Ciao Saverio. Due fattori seri che hai tralasciato sono la fisicità e la degenerazione commerciale legata all' omologazione. Mi spiego. La fisicità della musica deriva dal fatto che nessuno suona più uno strumento o ha in casa qualcuno che suoni uno strumento. Quando hai un papà che suona la chitarra ( x esempio ) trovi in casa questo oggetto e ti viene voglia di provare a toccarlo. Quando senti una chitarra poi ti fai delle domande: " ma dove è la chitarra in questa canzone" Quando senti o studi chitarra provi cose emozionanti ( dominanti secondarie, alterazioni ) che su Spotify non senti più ... Quando duplichi una cassetta devi poi sentire come è la copia, quando ascolti un vinile vedi i segni del giradischi, senti che un disco che hai ascoltato 10000 volte non suona più bene eccc ..... ( potrei farti 100 esempi ). Il secondo fattore non è legato tanto alla musica in se ma a qualsiasi prodotto sul mercato. Oramai le abbiamo sentite e viste di tutti i colori... È molto difficile produrre novità ( anche perché la novità porta sempre disagio). La tecnica di vendita do un prodotto oramai è essenzialmente questa : assefuazione ... step successivo ( ci siamo già ) assefuazione velocissima : sempre cose identiche e veloci ma che danno l' impressione di una sensazione di novità ( anche nell' abbigliamento per esempio è così ) Fammi sapere cosa ne pensi . Ciao
Tutto verissimo ciò che hai detto… ci sono tante cose che influiscono ma principalmente è una questione di cultura e del fatto che oltre a non avere una “competenza artistica” di ciò che si ascolta c’è anche il fatto che siamo in pochi ormai a dar valore alla musica… per la maggior parte è come hai detto tu un sottofondo
Tutte considerazioni valide. Educare alla musica è un tema che mi è molto caro essendo io insegnante di musica in una primaria. Forse può sembrare "presto", ma già alle elementari puoi far conoscere un ampio spettro di realtà musicali. Anzi, forse è proprio tra i 6 e gli 11 anni che cominci a "sentire" la musica non solo con le orecchie. Sto valutando l'idea di scrivere un libro per gli insegnanti di musica della scuola primaria, nel quale si suggeriscono ascolti guidati. Io faccio ascoltare davvero di tutto: dalla musica nuova alla musica classica. Ma soprattutto facciamo un giro per il mondo e vediamo cosa ascoltano in altri paesi in questo momento storico. Non so se otterrò qualcosa, bisognerebbe chiederlo ai miei ex alunni e a quelli attuali, tra qualche anno...
Dal basso arriverà un cambiamento e concordo che ci vorrà tempo... Alla storia che oggi la gente vuole solo divertirsi io non ho mai creduto... Il covid ha sbattuto a molti in faccia il baratro della propria esistenza, li ha costretti a fermarsi e osservare bene ciò che erano, ciò che non sono. Non è divertimento, è paura, fuggono e cercano conforto, approvazione... e qui nasce il problema: fare scelte diverse comporta il rischio di essere criticato, messo da parte, in lockdown. E allora giù tutti con lo stesso cocktail, le stesse scarpe, le stesse labbra, le stesse scelte "alternative". Tutto è omologato oggi, dalle auto ai telefoni... la musica non è risparmiata. Chi fa business è lì per intercettare questi bisogni... Deve fare questo, perché altrimenti non sarebbe business. Gli artisti devono fare i conti con questo aspetto, fa parte del gioco in attesa di sferrare il proprio colpo... Dall'altra parte, nell'ombra, dietro quelle maschere al botulino, c'è un ascoltatore silente che attende impaziente Bisogna sperare di arrivare in tempo...
Ciao Saverio, non sono compositore o scrittore di canzoni. Questo canale mi piace molto. I miei artisti preferiti pop ora sono Madame e Coma Cose: inizio hip hop, ma ora grandi autori di canzoni all'italiana. Il talento cresce, matura e trova le radici.
Ciao Saverio. Le colpe le abbiamo tutti perché nel sistema ci siamo tutti, ognuno con i compiti che coincidono coi nostri ruoli di ascoltatori o discografici o autori o altro. Risposta alla tua domanda: sì, le major e i mass media in generale devono sì puntare al guadagno per potersi mantenere inseguendo i gusti del pubblico, ma hanno anche il dovere di istruirlo proponendo approfondimenti e materiale più di qualità. Capisco che il sistema malato si autoalimenta con altra malattia per non collassare, ma finché rimane quello è il cane che si morde la coda, però questo è il nodo che va sbrogliato.
Complimenti per l'interessante discussione, io ascolto ancora i dischi e suono musica acustica. Per fortuna che ci sono persone come te che espongono così bene i concetti sulla musica che va adesso, che per me soprattutto tra i giovanissimi non vale un granché. Alla mia età ho suonato di tutto avendo cominciato a suonare alle scuole medie, passando per Neil Young andando poi verso il Metal e arrivato oltre i '50 adesso ascolto e suono Beppe Gambetta e Roberto dalla Vecchia, che forse tu conosci ma la Generazione Z di sicuro no. Complimenti sinceri per il sito. Ti avevo inviato un commento sulle chitarre qualche anno fa, adesso sono ritornato per caso sulla tua pagina e sono contento di essermi iscritto.
Ciao, il tema è molto interessante, le domande che poni sono probabilmente senza risposta. Neanche io ne ho ma ti faccio due considerazioni un po' provocatorie: - Non credi che anche 40 anni fa (ma forse anche prima) si dicessero le stesse cose? Io che le mayor controllino il mercato, che a sanremo vadano solo i cantanti famosi o che per fare un disco serva la raccomandazione lo sento dire (e ci credo) da quando sono nato. - Usi la parola "educare". Non credi che il tuo educare sia potenzialmente diverso dal mio o da quello di altri e che non sia necessariamente positivo? In altre parole questa soluzione non è altro che spostare le decisioni da una parte all'altra, ma chi ha ragione? La mia sintesi è che il mercato non è tutto. Che le radio o sanremo (che non ascolta piu nessuno) facciano sentire un repertorio drogato non è importante per gli utenti che cercano altro, non lo è mai stato e questo ha permesso a molti di emergere o essere seguiti comunque. Tra l'altro ora è davvero possibile molto piu di una volta dove per ascoltare gli Afterhours o i Marlene Kuntz dovevo per forza comprare i loro dischi o fare lunghi viaggi per i loro concerti, pubblicati solo su riviste specializzate. Comunque ora come allora c'è buona musica, basta trovarla. E ora come allora c'è chi prova ad educarci. il rap/trap è lontano dai miei gusti ma come lo era la musica leggera una volta e come erano lontani i Genesis a mio padre e come Claudio Villa era lontano da suo padre. Ogni generazione ha i propri principi e valori ed ogni generazione ha ragione nel tempo chi gli appartiene. Come è stato per noi. Ciao e grazie
Grazie del video Saverio Detto che io soffro nel sentire tanta povertà armonica (o meglio assenza di un minimo di ricerca) nella musica che passa sul "mainstream", la situazione attuale ha una serie di concause, in cui tutti ne sono responsabili. La musica del resto è il riflesso della società, la nostra globalizzata e di un consumismo omologante, in cui il fruitore ne è protagonista mentre l'artista tende ad inseguire il consenso più che andarci contro. Bisogna ognuno prendersi carico di un proprio cambiamento, pagandolo sulla propria pelle se necessario, senza sperare che arrivi il nuovo Battisti a cambiare le regole del gioco....perchè quando arriverà, vorrà dire che il cambiamento sociale sarà già in atto. Sul perchè si passa tanta musica italiana con gli stessi autori delle stesse major, credo sia per autoalimentare un indotto che è un circolo vizioso.
Secondo me non viene premiata la ricerca musicale, che é anche differenziazione ed innovazione, e non vale solo nel settore artistico purtroppo… Siamo in pieno medioevo culturale.
Sempre video interessanti Saverio. Figurati che io ti ho scoperto come autore con Mariadele, bella e brava artista ma che poi purtroppo ha gettato la spugna. Sul coraggio concordo totalmente. Uno degli artisti con cui ho collaborato, Gianni Togni, fece ad esempio un album molto interessante dal titolo 'Bersaglio mobile', assai distante dalla sua produzione precedente. Certo è un rischio ma mille volte mi sono chiesto come mai Ligabue o Vasco non avessero quel coraggio dall'alto dei loro successi e soldi accumulati.
Nell'ascolto della musica seguo il mio istinto,deve farmi pensare e anche parecchio regalandomi emozioni e mi piace ascoltarla soprattutto su dischi.Concordo purtroppo quando dici che la musica è diventata un accessorio e non più la colonna sonora della nostra vita.Lucio era un genio.Viva la musica sempre tutta.
Ciao Saverio, sono un boomer per cui ho difficoltà ad apprezzare la musica “in auge” in questo periodo. Condivido il fatto che lo streaming ha modificato le abitudini delle nuove generazioni esasperado la rotazione dei brani, peraltro molto simili tra di loro, diseducando un po’ gli ascoltatori. Con queste premesse, visto che non ascolto questo tipo di musica, non mi ritengo in grado di dare una opinione seria. Ti chiedo una opinione sul country/americana, musica una volta di nicchia ma che ritengo ormai sdoganata in tutto il mondo. E’ una musica che ascolto molto spesso e mi sembra che non ci sia questa “rotazione” esasperata perchè secondo me mantiene quasi invariate armonia e meldia, seppur con un taglio un po’ più moderno. Mi piacerebbe avere una tua opinione. Grazie in anticipo e auguri per i prossimi 20.000 😊
Sono una fruitrice di musica e ascolto quello che mi va in base al momento, per cui non faccio parte di chi fa musica o scrive musica. Credo, che le persone non vadano educate alla musica ma che dovrebbero autoeducarsi alla musica esattamente come abbiamo fatto in tanti. Non è di certo responsabilità della generazione Z ma penso che la musica sia fortemente collegata alla società, al momento storico e chiaramente anche alle nuove tecnologie e il modo in cui le persone usufruiscono della musica. Negli anni in cui eravamo giovani, i ribelli producevano musica eccezionale perché avevano tanto da dire e la musica di allora rimarrà sempre grande musica. Oggi i ribelli cos'hanno da dire? Per fare buona musica c'è bisogno di una certa profondità di pensiero: Il discorso è molto complesso e certo in un commento non è possibile esprimere tutto ciò che penso. In ogni caso, sono per la totale non educazione alla musica perché siamo noi a doverci dirigere da qualche parte, a cercare qualcosa che possa appartenerci. Penso che cambierà quando anche la società cambierà. Musica e società epoca storica sono sempre legati assieme. Dalla manca tanto. Molti se ne sono andati ma per Dalla mi commuovo sempre, sento proprio la sua mancanza.
Ciao Saverio, bello il tema del video. Penso che un ruolo importante nel far conoscere nuovi talenti lo hanno gli attuali artisti affermati. Se ricordo bene negli anni 70 Lucio Battisti insieme ad altri fondo' la Numero 1 che poi promosse diversi artisti talentuosi del periodo ed anche Celentano col suo clan aveva messo in piedi qualcosa del genere. Sarebbe utile che ad esempio artisti pop e pop rock come Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Vasco ed altri etc potessero costruire iniziative alla ricerca di nuovi talenti giovani ai quali poi passare il testimone. Ma forse ci sono dei motivi importanti per non fare questo.
Secondo la mia visione é una correlazione di più fattori da te citati ad influire sulla qualità della musica: -troppa quantità e si lavora troppo sui singoli il che porta ad avere lavori tutti simili ma senza un filo conduttore. -l'ascoltatore medio é in ricerca di novità e la hit di due anni fa suona già vecchia. -le Major e i talent non hanno il coraggio di investire su artisti emergenti che non partono già con una solida fanbase sui social. -la cultura media musicale, non fa capire nemmeno cosa si stia ascoltando. La saturazione di un certo tipo di produzione musicale disabitua l'orecchio a capire cose che si dovrebbero intuire subito ad esempio: autotune, pitch shift, compressore abusato sui vocal (talvolta anche sui brani stessi che sono privi di dinamica). Doppie voci, vocoder ed altra post produzione varia. Poi ci sono altri temi ma troppo lunghi da scrivere in un commento. Però io ritengo che la musica di oggi, anche quella italiana non sia tutta malvagia. Tra le troppe pubblicazioni di troppi artisti (mainstream) si trovano ancora delle belle canzoni.
Ciao Saverio. Grazie per il video. Io penso che la musica andrebbe educata all’ascolto, ma il discorso è molto largo in questa bellissima domanda. Credo che ci sono tanti “ma” che ognuno dovrebbe considerare, come popolo, e come singolo, e come fattori storici che ci hanno portato fin qui e ci porteranno altrove con le nuove tecnologie. il discorso della musica, soprattutto nella pop, è meraviglioso perchè è anche la accezione della musica popolare, di quella che ci ha influenzato, anche non volendolo, nelle nostre giornate. È uno dei riflessi di quello che siamo oggi come popolo, così come dei nostri capisaldi che, per fortuna, sembrano non svanire mai. la musica pop è stata il riflesso delle generazioni, e le generazioni ne sono cresciute come persona. È per questo che, secondo me, si potrebbe pensare ad un collegamento apparentemente molto distante ma che è in realtà è persuaso nella vita di tutti i giorni. Si tratta di educare le persone non solo alla musica, ma a saper essere educati per la propria vita (non parlo solo di didattica, anzi, quasi per niente). E allora mi chiedo, sulla base di tutte queste odierne concezioni, secondo me a cosa si dovrebbe educare la persona? (E se hai voglia di rispondere, mi fa tanto piacere saperne la tua) È una domanda così banale, che però una risposta me la da. Perché la musica bella esiste ed è sempre esistita. Lo sento ogni volta che mi emoziono davanti alla nuova uscita, così come in una canzone di 30 anni fa. C’è ancora da piangerci sopra, da ballarci fino a dimenticarsi il respiro e questo la gente, secondo me, già lo sa. Ma non se ne rende conto… non è educata in questo. E potrei anche dirti che è un fenomeno di oggi come allora, ma sono “relativamente” giovane e purtroppo certe ere le ho potute solo leggere nei libri. Ma penso a Vasco, che ho visto l’altro ieri in concerto e che ho ancora la pelle d’oca a pensarci. Penso a quanta vita c’è stata in quelle sue parole, a quella ovazione di gente che, come me, gridava SI ad ogni iperbolica frase della sua scaletta. Penso a quella forza di dire che non solo non mi importa di voler essere al suo posto, ma che ci siamo già tutti, rispecchiandoci in quello che ha fatto per noi.. e alla fortuna di avercelo. quei sentimenti di menefreghismo, di coraggio, di libertà, di voglia di essere VIVO e sentire la VITA, le ho sentite nelle mie orecchie quando la gente, fino all’ultima canzone, l’ha urlata ancora come se lui l’avesse scritta ieri. Questo è quello che secondo me prima di tutto andrebbe visto di più negli occhi della gente. Dove sta la compassione, l’empatia, l’aversi voglia di rispecchiare in qualcosa che non sia sempre e solo un balletto o una frase per ridere? E per carità, io anche le guardo (molto poco) e anche io ci rido (a volte). Però, sempre parlando dell’era che ho conosciuto, penso ad una frase di un conoscente incrociato per poco mentre prendevo una birra con gli amici. E scusami tu, e tutti i possibili lettori di questa frase se è un po troppo forte. Quando raccontavo della mia emozione per andare a vedere Vasco, lui esordisce a tutti dicendo che per lui, Vasco, dovrebbe già schiattare sul palco (e ho ovviamente usato un eufemismo perchè, scusami, ma mi fa veramente schifo il concetto). Ci ho pensato parecchio perchè a me queste cose fanno ribrezzo, sia dal punto di vista educativo, che umano. Cosa Siamo arrivati a pensare di una persona che 1. Non ha fatto mai del male a nessuno ( e di esempi di persone del genere la storia ne è invece piena), 2. Ha fatto obiettivamente cose meravigliose per la nostra cultura musicale? senza contare poi il suo impegno nel sociale? Certo, se uno leggesse, studiasse, o si guardasse intorno, certe cose le saprebbe. E in più io, a questa domanda, la risposta l’ho trovata anni fa nella Intelligenza emotiva di Goleman, e alla “disintelligenza” che viviamo sotto molti aspetti. E non voglio che questa sia una critica alla società, anzi, io ne sono ben fiero di farne parte. da un paese estero e “meraviglioso” in cui vivevo, sono andato a vivere a Milano proprio perchè amo la mia società, la musica italiana (di ieri e di oggi), la nostra cultura dell’arte, e che credo che sia proprio questo posto a farmi dire che, anche se sto con quelle persone, io a quelle persone posso dare qualcosa, proprio per quella cultura di cui io ne faccio parte. Però, il problema della gente “disintelligente” lo sento e come. Lo sento quando ricevo offese gratuite e personali per la strada (anche a milano) e lo sento quando davanti all’arte, qualunque essa sia, il qualunque dice che è una cagata pazzesca, senza nemmeno riflettere a chiedersi dove sta il bello… dentro di lui, di me, di noi! Perchè, in una accezione di “bellezza collaterale”, il bello l’ho provato pure a cercare in una frase così forte come quella che ho sentito. Ad esempio, credo che la “collateralità” stia nel coraggio di averla detta (sia chiaro, niente in confronto a ben altri coraggi) e così, la gente ha il coraggio di esprimere delle idee così forti davanti ad una birra, ma non ha il coraggio di mettersi in mostra per ciò che gli piace davvero, per ciò che gli piacerebbe fare, per ciò che in fondo non fa, perchè ha paura di essere davvero ciò che vuole. Non si ha il coraggio di prendersi le offese per rischiare di essere libero, perchè non si è stati educati nemmeno a questo. perchè se non si balla il trend ma si inventa il balletto, si verrebbe offesi; e invece, chi ha inventato con il suo pensiero, dovrebbe andarsene all’altro mondo perchè così ci si può dimenticare di un’altra possibilità di ispirazione, e starsene tranquilli a fare altri 100 swipe ormai artificialmente creati già da troppi anni. Purtroppo è un discorso molto lungo, ma io credo che la gente debba essere educata a cercare se stessa. E questa ricerca, può farsela solo lei, nel buio della sua camera e del suo telefono, fino a non considerare più, come perfettamente hai definito, un accessorio la canzone del momento, ma a gridare la canzone che gli piace in uno stadio perchè la sente come un fuoco dentro. Tuttavia, a dirla tutta, su due piedi non saprei dirti il perchè di quello switch tra 2015 e 2016, non so darti una risposta precisa, ma una cosa che mi fa enormemente piacere è che si stia facendo musica italiana. magari mi farebbe molto piacere sentire un input da parte tua. forse un meccanismo mi starà sfuggendo. Però io credo che il talento e la musica coesistono, che anzi ci sono e che sono felice di tutto questo. Io lo cerco ogni giorno, e non per forza andando ad un museo, ma anche (e soprattutto) osservando le luci e le ombre per la strada. Perciò ciò che auspico, è che la gente possa davvero volersi educare, nel miglior modo che lei possa conoscere. Perché studiare fa bene alla mente e alla coscienza, oltre che alla conoscenza. È così che sviluppano le emozioni, secondo me. È così che si guarda oltre se stessi, e si comincia a prendere parte alla società in cui non solo viviamo, ma in qualche modo ci ritroviamo a scoprire la nostra vita. Però per risponderti alla domanda sul talento e mercato, vorrei raccontare di un’altra cosa. Penso spesso a quella grande tavolata di Spotify e ogni tanto mi metto a cercare delle briciole nel modo più banale. Pensando alla possibilità libertaria data da Spotify, di potere mettere tutti al centro del suo microfono, ho provato a cercare molte volte su google “playlist Spotify cantanti emergenti” ma non mi uscivano blog e recensioni, piuttosto una serie immensa di siti e sponsorizzazioni che promettono ascolti facili e playlist che verranno ascoltate. Ma da chi, mi chiedo? Non ho trovato proposte all’ascolto, ma proposte a persone che vorrebbero essere ascoltate per playlist che non vengono nemmeno segnalate. E mi chiedo, è davvero possibile pensare di voler mettere il proprio brano in quella promettente playlist, se siamo noi a non sapere cosa dirà quella playlist e se potrà essere parte della nostra giornata? E in questo frangente si rivela la musica non come statuario ma come accessorio musicale che vorrebbe far rendere ricchi. E penso che si, sarebbe davvero meglio essere coscienti con se stessi, e rendersi conto che in fondo sembra quasi un falsificare, se non vogliamo dire soldi, se non vogliamo dire ascolti… la Musica. Ed è questo più che altro che sprona me ad andare avanti, e mi fa ancora avere voglia di infiammarmi di passione: avere ancora davanti a me l’arte di mettersi in gioco. E mi auguro che tutti, sia chi ha raccontato quelle cose che ho detto, sia l’immenso Vasco, continuino (o comincino) a farlo, perchè ho davvero fame di emozionarmi ancora. Grazie per le riflessioni, e per avermi fatto riflettere!
Per i giovani l'unica cosa importante è sempre stato il successo; ma, come hai detto, la necessità del business a tutti i livelli ha solo inaridito la capacità e l'inventiva di chi ci prova. Inoltre avere a disposizione tutte le opportunità senza impegnarsi e fare fatica ha accelerato lo sviluppo del problema. A parte lo studio di uno strumento, quanti oggi impegnano il proprio tempo per capire da soli lo sviluppo di un suono o di una canzone?!? Vai sul "tubo" e tutto è risolto, e così non impari. Le "Radio Libere" oggi sono un' utopia: bisogna fare i soldi. Diamo agli ascoltatori ciò che, secondo loro, vogliono così le pubblicità vengono, pagano e loro guadagnano. Il brutto del Rap e del Trap è che sono tutti uguali nel tempo e nelle parole, cassa i 4/4 e giro di basso sopra, tutto fatto al computer senza fantasia. Domanda: perché vengono sempre più utilizzati brani vecchi famosi?... Per me la colpa è anche nostra, non vogliamo spendere del tempo per aiutare i giovani a capire (in tutti i campi). Scusa il pippone 😊
Ciao Saverio, ritengo che per capire come andare avanti ci sia bisogno di conoscere le migliori composizioni del passato, dalla musica classica ai cantautori. Andrebbe fatta una educazione musicale nelle scuole, a partire da quella dell'infanzia fino alle superiori, perchè oggi è tutto lasciato alle famiglie, e non tutte hanno la possibilità di farlo e di farlo in maniera completa e compiuta. Certo le radio e i media in generale sono importantissimi, ma una buona cultura di base ti permette di poter scegliere in maniera consapevole cosa ascoltare. So che in Italia è quasi utopia, ma io devo ringraziare mio padre che era un baritono lirico dilettante senza preconcetti e mi ha fatto conoscere oltre le opere anche i Beatles e i cantautori Italiani. Autonomamente mi sono avvicinato alla chitarra (e qui la "colpa" maggiore ce l'ha Edoardo Bennato) e da qualche tempo sono un autore dilettante col sogno di far sentire la sua musica al mondo. E' la prima volta che ti scrivo ma voglio ringraziarti per i tuoi video e gli spunti che offrono, un saluto. Nicola
Non so se la musica oggi e' piu' brutta.Posso solo dire che,quando avevo quindici anni, ho visto un gruppo a Sanremo.Il cantante,ventitreenne, aveva occhiali da sole con montatura bianca.Qualche settimana fa sono andato ad ascoltarlo,e direi che un bel po' di gente c'era a vederlo,dopo tanto tempo.Due ore di concerto,e verso la fine "Contessa".
Il pubblico (assopito e pigro, soprattutto dopo il covid) va rieducato, sicuramente, il compito di farlo spetta a tutti (nessuno escluso) che hanno anche minimamente voce in capitolo nella diffusione della cultura musicale, quindi dalle radio/tv ai discografici, dagli artisti/autori di ogni livello agli insegnanti di musica, tutti insomma. Finché la musica continuerà ad essere relegata esclusivamente a puro intrattenimento, ad una manciata di secondi e ad un ascolto distratto e pompato dalle casse di uno smartphone, non lo so, non la vedo bene. O forse è solo il destino che l'umanità ha deciso per la musica, e così dovrà andare. Certo dispiace, ma siamo tanti (forse troppi) in questo mondo, e processi culturali ed educativi di una certa portata sono grandi sistemi che includono interessi e "mestieri" sempre più disparati. L'istinto di sopravvivenza e l'ingordigia si sono sempre più fusi in un unico tendere, un unico pensare e agire. Il coraggio già, ma il coraggio senza consapevolezza non produce effetti positivi, forse nemmeno esiste davvero in quanto tale. Alla base c'è una cattiva educazione sociale, sentimentale e culturale, e la mancanza di unione di intenti rispetto a ciò che la musica è, può essere o dovrebbe essere. Tutto può coesistere insieme al denaro, ma può farlo solo nell'equilibrio delle cose e nella consapevolezza data da educazione sociale, sentimentale e culturale, quindi anche educazione finanziaria (intesa con l'accezione più nobile e utile ad ogni individuo, come il saper dare e gestire il valore).
Non seguo troppo la scena attuale anche se ci provo. Però non mi risultano molti dischi riguardo al periodo della pandemia. O me li son persi io o son stati proprio sorvolati. Ora a memoria mi viene in mente solo un disco di nick shoulders, home rage, per il resto tabula rasa. Consigli?
Ciao Saverio, oggi il mondo della musica va in un modo che onestamente non mi piace. Di chi è la colpa? Non ne ho idea. Oggi il mondo va molto veloce, anche troppo. La gente apre tiktok e scorre quello che gli passa davanti. Di ogni video ascolta 10 secondi se va bene. Io compro il disco, mi metto in poltrona con il libretto dei testi e lo ascolto cercando di scoprire cosa vuole raccontarmi quella canzone. Sono vecchio? Chi se ne frega, a me piace così. Cerco di scrivere canzoni che piacciano innanzi tutto a me. Le ascolterà qualcuno? Faro soldi con i pezzi che ho scritto? Quasi certamente no. Mi sento dire: il tuo brano dura 4 minuti, sono troppi. Beh non ascoltatelo. Io per dire quello che ho da dire ci metto minuti, se andate di fretta, mandate in radio brani da 2 minuti. Tutti i gusti son rispettabili.
Secondo me si è persa la curiosità del nuovo, quella voglia di sbattersi a cercare ed ascoltare davvero e con attenzione artisti sconosciuti. La musica buona esiste ancora, sia in Italia che nel resto del mondo. Cito una piattaforma abbastanza famosa che uso come pusher musicale, Bandcamp, si trova qualsiasi genere, di qualsiasi artista, di qualsiasi parte del mondo, basta aver voglia di prendersi del tempo e ascoltare, io lo faccio quotidianamente per ore, per me la musica è una cosa viscerale, ho bisogno della mia dose quotidiana.
Come disse il grande Gaber :la qualità è nemica della democrazia bisogna abassare il livello per adeguarsi alle esigenze di tutti chi conta sono i numeri e i consensi
Ieri sera sono passato davanti all'arena di Lignano dove c'era uno che cantava ti sta scomparendo il tanga. In auto mi ascoltavo invece una band che cantava che se era vero amore è stato meglio comunque viverlo, e mi sono passati davanti tre anni della mia vita passata che mi sono messo a piangere. Non mi viene da parlare di colpa, my friend. Ai miei figli insegnerò ad andare a cercarsi le cose belle. Altro non posso fare. Poi se vorranno andare a sentirsi quello del tanga pace. Almeno non avrò rimpjanti.
Ciao Saverio come al solito offri molti spunti interessanti. Secondo me il pubblico italiano, tutto sommato, ha così tanti artisti di livello che siamo già educati alla buona musica. Il fatto che adesso si dia tanta importanza alla musica italiana "commerciale" per me è meglio! Tanto ormai la musica pop si è omologata a uno standard internazionale. Per cui a questo punto teniamo i soldini per la nostra industria eh! Riguardo Amadeus in gran parte ha fatto il gioco che dici tu magari al 70% ma non solo! Secondo me era equilibrato. Per esempio mi ha fatto conoscere Fulminacci un artista che stimo e seguo o era molto interessante il brano "abbi cura di te" di Highsnob e Hu e via dicendo. Grazie Saverio alla prossima!
Dischi nuovi acquistati dall'inizio dell'anno. Idles, Moor Mother, Kim Gordon, St. Vincent, Beth Gibbons, più ascolto digitale (Bandcamp) per Shellac, Arab Strap, Melvins, Wadada Leo Smith (scrivo i primi nomi che mi vengono in mente). Stiamo quindi parlando della nicchia del rock alternativo e dell'improvvisazione mescolata all'avanguardia. Non noto una flessione qualitativa, noto solo un piccolo 'appiattimento' sull'estetica. Intendo che fino all'anno scorso nei dischi che amavo sentivo che c'erano almeno qualche momento in cui la musica si 'sfarinava' per poi ricomporsi (come il vecchio discorso di Zappa sulla costruzione armonica ... c'è un qualcosa che è in disequilibrio e che si deve riequilibrare) con la sensazione appunto che l'arte esca da sé stessa e si perda nel disordine della vita da cui proviene ... ecco questo elemento, che io trovavo nella musica che ascoltavo, sta scomparendo, o almeno quest'anno ne trovo traccia con fatica rispetto allo scorso anno, e questa cosa mi preoccupa più che non il fatto che le radio trasmettano solo pop o trap (non ho mai ascoltato le radio commerciali). Per quanto riguarda invece il discorso educazione, posso dire che esiste un bel programma su Radio 3 Rai dal nome Battiti, che è fruibile tramite RaiPlaySound a piacere, e che trasmettendo musiche di ogni tipo, dal jazz alla etnica alle contaminazioni post rock e post punk, è molto istruttivo. Si potrebbe farne una selezione per fare ascoltare un'ora di musica nelle scuole di ogni ordine e grado, ma ho il sospetto che l'obbligo farebbe odiare questo tipo di esperienze ai ragazzi. Del resto in un mondo con l'ascensore sociale bloccato da trent'anni uno perché dovrebbe diventare curioso? Bisognerebbe educare anche i ragazzi e dir loro 'potete costruire una società diversa se volete', spronarli al cambiamento. Se no che bisogno c'è di guardarrsi dentro o guardare fuori? Basta lo stipendio, i vestiti fighi e il ristorante di pesce ...
Caro Maestro: Lei e' una brava ed onesta persona; altrimenti non farebbe questi video; e la seguo sempre volentieri. Sul tema non mi esprimo, perche' anche io sono diventato un "boomer" (lo diventeranno anche loro). Avrei comunque una domanda personale... Nelle sue Opere: Prima del "prodotto finale"; ha avuto l'aiuto di arrangiatori? Lo chiedo perche' anche io suonicchio e scrivo (poco e per mia scelta), ma credo che il successo di una canzone, sia dovuto in buona parte anche a loro. Un buon proseguimento di Musica; tanti saluti e Salute (fisica e Spirituale). Renzo *
La musica buona va cercata ed e' sempre stato cosi'. Leggo spesso sui social che i miei coetanei boomer o quasi boomer che rimpiangono la musica dei cantautori di una volta e che adesso non c'e' piu'. In egual misura io ricordo che a quei tempi il De Gregori (ad esempio) lo dovevi cercare per trovare e di dischi non ne ha mai venduti tantissimi. Ora se cerchi bene trovi Bianconi, Vasco Brondi, Lucio Corsi... ci sono, basta cercarli.
Dai sara mica una cacata in bocca al lupo. Certo confroto a caruso tutto è ridicolo pero nonostante sia una canzoncina senza troppe pretese ha un suo perche. Tutta in levare, ha quelle vibrazioni reggae , ti diro, sono dell 88 ed è una di quelle canzoni che mi piacciono da quando l ho sentita per la prima volta in tv che era appena uscita. Sara l amarcord ma è sempre un gran pezzo
La colpa è della cultura musicale! Ho 45 anni, quando ero piccolo tv e radio mi bombardavano di spot, i miei si incazzavano se stavo troppe ore davanti alla tv con il classico dictat: non stare troppo davanti alla tv che ti rinc****oniscono e per fortuna avevo altri passatempi, citofonare agli amici, giocare a pallone, andare via in bici! Oggi il mondo è cambiato in peggio e la tv è il male minore! internet, Spotify, i social, stanno senza ombra di dubbio rincitrullendo la massa di ragazzini che diventeranno uomini e donne del futuro , i genitori non hanno più il tempo di seguirli educandoli alla cultura, ormai anch'essa trasformata nel tempo più velocemente di quanto possano apprendere i genitori stessi. ! Non è possibile che la massa venga costantemente bombardata da "canzoni banalmente copiate o riadattate", il cui tema culturale è 8 volte su 10 il successo, la fi**, le auto di lusso, senza che il giudizio di chi ascolta possa commercialmente gestirla! Generi passati come punk, techno, rap, piacevano a un pubblico più limitato, ció nonostante gli artisti che pubblicavano quei generi avevano modo di vivere la loro vita in modo più che dignitoso! Ora anche chi pubblica boiate sembra che ostenti ricchezza, è le nuove generazioni non possono neppure scegliere cosa ascoltare perché vogliono farti ascoltare solo quello 😑
Il mercato è saturo, c'è troppa musica. Un tempo se un gruppo o un artista non sfondava non andava avanti, solo per fare un demo e affittare uno studio ci volevano molti più soldi di quanti ne servano oggi, adesso basta un programma e un buon setup di una stanza per fare prodotti di ottima qualità sonora; ciò comporta che - specialmente nell'Heavy Metal - abbiamo una marea di gruppi che pur non vivendoci di musica la pubblicano comunque, il vantaggio è che riusciamo ad ascoltare tanta roba di qualità suonata e cantata con passione, non avendo in questi casi velleità commerciali ed etichette con imposizioni, lo svantaggio è che è impossibile stare al passo con tutto quello che esce.
Certo che il pubblico va educato! Un vero artista non crea in base a ciò che vuole il pubblico ma in base a ciò che sente e in base al proprio entusiasmo. La rovina non solo della musica ma dell’arte in generale è la gratuità. L’offerta di musica, film… è ormai gratuita o semi gratuità rispetto a tutto. Ciò induce la gente alla superficialità più assoluta perché non paga e quindi non è disponibile ad investire la propria attenzione su una canzone o un film. Sapendo di avere a disposizione miliardi di canzoni e centinaia di film, si ascolta e si vede con superficialità sapendo che se i primi secondi annoiano si può skippare al brano o al film successivo. Da ciò deriva che ogni creatore deve, per mantenere l’attenzione del pubblico, sconvolgere la propria opera e abbassare il livello con trovate che devono stimolare continuamente l’attenzione a scapito della riflessione. Basti pensare ai cartoni animati per bambini di un tempo e quelli di oggi. Sono cambiati i ritmi narrativi, in peggio. In un film o cartone per bambini si usano colori sgargianti, rumori eccessivi e continui, deve capitare qualcosa ogni 30 secondi…la parola d’ordine è diventata, ormai, il pubblico non deve più pensare davanti a un prodotto artistico, lo deve subire passivamente spengendo il proprio cervello in modo che non skippi al brano o al film successivo. È la bulimia dell’offerta gratuita che genera questo perverso meccanismo psicologico. Un tempo passavamo decine e decine di minuti da blockbuster a scegliere un film e, pagandolo quanto costa oggi un abbonamento a netflix, ce lo guardavamo perché era un investimento prezioso e costoso dal primo all’ultimo minuto, magari scoprendo che i primi 20 minuti erano lenti per preparare una sorpresa dal minuto 21. Oggi quel film non può più essere preso in considerazione perché se dopo 2 minuti non ci soddisfa, passiamo al prossimo che è troppo facilmente disponibile. E poi, passiamo ad altro, e poi ad altro e poi ad altro…
Due osservazioni. 1-le ore di musica alle medie sono le più inutili dopo quelle di religione. Come si fa a far capire la musica se si insegna (male) solo flauto dolce e (malissimo) storia della musica? 2-le case discografiche si definiscono "aziende" ma, a differenza delle vere aziende, mancano del reparto "Ricerca e Sviluppo" deputato a sviluppare idee nuove.
Io me ne straphotto e continuo a volare con: Pink Floyd Genesis (era Gabriel) Emerson Lake and Palmer King Crimson Yes Frank Zappa A loop da quando ero nel pancione grazie a mio padre, il resto, ripeto me ne straphotto e io in primis compongo musiche influenzate dai sopracitati! Non ho voglia di perdere tempo a parlare e ascoltare chiacchiere, se uno vuole la buona musica se la va a cercare. 🫡
Se assisti a uno spettacolo indecente, devi prendertela con il pubblico, non con l'artista! Il pubblico guida le scelte artistiche perché paga, purtroppo. Il pubblico DEVE essere educato, soprattutto deve pensare che non paga per sentire ciò che vuole, paga per essere stupito, intrattenuto, colpito in faccia dal talento, spinto a riflettere, a immedesimarsi con l'artista... Altrimenti, bastava un juke box!
Buongiorno Sir. Grandi, sarei curioso di sapere la sua opinione, in merito al concetto di *industry planted* nel mondo della musica, giusto per fare due nomi: Taylor Swift e Billie Eilish. Secondo lei quanto ha influito e continua a fare questa cosa sulla qualità della musica attuale. La ringrazio sin da ora per la sua risposta, buona giornata e buon lavoro a tutti.
Ciao. Ti seguo da un po' di tempo e ti ringrazio perché offri spunti di riflessione impreziositi dal contesto "privilegiato" di addetto ai lavori. Io insegno musica (secondo il ministero dovrei provare a creare ascoltatori consapevoli, che forse non è educare come dici tu) e sono tra quelli che fanno canzoni solo per soddisfazione personale (forse l'età. 53, conta). Devo ragionare per poter rispondere ai tuoi quesiti. Fatti I complimenti devo però farti notare una cosa che ritengo un po' fastidiosa (non prenderlo come un attacco, non sono un hater e mi vergognerei se tu lo pensassi): non c'è un video in cui non sottolinei quanti dischi di platino hai fatto o i nomi per cui hai lavorato. Tutto molto bello e importante. Ma alla lunga risulta un po' inelegante. Detto questo ti seguo sempre con interesse. Saluti
Sai, mi conoscono in pochi. Nessuno o quasi cita gli autori. Quindi, inevitabilmente, devo essere auto referenziale, non è per boria o ego, è un punto fermo. Non credo sia fastidioso, ma accetto la tua considerazione. Grazie comunque per il commento. Ciao!
cosa ne pensi di questa idea: vorrei incidere le mie canzoni su diverse copie in mdisc.. l'mdisc è progettato per durare fino a 1000 anni. attendere che le generazioni future siano in grado di riestrarre canzoni da quel supporto. Per me sarebbe bellissimo sapere anche solo idealmente che persone tra un millennio possano magari per caso riscoprire i miei pezzi.
La musica è come la cucina. Tutti cuochi con Masterchef e poi mangiamo sempre le stesse cose. Nel campo techno e house tante novità non le vedo. Tanti remix triti e ritriti (alcuni belli) ma in quanto a novità il deserto. Da Dennis Ferrer ("Hey hey", 2019 se non ricordo male) nulla di veramente interessante. Alla domanda sulla radio non posso rispondere perchè ascolto solo radio americane e solo quelle di un determinato settore. Se voglio ascoltare qualcosa di italiano vado su artisti che stimo (Dolcenera in primis) oppure provo ad aprire qualche video su YT ma dopo le prime quattro battute skippo e vado oltre. La mia impressione è che la colpa non sia nè degli artisti nè delle major ma della musica stessa che ha raggiunto un tale livello di conformità che non ti consente di andare oltre. Sia quelli che scrivono sia quelli che producono pescano tutti dallo stesso lago. Quello che mi fa più specie è l'assoluta leggerezza con la quale vengono confezionati i prodotti musicali. Nessuna cura particolare per gli arrangiamenti. Ogni volta che ascolto il cd "Ray of light" (1998!!) rimango stupito da quei suoni che letteralmente ti circondano, dai bassi che si sollevano dal pavimento fino al soffitto, da quei campanelli che corrono da una cassa all'altra. Ogni pezzo un suono diverso, ogni istante una nuova sorpresa e quella voce (bellissima) che pare lontana, perduta nei meandri del suono. Va bene la melodia, va bene il testo, va bene il riff, va bene il ritornello ma la qualità del suono non è un accessorio, è essenziale. "Light my fire" è sicuramente un gran pezzo ma il suono fastidioso di quell'Hammond e l'assenza del basso lo rendono, per me, inascoltabile.
Caro Saverio innanzi tutto bisognerebbe dare una valenza al termine "Canzone", "Brano". Cosa e come vogliamo vogliamo intenderli. Sarebbe opportuno partire da questa peculiarità! Comunque restando insieme a Jean Valjean, nel basso: Le canzoni, i brani e in genere la musica, oggigiorno sono come la pubblicità. Che sia televisiva o radiofonica deve colpire al primo ascolto. Il nostro mondo è pieno di pubblicità. In tv, per radio, sui tram. E' un martellamento a cui la musica non riesce a sottrarsi. Quante volte vi sono artisti che sfruttano il fattore pubblicitario per emergere? Normalmente lo spot televisivo si avvaleva - e lo fa tutt'ora - del motivetto simpatico che ne avvalora il ricordo commerciale. La canzone è ormai allo stesso livello. I videoclip sono, indispensabili a corollario del brano. Siamo a questi livelli.
Certo l'educazione la dovrebbero fare tutti quei mezzi ed enti che manovrano i grandi numeri e la grande comunicazione tra artista e pubblico... Esiste una cosa, forse ancora, chiamata etica del lavoro a mio avviso, e spesso etica "fa rima" con coraggio e rischio (anche imprenditoriale) anche le Major ovviamente ci sono in questo discorso... E vedendo video riguardanti Ennio Melis, mi viene un pochino di nostalgia...
Come fai ad educare all ascolto persone che non hanno nessun interesse nell' imparare? Che si accontentano solo di due note lallallero lallallà? Che sentono per radio l'ennesima cantantuncola osannata dai media che ha successo solo perché se ne sta mezz@ nud@ e la considerano la nuova regina della musica pop? Ben contenta di esseremi "votata" al kpop e jpop e produzioni di quei paesi (nonostante abbia superato i 50 anni)
Più si allontana la gente dallo strumento musicale, a casa e fuori, peggio sarà la musica che ascolterà e cercherà. L'educazione dovrebbe arrivare ovviamente dalle scuole, ma essendo questo utopistico, almeno da Sanremo e dalla Rai in generale, visto che si finanzia in buona parte con soldi pubblici...e quindi non dovrebbe essere finanziariamente costretta a "rincorrere il mercato"
a Sanremo si vedeva : Dyonne Warwick, Armstrong Louis, Josè Feliciano, Wilson Pickett, ... erano in gara... sì molta musica ora fa veramente c...are, una su tutte il raggaeton.
Nessuno può educare musicalmente, come nessuna educazione scolastica può funzionare. Mio papà diceva che, specialmente in Italia, c'era una fortissima ignoranza musicale. Mi sembrava esagerato ma iniziai ad ascoltare classica, jazz ecc. Ho scoperto artisti conosciuti nei piccoli locali,, cercato vecchie registrazioni americane, italiane, francesi e sudamericane anni' 5o, '40, '30... Non so se posso chiamarmi fuori dall'ignoranza ma penso di saper distinguere da "chi ci marcia su e chi vale". Chiedo scusa al professore se lo cito in questo mio scritto.
Esiste ancora life gate radio? Ormai sono 10anni che non ascolto piu la radio ad eccezione delle partite della seria a per una questione nostalgia. Ma che ricordo io aveva una buona selezione di musica alternativa e di qualità
L’altro giorno guardavo un live del 2022 di paolo nutini in Inghilterra..la cosa che mi ha stupito è che la stragrande maggioranza degli spettatori erano ragazzi di non più di 25 anni..in Italia quale sarebbe l’età media di un concerto analogo? io ho pensato ad un fattore culturale ma non sono un esperto. Mi rimetto ai più competenti
Forse va bene così. Mi pare che la gente compri la musica al supermercato. Prodotti di consumo, edulcorati e pieni di conservanti. Io faccio la spesa al mercato rionale, compro il pollo ruspante e le verdure bio. Faccio lo stesso con la musica. Mi piacciono le cose sperimentali, il rap ma odio con tutto me stesso l’autotune usato alla maniera di Mammood & friends. Anche i Brasile Boys erano urban ma osavano e suonavano veramente. Sanremo è il supermercato della musica e Carlo Conti una promoter di cibo industriale. Capisco che per te è diverso, tu ti nutri con la musica e devi pescare dove si trova il pesce grosso anche se è d’allenamento. Io preferisco andare a pescare anche se non prendo nulla nulla tanto mangio in un altro modo. Scusami ho scritto male, non riesco a rileggere a quest’ora. Ti stimo molto comunque. Billy Eilish trovo che sia un fenomeno quantico, fuori da tutto ciò che ho detto. Mi cattura, mi emoziona.
Sinceramente neanche mi metto a perdere tempo ad ascoltare musica di m**** né a preoccuparmi del perché esista. Musica scadente c'è ora e c'è sempre stata in passato, ma ho una formazione culturale acquisita con fatica nel conservatorio e in molti concerti dal vivo che mi posso permettere di avere un giudizio molto netto su questi tipi di fenomeni musicali. La cosa triste, però, è che chi non ha studiato musica seriamente (non parlo dell'autore del video) si sente in dovere di esprimere la propria opinione facendola passare come un fatto di gusto personale. Ciò è vero, ma se il tuo gusto si è formato con musica di m**** allora anche il tuo parere non può essere autorevole. Se vogliamo costruire la nostra casa e non siamo costruttori ci affidiamo ad una ditta edile che con le sue maestranze e i suoi ingegneri/architetti progettano l'immobile e lo tirano su. Peccato che una formazione musicale certificata non goda dello stesso rispetto di un ingegnere, medico o qualsiasi professionista di settore. Eppure tempo e fatica per acquisire delle competenze sono uguali. Tutto questo per dire che chi è ignorante in materia trova la giusta offerta da aziende della musica che non hanno nessun interesse a far crescere culturalmente il cliente se non quello di riempire le proprie tasche di denaro. Cliente e venditore sono ingranaggi che si autoalimentano nel far circolare musica di m****
io faccio parte della Gen Z anche se non mi ci riconosco tanto, soprattutto sono fortemente in disaccordo con il tipo di musica che tanto va di moda oggi. Da premettere che fin da piccolo ho sempre ascoltato più musica internazionale che quella italiana, grazie a Mtv, dico che gran parte delle canzoni italiane di oggi che vengono trasmesse alla radio appena finite di ascoltarle già le ho dimenticate. Sono canzoni che vengono prodotte in serie perchè il mercato lo richiede ma non ti trasmettono alcuna emozione, anzi alcune risultano essere pure brutte dal punto di vista dell'armonia. Purtroppo in Italia sembra che vadano di moda due tipologie di canzoni: i tormentoni e le canzoni trap. Non c'è altro. Le dinamiche sono sempre le stesse, l'autotune ormai è imperante nelle produzioni. Non ci sono più belle canzoni italiane come quelle di 15-20 anni fa e anche artisti di una certa portata come Giorgia, Elisa, Cesare Cremonini, Nek, Ligabue, ecc. Ogni tanto si sentono canzoni che si svincolano un pò dalla formula che oggi va di moda come l'ultima dei Negramaro o l'ultima dei Tiromancino ma guarda caso si tratta di artisti che provengono dal vecchio mondo e non da quello odierno. La stessa Annalisa ha dovuto virare ad un pop facilone per poter ottenere successo (anche se mi sono piaciute Ragazza Sola che era diversa dalle ultime e anche l'ultima collaborazione con Tananai è caruccia). Un'altra caratteristica che noto è l'aumento dei featuring, ce ne sono troppi, spesso mettono insieme gente (anche 2-3 cantanti) e la canzone finisce per essere solo caotica. Concludo dicendo che non so di questo periodo quante canzoni (parlo sempre di quelle italiane) rimarranno nell'immaginario collettivo, io credo che ve ne saranno poche
è anche una questione dell'ideologia introdotta dall'"iperscienza", il covid casomai ha esacerbato gli effetti. Mi riferisco alla misura di tutto in termini di efficienza e l'imperativo dello sviluppo tecnico, tutto deve essere nuovo e più efficiente anche se poi non sappiamo bene cosa farci e perchè. Uno smarphone rispetto ad un desktop di 10 anni fa è un mostro (ok ma per farci cosa?). Questa obsolescenza delle cose ormai è diventata timore di essere noi stessi obsolescenti. Viviamo nell'incertezza più assoluta su quale sia il nostro valore. Di riflesso abbiamo fame di certezze, cose con le quasi sappiamo approcciarci. I film facili i libri facili la musica facile è rassicurante. In un mondo caotico e imprevedibile Mc donald diventa un punto di riferimento. T Swift segue la stessa logica mentre i Queen ad un giovane d'oggi sarebbero angoscianti
la colpa è di quell’oggetto che hai tirato fuori all’inizio del video cioè del telefono. Non è di nessuna generazione, e non è una questione di educare. La musica oggi non passa neanche da Spotify, né tantomeno dalle radio, ma purtroppo da servizio online e da social dove in 15 secondi anche meno bisogna aver fatto tutto ed detto tutto a livello musicale.
Credo che ci sia molta disattenzione. Troppa musica fruibile senza sforzi.Tutti in balia della velocità. E nella velocità il dettaglio sfuma e per questo non c'è interesse nel curarlo. Nessuno persegue l'eternità, nè un'idea di grande bellezza. Si ricerca la reazione istantanea, l'assorbimento cutaneo immediato. D'altra parte se funzionava il tormentone estivo perchè non creare un ciclo perpetuo di tormentoni. La musica costruita bene, con le parole smussate, le pause incesellate, esiste, ma a forza di sentire rumore sempre meno orecchie la riconosceranno e la chiederanno. Non credo ci siano soluzioni. La musica fa da sè. Sempre segue le tecnologie e le tendenze culturali e di costume. Talvolta le crea. Ma non si può indirizzare. Non nel suo complesso. Speriamo in qualche buon divulgatore di bellezza. Qualche cartellone di festival un po' ben strutturato. E che dio o chi per lui ...ce ne mandi di buona, di tanto in tanto, fosse anche per sbaglio. Fosse anche di un minuto e cinquantadue. Please please please. P.S. Grazie. Per il canale. La schiettezza. Le canzoni belle scritte. Viva la musica.
finchè per passare in radio si dovrà portare al direttore editoriale una valigetta con 30.000 euro cash per ogni disco da passare in onda, le radio saranno un mercato dopato e non meritocratico...
Difficile rispondere in poche righe…di musica nuova e buona ce n’è tanta…basta girare l’angolo dietro le vie del centro e scopri tesori che se ne stavano lì in bella vista. Proprio martedì sera ero nella tua città natale Cento per la prima data del nuovo tour di Emma Nolde cantautrice fiorentina nata nel 2000 che adoro…la musica è viva. Purtroppo non è Mainstream…ci vorrebbe un po’ più di coraggio nelle radio. É vero che ci danno da ascoltare quello che gli viene chiesto. Ma dai da mangiare crescentine e salumi buoni a uno abituato ai Fast food e vedi come ti cambia dieta. Dai da ascoltare cose belle e la gente ti chiederà cose belle. È che attualmente si è assuefatta ad una qualità che ad essere buoni è decisamente medio bassa…e non parlo della produzione. Che pure è piuttosto omologata.
secondo me sì! ma aldilà della modalità di fruizione odierna della musica, è un discorso a mio avviso anche culturale: nei Gen z manca proprio la giusta base culturale della musica; la maggior parte di essi infatti a differenza di noi millennials e ancor di più delle più vecchie generazioni, sono completamente disinteressati al mondo anni 70, che ha rappresentato la matrice di tutta la buona musica!
certo che il pubblico deve essere educato ma se gli propinano musica "scadente" e composta in modo frettoloso da "catena di montaggio" tanto per fare numero, è ovvio che la direzione sar quella voluta dal business.....
Perché la radio la ascoltiamoprincipalme te noi “vecchietti” ormai la maggior parte dei giovani ascolta in streaming.. secondo me . Per quanto riguarda la colpa , se c’è una colpa è di noi “gente” , lo stesso vale per la TV . Basterebbe non ascoltare o guardare spazzatura e sparirebbe automaticamente perché non ci guadagnerebbe più nessuno . Invece siamo pieni di brutta musica e non parlo di rap o trap perché anche lì c’è roba buona secondo me e di “isola dei famosi “ e brutti format vari. Credo in definitiva che la colpa sia principalmente nostra.
La musica per adesso è quella che è...una schifezza i cicli generazionali che cambieranno tutto ciò (se ci sarà un cambiamento)sono molto lunghi.Consoliamoci con il fatto che abbiamo 50 anni di musica moderna bellissima per non parlare del Jazz e la Classica sconfinata e meravigliosa.Cercatela e buon ascolto a tutti coloro che la musica la studiano e la amano.
Il volere i nuovi Dalla, Battisti, Battiato, Daniele, ...persino Tananai (?) che è appena uscito. Non è un problema di persè?! Non è meglio ascoltare, a questo punto le vecchie produzioni dei sopracitati e sperare in qualcosa di originale, per quel che si può?!
Risposte. Educazione? Si, sicuramente dovrà essere fatta, magari da un ex, un pentito del sistema che conosce quindi tutti i retroscena. In radio dal 2016 solo italian urban? Vedi i talent, Amici, X Factor, sempre più dilaganti. I giovani si identificano in quei cantanti e con le varie tecnologie digitali che imparano subito a usare anche senza laurea in ingegneria fanno download e visualizzazioni. Domande. Gli italiani ora forse riescono a studiare e riprodurre più puntualmente gli anglofoni e i loro stili e i linguaggi musicali? Sfruttano le piattaforme?
@@SaverioGrandiChannel vorrei avere un tuo parere sulla grande diffusione delle canzoni napoletane e sullo sdoganamento a livello nazionale di una scena,quella neomelodica,che una volta era solo diffusa localmente.Premetto che sono napoletano,ma non un grande fan di questo filone
se aspettiamo a quei formaggiari di televisione e radio stiamo fresci a lanciar talenti, l'unica canzone che ho apprezzato dell'era Conti è stata la vostra canzone, tutto il resto patume
Probabilmente l educazione musicale, intendo non quella prettamente accademica, oggi tocca a voi youtuber sempre che ci sia chi ha la pazienza di seguirvi, perchè anche la velocità del consumo o della fruizione dello spettacolo è un fattore distruttivo, di solito si corre per finire schiantati ed è un problema dovuto al commercio sempre più spietato nel quale si tende a guardare i numeri e non più le persone, che siano artisti o spettatori, ma il tutto viene visto come un paio di mutande da cambiarsi ogni giorno, che se non fosse per un motivo igienico, nello spettacolo non si spiega. La velocità ha due effetti, quello di farsi sfuggire qualcosa perchè travolto immediatamente da ciò che c è subito dopo e comunque il non farti percepire se c è ancora un artista che ti "entri dentro", con qualcosa di più di un singolo. Io ho smesso di ascoltare la radio, troppe parole, troppa pubblicità e troppa musica ripetuta a scopo commerciale, ma comunque non sento mai da nessun altra parte brani oltre gli anni ottanta o novanta, come se ci fosse un vuoto oltre quel periodo, un voto credo, dovuto a generi musicali che forse sono piaciuti in quel periodo, ma poi sono evaporati come neve al sole, lasciando solo pozzanghere buone a conservarne il riflesso fino all asciugatura, finale.
Io starei attento a dire che la musica di oggi e merda pura perché io la merda pura la posso usare per coltivare un orto e avere ortaggi per tutta l ' estate, con la musica di oggi non riesco ad avere un cazzo neanche per 1 giorno 😢😢😢
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Ciao Saverio. Due fattori seri che hai tralasciato sono la fisicità e la degenerazione commerciale legata all' omologazione. Mi spiego. La fisicità della musica deriva dal fatto che nessuno suona più uno strumento o ha in casa qualcuno che suoni uno strumento. Quando hai un papà che suona la chitarra ( x esempio ) trovi in casa questo oggetto e ti viene voglia di provare a toccarlo. Quando senti una chitarra poi ti fai delle domande: " ma dove è la chitarra in questa canzone" Quando senti o studi chitarra provi cose emozionanti ( dominanti secondarie, alterazioni ) che su Spotify non senti più ... Quando duplichi una cassetta devi poi sentire come è la copia, quando ascolti un vinile vedi i segni del giradischi, senti che un disco che hai ascoltato 10000 volte non suona più bene eccc ..... ( potrei farti 100 esempi ). Il secondo fattore non è legato tanto alla musica in se ma a qualsiasi prodotto sul mercato. Oramai le abbiamo sentite e viste di tutti i colori... È molto difficile produrre novità ( anche perché la novità porta sempre disagio). La tecnica di vendita do un prodotto oramai è essenzialmente questa : assefuazione ... step successivo ( ci siamo già ) assefuazione velocissima : sempre cose identiche e veloci ma che danno l' impressione di una sensazione di novità ( anche nell' abbigliamento per esempio è così ) Fammi sapere cosa ne pensi . Ciao
Tutto verissimo ciò che hai detto… ci sono tante cose che influiscono ma principalmente è una questione di cultura e del fatto che oltre a non avere una “competenza artistica” di ciò che si ascolta c’è anche il fatto che siamo in pochi ormai a dar valore alla musica… per la maggior parte è come hai detto tu un sottofondo
Tutte considerazioni valide. Educare alla musica è un tema che mi è molto caro essendo io insegnante di musica in una primaria. Forse può sembrare "presto", ma già alle elementari puoi far conoscere un ampio spettro di realtà musicali. Anzi, forse è proprio tra i 6 e gli 11 anni che cominci a "sentire" la musica non solo con le orecchie. Sto valutando l'idea di scrivere un libro per gli insegnanti di musica della scuola primaria, nel quale si suggeriscono ascolti guidati. Io faccio ascoltare davvero di tutto: dalla musica nuova alla musica classica. Ma soprattutto facciamo un giro per il mondo e vediamo cosa ascoltano in altri paesi in questo momento storico. Non so se otterrò qualcosa, bisognerebbe chiederlo ai miei ex alunni e a quelli attuali, tra qualche anno...
Dal basso arriverà un cambiamento e concordo che ci vorrà tempo...
Alla storia che oggi la gente vuole solo divertirsi io non ho mai creduto... Il covid ha sbattuto a molti in faccia il baratro della propria esistenza, li ha costretti a fermarsi e osservare bene ciò che erano, ciò che non sono.
Non è divertimento, è paura, fuggono e cercano conforto, approvazione... e qui nasce il problema: fare scelte diverse comporta il rischio di essere criticato, messo da parte, in lockdown.
E allora giù tutti con lo stesso cocktail, le stesse scarpe, le stesse labbra, le stesse scelte "alternative".
Tutto è omologato oggi, dalle auto ai telefoni... la musica non è risparmiata.
Chi fa business è lì per intercettare questi bisogni... Deve fare questo, perché altrimenti non sarebbe business.
Gli artisti devono fare i conti con questo aspetto, fa parte del gioco in attesa di sferrare il proprio colpo...
Dall'altra parte, nell'ombra, dietro quelle maschere al botulino, c'è un ascoltatore silente che attende impaziente
Bisogna sperare di arrivare in tempo...
😊
Ciao Saverio, non sono compositore o scrittore di canzoni. Questo canale mi piace molto. I miei artisti preferiti pop ora sono Madame e Coma Cose: inizio hip hop, ma ora grandi autori di canzoni all'italiana. Il talento cresce, matura e trova le radici.
Ciao Saverio. Le colpe le abbiamo tutti perché nel sistema ci siamo tutti, ognuno con i compiti che coincidono coi nostri ruoli di ascoltatori o discografici o autori o altro.
Risposta alla tua domanda: sì, le major e i mass media in generale devono sì puntare al guadagno per potersi mantenere inseguendo i gusti del pubblico, ma hanno anche il dovere di istruirlo proponendo approfondimenti e materiale più di qualità.
Capisco che il sistema malato si autoalimenta con altra malattia per non collassare, ma finché rimane quello è il cane che si morde la coda, però questo è il nodo che va sbrogliato.
Complimenti per l'interessante discussione, io ascolto ancora i dischi e suono musica acustica. Per fortuna che ci sono persone come te che espongono così bene i concetti sulla musica che va adesso, che per me soprattutto tra i giovanissimi non vale un granché. Alla mia età ho suonato di tutto avendo cominciato a suonare alle scuole medie, passando per Neil Young andando poi verso il Metal e arrivato oltre i '50 adesso ascolto e suono Beppe Gambetta e Roberto dalla Vecchia, che forse tu conosci ma la Generazione Z di sicuro no. Complimenti sinceri per il sito. Ti avevo inviato un commento sulle chitarre qualche anno fa, adesso sono ritornato per caso sulla tua pagina e sono contento di essermi iscritto.
Grazie ♥️
Ciao, il tema è molto interessante, le domande che poni sono probabilmente senza risposta. Neanche io ne ho ma ti faccio due considerazioni un po' provocatorie:
- Non credi che anche 40 anni fa (ma forse anche prima) si dicessero le stesse cose? Io che le mayor controllino il mercato, che a sanremo vadano solo i cantanti famosi o che per fare un disco serva la raccomandazione lo sento dire (e ci credo) da quando sono nato.
- Usi la parola "educare". Non credi che il tuo educare sia potenzialmente diverso dal mio o da quello di altri e che non sia necessariamente positivo? In altre parole questa soluzione non è altro che spostare le decisioni da una parte all'altra, ma chi ha ragione?
La mia sintesi è che il mercato non è tutto. Che le radio o sanremo (che non ascolta piu nessuno) facciano sentire un repertorio drogato non è importante per gli utenti che cercano altro, non lo è mai stato e questo ha permesso a molti di emergere o essere seguiti comunque. Tra l'altro ora è davvero possibile molto piu di una volta dove per ascoltare gli Afterhours o i Marlene Kuntz dovevo per forza comprare i loro dischi o fare lunghi viaggi per i loro concerti, pubblicati solo su riviste specializzate.
Comunque ora come allora c'è buona musica, basta trovarla. E ora come allora c'è chi prova ad educarci. il rap/trap è lontano dai miei gusti ma come lo era la musica leggera una volta e come erano lontani i Genesis a mio padre e come Claudio Villa era lontano da suo padre.
Ogni generazione ha i propri principi e valori ed ogni generazione ha ragione nel tempo chi gli appartiene. Come è stato per noi.
Ciao e grazie
Grazie del video Saverio
Detto che io soffro nel sentire tanta povertà armonica (o meglio assenza di un minimo di ricerca) nella musica che passa sul "mainstream", la situazione attuale ha una serie di concause, in cui tutti ne sono responsabili. La musica del resto è il riflesso della società, la nostra globalizzata e di un consumismo omologante, in cui il fruitore ne è protagonista mentre l'artista tende ad inseguire il consenso più che andarci contro. Bisogna ognuno prendersi carico di un proprio cambiamento, pagandolo sulla propria pelle se necessario, senza sperare che arrivi il nuovo Battisti a cambiare le regole del gioco....perchè quando arriverà, vorrà dire che il cambiamento sociale sarà già in atto.
Sul perchè si passa tanta musica italiana con gli stessi autori delle stesse major, credo sia per autoalimentare un indotto che è un circolo vizioso.
Secondo me non viene premiata la ricerca musicale, che é anche differenziazione ed innovazione, e non vale solo nel settore artistico purtroppo…
Siamo in pieno medioevo culturale.
Sempre video interessanti Saverio. Figurati che io ti ho scoperto come autore con Mariadele, bella e brava artista ma che poi purtroppo ha gettato la spugna. Sul coraggio concordo totalmente. Uno degli artisti con cui ho collaborato, Gianni Togni, fece ad esempio un album molto interessante dal titolo 'Bersaglio mobile', assai distante dalla sua produzione precedente. Certo è un rischio ma mille volte mi sono chiesto come mai Ligabue o Vasco non avessero quel coraggio dall'alto dei loro successi e soldi accumulati.
Nell'ascolto della musica seguo il mio istinto,deve farmi pensare e anche parecchio regalandomi emozioni e mi piace ascoltarla soprattutto su dischi.Concordo purtroppo quando dici che la musica è diventata un accessorio e non più la colonna sonora della nostra vita.Lucio era un genio.Viva la musica sempre tutta.
Ciao Saverio, sono un boomer per cui ho difficoltà ad apprezzare la musica “in auge” in questo periodo. Condivido il fatto che lo streaming ha modificato le abitudini delle nuove generazioni esasperado la rotazione dei brani, peraltro molto simili tra di loro, diseducando un po’ gli ascoltatori. Con queste premesse, visto che non ascolto questo tipo di musica, non mi ritengo in grado di dare una opinione seria. Ti chiedo una opinione sul country/americana, musica una volta di nicchia ma che ritengo ormai sdoganata in tutto il mondo. E’ una musica che ascolto molto spesso e mi sembra che non ci sia questa “rotazione” esasperata perchè secondo me mantiene quasi invariate armonia e meldia, seppur con un taglio un po’ più moderno. Mi piacerebbe avere una tua opinione. Grazie in anticipo e auguri per i prossimi 20.000 😊
Sono una fruitrice di musica e ascolto quello che mi va in base al momento, per cui non faccio parte di chi fa musica o scrive musica. Credo, che le persone non vadano educate alla musica ma che dovrebbero autoeducarsi alla musica esattamente come abbiamo fatto in tanti. Non è di certo responsabilità della generazione Z ma penso che la musica sia fortemente collegata alla società, al momento storico e chiaramente anche alle nuove tecnologie e il modo in cui le persone usufruiscono della musica. Negli anni in cui eravamo giovani, i ribelli producevano musica eccezionale perché avevano tanto da dire e la musica di allora rimarrà sempre grande musica. Oggi i ribelli cos'hanno da dire? Per fare buona musica c'è bisogno di una certa profondità di pensiero: Il discorso è molto complesso e certo in un commento non è possibile esprimere tutto ciò che penso. In ogni caso, sono per la totale non educazione alla musica perché siamo noi a doverci dirigere da qualche parte, a cercare qualcosa che possa appartenerci. Penso che cambierà quando anche la società cambierà. Musica e società epoca storica sono sempre legati assieme. Dalla manca tanto. Molti se ne sono andati ma per Dalla mi commuovo sempre, sento proprio la sua mancanza.
Ciao Saverio, bello il tema del video. Penso che un ruolo importante nel far conoscere nuovi talenti lo hanno gli attuali artisti affermati. Se ricordo bene negli anni 70 Lucio Battisti insieme ad altri fondo' la Numero 1 che poi promosse diversi artisti talentuosi del periodo ed anche Celentano col suo clan aveva messo in piedi qualcosa del genere. Sarebbe utile che ad esempio artisti pop e pop rock come Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Vasco ed altri etc potessero costruire iniziative alla ricerca di nuovi talenti giovani ai quali poi passare il testimone. Ma forse ci sono dei motivi importanti per non fare questo.
Concordo pienamente a tutto ciò che hai detto.
Grazie!
Secondo la mia visione é una correlazione di più fattori da te citati ad influire sulla qualità della musica:
-troppa quantità e si lavora troppo sui singoli il che porta ad avere lavori tutti simili ma senza un filo conduttore.
-l'ascoltatore medio é in ricerca di novità e la hit di due anni fa suona già vecchia.
-le Major e i talent non hanno il coraggio di investire su artisti emergenti che non partono già con una solida fanbase sui social.
-la cultura media musicale, non fa capire nemmeno cosa si stia ascoltando. La saturazione di un certo tipo di produzione musicale disabitua l'orecchio a capire cose che si dovrebbero intuire subito ad esempio: autotune, pitch shift, compressore abusato sui vocal (talvolta anche sui brani stessi che sono privi di dinamica). Doppie voci, vocoder ed altra post produzione varia.
Poi ci sono altri temi ma troppo lunghi da scrivere in un commento. Però io ritengo che la musica di oggi, anche quella italiana non sia tutta malvagia. Tra le troppe pubblicazioni di troppi artisti (mainstream) si trovano ancora delle belle canzoni.
Ciao Saverio.
Grazie per il video. Io penso che la musica andrebbe educata all’ascolto, ma il discorso è molto largo in questa bellissima domanda. Credo che ci sono tanti “ma” che ognuno dovrebbe considerare, come popolo, e come singolo, e come fattori storici che ci hanno portato fin qui e ci porteranno altrove con le nuove tecnologie. il discorso della musica, soprattutto nella pop, è meraviglioso perchè è anche la accezione della musica popolare, di quella che ci ha influenzato, anche non volendolo, nelle nostre giornate. È uno dei riflessi di quello che siamo oggi come popolo, così come dei nostri capisaldi che, per fortuna, sembrano non svanire mai. la musica pop è stata il riflesso delle generazioni, e le generazioni ne sono cresciute come persona. È per questo che, secondo me, si potrebbe pensare ad un collegamento apparentemente molto distante ma che è in realtà è persuaso nella vita di tutti i giorni. Si tratta di educare le persone non solo alla musica, ma a saper essere educati per la propria vita (non parlo solo di didattica, anzi, quasi per niente). E allora mi chiedo, sulla base di tutte queste odierne concezioni, secondo me a cosa si dovrebbe educare la persona? (E se hai voglia di rispondere, mi fa tanto piacere saperne la tua)
È una domanda così banale, che però una risposta me la da. Perché la musica bella esiste ed è sempre esistita. Lo sento ogni volta che mi emoziono davanti alla nuova uscita, così come in una canzone di 30 anni fa. C’è ancora da piangerci sopra, da ballarci fino a dimenticarsi il respiro e questo la gente, secondo me, già lo sa. Ma non se ne rende conto… non è educata in questo. E potrei anche dirti che è un fenomeno di oggi come allora, ma sono “relativamente” giovane e purtroppo certe ere le ho potute solo leggere nei libri. Ma penso a Vasco, che ho visto l’altro ieri in concerto e che ho ancora la pelle d’oca a pensarci. Penso a quanta vita c’è stata in quelle sue parole, a quella ovazione di gente che, come me, gridava SI ad ogni iperbolica frase della sua scaletta. Penso a quella forza di dire che non solo non mi importa di voler essere al suo posto, ma che ci siamo già tutti, rispecchiandoci in quello che ha fatto per noi.. e alla fortuna di avercelo. quei sentimenti di menefreghismo, di coraggio, di libertà, di voglia di essere VIVO e sentire la VITA, le ho sentite nelle mie orecchie quando la gente, fino all’ultima canzone, l’ha urlata ancora come se lui l’avesse scritta ieri. Questo è quello che secondo me prima di tutto andrebbe visto di più negli occhi della gente. Dove sta la compassione, l’empatia, l’aversi voglia di rispecchiare in qualcosa che non sia sempre e solo un balletto o una frase per ridere? E per carità, io anche le guardo (molto poco) e anche io ci rido (a volte). Però, sempre parlando dell’era che ho conosciuto, penso ad una frase di un conoscente incrociato per poco mentre prendevo una birra con gli amici.
E scusami tu, e tutti i possibili lettori di questa frase se è un po troppo forte. Quando raccontavo della mia emozione per andare a vedere Vasco, lui esordisce a tutti dicendo che per lui, Vasco, dovrebbe già schiattare sul palco (e ho ovviamente usato un eufemismo perchè, scusami, ma mi fa veramente schifo il concetto). Ci ho pensato parecchio perchè a me queste cose fanno ribrezzo, sia dal punto di vista educativo, che umano. Cosa Siamo arrivati a pensare di una persona che 1. Non ha fatto mai del male a nessuno ( e di esempi di persone del genere la storia ne è invece piena), 2. Ha fatto obiettivamente cose meravigliose per la nostra cultura musicale? senza contare poi il suo impegno nel sociale? Certo, se uno leggesse, studiasse, o si guardasse intorno, certe cose le saprebbe. E in più io, a questa domanda, la risposta l’ho trovata anni fa nella Intelligenza emotiva di Goleman, e alla “disintelligenza” che viviamo sotto molti aspetti. E non voglio che questa sia una critica alla società, anzi, io ne sono ben fiero di farne parte. da un paese estero e “meraviglioso” in cui vivevo, sono andato a vivere a Milano proprio perchè amo la mia società, la musica italiana (di ieri e di oggi), la nostra cultura dell’arte, e che credo che sia proprio questo posto a farmi dire che, anche se sto con quelle persone, io a quelle persone posso dare qualcosa, proprio per quella cultura di cui io ne faccio parte. Però, il problema della gente “disintelligente” lo sento e come. Lo sento quando ricevo offese gratuite e personali per la strada (anche a milano) e lo sento quando davanti all’arte, qualunque essa sia, il qualunque dice che è una cagata pazzesca, senza nemmeno riflettere a chiedersi dove sta il bello… dentro di lui, di me, di noi! Perchè, in una accezione di “bellezza collaterale”, il bello l’ho provato pure a cercare in una frase così forte come quella che ho sentito. Ad esempio, credo che la “collateralità” stia nel coraggio di averla detta (sia chiaro, niente in confronto a ben altri coraggi) e così, la gente ha il coraggio di esprimere delle idee così forti davanti ad una birra, ma non ha il coraggio di mettersi in mostra per ciò che gli piace davvero, per ciò che gli piacerebbe fare, per ciò che in fondo non fa, perchè ha paura di essere davvero ciò che vuole. Non si ha il coraggio di prendersi le offese per rischiare di essere libero, perchè non si è stati educati nemmeno a questo. perchè se non si balla il trend ma si inventa il balletto, si verrebbe offesi; e invece, chi ha inventato con il suo pensiero, dovrebbe andarsene all’altro mondo perchè così ci si può dimenticare di un’altra possibilità di ispirazione, e starsene tranquilli a fare altri 100 swipe ormai artificialmente creati già da troppi anni. Purtroppo è un discorso molto lungo, ma io credo che la gente debba essere educata a cercare se stessa. E questa ricerca, può farsela solo lei, nel buio della sua camera e del suo telefono, fino a non considerare più, come perfettamente hai definito, un accessorio la canzone del momento, ma a gridare la canzone che gli piace in uno stadio perchè la sente come un fuoco dentro. Tuttavia, a dirla tutta, su due piedi non saprei dirti il perchè di quello switch tra 2015 e 2016, non so darti una risposta precisa, ma una cosa che mi fa enormemente piacere è che si stia facendo musica italiana. magari mi farebbe molto piacere sentire un input da parte tua. forse un meccanismo mi starà sfuggendo.
Però io credo che il talento e la musica coesistono, che anzi ci sono e che sono felice di tutto questo. Io lo cerco ogni giorno, e non per forza andando ad un museo, ma anche (e soprattutto) osservando le luci e le ombre per la strada.
Perciò ciò che auspico, è che la gente possa davvero volersi educare, nel miglior modo che lei possa conoscere. Perché studiare fa bene alla mente e alla coscienza, oltre che alla conoscenza. È così che sviluppano le emozioni, secondo me. È così che si guarda oltre se stessi, e si comincia a prendere parte alla società in cui non solo viviamo, ma in qualche modo ci ritroviamo a scoprire la nostra vita. Però per risponderti alla domanda sul talento e mercato, vorrei raccontare di un’altra cosa. Penso spesso a quella grande tavolata di Spotify e ogni tanto mi metto a cercare delle briciole nel modo più banale. Pensando alla possibilità libertaria data da Spotify, di potere mettere tutti al centro del suo microfono, ho provato a cercare molte volte su google “playlist Spotify cantanti emergenti” ma non mi uscivano blog e recensioni, piuttosto una serie immensa di siti e sponsorizzazioni che promettono ascolti facili e playlist che verranno ascoltate. Ma da chi, mi chiedo?
Non ho trovato proposte all’ascolto, ma proposte a persone che vorrebbero essere ascoltate per playlist che non vengono nemmeno segnalate. E mi chiedo, è davvero possibile pensare di voler mettere il proprio brano in quella promettente playlist, se siamo noi a non sapere cosa dirà quella playlist e se potrà essere parte della nostra giornata? E in questo frangente si rivela la musica non come statuario ma come accessorio musicale che vorrebbe far rendere ricchi. E penso che si, sarebbe davvero meglio essere coscienti con se stessi, e rendersi conto che in fondo sembra quasi un falsificare, se non vogliamo dire soldi, se non vogliamo dire ascolti… la Musica. Ed è questo più che altro che sprona me ad andare avanti, e mi fa ancora avere voglia di infiammarmi di passione: avere ancora davanti a me l’arte di mettersi in gioco. E mi auguro che tutti, sia chi ha raccontato quelle cose che ho detto, sia l’immenso Vasco, continuino (o comincino) a farlo, perchè ho davvero fame di emozionarmi ancora.
Grazie per le riflessioni, e per avermi fatto riflettere!
Per i giovani l'unica cosa importante è sempre stato il successo; ma, come hai detto, la necessità del business a tutti i livelli ha solo inaridito la capacità e l'inventiva di chi ci prova. Inoltre avere a disposizione tutte le opportunità senza impegnarsi e fare fatica ha accelerato lo sviluppo del problema. A parte lo studio di uno strumento, quanti oggi impegnano il proprio tempo per capire da soli lo sviluppo di un suono o di una canzone?!? Vai sul "tubo" e tutto è risolto, e così non impari. Le "Radio Libere" oggi sono un' utopia: bisogna fare i soldi. Diamo agli ascoltatori ciò che, secondo loro, vogliono così le pubblicità vengono, pagano e loro guadagnano. Il brutto del Rap e del Trap è che sono tutti uguali nel tempo e nelle parole, cassa i 4/4 e giro di basso sopra, tutto fatto al computer senza fantasia. Domanda: perché vengono sempre più utilizzati brani vecchi famosi?... Per me la colpa è anche nostra, non vogliamo spendere del tempo per aiutare i giovani a capire (in tutti i campi). Scusa il pippone 😊
Ciao Saverio, ritengo che per capire come andare avanti ci sia bisogno di conoscere le migliori composizioni del passato, dalla musica classica ai cantautori. Andrebbe fatta una educazione musicale nelle scuole, a partire da quella dell'infanzia fino alle superiori, perchè oggi è tutto lasciato alle famiglie, e non tutte hanno la possibilità di farlo e di farlo in maniera completa e compiuta. Certo le radio e i media in generale sono importantissimi, ma una buona cultura di base ti permette di poter scegliere in maniera consapevole cosa ascoltare. So che in Italia è quasi utopia, ma io devo ringraziare mio padre che era un baritono lirico dilettante senza preconcetti e mi ha fatto conoscere oltre le opere anche i Beatles e i cantautori Italiani. Autonomamente mi sono avvicinato alla chitarra (e qui la "colpa" maggiore ce l'ha Edoardo Bennato) e da qualche tempo sono un autore dilettante col sogno di far sentire la sua musica al mondo. E' la prima volta che ti scrivo ma voglio ringraziarti per i tuoi video e gli spunti che offrono, un saluto. Nicola
La tua intelligenza e cultura abbinata alla tua ribellione sono un connubbio perfetto 🙂❤🙋♂️
Grazie di cuore ♥️
Non so se la musica oggi e' piu' brutta.Posso solo dire che,quando avevo quindici anni, ho visto un gruppo a Sanremo.Il cantante,ventitreenne, aveva occhiali da sole con montatura bianca.Qualche settimana fa sono andato ad ascoltarlo,e direi che un bel po' di gente c'era a vederlo,dopo tanto tempo.Due ore di concerto,e verso la fine "Contessa".
Il pubblico (assopito e pigro, soprattutto dopo il covid) va rieducato, sicuramente, il compito di farlo spetta a tutti (nessuno escluso) che hanno anche minimamente voce in capitolo nella diffusione della cultura musicale, quindi dalle radio/tv ai discografici, dagli artisti/autori di ogni livello agli insegnanti di musica, tutti insomma.
Finché la musica continuerà ad essere relegata esclusivamente a puro intrattenimento, ad una manciata di secondi e ad un ascolto distratto e pompato dalle casse di uno smartphone, non lo so, non la vedo bene. O forse è solo il destino che l'umanità ha deciso per la musica, e così dovrà andare.
Certo dispiace, ma siamo tanti (forse troppi) in questo mondo, e processi culturali ed educativi di una certa portata sono grandi sistemi che includono interessi e "mestieri" sempre più disparati. L'istinto di sopravvivenza e l'ingordigia si sono sempre più fusi in un unico tendere, un unico pensare e agire.
Il coraggio già, ma il coraggio senza consapevolezza non produce effetti positivi, forse nemmeno esiste davvero in quanto tale. Alla base c'è una cattiva educazione sociale, sentimentale e culturale, e la mancanza di unione di intenti rispetto a ciò che la musica è, può essere o dovrebbe essere.
Tutto può coesistere insieme al denaro, ma può farlo solo nell'equilibrio delle cose e nella consapevolezza data da educazione sociale, sentimentale e culturale, quindi anche educazione finanziaria (intesa con l'accezione più nobile e utile ad ogni individuo, come il saper dare e gestire il valore).
Non seguo troppo la scena attuale anche se ci provo. Però non mi risultano molti dischi riguardo al periodo della pandemia. O me li son persi io o son stati proprio sorvolati. Ora a memoria mi viene in mente solo un disco di nick shoulders, home rage, per il resto tabula rasa.
Consigli?
Ciao Saverio, oggi il mondo della musica va in un modo che onestamente non mi piace. Di chi è la colpa? Non ne ho idea. Oggi il mondo va molto veloce, anche troppo. La gente apre tiktok e scorre quello che gli passa davanti. Di ogni video ascolta 10 secondi se va bene. Io compro il disco, mi metto in poltrona con il libretto dei testi e lo ascolto cercando di scoprire cosa vuole raccontarmi quella canzone. Sono vecchio? Chi se ne frega, a me piace così. Cerco di scrivere canzoni che piacciano innanzi tutto a me. Le ascolterà qualcuno? Faro soldi con i pezzi che ho scritto? Quasi certamente no. Mi sento dire: il tuo brano dura 4 minuti, sono troppi. Beh non ascoltatelo. Io per dire quello che ho da dire ci metto minuti, se andate di fretta, mandate in radio brani da 2 minuti. Tutti i gusti son rispettabili.
Secondo me si è persa la curiosità del nuovo, quella voglia di sbattersi a cercare ed ascoltare davvero e con attenzione artisti sconosciuti. La musica buona esiste ancora, sia in Italia che nel resto del mondo. Cito una piattaforma abbastanza famosa che uso come pusher musicale, Bandcamp, si trova qualsiasi genere, di qualsiasi artista, di qualsiasi parte del mondo, basta aver voglia di prendersi del tempo e ascoltare, io lo faccio quotidianamente per ore, per me la musica è una cosa viscerale, ho bisogno della mia dose quotidiana.
Come disse il grande Gaber :la qualità è nemica della democrazia bisogna abassare il livello per adeguarsi alle esigenze di tutti chi conta sono i numeri e i consensi
Ieri sera sono passato davanti all'arena di Lignano dove c'era uno che cantava ti sta scomparendo il tanga. In auto mi ascoltavo invece una band che cantava che se era vero amore è stato meglio comunque viverlo, e mi sono passati davanti tre anni della mia vita passata che mi sono messo a piangere. Non mi viene da parlare di colpa, my friend. Ai miei figli insegnerò ad andare a cercarsi le cose belle. Altro non posso fare. Poi se vorranno andare a sentirsi quello del tanga pace. Almeno non avrò rimpjanti.
Ciao Saverio come al solito offri molti spunti interessanti.
Secondo me il pubblico italiano, tutto sommato, ha così tanti artisti di livello che siamo già educati alla buona musica.
Il fatto che adesso si dia tanta importanza alla musica italiana "commerciale" per me è meglio!
Tanto ormai la musica pop si è omologata a uno standard internazionale.
Per cui a questo punto teniamo i soldini per la nostra industria eh!
Riguardo Amadeus in gran parte ha fatto il gioco che dici tu magari al 70% ma non solo!
Secondo me era equilibrato.
Per esempio mi ha fatto conoscere Fulminacci un artista che stimo e seguo o era molto interessante il brano "abbi cura di te" di Highsnob e Hu e via dicendo.
Grazie Saverio alla prossima!
Dischi nuovi acquistati dall'inizio dell'anno. Idles, Moor Mother, Kim Gordon, St. Vincent, Beth Gibbons, più ascolto digitale (Bandcamp) per Shellac, Arab Strap, Melvins, Wadada Leo Smith (scrivo i primi nomi che mi vengono in mente). Stiamo quindi parlando della nicchia del rock alternativo e dell'improvvisazione mescolata all'avanguardia. Non noto una flessione qualitativa, noto solo un piccolo 'appiattimento' sull'estetica. Intendo che fino all'anno scorso nei dischi che amavo sentivo che c'erano almeno qualche momento in cui la musica si 'sfarinava' per poi ricomporsi (come il vecchio discorso di Zappa sulla costruzione armonica ... c'è un qualcosa che è in disequilibrio e che si deve riequilibrare) con la sensazione appunto che l'arte esca da sé stessa e si perda nel disordine della vita da cui proviene ... ecco questo elemento, che io trovavo nella musica che ascoltavo, sta scomparendo, o almeno quest'anno ne trovo traccia con fatica rispetto allo scorso anno, e questa cosa mi preoccupa più che non il fatto che le radio trasmettano solo pop o trap (non ho mai ascoltato le radio commerciali). Per quanto riguarda invece il discorso educazione, posso dire che esiste un bel programma su Radio 3 Rai dal nome Battiti, che è fruibile tramite RaiPlaySound a piacere, e che trasmettendo musiche di ogni tipo, dal jazz alla etnica alle contaminazioni post rock e post punk, è molto istruttivo. Si potrebbe farne una selezione per fare ascoltare un'ora di musica nelle scuole di ogni ordine e grado, ma ho il sospetto che l'obbligo farebbe odiare questo tipo di esperienze ai ragazzi. Del resto in un mondo con l'ascensore sociale bloccato da trent'anni uno perché dovrebbe diventare curioso? Bisognerebbe educare anche i ragazzi e dir loro 'potete costruire una società diversa se volete', spronarli al cambiamento. Se no che bisogno c'è di guardarrsi dentro o guardare fuori? Basta lo stipendio, i vestiti fighi e il ristorante di pesce ...
Caro Maestro: Lei e' una brava ed onesta persona; altrimenti non farebbe questi video; e la seguo sempre volentieri. Sul tema non mi esprimo, perche' anche io sono diventato un "boomer" (lo diventeranno anche loro). Avrei comunque una domanda personale... Nelle sue Opere: Prima del "prodotto finale"; ha avuto l'aiuto di arrangiatori? Lo chiedo perche' anche io suonicchio e scrivo (poco e per mia scelta), ma credo che il successo di una canzone, sia dovuto in buona parte anche a loro.
Un buon proseguimento di Musica; tanti saluti e Salute (fisica e Spirituale).
Renzo *
La musica buona va cercata ed e' sempre stato cosi'. Leggo spesso sui social che i miei coetanei boomer o quasi boomer che rimpiangono la musica dei cantautori di una volta e che adesso non c'e' piu'. In egual misura io ricordo che a quei tempi il De Gregori (ad esempio) lo dovevi cercare per trovare e di dischi non ne ha mai venduti tantissimi. Ora se cerchi bene trovi Bianconi, Vasco Brondi, Lucio Corsi... ci sono, basta cercarli.
Dai sara mica una cacata in bocca al lupo. Certo confroto a caruso tutto è ridicolo pero nonostante sia una canzoncina senza troppe pretese ha un suo perche. Tutta in levare, ha quelle vibrazioni reggae , ti diro, sono dell 88 ed è una di quelle canzoni che mi piacciono da quando l ho sentita per la prima volta in tv che era appena uscita. Sara l amarcord ma è sempre un gran pezzo
La colpa è della cultura musicale! Ho 45 anni, quando ero piccolo tv e radio mi bombardavano di spot, i miei si incazzavano se stavo troppe ore davanti alla tv con il classico dictat: non stare troppo davanti alla tv che ti rinc****oniscono e per fortuna avevo altri passatempi, citofonare agli amici, giocare a pallone, andare via in bici! Oggi il mondo è cambiato in peggio e la tv è il male minore! internet, Spotify, i social, stanno senza ombra di dubbio rincitrullendo la massa di ragazzini che diventeranno uomini e donne del futuro , i genitori non hanno più il tempo di seguirli educandoli alla cultura, ormai anch'essa trasformata nel tempo più velocemente di quanto possano apprendere i genitori stessi. ! Non è possibile che la massa venga costantemente bombardata da "canzoni banalmente copiate o riadattate", il cui tema culturale è 8 volte su 10 il successo, la fi**, le auto di lusso, senza che il giudizio di chi ascolta possa commercialmente gestirla! Generi passati come punk, techno, rap, piacevano a un pubblico più limitato, ció nonostante gli artisti che pubblicavano quei generi avevano modo di vivere la loro vita in modo più che dignitoso! Ora anche chi pubblica boiate sembra che ostenti ricchezza, è le nuove generazioni non possono neppure scegliere cosa ascoltare perché vogliono farti ascoltare solo quello 😑
Il mercato è saturo, c'è troppa musica. Un tempo se un gruppo o un artista non sfondava non andava avanti, solo per fare un demo e affittare uno studio ci volevano molti più soldi di quanti ne servano oggi, adesso basta un programma e un buon setup di una stanza per fare prodotti di ottima qualità sonora; ciò comporta che - specialmente nell'Heavy Metal - abbiamo una marea di gruppi che pur non vivendoci di musica la pubblicano comunque, il vantaggio è che riusciamo ad ascoltare tanta roba di qualità suonata e cantata con passione, non avendo in questi casi velleità commerciali ed etichette con imposizioni, lo svantaggio è che è impossibile stare al passo con tutto quello che esce.
Certo che il pubblico va educato! Un vero artista non crea in base a ciò che vuole il pubblico ma in base a ciò che sente e in base al proprio entusiasmo. La rovina non solo della musica ma dell’arte in generale è la gratuità. L’offerta di musica, film… è ormai gratuita o semi gratuità rispetto a tutto. Ciò induce la gente alla superficialità più assoluta perché non paga e quindi non è disponibile ad investire la propria attenzione su una canzone o un film. Sapendo di avere a disposizione miliardi di canzoni e centinaia di film, si ascolta e si vede con superficialità sapendo che se i primi secondi annoiano si può skippare al brano o al film successivo. Da ciò deriva che ogni creatore deve, per mantenere l’attenzione del pubblico, sconvolgere la propria opera e abbassare il livello con trovate che devono stimolare continuamente l’attenzione a scapito della riflessione. Basti pensare ai cartoni animati per bambini di un tempo e quelli di oggi. Sono cambiati i ritmi narrativi, in peggio. In un film o cartone per bambini si usano colori sgargianti, rumori eccessivi e continui, deve capitare qualcosa ogni 30 secondi…la parola d’ordine è diventata, ormai, il pubblico non deve più pensare davanti a un prodotto artistico, lo deve subire passivamente spengendo il proprio cervello in modo che non skippi al brano o al film successivo. È la bulimia dell’offerta gratuita che genera questo perverso meccanismo psicologico. Un tempo passavamo decine e decine di minuti da blockbuster a scegliere un film e, pagandolo quanto costa oggi un abbonamento a netflix, ce lo guardavamo perché era un investimento prezioso e costoso dal primo all’ultimo minuto, magari scoprendo che i primi 20 minuti erano lenti per preparare una sorpresa dal minuto 21. Oggi quel film non può più essere preso in considerazione perché se dopo 2 minuti non ci soddisfa, passiamo al prossimo che è troppo facilmente disponibile. E poi, passiamo ad altro, e poi ad altro e poi ad altro…
Due osservazioni. 1-le ore di musica alle medie sono le più inutili dopo quelle di religione. Come si fa a far capire la musica se si insegna (male) solo flauto dolce e (malissimo) storia della musica? 2-le case discografiche si definiscono "aziende" ma, a differenza delle vere aziende, mancano del reparto "Ricerca e Sviluppo" deputato a sviluppare idee nuove.
Cosa dire di più…hai detto tutto tu…ciaoo ❤
Io me ne straphotto e continuo a volare con:
Pink Floyd
Genesis (era Gabriel)
Emerson Lake and Palmer
King Crimson
Yes
Frank Zappa
A loop da quando ero nel pancione grazie a mio padre, il resto, ripeto me ne straphotto e io in primis compongo musiche influenzate dai sopracitati!
Non ho voglia di perdere tempo a parlare e ascoltare chiacchiere, se uno vuole la buona musica se la va a cercare. 🫡
Già. Hai toccato un punto dolente: in quanti oggi se la vanno a cercare? Grazie per il commento
@@SaverioGrandiChannel grazie a te per la comprensione!
Buon lavoro!
Se assisti a uno spettacolo indecente, devi prendertela con il pubblico, non con l'artista!
Il pubblico guida le scelte artistiche perché paga, purtroppo. Il pubblico DEVE essere educato, soprattutto deve pensare che non paga per sentire ciò che vuole, paga per essere stupito, intrattenuto, colpito in faccia dal talento, spinto a riflettere, a immedesimarsi con l'artista... Altrimenti, bastava un juke box!
Sai che vista l’ignoranza generalizzata…concordo?
Buongiorno Sir. Grandi, sarei curioso di sapere la sua opinione, in merito al concetto di *industry planted* nel mondo della musica, giusto per fare due nomi: Taylor Swift e Billie Eilish.
Secondo lei quanto ha influito e continua a fare questa cosa sulla qualità della musica attuale. La ringrazio sin da ora per la sua risposta, buona giornata e buon lavoro a tutti.
Ciao. Ti seguo da un po' di tempo e ti ringrazio perché offri spunti di riflessione impreziositi dal contesto "privilegiato" di addetto ai lavori. Io insegno musica (secondo il ministero dovrei provare a creare ascoltatori consapevoli, che forse non è educare come dici tu) e sono tra quelli che fanno canzoni solo per soddisfazione personale (forse l'età. 53, conta). Devo ragionare per poter rispondere ai tuoi quesiti.
Fatti I complimenti devo però farti notare una cosa che ritengo un po' fastidiosa (non prenderlo come un attacco, non sono un hater e mi vergognerei se tu lo pensassi): non c'è un video in cui non sottolinei quanti dischi di platino hai fatto o i nomi per cui hai lavorato. Tutto molto bello e importante. Ma alla lunga risulta un po' inelegante. Detto questo ti seguo sempre con interesse. Saluti
Sai, mi conoscono in pochi. Nessuno o quasi cita gli autori. Quindi, inevitabilmente, devo essere auto referenziale, non è per boria o ego, è un punto fermo. Non credo sia fastidioso, ma accetto la tua considerazione. Grazie comunque per il commento. Ciao!
cosa ne pensi di questa idea:
vorrei incidere le mie canzoni su diverse copie in mdisc..
l'mdisc è progettato per durare fino a 1000 anni.
attendere che le generazioni future siano in grado di riestrarre canzoni da quel supporto.
Per me sarebbe bellissimo sapere anche solo idealmente che persone tra un millennio possano magari per caso riscoprire i miei pezzi.
La musica è come la cucina. Tutti cuochi con Masterchef e poi mangiamo sempre le stesse cose. Nel campo techno e house tante novità non le vedo. Tanti remix triti e ritriti (alcuni belli) ma in quanto a novità il deserto. Da Dennis Ferrer ("Hey hey", 2019 se non ricordo male) nulla di veramente interessante.
Alla domanda sulla radio non posso rispondere perchè ascolto solo radio americane e solo quelle di un determinato settore. Se voglio ascoltare qualcosa di italiano vado su artisti che stimo (Dolcenera in primis) oppure provo ad aprire qualche video su YT ma dopo le prime quattro battute skippo e vado oltre. La mia impressione è che la colpa non sia nè degli artisti nè delle major ma della musica stessa che ha raggiunto un tale livello di conformità che non ti consente di andare oltre. Sia quelli che scrivono sia quelli che producono pescano tutti dallo stesso lago. Quello che mi fa più specie è l'assoluta leggerezza con la quale vengono confezionati i prodotti musicali. Nessuna cura particolare per gli arrangiamenti. Ogni volta che ascolto il cd "Ray of light" (1998!!) rimango stupito da quei suoni che letteralmente ti circondano, dai bassi che si sollevano dal pavimento fino al soffitto, da quei campanelli che corrono da una cassa all'altra. Ogni pezzo un suono diverso, ogni istante una nuova sorpresa e quella voce (bellissima) che pare lontana, perduta nei meandri del suono. Va bene la melodia, va bene il testo, va bene il riff, va bene il ritornello ma la qualità del suono non è un accessorio, è essenziale. "Light my fire" è sicuramente un gran pezzo ma il suono fastidioso di quell'Hammond e l'assenza del basso lo rendono, per me, inascoltabile.
Caro Saverio innanzi tutto bisognerebbe dare una valenza al termine "Canzone", "Brano".
Cosa e come vogliamo vogliamo intenderli.
Sarebbe opportuno partire da questa peculiarità!
Comunque restando insieme a Jean Valjean, nel basso:
Le canzoni, i brani e in genere la musica, oggigiorno sono come la pubblicità.
Che sia televisiva o radiofonica deve colpire al primo ascolto.
Il nostro mondo è pieno di pubblicità. In tv, per radio, sui tram.
E' un martellamento a cui la musica non riesce a sottrarsi. Quante volte vi sono artisti che sfruttano il fattore pubblicitario per emergere?
Normalmente lo spot televisivo si avvaleva - e lo fa tutt'ora - del motivetto simpatico che ne avvalora il ricordo commerciale.
La canzone è ormai allo stesso livello. I videoclip sono, indispensabili a corollario del brano.
Siamo a questi livelli.
Certo l'educazione la dovrebbero fare tutti quei mezzi ed enti che manovrano i grandi numeri e la grande comunicazione tra artista e pubblico...
Esiste una cosa, forse ancora, chiamata etica del lavoro a mio avviso, e spesso etica "fa rima" con coraggio e rischio (anche imprenditoriale) anche le Major ovviamente ci sono in questo discorso... E vedendo video riguardanti Ennio Melis, mi viene un pochino di nostalgia...
Come fai ad educare all ascolto persone che non hanno nessun interesse nell' imparare? Che si accontentano solo di due note lallallero lallallà? Che sentono per radio l'ennesima cantantuncola osannata dai media che ha successo solo perché se ne sta mezz@ nud@ e la considerano la nuova regina della musica pop? Ben contenta di esseremi "votata" al kpop e jpop e produzioni di quei paesi (nonostante abbia superato i 50 anni)
Più si allontana la gente dallo strumento musicale, a casa e fuori, peggio sarà la musica che ascolterà e cercherà. L'educazione dovrebbe arrivare ovviamente dalle scuole, ma essendo questo utopistico, almeno da Sanremo e dalla Rai in generale, visto che si finanzia in buona parte con soldi pubblici...e quindi non dovrebbe essere finanziariamente costretta a "rincorrere il mercato"
a Sanremo si vedeva : Dyonne Warwick, Armstrong Louis, Josè Feliciano, Wilson Pickett, ... erano in gara... sì molta musica ora fa veramente c...are, una su tutte il raggaeton.
Hai detto tutto. Complimenti.
Nessuno può educare musicalmente, come nessuna educazione scolastica può funzionare. Mio papà diceva che, specialmente in Italia, c'era una fortissima ignoranza musicale. Mi sembrava esagerato ma iniziai ad ascoltare classica, jazz ecc. Ho scoperto artisti conosciuti nei piccoli locali,, cercato vecchie registrazioni americane, italiane, francesi e sudamericane anni' 5o, '40, '30... Non so se posso chiamarmi fuori dall'ignoranza ma penso di saper distinguere da "chi ci marcia su e chi vale". Chiedo scusa al professore se lo cito in questo mio scritto.
Esiste ancora life gate radio? Ormai sono 10anni che non ascolto piu la radio ad eccezione delle partite della seria a per una questione nostalgia.
Ma che ricordo io aveva una buona selezione di musica alternativa e di qualità
L’altro giorno guardavo un live del 2022 di paolo nutini in Inghilterra..la cosa che mi ha stupito è che la stragrande maggioranza degli spettatori erano ragazzi di non più di 25 anni..in Italia quale sarebbe l’età media di un concerto analogo? io ho pensato ad un fattore culturale ma non sono un esperto. Mi rimetto ai più competenti
Forse va bene così. Mi pare che la gente compri la musica al supermercato. Prodotti di consumo, edulcorati e pieni di conservanti. Io faccio la spesa al mercato rionale, compro il pollo ruspante e le verdure bio. Faccio lo stesso con la musica. Mi piacciono le cose sperimentali, il rap ma odio con tutto me stesso l’autotune usato alla maniera di Mammood & friends.
Anche i Brasile Boys erano urban ma osavano e suonavano veramente. Sanremo è il supermercato della musica e Carlo Conti una promoter di cibo industriale. Capisco che per te è diverso, tu ti nutri con la musica e devi pescare dove si trova il pesce grosso anche se è d’allenamento. Io preferisco andare a pescare anche se non prendo nulla nulla tanto mangio in un altro modo.
Scusami ho scritto male, non riesco a rileggere a quest’ora. Ti stimo molto comunque. Billy Eilish trovo che sia un fenomeno quantico, fuori da tutto ciò che ho detto. Mi cattura, mi emoziona.
Sinceramente neanche mi metto a perdere tempo ad ascoltare musica di m**** né a preoccuparmi del perché esista. Musica scadente c'è ora e c'è sempre stata in passato, ma ho una formazione culturale acquisita con fatica nel conservatorio e in molti concerti dal vivo che mi posso permettere di avere un giudizio molto netto su questi tipi di fenomeni musicali.
La cosa triste, però, è che chi non ha studiato musica seriamente (non parlo dell'autore del video) si sente in dovere di esprimere la propria opinione facendola passare come un fatto di gusto personale. Ciò è vero, ma se il tuo gusto si è formato con musica di m**** allora anche il tuo parere non può essere autorevole.
Se vogliamo costruire la nostra casa e non siamo costruttori ci affidiamo ad una ditta edile che con le sue maestranze e i suoi ingegneri/architetti progettano l'immobile e lo tirano su.
Peccato che una formazione musicale certificata non goda dello stesso rispetto di un ingegnere, medico o qualsiasi professionista di settore. Eppure tempo e fatica per acquisire delle competenze sono uguali.
Tutto questo per dire che chi è ignorante in materia trova la giusta offerta da aziende della musica che non hanno nessun interesse a far crescere culturalmente il cliente se non quello di riempire le proprie tasche di denaro. Cliente e venditore sono ingranaggi che si autoalimentano nel far circolare musica di m****
2:46 tranne il maestro Bini
Io posso rispondere solamente dicendo che non ho ancora cambiato la mia vecchia auto perché ha ancora il lettore CD
io faccio parte della Gen Z anche se non mi ci riconosco tanto, soprattutto sono fortemente in disaccordo con il tipo di musica che tanto va di moda oggi. Da premettere che fin da piccolo ho sempre ascoltato più musica internazionale che quella italiana, grazie a Mtv, dico che gran parte delle canzoni italiane di oggi che vengono trasmesse alla radio appena finite di ascoltarle già le ho dimenticate. Sono canzoni che vengono prodotte in serie perchè il mercato lo richiede ma non ti trasmettono alcuna emozione, anzi alcune risultano essere pure brutte dal punto di vista dell'armonia. Purtroppo in Italia sembra che vadano di moda due tipologie di canzoni: i tormentoni e le canzoni trap. Non c'è altro. Le dinamiche sono sempre le stesse, l'autotune ormai è imperante nelle produzioni. Non ci sono più belle canzoni italiane come quelle di 15-20 anni fa e anche artisti di una certa portata come Giorgia, Elisa, Cesare Cremonini, Nek, Ligabue, ecc. Ogni tanto si sentono canzoni che si svincolano un pò dalla formula che oggi va di moda come l'ultima dei Negramaro o l'ultima dei Tiromancino ma guarda caso si tratta di artisti che provengono dal vecchio mondo e non da quello odierno. La stessa Annalisa ha dovuto virare ad un pop facilone per poter ottenere successo (anche se mi sono piaciute Ragazza Sola che era diversa dalle ultime e anche l'ultima collaborazione con Tananai è caruccia). Un'altra caratteristica che noto è l'aumento dei featuring, ce ne sono troppi, spesso mettono insieme gente (anche 2-3 cantanti) e la canzone finisce per essere solo caotica. Concludo dicendo che non so di questo periodo quante canzoni (parlo sempre di quelle italiane) rimarranno nell'immaginario collettivo, io credo che ve ne saranno poche
è anche una questione dell'ideologia introdotta dall'"iperscienza", il covid casomai ha esacerbato gli effetti. Mi riferisco alla misura di tutto in termini di efficienza e l'imperativo dello sviluppo tecnico, tutto deve essere nuovo e più efficiente anche se poi non sappiamo bene cosa farci e perchè. Uno smarphone rispetto ad un desktop di 10 anni fa è un mostro (ok ma per farci cosa?). Questa obsolescenza delle cose ormai è diventata timore di essere noi stessi obsolescenti. Viviamo nell'incertezza più assoluta su quale sia il nostro valore. Di riflesso abbiamo fame di certezze, cose con le quasi sappiamo approcciarci. I film facili i libri facili la musica facile è rassicurante. In un mondo caotico e imprevedibile Mc donald diventa un punto di riferimento. T Swift segue la stessa logica mentre i Queen ad un giovane d'oggi sarebbero angoscianti
Da gli anni90 in poi e raro sentire musica buona secondo me
la colpa è di quell’oggetto che hai tirato fuori all’inizio del video cioè del telefono. Non è di nessuna generazione, e non è una questione di educare. La musica oggi non passa neanche da Spotify, né tantomeno dalle radio, ma purtroppo da servizio online e da social dove in 15 secondi anche meno bisogna aver fatto tutto ed detto tutto a livello musicale.
Credo che ci sia molta disattenzione. Troppa musica fruibile senza sforzi.Tutti in balia della velocità. E nella velocità il dettaglio sfuma e per questo non c'è interesse nel curarlo. Nessuno persegue l'eternità, nè un'idea di grande bellezza. Si ricerca la reazione istantanea, l'assorbimento cutaneo immediato. D'altra parte se funzionava il tormentone estivo perchè non creare un ciclo perpetuo di tormentoni. La musica costruita bene, con le parole smussate, le pause incesellate, esiste, ma a forza di sentire rumore sempre meno orecchie la riconosceranno e la chiederanno. Non credo ci siano soluzioni. La musica fa da sè. Sempre segue le tecnologie e le tendenze culturali e di costume. Talvolta le crea. Ma non si può indirizzare. Non nel suo complesso. Speriamo in qualche buon divulgatore di bellezza. Qualche cartellone di festival un po' ben strutturato. E che dio o chi per lui ...ce ne mandi di buona, di tanto in tanto, fosse anche per sbaglio. Fosse anche di un minuto e cinquantadue. Please please please. P.S. Grazie. Per il canale. La schiettezza. Le canzoni belle scritte. Viva la musica.
finchè per passare in radio si dovrà portare al direttore editoriale una valigetta con 30.000 euro cash per ogni disco da passare in onda, le radio saranno un mercato dopato e non meritocratico...
Difficile rispondere in poche righe…di musica nuova e buona ce n’è tanta…basta girare l’angolo dietro le vie del centro e scopri tesori che se ne stavano lì in bella vista. Proprio martedì sera ero nella tua città natale Cento per la prima data del nuovo tour di Emma Nolde cantautrice fiorentina nata nel 2000 che adoro…la musica è viva. Purtroppo non è Mainstream…ci vorrebbe un po’ più di coraggio nelle radio. É vero che ci danno da ascoltare quello che gli viene chiesto. Ma dai da mangiare crescentine e salumi buoni a uno abituato ai Fast food e vedi come ti cambia dieta. Dai da ascoltare cose belle e la gente ti chiederà cose belle. È che attualmente si è assuefatta ad una qualità che ad essere buoni è decisamente medio bassa…e non parlo della produzione. Che pure è piuttosto omologata.
Sarà semplice voglia di leggerezza o altro?
secondo me sì! ma aldilà della modalità di fruizione odierna della musica, è un discorso a mio avviso anche culturale: nei Gen z manca proprio la giusta base culturale della musica; la maggior parte di essi infatti a differenza di noi millennials e ancor di più delle più vecchie generazioni, sono completamente disinteressati al mondo anni 70, che ha rappresentato la matrice di tutta la buona musica!
certo che il pubblico deve essere educato ma se gli propinano musica "scadente" e composta in modo frettoloso da "catena di montaggio" tanto per fare numero, è ovvio che la direzione sar quella voluta dal business.....
Rifletto sulle tue domande…
Sta rovinando tutto, non solo la musica.
Ma non per la generazione in sé, per il potere che si dà a gente così giovane sull'intera società.
Perché la radio la ascoltiamoprincipalme te noi “vecchietti” ormai la maggior parte dei giovani ascolta in streaming.. secondo me . Per quanto riguarda la colpa , se c’è una colpa è di noi “gente” , lo stesso vale per la TV . Basterebbe non ascoltare o guardare spazzatura e sparirebbe automaticamente perché non ci guadagnerebbe più nessuno . Invece siamo pieni di brutta musica e non parlo di rap o trap perché anche lì c’è roba buona secondo me e di “isola dei famosi “ e brutti format vari. Credo in definitiva che la colpa sia principalmente nostra.
La musica per adesso è quella che è...una schifezza i cicli generazionali che cambieranno tutto ciò (se ci sarà un cambiamento)sono molto lunghi.Consoliamoci con il fatto che abbiamo 50 anni di musica moderna bellissima per non parlare del Jazz e la Classica sconfinata e meravigliosa.Cercatela e buon ascolto a tutti coloro che la musica la studiano e la amano.
@@FrancescoSebastiani-zc6dr grazie!
Non solo la musica è finito tutto
Diciamo che è cambiato tutto, direi non in meglio
Il volere i nuovi Dalla, Battisti, Battiato, Daniele, ...persino Tananai (?) che è appena uscito. Non è un problema di persè?! Non è meglio ascoltare, a questo punto le vecchie produzioni dei sopracitati e sperare in qualcosa di originale, per quel che si può?!
No tananai noooo dai
Risposte.
Educazione? Si, sicuramente dovrà essere fatta, magari da un ex, un pentito del sistema che conosce quindi tutti i retroscena.
In radio dal 2016 solo italian urban? Vedi i talent, Amici, X Factor, sempre più dilaganti.
I giovani si identificano in quei cantanti e con le varie tecnologie digitali che imparano subito a usare anche senza laurea in ingegneria fanno download e visualizzazioni.
Domande.
Gli italiani ora forse riescono a studiare e riprodurre più puntualmente gli anglofoni e i loro stili e i linguaggi musicali?
Sfruttano le piattaforme?
La musica si fa con la batteria il basso la chitarra le tastiere il violino il sax ecc... non con i pc
Ma dove sono questi giovani talentosi? Io non ne sento. Ma avete mai sentito Fantasy degli Earth Wind e Fire?
Se alla gente dai schifezza,si abitua alla schifezza
Eh, frase dritta ma sensata
@@SaverioGrandiChannel vorrei avere un tuo parere sulla grande diffusione delle canzoni napoletane e sullo sdoganamento a livello nazionale di una scena,quella neomelodica,che una volta era solo diffusa localmente.Premetto che sono napoletano,ma non un grande fan di questo filone
L Io
se aspettiamo a quei formaggiari di televisione e radio stiamo fresci a lanciar talenti, l'unica canzone che ho apprezzato dell'era Conti è stata la vostra canzone, tutto il resto patume
Il problema sono i giovani che ascoltano la merda solo x moda rep trap regheton fa schifo ma non piace neppure a loro solo che e moda punto
Probabilmente l educazione musicale, intendo non quella prettamente accademica, oggi tocca a voi youtuber sempre che ci sia chi ha la pazienza di seguirvi, perchè anche la velocità del consumo o della fruizione dello spettacolo è un fattore distruttivo, di solito si corre per finire schiantati ed è un problema dovuto al commercio sempre più spietato nel quale si tende a guardare i numeri e non più le persone, che siano artisti o spettatori, ma il tutto viene visto come un paio di mutande da cambiarsi ogni giorno, che se non fosse per un motivo igienico, nello spettacolo non si spiega. La velocità ha due effetti, quello di farsi sfuggire qualcosa perchè travolto immediatamente da ciò che c è subito dopo e comunque il non farti percepire se c è ancora un artista che ti "entri dentro", con qualcosa di più di un singolo. Io ho smesso di ascoltare la radio, troppe parole, troppa pubblicità e troppa musica ripetuta a scopo commerciale, ma comunque non sento mai da nessun altra parte brani oltre gli anni ottanta o novanta, come se ci fosse un vuoto oltre quel periodo, un voto credo, dovuto a generi musicali che forse sono piaciuti in quel periodo, ma poi sono evaporati come neve al sole, lasciando solo pozzanghere buone a conservarne il riflesso fino all asciugatura, finale.
Io starei attento a dire che la musica di oggi e merda pura perché io la merda pura la posso usare per coltivare un orto e avere ortaggi per tutta l ' estate, con la musica di oggi non riesco ad avere un cazzo neanche per 1 giorno 😢😢😢
con conti temo il peggio
L Io