Immagino il percorso che un appassionato di Vygotskij, interessato ad approfondire il suo autore preferito su UA-cam, deve fare per capire come mai ci siano solo video di Mercadini
La scorsa estate ero in vacanza a Perugia e a colazione in hotel ho chiesto una fetta di anguria. Il cameriere inizialmente sembrava non capire. Ho scoperto solo in un secondo momento che è un sinonimo di cocomero che non viene utilizzato in tutta Italia.
@@StellaMarina01 raro trovare persone che a ogni affermazione o notizia o informazione, si informa, frena, va in fondo prima di dare un opninone solo per vano ideale o vile guadagno. Io sono monologhista e quindi come tale amo e odio Roberto. Amo perché è di una cultura e onestà e profondità incredibile, odio perché son geloso ahahah se guardo i suoi monologhi e i miei mi dico, "ma che continuo a fare in un geoide dove esiste un Mercadinoide?"Ahahah
Questa è una perla meravigliosa. Grazie infinitamente per la tua costante forza propulsiva nel condivide meraviglia tramite gocce di sapere impolverato.
quando dopo la spiegazione dici : vediamo alcuni casi" spieghi benissimo e con termini semplici cose alle volte molto complicate. È la tua forza. so di non essere nessuno, ma hai tutta la mia stima.. ciao da Cagliari.
Fantastico! «Archivio di lampi» è una bellisima espressione che adotterò seduta stante; esattamente come ho adottato «ebbri di ὕβρις» (mi pare nel video dove trattavi il “non sono razzista, ma…”; o la risposta a quel video). Grandissimo, come sempre.
Ciao. Ho ascoltato con grande interesse alcuni tuoi video e sei bravissimo. La passione che ci metti viene fuori ad ogni parola. mi hai incuriosito... prenderò il tuo libro. un abbraccio
Roberto, come grande appassionata sia di lessico che di linguistica, devo dire che questo video e' magnifico! Le tue osservazioni sono acute come sempre e il discorso sui dizionari di Panzini assolutamente affascinante. Di nuovo grazie!
Non ho parole! Stavo ascoltando il video dal tablet e nel frattempo stavo su Facebook con il telefono, mentre hai detto "pizza" su Facebook ho visto la foto di una pizza.
Sarebbe interessante raccogliere in un unico volume le varie edizioni di quei dizionari... L'autore avrebbe dovuto anzi solo aggiornare la prima edizione indicando di volta in volta il nuovo lemma, senza rimuovere le parole cadute in disuso. Sarebbe un dizionario attualissimo ancora oggi visti gli esempi portati dal nostro, un pezzo dell'evoluzione della nostra lingua. Grazie Roberto per lo spunto.
Ma porca miseria! Leggi un dizionario degli anni 30 e ridi e ti diverti come un bimbo, e la cosa è talmente contagiosa che guardo e non riesco a stare serio. Grazie!
Video interessantissimo, lascio a tua considerazione un' altro tema sempre referente alla nostra lingua, quello su come alcuni media stanno distruggento la nostra lingua sotituendola senza motivi con l'inglese. Faccio enfasi nei media perché "appunto" tutto é iniziato come per seguire una moda atraverso molti giornalisti, questi a mio vedere hanno violentato sistemeticamente noi lettori sopratutto con articoli nei quali intromettono parole o frasi aglosassoni. Capisco che ci sono termini tecnici che tutti usiamo e intendiamo, ma siamo al punto che ho dovuto smettere di leggere riviste perché dovevo farlo con un dizionario inglese-italiano. Roberto che bello che intraprendessi una campagna pro-italiano.
Questo video è meraviglioso e mi fa pensare a tutti quelli che affermano, in generale: "Eh ma queste cose sono così da sempre!" Essi dimenticano che, come testimoniato dal dizionario di Panzini, prima della seconda guerra mondiale e la conseguente "conquista" da parte dell'America, la vita e il pensiero degli italiani erano completamente diversi da quello che adesso consideriamo la normalità.
E anche oggi mi hai fatto scoprire una cosa nuova! Il dizionario di Panzini! Sto leggendo le varie voci alla lettera A, le uniche presenti su WIkisource. Adoro i suoi commenti della voce "adorare", che proprio oggi e' molto in voga: "Paro a costoro che la frase perderebbe di efficacia se si dicesse naturalmente: «A me piacciono le fragole, io sono ghiotta dei tartufi, etc.». Così non dirai: «ho molta fame», ma dirai «ho un appetito formidabile», non dirai «è uno sbaglio», ma «è una follia». Così si snatura anche l’indole di un linguaggio." Avvenirista: neologismo non infrequente e non bello. AFFARISTA: "non bella nè la voce nè la cosa. Ma come condannarla se è sulle bocche di tutti? Corto essa toglie dall’uso vivo le due efficaci e pure parole nostre: faccendiere e procacciante, ma che farci?" Incredibilmente,"AFFRESCARE" era una parola nuova! I commenti di Panzini sono proprio adorabili! Ahahahah! Questo suo progetto andrebbe portato avanti!!
Questo Merca, è uno dei video migliori di sempre!!! Nel 1902 se dicevo: "Papà, vado in auto a mangiare una pizza con una casalinga razzista" quindi non avrebbe capito nessuno?😂
A distanza di un anno e mezzo mi rendo conto che di fatto la regola a 4:26 ha senso se si pensa al latino: "ci-lie-gia" ha tre sillabe e la penultima sillaba è breve (finisce con vocale breve, o almeno, in "ceresia" in latino la "i" era breve), quindi se fosse "ciliege" sarebbe una parola sdrucciola ("cìliege"), mentre la "i" rappresenta i resti di una quarta sillaba ("ceresiae": "ce-re-si-ae", la "i" della penultima sillaba è breve quindi l'accento cade sulla terzultima: "cerèsie"). "Ca-mi-ci-e" segue la stessa regola ("camisia", "camisiae", quindi "camìsie"). La "i" breve non accentata sarebbe poi diventata /j/ in italiano, quindi la parola "Italia" in italiano è finita per avere tre sillabe ("I-ta-lia" /iˈta.lja/) mentre in latino ne aveva quattro ("I-ta-li-a" /iˈta.li.a/). Le sillabe che finiscono per consonante sono automaticamente chiuse, quindi "provincia" ha l'accento sula penultima sillaba perché in latino corrispondeva alla terzultima sillaba che era chiusa (e l'accento non poteva andare oltre la terzultima sillaba). In latino, però, anche "provincia" aveva quattro sillabe e in effetti nella Costituzione si trova ancora oggi scritto "provincie" al plurale (da "provinciae"), come hai fatto notare poco dopo.
Sacripante! Puotesi invero affermar ch'Alfredo Panzini fu magno sodale de l'Italica Favella! Abbisogno immantinente d'una copia di sua magnificissima opra, et magnificente.
Non si che lingua sia, ma sono rimasti piacevolmente affascinato da questo italiano, mi farebbe molto piacere se potesse collocarmelo in un arco temporale e farmi sapere in che anni era utilizzata questa forma presumo arcaica di italiano
Pregevole Messer@@checcovitiello4397 facemi invero magno onore lo suscitar fascinatione et curiositate per lo vetusto italico. Codesta guisa di favellar, invero, non collocasi in alcun preciso loco od epoca, ch'è contemporanea riesumatione, per la quale mi diletto a coglier da ogne secolo qualsivoglia forma o lemma che più arricchisca l'intelletto, forbisca le righe et appaghi l'orecchio. Epperò, se simiglianza vuolsi cercare, puotesi forse ritrovarla in maggior grado in la favella che fu de Magnifico Fiorentino, o poco più tarda.
sono rimasta incantata nel sentire la lista delle parole "moderne", ma quando Roberto ha detto "pizza" ho spalancato gli occhi, io credevo che esistesse dall'alba dei tempi 😱
Dall'alba dei tempi esiste una forma di pane concava all'interno della quale si mangiavano cibi sugosi, detta "panonto", che fu una forma arcaica di pizza. La pizza come la conosciamo ne è probabilmente ispirata, ma viene molto dopo...
Un ipotetico dizionario odierno delle parole nuove, sarebbe per la maggior parte composto da termini inglesi e mi immagino lo sdegno di Alfredo Panzini riportato a questi tempi.
Salve Roberto, in quanto lei gran comunicatore, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensa del dialogo tra uomo e donne, ovvero come delle volte ci siano problemi di comunicabilità, che spesso vengono confuse rispetto a ciò che è il sentimento. La trasparenza dei sentimenti. La ringrazio, mi piace tantissimo ascoltarla, sentirla, percepire le sue parole
Ciao Roberto, intanto complimenti per il video al solito interessantissimo. Ti volevo consigliare un testo che potrebbe piacerti, si intitola: chimica in versi di Alberto Cavaliere. Date le tue precedenti collaborazioni con i divulgatori scientifici qui su youtube Italia penso che potresti apprezzarne la lettura e magari tirarci fuori un bel video.
Sarebbe interessante cercare di capire da dove nascono certe regole assurde (come quella della i in ciliegie per esempio). Quale necessità ha portato alla creazione delle correnti norme linguistiche? Quesito forse sciocco ma che mi affascina non poco.
Questa regola è nata grazie a Bruno Migliorini, linguista che la stabilì per creare uniformità e semplificare la vita a chi doveva insegnare un metodo con cui scrivere questi problematici plurali. È conosciuta infatti come "regola di Migliorini", e lo stesso linguista sapeva che in realtà non è sempre valida: bisognerebbe conoscere l'etimologia di ogni parola in cia e gia per formarne correttamente il plurale, ma questo non è praticabile, quindi si è deciso di accettare e applicare questa regola. La parola 'ciliegia' è proprio fra quelle che, in realtà, andrebbe scritta senza la i al plurale (ciliege), ma vista la regola, oggi sono accettate entrambe le grafie (ciliege - ciliegie).
@@ValErdbeere grazie mille per la risposta, ma continuo a non capire la necessità di introdurre questa regola. Non sarebbe stato più semplice rendere valide entrambe le forme?
Non ho verificato, ma da un po' di anni sono convinto che la ragione di mettere le h al verbo avere sia dovuta al fatto che il verbo latino corrispondente _habere_ le aveva (e verosimilmente le pronunciava, come si usa ad esempio tuttora in inglese, con un suono specifico che poi si è perso). In tal caso non si tratterebbe tanto di attenzione alla pronuncia, ma di fedeltà all'etimo latino, spiegazione peraltro coerente con le regole assurde che abbiamo riguardo alle varie i che non si pronunciano, ma che scriviamo per preservarle dal latino (coscienza e scienza come derivati di _scio_ ) o che aggiungiamo pur di non cambiare le c con le k. Riguardo a queste ultime, facessimo come san Francesco o come i miei coetanei 10 anni fa, scrivendo cioè ad esempio _skappare_ , non ci sarebbe più bisogno di scrivere la i in _sciarpa_ , perché avremmo la distinzione tra _scarpa_ (da mettere al collo) e _skarpa_ (da mettere al piede) L'obiezione legittima alla mia argomentazione è: "Perché allora non scriviamo _havere_ , _habbiamo_ , _havete_ ?" A parte che sono piuttosto certo di avere letto su documenti di secoli passati "habbiamo", così come Roberto ha letto avere con l'accento in Michelangelo; credo che la discriminante sia la stessa che dice lui: h si mette solo qualora sia necessario distinguere parole dai significati diversi, ma dalla pronuncia (anche accentuale) identica. Questo mi spinge a ipotizzare che se noi dicessimo "voi abete" al posto di "voi avete", lo scriveremmo con l'h per distinguerlo dall'albero omofono.
Ci sono alcuni neologismi, soprattutto giornalistici, che mi disturbano assai: "trovare la quadra", "....poli" stra usato dopo tangentopoli, ed altri che sono, a mio avviso, figli della pigrizia degli scribacchini che non saranno mai grandi giornalisti.
Bellissimo. Ho letto MISSIVE dei miei nonni che usano ancora "ò", il plurale arbitrariamente in -cie/-gie o in -ce/-ge e anche "quì" (sic.!) accentato. Piuttosto, per motivi creativi mi interessa molto la fonte degli anni '20 sui neologismi: grazie!
Complimenti per il video. Per quanto riguarda questo dizionario dei neologismi sarebbe stato bello citare anche termini che poi non hanno preso piede, se ne hai trovati di degni di nota.
Proprio questi giorni mi ero imbattuto in datati blog post dove si parlava di parole italiane cadute in disuso o sul punto di esserlo; Sacripante, Gaglioffo, Smargiasso, Lapalissiano… Poche decadi fa parole di uso comune ma oggi relegate ai margini della nostra lingua. Spero che nel 2100 ci sia un Mercadini 2.0 che pubblichi video sui tanti inglesismi che usiamo oggi sui social ma dubito che il genio di Roberto si possa replicare.
La voce [menefreghismo] con suo sinonimo [meninpippismo] in quale versione del dizionario si trova? Non era ancora inserita nella versione del 1905 (scaricabile in pdf online) . Grazie mille
Video meraviglioso, le tempistiche con cui si evolve il linguaggio sono impressionanti, e sono molto curioso di sapere cosa si diceva un secolo fa invece di “papà”, per lo meno nelle zone d’Italia in cui non si dice “babbo” e presumibilmente neanche “padre”, non essendo una forma dialettale.
Beh, la parola "papà" o "papa" è comune a tutte o quasi tutte le lingue indo-europee, quindi sicuramente quella. La parola padre sicuramente veniva usata, naturalmente con le differenze fonetiche e ortografiche delle lingue e dei dialetti, in quanto anch'essa comune a quasi tutti gli indo-europei
Cetriolo in inglese si dice cucumber, potrebbe essere avvenuto un prestito linguistico seguito da una paretimologia (o etimologia popolare) del termine, com'è accaduto con il termine veletta, ch'è diventato poi veletta. O più semplicemente il solo fenomeno paraetimologico. Veletta era una vela più piccola dell'albero maestro alla cui altezza, si issava, per vigilare, il marinaio durante il turno di guardia. L'uomo di terra non capendone l'espressione, l'ha rietimologizzata inserendovi l'idea del vedere, e quindi veletta > vedetta Fonte: Franco Fanciullo - Introduzione alla linguistica storica-Il Mulino (2007)
Di esempi sull'italiano che cambia ce ne son tanti. Adesso mi viene quello della j al posto della i a seconda della lunghezza di tono. Pirandello la usava sempre. O, ai tempi di Dante, però per significare perciò. Per altro, Mercadini, ti consiglio di leggere il volume Il libro delle parole altrimenti smarrite, se già non lo conoscessi. Ci ho riscoperto ad esempio la parola caravanserraglio.
Aggiungiamo a penna - apericena: cena dal prezzo forfettario per risparmiare qualche euro con la scusa degli incontri sociali del crepuscolo prefestivo. Effetto di una società economicamente esasperata, analogo alla mensa dei poveri ma con la musica di tendenza come sottofondo.
Si potrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola del nord italia, che possa aver portato questa variazione, tant'è che in spagnolo il Cetriolo si chiama COHOMBRO (chiaramente imparentato con COCOMERO)
Anch'io come te avevo cercato la regola della "i" nei plurali di parole che finiscono con -cia e -gia, per curiosità e per non sbagliare. Tuttavia, nel parlato non cambia assolutamente niente,inoltre trovo molto ironico che nei rispettivi vezzeggiativi la " i" va sempre tolta al singolare ed al plurale
A sentire l'accenno sul "cocomero" sorrido, pensando quando al liceo si scherzava sul fatto che le grandi civiltà nacquero tra i due fiumi... Non il Tigri e l'Eufrate che già alle scuole elementari ci insegnavano, ma il Serio e il Brembo. Cosa? Ovvio, i due fiumi delle principali valli che arrivano a Bergamo. Sorrido perché nel dialetto "cöcömer" signfiica proprio cetriolo, che suona molto vicino all'inglese "cucumber". O come l'"articiòch" (c dura finale) ovvero il carciofo, che è incredibilmente vicino al "artichoke" inglese, o "alcachofa" spagnola... Grazie Mercadini per questi video che ci illuminano e dilettano
“Me lo ha detto Vygotskij” is for boy.
“Rubrica metalinguistica mercadinica” is for man.
Is for *
@@kaya8794 Is fear*
Fear the Vygotskij!
Sarei stato qui ad ascoltarti leggere tutto il dizionario più e più volte fino alla fine dei miei giorni.
Immagino il percorso che un appassionato di Vygotskij, interessato ad approfondire il suo autore preferito su UA-cam, deve fare per capire come mai ci siano solo video di Mercadini
ahahah vedi il lato positivo, sarebbe pur sempre una piacevole scoperta
Aahahahaahahahah
🤣 🤣 🤣
"Voce forestiera che nobilita la cosa" In pratica ogni lavoro su linkedin.
VYGOTSKIJ ormai un appuntamento imperdibile!
Che bello entrare su UA-cam e veder comparire un nuovo episodio della serie Vygotskij
Siiiiii
praticamente un Urban Dictionary del '900! bellissimo video, ora vado a dilatare i pori
La scorsa estate ero in vacanza a Perugia e a colazione in hotel ho chiesto una fetta di anguria. Il cameriere inizialmente sembrava non capire. Ho scoperto solo in un secondo momento che è un sinonimo di cocomero che non viene utilizzato in tutta Italia.
Anche in inglese cetriolo si dice cucumber in Lombardia si pronuncia a volte uguale a volte senza la b
Stessa cosa in piemontese
Mercadini parla di linguaggio e sai già che sarà un capolavoro.
È una delle persone che stimo di più che parla di uno degli argomenti che mi interessano di più
@@StellaMarina01 raro trovare persone che a ogni affermazione o notizia o informazione, si informa, frena, va in fondo prima di dare un opninone solo per vano ideale o vile guadagno. Io sono monologhista e quindi come tale amo e odio Roberto. Amo perché è di una cultura e onestà e profondità incredibile, odio perché son geloso ahahah se guardo i suoi monologhi e i miei mi dico, "ma che continuo a fare in un geoide dove esiste un Mercadinoide?"Ahahah
Questa è una perla meravigliosa. Grazie infinitamente per la tua costante forza propulsiva nel condivide meraviglia tramite gocce di sapere impolverato.
Riaprono i teatri e tornano gli spettacoli all'aperto. Roberto, aspettiamo notizie!
quando dopo la spiegazione dici : vediamo alcuni casi" spieghi benissimo e con termini semplici cose alle volte molto complicate. È la tua forza. so di non essere nessuno, ma hai tutta la mia stima.. ciao da Cagliari.
Un buon antidoto contro il fanatismo linguistico, grazie!
Meneimpippismo è un termine meraviglioso, lo farò mio!
"Melo à detto Vygotskij!" (Cit. Michelangelo)
Mi è capitato spessissimo di pensarlo leggendo opere letterarie del passato.
Bellissimo!
Nella Costituzione c'è scritto "provincie" per rispettare la grafia latina (provinciae).
Uno dei video "Vygotskij" più belli a mio parere
Piacevolissimo, felice di avervi conosciuto come canale
Fantastico! «Archivio di lampi» è una bellisima espressione che adotterò seduta stante; esattamente come ho adottato «ebbri di ὕβρις» (mi pare nel video dove trattavi il “non sono razzista, ma…”; o la risposta a quel video). Grandissimo, come sempre.
Pesce d'uovo lo usiamo tantissimo in Sicilia! O almeno, lo usano la mia nonna e i miei genitori. Grazie per i tuoi video, è un vero piacere ascoltarti
DAVVERO??Io sono di Palermo e non ho MAI dicasi MAI sentito questa espressione!
Ciao. Ho ascoltato con grande interesse alcuni tuoi video e sei bravissimo. La passione che ci metti viene fuori ad ogni parola. mi hai incuriosito... prenderò il tuo libro. un abbraccio
Roberto, come grande appassionata sia di lessico che di linguistica, devo dire che questo video e' magnifico! Le tue osservazioni sono acute come sempre e il discorso sui dizionari di Panzini assolutamente affascinante. Di nuovo grazie!
Non ho parole! Stavo ascoltando il video dal tablet e nel frattempo stavo su Facebook con il telefono, mentre hai detto "pizza" su Facebook ho visto la foto di una pizza.
I tuoi video sono fantastici!
3:10 direi anche per uniformare la regola al caso a/ha, dove l'uso dell'accento non avrebbe risolto l'ambiguità
Mai mi sarei aspettato queste parole. Ogni tuo video è una ricchezza.
Ho appena scoperto che "pesc' i r'ovu" ("pesce d'uovo") non è un modo di dire unicamente siciliano ma è corretto anche in italiano. Incredibile
La tua rubrica più bella.
Roberto ma sta roba è bellissima, ti prego porta altre sessioni di lettura di quel libro
Sarebbe interessante raccogliere in un unico volume le varie edizioni di quei dizionari... L'autore avrebbe dovuto anzi solo aggiornare la prima edizione indicando di volta in volta il nuovo lemma, senza rimuovere le parole cadute in disuso. Sarebbe un dizionario attualissimo ancora oggi visti gli esempi portati dal nostro, un pezzo dell'evoluzione della nostra lingua. Grazie Roberto per lo spunto.
Fantastico! Grazie per farci scoprire queste cose!
Rob, anche pace trovo e non ò da far guerra di Petrarca. A scuola ci abbiamo sempre scherzato molto sul fatto che non usasse l'h
Ma porca miseria! Leggi un dizionario degli anni 30 e ridi e ti diverti come un bimbo, e la cosa è talmente contagiosa che guardo e non riesco a stare serio. Grazie!
Video interessantissimo, lascio a tua considerazione un' altro tema sempre referente alla nostra lingua, quello su come alcuni media stanno distruggento la nostra lingua sotituendola senza motivi con l'inglese. Faccio enfasi nei media perché "appunto" tutto é iniziato come per seguire una moda atraverso molti giornalisti, questi a mio vedere hanno violentato sistemeticamente noi lettori sopratutto con articoli nei quali intromettono parole o frasi aglosassoni. Capisco che ci sono termini tecnici che tutti usiamo e intendiamo, ma siamo al punto che ho dovuto smettere di leggere riviste perché dovevo farlo con un dizionario inglese-italiano. Roberto che bello che intraprendessi una campagna pro-italiano.
Ci si potrebbe fare una serie intera con le parole moderne del dizionario.
A dir poco illuminante.
Questo argomento è molto interessante, avrei voluto sapere altri termini nuovi degli anni 30
Questo video è meraviglioso e mi fa pensare a tutti quelli che affermano, in generale: "Eh ma queste cose sono così da sempre!"
Essi dimenticano che, come testimoniato dal dizionario di Panzini, prima della seconda guerra mondiale e la conseguente "conquista" da parte dell'America, la vita e il pensiero degli italiani erano completamente diversi da quello che adesso consideriamo la normalità.
E anche oggi mi hai fatto scoprire una cosa nuova! Il dizionario di Panzini! Sto leggendo le varie voci alla lettera A, le uniche presenti su WIkisource. Adoro i suoi commenti della voce "adorare", che proprio oggi e' molto in voga: "Paro a costoro che la frase perderebbe di efficacia se si dicesse naturalmente: «A me piacciono le fragole, io sono ghiotta dei tartufi, etc.». Così non dirai: «ho molta fame», ma dirai «ho un appetito formidabile», non dirai «è uno sbaglio», ma «è una follia». Così si snatura anche l’indole di un linguaggio."
Avvenirista: neologismo non infrequente e non bello.
AFFARISTA: "non bella nè la voce nè la cosa. Ma come condannarla se è sulle bocche di tutti? Corto essa toglie dall’uso vivo le due efficaci e pure parole nostre: faccendiere e procacciante, ma che farci?"
Incredibilmente,"AFFRESCARE" era una parola nuova!
I commenti di Panzini sono proprio adorabili! Ahahahah! Questo suo progetto andrebbe portato avanti!!
Un capolavoro. Grazie Roberto.
Vorrei leggerle tutte quelle voci! Grande Roberto, hai sempre qualcosa di interessante e nuovo da raccontare
Questo Merca, è uno dei video migliori di sempre!!!
Nel 1902 se dicevo:
"Papà, vado in auto a mangiare una pizza con una casalinga razzista"
quindi non avrebbe capito nessuno?😂
Non solo. Non lo avresti proprio DETTO TAN TAN TAN!
Oggi farebbe solo finta di non capire.
Non smetto mai di imparare con te Roberto... 😉
Questo video dovrebbe essere visto in ogni scuola, insegna che il cambiamento è parte integrante della vita, della società umana. Grande come sempre!
È sempre un piacere dilatare umori e sinapsi con te Roberto!
È sempre un piacere ascoltare le tue storie. Grazie.
Quanto mi sono divertito 😂
A distanza di un anno e mezzo mi rendo conto che di fatto la regola a 4:26 ha senso se si pensa al latino:
"ci-lie-gia" ha tre sillabe e la penultima sillaba è breve (finisce con vocale breve, o almeno, in "ceresia" in latino la "i" era breve), quindi se fosse "ciliege" sarebbe una parola sdrucciola ("cìliege"), mentre la "i" rappresenta i resti di una quarta sillaba ("ceresiae": "ce-re-si-ae", la "i" della penultima sillaba è breve quindi l'accento cade sulla terzultima: "cerèsie"). "Ca-mi-ci-e" segue la stessa regola ("camisia", "camisiae", quindi "camìsie"). La "i" breve non accentata sarebbe poi diventata /j/ in italiano, quindi la parola "Italia" in italiano è finita per avere tre sillabe ("I-ta-lia" /iˈta.lja/) mentre in latino ne aveva quattro ("I-ta-li-a" /iˈta.li.a/). Le sillabe che finiscono per consonante sono automaticamente chiuse, quindi "provincia" ha l'accento sula penultima sillaba perché in latino corrispondeva alla terzultima sillaba che era chiusa (e l'accento non poteva andare oltre la terzultima sillaba). In latino, però, anche "provincia" aveva quattro sillabe e in effetti nella Costituzione si trova ancora oggi scritto "provincie" al plurale (da "provinciae"), come hai fatto notare poco dopo.
Uno dei tuoi video più divertenti grazie 😁😁❤️❤️❤️
Mercadini sei fantastico! Ora che ti ho scoperto non posso più fare a meno dei tuoi video. Continua sempre così.
Sacripante!
Puotesi invero affermar ch'Alfredo Panzini fu magno sodale de l'Italica Favella! Abbisogno immantinente d'una copia di sua magnificissima opra, et magnificente.
Recarti deggi, temo, a la Bellariese libroteca, giacché i’ non credo anc’or edìta essa opra sia...
Non si che lingua sia, ma sono rimasti piacevolmente affascinato da questo italiano, mi farebbe molto piacere se potesse collocarmelo in un arco temporale e farmi sapere in che anni era utilizzata questa forma presumo arcaica di italiano
Pregevole Messer@@checcovitiello4397
facemi invero magno onore lo suscitar fascinatione et curiositate per lo vetusto italico. Codesta guisa di favellar, invero, non collocasi in alcun preciso loco od epoca, ch'è contemporanea riesumatione, per la quale mi diletto a coglier da ogne secolo qualsivoglia forma o lemma che più arricchisca l'intelletto, forbisca le righe et appaghi l'orecchio.
Epperò, se simiglianza vuolsi cercare, puotesi forse ritrovarla in maggior grado in la favella che fu de Magnifico Fiorentino, o poco più tarda.
La stanza delle lucciole mi ha folgorato
18:47 il famoso spritz che usano gli estetisti prima di una pulizia viso... 😂😂😂
Magistrale
Come al solito :)
GRANDISSIME DEDUZIONI... 😇😇😇😇😇
interessantissimo...si finisce la contemplazione del video sempre con delle nozioni in più. Che arricchimento
Le avrei ascoltate anche tutte. Troppo interessanti questi paragoni!
Affascinantissimo! Più che un collezionista lo definirei uno schiacciatore di punti neri semantici.
sono rimasta incantata nel sentire la lista delle parole "moderne", ma quando Roberto ha detto "pizza" ho spalancato gli occhi, io credevo che esistesse dall'alba dei tempi 😱
Nacque a Napoli nel 1700
Nulla è più nuovo di certe tradizioni culinarie :)
Dall'alba dei tempi esiste una forma di pane concava all'interno della quale si mangiavano cibi sugosi, detta "panonto", che fu una forma arcaica di pizza. La pizza come la conosciamo ne è probabilmente ispirata, ma viene molto dopo...
Pizza e cocomero esistevano da tempo in contesti locali. Sono nuove come parole italiane.
Cerca il video "Alessandro Barbero - parole italiane che derivano dai longobardi": è spiegato là.
c'ero al monologo di panzini a bellaria! che bella serata
e poi ci sono le parole che acquisiscono un nuovo significato come salvare, cancellare, scaricare e incollare riferite ad un file
Una delle cose più interessanti che abbia mai sentito 🙂🙂... Sarei molto curioso di leggere questi dizionari, sarebbe molto divertente
Ops, ho modificato il commento e si è cancellato il like
il nuovo logo del canale sembra l'espressione di uno che fa pipì alla toilette dell'autogrill
Un ipotetico dizionario odierno delle parole nuove, sarebbe per la maggior parte composto da termini inglesi e mi immagino lo sdegno di Alfredo Panzini riportato a questi tempi.
Ci stavo pensando anche io: bisognerebbe definire cringe, trash, boomer ecc.
Petaloso... 🥶
Salve Roberto, in quanto lei gran comunicatore, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensa del dialogo tra uomo e donne, ovvero come delle volte ci siano problemi di comunicabilità, che spesso vengono confuse rispetto a ciò che è il sentimento. La trasparenza dei sentimenti. La ringrazio, mi piace tantissimo ascoltarla, sentirla, percepire le sue parole
Ciao Roberto, intanto complimenti per il video al solito interessantissimo. Ti volevo consigliare un testo che potrebbe piacerti, si intitola: chimica in versi di Alberto Cavaliere. Date le tue precedenti collaborazioni con i divulgatori scientifici qui su youtube Italia penso che potresti apprezzarne la lettura e magari tirarci fuori un bel video.
h' imparato qualcosa, e mi sono pure fatto due risate. Grazie :)
Sorprendente, sorprendente
Bello il paragone della stanza delle lucciole
In Puglia i cocomeri sono delle verdure simili ad i cetrioli
Sarebbe interessante cercare di capire da dove nascono certe regole assurde (come quella della i in ciliegie per esempio). Quale necessità ha portato alla creazione delle correnti norme linguistiche? Quesito forse sciocco ma che mi affascina non poco.
Questa regola è nata grazie a Bruno Migliorini, linguista che la stabilì per creare uniformità e semplificare la vita a chi doveva insegnare un metodo con cui scrivere questi problematici plurali. È conosciuta infatti come "regola di Migliorini", e lo stesso linguista sapeva che in realtà non è sempre valida: bisognerebbe conoscere l'etimologia di ogni parola in cia e gia per formarne correttamente il plurale, ma questo non è praticabile, quindi si è deciso di accettare e applicare questa regola. La parola 'ciliegia' è proprio fra quelle che, in realtà, andrebbe scritta senza la i al plurale (ciliege), ma vista la regola, oggi sono accettate entrambe le grafie (ciliege - ciliegie).
@@ValErdbeere grazie mille per la risposta, ma continuo a non capire la necessità di introdurre questa regola. Non sarebbe stato più semplice rendere valide entrambe le forme?
...Se il nostro cuor vuol piangere
noi pur dobbiam sorridere
danzando sui marciapiè
finchè la luna c’è
Si noi in Lombardia in dialetto brianzolo si dice “Cucumber” come in inglese detto però con la “ü”
La parola "mafioso" nel 800' era un complimento
Non ho verificato, ma da un po' di anni sono convinto che la ragione di mettere le h al verbo avere sia dovuta al fatto che il verbo latino corrispondente _habere_ le aveva (e verosimilmente le pronunciava, come si usa ad esempio tuttora in inglese, con un suono specifico che poi si è perso). In tal caso non si tratterebbe tanto di attenzione alla pronuncia, ma di fedeltà all'etimo latino, spiegazione peraltro coerente con le regole assurde che abbiamo riguardo alle varie i che non si pronunciano, ma che scriviamo per preservarle dal latino (coscienza e scienza come derivati di _scio_ ) o che aggiungiamo pur di non cambiare le c con le k. Riguardo a queste ultime, facessimo come san Francesco o come i miei coetanei 10 anni fa, scrivendo cioè ad esempio _skappare_ , non ci sarebbe più bisogno di scrivere la i in _sciarpa_ , perché avremmo la distinzione tra _scarpa_ (da mettere al collo) e _skarpa_ (da mettere al piede)
L'obiezione legittima alla mia argomentazione è: "Perché allora non scriviamo _havere_ , _habbiamo_ , _havete_ ?" A parte che sono piuttosto certo di avere letto su documenti di secoli passati "habbiamo", così come Roberto ha letto avere con l'accento in Michelangelo; credo che la discriminante sia la stessa che dice lui: h si mette solo qualora sia necessario distinguere parole dai significati diversi, ma dalla pronuncia (anche accentuale) identica. Questo mi spinge a ipotizzare che se noi dicessimo "voi abete" al posto di "voi avete", lo scriveremmo con l'h per distinguerlo dall'albero omofono.
Bellissimo video di una bellissima rubrica!
Ci sono alcuni neologismi, soprattutto giornalistici, che mi disturbano assai: "trovare la quadra", "....poli" stra usato dopo tangentopoli, ed altri che sono, a mio avviso, figli della pigrizia degli scribacchini che non saranno mai grandi giornalisti.
Bellissimo.
Ho letto MISSIVE dei miei nonni che usano ancora "ò", il plurale arbitrariamente in -cie/-gie o in -ce/-ge e anche "quì" (sic.!) accentato.
Piuttosto, per motivi creativi mi interessa molto la fonte degli anni '20 sui neologismi: grazie!
Complimenti per il video. Per quanto riguarda questo dizionario dei neologismi sarebbe stato bello citare anche termini che poi non hanno preso piede, se ne hai trovati di degni di nota.
Grazie!
Proprio questi giorni mi ero imbattuto in datati blog post dove si parlava di parole italiane cadute in disuso o sul punto di esserlo; Sacripante, Gaglioffo, Smargiasso, Lapalissiano… Poche decadi fa parole di uso comune ma oggi relegate ai margini della nostra lingua. Spero che nel 2100 ci sia un Mercadini 2.0 che pubblichi video sui tanti inglesismi che usiamo oggi sui social ma dubito che il genio di Roberto si possa replicare.
sono parole bellissime!!
La voce [menefreghismo] con suo sinonimo [meninpippismo] in quale versione del dizionario si trova? Non era ancora inserita nella versione del 1905 (scaricabile in pdf online) . Grazie mille
In dialetto lombardo infatti è chiamato cücümer il cetriolo..
Per dire, anche in dialetto veneto, almeno dalle parti di Treviso, il cetriolo è detto cucumero.
Forse per il verbo 'avere' si preferisce usare l'acca anche per una sorta di ossequio all'origine storica del verbo (habeo, habes, ....).
Video meraviglioso, le tempistiche con cui si evolve il linguaggio sono impressionanti, e sono molto curioso di sapere cosa si diceva un secolo fa invece di “papà”, per lo meno nelle zone d’Italia in cui non si dice “babbo” e presumibilmente neanche “padre”, non essendo una forma dialettale.
In Calabria e Basilicata il padre si chiamava "tata" fino a 70/80 anni fa
Beh, la parola "papà" o "papa" è comune a tutte o quasi tutte le lingue indo-europee, quindi sicuramente quella. La parola padre sicuramente veniva usata, naturalmente con le differenze fonetiche e ortografiche delle lingue e dei dialetti, in quanto anch'essa comune a quasi tutti gli indo-europei
In salernitano mia nonna direbbe Tan'e
@@lucaventinove3151 Io ero convinta che papà fosse un francesismo...
Daccene di più dal Panzini! spettacolo!! o dobbiamo procurarcelo??
Cetriolo in inglese si dice cucumber, potrebbe essere avvenuto un prestito linguistico seguito da una paretimologia (o etimologia popolare) del termine, com'è accaduto con il termine veletta, ch'è diventato poi veletta. O più semplicemente il solo fenomeno paraetimologico.
Veletta era una vela più piccola dell'albero maestro alla cui altezza, si issava, per vigilare, il marinaio durante il turno di guardia. L'uomo di terra non capendone l'espressione, l'ha rietimologizzata inserendovi l'idea del vedere, e quindi veletta > vedetta
Fonte: Franco Fanciullo - Introduzione alla linguistica storica-Il Mulino (2007)
Potrei ascoltarti per ore mentre leggi le definizioni del Panzini
Ancora una volta ò perso le parole per un tuo video.
Adesso aspettiamo chi non lo sa, e vediamo cosa ti rispondono XD
@@artiko888 Potremmo dover aspettare un hanno.
:)
@@Over.The.Hills.And.Far.Away. ahahaha
Di esempi sull'italiano che cambia ce ne son tanti. Adesso mi viene quello della j al posto della i a seconda della lunghezza di tono. Pirandello la usava sempre. O, ai tempi di Dante, però per significare perciò. Per altro, Mercadini, ti consiglio di leggere il volume Il libro delle parole altrimenti smarrite, se già non lo conoscessi. Ci ho riscoperto ad esempio la parola caravanserraglio.
Interessantissimo
Video che entrerà nella storia
Alfredo Panzini, l'ossessione del professionista. Mi sono "spataccato".
Aggiungiamo a penna - apericena: cena dal prezzo forfettario per risparmiare qualche euro con la scusa degli incontri sociali del crepuscolo prefestivo. Effetto di una società economicamente esasperata, analogo alla mensa dei poveri ma con la musica di tendenza come sottofondo.
Le lucciole muoiono come mosche. O le mosche muoiono come lucciole?
"u pisci d'ovu" in siciliano 💛
Si potrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola del nord italia, che possa aver portato questa variazione, tant'è che in spagnolo il Cetriolo si chiama COHOMBRO (chiaramente imparentato con COCOMERO)
Anch'io come te avevo cercato la regola della "i" nei plurali di parole che finiscono con -cia e -gia, per curiosità e per non sbagliare.
Tuttavia, nel parlato non cambia assolutamente niente,inoltre trovo molto ironico che nei rispettivi vezzeggiativi la " i" va sempre tolta al singolare ed al plurale
A sentire l'accenno sul "cocomero" sorrido, pensando quando al liceo si scherzava sul fatto che le grandi civiltà nacquero tra i due fiumi... Non il Tigri e l'Eufrate che già alle scuole elementari ci insegnavano, ma il Serio e il Brembo. Cosa? Ovvio, i due fiumi delle principali valli che arrivano a Bergamo. Sorrido perché nel dialetto "cöcömer" signfiica proprio cetriolo, che suona molto vicino all'inglese "cucumber". O come l'"articiòch" (c dura finale) ovvero il carciofo, che è incredibilmente vicino al "artichoke" inglese, o "alcachofa" spagnola...
Grazie Mercadini per questi video che ci illuminano e dilettano
Anche in francese è artichaut...