Ottima relazione che entra all'interno del pensiero di Walter Benjamin non attraverso concetti astratti , ma attraverso la vita stessa , come da lui vissuta. Amava certo Kafka, perché la vita di Benjamin non è molto diversa da quella del grande scrittore de "Il castello"; ma , in particolare , questo desiderio di ritrovare la felicità ( mera fantasia da adulto) nella visione felice "magica e fantastica" dell'infanzia , non può non richiamare alla mente l'opera e il pensiero di Giacomo Leopardi. L'infanzia , di per sé , non è più felice di altre età dell'uomo, : la felicità futura è " Aspettando Godot" , si sposta sempre in avanti fino alla delusione finale della vecchiaia , Allora la felicità si ricerca nell'infanzia, non perché sia felice, ma perché è evanescente nel ricordo , piena di"aura" come un'opera d'arte irripetibile , ma vanamente illusoria. Feudianamente non ci vorrebbe molto nel riconoscere nell'infanzia berlinese, nei passages, nelle perle nascoste nelle rovine della storia che l'angelo guarda con la testa rivolta al passato il desiderio immenso di una felicità mai vissuta ( a parte i contrasti col padre, simili a quelli di Kafka) da Benjamin. Ma più profondamente la felicità è mera utopia come videro i Greci che furono tragici non perché scrissero tragedie, ma perché videro con chiarezza la tragicità della vita e la durezza della morte. Quanto alla sua tesi sul dramma barocco tedesco, Benjamin inserì di proposito una premessa filosofica incomprensibile ( perché la parte critica è leggibile e comprensibile ) perché in fondo non voleva entrare in un sistema burocratico quale l'insegnamento universitario , ma essere libero. Libero e forse felice lo fu solo con "l'overdose" di morfina , l'ultimo "passage" verso l'infinito.,
Spiegazione notevole: divulgativa ma tutt'altro che superficiale. Grazie. A un ascoltatore non specialista rimane l'impressione di un Benjamin legato all'Ottocento, con un approccio quasi onirico e simbolista alla realtà. Con grandissime intuizioni, ma con una visione tutta qualitativa priva dell'asciutezza quantitativa cioè scientifica in senso stretto. In ciò stranamente poco novecentesco.
Une petite remarque, petite, mais qui a son importance pour la vérité historique. À un moment donné, au tout début de la conférence, vers la douzième minute ou un tout petit peu plus avant, le conférencier parle de l'intention de Walter Benjamin de répondre à l'invitation de son ami Scholem et de se rendre en Israel, or Israel n'existait pas alors. Scholem était en Palestine, Benjamin devait se rendre donc en Palestine, VU!
Molto interessante! Dove afferma Benjamin che “l’apparenza della rappresentazione viene data alla fiamme per amore del contenuto di verità dell’opera d’arte"?
Benjamin non solo era un cabalista, iniziato, ma addirittura adepto di un «movimento, la Jugendbewegung, di orientamento patriottico e völkisch che organizzò un grande raduno i giorni 11 e 12 ottobre 1913 sul Monte Meissner, nei pressi di Kassel»14
che bella relazione professore!
Che lezione meravigliosa, specialmente per com’è trasmessa: l’emozione e coinvolgimento. GRAZIE!
Lezione bellissima. Grazie professore; lei ha reso chiaro il pensiero difficile, ma straordinario di Benjamin.
Grazie!! Bellissima lezione di livello alto ma comprensibilissima. Piacevole anche il Suo modo di comunicare.
ua-cam.com/video/DEOmdDu28KQ/v-deo.html
Che bell'intervento, utile a visualizzare quella «costellazione satura di tensioni» del pensiero benjaminiano, grazie per la pubblicazione!
Ottima relazione che entra all'interno del pensiero di Walter Benjamin non attraverso concetti astratti , ma attraverso la vita stessa , come da lui vissuta. Amava certo Kafka, perché la vita di Benjamin non è molto diversa da quella del grande scrittore de "Il castello"; ma , in particolare , questo desiderio di ritrovare la felicità ( mera fantasia da adulto) nella visione felice "magica e fantastica" dell'infanzia , non può non richiamare alla mente l'opera e il pensiero di Giacomo Leopardi. L'infanzia , di per sé , non è più felice di altre età dell'uomo, : la felicità futura è " Aspettando Godot" , si sposta sempre in avanti fino alla delusione finale della vecchiaia , Allora la felicità si ricerca nell'infanzia, non perché sia felice, ma perché è evanescente nel ricordo , piena di"aura" come un'opera d'arte irripetibile , ma vanamente illusoria. Feudianamente non ci vorrebbe molto nel riconoscere nell'infanzia berlinese, nei passages, nelle perle nascoste nelle rovine della storia che l'angelo guarda con la testa rivolta al passato il desiderio immenso di una felicità mai vissuta ( a parte i contrasti col padre, simili a quelli di Kafka) da Benjamin. Ma più profondamente la felicità è mera utopia come videro i Greci che furono tragici non perché scrissero tragedie, ma perché videro con chiarezza la tragicità della vita e la durezza della morte. Quanto alla sua tesi sul dramma barocco tedesco, Benjamin inserì di proposito una premessa filosofica incomprensibile ( perché la parte critica è leggibile e comprensibile ) perché in fondo non voleva entrare in un sistema burocratico quale l'insegnamento universitario , ma essere libero. Libero e forse felice lo fu solo con "l'overdose" di morfina , l'ultimo "passage" verso l'infinito.,
Spiegazione notevole: divulgativa ma tutt'altro che superficiale. Grazie. A un ascoltatore non specialista rimane l'impressione di un Benjamin legato all'Ottocento, con un approccio quasi onirico e simbolista alla realtà. Con grandissime intuizioni, ma con una visione tutta qualitativa priva dell'asciutezza quantitativa cioè scientifica in senso stretto. In ciò stranamente poco novecentesco.
ua-cam.com/video/DEOmdDu28KQ/v-deo.html
Une petite remarque, petite, mais qui a son importance pour la vérité historique. À un moment donné, au tout début de la conférence, vers la douzième minute ou un tout petit peu plus avant, le conférencier parle de l'intention de Walter Benjamin de répondre à l'invitation de son ami Scholem et de se rendre en Israel, or Israel n'existait pas alors. Scholem était en Palestine, Benjamin devait se rendre donc en Palestine, VU!
Naoufel Jaouada pour leur mentalite il y israel...toujours
bella lezione!!!!
ua-cam.com/video/DEOmdDu28KQ/v-deo.html
Corro a procurarmi "Infanzia berlinese", e poi "Strada a senso unico"; bella relazione del prof. Gianluca Cuozzo :) pS ma di chi è il pezzo iniziale?
ua-cam.com/video/DEOmdDu28KQ/v-deo.html
W. Benjamin playlist: ua-cam.com/play/PL3fgeUuxrfbVCFs_aHJH2LrnhMDkCaP5k.html
Molto interessante! Dove afferma Benjamin che “l’apparenza della rappresentazione viene data alla fiamme per amore del contenuto di verità dell’opera d’arte"?
Benjamin non solo era un cabalista, iniziato, ma addirittura
adepto di un «movimento, la Jugendbewegung, di orientamento
patriottico e völkisch che organizzò un grande raduno i giorni
11 e 12 ottobre 1913 sul Monte Meissner, nei pressi di Kassel»14
Quanta attualità !!
Quanta tragica attualità !
...che brutta cosa la spocchia dei proff!!!
Dov'è la spocchia in questo intervento?
piano...parli con calma
chiacchere al vento
Soltanto petegolezzo niente altro.