un lampo o una nuvola nera stavano attraversandomi la vita. E in quell’incidente tremendo che io non capivo perché, “Ma è solo un colpo lì”, ridevo; e tu fingevi: “Passerà, ninì, è un momento”. Che c’eri a ricopiarmi la tesi, a mettermi una chitarra in mano, a tenere nascosti in un cassetto i miei temi; che c’eri a raccontarmi un’infanzia, quando volevo uccidere Sergio in culla con un nocciolo in gola. Che c’eri a rifletterti, e chi vuoi che lo sappia, in me, per tutto quello che non avevi mai avuto e potevi, dovevi essere. Perché ovunque, comunque, in qualsiasi discussione, negozianti, amici, parenti, inesorabilmente finivi a parlare di me. Che c’eri quando non c’era la paura. Che c’eri sempre, anche quando non dovevi esserci, anche quando sei entrata per caso a innaffiare i fiori (che stavano benissimo) mentre baciavo una ragazza. Che c’eri a ogni mio Natale, a ogni smisurata incoscienza, a ogni amore svanito in profumo, a ogni mia scatola di giochi, solitudine di cui conoscevi le stelle. Ché tutto questo vento d’immagini e sogni mi viene dal tuo avermi insegnato dolcezza di vivere ad essere buoni, e perfino dire le preghiere che mi sembravano ridicole allora, inutili suoni. Che c’eri sempre a buttarla sul ridere per ogni presunto dolore. Sempre a chiudere la porta e aprire le finestre. Sempre a dirmi: “Non dormi? Immagina, inventa, raccontati storie”. E c’eri sempre anche quando ti scoprivo a piangere la sera e mi dicevi: “È niente, ninì, forse è amore”. Che se ne va. Perché una volta l’hai sognato quell’uomo e lui ha sognato te. E c’eri alla prima figlia, alla seconda, all’ultimo. E a ogni pianto. C’eri a ogni prima stentata canzone. C’eri alla malinconia e me la lasciavi senza dirmi niente, senza interferire. C’eri alla cima del monte, all’acqua del mare, all’aprirsi del cielo. E c’eri sempre anche quando non erano fatti tuoi, che non t’andava mai bene niente, e in tutta onestà un bel po’ di volte mi hai pure rotto, dolcemente, i coglioni. Ma che c’eri sempre. È che io, io non c’ero, quando te ne sei andata.
A ki ha ancora la fortuna di avere la mamma !!date tutto il vostro amore e tanti baci.
Ma si può non piangere dopo una poesia così emozionante
Struggente e bellissima!! Grazie Roberto!!
Le mamme importanti si ricordano sempre nella loro dignità cultura fede ed umiltà e leggerezza
Uno tra i monologhi/canzoni più belli del prof...
Immensamente Roberto Vecchioni
ROBERTO immenso sempre emozioni !!!!!!!!!!!!!!!!💋❤👍2021
che meraviglia, prof, che meraviglia...
Lacrime, lacrime, di emozioni, da nobel roberto
Dichiarazione d'amore alla madre.
Una descrizione così precisa e vera, intima e personale ma, al tempo stesso, di ognuno di noi... GRAZIE perché la parola, usata così, è dono e patrimonio comune
Adoro🎉🎉😊questa canzone,perché mi ricorda,i momenti più belli della mia vita vita❤❤❤❤grazie maestro......❤❤❤❤❤
Grazie. La sua malinconia dolce è in queste parole.
Immenso!! ❤️
È la storia di ognuno di noi
Però,purtroppo, ci riconosciamo solo quando non c'è più tempo,e a volte restano i rimorsi.
Tutto tristemente vero❤️
Mamma Silvana, ti devo tutto. Mi hai insegnato l'amore e quando sento questa canzone di Vecchioni, non posso fare a meno di donarti ancora il mio amore, forse troppo tardi, mentre tu, l'amore, me lo hai dato ad ogni istante della mia vita. So quanto hai lottato con papà, quando non sempre rispondevo alle sue esigenze e ai suoi sogni e tu...a dirmi, nel silenzio della nostra e vostra camera da letto: "Mi giro di là?" - ti dicevo io. E tu rispondevi "Sì". "Ho paura del lupo!", rispondevo io. e tu mi dicevi: "Il lupo non c'è, quando ci sono io, buonanotte amore!", Nessuna donna potrà sostituirti. Perché ovunque, dovunque, negozianti, parenti, finivi per parlare di me. E quando non avevamo un soldo per un giocattolo, ricordo ancora il piccolo ponte che mi costruissi con la carta di alluminio. Me lo ricordo ancora come se mi avessi regalato il giocattolo più prezioso. Ma che c'eri sempre, ma che io non c'ero quando te ne sei andata.
Anche la mia mamma c'era sempre....e parlava sempre di me e di mia sorella...e per fortuna c'eravamo noi quando se n'è andata.E c'era sempre quando mi insegnava le preghiere...❤
Caro prof❤ inesorabilmete se nel cuor❤
La dedico a mio padre..che non c è piu..
Ma lui c era sempre..i che io non c ero ..mai perché vivevo nel mio mondo .grazie Roberto
Grande intenso formidabile Prof
❤ al mio babbo❤️
Sei da Nobel quanta poesia quanto amore mi fai amare sempre di più A letto nostalgia
amare di più Alberto
Roberto ti amo.... Che il mio amore ti arrivi da qualche vento ..❤😅😊
Non so voi ma io piango commuovendomi sempre sentendo questa poesia!
Io sto facendo quello che fai tu sei uno dei pochicon l'anima
Per quello che dovevi essere e non sei stata mai..A te che c'eri semore ,a te che parlavi solo di me.
A te, che non c'ero io quando te ne sei andata via per sempre.E non me lo pedonero' mai
uff, lacrime, lacrime, lacrime!
Mamma mia,che male. Un cazzotto nell'anima questa canzone. Ho perso mia madre da troppo poco per essere obiettiva.x ora, capolavoro
Grande Poera Roberto....trasmetti sempre emozioni ❤
Splendida
PAPÀ mi tanto...tu eri cosi....
❤
ricordo mia madre mi chiamava neno
❤mi ricordi mio padre
❤mio padre
Inesorabilmente ti fermavi a parlare di me❤
Struggente e vera...
C'eri sempre anche quando ti rispondevo male C'eri e basta
io non c'ero quando te ne sei andata
❤❤❤❤❤❤
La dedico a mio padre
Che c’eri sempre quando tornavo o non tornavo e mi leggevi negli occhi se avevo bevuto, cantato, fatto l’amore o girato per Milano da solo di notte, e aspettavi l’alba per dirmi niente, o forse soltanto “Dove?” E io ti rispondevo: “La nebbia, com’è bello sapere che non si sa dove si è, com’è bella Milano”.
Che c’eri quando hai sopportato il mio morbillo, e con trentanove di febbre recitavo La cavallina storna in delirio.
Che c’eri quando mi scoprivi a studiare di notte e “Adesso basta, ninì”, ti infuriavi e buttavi via i libri, e il giorno dopo me li facevi trovare ricoperti.
Che c’eri quando una ragazza o una ferita, un sorriso come un lampo o una nuvola nera stavano attraversandomi la vita.
E in quell’incidente tremendo che io non capivo perché, “Ma è solo un colpo lì”, ridevo; e tu fingevi: “Passerà, ninì, è un momento”.
Che c’eri a ricopiarmi la tesi, a mettermi una chitarra in mano, a tenere nascosti in un cassetto i miei temi; che c’eri a raccontarmi un’infanzia, quando volevo uccidere Sergio in culla con un nocciolo in gola.
Che c’eri a rifletterti, e chi vuoi che lo sappia, in me, per tutto quello che non avevi mai avuto e potevi, dovevi essere.
Perché ovunque, comunque, in qualsiasi discussione, negozianti, amici, parenti, inesorabilmente finivi a parlare di me.
Che c’eri quando non c’era la paura.
Che c’eri sempre, anche quando non dovevi esserci, anche quando sei entrata per caso a innaffiare i fiori (che stavano benissimo) mentre baciavo una ragazza.
Che c’eri a ogni mio Natale, a ogni smisurata incoscienza, a ogni amore svanito in profumo, a ogni mia scatola di giochi, solitudine di cui conoscevi le stelle.
Ché tutto questo vento d’immagini e sogni mi viene dal tuo avermi insegnato dolcezza di vivere ad essere buoni, e perfino dire le preghiere che mi sembravano ridicole allora, inutili suoni.
Che c’eri sempre a buttarla sul ridere per ogni presunto dolore. Sempre a chiudere la porta e aprire le finestre.
Sempre a dirmi: “Non dormi? Immagina, inventa, raccontati storie”.
E c’eri sempre anche quando ti scoprivo a piangere la sera e mi dicevi: “È niente, ninì, forse è amore”. Che se ne va. Perché una volta l’hai sognato quell’uomo e lui ha sognato te.
E c’eri alla prima figlia, alla seconda, all’ultimo.
E a ogni pianto.
C’eri a ogni prima stentata canzone.
C’eri alla malinconia e me la lasciavi senza dirmi niente, senza interferire.
C’eri alla cima del monte, all’acqua del mare, all’aprirsi del cielo.
E c’eri sempre anche quando non erano fatti tuoi, che non t’andava mai bene niente, e in tutta onestà un bel po’ di volte mi hai pure rotto, dolcemente, i coglioni.
Ma che c’eri sempre.
È che io, io non c’ero, quando te ne sei andata.
E mi dicevi " è niente ninni"
quanti saluti in una canzone
ciao nonno ed ora ciao nonna
È stranissimo ma sua prof somigliava alla mia e io ero un po truffaldina
#Vate!
😄
Ed é un requiem?