Anni ‘90, incontro di lavoro in un’azienda prestigiosa. In sala riunioni siamo in sette: la mia collega e io, laureate, con tre colleghi e due clienti, non laureati. Nel foglio di convocazione tutti i nomi dei maschi, non laureati, sono preceduti dal titolo “dott.” mentre noi, uniche laureate, essendo donne abbiamo il nome preceduto da “sig.ra”. Le nostre osservazioni in proposito, dopo la riunione e in sede opportuna, furono accolte da risatine e alzate di spalle, a sminuire l’importanza di un episodio che invece era rilevante, punta di un iceberg che un po’ alla volta è venuto a galla a suon di disparità di trattamento economico e opportunità di carriera, e ancora deve finire di emergere. Solo chi subisce può comprendere realmente come ci si sente quando ciò che meritatamente si è viene disconosciuto e, peggio ancora, attribuito ad altri che non ne hanno diritto. Per cui grazie di cuore per tutto, indimenticabile Michela Murgia ❤
@@togasso ma quale trauma… solo una delle mille ingiustizie che subiscono le donne. Come il suo commento, per esempio: se io fossi un uomo lei non si permetterebbe di mettere in dubbio le mie parole pretestuosamente e con tanta tracotanza: conoscere il livello di istruzione dei propri colleghi e dei clienti che si seguono è una cosa ovvia e normale. Come purtroppo il fatto che donne laureate si trovino tra i piedi colleghi maschi meno capaci di loro che hanno diritti e stipendi immeritati. Se non lo sa, probabilmente vive e lavora su Marte. O non ha mai lavorato in vita sua perché è un adolescente… e questo spiegherebbe molte cose.
@@rebolognesi allora è proprio una fissazione, la sua. Io non mi offenderei mai se qualcuno non mettesse dott. davanti al nome, e se non lo facesse, non andrei a controllare se altri meritino o meno tale qualifica. A mio avviso ha ricevuto un trauma, e lo dimostra il fatto che mi accusa di porle domande in quanto donna...delirio
@@Filippodimaio-ds3js ma certo, alcune cose sono cambiate per fortuna, grazie anche al fatto che non le abbiamo più accettate e non le accetteremo mai più: la denuncia è l’esatto opposto del vittimismo.
Nn avevo mai sentito parlare Michela Murgia. Ebbene, è stata una Donna eccezionale!! Ha ragione Andrea Scanzi nel.definirla una grande professionista, una scrittirce/giornalista stellare. Iddio l'accolga nella Sua Gerusalemme Celeste.
A parte il primo pezzo sulla religione, per me il resto è tutto condivisibile, per i disagiati che commentano senza argomentare lasciamoli nelle loro rassicuranti idee.
Intervento illuminante, a parte la sbavatura sul "disabili/ diversamente abili", dicitura aggiornata dall'OMS in "PERSONE CON disabilità". Per il resto è davvero un discorso da conservare dentro di sé come un tesoro.
@@JohnMicius tutti i quotidiani italiani hanno dedicato numerose pagine alla Murgia in occasione della sua morte( Corriere 3 pagine, La Repubblica e il Domani 4 pagine ciascino, il Fatto 3 pagine e mezzo ecc) e la maggior parte dei quotidiani europei ha fatto la stessa cosa e la Murgia ha pure vinto tra le varie onoreficenze il prestigioso premio Campiello... non mi risulta che nulla di tutto questo avvenga per gli pseudo intellettuali di destra...
Aggiungo a questo interessante intervento, il mio sdegno, quando qualcuno che non ha una relazione intima con me si permette di chiamarmi "tesoro". Anche io userei un bel lanciafiamme.
Diversamente abile comunque NON è un termine da usare, detto dalle stesse persone disabili/con disabilità. È un approccio in cui la disabilità non è un karma ma lo è la mancanza sociale di opportunità e di inclusione. Oltre ciò, l'intervento è meraviglioso,grazie 💕
Veramente una grande donna. Io l'ho scoperta da poco, ma mi rifarò leggendo I suoi libri. Anziché rammaricarmi di non averla seguita da viva, ringrazio per aver avuto l'occasione di conoscerla in occasione della sua malattia tramite I giornali. Quello che cerco di trasmettere al mio prossimio quando viene a mancare loro una persona cara non è il rammarico che non ci sia più, ma pensare di aver avuto l'opportunità e la fortuna di condividere un tratto di cammino insieme. BUONA VITA A TUTTI.
@@mariateresagarello8740 Le Sue parole mi commuovono. Leggendole, mi sembra di aver incontrato una parte di me che vagava chissà dove nell'universo e che adesso, in questo punto esatto dello spazio-tempo, ha sfiorato la punta delle dita della mia mano. Lei è una donna dal cuore immenso. Grazie infinite, davvero, per la Sua bontà d'animo e per la Sua gentilezza. Il mondo avrebbe così tanto bisogno di bene donato spontaneamente come ha fatto Lei. Grazie di cuore ❤ da Carla.
quanto mi manchi e quanto mi mancano i tuoi pensieri e le tue parole vorrei raccontare un episodio accadutomi circa quaranta anni fa sono stata chiamata come consulente al comune di fiorano partecipo unica donna ad un gruppo con colleghi tutti maschi che ancora non conoscevo uno dei partecipanti inizia il giro delle presentazioni per ognuno dei presenti viene usato il titolo professionale dott tale arch tale neuropsichiatra tale per ulima vengo presentata io cosi laura restuccia saitta una signora molto disponibile disponibile a che alla collaborazione in quanto ultima arrivata o a che altro alla faccia delle mie tre lauree a una vita di studio appassionato diinsegnamento di ricerca ecc ecc adesso a settantotto anni ancora ci rido sopra ma e un riso amaro un pensiero pieno di affetto a michela murgia ovunque si tr ovi oltre che nei nostri bei ricordi grazie per l attenzione laura restuccia saitta
Questa storia del diversamente abile è decisamente una idiozia. Io ho una disabilità, non congenita, l’ho sviluppata in etá avanzata, mi limita ma ovviamente cerco di ovviare per quanto possibile. Non sono diversamente abile, sono MENO abile di prima, ma questo cosa vuol dire? In che modo qualcuno potrebbe offendermi rilevando una cosa ovvia, e cioè che il mio fisico ha un limite? In che modo questo può essere considerato una discriminazione? È un evento, di per se neutro, di cui prendere atto, accettarlo, rifiutarlo, sono aspetti irrilevanti. Non scolliamoci dalla realtà.
Ha pienamente ragione. Secondo me tutta questa pantomima di "non discriminazione", di considerare i meno abili uguali agli altri, ha lo scopo di far finta che possano fare anche quello che non possono fare, così non c'è bisogno di dare loro una mano. Perciò per me è una vigliaccheria, che vogliono mascherare con una finta uguaglianza. Come quando si dice: "Ce la devi fare DA SOLO". Eh già, così gli altri se ne lavano le mani!
Si chiama ipocrisia infatti. Ed è anche non attinente la parola, perché diversamente abile vuol dire che si hanno delle abilità diverse ma in realtà non è così. Perché il diversamente abile non ha abilità diverse rispetto ai non diversamente abili, ma è mancante di una o più abilità che le persone “normali” hanno. Ovvero è carente di alcune abilità. Infatti non c’è qualcosa che il disabile sappia fare in più del “normale”. Il riferimento ovviamente sono gli esseri umani che le abilità le hanno tutte.
Beh, anche se dici di "essere disabile" o di "essere meno abile di prima" ciò non ti salva dall'essere ignorante della tua stessa condizione. "PERSONE CON disabilità" è la dicitura aggiornata dall'OMS per ripristinare il rispetto e la dignità negati in tutto questo tempo. Perché si è sempre e comunque prima di tutto PERSONE, con le eventuali caratteristiche e condizioni vitali.
@@tiziana327esatto. Nel contesto specifico della disabilità , “normale” significa una persona che conserva integre tutte le funzioni fisiche. Non c’è nessuna arroganza nel definirsi normale, é un dato di fatto, come lo è essere al di sopra della media. Allora gli atleti olimpici come li definiamo? È arrogante dire che sono eccezionali? No, non lo è, è un altro dato di fatto.
Pensavo che ormai tutto questo discorso raccogliesse dei pensieri talmente ovvii per tutti... Invece no...sembra che ci siano ancora tante menti piatte in giro, ecco perché piace Murgia, risveglia menti piatte, ma se avete le menti piatte tali rimarranno purtroppo. 😢
Un'analisi più stupida sulla creazione e sull'attribuzione del significato delle parole non l'ho mai sentita. Andate a sentire i video di Yasmina Pani, una VERA linguista che spiega in modo reale il modo in cui le parole si caricano di significato negativo.
A parte che la patta è il sopra della tasca e si controlla xké di solito rimane cucito ( vedi l'Hilton di mio marito quando sposammo). Non ho capito niente. Murgia lei è prolissa. Se non mi inganno c'era Neri Marcore'. Spero ridesse x l'inutile argomento trattato. Se rideva x annuire alla Murgia mi vedo costretta a metterlo nell'elenco degli infelici.
Direi che é il contrario: se ci fossimo attenuti a questa “regola”, non ci sarebbe stato e non ci sarebbe bisogno oggi di lottare contro le discriminazioni, proprio perché esse nascono dall’assegnare nomi e ruoli in rapporto alla nostra normalità e al potere normativo che abbiamo la presunzione di avere.
Purtroppo "attenersi alla regola" non è stato sufficiente per stare lontano dal potere discriminatorio, perché non tutti gli esseri umani vogliono rapporti paritari. I fatti parlano. In un mondo ideale non sarebbe successo ma non è questo.
Vorrei sottolineare che "diversamente abile" è stato, giustamente, sostituito con "persona con disabilità"; dove il soggetto è la persona e non la disabilità...
"diversamente abile" è solo un termine formale che sembra più che altro una presa per il culo. Se un disabile ha accettato la propria disabilità, allora non ha bisogno di un nuovo termine. Disabile dice solo che hai una mancanza. Bon
@@jasmineperry387 il fatto che un ragazzo abbia delle orecchie pronunciate, e ne è cosciente, non implica il permesso per gli altri di chiamarlo, "recchie a sventola" o Dumbo. Oppure ' ti chiamo cicciona, tanto non ti deve far male, se sai di essere in sovrappeso". Non ha senso,no!? Anche perché a guardar bene, i difettucci, li abbiamo tutti. Immaginate, se ad un'uomo elegante, in giacca e cravatta, mentre lavora, nel suo bellissimo studio, viene chiamato da un collega " pene piccolo" andiamo a prendere il caffè, credo che anche se lui lo sappia di aver tale misura non gli vada, che li sia ricordato, magari perché si vergogna o non si accetta per questo.... Le offese non sembrano mai gravi per chi le pronuncia, ma solo per chi le ascolta.
Esatto. Vorrei sottolineare che il linguaggio da usare è stato concordato anche con le persone disabili. Sempre, in caso di dubbio,. chiedere al interlocutore: per gli autistici c'è dibattito (autistici o con autismo) persone di colore, persona nera. People of color in inglese si riferisce a chi non è bianco, in Italia solo alle persone nere. Ripeto, se non si sa, chiedere al diretto interessato. Se non sono disabile non ho alcun diritto di definire/inventare/nominare niente se non è concorde con la comunità di riferimento.
@@magnolia6553 questi paragoni non sono per niente azzeccati, quello che hai scritto sono a tutti gli effetti degli insulti, mentre "disabile" non è un insulto e non è neanche percepito come tale (ovviamente uno può usarlo come insulto, ma questo vale per tutte le parole)
@@jasmineperry387 più o meno, ti do ragione....anche se dipende dai casi. Mio padre, x esempio, si è ritrovato su una sedia a rotelle nel giro di una settimana all'età di 55anni, odiava che lo chiamassero disabile, perché inizialmente non aveva accettato la sua situazione, e quelle poche volte di spensieratezza, li venivano strappate, da quella parola.....una volta, a teatro, prima di entrare per uno spettacolo, che attendevamo da tempo, all'ingresso mentre si parlava serenamente con amici, fu inviato ad utilizzare l' ingresso per disabili, naturalmente il ragazzo non voleva offenderlo, ma li rovinò la serata....anni dopo lavorando in una sala ricevimenti, mi ritrovai nelle stessa situazione del ragazzo del teatro, così con un enorme sorriso e gentilezza mi avvicinai all'intero gruppo, e rivolgendomi a tutti gli disse "signori, vi attendevamo! Prego l'ingresso VIP é da questa parte" facendomi seguire nel percorso della rampa da tutta la comitiva. Tornando a casa, e raccontandolo al mio papà, mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha ringraziata, come se fosse stato lui li in quel momento. Credo che molte volte, non costi poi molto, essere più empatici verso gli altri.
e infatti guardavo di due anni fa pubblicato ma anche se fosse di prima i figli ce li aveva già se non erro, strano nessuno le abbia detto lì. Si lì e li solo non ha fatto degli esempi calzanti al massimo perché sui giornali è così ma ovvio che Trump è lui di potere era lui il presidente lui eletto quindi si era a rimarcare quello ma in altri contesti viene fatto eccome " signora " poi spessissimo mentre gli uomini sotto. avvocato ecc e mai "signore" a rimarcarne il ruolo nella società mentre nella donna a rimarcare l: età....donna non giovane che quindi non cinta più niente
Ma descrivere la realtà ora è diventato un problema? Nero, omosessuale, biondo, gigante, grasso etc sono aggettivi. Se ci vedete un intento denigratorio o escludente a prescindere fatevi curare. Soppravalutatissima
Ma che dice? Michela Murgia non ha mai fatto mistero di aver studiato teologia. Inoltre, essere teologi e contemporaneamente denunciare le nefandezze a qualunque livello della nostra società non è una contraddizione.
Che visione limitata per una teologa😂! E che modo erroneo di vedere le cose ed il mondo...partendo da concetti che crede profondi!! Secondo lei, una persona che non ha l'uso delle gambe, si vede "normale"? Secondo lei, la parola "disabile" è offensiva o piuttosto esprime una realtà delle cose (che si vogliano accettare o meno!) Io sono quasi del tutto sorda dall'età di cinque anni. Ho sempre, dunque, saputo che non ero con uno dei sensi nella "normalità". Mi hanno sempre offeso molto più le ipocrisie delle persone come la signora Murgia, che il modo di fare semplice e chiaro di chi si comportava con me, tenendo conto del mio problema... Il bianco esiste perché c'è il nero e viceversa, l'alto esiste perché c'è il basso e viceversa, la normalità esiste perché c'è un'anormalità (da accettare con rispetto come tale ma da considerare per quello che è!!). Ormai affermiamo sentenze che si pretendono libere sovvertendo valori... e negando una realtà che esiste sempre e comunque... Mi auguro che la realtà che vorrebbe la signora Murgia non sia finalmente molto peggio di quella dei nostri padri.
La realtá passata che lei descrive, signora, la ha maltrattata e offesa. Credo sia sufficientemente matura, diciamo vecchia visto che lei odia le ipocrisie, per rifiutare e odiare alcuni giudizi che lei ha subíto. Oggi é lecito manifestare il proprio disgusto per il mondo intorno a noi, ne approfitti e vedrá che le fará bene. Questa é l'ereditá che lascia Michela Murgia: saper dire di no.
@@NicolasAzzaro Il fatto è che noi, per "saper dire di no" e criticare la realtà che ci circonda, non abbiamo bisogno né dei suoi suggerimenti né di quelli della povera Murgia... La prego, ci risparmi la sua retorica della quale non sappiamo davvero che farcene.
Lei non ha empatia alcuna e non meriterebbe neppure una risposta. Ma ci tengo a fornirla. Non usi il plurale maiestatis e non si permetta di zittire la gente. Lei pensa a modo suo e ne ha diritto. Gli altri hanno il diritto di esprimere le loro opinioni. É manifestamente arrogante e maleducato, mi spiace per lei.
al netto che Avvocata è un quartiere di napoli, e se la vogliamo dire tutta potremmo al massimo dire avocatessa, la domanda che farei a questa signora, e ad es se una donna militare fa carriere e diventa colonello la chiamiamo colonella? o generala(generalessa) maggiora? sorgenta? capitana? poi ad esempio l autista se e uomo diventa autisto? ridicola
Ma ridicole saranno le Sue pseudo-osservazioni. La forma 'avvocata' - perfettamente legittima dal punto di vista della formazione del femminile, ma meno in uso del più comune 'avvocatessa' - viene usata sovente per non marcare sessisticamente o discriminatoriamente la categoria di persone ad essa associata. Per quanto riguarda il Suo esempio relativo ai gradi della carriera militare al femminile, le regole grammaticali ci sono già: 'la colonnella', 'la generalessa', 'la maggiore' / 'la donna maggiore' (sebbene si legga anche 'il maggiore' seguito da nome e cognome della diretta interessata), 'la sergente', 'la capitana'. Per quanto riguarda i nomi di mestiere e professione terminanti in -ista, essi rimangono invariati al singolare nei due generi: 'autista' è tale sia al maschile che al femminile, come 'elettricista', 'camionista', 'dentista', 'linguista', 'pianista', ecc. Ma il punto focale della questione è che le forme al femminile di mestieri che fino a pochi decenni fa erano esclusivo appannaggio degli uomini (ed è per questo motivo che Le paiono strane), anche se venissero usate nella forma grammaticalmente corretta, verrebbero comunque recepite ironicamente, con sarcasmo o addirittura con sospetto, qualora non con derisione, da parte dell'uditorio maschile. Chiaramente, senza fondamento alcuno. È anche per questo che noi donne subiamo la prepotenza maschile: perché non sappiamo ribellarci. Non dico singolarmente, ma collettivamente. Ma ne avremmo un gran bisogno.
@@deldoide state perdendo tempo ad accusare la grammatica d'essere sessista (che con tutto il rispetto e la comprensione che posso metterci è RIDICOLO) invece di contrastare le ragioni del perché le persone si sentono offese e della mentalità d'un popolo che non cambierà certamente assieme ai suffissi o alle desinenze della lingua. E pensare che possa accadere è da ignoranti. Cose come la schwa o il "linguaggio inclusivo" sono specchi per le allodole e creano più divisione di quanta pretendono di cancellarne. Le parole da sole non sono in grado di fare un bel nulla. La cattiveria è sempre nella bocca di chi le usa. E finché non lo capite, non farete mezzo passo avanti
@@JonathanLivingston87 Mi sembra che abbia preso lucciole per lanterne. In primo luogo, la grammatica non può essere né maschilista, né sessista in genere (sebbene 'sessismo' coincida nel 99,9% dei casi con 'maschilismo', per lo meno nel mondo occidentale); è l'uso che se ne fa a determinare la discriminazione di genere. In secondo luogo, l'uso di schwa, di asterischi o di altri simboli per marcare parole che vogliamo essere valide per tutti gli orientamenti sessuali non sarà di certo la soluzione, ma è un segnale da rispettare e da prendere in considerazione. Smuove più le coscienze uno di questi simboli che l'indifferenza, questo è lo scopo primario del loro uso. Che poi la discussione si accenda fa più che bene, specialmente quando si adducono prove dell'abuso di forme al maschile anche laddove esistono quelle femminili, tanto legittime quanto quelle maschili. In terzo e ultimo luogo, per cambiare la mentalità maschilista occorre che cambi il terreno, l'humus, la società, la religione, le tradizioni di un Paese - l'Italia - da sempre avvezzo alla subordinazione della donna, ma non tanto in quanto essere umano di sesso femminile, quanto per ciò che l'essere un essere umano di sesso femminile comporta. Il potere ha sempre avuto paura delle donne, della loro natura, della loro forza procreatrice, del loro incessante mutare, adattarsi, sopportare, vincere; qualità che solo l’atavico mito del "sesso forte", ancora vigente nelle società patriarcali, cerca di fermare ma, per fortuna, con sempre meno successo. A combattere contro questo sistema - e talvolta a vincerlo, anche se sempre a proprie spese - sono sempre e ancora solo le donne. In poche parole, le questioni per le quali Lei ha pensato di battersi contro di me e il mio pensiero, sono sostanzialmente infondate ed erronee.
@@deldoide ammiro e trovo coinvolgente il tuo ardore, ma questa guerra ideologica l'avete portata voi alla mia attenzione. Posso dire che avete corrotto il sguardo innocente? Sono sette anni che faccio, pensa tu che c'ho appena pensato io, lA guardiA giuratA! E stando a questo modo di pensare, cavolo, ma allora vorrà mica dire che mi ridono dietro perché "guardia" finisce con la "a" e non perché il mio mestiere fa ridere anche i polli? Guarda che è una svolta! E la polizia! Pensavo fosse gente con le palle, invece devono essere delle femminucce...bello, o bella o cosa cazzo sei, puoi idealizzare la tua frustrazione quanto vuoi, ma non è questa la via giusta. Imporre il cambiamento è violenza, punto e fine. Lo è sempre stato e sempre lo sarà, a prescindere dallo scopo. Se sei una persona brutta, lo sei anche cambiando il tuo modo di parlare
@@JonathanLivingston87 Lei è intervenuto Sua sponte; non sono stata di certo io ad averLa invitata a partecipare alla discussione. Ciò detto, qui nessuno impone niente ad alcuno. Ma so che quando le cose non vanno bene (non per una persona, ma per un'intera comunità), esse vanno cambiate. Patetico il Suo modo di scrivere, oltreché pieno di refusi di qualsivoglia tipo. Il tu lo dia cortesemente a Sua sorella, non a chi non La conosce (questa regola è valida anche per il mondo virtuale, qualora non lo sapesse o fingesse di non saperlo). Credo che qui l'unica persona frustrata - perché evidentemente incapace di controbattere alle mie affermazioni con la medesima efficacia logica e consequenziale - sia solo Lei. Ciò è chiaramente visibile non solo dai numerosi refusi del Suo messaggio, ma dai toni generali di nervosismo con cui si è rivolto nei miei riguardi. Non so che farmene di Lei, fintantoché non sarà interessato ad intavolare una discussione seria e serena sull'argomento. Prenda una bella camomilla, rilegga tutto e ci rifletta su. Poi, se vuole, torni a scrivermi con mente serena. Una buona serata.
Non la conoscevo, grande intellettuale, non mi piacciono le declinazioni forzate al femminile (architetta avvocatessa ministra), e segnalo un errore: Samantha Cristoforetti e' mamma, altroche' non ha figli! Cmq Rip Michela Murgia🙏
Le declinazioni al femminile di cui parla non sono forzate, sono italiano. Architetta, avvocata, ministra e così via, sono semplicemente la declinazione femminile dei mestieri sopraindicati. Se a lei non interessa utilizzarli per se stessa è un suo problema, però non sono forzature, è la lingua italiana.
Mi aveva quasi convinto. Poi ha lasciato cadere la maschera della tolleranza: “puoi dire che esiste ma non puoi parlarne, perché non è la tua [realtà]” è, a mio avviso, il nòcciolo agghiacciante della questione, la censura dell’universo del linguaggio, che a mio modesto parere dovrebbe essere DEL TUTTO esplorabile e fruibile nella sua infinità - giacché solo ciò di cui si parla esiste davvero. Michela Murgia può spiegare - con grande perizia e fascino, come in questo video - gli effetti delle parole, ma pretendere di mettere paletti alle possibilità linguistico-espressive è puro fascismo. E poi “non puoi parlarne perché non è la tua [realtà]” è un’idiozia controproducente: trattandosi di nomenclature sulle minoranze, se ci fossimo attenuti a questa regola non avremmo ottenuto diritti per i neri, i gay, gli stranieri o le donne, giacché è la maggioranza bianca etero cittadina maschile che glieli ha riconosciuti per la maggior parte delle volte. “Non puoi parlarne perché non è la tua [realtà]” implicherebbe un miscuglio umano che sostituisca l’Umanità, un mondo fatto di recinti e divieti. Francamente, non mi sento di voler vivere in questo mondo solo per non offendere l’architetta.
Per forza perché l' "architetta" non sei tu, altrimenti avresti sicuramente qualcosa da ridire. Cosa assurda è che non ha colto cosa voleva dire lei, ovvero, non è una questione di "politicamente corretto", ma del fatto, che siccome non sei tu quello offeso, non ti frega. Per quanto riguarda l'osservazione che riguarda, il non poter parlare al posto del altro, é dato dal fatto che non sapendo, cosa si prova a essere discriminati per un motivo specifico, non possiamo parlare per lui, non che non possiamo parlare di lui. Esempio: Sarebbe strano che un uomo dalla carnagione mediterranea sia l'unico relatore di un convegno sulla discriminazione subita dagli albini.
@@magnolia6553 strano ma non scorretto. Io sono uno storico delle religioni e mi batto da anni contro il pregiudizio assurto a legge accademica secondo il quale, in quanto ateo, io non “potrei” essere uno storico delle religioni. Tengo lezioni sulle madri del femminismo, conferenze sulla storia degli afroamericani e della segregazione, e puntualmente arriva la frescona che mi dice “ma non è giusto che ne parli tu, perché sei maschio/bianco”. Ora, a me sembra talmente evidente l’aporia di questo ragionamento, talmente fascista la censura dietro ad essa, che trovo anche svilente per me e per chi mi legge in questo momento doverla spiegare - tanto più per una riconosciuta “intellettuale” come Michela Murgia. Io ho il diritto non solo di interessarmi a tutte le minoranze che voglio, ma di parlarne e insegnarne ANCHE agli appartenenti di quelle minoranze - che spesso sono inconsapevoli di loro stessi (e appartenendo io stesso ad alcune minoranze - non binario, gay, ateo ed ebreo - vedo CHIARAMENTE che chi appartiene a una minoranza non è sempre lucido o consapevole della sua appartenenza). Così come se voglio chiamare in qualsiasi modo un altro ho il diritto di farlo, nel pieno delle mie facoltà e consapevole delle conseguenze - spesso più che giuste. Ma la censura sulle parole è rivoltante: è la morte dell’intelligenza in favore dell’automazione del pensiero. Per cui, va bene “architetta” ma anche “architetto” o “architett*” o anche “signorina”. Ho a scuola un’allieva devotissima che mi chiama “Madame”, e io le rispondo sempre. Dovrei forse arrabbiarmi nel dirle che non dovrebbe chiamarmi in questo modo eccetera eccetera? Quando una sua compagna mi ha chiesto perché non la sgridassi per questo, ho risposto la verità, e cioè che nell’essere apostrofato col genere femminile non c’è alcuna vergogna né differenza. Mi chiedo perché non valga anche il contrario.
@@wgcc1 se é l'unico relatore,si che è strano, mentre, se ci fossero più relatori, in quel caso sarebbe utile. Il senso é che si può aver studiato un argomento fine a perdere le diottrie, ma non sentirai quello che prova una persona al suo posto. Per esempio: sai davvero cosa prova un ragazzo di colore che viene fermato in piena notte, in una strada di campagna, da due agenti? Mi vorresti dire che senti il brivido lungo la schiena che prova una ragazza, quando rincasando tardi, da un sottopassaggio poco illuminato, sente dei bassi dietro di lei; Che sai quanto ferisca lo sguardo, di chi ti fissa, mentre ti stai gustando un bombolone alla crema, poiché tu sei l'unica visibilmente in sovrappeso.... Qui non si parla, di una specie di censura fascista, non è che ti venga vietato usarele, ma del migliorare il rapporto con gli altri, del fatto che la parola ferisca, poiché quando l'offendi, peserà "ecco un'altro coglione". Certo, che non ci si sente, una pressione discriminatoria, se viene usato un appellativo da una persona sottoposta a te. Immagina, se l'appellativo ti fosse dato da un tuo superiore e riguardasse la tua cultura su i testi teologi, da una persona che sa che studi hai alle spalle. Così come quando a me da ragazza, dopo appena una settimana dalla morte di mio padre, il titolare del bar mi disse che dovevo fare la "frivola" con i clienti poiché se voleva una con l'aspetto sciupato, avrebbe assunto una cessa qualsiasi a fare i cocktail. Crescendo ho studiato di notte, lavorando di giorno, x diventare autista-barelliere (ha detta della commissione ero la più brava di tutto l'anno, avendo avuto + offerte di lavoro, scelsi il pronto soccorso,più vicina a casa,x mia madre) dopo il mese di tirocinio, fui peró scavalcata per l'assicurazione, dal nipote del primario ( mai visto neanche un giorno in quel ospedale) e indovina cosa mi dissero i colleghi "perché non vai a parlare con il primario, e fai un po' la carina, vedi che un posto per te lo trova" naturalmente in entrambi i luoghi sono andata via all'istante. E le "parole offesiva" perdurano ancora adesso che sono una imprenditrice affermata, l'unica soluzione che ho trovato x punire i cretini é un sorriso e un aumento nella mia parcella.😏 grazie
@@magnolia6553 guarda mi spiace ma non siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda. Io ti parlo di insegnamento, di storia, fatti, e tu mi rispondi di “brividi lungo la schiena”? Ma a me non frega minimamente dei brividi lungo la schiena di nessuno, così come non mi sento di mettere in piazza i miei. Secondo me ti sfugge proprio il retroterra linguistico-filosofico della questione - infatti porti esempi della tua vita nei quali non sei stata discriminata sulla base del linguaggio o del pregiudizio, ma dell’aspetto fisico, che è tutt’altra cosa. La domanda è: se ti chiamano “barelliere” al posto di “barelliera” ti senti sminuita in qualità di donna? Se mi dici sì, allora spiegami in che modo, perché io non vedo questo sminuire.
@@wgcc1 i miei esempi ( brivido, paura, umiliazione) solo in relazione al tuo commento :"non puoi parlarne perché non é la tua realtà é un'idiozia controproducente" per cui non é che ti viene vietato di parlare delle realtà di un'altra persona, ma piuttosto che non sia realmente cosa PROVA, quell'altra persona. Perché sei bianco, atletico, uomo..... Le parole hanno potere, se tu dici ti amo, ti odio, il potere di quella parola risuona in colui a cui è rivolta. Quindi se ad un'uomo di colore gli dici " negro" a lui, e solo alla sua etnia, fa male, perché sono stati loro ad essere stati schiavizzati per anni e non i nordici (es.). Se una donna che ha studiato per tanti anni per diventare quella che é, le va dato il titolo che merita, ( tanto meno signorina) e certo che in molte si offendono se gli viene dato il maschile, se esiste la versione femminile. Per quanto riguarda le vicende personali, ricorda che sei stato per primo a tirare in mezzo la storia della studentessa... Le mia non è una discriminazione solo per l'aspetto fisico, perché a nessun bartender di sesso maschile gli viene richiesto di flertare con i clienti ( uomini e donne) oltre che saper preparare i cocktail e la gentilezza verso il cliente, perché a nessun uomo viene chiesto, come valutazione per l'assicurazione, oltre la bravura, di esporsi sessualmente, se vuoi il lavoro. E per la cronaca non esiste autista- barelliere, ma autista- barelliere- soccorritrice ( un po'come chirurgo).
Discorso pieno di banalità e inesattezze. Esempio? Parmitano è andato nello spazio prima di Cristoforetti (il primo con la Expedition 37, la seconda con la Expedition 42). Poi, e non è vero che Cristoforetti non è mamma. Lo è. E mi fermo qui.
@@danielabassano9528anche i popoli europei un tempo hanno vissuto oppressioni...si sono dati da fare,combattuto,lottato e fatto rivoluzioni per venirne fuori. Considerare sempre come incapaci di reagire i popoli africani,questo si é fare RAZZISMO. Gli indiani d'America hanno combattuto e anche perso ma nessuno é riuscito a farne schiavi. L'oppresso se si sente tale ha l'obbligo di reagire da sé stesso,non di aspettare il buono "uomo bianco" che libera...ma dove vivete?in un fumetto?
@@claudiab4906 La invito ad approfondire la storia dei popoli africani e di come sono stati oppressi, con quali tecniche e con quali bagni di sangue.... Nei libri troverà poco, visto che i libri li hanno scritti i colonialisti....Le consiglio di vedere una lunga intervista che troverà anche con sottotitoli in italiano allo sciamano Zulu CREDO MUTWA con David Icke. Ignori pure la prima parte sugli alieni e segua la seconda parte sulla storia dell'Africa
Il termine misandrìa (dal greco μῖσος (mísos), "odio", "avversione", e ἀνήρ, gen. ἀνδρός (anēr, gen. andrós), "uomo") indica un sentimento ed un conseguente atteggiamento di avversione, ostilità, odio, disprezzo e/o pregiudizio nei confronti del genere maschile.
Si contraddice. All ' inizio dice che i veri amanti si chiamano con lo stesso nome (perché sono uno dell'altra) poi considera discriminante quando si nomina un uomo importante col cognome e la propria donna col nome.(sminuendola,secondo lei) quanta aria fritta!
Il ragionamento della Murgia, che ho trovato interessante, in sé è corretto, soprattutto nella parte riguardante l'influenza dei rapporti di forza sul linguaggio e sul potere "normativo" della maggioranza. È però condito con qualche riflessione opinabile. In particolare riguardo alla questione delle professioni declinate al femminile. Non ci vuole un linguista per capire che il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al genere biologico e questo vale sia per le donne che per gli uomini. Nessun uomo si è mai sentito discriminato per avergli dato del lei, come nessuna donna fino ad oggi (almeno fino all'avvento dell'epoca boldriniana) si era mai scandalizzata per essere stata chiamata avvocato o architetto. Anzi molte donne, per fortuna, ancora si fanno chiamare così. La lingua non è di per sé discriminatoria, anche perché molti nomi comuni prevedono entrambi i generi, come dottore/dottoressa, attore/attrice ecc. ed allora bisognerebbe chiedersi come mai questa dicotomia di genere non riguardi tutte le parole. La risposta è nell'uso: non si è affermato nell'uso corrente chiamare una donna 'avvocata' o 'avvocatessa', e ciò probabilmente perché davvero "suona brutto". In conclusione la lingua è viva ed il suo processo di formazione è spontaneo, per questo motivo non è lecito imporre ai parlanti la lingua italiana alcun cambiamento sul presupposto che il modo in cui si è parlato finora è discriminatorio. Perché la discriminazione sta nelle intenzioni non nella lingua.
@@rorytrullo2421 trovo molta ipocrisia, ideologia, e propaganda commerciale. Le donne e gli uomini sono delle persone, e vanno giudicate per i loro comportamenti a prescindere dal sesso. È la condizione della donna che va' migliorata, e non sono di certo le vocali ad attuare questa esigenza, altrimenti è demagogia per trovare visibilità. No a discriminazioni, neanche verso gli uomini intellettualmente onesti e civilizzati
@@rorytrullo2421 scusa ma sono discorsi senza senso. Il problema ora e' un nome? Capisco i diritti ma qui andiamo sul ridicolo. Oltre al fatto non si dice "di colore" lo abbiamo anche noi il colore.
@@NicolasAzzaro Sulla Murgia, che ormai ci ha lasciato prematuramente..., preferisco mantenere un rispettoso silenzio. Per quanto riguarda il suo suggerimento, ancorché non richiesto... beh... mi lasci dire che certi commenti, tipo il suo..., è proprio nel bagno che trovano la loro ragion d'essere...
Anni ‘90, incontro di lavoro in un’azienda prestigiosa. In sala riunioni siamo in sette: la mia collega e io, laureate, con tre colleghi e due clienti, non laureati. Nel foglio di convocazione tutti i nomi dei maschi, non laureati, sono preceduti dal titolo “dott.” mentre noi, uniche laureate, essendo donne abbiamo il nome preceduto da “sig.ra”. Le nostre osservazioni in proposito, dopo la riunione e in sede opportuna, furono accolte da risatine e alzate di spalle, a sminuire l’importanza di un episodio che invece era rilevante, punta di un iceberg che un po’ alla volta è venuto a galla a suon di disparità di trattamento economico e opportunità di carriera, e ancora deve finire di emergere. Solo chi subisce può comprendere realmente come ci si sente quando ciò che meritatamente si è viene disconosciuto e, peggio ancora, attribuito ad altri che non ne hanno diritto. Per cui grazie di cuore per tutto, indimenticabile Michela Murgia ❤
storiella tutta da verificare, come faceva a sapere che gli altri non erano laureati? Un trauma difficile da superare...
@@togasso ma quale trauma… solo una delle mille ingiustizie che subiscono le donne. Come il suo commento, per esempio: se io fossi un uomo lei non si permetterebbe di mettere in dubbio le mie parole pretestuosamente e con tanta tracotanza: conoscere il livello di istruzione dei propri colleghi e dei clienti che si seguono è una cosa ovvia e normale. Come purtroppo il fatto che donne laureate si trovino tra i piedi colleghi maschi meno capaci di loro che hanno diritti e stipendi immeritati. Se non lo sa, probabilmente vive e lavora su Marte. O non ha mai lavorato in vita sua perché è un adolescente… e questo spiegherebbe molte cose.
@@rebolognesi allora è proprio una fissazione, la sua. Io non mi offenderei mai se qualcuno non mettesse dott. davanti al nome, e se non lo facesse, non andrei a controllare se altri meritino o meno tale qualifica. A mio avviso ha ricevuto un trauma, e lo dimostra il fatto che mi accusa di porle domande in quanto donna...delirio
@@togasso non perderò altro tempo con lei.
@@Filippodimaio-ds3js ma certo, alcune cose sono cambiate per fortuna, grazie anche al fatto che non le abbiamo più accettate e non le accetteremo mai più: la denuncia è l’esatto opposto del vittimismo.
Nn avevo mai sentito parlare Michela Murgia. Ebbene, è stata una Donna eccezionale!! Ha ragione Andrea Scanzi nel.definirla una grande professionista, una scrittirce/giornalista stellare. Iddio l'accolga nella Sua Gerusalemme Celeste.
Mi mancherà molto
A parte il primo pezzo sulla religione, per me il resto è tutto condivisibile, per i disagiati che commentano senza argomentare lasciamoli nelle loro rassicuranti idee.
Grande Murgia, troppo brava.....perché te ne sei andata cosi presto? Hai lasciato un enorme vuoto anche nel mondo della cultura. ❤🌹
O
Perché Dio fa il suo lavoro
@@giulioBonati Sempre che Dio esista, lo farà pure con Lei, non si preoccupi.
@@rossellacampione7356 anche lei dovrà trapassare. E se crede in Dio incontrerà la signora Murgia nell'aldilà
@ giulioimbonati L'unica cosa certa è che tutti dobbiamo morire....mi pare l'unica evidenza.... complimenti per la profondità del ragionamento 👏
Grande Michela! Ci manchi tanto! Giustamente, dobbiamo togliere un po' di arroganza dal nostro linguaggio
Meravigliosa! Mi manca tantissimo. Cosa direbbe lei… penso sempre a questo.
Credo che abbiamo tutti perso un capitale umano, intellettuale e culturale infinito..ancora non me ne capacito..
Davvero una grande perdita! ❤
Concordo!!!
Mitica
Grazie
Grande Michela, la questione che avevi sollevato è di un interesse enorme..
incredibile che non sia più sulla terra ad aprirci gli occhi. ❤ grazie Michela, ti penso spesso
Grazie!!!
Intervento illuminante, a parte la sbavatura sul "disabili/ diversamente abili", dicitura aggiornata dall'OMS in "PERSONE CON disabilità".
Per il resto è davvero un discorso da conservare dentro di sé come un tesoro.
Dici bene...un grande tesoro
L'OMS non è Dio... Sono uomini anche loro che possono aver sbagliato parola...
Indipendentemente se uno condivisa certe posizioni o meno é un intervista da vedere. GRAZIE MICHELA. GRAZIE DAL PROFONDO DEL CUORE.
Unica Grande..mancherai troppo!!!!❤❤❤❤❤
Grazie bella e brava ragazza ❤
Strepitosa grande Murgia, intellettuale senza pari❤
Intellettuale di bassissimo livello
@@JohnMicius tutti i quotidiani italiani hanno dedicato numerose pagine alla Murgia in occasione della sua morte( Corriere 3 pagine, La Repubblica e il Domani 4 pagine ciascino, il Fatto 3 pagine e mezzo ecc) e la maggior parte dei quotidiani europei ha fatto la stessa cosa e la Murgia ha pure vinto tra le varie onoreficenze il prestigioso premio Campiello... non mi risulta che nulla di tutto questo avvenga per gli pseudo intellettuali di destra...
Bisògna essere intelligenti per capirla, e non mi sembra che tu lo sia.....
@@LilianaMartinaCaramia leggi qualche libro vero e capirai quanto e' mediocre anzi meno
@@LilianaMartinaCaramia ha parlarto l aquila
Ancora viva, ritrovarla è sempre importante ❤
EHOOOOOOOOO!!!!!! MA VA CAGA'!!!!!!!
D' accordissimo con lei!!!! ❤
Grande mente. Grande cuore.
Aggiungo a questo interessante intervento, il mio sdegno, quando qualcuno che non ha una relazione intima con me si permette di chiamarmi "tesoro". Anche io userei un bel lanciafiamme.
Michela Murgia lascia una voragine, ciao, bellissima sa sposa... 😪💔🙏🌹
Grazie Michela Murgia, grazie di cuore.
Diversamente abile comunque NON è un termine da usare, detto dalle stesse persone disabili/con disabilità. È un approccio in cui la disabilità non è un karma ma lo è la mancanza sociale di opportunità e di inclusione. Oltre ciò, l'intervento è meraviglioso,grazie 💕
Veramente una grande donna. Io l'ho scoperta da poco, ma mi rifarò leggendo I suoi libri. Anziché rammaricarmi di non averla seguita da viva, ringrazio per aver avuto l'occasione di conoscerla in occasione della sua malattia tramite I giornali. Quello che cerco di trasmettere al mio prossimio quando viene a mancare loro una persona cara non è il rammarico che non ci sia più, ma pensare di aver avuto l'opportunità e la fortuna di condividere un tratto di cammino insieme. BUONA VITA A TUTTI.
@@mariateresagarello8740 Le Sue parole mi commuovono. Leggendole, mi sembra di aver incontrato una parte di me che vagava chissà dove nell'universo e che adesso, in questo punto esatto dello spazio-tempo, ha sfiorato la punta delle dita della mia mano. Lei è una donna dal cuore immenso. Grazie infinite, davvero, per la Sua bontà d'animo e per la Sua gentilezza. Il mondo avrebbe così tanto bisogno di bene donato spontaneamente come ha fatto Lei. Grazie di cuore ❤ da Carla.
sempre complimenti!!!!!!!!
Tristezza infinita.....enorme perdita ❤
Ragionamento che non fa una piega. Le parole come diceva qualcuno sono importanti ...
Ci manchi tantissimo❤
Grandiosa!!!
Intervento di grande senso e intelligenza. Grande Michela Murgia.
Bravissima abbiano bisogno di tante persone come te grazie
Quando ascolto le parole di Michela Murgia vedo le cose con uno sguardo nuovo
Si droga per caso?
@@mariomarini3774 e lei si droga per caso, a vedere da come commenta suppongo di si
Ah ma non è Geppy Cucciari?
@@mariomarini3774tu faresti meglio.. tanto!!
Intervento magistrale
meravigliosa!!! tutto vero
Semplicemente fantastica
quanto mi manchi e quanto mi mancano i tuoi pensieri e le tue parole vorrei raccontare un episodio accadutomi circa quaranta anni fa sono stata chiamata come consulente al comune di fiorano partecipo unica donna ad un gruppo con colleghi tutti maschi che ancora non conoscevo uno dei partecipanti inizia il giro delle presentazioni per ognuno dei presenti viene usato il titolo professionale dott tale arch tale neuropsichiatra tale per ulima vengo presentata io cosi laura restuccia saitta una signora molto disponibile disponibile a che alla collaborazione in quanto ultima arrivata o a che altro alla faccia delle mie tre lauree a una vita di studio appassionato diinsegnamento di ricerca ecc ecc adesso a settantotto anni ancora ci rido sopra ma e un riso amaro un pensiero pieno di affetto a michela murgia ovunque si tr ovi oltre che nei nostri bei ricordi grazie per l attenzione laura restuccia saitta
Questa storia del diversamente abile è decisamente una idiozia. Io ho una disabilità, non congenita, l’ho sviluppata in etá avanzata, mi limita ma ovviamente cerco di ovviare per quanto possibile. Non sono diversamente abile, sono MENO abile di prima, ma questo cosa vuol dire? In che modo qualcuno potrebbe offendermi rilevando una cosa ovvia, e cioè che il mio fisico ha un limite? In che modo questo può essere considerato una discriminazione? È un evento, di per se neutro, di cui prendere atto, accettarlo, rifiutarlo, sono aspetti irrilevanti. Non scolliamoci dalla realtà.
Ha pienamente ragione. Secondo me tutta questa pantomima di "non discriminazione", di considerare i meno abili uguali agli altri, ha lo scopo di far finta che possano fare anche quello che non possono fare, così non c'è bisogno di dare loro una mano. Perciò per me è una vigliaccheria, che vogliono mascherare con una finta uguaglianza.
Come quando si dice: "Ce la devi fare DA SOLO". Eh già, così gli altri se ne lavano le mani!
Aaa
Si chiama ipocrisia infatti.
Ed è anche non attinente la parola, perché diversamente abile vuol dire che si hanno delle abilità diverse ma in realtà non è così. Perché il diversamente abile non ha abilità diverse rispetto ai non diversamente abili, ma è mancante di una o più abilità che le persone “normali” hanno. Ovvero è carente di alcune abilità.
Infatti non c’è qualcosa che il disabile sappia fare in più del “normale”.
Il riferimento ovviamente sono gli esseri umani che le abilità le hanno tutte.
Beh, anche se dici di "essere disabile" o di "essere meno abile di prima" ciò non ti salva dall'essere ignorante della tua stessa condizione.
"PERSONE CON disabilità" è la dicitura aggiornata dall'OMS per ripristinare il rispetto e la dignità negati in tutto questo tempo.
Perché si è sempre e comunque prima di tutto PERSONE, con le eventuali caratteristiche e condizioni vitali.
@@tiziana327esatto. Nel contesto specifico della disabilità , “normale” significa una persona che conserva integre tutte le funzioni fisiche. Non c’è nessuna arroganza nel definirsi normale, é un dato di fatto, come lo è essere al di sopra della media. Allora gli atleti olimpici come li definiamo? È arrogante dire che sono eccezionali? No, non lo è, è un altro dato di fatto.
Pensavo che ormai tutto questo discorso raccogliesse dei pensieri talmente ovvii per tutti... Invece no...sembra che ci siano ancora tante menti piatte in giro, ecco perché piace Murgia, risveglia menti piatte, ma se avete le menti piatte tali rimarranno purtroppo. 😢
Chi non la pensa come te ha la "mente piatta" ?
Un'analisi più stupida sulla creazione e sull'attribuzione del significato delle parole non l'ho mai sentita. Andate a sentire i video di Yasmina Pani, una VERA linguista che spiega in modo reale il modo in cui le parole si caricano di significato negativo.
Grande🌹
Grandissima ❤️❤️❤️❤️❤️❤️
In conclusione cosa ha detto?
Il nulla.
Nulla !!! Assolutamente nulla .......come lei !!! Riposi in pace !
tutto quello che tu non arrivi a capire
A parte che la patta è il sopra della tasca e si controlla xké di solito rimane cucito ( vedi l'Hilton di mio marito quando sposammo). Non ho capito niente. Murgia lei è prolissa. Se non mi inganno c'era Neri Marcore'. Spero ridesse x l'inutile argomento trattato. Se rideva x annuire alla Murgia mi vedo costretta a metterlo nell'elenco degli infelici.
😅 😂😂😂😂👍
Sa quanto gliene fotta...
Una domanda banale: se non ha capito niente, su quali basi giudica inutile l'argomento trattato?
Anch'io👍
Il ragazzo biondo a sinistra della Murgia sembra scocciato, non ho capito perché…
Perché dice che Samantha Cristoforetti non ha figli se ne ha 2?
la violenza è un'altra cosa...anche questa parola dovrebbe avere un giusto significato nel contesto.
Direi che é il contrario: se ci fossimo attenuti a questa “regola”, non ci sarebbe stato e non ci sarebbe bisogno oggi di lottare contro le discriminazioni, proprio perché esse nascono dall’assegnare nomi e ruoli in rapporto alla nostra normalità e al potere normativo che abbiamo la presunzione di avere.
Purtroppo "attenersi alla regola" non è stato sufficiente per stare lontano dal potere discriminatorio, perché non tutti gli esseri umani vogliono rapporti paritari. I fatti parlano. In un mondo ideale non sarebbe successo ma non è questo.
Un genio.
Vorrei sottolineare che "diversamente abile" è stato, giustamente, sostituito con "persona con disabilità"; dove il soggetto è la persona e non la disabilità...
"diversamente abile" è solo un termine formale che sembra più che altro una presa per il culo. Se un disabile ha accettato la propria disabilità, allora non ha bisogno di un nuovo termine. Disabile dice solo che hai una mancanza. Bon
@@jasmineperry387 il fatto che un ragazzo abbia delle orecchie pronunciate, e ne è cosciente, non implica il permesso per gli altri di chiamarlo, "recchie a sventola" o Dumbo. Oppure ' ti chiamo cicciona, tanto non ti deve far male, se sai di essere in sovrappeso".
Non ha senso,no!?
Anche perché a guardar bene, i difettucci, li abbiamo tutti. Immaginate, se ad un'uomo elegante, in giacca e cravatta, mentre lavora, nel suo bellissimo studio, viene chiamato da un collega " pene piccolo" andiamo a prendere il caffè, credo che anche se lui lo sappia di aver tale misura non gli vada, che li sia ricordato, magari perché si vergogna o non si accetta per questo....
Le offese non sembrano mai gravi per chi le pronuncia, ma solo per chi le ascolta.
Esatto. Vorrei sottolineare che il linguaggio da usare è stato concordato anche con le persone disabili. Sempre, in caso di dubbio,. chiedere al interlocutore: per gli autistici c'è dibattito (autistici o con autismo) persone di colore, persona nera. People of color in inglese si riferisce a chi non è bianco, in Italia solo alle persone nere. Ripeto, se non si sa, chiedere al diretto interessato. Se non sono disabile non ho alcun diritto di definire/inventare/nominare niente se non è concorde con la comunità di riferimento.
@@magnolia6553 questi paragoni non sono per niente azzeccati, quello che hai scritto sono a tutti gli effetti degli insulti, mentre "disabile" non è un insulto e non è neanche percepito come tale (ovviamente uno può usarlo come insulto, ma questo vale per tutte le parole)
@@jasmineperry387 più o meno, ti do ragione....anche se dipende dai casi.
Mio padre, x esempio, si è ritrovato su una sedia a rotelle nel giro di una settimana all'età di 55anni, odiava che lo chiamassero disabile, perché inizialmente non aveva accettato la sua situazione, e quelle poche volte di spensieratezza, li venivano strappate, da quella parola.....una volta, a teatro, prima di entrare per uno spettacolo, che attendevamo da tempo, all'ingresso mentre si parlava serenamente con amici, fu inviato ad utilizzare l' ingresso per disabili, naturalmente il ragazzo non voleva offenderlo, ma li rovinò la serata....anni dopo lavorando in una sala ricevimenti, mi ritrovai nelle stessa situazione del ragazzo del teatro, così con un enorme sorriso e gentilezza mi avvicinai all'intero gruppo, e rivolgendomi a tutti gli disse "signori, vi attendevamo! Prego l'ingresso VIP é da questa parte" facendomi seguire nel percorso della rampa da tutta la comitiva.
Tornando a casa, e raccontandolo al mio papà, mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha ringraziata, come se fosse stato lui li in quel momento.
Credo che molte volte, non costi poi molto, essere più empatici verso gli altri.
In Germania un uomo può prendere il cognome di sua moglie
Grazie di tutto Michela.❤
Grandissima Michela 💪💪💪
@@pierpaolopeddio5028 un "fenomeno" sarai tu che tenti di screditarla con sarcasmo da due soldi .
Io la trovo irresistibile... 🤔
Beh veramente AstroSamanta ce li ha i figli!
e infatti guardavo di due anni fa pubblicato ma anche se fosse di prima i figli ce li aveva già se non erro, strano nessuno le abbia detto lì. Si lì e li solo non ha fatto degli esempi calzanti al massimo perché sui giornali è così ma ovvio che Trump è lui di potere era lui il presidente lui eletto quindi si era a rimarcare quello ma in altri contesti viene fatto eccome " signora " poi spessissimo mentre gli uomini sotto. avvocato ecc e mai "signore" a rimarcarne il ruolo nella società mentre nella donna a rimarcare l: età....donna non giovane che quindi non cinta più niente
Ma descrivere la realtà ora è diventato un problema? Nero, omosessuale, biondo, gigante, grasso etc sono aggettivi. Se ci vedete un intento denigratorio o escludente a prescindere fatevi curare. Soppravalutatissima
*sopra
Una ex catechista diventata predicatrice di sinistra ma rimansta, in fondo, una catechista.
Ma che dice? Michela Murgia non ha mai fatto mistero di aver studiato teologia. Inoltre, essere teologi e contemporaneamente denunciare le nefandezze a qualunque livello della nostra società non è una contraddizione.
"Una misandrica non ha mai saputo di essere misandrica finchè qualcuno non glielo ha detto". Un eloquio pesante e imbarazzante, quasi malato.
togli pure il quasi.
Come siete ingenerosi ragazzi... 🤔 😅😂😂😂
E quello riccio è una sardina?
Ludovico (Lodo) Guenzi componente del gruppo musicale “Lo Stato Sociale”
❤
❤
Molto,molto brava Michela! Pensiero filo-teologico perfetto,nel contempo fruibile da tutti..
Dire LADRO invece di" persona che si impossessa indebitamente delle cose altrui" è molto più semplice.
D'accordo con te, ma vuoi mettere quanto fa chic dire le cose così politically correct come le dice la Murgia...?!
😂😂😂😂😂😂😂😂
Grande
Che visione limitata per una teologa😂! E che modo erroneo di vedere le cose ed il mondo...partendo da concetti che crede profondi!!
Secondo lei, una persona che non ha l'uso delle gambe, si vede "normale"? Secondo lei, la parola "disabile" è offensiva o piuttosto esprime una realtà delle cose (che si vogliano accettare o meno!) Io sono quasi del tutto sorda dall'età di cinque anni. Ho sempre, dunque, saputo che non ero con uno dei sensi nella "normalità". Mi hanno sempre offeso molto più le ipocrisie delle persone come la signora Murgia, che il modo di fare semplice e chiaro di chi si comportava con me, tenendo conto del mio problema...
Il bianco esiste perché c'è il nero e viceversa, l'alto esiste perché c'è il basso e viceversa, la normalità esiste perché c'è un'anormalità (da accettare con rispetto come tale ma da considerare per quello che è!!). Ormai affermiamo sentenze che si pretendono libere sovvertendo valori... e negando una realtà che esiste sempre e comunque... Mi auguro che la realtà che vorrebbe la signora Murgia non sia finalmente molto peggio di quella dei nostri padri.
La realtá passata che lei descrive, signora, la ha maltrattata e offesa. Credo sia sufficientemente matura, diciamo vecchia visto che lei odia le ipocrisie, per rifiutare e odiare alcuni giudizi che lei ha subíto. Oggi é lecito manifestare il proprio disgusto per il mondo intorno a noi, ne approfitti e vedrá che le fará bene. Questa é l'ereditá che lascia Michela Murgia: saper dire di no.
@@NicolasAzzaro Il fatto è che noi, per "saper dire di no" e criticare la realtà che ci circonda, non abbiamo bisogno né dei suoi suggerimenti né di quelli della povera Murgia... La prego, ci risparmi la sua retorica della quale non sappiamo davvero che farcene.
Lei non ha empatia alcuna e non meriterebbe neppure una risposta. Ma ci tengo a fornirla. Non usi il plurale maiestatis e non si permetta di zittire la gente. Lei pensa a modo suo e ne ha diritto. Gli altri hanno il diritto di esprimere le loro opinioni. É manifestamente arrogante e maleducato, mi spiace per lei.
Ma tutti a me si attaccano gli scemi... 🤦♂️🤷♂️
Grandissima, per me unica❤
Che fine intellettuale. Manca.
al netto che Avvocata è un quartiere di napoli, e se la vogliamo dire tutta potremmo al massimo dire avocatessa, la domanda che farei a questa signora, e ad es se una donna militare fa carriere e diventa colonello la chiamiamo colonella? o generala(generalessa) maggiora? sorgenta? capitana? poi ad esempio l autista se e uomo diventa autisto? ridicola
Ma ridicole saranno le Sue pseudo-osservazioni. La forma 'avvocata' - perfettamente legittima dal punto di vista della formazione del femminile, ma meno in uso del più comune 'avvocatessa' - viene usata sovente per non marcare sessisticamente o discriminatoriamente la categoria di persone ad essa associata. Per quanto riguarda il Suo esempio relativo ai gradi della carriera militare al femminile, le regole grammaticali ci sono già: 'la colonnella', 'la generalessa', 'la maggiore' / 'la donna maggiore' (sebbene si legga anche 'il maggiore' seguito da nome e cognome della diretta interessata), 'la sergente', 'la capitana'. Per quanto riguarda i nomi di mestiere e professione terminanti in -ista, essi rimangono invariati al singolare nei due generi: 'autista' è tale sia al maschile che al femminile, come 'elettricista', 'camionista', 'dentista', 'linguista', 'pianista', ecc. Ma il punto focale della questione è che le forme al femminile di mestieri che fino a pochi decenni fa erano esclusivo appannaggio degli uomini (ed è per questo motivo che Le paiono strane), anche se venissero usate nella forma grammaticalmente corretta, verrebbero comunque recepite ironicamente, con sarcasmo o addirittura con sospetto, qualora non con derisione, da parte dell'uditorio maschile. Chiaramente, senza fondamento alcuno. È anche per questo che noi donne subiamo la prepotenza maschile: perché non sappiamo ribellarci. Non dico singolarmente, ma collettivamente. Ma ne avremmo un gran bisogno.
@@deldoide state perdendo tempo ad accusare la grammatica d'essere sessista (che con tutto il rispetto e la comprensione che posso metterci è RIDICOLO) invece di contrastare le ragioni del perché le persone si sentono offese e della mentalità d'un popolo che non cambierà certamente assieme ai suffissi o alle desinenze della lingua. E pensare che possa accadere è da ignoranti. Cose come la schwa o il "linguaggio inclusivo" sono specchi per le allodole e creano più divisione di quanta pretendono di cancellarne. Le parole da sole non sono in grado di fare un bel nulla. La cattiveria è sempre nella bocca di chi le usa. E finché non lo capite, non farete mezzo passo avanti
@@JonathanLivingston87 Mi sembra che abbia preso lucciole per lanterne. In primo luogo, la grammatica non può essere né maschilista, né sessista in genere (sebbene 'sessismo' coincida nel 99,9% dei casi con 'maschilismo', per lo meno nel mondo occidentale); è l'uso che se ne fa a determinare la discriminazione di genere. In secondo luogo, l'uso di schwa, di asterischi o di altri simboli per marcare parole che vogliamo essere valide per tutti gli orientamenti sessuali non sarà di certo la soluzione, ma è un segnale da rispettare e da prendere in considerazione. Smuove più le coscienze uno di questi simboli che l'indifferenza, questo è lo scopo primario del loro uso. Che poi la discussione si accenda fa più che bene, specialmente quando si adducono prove dell'abuso di forme al maschile anche laddove esistono quelle femminili, tanto legittime quanto quelle maschili. In terzo e ultimo luogo, per cambiare la mentalità maschilista occorre che cambi il terreno, l'humus, la società, la religione, le tradizioni di un Paese - l'Italia - da sempre avvezzo alla subordinazione della donna, ma non tanto in quanto essere umano di sesso femminile, quanto per ciò che l'essere un essere umano di sesso femminile comporta. Il potere ha sempre avuto paura delle donne, della loro natura, della loro forza procreatrice, del loro incessante mutare, adattarsi, sopportare, vincere; qualità che solo l’atavico mito del "sesso forte", ancora vigente nelle società patriarcali, cerca di fermare ma, per fortuna, con sempre meno successo. A combattere contro questo sistema - e talvolta a vincerlo, anche se sempre a proprie spese - sono sempre e ancora solo le donne. In poche parole, le questioni per le quali Lei ha pensato di battersi contro di me e il mio pensiero, sono sostanzialmente infondate ed erronee.
@@deldoide ammiro e trovo coinvolgente il tuo ardore, ma questa guerra ideologica l'avete portata voi alla mia attenzione. Posso dire che avete corrotto il sguardo innocente? Sono sette anni che faccio, pensa tu che c'ho appena pensato io, lA guardiA giuratA! E stando a questo modo di pensare, cavolo, ma allora vorrà mica dire che mi ridono dietro perché "guardia" finisce con la "a" e non perché il mio mestiere fa ridere anche i polli? Guarda che è una svolta! E la polizia! Pensavo fosse gente con le palle, invece devono essere delle femminucce...bello, o bella o cosa cazzo sei, puoi idealizzare la tua frustrazione quanto vuoi, ma non è questa la via giusta. Imporre il cambiamento è violenza, punto e fine. Lo è sempre stato e sempre lo sarà, a prescindere dallo scopo. Se sei una persona brutta, lo sei anche cambiando il tuo modo di parlare
@@JonathanLivingston87 Lei è intervenuto Sua sponte; non sono stata di certo io ad averLa invitata a partecipare alla discussione. Ciò detto, qui nessuno impone niente ad alcuno. Ma so che quando le cose non vanno bene (non per una persona, ma per un'intera comunità), esse vanno cambiate. Patetico il Suo modo di scrivere, oltreché pieno di refusi di qualsivoglia tipo. Il tu lo dia cortesemente a Sua sorella, non a chi non La conosce (questa regola è valida anche per il mondo virtuale, qualora non lo sapesse o fingesse di non saperlo). Credo che qui l'unica persona frustrata - perché evidentemente incapace di controbattere alle mie affermazioni con la medesima efficacia logica e consequenziale - sia solo Lei. Ciò è chiaramente visibile non solo dai numerosi refusi del Suo messaggio, ma dai toni generali di nervosismo con cui si è rivolto nei miei riguardi. Non so che farmene di Lei, fintantoché non sarà interessato ad intavolare una discussione seria e serena sull'argomento. Prenda una bella camomilla, rilegga tutto e ci rifletta su. Poi, se vuole, torni a scrivermi con mente serena. Una buona serata.
strano no abbiano ancora nominato noi donne diversamente uomini
6:58 il mondo non gira intorno ai sentimenti.
Non la conoscevo, grande intellettuale, non mi piacciono le declinazioni forzate al femminile (architetta avvocatessa ministra), e segnalo un errore: Samantha Cristoforetti e' mamma, altroche' non ha figli! Cmq Rip Michela Murgia🙏
Avvocata - non vedo cosa ci sia di strano ...
Le declinazioni al femminile di cui parla non sono forzate, sono italiano. Architetta, avvocata, ministra e così via, sono semplicemente la declinazione femminile dei mestieri sopraindicati. Se a lei non interessa utilizzarli per se stessa è un suo problema, però non sono forzature, è la lingua italiana.
@@E._A.niente,ma suona strano(o strana?)
Mi aveva quasi convinto. Poi ha lasciato cadere la maschera della tolleranza: “puoi dire che esiste ma non puoi parlarne, perché non è la tua [realtà]” è, a mio avviso, il nòcciolo agghiacciante della questione, la censura dell’universo del linguaggio, che a mio modesto parere dovrebbe essere DEL TUTTO esplorabile e fruibile nella sua infinità - giacché solo ciò di cui si parla esiste davvero. Michela Murgia può spiegare - con grande perizia e fascino, come in questo video - gli effetti delle parole, ma pretendere di mettere paletti alle possibilità linguistico-espressive è puro fascismo. E poi “non puoi parlarne perché non è la tua [realtà]” è un’idiozia controproducente: trattandosi di nomenclature sulle minoranze, se ci fossimo attenuti a questa regola non avremmo ottenuto diritti per i neri, i gay, gli stranieri o le donne, giacché è la maggioranza bianca etero cittadina maschile che glieli ha riconosciuti per la maggior parte delle volte. “Non puoi parlarne perché non è la tua [realtà]” implicherebbe un miscuglio umano che sostituisca l’Umanità, un mondo fatto di recinti e divieti. Francamente, non mi sento di voler vivere in questo mondo solo per non offendere l’architetta.
Per forza perché l' "architetta" non sei tu, altrimenti avresti sicuramente qualcosa da ridire.
Cosa assurda è che non ha colto cosa voleva dire lei, ovvero, non è una questione di "politicamente corretto", ma del fatto, che siccome non sei tu quello offeso, non ti frega.
Per quanto riguarda l'osservazione che riguarda, il non poter parlare al posto del altro, é dato dal fatto che non sapendo, cosa si prova a essere discriminati per un motivo specifico, non possiamo parlare per lui,
non che non possiamo parlare di lui.
Esempio:
Sarebbe strano che un uomo dalla carnagione mediterranea sia l'unico relatore di un convegno sulla discriminazione subita dagli albini.
@@magnolia6553 strano ma non scorretto. Io sono uno storico delle religioni e mi batto da anni contro il pregiudizio assurto a legge accademica secondo il quale, in quanto ateo, io non “potrei” essere uno storico delle religioni. Tengo lezioni sulle madri del femminismo, conferenze sulla storia degli afroamericani e della segregazione, e puntualmente arriva la frescona che mi dice “ma non è giusto che ne parli tu, perché sei maschio/bianco”. Ora, a me sembra talmente evidente l’aporia di questo ragionamento, talmente fascista la censura dietro ad essa, che trovo anche svilente per me e per chi mi legge in questo momento doverla spiegare - tanto più per una riconosciuta “intellettuale” come Michela Murgia. Io ho il diritto non solo di interessarmi a tutte le minoranze che voglio, ma di parlarne e insegnarne ANCHE agli appartenenti di quelle minoranze - che spesso sono inconsapevoli di loro stessi (e appartenendo io stesso ad alcune minoranze - non binario, gay, ateo ed ebreo - vedo CHIARAMENTE che chi appartiene a una minoranza non è sempre lucido o consapevole della sua appartenenza). Così come se voglio chiamare in qualsiasi modo un altro ho il diritto di farlo, nel pieno delle mie facoltà e consapevole delle conseguenze - spesso più che giuste. Ma la censura sulle parole è rivoltante: è la morte dell’intelligenza in favore dell’automazione del pensiero. Per cui, va bene “architetta” ma anche “architetto” o “architett*” o anche “signorina”. Ho a scuola un’allieva devotissima che mi chiama “Madame”, e io le rispondo sempre. Dovrei forse arrabbiarmi nel dirle che non dovrebbe chiamarmi in questo modo eccetera eccetera? Quando una sua compagna mi ha chiesto perché non la sgridassi per questo, ho risposto la verità, e cioè che nell’essere apostrofato col genere femminile non c’è alcuna vergogna né differenza. Mi chiedo perché non valga anche il contrario.
@@wgcc1 se é l'unico relatore,si che è strano, mentre, se ci fossero più relatori, in quel caso sarebbe utile.
Il senso é che si può aver studiato un argomento fine a perdere le diottrie, ma non sentirai quello che prova una persona al suo posto.
Per esempio: sai davvero cosa prova un ragazzo di colore che viene fermato in piena notte, in una strada di campagna, da due agenti?
Mi vorresti dire che senti il brivido lungo la schiena che prova una ragazza, quando rincasando tardi, da un sottopassaggio poco illuminato, sente dei bassi dietro di lei;
Che sai quanto ferisca lo sguardo, di chi ti fissa, mentre ti stai gustando un bombolone alla crema, poiché tu sei l'unica visibilmente in sovrappeso....
Qui non si parla, di una specie di censura fascista, non è che ti venga vietato usarele, ma del migliorare il rapporto con gli altri, del fatto che la parola ferisca, poiché quando l'offendi, peserà "ecco un'altro coglione".
Certo, che non ci si sente, una pressione discriminatoria, se viene usato un appellativo da una persona sottoposta a te.
Immagina, se l'appellativo ti fosse dato da un tuo superiore e riguardasse la tua cultura su i testi teologi, da una persona che sa che studi hai alle spalle.
Così come quando a me da ragazza, dopo appena una settimana dalla morte di mio padre, il titolare del bar mi disse che dovevo fare la "frivola" con i clienti poiché se voleva una con l'aspetto sciupato, avrebbe assunto una cessa qualsiasi a fare i cocktail. Crescendo ho studiato di notte, lavorando di giorno, x diventare autista-barelliere (ha detta della commissione ero la più brava di tutto l'anno, avendo avuto + offerte di lavoro, scelsi il pronto soccorso,più vicina a casa,x mia madre) dopo il mese di tirocinio, fui peró scavalcata per l'assicurazione, dal nipote del primario ( mai visto neanche un giorno in quel ospedale) e indovina cosa mi dissero i colleghi "perché non vai a parlare con il primario, e fai un po' la carina, vedi che un posto per te lo trova" naturalmente in entrambi i luoghi sono andata via all'istante. E le "parole offesiva" perdurano ancora adesso che sono una imprenditrice affermata, l'unica soluzione che ho trovato x punire i cretini é un sorriso e un aumento nella mia parcella.😏 grazie
@@magnolia6553 guarda mi spiace ma non siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda. Io ti parlo di insegnamento, di storia, fatti, e tu mi rispondi di “brividi lungo la schiena”? Ma a me non frega minimamente dei brividi lungo la schiena di nessuno, così come non mi sento di mettere in piazza i miei. Secondo me ti sfugge proprio il retroterra linguistico-filosofico della questione - infatti porti esempi della tua vita nei quali non sei stata discriminata sulla base del linguaggio o del pregiudizio, ma dell’aspetto fisico, che è tutt’altra cosa.
La domanda è: se ti chiamano “barelliere” al posto di “barelliera” ti senti sminuita in qualità di donna? Se mi dici sì, allora spiegami in che modo, perché io non vedo questo sminuire.
@@wgcc1 i miei esempi ( brivido, paura, umiliazione) solo in relazione al tuo commento :"non puoi parlarne perché non é la tua realtà é un'idiozia controproducente" per cui non é che ti viene vietato di parlare delle realtà di un'altra persona, ma piuttosto che non sia realmente cosa PROVA, quell'altra persona. Perché sei bianco, atletico, uomo..... Le parole hanno potere, se tu dici ti amo, ti odio, il potere di quella parola risuona in colui a cui è rivolta.
Quindi se ad un'uomo di colore gli dici " negro" a lui, e solo alla sua etnia, fa male, perché sono stati loro ad essere stati schiavizzati per anni e non i nordici (es.). Se una donna che ha studiato per tanti anni per diventare quella che é, le va dato il titolo che merita, ( tanto meno signorina) e certo che in molte si offendono se gli viene dato il maschile, se esiste la versione femminile.
Per quanto riguarda le vicende personali, ricorda che sei stato per primo a tirare in mezzo la storia della studentessa...
Le mia non è una discriminazione solo per l'aspetto fisico, perché a nessun bartender di sesso maschile gli viene richiesto di flertare con i clienti ( uomini e donne) oltre che saper preparare i cocktail e la gentilezza verso il cliente, perché a nessun uomo viene chiesto, come valutazione per l'assicurazione, oltre la bravura, di esporsi sessualmente, se vuoi il lavoro.
E per la cronaca non esiste autista- barelliere, ma autista- barelliere- soccorritrice ( un po'come chirurgo).
Sublime ❤
Fanno un po' pena quelle tre ombre che la ascoltano.
Ma lo sguardo perso nel nulla cosmico dei due maschietti?
Godevano del nulla cosmico delle parole di Michela Murgia
@@giulianorivieri2806 😂
Non capivano una cazza😂😂😂😂😂
🤩
È libera libera libera sola unica
Prigioniera di una cultura non sua.
Che Donna, mamma mia 💚
E quante verità.
ahhahahahahahahha Cazzo se ti basta poco cosi andiamo male .....
@@giusepperometta2634 😅😂😂😂👍
Discorso pieno di banalità e inesattezze. Esempio? Parmitano è andato nello spazio prima di Cristoforetti (il primo con la Expedition 37, la seconda con la Expedition 42). Poi, e non è vero che Cristoforetti non è mamma. Lo è. E mi fermo qui.
Grazie per la precisazione, in effetti hai ragione. Però non fermarti, dimmi perché pensi che il succo del discorso non abbia senso.
E secondo te questo giustifica un Astromamma? Maddai su
Mi pare sia diventata una mamma nel 2016 🤔
Mentre il record nello spazio etc lo aveva fatto prima.
Accipicchia una discrepanza! Allora tutto quello che ha detto non conta.
Quindi potevano scrivere:
Astro Bis & Astro Samantha...
Che dire... grande Michela Murgia...
Che donna. Che perdita.
Troppo avanti per me!
Andrea è perfetto. Pietro è pietra. ❤
Cosa sta dicendo ? Ah si.........il nulla !!!!
Concetti che in Italia siamo ancora troppo indietro per comprendere purtroppo
Invece stiamo regredendo proprio come insegna la Murgia. Si comincia da murgia e si finisce in merda
Magnifica. Grazie
Veramente una bella donna!!!!!!!
@@juanpol7645 Ma soprattutto simpatica...
Donne di colore!Di che colore?
Le donne NERE non dicono donne di colore alle donne bianche.
All'estero dicono Becky o Karen.... Ma concordo con te lo stesso, le persone Africane e di origine Africana sono ancora oppresse.
@@danielabassano9528anche i popoli europei un tempo hanno vissuto oppressioni...si sono dati da fare,combattuto,lottato e fatto rivoluzioni per venirne fuori. Considerare sempre come incapaci di reagire i popoli africani,questo si é fare RAZZISMO.
Gli indiani d'America hanno combattuto e anche perso ma nessuno é riuscito a farne schiavi.
L'oppresso se si sente tale ha l'obbligo di reagire da sé stesso,non di aspettare il buono "uomo bianco" che libera...ma dove vivete?in un fumetto?
@@claudiab4906 La invito ad approfondire la storia dei popoli africani e di come sono stati oppressi, con quali tecniche e con quali bagni di sangue.... Nei libri troverà poco, visto che i libri li hanno scritti i colonialisti....Le consiglio di vedere una lunga intervista che troverà anche con sottotitoli in italiano allo sciamano Zulu CREDO MUTWA con David Icke. Ignori pure la prima parte sugli alieni e segua la seconda parte sulla storia dell'Africa
Giusto.Perchè ?
Eppure il bianco è un colore...forse dovremmo dire "mi dia della pasta in bianca)
Mancherai tanto
Unica...profonda e vera...
Il termine misandrìa (dal greco μῖσος (mísos), "odio", "avversione", e ἀνήρ, gen. ἀνδρός (anēr, gen. andrós), "uomo") indica un sentimento ed un conseguente atteggiamento di avversione, ostilità, odio, disprezzo e/o pregiudizio nei confronti del genere maschile.
Michela Murgia delira con una tale creatività che è comunque interessante ascoltarla, interessante e frustrante.
Interessante anche no
Non è un delirio, è cultura 😉 C'è da imparare mentre si ascolta😊 ...ciao😢
Michela Murgia e oltre che molto brava molto elegante vede il buon gusto
Grazie per l'impegno e la passione.
La Murgia...è come si presenta...
Bravissima
Trovi ??
Boh e bello che te ne fsi nulla
Complimenti !
Si contraddice. All ' inizio dice che i veri amanti si chiamano con lo stesso nome (perché sono uno dell'altra) poi considera discriminante quando si nomina un uomo importante col cognome e la propria donna col nome.(sminuendola,secondo lei) quanta aria fritta!
Come quelli che ci chiamano "no vax" , discriminazione vergognosa.
Il ragionamento della Murgia, che ho trovato interessante, in sé è corretto, soprattutto nella parte riguardante l'influenza dei rapporti di forza sul linguaggio e sul potere "normativo" della maggioranza. È però condito con qualche riflessione opinabile. In particolare riguardo alla questione delle professioni declinate al femminile. Non ci vuole un linguista per capire che il genere grammaticale non corrisponde necessariamente al genere biologico e questo vale sia per le donne che per gli uomini. Nessun uomo si è mai sentito discriminato per avergli dato del lei, come nessuna donna fino ad oggi (almeno fino all'avvento dell'epoca boldriniana) si era mai scandalizzata per essere stata chiamata avvocato o architetto. Anzi molte donne, per fortuna, ancora si fanno chiamare così. La lingua non è di per sé discriminatoria, anche perché molti nomi comuni prevedono entrambi i generi, come dottore/dottoressa, attore/attrice ecc. ed allora bisognerebbe chiedersi come mai questa dicotomia di genere non riguardi tutte le parole. La risposta è nell'uso: non si è affermato nell'uso corrente chiamare una donna 'avvocata' o 'avvocatessa', e ciò probabilmente perché davvero "suona brutto". In conclusione la lingua è viva ed il suo processo di formazione è spontaneo, per questo motivo non è lecito imporre ai parlanti la lingua italiana alcun cambiamento sul presupposto che il modo in cui si è parlato finora è discriminatorio. Perché la discriminazione sta nelle intenzioni non nella lingua.
Concordo
Ecco sì, la discriminazione sta nell intenzione , non nella lingua ... 😂
Che tristezza di donna
Che argomentazione ragionata e convincente. Complimenti.
@@rorytrullo2421 trovo molta ipocrisia, ideologia, e propaganda commerciale. Le donne e gli uomini sono delle persone, e vanno giudicate per i loro comportamenti a prescindere dal sesso.
È la condizione della donna che va' migliorata, e non sono di certo le vocali ad attuare questa esigenza, altrimenti è demagogia per trovare visibilità.
No a discriminazioni, neanche verso gli uomini intellettualmente onesti e civilizzati
@@rorytrullo2421 scusa ma sono discorsi senza senso. Il problema ora e' un nome? Capisco i diritti ma qui andiamo sul ridicolo. Oltre al fatto non si dice "di colore" lo abbiamo anche noi il colore.
@@ac-es9bh il problema non è solo,ma ANCHE il nome
Cosa ci fa una persona intelligente come Marcorè in quel consesso. Chiedo.
Starei ore ad ascoltarla, in bagno... 🤔
Bellissima
@@luisamartelozzo1423 Sì, in effetti...
Mi dia retta, la ascolti in altri luoghi. In bagno mediti sull'intelligenza
@@NicolasAzzaro Sulla Murgia, che ormai ci ha lasciato prematuramente..., preferisco mantenere un rispettoso silenzio. Per quanto riguarda il suo suggerimento, ancorché non richiesto... beh... mi lasci dire che certi commenti, tipo il suo..., è proprio nel bagno che trovano la loro ragion d'essere...