Rispondo alle domande di Riccardo!

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  • Опубліковано 15 вер 2024

КОМЕНТАРІ • 4

  • @lunalamiah1986
    @lunalamiah1986  10 днів тому +1

    Commenti di Riccardo: "Ho scoperto da poco il tuo canale e lo trovo sublime. Proprio in questi giorni stavo riflettendo sul mio utilizzo compulsivo e convulsivo di Spotify: dolorosa presa di coscienza. Senza rendermene conto sono passato in pochi anni dal modus operandi anni 80 (il tuo, di molti o pochi...) fondato sul solenne ascolto integrale di un singolo disco, sulla rigorosa ricerca (parola chiave) di musica e di informazioni e, soprattutto, sulla lentezza, all'ascolto digitale, un bimbo di Spotify con le orecchie tutte narcotizzate. Come è successo? La risposta è semplice: sono figlio del mio tempo. Questa la premessa. Mi è piaciuto il tuo video, sei ipercritica praticamente su tutto e tutti: passatista, anacronistica, inattuale (direbbe Nietzsche). Sembra che tu sappia qualcosa che io non so. Come si ascolta la musica? Come si ascolta un disco? Che cosa vuol dire ascoltare in maniera profonda? Che cosa fai durante l'ascolto? Leggi i testi? Chiudi gli occhi? Io purtroppo non trovo risposta (attendo la tua sperando di non ricevere le solite critiche come risposta, bensì una reale, quotidiana) se non nell'ascolto anarchico di Spotify. Allora proseguo e mi chiedo se fosse possibile un incontro dopo aver tastato entrambe le vie. La mia è una prospettiva postumana che cerca il giusto mezzo tra il vecchio e il nuovo, la tua è interamente antiumana (per citare la nostra cara amica Patricia MacCormack). Con Spotify ho accesso virtualmente infinito a qualsiasi disco, ottimo! Faccio un esempio altrimenti sembro un principiante, in più ho notato che ti piace parlare mostrando materiale tangibile come prova. Questa settimana decido di ascoltare unicamente un disco, uno e solo uno, scarico i testi da un qualsiasi sito, assaporo, leggo, traduco per una settimana intera, per un mese, per un anno...come si faceva negli anni 80, giusto? Appena comprato un disco lo si consuma to the bone. Allora consumiamo Spotify! Possiamo essere padroni, sfruttarlo. Purtroppo tende per come strutturato a renderci schiavi, ecco spiegata la mia curva verso il basso. Ma sono convinto di poter mangiare il mezzo se solo trovassi un nuovo metodo. Un metodo efficace."
    "Grazie per la risposta! Sono contentissimo dello scambio visto che sei molto molto competente. Ho capito perfettamente che è un tutt'uno con la tua vita. Quale la linea di demarcazione tra il sottofondo e l'ascolto culturale? Quale la differenza tra la trap in sottofondo per caricarsi e il doom mentre passeggi al camposanto? Sono convinto che il tuo ascolto non sia circoscritto unicamente al sottofondo per altro, altrimenti la musica non sarebbe indipendente. Mi interessa proprio questo punto. Quale il valore cultuale della musica da sola solissima e come usufruirne? Quando ero ragazzo ero convinto che per ascoltare un disco integralmente io dovessi rinchiudermi nell'oscurità della camera, chiudere gli occhi e lasciar scorrere la musica. Esiste un metodo o altro? Sono sicuro che potrai comprendermi. Questo discorso segue quanto detto su Spotify. COME si ascolta la musica? Sembra un ottimo titolo per un video..."
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  • @riccardovincenzi3861
    @riccardovincenzi3861 8 днів тому +1

    Che meraviglia quel Velvet Darkness They Fear... Adesso posso confessarmi: sono giovane, molto, spero non per questo poser...anzi proprio per questo posso parlare di Spotify e della deriva digitale. Mi piace vagare su yt in cerca di canali come questo con l'intento di rubare il più possibile da chi come ti ho detto 'sa qualcosa che io non so', chi ha vissuto e vive questa musica e cultura. Il tuo canale è una fonte e non mi resta che recuperare il materiale. Ho intravisto contenuti che mi interessano, soprattutto per quanto riguarda la scena gotica/dark. In più è curiosissimo che pubblichi su Academia: immagino non siano peer-reviewed paper o articoli giusto? In ogni caso sono molto curioso. Posso dirti che ho sfruttato lo scorso video e questo per iniziare una dieta dall'ascolto digitale e tornare al disco. Ho spolverato il mio lettore cd (incredibile funziona ancora), ho spolverato i cd!!! e mi sono immerso. Una sensazione unica. Ho apprezzato tantissimo la postilla sull'ipercritica perchè fa emergere il punto centrale della questione: la coscienza, l'autocoscienza, la consapevolezza (chiamiamola come vogliamo). Se sono cosciente posso passare dai Mephisto Walz a Sferaebbasta in zero secondi o dai London After Midnight a Vasco Rossi (esempio sciocco, di questi mi ascolto i due più strani è presto detto). Proprio con la consapevolezza posso, oggi, usare Spotify in un modo nuovo. Non posso certo abbandonarlo di punto in bianco, sarebbe come smettere di fumare improvvisamente. Il disco torna in vetta e il digitale diviene ancella. Cosa aggiungere? Bellissima e appropriata la parentesi sui libri. Io non ne ho parlato perchè si parlava di music, ma posso dirti che concordo su tutto, tutto (purtroppo son bibliofilo). In conclusione Io ricerco la lentezza, nient'altro. P.S. volevo consigliarti un disco di un mio coetaneo, lui si chiama Këkht Aräkh e il disco Pale Swordsman.

    • @lunalamiah1986
      @lunalamiah1986  8 днів тому

      Su Academia pubblico miei lavori di ricerca (ho anche fatto qualche esclusiva 🤩 che sono tra le soddisfazioni più belle che ho avuto, per tutta la fatica fisica che c’è stata dietro - non ho la macchina 😅 - ) poi pubblico recensioni ai libri che leggo 😌 Adesso sto travasando in formato pdf le interviste in origine uscite sul mio blog ma in maniera molto “sparsa”, su Academia le sto mettendo tutte belle ordinate.
      Il problema non è il digitale ma non fermarsi solo a quello ☺️ come purtroppo fanno i “giovani” (a dire così mi sento una matusalemme bacucca 🤣 in realtà, curiosamente, i cd mi fanno sentire eternamente giovane, anche per questo li amo 😍 perché mi fanno tornare ragazzina)

  • @alessandrobernardi9347
    @alessandrobernardi9347 9 днів тому +1

    È come per la fotografia. In casa abbiamo foto vecchie di decenni, che conserviamo tra i ricordi, e migliaia di foto digitali che tra qualche anno avremmo cancellato per sempre.