Collaboratori di giustizia e regime detentivo (Fabio Repici)

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  • Опубліковано 22 тра 2018
  • Partendo dalla definizione di "collaboratore di giustizia", l'avvocato messinese Fabio Repici affronta la delicata tematica dei "pentiti" e del regime detentivo dei mafiosi.
    «Benché il delitto di mafia sia entrato nell'ordinamento italiano solo nel 1982, sin dall'800 i processi si sono occupati di delitti che hanno le medesime caratteristiche oggi definite nell'art. 416 bis. Allo stesso modo, la categoria dei collaboratori, sebbene non ancora "qualificata" e più rara, esisteva anche un secolo fa». Tra i temi evidenziati nel corso della lezione c'è anche la correlazione tra l'inasprimento del regime di detenzione in carcere e l'incidenza sul numero di collaboratori di giustizia.
    L'incontro con Repici - difensore di diversi familiari di vittime di Cosa nostra, tra cui Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino - si è svolto in occasione del laboratorio d'ateneo "Mafia e antimafia: storia, legislazione e attualità" (12 aprile 2018), organizzato dai docenti Simona Laudani e Alessandro De Filippo nell'ambito della più ampia iniziativa intitolata alla memoria di Giambattista Scidà "Territorio, ambiente e mafie".

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