Mi ricordo l'esame di analisi 1. L'esame vero e proprio era vincolato da una prova di 10 domande a risposta multipla (a crocette). La prova durava 30 minuti. Alla fine il professore diceva le sequenze corrette dei risposte (C'erano più test con le stesse domande ma con ordine diverso). Chi rispondeva correttamente ad almeno 6 risposte guadagnava il diritto a fare lo scritto vero e proprio. Lo scopo era poco didattico, ma molto pratico: ridurre gli studenti con il minimo sforzo. Fondamentalmente, un professore di matematica è uno che ce l'ha fatta ed è stato in grado di superare queste prove. E qualcuno di loro non ha realizzato, diciamo, che lo scopo di un esame dovrebbe essere quello di valutare se uno studente ha acquisito o no le competenze. Mi domando "Ma quei professore che non danno mai 10,sperano di trovare il novello Gauss?" (Anche se, in cuor mio, spero che i novelli Gauss non abbiano mai la sventura di trovare questi tipi di professori) Infine, un vecchio e saggio maestro di scuola elementare, amico di famiglia, mi confessò che quando i suoi alunni facevano l'esame di quinta (Una volta si faceva) si sentiva Lui sotto esame, perché alla fine i suoi colleghi esaminatori valutavano anche il suo lavoro ...
Questa specie di prova on/off ce l'ho avuta pure io all'esame di Informatica 1 (anzi, ora che ricordo l'avevano chiamata proprio prova on/off), e ovviamente lo scopo e' ridurre gli studenti a cui far fare lo scritto, quindi meno scritti, meno correzioni, meno lavoro. E' poco nobile, didatticamente insensato (almeno a mio avviso), ma una logica ce l'ha (logica con la quale ovviamente non sono d'accordo). Applicarlo ad una classe liceale non ti fa correggere meno verifiche pero', quindi manco quella logica ha 🤣
Mi viene in mente solo una spiegazione: vole escludere la possibilità di usare quell’esercizio per raggiungere il 6. Se ogni esercizio vale 1 pt. con 5 esercizi giusti prendi 5. Con 6 esercizi giusti + il “facoltativo” (magari anche più facile) prendi 7… rimane una boiata comunque.
Impossibile capire qualcosa che non c'è. A questi docenti andrebbe imposto un corso di insegnamento che è una cosa che prescinde dal sapere, che è la conditio sine qua non, ma afferisce alle metodologie di trasmissione di esso a scopo didattico.
@@ingegnereqbquantobasta È una roba tra andare a tentoni e prerogative del marchese del Grillo. La scuola è diventata un giocattolo in mano a dei bambini la maggioranza dei quali, acquisti dei titoli senza metter piede in un'aula scolastica, finiscono per credere di essere coerenti con gli stessi. In realtà lo lo stridio fora le orecchie.
Mi ricordo l'esame di analisi 1. L'esame vero e proprio era vincolato da una prova di 10 domande a risposta multipla (a crocette). La prova durava 30 minuti. Alla fine il professore diceva le sequenze corrette dei risposte (C'erano più test con le stesse domande ma con ordine diverso). Chi rispondeva correttamente ad almeno 6 risposte guadagnava il diritto a fare lo scritto vero e proprio. Lo scopo era poco didattico, ma molto pratico: ridurre gli studenti con il minimo sforzo. Fondamentalmente, un professore di matematica è uno che ce l'ha fatta ed è stato in grado di superare queste prove. E qualcuno di loro non ha realizzato, diciamo, che lo scopo di un esame dovrebbe essere quello di valutare se uno studente ha acquisito o no le competenze. Mi domando "Ma quei professore che non danno mai 10,sperano di trovare il novello Gauss?" (Anche se, in cuor mio, spero che i novelli Gauss non abbiano mai la sventura di trovare questi tipi di professori) Infine, un vecchio e saggio maestro di scuola elementare, amico di famiglia, mi confessò che quando i suoi alunni facevano l'esame di quinta (Una volta si faceva) si sentiva Lui sotto esame, perché alla fine i suoi colleghi esaminatori valutavano anche il suo lavoro ...
Questa specie di prova on/off ce l'ho avuta pure io all'esame di Informatica 1 (anzi, ora che ricordo l'avevano chiamata proprio prova on/off), e ovviamente lo scopo e' ridurre gli studenti a cui far fare lo scritto, quindi meno scritti, meno correzioni, meno lavoro.
E' poco nobile, didatticamente insensato (almeno a mio avviso), ma una logica ce l'ha (logica con la quale ovviamente non sono d'accordo).
Applicarlo ad una classe liceale non ti fa correggere meno verifiche pero', quindi manco quella logica ha 🤣
Mi viene in mente solo una spiegazione: vole escludere la possibilità di usare quell’esercizio per raggiungere il 6. Se ogni esercizio vale 1 pt. con 5 esercizi giusti prendi 5. Con 6 esercizi giusti + il “facoltativo” (magari anche più facile) prendi 7… rimane una boiata comunque.
Esatto, questa spiegazione regge ma appunto rimane una boiata!
Come dicevo non ho ancora trovato il senso didattico di questa cosa (e di altre...)
Ripeto il commento dello scorso video, nonostante io sia ferroviere e non insegnante... Che minchiata pazzesca
I ferrovieri sono persone sagge. Parola di figlio e cugino di capitreno😅
Impossibile capire qualcosa che non c'è. A questi docenti andrebbe imposto un corso di insegnamento che è una cosa che prescinde dal sapere, che è la conditio sine qua non, ma afferisce alle metodologie di trasmissione di esso a scopo didattico.
Davvero non so come si faccia a concepire sistemi del genere. Non riesco proprio a capirlo.
@@ingegnereqbquantobasta È una roba tra andare a tentoni e prerogative del marchese del Grillo. La scuola è diventata un giocattolo in mano a dei bambini la maggioranza dei quali, acquisti dei titoli senza metter piede in un'aula scolastica, finiscono per credere di essere coerenti con gli stessi. In realtà lo lo stridio fora le orecchie.