“Il ragazzo e l’airone”, un film filosofico?

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 30 вер 2024

КОМЕНТАРІ • 8

  • @JacopoBonzanini
    @JacopoBonzanini 8 місяців тому +6

    Bel video Esme e Claudio!
    Per me il film non è difficile. Diciamo che non è un film completamente lineare in cui si parte da A e si arriva a B, ma non è nemmeno un film di Lynch (per intenderci). Miyazaki piace molto anche in Occidente perché è estremamente occidentale il film. Miyazaki ha saputo trovare una perfetta sintesi tra l’Occidente e l’Oriente: filosofia e letteratura occidentale s’intersecano con oggetti, luoghi, nomi e riferimenti giapponesi. Il viaggio del protagonista è il viaggio dell’eroe, archetipo per eccellenza nella filosofia occidentale (consiglio a tutti “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell); il suo viaggio è un viaggio negli inferi inizialmente, con chiaro riferimento alla porta d’ingresso dell’inferno dantesco (la frase affissa sull’arco della porta); la volta stellata (“e uscimmo a rimirar le stelle”).
    Il libro, oggetto concettuale che rappresenta la cultura, non solo è il “portale” che permette al ragazzo di decidersi definitivamente ad andare alla ricerca della madre (il libro che la madre dedica al figlio), dopo peraltro essere stato incalzato dall’airone, altro “oggetto-portale”, ma il libro ha anche permesso al prozio di estraniarsi dal mondo fisico “di quassù” e crearne uno nuovo, proprio. Il libro è ciò che sopravvive, che permette, attraverso la creatività e l’immaginazione, di creare nuovi mondi paralleli, che assumono una propria identità organica e corporea. Il libro non come fuga dalla realtà, ma come capacità di produrre nuovi mondi paralleli al nostro. Paralleli ma, come sappiamo dalla geometria post euclidea, coincidenti in un punto assai lontano, ma pur sempre coincidenti. Il libro permette di accedere ad una realtà parallela; le storie non sono storie che rimangono sulla carta, ma vivono, sono reali, le possiamo toccare. Il prozio ha voluto richiamare il proprio pronipote e sua zia incinta perché voleva proteggerli da quel mondo violento e ingiusto che è il nostro mondo. Il mondo creato dal prozio è il mondo perfetto perché è un mondo geometrico - matematico, perfettamente razionale. Platone e tutta la filosofia politica e non soltanto ha cercato costantemente di creare attraverso la filosofia un mondo geometrico - razionale. Le forme geometriche del prozio sono le fondamenta concettuali del suo mondo. Questo mondo non vive delle sue forme geometriche perfette di per sé, ma necessita di un Dio architetto che sappia creare un edificio solido costruito con quelle forme geometriche. Il prozio voleva che fosse il ragazzo il suo erede perché ogni dinastia, che sia occidentale o orientale, ha sempre concepito la dinastia “reale” come se fosse un entità divina la cui legittimità fosse voluta per volere di Dio. Il mondo perfetto del prozio è solo illusoriamente perfetto perché anche in quel mondo vige il controllo, la violenza, la morte. I pappagalli, le creature di Dio-prozio, sono persone violente con le quali il prozio è obbligato a fare patti per mantenere l’ordine. Non è un caso che il loro re vada dal prozio alla fine del film per rivendicare l’illegittimità di ciò che sta compiendo il prozio: lui è l’autorità. La creatura che si ribella al creatore, esattamente come avviene nel mondo di lassù. Il re cosa fa? Istintivamente tenta di ricostruire un proprio ordine costruendo un proprio edificio alla rinfusa, senza un ordine, senza un pensiero riflessivo, preannunciando un crollo imminente. Quando la creatura si ribella al creatore il mondo crolla. L’eroe - ragazzino decide nonostante tutto di voler tornare nel mondo lassù, ancor prima che il mondo del prozio crollasse. Egli accetta la morte, il dolore, la scomparsa della madre, la guerra che vedrà le due bombe di Hiroshima e Nagasaki. Egli è eroe perché accetta il suo destino. Ciò fa di Mahito un eroe tragico greco. Accetta la necessità dei suoi dei, non del prozio. Accetta il fatto che nascerà un nuovo bambino dal grembo di sua zia e che diverrà suo fratello. Accetterà il fatto che dovrà vivere in una piccolo villaggio del Giappone sperduto nel nulla con 7 vecchiette noiose perché quello è il suo destino. Quello è il suo tempo e il suo spazio. Porterà lassù la sua consapevolezza, il suo coraggio e il suo fedele amico airone. L’airone è un personaggio fenomenale come pochi se ne vedono nel mondo del cinema: malvagio e meschino, sensibile e umano, tragico e ironico. In lui convive l’animale e l’uomo. In lui convive la ragione morale (umana) e il cinismo naturale (animale). In lui c’è l’istinto e la ragione, l’irrazionale e il razionale. La sua non è una maschera, ma rappresenta ciò che è l’uomo, ciò che siamo noi tutti. È l’essere questo ma il voler essere anche altro, l’essere creature terrestri brutte e maldestre e il voler essere creature maestose capaci di volare alte nel cielo. Paradiso e Inferno: così vicini e così distanti. Miyazaki così vicino e così distante da Dante: “ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle.”

    • @FedericoMaggiore
      @FedericoMaggiore 8 місяців тому +2

      Splendida lettura, profonda. Credo di essere d'accordo in tutto. Dico "credo" perché voglio fare decantare quello che ho visto, ma hai detto tutto giusto. Miyazaki vuole spingerci in ultimo ad amare la vita e a meravigliarci per ogni cosa, come Dante stesso ha desiderato.

    • @manueladeldrago9288
      @manueladeldrago9288 8 місяців тому +2

      quanta cultura e sensibilità in un unico commento, complimenti! Grazie per aver condiviso il tuo pensiero ❤
      mi hai fatto tornare in mente queste parole di Miyazaki, le lessi tempo fa e ne rimasi commossa:
      “Mi piace l'espressione 'possibilità perdute'. Nascere significa essere costretti a scegliere un'epoca, un luogo e una vita. Esistere qui, ora, significa perdere la possibilità di essere innumerevoli altri sé potenziali. Ad esempio, avrei potuto essere il capitano di una nave pirata, navigando con un'adorabile principessa al mio fianco. Significa rinunciare a questo universo, rinunciare ad altri sé potenziali. Ci sono sé che sono possibilità perdute, e sé che avrebbero potuto essere, e questo non è limitato solo a noi ma alle persone intorno a noi e persino allo stesso Giappone.
      Eppure, una volta nato, non si torna indietro. E penso che sia esattamente per questo che i mondi fantastici dei cartoni animati film rappresentano così fortemente le nostre speranze e i nostri desideri. Illustrano un mondo di possibilità perdute per noi.”

    • @JacopoBonzanini
      @JacopoBonzanini 8 місяців тому +1

      @@manueladeldrago9288 molto bello anche il tuo commento Manuela. Sono perfettamente d’accordo con te: l’artista è colui che non accetta il semplice dato di fatto tale per cui io sono io, ma egli vuole andare oltre al principio d’identità; egli vuole essere altro e per essere altro crea mondi nuovi.

    • @manueladeldrago9288
      @manueladeldrago9288 8 місяців тому

      @@JacopoBonzanini grazie mille ☺️

  • @Sofia-q7m9s
    @Sofia-q7m9s 8 місяців тому +1

    no maki maki, si chiamano wara wara

  • @giacomomariagironi6795
    @giacomomariagironi6795 Місяць тому

    Wara Wara… e credo si tratti di liquido seminale. E infatti credo che la parte metafisica legata al “mondo di sotto” sia di fatto il percorso di accettazione di una “seconda madre” da parte di Mahito. 😊

  • @niko751000
    @niko751000 8 місяців тому

    La vostra è una bella interpretazione, va aggiunto che il film rappresenta la vita stessa del regista, la seconda moglie del padre, la.torre rappresenta lo studio Ghibli, la.morte degli operai rappresenta la morte di Kondo e di Talahata, la tomba è quella di Miyazaki stesso, etc etc