"La grande bellezza che gli italiani non vedono. La passerella di un paese non destinato alla sensibilità. “Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?”. Questa è la risposta che Jep Gambardella (il mai troppo lodato Toni Servillo) dà a chi gli chiede come mai non abbia mai più scritto nulla dopo il suo primo romanzo. Ebbene, ora io mi ritrovo proprio a commentare un’opera che parla del niente. Lo so, mi sono scelto una bella gatta da pelare, ma il fatto è che amo troppo questo film. È più forte di me, ciclicamente devo tornare a rivedermelo, e ogni volta mi toglie il respiro. E il fatto che, specialmente in Italia, il film di Sorrentino sia stato compreso così poco, più che farmi rabbia mi provoca una profonda tristezza. Mi ricordo ancora lo sconforto che provai quando, sull’onda dell’esaltazione collettiva che aveva travolto l’Italia quando La grande bellezza vinse l’Oscar, Merdaset Mediaset decise di dare per la prima volta il film in pasto al popolo, in prima serata. So che è un esagerazione, ma poche volte il mio Paese mi ha deluso tanto come quella sera. Aggirarsi sui social network era come passeggiare in un cimitero, solo che ad essere sepolta era la sensibilità di un intero popolo, che si dimostrava totalmente incapace di provare un minimo di profondità, che preferiva vomitare commenti contro il film invece di provare a comprenderne il messaggio. Intendiamoci, non è che se La grande bellezza non vi è piaciuto vi conviene controllare che al posto del cuore non vi abbiano messo una pigna. Se non vi è piaciuto ci sta, non è che sono l’unico depositario della saggezza. Però sono convinto che certi film meritino rispetto, e che quella sera sembrava si facesse a gara a chi riusciva a tirare fuori il commento più stronzo ed ignorante possibile. E allora mi chiedevo:”ma com’è possibile?” Perché la maggior parte delle persone non riesce a vedere nel film quello che ci vedo io? Perché nel mondo è piaciuto a tutti, mentre qua in Italia si parla più del fatto che Paolo Sorrentino abbia ringraziato Maradona alla Notte degli Oscar piuttosto che del significato del film? Ora, dopo aver riguardato più volte La grande bellezza, credo di averlo capito. Perché La grande bellezza parla della maggior parte delle persone che ormai abitano questo triste Paese ormai non più Bel, se non grazie a coloro che lo hanno reso grande secoli fa. Gente vuota, pigra, a cui della grande bellezza della vita non gliene importa nulla, persa fra una festa e l’altra, che vive con il mento rivolto al cielo e la moralità immersa nel fango. Gente disinteressata, priva di sensibilità, deformata dal culto dell’apparenza e unicamente devota al Dio Popolarità. Come poteva La grande bellezza essere apprezzato dalla stessa Italia che Sorrentino mette alla gogna? Un Paese tanto splendido e meraviglioso grazie alla sua storia millenaria, quanto meschino e miserabile nella sua attualità, abitato da gente che non ne sa apprezzare la bellezza, la storia e la cultura, totalmente incapace di portarne avanti l’eredità. Ed è proprio di questo che parla il film di Sorrentino, che descrive l’Italia come una bellissima necropoli abitata da personaggi che galleggiano nel nulla più assoluto. Come lo stesso Jep, scrittore famoso che però non scrive più perché non ha più nulla da dire, perché ha deciso di gettare al vento la sua vita solo per diventare il re dei mondani e scoprire, all’età di 65 anni, di non essere nessuno. Di non avere niente per cui andare fieri, di non amare né se stesso né nessun altro, circondato unicamente da clown che si ingannano a vicenda per provare a dimenticare la miserabilità delle loro vite, che nascondono sotto al letto come si fa con i panni sporchi. Tutti i personaggi de La grande bellezza sono solo dei tronfi cazzoni che passano le loro giornate a riempirsi la bocca di cazzate, che piuttosto che vivere preferiscono indossare una maschera e recitare un ruolo, e che farebbero di tutto pur per celare la profonda tristezza che provano. Dei morti che camminano, senza che però ci sia un Rick Grimes che ponga fine alle loro sofferenze. Come definire una vita del genere se non vuota e inutile? L’unico personaggio vero del film, Romano (Carlo Verdone), viene masticato e sputato dalla Capitale come un pezzo di grasso in una bistecca. L’Italia non è più un Paese per coloro che hanno davvero qualcosa da dire. Assieme alla presa di coscienza di Jep, capiamo quanto in realtà la grande bellezza della vita non debba essere cercata chissà dove, ma vada semplicemente accolta. Perché la grande bellezza è nei sentimenti semplici, nelle piccole cose di tutti giorni, nella purezza e nella sincerità di quello che proviamo. Lo stesso Jep comprende come, dopo 40 anni passati nella mondanità senza freni dell’alta società romana, il suo unico momento di vera felicità lo abbia provato grazie ad una vecchia fidanzata, incontrata per pochi mesi quando lui era ancora ragazzo. Poi il nulla, solo il rimorso di una vita assieme a lei che non ha potuto/voluto vivere, accecato dal faro della popolarità e dalla bella vita. Parlare di questo film in poche righe è impossibile, bisogna viverlo sulla propria pelle, respirarne la malinconia e la tristezza. Ogni scena, ogni inquadratura esprime un’emozione unica che a parole è impossibile da descrivere, ma che entra nell’anima come una freccia. Un film grandioso, che riesce a parlare del niente ma allo stesso tempo del tutto, perché la nostra vita è proprio come Roma. Se infatti la città eterna può ritrovare il suo splendore solo all’alba, quando è liberata da coloro che la rovinano e la deturpano (come ci mostra Sorrentino nei meravigliosi titoli di coda del film), anche la nostra vita, quando è liberata dal chiacchiericcio e dal rumore che la sporcano, può trovare momenti di autentica pace. Basta solo togliersi la coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo, fermarsi un attimo, ed eccola lì, proprio davanti a noi. La Grande Bellezza .... " 😳 😳 😳 😳
Conosco qualcuno, molto più esperto di me, che,contrariamente a quanto mi aspettassi, mi parlò della tiepida (eufemismo) accoglienza ricevuta dal film. Viviamo tempi morti, proprio come sequenze, che nessuno sa genialmente decorare. Tempi fatti di passività, invidia. La musica, tutta ripetitiva.
@@j00nful esatto, si atteggia troppo a grande regista ma in realtà si da troppe arie. Anche come attore gli unici film in cui spicca sono quelli dove o fa il grezzo o lo sfigato.
@@jamiroflavio ragazzi, ma senza rendervene conto anche voi vi state ergendo a critici cinematografici senza titolo. E poi parlate male di Verdone... 🤣🤣
la scena è comunque poi presente nella versione integral del film in DVD! Consiglio a tutti gli appassionati del film di prenderlo per vedere il film nella sua completezza con tante scene tagliate nella versione finale al cinema.
d'accordissimo con te, sarebbe stato troppo banale e circoscritto alla relazione con la donna, invece secondo me il regista vuole esprimere un senso di delusione più ampia ed esistenziale di quest'epoca priva di valori e di vuoto in cui versa roma
Bravo Verdone come sempre! Non avevo visto il film... l ho appena visto! Profondo, bello intenso ma come dice in questo commento é vero quella scena tagliata ci sarebbe stato coerente! Bravo Verdone! 🤗👍🏼
Ho visto "La grande bellezza" una dozzina di volte, ed effettivamente ogni volta mi trovo a chiedermi "ma perchè lascia Roma di punto in bianco?"..... grazie Carlè!
Io pensavo che lo facesse perché stufo di essere trattato come "il cagnolino di Jepp" dagli altri e non essere considerato dalla donna. Poi torna anche a casa perché ha l'amica della sorella ad aspettarlo in paese.
Personalmente Carlo Verdone ha avuto uno dei personaggi del film che ha preso più coraggio rispetto a tutta la schiera di amici che è rimasta in balia dei loro fantasmi. Lui invece ha avuto il coraggio di andare avanti e voltare pagina, la scena tagliata personalente non la vedo importante, anzi, ha dato una chiave di lettura ancora più virile di questo personaggio
fraktalichannel anche perché il suo personaggio non c'entra nulla con quel mondo e quella gente privilegiata.. è uno della provincia che inseguendo il sogno e anche lui alla ricerca della grande bellezza resta deluso e capisce che la vera felicità e la grande bellezza è essere se stessi (da scrittore di teatro che per sentirsi all'altezza delle persone che frequenta scrive sofisticato si realizza solo alla fine seguendo il consiglio di gep scrivendo un pezzo genuino)
Potrebbe rappresentare un valido spunto per un suo film, ormai è da svariato tempo che il nostro non riesce ad essere incisivo e salace come vorrebbe e come è stato capace in passato.
Verdone è un attore e regista assolutamente fuoriclasse, riesce a renderti una scena perfino mentre la racconta in intervista, per quanto preparata. Ha sempre avuto l'appoggio dei più grandi della Cinecittà che contava e di mostri sacri (Leone, Morricone), ma anche senza di loro si è sempre dimostrato in grado di andare oltre, di rappresentare una generazione di persone che va al cinema e ripete le sue battute. Ora, Sorrentino per me viaggia su un livello totalmente diverso, è l'evoluzione di tutto quanto c'è stato prima, o forse semplicemente non ha mai avuto l'impronta comica che per certa parte ha caratterizzato e quindi imprigionato Verdone. La tecnica cinematografica in Sorrentino, le inquadrature, i tempi, le musiche, sono su un livello di eccellenza totalmente differente. Se Verdone è l'erede di Sordi, entrambi attori alla nascita, Sorrentino è l'erede di Fellini, e purtroppo siamo su un piano diverso. Verdone ha avuto idee da regista e autore indimenticabili, ma con Sorrentino entriamo nel cinema per così dire internazionale che nulla ha da invidiare nemmeno ad Hollywood. In questo senso, forse Verdone fatica un po' a capire e a seguire quello che fa Sorrentino, ma non perché sia inferiore, semplicemente perché forse ha raggiunto il suo limite personale (basti guardare i film più recenti fatti da Verdone). Verdone è un po' come De Sica junior (con le dovute differenze); entrambi si fermano "a fare altro", ma poi chi deve continuare il lavoro di Vittorio e del già citato Fellini, se non di Leone, sono altri, e in questo senso è Sorrentino, che per mille ragioni non ha la necessità di doversi affermare, né di dover combattere in un mondo cinematografico, per qualunque ragione. Per questo Verdone viene tagliato, proprio lui che è in grado di farti vedere una scena da un'intervista.
Io ho visto sia la versione uscita nel 2013 che quella integrale dove c’è la scena della quale Verdone parla.comunque a mio avviso anche nella Versione “più corta” si capisce perché il personaggio interpretato da Verdone se ne vada dalla città eterna.
Io ho vissuto a Roma 9 anni intensi e belli, e concordo con quanto disse Guzzanti: la Grande Bellezza non è un film su Roma ma su un gruppo di Napoletani a Roma. Parla di chi va in cerca di una grande città per trovare una propria identità creativa e si trova in mezzo a continue feste con persone non stimolanti e cocaina. Tutte le città del mondo sono così però ora, non è facile trovare la propria dimensione. Carlo Verdone invece è uno che l'Italia te la fa amare e ti fa apprezzare quelle cose semplici che valgono oro. Molti romani veri sanno apprezzare quella semplicità, verità, lentezza e bellezza di Roma.
@@franci.f. a me non interessa nulla che sia "universale" nè mi interessa definirlo o catalogarlo, mi interessa che mi abbia emozionato , ma ognuno la vede a modo suo, rispetto la tua opinione ma mi interessa poco anche quella :)
@@jamiroflavio io scrivo che la tua opinione è rispettabile, mentre tu ribatti che sono ignorantissimo, e ad offendere sarei io...??? Se volessi offenderti stai tranquilla che non avrei problemi a farlo in modo inequivocabile, mentre delle offese tue non mi importa nulla, puoi scrivere quello che vuoi....è tutto chiacchiericcio :)
Passare da Napoli a Roma non è molto semplice, Napoli è una piccola metropoli, Roma è una enorme città, Grande come una regione intera. Roma rispetto a Napoli è più complicata e dispersiva, Napoli è più scenografica e piccola, Napoli è un contrasto stridente di antico e moderno, a Roma sembra sia sempre stata così, Napoli ha una natura prorompente soffocata dai palazzi e dalle case, a Roma lo skyline dato quasi solamente dal cupolone dal Bianco Altare della patria e dalle cupole minori, Roma è più borghese al centro e nelle zone semicentrali e più popolare in periferia, Napoli ha ancora quartieri popolari in pieno centro, Roma è grande e piatta, Napoli e stretta e collinare, tra napoletani e romani c'è forse una sorta di amore-odio di due città importanti una capitale e una che lo è stata, abbastanza lontane da essere separate ma abbastanza vicine e ben collegate da permettere un forte scambio. Io sono napoletano e amo Roma e spesso non saprei quale scegliere tra le due città, magari vivere prendendo l'alta velocità come una metropolitana facendo colazione a Mergellina a Napoli, pranzo a Trastevere con passeggiata sul Tevere e cena sul lungomare di Napoli.
@Frederik Chopin non te lo so dire, so che quando l'hanno mandato in onda su sky (si parla di almeno 3 anni fa) la scena c'era. Immagino tu l'abbia visto il film, c'era la scena?
Sorrentino ha fatto un film per l'Oscar non un film da Oscar. Quella scena rischiava di avere troppa personalità ed un peso specifico eccessivo. Gli Oscar hanno creato un industria specializzata.
la recitazione di Carlo in questo contesto, e' qualcosa di incredibile, sembra di guardare ed ascoltare una scena che non c'e' nemmeno negli extra del DVD, PAZZESCO
Carlo per me tu sei esempio... forse il più grande..... capisco la tua amarezza..... hai avuto tutto e lo sai... sai di essere l'attore numero UNO Italiano.... vedendoti così... mi fà anche piacere rivedo un ragazzino che ancora deve dimostrare TANTO.... ma tu non devi niente......
si, però al pubblico poteva apparire che Romano andava via da Roma per questa sua ultima umiliazione con lei e, dato che ormai aveva capito che con lei non c'era più niente da provare, deluso più da lei, e ovviamente da se stesso, non tanto deluso da Roma e dalla sua effimera (oramai) "bellezza".
Della presenza di Carlo Verdone nel film " La grande bellezza" , regista e produttore dovrebbero essere orgogliosi ma anche coscienti di non aver valorizzato nulla di un grande personaggio del cinema italiano di cui di sicuro ci ricorderemo nei prossimi decenni. Non ne sono invece sicuro per il film ed il regista....
tranquilli nella edizione integrale la scena c'è tutta per fortuna, assieme all'intervista con giulio brogi da parte di servillo - - non perdetevi l' uncut
Secondome la scena tagliata era la migliore in quando fa capire la realta di oggi dove le donne sanno solo umiliare i bravi ragazzi che magari vogliono costruire una storia seria o cercano di aiutarle
Da come l'ha descritta Verdone in questa intervista, il fatto che la scena sia stata tagliata non toglie nulla.C'era bisogno dell'elemosina sessuale della cocainomane perchè il suo personaggio, che è un personaggio tutto sommato positivo, se ne andasse via deluso da Roma? Tutto quello che aveva visto e vissuto prima avrebbe dovuto essere più che sufficiente per farlo scappare.
Si. Comunque è un intervista fatta prima del dvd e della distribuzione su Sky poiché, anche da altri commenti, adesso quella scena è stata messa. Grazie.
Io penso di no perché la cocainomane era l unico legame che permetteva di collegare verdone a roma,dopo che anche quell'unico filo si era spezzato per verdone non esisteva più alcun motivo di rimanere in quella roma
Verdone e'una persona di grandissimo quanto raro talento e spessore artistico. Purtroppo, anche dopo quasi 50 anni, non capito da tutti. Inoltre la sua sensibilita' come uomo e' strabiliante.
Verdone strabiliante, scena più d’impatto di come forse sarebbe stata sul grande schermo e la sua sconcertante bravura nel raccontarla viaggia di pari passo al suo dispiacere nel vederla rimossa dalla pellicola
Il tagliare la scena, pero', lascia spazio a chi guarda il film di interpretare la delusione di Romano della citta' in cui ha vissuto per cosi' tanti anni, senza ridurre la delusione di Roma, una citta' intera e i lunghi anni, per un semplice amore perso e deludente.
Carlo #Verdone e Sergio #Leone nei racconti di Carlo. «La prima volta? Ci incontrammo a casa sua, all’EUR. Mi fissò per un minuto, poi mi disse: “Devo ancora capì perché me fai tanto ridere…”». Carlo Verdone ricorda bene il primo incontro con Sergio Leone: era l’inverno del 1979 e il regista lo aveva visto in televisione, a Non stop, la trasmissione cult di Enzo Trapani, e decise di telefonargli. «Andò a rispondere mia madre. Poi appoggiò la cornetta al tavolino e mi disse: “Carlo, questo dice che è Sergio Leone. Speriamo non sia uno scherzo”». No, non era uno scherzo e da quel momento per dieci anni, fino alla morte, il 30 aprile del 1989, Leone diventerà non solo un punto di riferimento per Verdone, producendo i suoi primi due film, Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone, e scrivendo Troppo forte, ma soprattutto un grande amico. Ma chi era Sergio Leone? «Un uomo unico, un personaggio meraviglioso che sapeva anche incutere soggezione perché era autoritario e autorevole. La prima volta che andai a casa sua, che stava in via Birmania, all’EUR, mi venne incontro con addosso una delle sue vestaglie, uno degli abiti larghi che amava indossare. Seduto dietro la scrivania non disse niente per un po’, scrutandomi. Mi fece un po’ di domande, io cercavo di rispondere ma dovetti dargli l’impressione di una persona molto timida». Avete lavorato molto insieme, soprattutto agli inizi della sua carriera, però tra di voi il rapporto non fu mai esclusivamente lavorativo… «No, mai. C’era una grande amicizia tra me e Sergio. Ricordo con particolare affetto una domenica d’inizio estate di metà anni Ottanta: portai al mare, a Ostia, mia figlia Giulia, che aveva poco più di un anno. La misi in macchina e, al ritorno, decisi di passare a trovare Sergio visto che stava di strada. Lo trovai che stava seguendo in TV le partire, lui era laziale, e quando ci vide arrivare guardò Giulia e disse: “Fammela bacià”. Custodisco questo ricordo nel cuore…». Lei di fatto seguì direttamente anche tutta la gestazione e i postumi di Leone con la sua magnifica ossessione: C’era una volta in America. «Che raccontò a me e a mia moglie un pomeriggio, a casa da lui. Ci invitò a pranzo e, subito dopo, cominciò a raccontarci il film nei dettagli, battuta per battuta. Ci mise tre ore e ce lo raccontò talmente bene che alla fine pareva di averlo visto. Gli dissi che sarebbe stato sicuramente un capolavoro. “Speriamo”, rispose lui…». Il capolavoro arrivò, ma le difficoltà del film stancarono molto Leone… «Lo fiaccarono. Fu un’impresa girare C’era una volta in America, sia perché era un’opera che sentiva molto vicina, sia per le discussioni con il produttore, Arnon Milchan. Ricordo che andai a vederlo quando uscì, al Barberini. Lo amai subito, ma ci fu una cosa che mi fece male». Quale? «In contemporanea era uscito in sala anche un mio film, I due carabinieri, in cui ero con Enrico Montesano. Gli incassi erano buonissimi, mentre quelli di C’era una volta in America erano molto bassi, purtroppo. Ero felice per me, ma non potei non percepirla come un’ingiustizia: io in fondo avevo fatto un film popolare e godibile, lui invece ci aveva messo dentro la vita». Poi lavoraste ancora insieme su Troppo forte, nel 1986. «Sì, dopo quel film iniziai a capire che non stava bene. Finite le riprese andammo insieme in Costa Avorio, un viaggio divertente ma fu lì che capii che qualcosa non andava. Sull’aereo di ritorno stavo in cabina a parlare con i piloti perché non riuscivo a dormire e arrivò Sergio. Mi guardò e mi disse: “Che stai affà? Io non me sento tanto bene”. Il comandante mi disse poi se serviva qualcosa, ma intuii che era qualcosa di più profondo. Al ritorno si fece ricoverare e fece una serie di esami. Anche dopo mi seguì sempre. Nel 1988, un anno prima di morire, mi chiamò per congratularsi per il successo di Compagni di scuola e io gli disse che dovevo tutto a lui. Lui si schermiva, ma gli faceva sempre piacere quando glielo dicevo». Oggi Leone è celebrato e citato, da Tarantino ai Coen: spesso però viene definito un genio del cinema più all’estero che in Italia. Perché? «Difficile spiegare questo atteggiamento, ma va detto che non sempre il critico ha ragione, anzi. Rimango convinto che il miglior critico rimanga il tempo, perché solo il tempo riesce a dare il giusto valore a quello che hai fatto. A volte servono anni per capire il cinema. Abbiamo salutato come capolavori molti film di Luchino Visconti che però, rivisti oggi, non lo sono affatto. Comunque Leone va rispettato a prescindere perché ha saputo vendere i suoi film in tutto il mondo, dall’Asia all’Africa, e non in una nicchia d’autore, ma al grande pubblico. Non è poco». Perché oggi Leone è tanto moderno? «Perché il suo cinema era enorme, al punto che che oggi quel cinema non esiste più per numeri e dimensioni. Forse solo la Marvel riesce ancora a fare un cinema tanto grande, ma non so se sia più nemmeno cinema. Sergio inventò un nuovo linguaggio cinematografico: le riprese lente, i carrelli, gli scatti nevrastenici del montaggio, le facce. E poi gli effetti sonori usati in quella maniera peculiare, dal vento sui binari alle cornacchie: un linguaggio personale unico». Il suo film preferito tra quelli di Leone? «Qui litigavamo sempre. Un giorno gli dissi che non amavo particolarmente Giù la testa, non ero riuscito a entrarci dentro, forse perché aveva toccato anche il tema politico. Sergio si arrabbiò moltissimo, mi disse che non capivo niente di cinema (ride, nda). Oggi continuo ad amare molto Per qualche dollaro in più, trovo che la coppia Clint Eastwood e Lee Van Cleef sia formidabile. Se però devo sceglierne solo uno, allora dico Il buono, il brutto, il cattivo. Un film perfetto, è praticamente l’Iliade …. »
Verdone lei è un grande attore e regista e come tale credo che questo racconto e dissapore andava tenuto sul set. Certe " cose " devono restare nello "spogliatoio ".
Vero. Purtroppo perde questo punto della narrazione, ma purtroppo il personaggio era già accumulato troppe umiliazioni da questa cocainomane, ch'è già un personaggio artificiale e vuoto. Grande sempre Verdone.
@@jamiroflavio e troppe bugie secondo me. I suoi racconti mirano sempre a far passare gli altri per strani o ridicoli. Quasi a volerli sminuire. Del resto anche con Montesano ha avuto problemi di questo genere
Se verrà fatta un altra edizione de lo show dei record io parteciperò la mia esibizione sarà ke mi farò I capelli come Carlo verdone e siccome io abito a Tivoli e sto al comitato feste il giorno ke verrà trasmessa quella puntata chiederò ai ragazzi di allestire il maxischermo in piazza così tutti si ammazzano dalle risate, il record é ke io sono la prima persona ke si è fatta I capelli da verdone e se allestiamo il maxischermo anke il maxischermo potrebbe fare da guinness e il pubblico
@@jena972abcd tutti i registi tagliano scene, anche Verdone. Non devo dare spiegazioni a te. E non serve ironia o sarcasmo, ogni opinione è legittima se espressa con toni civili, anche su Verdone, che evidentemente tu adori, ma è cmq criticabile. Adios
Nella versione del dvd è poi stata messa e sarà pure su UA-cam, non lo so non guardo i film online a me piace averli e godermeli al cinema o in TV. Questo è una vecchia intervista
@@jena972abcd si la decadenza di Roma ma cmq non c'entra molto la storia personale tra romano e la sua concubina, si vedono scene di ogni tipo nei film di Sorrentino xké avrebbe dovuto censurarla? soltanto x la scena della masturbazione?? Non penso
Verdone a Hollywood sul Tevere 2016 ua-cam.com/video/0hPrbAMUQkI/v-deo.html ua-cam.com/video/HPuEIUn1e3o/v-deo.html ua-cam.com/video/DbKrq_FYnK4/v-deo.html
Sarebbe un gesto eroico, ma nel film non ha alcuna voglia di dare alcun segnale di eroismo che può dare speranze.... il film non dà ne vuole, nel modo più assoluto dare speranze
@@jena972abcd ,un masterpiece. Sarò tardo di comprendonio, ma ci sono situazioni, che devo scrutare più volte per coglierle appieno. La visione della Grande Bellezza è uno di questi momenti.
@@gg5488 "La grande bellezza che gli italiani non vedono. La passerella di un paese non destinato alla sensibilità. “Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?”. Questa è la risposta che Jep Gambardella (il mai troppo lodato Toni Servillo) dà a chi gli chiede come mai non abbia mai più scritto nulla dopo il suo primo romanzo. Ebbene, ora io mi ritrovo proprio a commentare un’opera che parla del niente. Lo so, mi sono scelto una bella gatta da pelare, ma il fatto è che amo troppo questo film. È più forte di me, ciclicamente devo tornare a rivedermelo, e ogni volta mi toglie il respiro. E il fatto che, specialmente in Italia, il film di Sorrentino sia stato compreso così poco, più che farmi rabbia mi provoca una profonda tristezza. Mi ricordo ancora lo sconforto che provai quando, sull’onda dell’esaltazione collettiva che aveva travolto l’Italia quando La grande bellezza vinse l’Oscar, Merdaset Mediaset decise di dare per la prima volta il film in pasto al popolo, in prima serata. So che è un esagerazione, ma poche volte il mio Paese mi ha deluso tanto come quella sera. Aggirarsi sui social network era come passeggiare in un cimitero, solo che ad essere sepolta era la sensibilità di un intero popolo, che si dimostrava totalmente incapace di provare un minimo di profondità, che preferiva vomitare commenti contro il film invece di provare a comprenderne il messaggio. Intendiamoci, non è che se La grande bellezza non vi è piaciuto vi conviene controllare che al posto del cuore non vi abbiano messo una pigna. Se non vi è piaciuto ci sta, non è che sono l’unico depositario della saggezza. Però sono convinto che certi film meritino rispetto, e che quella sera sembrava si facesse a gara a chi riusciva a tirare fuori il commento più stronzo ed ignorante possibile. E allora mi chiedevo:”ma com’è possibile?” Perché la maggior parte delle persone non riesce a vedere nel film quello che ci vedo io? Perché nel mondo è piaciuto a tutti, mentre qua in Italia si parla più del fatto che Paolo Sorrentino abbia ringraziato Maradona alla Notte degli Oscar piuttosto che del significato del film? Ora, dopo aver riguardato più volte La grande bellezza, credo di averlo capito. Perché La grande bellezza parla della maggior parte delle persone che ormai abitano questo triste Paese ormai non più Bel, se non grazie a coloro che lo hanno reso grande secoli fa. Gente vuota, pigra, a cui della grande bellezza della vita non gliene importa nulla, persa fra una festa e l’altra, che vive con il mento rivolto al cielo e la moralità immersa nel fango. Gente disinteressata, priva di sensibilità, deformata dal culto dell’apparenza e unicamente devota al Dio Popolarità. Come poteva La grande bellezza essere apprezzato dalla stessa Italia che Sorrentino mette alla gogna? Un Paese tanto splendido e meraviglioso grazie alla sua storia millenaria, quanto meschino e miserabile nella sua attualità, abitato da gente che non ne sa apprezzare la bellezza, la storia e la cultura, totalmente incapace di portarne avanti l’eredità. Ed è proprio di questo che parla il film di Sorrentino, che descrive l’Italia come una bellissima necropoli abitata da personaggi che galleggiano nel nulla più assoluto. Come lo stesso Jep, scrittore famoso che però non scrive più perché non ha più nulla da dire, perché ha deciso di gettare al vento la sua vita solo per diventare il re dei mondani e scoprire, all’età di 65 anni, di non essere nessuno. Di non avere niente per cui andare fieri, di non amare né se stesso né nessun altro, circondato unicamente da clown che si ingannano a vicenda per provare a dimenticare la miserabilità delle loro vite, che nascondono sotto al letto come si fa con i panni sporchi. Tutti i personaggi del La grande bellezza sono solo dei tronfi cazzoni che passano le loro giornate a riempirsi la bocca di cazzate, che piuttosto che vivere preferiscono indossare una maschera e recitare un ruolo, e che farebbero di tutto pur per celare la profonda tristezza che provano. Dei morti che camminano, senza che però ci sia un Rick Grimes che ponga fine alle loro sofferenze. Come definire una vita del genere se non vuota e inutile? L’unico personaggio vero del film, Romano (CarloVerdone), viene masticato e sputato dalla Capitale come un pezzo di grasso in una bistecca. L’Italia non è più un Paese per coloro che hanno davvero qualcosa da dire. Assieme alla presa di coscienza di Jep, capiamo quanto in realtà la grande bellezza della vita non debba essere cercata chissà dove, ma vada semplicemente accolta. Perché la grande bellezza è nei sentimenti semplici, nelle piccole cose di tutti giorni, nella purezza e nella sincerità di quello che proviamo. Lo stesso Jep comprende come, dopo 40 anni passati nella mondanità senza freni dell’alta società romana, il suo unico momento di vera felicità lo abbia provato grazie ad una vecchia fidanzata, incontrata per pochi mesi quando lui era ancora ragazzo. Poi il nulla, solo il rimorso di una vita assieme a lei che non ha potuto/voluto vivere, accecato dal faro della popolarità e dalla bella vita. Parlare di questo film in poche righe è impossibile, bisogna viverlo sulla propria pelle, respirarne la malinconia e la tristezza. Ogni scena, ogni inquadratura esprime un’emozione unica che a parole è impossibile da descrivere, ma che entra nell’anima come una freccia. Un film grandioso, che riesce a parlare del niente ma allo stesso tempo del tutto, perché la nostra vita è proprio come Roma. Se infatti la città eterna può ritrovare il suo splendore solo all’alba, quando è liberata da coloro che la rovinano e la deturpano (come ci mostra Sorrentino nei meravigliosi titoli di coda del film), anche la nostra vita, quando è liberata dal chiacchiericcio e dal rumore che la sporcano, può trovare momenti di autentica pace. Basta solo togliersi la coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo, fermarsi un attimo, ed eccola lì, proprio davanti a noi. La Grande Bellezza .... " 😳 😳 😳 😳
"La grande bellezza che gli italiani non vedono. La passerella di un paese non destinato alla sensibilità.
“Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?”. Questa è la risposta che Jep Gambardella (il mai troppo lodato Toni Servillo) dà a chi gli chiede come mai non abbia mai più scritto nulla dopo il suo primo romanzo. Ebbene, ora io mi ritrovo proprio a commentare un’opera che parla del niente. Lo so, mi sono scelto una bella gatta da pelare, ma il fatto è che amo troppo questo film. È più forte di me, ciclicamente devo tornare a rivedermelo, e ogni volta mi toglie il respiro. E il fatto che, specialmente in Italia, il film di Sorrentino sia stato compreso così poco, più che farmi rabbia mi provoca una profonda tristezza.
Mi ricordo ancora lo sconforto che provai quando, sull’onda dell’esaltazione collettiva che aveva travolto l’Italia quando La grande bellezza vinse l’Oscar, Merdaset Mediaset decise di dare per la prima volta il film in pasto al popolo, in prima serata. So che è un esagerazione, ma poche volte il mio Paese mi ha deluso tanto come quella sera. Aggirarsi sui social network era come passeggiare in un cimitero, solo che ad essere sepolta era la sensibilità di un intero popolo, che si dimostrava totalmente incapace di provare un minimo di profondità, che preferiva vomitare commenti contro il film invece di provare a comprenderne il messaggio.
Intendiamoci, non è che se La grande bellezza non vi è piaciuto vi conviene controllare che al posto del cuore non vi abbiano messo una pigna. Se non vi è piaciuto ci sta, non è che sono l’unico depositario della saggezza. Però sono convinto che certi film meritino rispetto, e che quella sera sembrava si facesse a gara a chi riusciva a tirare fuori il commento più stronzo ed ignorante possibile.
E allora mi chiedevo:”ma com’è possibile?” Perché la maggior parte delle persone non riesce a vedere nel film quello che ci vedo io? Perché nel mondo è piaciuto a tutti, mentre qua in Italia si parla più del fatto che Paolo Sorrentino abbia ringraziato Maradona alla Notte degli Oscar piuttosto che del significato del film? Ora, dopo aver riguardato più volte La grande bellezza, credo di averlo capito.
Perché La grande bellezza parla della maggior parte delle persone che ormai abitano questo triste Paese ormai non più Bel, se non grazie a coloro che lo hanno reso grande secoli fa. Gente vuota, pigra, a cui della grande bellezza della vita non gliene importa nulla, persa fra una festa e l’altra, che vive con il mento rivolto al cielo e la moralità immersa nel fango. Gente disinteressata, priva di sensibilità, deformata dal culto dell’apparenza e unicamente devota al Dio Popolarità. Come poteva La grande bellezza essere apprezzato dalla stessa Italia che Sorrentino mette alla gogna?
Un Paese tanto splendido e meraviglioso grazie alla sua storia millenaria, quanto meschino e miserabile nella sua attualità, abitato da gente che non ne sa apprezzare la bellezza, la storia e la cultura, totalmente incapace di portarne avanti l’eredità. Ed è proprio di questo che parla il film di Sorrentino, che descrive l’Italia come una bellissima necropoli abitata da personaggi che galleggiano nel nulla più assoluto. Come lo stesso Jep, scrittore famoso che però non scrive più perché non ha più nulla da dire, perché ha deciso di gettare al vento la sua vita solo per diventare il re dei mondani e scoprire, all’età di 65 anni, di non essere nessuno. Di non avere niente per cui andare fieri, di non amare né se stesso né nessun altro, circondato unicamente da clown che si ingannano a vicenda per provare a dimenticare la miserabilità delle loro vite, che nascondono sotto al letto come si fa con i panni sporchi.
Tutti i personaggi de La grande bellezza sono solo dei tronfi cazzoni che passano le loro giornate a riempirsi la bocca di cazzate, che piuttosto che vivere preferiscono indossare una maschera e recitare un ruolo, e che farebbero di tutto pur per celare la profonda tristezza che provano. Dei morti che camminano, senza che però ci sia un Rick Grimes che ponga fine alle loro sofferenze. Come definire una vita del genere se non vuota e inutile? L’unico personaggio vero del film, Romano (Carlo Verdone), viene masticato e sputato dalla Capitale come un pezzo di grasso in una bistecca. L’Italia non è più un Paese per coloro che hanno davvero qualcosa da dire.
Assieme alla presa di coscienza di Jep, capiamo quanto in realtà la grande bellezza della vita non debba essere cercata chissà dove, ma vada semplicemente accolta. Perché la grande bellezza è nei sentimenti semplici, nelle piccole cose di tutti giorni, nella purezza e nella sincerità di quello che proviamo. Lo stesso Jep comprende come, dopo 40 anni passati nella mondanità senza freni dell’alta società romana, il suo unico momento di vera felicità lo abbia provato grazie ad una vecchia fidanzata, incontrata per pochi mesi quando lui era ancora ragazzo. Poi il nulla, solo il rimorso di una vita assieme a lei che non ha potuto/voluto vivere, accecato dal faro della popolarità e dalla bella vita.
Parlare di questo film in poche righe è impossibile, bisogna viverlo sulla propria pelle, respirarne la malinconia e la tristezza. Ogni scena, ogni inquadratura esprime un’emozione unica che a parole è impossibile da descrivere, ma che entra nell’anima come una freccia. Un film grandioso, che riesce a parlare del niente ma allo stesso tempo del tutto, perché la nostra vita è proprio come Roma.
Se infatti la città eterna può ritrovare il suo splendore solo all’alba, quando è liberata da coloro che la rovinano e la deturpano (come ci mostra Sorrentino nei meravigliosi titoli di coda del film), anche la nostra vita, quando è liberata dal chiacchiericcio e dal rumore che la sporcano, può trovare momenti di autentica pace. Basta solo togliersi la coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo, fermarsi un attimo, ed eccola lì, proprio davanti a noi.
La Grande Bellezza .... " 😳 😳 😳 😳
Conosco qualcuno, molto più esperto di me, che,contrariamente a quanto mi aspettassi, mi parlò della tiepida (eufemismo) accoglienza ricevuta dal film. Viviamo tempi morti, proprio come sequenze, che nessuno sa genialmente decorare. Tempi fatti di passività, invidia. La musica, tutta ripetitiva.
@@gg5488???
@@jena972abcd la musica, per dirne una.
Complimenti. È la prima volta che leggo un commento Scritto in un italiano fluente e con dei contenuti che stimolano un dialogo costruttivo.
@@ilducai7458 mi fa piacere.
Verdone nel raccontare è incredibile. Sembrava di vederla realmente quella scena.
Si, è veramente bravo anche nel racontare queste cose. La cosa traspare nei suoi film.
jena 972 anche io ho provato la stessa cosa quando raccontava la scena
+Marco Salamone Verdone.....è il numero uno
è un attore
27kpboateng ???
Grazie Carlo per avere raccontato questa scena.
E' come se l'avessimo vista
Racconta sempre bene, è sempre un piacere starlo a sentire. 👍🤗
Praticamente ha fatto tutto lo storyboard a voce compresa l’interpretazione e la direzione,sempre grande
esatto , è eccezionale, la cosa bella è che lui racconta tutto così, qualunque cosa.
Nella versione integrale messa su Sky la scena c'è.....lui la racconta con molto più pathos di come è stata recitata però...
Ovviamente.
Perché c'era lui.
Semplicemente perché recita peggio di come racconta
@@j00nful esatto, si atteggia troppo a grande regista ma in realtà si da troppe arie. Anche come attore gli unici film in cui spicca sono quelli dove o fa il grezzo o lo sfigato.
Perché lui ha la sindrome del marchese del grillo: so dde Roma, so er mejo
@@jamiroflavio ragazzi, ma senza rendervene conto anche voi vi state ergendo a critici cinematografici senza titolo. E poi parlate male di Verdone... 🤣🤣
Non doveva tagliarla. Grande Carlo! Sai sempre raccontare tutto al dettaglio, in modo così semplice ed esaustivo, che sembra di averla vissuta, vista
Carlo è davvero bravo a spiegare le cose.
Che bravo che sei Carlo Verdone. Incredibile.
Carlo è l ottavo re di roma
Certo si è un po' appannato ma con l'età era inevitabile
Anche senza questa scena l’interpretazione di Verdone è magistrale
Interessante. Poi ascoltare Carlo è sempre un piacere, grazie del video!
grazie.
Secondo me dovrebbe lavorare solo come attore ora. Come regista e sceneggiatore non ha più nulla da dire
la scena è comunque poi presente nella versione integral del film in DVD!
Consiglio a tutti gli appassionati del film di prenderlo per vedere il film nella sua completezza con tante scene tagliate nella versione finale al cinema.
Ho amato l interpretazione di Verdone in questo film ,la sua disillusione ,l amarezza,la tristezza ...mi ha fatto soffrire
quando urla "SCENDI, devi scenne vaffanculo" a nessuno è venuto in mente Mario Brega?😁😁😁
Eheheh 😁😁
MARIO BREGA ! unico & insostituibile
Scenni a cornuto!
massima stima per Carlo ma credo che quando il suo personaggio dice che Roma lo ha deluso dentro c'è tutto anche quello che non si vede,va bene cosi!
Si, forse Lei non ha tutti i torti....in effetti. Grazie del suo commento
+Peppe Ferraro Lo credo anch'io.
Se chiami Verdone poi non lo tagli...
d'accordissimo con te, sarebbe stato troppo banale e circoscritto alla relazione con la donna, invece secondo me il regista vuole esprimere un senso di delusione più ampia ed esistenziale di quest'epoca priva di valori e di vuoto in cui versa roma
grande e grazie CARLO per averci raccontato il fatto... bay CHIARLYDAVID
Bravo Verdone come sempre! Non avevo visto il film... l ho appena visto! Profondo, bello intenso ma come dice in questo commento é vero quella scena tagliata ci sarebbe stato coerente! Bravo Verdone! 🤗👍🏼
mentre la racconta ,l'ho praticamente vissuta questa scena,nei loro personaggi ,costumi e sceneggiatura !!!! Grande Carisma Verdone !!!
Ho visto "La grande bellezza" una dozzina di volte, ed effettivamente ogni volta mi trovo a chiedermi "ma perchè lascia Roma di punto in bianco?"..... grazie Carlè!
Adesso è tutto chiaro ..... 😜😊
Io pensavo che lo facesse perché stufo di essere trattato come "il cagnolino di Jepp" dagli altri e non essere considerato dalla donna. Poi torna anche a casa perché ha l'amica della sorella ad aspettarlo in paese.
Personalmente Carlo Verdone ha avuto uno dei personaggi del film che ha preso più coraggio rispetto a tutta la schiera di amici che è rimasta in balia dei loro fantasmi. Lui invece ha avuto il coraggio di andare avanti e voltare pagina, la scena tagliata personalente non la vedo importante, anzi, ha dato una chiave di lettura ancora più virile di questo personaggio
grazie del suo commento
fraktalichannel anche perché il suo personaggio non c'entra nulla con quel mondo e quella gente privilegiata.. è uno della provincia che inseguendo il sogno e anche lui alla ricerca della grande bellezza resta deluso e capisce che la vera felicità e la grande bellezza è essere se stessi (da scrittore di teatro che per sentirsi all'altezza delle persone che frequenta scrive sofisticato si realizza solo alla fine seguendo il consiglio di gep scrivendo un pezzo genuino)
Visto la versione integrale su sky. ...🔝
bhè si, ormai gira di nuovo quella versione. questa intervista è antecedente persino al dvd
Fortuna si è rimediato
Classica scena alla Verdone,sicuramente sarebbe stata molto bella ma ormai vista e rivista. Comunque tanta stima per Carlo ;)
Grandissimo Carlo, sembra davvero che a raccontare questo ci sia un amico..
💚💚💚🖐️🖐️🖐️
Potrebbe rappresentare un valido spunto per un suo film, ormai è da svariato tempo che il nostro non riesce ad essere incisivo e salace come vorrebbe e come è stato capace in passato.
Infatti secondo me dovrebbe lavorare solo come attore ora. Non ha più nulla da dire come regista
Verdone è un attore e regista assolutamente fuoriclasse, riesce a renderti una scena perfino mentre la racconta in intervista, per quanto preparata. Ha sempre avuto l'appoggio dei più grandi della Cinecittà che contava e di mostri sacri (Leone, Morricone), ma anche senza di loro si è sempre dimostrato in grado di andare oltre, di rappresentare una generazione di persone che va al cinema e ripete le sue battute. Ora, Sorrentino per me viaggia su un livello totalmente diverso, è l'evoluzione di tutto quanto c'è stato prima, o forse semplicemente non ha mai avuto l'impronta comica che per certa parte ha caratterizzato e quindi imprigionato Verdone. La tecnica cinematografica in Sorrentino, le inquadrature, i tempi, le musiche, sono su un livello di eccellenza totalmente differente. Se Verdone è l'erede di Sordi, entrambi attori alla nascita, Sorrentino è l'erede di Fellini, e purtroppo siamo su un piano diverso. Verdone ha avuto idee da regista e autore indimenticabili, ma con Sorrentino entriamo nel cinema per così dire internazionale che nulla ha da invidiare nemmeno ad Hollywood. In questo senso, forse Verdone fatica un po' a capire e a seguire quello che fa Sorrentino, ma non perché sia inferiore, semplicemente perché forse ha raggiunto il suo limite personale (basti guardare i film più recenti fatti da Verdone). Verdone è un po' come De Sica junior (con le dovute differenze); entrambi si fermano "a fare altro", ma poi chi deve continuare il lavoro di Vittorio e del già citato Fellini, se non di Leone, sono altri, e in questo senso è Sorrentino, che per mille ragioni non ha la necessità di doversi affermare, né di dover combattere in un mondo cinematografico, per qualunque ragione. Per questo Verdone viene tagliato, proprio lui che è in grado di farti vedere una scena da un'intervista.
Spero un giorno di poter vedere la versione integrale...a me "La Grande bellezza" è piaciuto molto
È uscito tempo fa al cinema
Io ho visto sia la versione uscita nel 2013 che quella integrale dove c’è la scena della quale Verdone parla.comunque a mio avviso anche nella Versione “più corta” si capisce perché il personaggio interpretato da Verdone se ne vada dalla città eterna.
Verdone sei un grandissimo attore, ti stimo tantissimo
veramente un grande.
Io ho vissuto a Roma 9 anni intensi e belli, e concordo con quanto disse Guzzanti: la Grande Bellezza non è un film su Roma ma su un gruppo di Napoletani a Roma. Parla di chi va in cerca di una grande città per trovare una propria identità creativa e si trova in mezzo a continue feste con persone non stimolanti e cocaina. Tutte le città del mondo sono così però ora, non è facile trovare la propria dimensione. Carlo Verdone invece è uno che l'Italia te la fa amare e ti fa apprezzare quelle cose semplici che valgono oro. Molti romani veri sanno apprezzare quella semplicità, verità, lentezza e bellezza di Roma.
Il protagonista ed altri pochi personaggi sono napoletani, tutti gli altri sono di altre città
non ne farei una questione di romani o non romani, è dell'UMANITA' che si parla nel film.
@@franci.f. a me non interessa nulla che sia "universale" nè mi interessa definirlo o catalogarlo, mi interessa che mi abbia emozionato , ma ognuno la vede a modo suo, rispetto la tua opinione ma mi interessa poco anche quella :)
@@jamiroflavio io scrivo che la tua opinione è rispettabile, mentre tu ribatti che sono ignorantissimo, e ad offendere sarei io...??? Se volessi offenderti stai tranquilla che non avrei problemi a farlo in modo inequivocabile, mentre delle offese tue non mi importa nulla, puoi scrivere quello che vuoi....è tutto chiacchiericcio :)
Passare da Napoli a Roma non è molto semplice, Napoli è una piccola metropoli, Roma è una enorme città, Grande come una regione intera. Roma rispetto a Napoli è più complicata e dispersiva, Napoli è più scenografica e piccola, Napoli è un contrasto stridente di antico e moderno, a Roma sembra sia sempre stata così, Napoli ha una natura prorompente soffocata dai palazzi e dalle case, a Roma lo skyline dato quasi solamente dal cupolone dal Bianco Altare della patria e dalle cupole minori, Roma è più borghese al centro e nelle zone semicentrali e più popolare in periferia, Napoli ha ancora quartieri popolari in pieno centro, Roma è grande e piatta, Napoli e stretta e collinare, tra napoletani e romani c'è forse una sorta di amore-odio di due città importanti una capitale e una che lo è stata, abbastanza lontane da essere separate ma abbastanza vicine e ben collegate da permettere un forte scambio.
Io sono napoletano e amo Roma e spesso non saprei quale scegliere tra le due città, magari vivere prendendo l'alta velocità come una metropolitana facendo colazione a Mergellina a Napoli, pranzo a Trastevere con passeggiata sul Tevere e cena sul lungomare di Napoli.
Verdone ha perfettamente ragione: la scena andava lasciata. Avrebbe reso più comprensibile la scelta del personaggio di lasciare Roma.
Io però la scena descritta l'ho vista... com'è possibile?
ormai gira la versione integrale sia su sky che ho dvd.
questa intervista non è di questi giorni.
Grazie caro
@Frederik Chopin non te lo so dire, so che quando l'hanno mandato in onda su sky (si parla di almeno 3 anni fa) la scena c'era. Immagino tu l'abbia visto il film, c'era la scena?
@Frederik Chopin allora forse la versione tagliata l'hanno data solo a Verdone
Verdone non ha capito nemmeno il senso della scena della scala...
Sorrentino ha fatto un film per l'Oscar non un film da Oscar. Quella scena rischiava di avere troppa personalità ed un peso specifico eccessivo. Gli Oscar hanno creato un industria specializzata.
la recitazione di Carlo in questo contesto, e' qualcosa di incredibile, sembra di guardare ed ascoltare una scena che non c'e' nemmeno negli extra del DVD, PAZZESCO
@@loutiscrive 👍🍏
Carlo per me tu sei esempio... forse il più grande.....
capisco la tua amarezza.....
hai avuto tutto e lo sai... sai di essere l'attore numero UNO Italiano....
vedendoti così... mi fà anche piacere rivedo un ragazzino che ancora deve dimostrare TANTO....
ma tu non devi niente......
si, però al pubblico poteva apparire che Romano andava via da Roma per questa sua ultima umiliazione con lei e, dato che ormai aveva capito che con lei non c'era più niente da provare, deluso più da lei, e ovviamente da se stesso, non tanto deluso da Roma e dalla sua effimera (oramai) "bellezza".
😪😉
@@jena972abcd 👍
Carlo Verdone è quello che definisco Talento.
Non credo si debba aggiungere altro
Nella versione DVD completa, la scena c è. GRANDE VERDONE
Si, infatti questa, è una vecchia intervista.
Nella versione integrale c'è questa scena
Della presenza di Carlo Verdone nel film " La grande bellezza" , regista e produttore dovrebbero essere orgogliosi ma anche coscienti di non aver valorizzato nulla di un grande personaggio del cinema italiano di cui di sicuro ci ricorderemo nei prossimi decenni. Non ne sono invece sicuro per il film ed il regista....
Carlo sei un grande
sarà la versione integrale.....
tranquilli nella edizione integrale la scena c'è tutta per fortuna, assieme all'intervista con giulio brogi da parte di servillo - - non perdetevi l' uncut
Mauro D'Orazi si è vero. Questa intervista è stata fatta quando uscì il film è quindi Verdone disse questa cosa
Mauro D'Orazi si è vero. Questa intervista è stata fatta quando uscì il film è quindi Verdone disse questa cosa
Secondome la scena tagliata era la migliore in quando fa capire la realta di oggi dove le donne sanno solo umiliare i bravi ragazzi che magari vogliono costruire una storia seria o cercano di aiutarle
Da come l'ha descritta Verdone in questa intervista, il fatto che la scena sia stata tagliata non toglie nulla.C'era bisogno dell'elemosina sessuale della cocainomane perchè il suo personaggio, che è un personaggio tutto sommato positivo, se ne andasse via deluso da Roma? Tutto quello che aveva visto e vissuto prima avrebbe dovuto essere più che sufficiente per farlo scappare.
Si. Comunque è un intervista fatta prima del dvd e della distribuzione su Sky poiché, anche da altri commenti, adesso quella scena è stata messa. Grazie.
Io penso di no perché la cocainomane era l unico legame che permetteva di collegare verdone a roma,dopo che anche quell'unico filo si era spezzato per verdone non esisteva più alcun motivo di rimanere in quella roma
Verdone e'una persona di grandissimo quanto raro talento e spessore artistico.
Purtroppo, anche dopo quasi 50 anni, non capito da tutti.
Inoltre la sua sensibilita' come uomo e' strabiliante.
Grande umiltà e poliedricità di Verdone
Effettivamente nell'economia del film il personaggio Romano ne avrebbe molto guadagnato... e forse anche l'opera stessa.
In effetti si, hai ragione
Amo Sorrentino, e i suoi film
Verdone è davvero un'eccellenza del nostro paese.
Sono d'accordo... questa scena non andava tagliata
Per me del film esiste solo la versione integrale
Qualcuno sa dove trovare questa scena? dove scaricarla?
Ora è nel DVD 📀 All'epoca dell'intervista era stata tolta
@@jena972abcd Grazie Jena sai mica dove posso scaricarla?
@@luigicorrias no
Verdone strabiliante, scena più d’impatto di come forse sarebbe stata sul grande schermo e la sua sconcertante bravura nel raccontarla viaggia di pari passo al suo dispiacere nel vederla rimossa dalla pellicola
Il tagliare la scena, pero', lascia spazio a chi guarda il film di interpretare la delusione di Romano della citta' in cui ha vissuto per cosi' tanti anni, senza ridurre la delusione di Roma, una citta' intera e i lunghi anni, per un semplice amore perso e deludente.
Grande Verdone .. hai ragione !
Carlo #Verdone e Sergio #Leone nei racconti di Carlo.
«La prima volta? Ci incontrammo a casa sua, all’EUR. Mi fissò per un minuto, poi mi disse: “Devo ancora capì perché me fai tanto ridere…”». Carlo Verdone ricorda bene il primo incontro con Sergio Leone: era l’inverno del 1979 e il regista lo aveva visto in televisione, a Non stop, la trasmissione cult di Enzo Trapani, e decise di telefonargli. «Andò a rispondere mia madre. Poi appoggiò la cornetta al tavolino e mi disse: “Carlo, questo dice che è Sergio Leone. Speriamo non sia uno scherzo”». No, non era uno scherzo e da quel momento per dieci anni, fino alla morte, il 30 aprile del 1989, Leone diventerà non solo un punto di riferimento per Verdone, producendo i suoi primi due film, Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone, e scrivendo Troppo forte, ma soprattutto un grande amico.
Ma chi era Sergio Leone?
«Un uomo unico, un personaggio meraviglioso che sapeva anche incutere soggezione perché era autoritario e autorevole. La prima volta che andai a casa sua, che stava in via Birmania, all’EUR, mi venne incontro con addosso una delle sue vestaglie, uno degli abiti larghi che amava indossare. Seduto dietro la scrivania non disse niente per un po’, scrutandomi. Mi fece un po’ di domande, io cercavo di rispondere ma dovetti dargli l’impressione di una persona molto timida».
Avete lavorato molto insieme, soprattutto agli inizi della sua carriera, però tra di voi il rapporto non fu mai esclusivamente lavorativo…
«No, mai. C’era una grande amicizia tra me e Sergio. Ricordo con particolare affetto una domenica d’inizio estate di metà anni Ottanta: portai al mare, a Ostia, mia figlia Giulia, che aveva poco più di un anno. La misi in macchina e, al ritorno, decisi di passare a trovare Sergio visto che stava di strada. Lo trovai che stava seguendo in TV le partire, lui era laziale, e quando ci vide arrivare guardò Giulia e disse: “Fammela bacià”. Custodisco questo ricordo nel cuore…».
Lei di fatto seguì direttamente anche tutta la gestazione e i postumi di Leone con la sua magnifica ossessione: C’era una volta in America.
«Che raccontò a me e a mia moglie un pomeriggio, a casa da lui. Ci invitò a pranzo e, subito dopo, cominciò a raccontarci il film nei dettagli, battuta per battuta. Ci mise tre ore e ce lo raccontò talmente bene che alla fine pareva di averlo visto. Gli dissi che sarebbe stato sicuramente un capolavoro. “Speriamo”, rispose lui…».
Il capolavoro arrivò, ma le difficoltà del film stancarono molto Leone…
«Lo fiaccarono. Fu un’impresa girare C’era una volta in America, sia perché era un’opera che sentiva molto vicina, sia per le discussioni con il produttore, Arnon Milchan. Ricordo che andai a vederlo quando uscì, al Barberini. Lo amai subito, ma ci fu una cosa che mi fece male».
Quale?
«In contemporanea era uscito in sala anche un mio film, I due carabinieri, in cui ero con Enrico Montesano. Gli incassi erano buonissimi, mentre quelli di C’era una volta in America erano molto bassi, purtroppo. Ero felice per me, ma non potei non percepirla come un’ingiustizia: io in fondo avevo fatto un film popolare e godibile, lui invece ci aveva messo dentro la vita».
Poi lavoraste ancora insieme su Troppo forte, nel 1986.
«Sì, dopo quel film iniziai a capire che non stava bene. Finite le riprese andammo insieme in Costa Avorio, un viaggio divertente ma fu lì che capii che qualcosa non andava. Sull’aereo di ritorno stavo in cabina a parlare con i piloti perché non riuscivo a dormire e arrivò Sergio. Mi guardò e mi disse: “Che stai affà? Io non me sento tanto bene”. Il comandante mi disse poi se serviva qualcosa, ma intuii che era qualcosa di più profondo. Al ritorno si fece ricoverare e fece una serie di esami. Anche dopo mi seguì sempre. Nel 1988, un anno prima di morire, mi chiamò per congratularsi per il successo di Compagni di scuola e io gli disse che dovevo tutto a lui. Lui si schermiva, ma gli faceva sempre piacere quando glielo dicevo».
Oggi Leone è celebrato e citato, da Tarantino ai Coen: spesso però viene definito un genio del cinema più all’estero che in Italia. Perché?
«Difficile spiegare questo atteggiamento, ma va detto che non sempre il critico ha ragione, anzi. Rimango convinto che il miglior critico rimanga il tempo, perché solo il tempo riesce a dare il giusto valore a quello che hai fatto. A volte servono anni per capire il cinema. Abbiamo salutato come capolavori molti film di Luchino Visconti che però, rivisti oggi, non lo sono affatto. Comunque Leone va rispettato a prescindere perché ha saputo vendere i suoi film in tutto il mondo, dall’Asia all’Africa, e non in una nicchia d’autore, ma al grande pubblico. Non è poco».
Perché oggi Leone è tanto moderno?
«Perché il suo cinema era enorme, al punto che che oggi quel cinema non esiste più per numeri e dimensioni. Forse solo la Marvel riesce ancora a fare un cinema tanto grande, ma non so se sia più nemmeno cinema. Sergio inventò un nuovo linguaggio cinematografico: le riprese lente, i carrelli, gli scatti nevrastenici del montaggio, le facce. E poi gli effetti sonori usati in quella maniera peculiare, dal vento sui binari alle cornacchie: un linguaggio personale unico».
Il suo film preferito tra quelli di Leone?
«Qui litigavamo sempre. Un giorno gli dissi che non amavo particolarmente Giù la testa, non ero riuscito a entrarci dentro, forse perché aveva toccato anche il tema politico. Sergio si arrabbiò moltissimo, mi disse che non capivo niente di cinema (ride, nda). Oggi continuo ad amare molto Per qualche dollaro in più, trovo che la coppia Clint Eastwood e Lee Van Cleef sia formidabile. Se però devo sceglierne solo uno, allora dico Il buono, il brutto, il cattivo. Un film perfetto, è praticamente l’Iliade …. »
Verdone lei è un grande attore e regista e come tale credo che questo racconto e dissapore andava tenuto sul set. Certe " cose " devono restare nello "spogliatoio ".
Meraviglia
Parallelismo Roma-personaggio (non mi ricordo come si chiama), paragone fortissimo. Peccato.
L'ha preso benissimo Verdone il taglio di questa scena, si vede proprio !!! Per nulla sfavato !
Ma che dici l hanno fatto vedere su canale 5
Dice quello che è stato quando il filn è uscito al cinema. Questa intervista ha 5 anni .....
Ma non serviva Carlo! Il tuo personaggio è stato perfetto così.
@luigi rollo qualcuno lo dice ma tanto non è così. Leggiti il mio commento più descrittivo sul film.
Questa scena si vede nella versione integrale del film!
nel film non c'era, nel dvd che ho visto, non c'è
non so in che versione lei l'abbia visto. io non l'avevo vista.
Infatti la sto vedendonora al cinema.
Che rispetto per CARLO VERDONE
Vero. Purtroppo perde questo punto della narrazione, ma purtroppo il personaggio era già accumulato troppe umiliazioni da questa cocainomane, ch'è già un personaggio artificiale e vuoto. Grande sempre Verdone.
La sindrome del marchese del grillo ha colpito anche lui come tutti i grandi attori/registi romani
Cioè?
@@nn-ts5po troppo egocentrismo
@@jamiroflavio e troppe bugie secondo me. I suoi racconti mirano sempre a far passare gli altri per strani o ridicoli. Quasi a volerli sminuire. Del resto anche con Montesano ha avuto problemi di questo genere
@@nn-ts5po è lui che è ridicolo certe volte
mi sorprende che sia stata tagliata questa scena, era calzantissima per il senso del film.
Simone Maselli sembra che nel dvd 📀 messo poi in commercio, sia poi stata rimessa.
L' Artista è imprevedibile, fa scelte che non capiamo, farà parte anche questo del segreto ?
Sei un grande.
Questa si che rappresentava la grande bellezza. Paolo ha fatto male a tagliarla.
che bello
La grande bellezza è veramente un Grande Film
Umiliato l'amore per una città!
ua-cam.com/video/0hPrbAMUQkI/v-deo.html
ua-cam.com/video/HPuEIUn1e3o/v-deo.html
ua-cam.com/video/DbKrq_FYnK4/v-deo.html
Mi è sembrato di vederla davanti.
Un attore incredibile che ti fa vedere una scena senza fartela vedere.
Perchè c'era anche lui?
😂😂😂😂😂
Se verdone si farà il trapianto x la prossima edizione de lo show dei record I capelli me li farò come gerry scotti
Io l' ho vista questa scena da qualche parte o la racconta così bene che mi sembra di vederlo
Credo che ora giri la versione con la scena che inizialmente era stata tagliata e che non era inclusa nemmeno nel primo dvd.
@@jena972abcd bene, immagino di sì ahah menomale non so impazzito
Grandissimo film per pochi, comunque su sky questa scena c'è....
Si, dopo è stata messa ma inizialmente non c'era nemmeno nei contenti speciali del dvd. 📀
Carlo spettacolare
Se verrà fatta un altra edizione de lo show dei record io parteciperò la mia esibizione sarà ke mi farò I capelli come Carlo verdone e siccome io abito a Tivoli e sto al comitato feste il giorno ke verrà trasmessa quella puntata chiederò ai ragazzi di allestire il maxischermo in piazza così tutti si ammazzano dalle risate, il record é ke io sono la prima persona ke si è fatta I capelli da verdone e se allestiamo il maxischermo anke il maxischermo potrebbe fare da guinness e il pubblico
Immenso verdone. Peccato per il taglio.
Verdone e' un signor attore.
@@GiulioMa e si..... Decisamente
Grandissimo verdone
Si, davvero grande.
quando le taglia lui le scene, va bene? grande regista, buon attore ma molto pieno di sé.
Quando lui taglia cosa per fare un esempio?
Illuminami tu.... Cosa ha tagliato?
@@jena972abcd tutti i registi tagliano scene, anche Verdone. Non devo dare spiegazioni a te. E non serve ironia o sarcasmo, ogni opinione è legittima se espressa con toni civili, anche su Verdone, che evidentemente tu adori, ma è cmq criticabile. Adios
@@uccellone2012 se scrivi che anche lui taglia, devi dire cosa è dove. Se no il tuo è uno sparare frasi a caso senza senso.
@@jena972abcd basta informarsi, studiare e informarsi. Ripeto, non prendo indicazioni da te.
@@uccellone2012 bravo, bel modo di argomentare. Complimenti vivissimi. 👏👏
Grande Verdone.
Immenso. 😉😊
Verdone deve capire che non è bun film suo...e il suo personaggio è secondario...troppa vanità...mi sa...
@jose anguita, ma no. Lui a domanda ha risposto dando il suo parere e, a mio avviso, non ha torto.
Ma a me sembra d’aver la vista st scena su UA-cam
Nella versione del dvd è poi stata messa e sarà pure su UA-cam, non lo so non guardo i film online a me piace averli e godermeli al cinema o in TV. Questo è una vecchia intervista
ua-cam.com/video/BgZ_v_uYuk8/v-deo.html
Beh a me sembra di averla vista sta scena su sky
Si, infatti dopo l'hanno messa. Questa è un'intervista molto vecchia. ☺️
grazie ....... @medicojunghiano
Prego, figurati.
Sei sensibile , a volte può esser preso per debolezza . Ed invece ...
👍 🤗😊
👍👍 👍
Ma che c'entrava questa scena nel film di Sorrentino?! ha fatto bene a tagliarla
Lo spiega nel video cosa c'entrava.
@@jena972abcd si la decadenza di Roma ma cmq non c'entra molto la storia personale tra romano e la sua concubina, si vedono scene di ogni tipo nei film di Sorrentino xké avrebbe dovuto censurarla? soltanto x la scena della masturbazione?? Non penso
@@jamiroflavio bhè, l'aveva fatto
Verdone a Hollywood sul Tevere 2016
ua-cam.com/video/0hPrbAMUQkI/v-deo.html
ua-cam.com/video/HPuEIUn1e3o/v-deo.html
ua-cam.com/video/DbKrq_FYnK4/v-deo.html
Ovvio e semplice, in una parola: pesante!
pesante? ma no, basta ascoltare già solamente come la spiega ....
@@jena972abcd appunto.
Purtroppo a me sembra sempre forzato nel raccontare certe cose e perde molto in spontaneità.
Ha la grevita' di un professore di provincia... e' talmente pesante che e' involontariamente comico
@@XXISecolo non direi proprio che Verdone sia come tu lo descrivi ..... De gustibus ..... come dice Gambardella.
sono tutte coseee
Sarebbe un gesto eroico, ma nel film non ha alcuna voglia di dare alcun segnale di eroismo che può dare speranze.... il film non dà ne vuole, nel modo più assoluto dare speranze
Nn le capisco queste cose. Questi tagli che avrebbero dato solo un valore aggiunto al film. Che nervoso
A Verdo' e su però abbi pazienza....
La scena compare nel film
?Non nel dvd, tu hai visto la versione completa
@@jena972abcd ,un masterpiece. Sarò tardo di comprendonio, ma ci sono situazioni, che devo scrutare più volte per coglierle appieno. La visione della Grande Bellezza è uno di questi momenti.
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"La grande bellezza che gli italiani non vedono. La passerella di un paese non destinato alla sensibilità.
“Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?”. Questa è la risposta che Jep Gambardella (il mai troppo lodato Toni Servillo) dà a chi gli chiede come mai non abbia mai più scritto nulla dopo il suo primo romanzo. Ebbene, ora io mi ritrovo proprio a commentare un’opera che parla del niente. Lo so, mi sono scelto una bella gatta da pelare, ma il fatto è che amo troppo questo film. È più forte di me, ciclicamente devo tornare a rivedermelo, e ogni volta mi toglie il respiro. E il fatto che, specialmente in Italia, il film di Sorrentino sia stato compreso così poco, più che farmi rabbia mi provoca una profonda tristezza.
Mi ricordo ancora lo sconforto che provai quando, sull’onda dell’esaltazione collettiva che aveva travolto l’Italia quando La grande bellezza vinse l’Oscar, Merdaset Mediaset decise di dare per la prima volta il film in pasto al popolo, in prima serata. So che è un esagerazione, ma poche volte il mio Paese mi ha deluso tanto come quella sera. Aggirarsi sui social network era come passeggiare in un cimitero, solo che ad essere sepolta era la sensibilità di un intero popolo, che si dimostrava totalmente incapace di provare un minimo di profondità, che preferiva vomitare commenti contro il film invece di provare a comprenderne il messaggio.
Intendiamoci, non è che se La grande bellezza non vi è piaciuto vi conviene controllare che al posto del cuore non vi abbiano messo una pigna. Se non vi è piaciuto ci sta, non è che sono l’unico depositario della saggezza. Però sono convinto che certi film meritino rispetto, e che quella sera sembrava si facesse a gara a chi riusciva a tirare fuori il commento più stronzo ed ignorante possibile.
E allora mi chiedevo:”ma com’è possibile?” Perché la maggior parte delle persone non riesce a vedere nel film quello che ci vedo io? Perché nel mondo è piaciuto a tutti, mentre qua in Italia si parla più del fatto che Paolo Sorrentino abbia ringraziato Maradona alla Notte degli Oscar piuttosto che del significato del film? Ora, dopo aver riguardato più volte La grande bellezza, credo di averlo capito.
Perché La grande bellezza parla della maggior parte delle persone che ormai abitano questo triste Paese ormai non più Bel, se non grazie a coloro che lo hanno reso grande secoli fa. Gente vuota, pigra, a cui della grande bellezza della vita non gliene importa nulla, persa fra una festa e l’altra, che vive con il mento rivolto al cielo e la moralità immersa nel fango. Gente disinteressata, priva di sensibilità, deformata dal culto dell’apparenza e unicamente devota al Dio Popolarità. Come poteva La grande bellezza essere apprezzato dalla stessa Italia che Sorrentino mette alla gogna?
Un Paese tanto splendido e meraviglioso grazie alla sua storia millenaria, quanto meschino e miserabile nella sua attualità, abitato da gente che non ne sa apprezzare la bellezza, la storia e la cultura, totalmente incapace di portarne avanti l’eredità. Ed è proprio di questo che parla il film di Sorrentino, che descrive l’Italia come una bellissima necropoli abitata da personaggi che galleggiano nel nulla più assoluto. Come lo stesso Jep, scrittore famoso che però non scrive più perché non ha più nulla da dire, perché ha deciso di gettare al vento la sua vita solo per diventare il re dei mondani e scoprire, all’età di 65 anni, di non essere nessuno. Di non avere niente per cui andare fieri, di non amare né se stesso né nessun altro, circondato unicamente da clown che si ingannano a vicenda per provare a dimenticare la miserabilità delle loro vite, che nascondono sotto al letto come si fa con i panni sporchi.
Tutti i personaggi del La grande bellezza sono solo dei tronfi cazzoni che passano le loro giornate a riempirsi la bocca di cazzate, che piuttosto che vivere preferiscono indossare una maschera e recitare un ruolo, e che farebbero di tutto pur per celare la profonda tristezza che provano. Dei morti che camminano, senza che però ci sia un Rick Grimes che ponga fine alle loro sofferenze. Come definire una vita del genere se non vuota e inutile? L’unico personaggio vero del film, Romano (CarloVerdone), viene masticato e sputato dalla Capitale come un pezzo di grasso in una bistecca. L’Italia non è più un Paese per coloro che hanno davvero qualcosa da dire.
Assieme alla presa di coscienza di Jep, capiamo quanto in realtà la grande bellezza della vita non debba essere cercata chissà dove, ma vada semplicemente accolta. Perché la grande bellezza è nei sentimenti semplici, nelle piccole cose di tutti giorni, nella purezza e nella sincerità di quello che proviamo. Lo stesso Jep comprende come, dopo 40 anni passati nella mondanità senza freni dell’alta società romana, il suo unico momento di vera felicità lo abbia provato grazie ad una vecchia fidanzata, incontrata per pochi mesi quando lui era ancora ragazzo. Poi il nulla, solo il rimorso di una vita assieme a lei che non ha potuto/voluto vivere, accecato dal faro della popolarità e dalla bella vita.
Parlare di questo film in poche righe è impossibile, bisogna viverlo sulla propria pelle, respirarne la malinconia e la tristezza. Ogni scena, ogni inquadratura esprime un’emozione unica che a parole è impossibile da descrivere, ma che entra nell’anima come una freccia. Un film grandioso, che riesce a parlare del niente ma allo stesso tempo del tutto, perché la nostra vita è proprio come Roma.
Se infatti la città eterna può ritrovare il suo splendore solo all’alba, quando è liberata da coloro che la rovinano e la deturpano (come ci mostra Sorrentino nei meravigliosi titoli di coda del film), anche la nostra vita, quando è liberata dal chiacchiericcio e dal rumore che la sporcano, può trovare momenti di autentica pace. Basta solo togliersi la coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo, fermarsi un attimo, ed eccola lì, proprio davanti a noi.
La Grande Bellezza .... " 😳 😳 😳 😳