Anche il pennello non produce arte, è l'uomo che attraverso di esso produce arte, che poi è un concetto estremamente soggettivo appunto perché è chi viene posto davanti ad un opera a decidere in cuor suo se questa sia arte o una cafonata, valutandola in base alle sue esperienze di vita passate. A me pare che in tanti stiano personificando troppo l'IA, è unicamente uno strumento, come un pennello, si muove solo per volontà umana per perseguire scopi umani, che siano produrre arte o imbiancare muri.
Attenzione, il pennello ha bisogno di un professionista! Se do un pennello a mio cugino di cinque anni, o ad un'artista professionista che per anni ha studiato e disegnato... È ovvio che quel pennello avrà il suo miglior utilizzo con il secondo. Per l'IA invece, non importa se io sono un'artista o un bambino di cinque anni, il risultato non dipende dalla mia "professionalità". Quindi, sfuma anche il concetto di artista IA. Casomai è l'opera stessa ad essere rielaborazione artistica, ma chi scrive il prompt no, è solo un semplice cliente. Altrimenti fra qualche anno gli editori o produttori possono decidere con un prompt di scrivere o creare film e dire comunque di essere "artisti", anche quando non hanno mai studiato nulla dei campi specifici in cui lavorano.
A mio avviso la tua prospettiva di creatività, si ferma all'intrattenimento perché fai parte di questo mondo. Anche solo l',I.A. è un esempio di creatività umana, una cosa che in passato era fantascienza, ora è diventato (quasi) una realtà
In risposta a tanti commenti che ho letto. "Keep in mind that neuroscience only reveals _correlations_ ." (...) The problem with consciousness is (...) deeper. Molecular motions may _simulate_ "thoughts", "feelings", or "intentions". But how can any such simulation _be_ genuine thoughts, feelings, or intentions? Correlation doesn't answer that. Correlation only labels the mystery. Once you see this mystery clearly, you can appreciate why some philosophers have denied the existence of minds altogether. I met a philosopher who told me frankly that he didn't think _he_ existed". Eccetera. Joshua Rasmussen, Ph.D The Bridge of Reason (Ten steps...) 2018 Consigliatissimo
Gli spunti offerti contro la zombificazione estiva sono, come al solito, molto interessanti. Al fine di creare un confronto costruttivo vorrei evidenziare quelle che per me sono due criticità all’interno delle argomentazioni a supporto della tua tesi. Connettersi con il messaggio dell’artista (o il presunto tale) può sicuramente amplificare le emozioni e le riflessioni nell’atto della fruizione di una qualsivoglia opera d’arte (libro, quadro, spettacolo, film ecc). L’arte, tuttavia, può essere viatico di emozioni e sentimenti a prescindere dal captare il significato dato dall’artista ed in questo senso anche un’I.A. generativa totalmente autonoma (quindi che non ha bisogno di pormpt) potrebbe produrre arte. Ancora, per quanto riguarda l’utilizzo di un’I.A. generativa da parte di un essere umano per mezzo prompt c’è da chiedersi, analizzando la prospettiva che hai offerto, perché il processo di pensiero che porta all’inserimento prompt e al lavorare sui primi risultati grezzi per mezzo feedback e successivi prompt abbia meno valore e sia meno “creativo” e “artistico” rispetto allo spennellare colori su una tela, non potrebbe essere solo un mezzo diverso e l’abilità tecnica spostarsi dal maneggiare un pennello al gestire un prompt?
A supporto di quanto dici, due cose: l'arte è negli occhi di chi osserva. Nell'osservare una tela, io ricerco un senso che non è detto sia lo stesso voluto dall'artista, per cui l'opera è la manifestazione di una necessità interiore. In secondo luogo, come dici tu, la produzione di prompt si sta rivelando una vera e propria attività creativa, dove l'IA diventa un esecutore interprete che io cerco di condurre sulla strada del mio sentire. Aggiungo, che l'IA offre, a chi è privo di abilità artistiche, la possibilità di manifestare le proprie necessità interiori, di concretizzare contenuti che altrimenti rimarrebbero celati. È forse presto per esternare giudizi e sentenze, siamo letteralmente all'aurora - manco l'alba - di un nuovo modo di esprimersi e affrontare il mondo, e la condizione umana ne sarà immancabilmente influenzata. L'arte e la creatività non sono sminuite, semplicemente assisteremo all'emergere di un nuovo linguaggio, e dunque di nuovi sensi e interpretazioni del mondo (basti pensare a come la fotografia abbia influenzato la pittura).
Sono completamente d'accordo e completamente in disaccordo. Le IA possono/potranno simulare un vissuto (più vissuti) che andrà a rispecchiarsi nelle loro opere. Mi ha po' stufato la retorica dell' "arte rimarrà sempre dell'uomo", tutti questi confini sono molto più fumosi come lo è anche il concetto di arte.
Leggendo Lector in fabula di Eco mi verrebbe da dire esattamente il contrario. La possibilità di un segno (o un insieme di segni, in un quadro o simili) di essere visto come tale, e quindi di rimandare a uno o più significati, non può che essere data da chi si trova ad interpretarlo, senza sapere niente su chi l'ha (o non l'ha) generato. Mi verrebbe da dire che se l'opera di un'AI, che è per sua definizione la rimasticazione più probabile di ciò che ha visto nel training set dato un certo input (e ciò che è più probabile spesso contiene poca informazione, se la vediamo da un punto di vista di teoria dell'informazione), incute così tanto timore per chi sostiene di produrre arte, beh, mi farei qualche domanda. E ci sarebbe comunque da indagare sulla questione dell'input, visto che non faccio fatica a immaginare un futuro in cui esperti di prompt riescono a creare cose molto complicate e dense di significati, a scapito magari della pennellata, che però non ha valore in sé.
Beh, come viene detto nel video l arte nasce sicuramente dall'esperienza personale di chi la crea, cioè l'artista,un opera come un dipinto o una canzone è senza dubbio espressione di ciò che quella persona ha vissuto.Però, a mio parere, man mano che l'opera viene fruita da altri, diventa qualcos'altro,voglio dire ognuno la vede con la propria visione del mondo, i suoi ricordi e le sue emozioni,quindi chi la guarda o ascolta ci legge dentro qualcosa di suo, magari non esattamente ciò che voleva esprimere l'artista In questo senso quindi anche un opera generata da un intelligenza artificiale , che quindi non ha nessun senso intrinseco, potrebbe comunque stimolare associazioni, emozioni e pensieri in chi la guarda o ascolta,quindi non so ,io ho ancora molti dubbi su come si possa definire cio che viene prodotto con l intelligenza artificiale , sicuramente é una riflessione super interessante !
Perdonami ma come puoi dire che la creatività è uno slancio in avanti (dato dalle esperienze personali e quindi soggettive) dicendo che, ad esempio, downtown Abby è un opera creativa (perché tu ti sei rivisto al suo interno) mentre il marvel cinema è mero intrattenimento (sottinteso quindi che NESSUNO si possa o si sia mai visto al suo interno). Definendo poi in maniera così soggettiva la definizione di creatività (ponendo quindi il nostro vissuto come metro di giudizio se un opera è creativa o meno), si potrebbe dire che anche tutte le opere create dalle AI sono creative; basta non sapere che sono fatte da una macchina ma immaginare che la persona che l'ha fatta aveva proprio le stesse nostre emozioni attuali.
Pienamente d'accordo, ecco perché mi piacciono i racconti di storie vere. Ultimamente ho guardato un documentario : Il sale della terra. È il lavoro di una vita di Sebastião Salgado.... tanta roba. Non discrimino l' IA ma....
Attraverso la creatività umana, io posso rielaborare il mio IO. Pensiamo agli eventi felici o agli eventi brutti nella nostra vita o anche agli eventi di più larga scala, all'inizio non abbiamo gli strumenti, siamo ancora immaturi gudicandoli superfialmente, ma poi, avendone fatto esperienza diretta, ecco che attraverso la nostra creatività noi reinterpretiamo il nostro IO e lo spazio intorno a noi sotto un ottica diversa.
Ciao Rick, secondo me si sta facendo confusione, forse perché non siamo d'accordo sulle definizioni: per me creatività ed arte sono cose che si intersecano ma distinte. in particolare: Creatività: la capacita di collegare dei concetti in maniera insolita che spesso porta a soluzioni innovative. Se penso alla creatività io penso soprattutto agli inventori, ai brevetti, alla matematica e all'ingegneria. Un creativo è una persona che ha sviluppato un metodo diverso da quello degli altri e ciò gli permette di trovare soluzioni nuove. Arte: per me è molto più difficile da definire, ma ho due definizioni, una molto paraculo: "arte è ciò che qualcuno percepisce come tale" che rubo a Berio ("musica è ciò che si sente con l'intenzione di ascoltare musica") e l'altra un più pratica:"qualcosa è arte se il suo fine è prevalentemente estetico". Da sottolineare che entrambe le definizioni sono soggettive, per me una sedia di design può essere arte (è più bella che funzionale) per mia nonna può essere uno strumento (è più funzionale che bella). L'arte è quindi un modo di percepire più che un modo di creare. A valle di questo il discorso perde un po' di senso. Per quanto riguarda la creatività le intelligenze artificiali con cui giochiamo oggi sono fatte per prevedere la parola più probabile, o il pixel o la nota è dunque il contrario di creativo, che come definito prevede soluzioni nuove e insolite. Il creativo in questo caso è chi scrive il prompt decidendo le linee guida più improbabili che verranno collegate dal motore nella maniera più probabile. È sicuramente vero che in tal senso questi motori semplificano il lavoro e permettono a chi non padroneggia la tecnica in questione che sia disegno, scrittura, composizione di cimentarsi e di dare sfogo alla propria creatività, che è molto interessante e io direi anche di grande valore, abbassare l'asta delle capacità tecniche necessarie è una cosa che la tecnica ha sempre fatto e mi sembra ottima. Per quanto riguarda l'arte la chiave è l'intenzione, soprattutto quella dello spettatore, e la capacità di esperire esteticamente, che io sappia, ancora alle macchine manca quindi c'è poco da discutere. Vorrei comunque dire che comunque arte e creatività, da queste definizioni, non sono precluse alle macchine e non sono prettamente umane. bisogna un po' capire forse cosa vuol dire fini estetici ma i fiori si sono evoluti cosi per piacere alla vista degli insetti, allo stesso modo i canti degli uccelli o delle cicale. Ci sono un sacco di cose che per me sono arte che non sono generate da niente di cosciente. E abbiamo già esempi di arte generata dall'AI. Per me lo sono le partite a scacchi ad esempio in cui tutta la creatività(da definizione che ho dato prima) è liberata in una maniera che è assolutamente inaccessibile all'uomo e il risultato è un'esperienza estetica maestosa per noi spettatori umani. Come avrai capito mi sembra che la questione vada affrontata in maniera molto razionale e molto poco umana, approccio che non penso sia comune ma è quello che preferisco. Se ti avanza un minutino fammi sapere cosa ne pensi. grazie per ciò che fai, ciaociao
Un cliente che chiede all'artista un'opera, è creativo? Perché chi usa l'IA equivale ad un cliente che chiede ad un'artista, il prompt è la commissione.
@@svirn807 dipende dalla richiesta. Se essa è il risultato di un processo creativo si. Possono esserci committenti creativi e artisti non creativi. E questo è chiaramente il caso della genAI.
A me viene in mente anche un'altra cosa. Per quanto l'IA possa creare delle belle immagini essa non riesce veramente a sviluppare uno stile personale, unico per ogni artista ma ha dei pacchetti preimpostati; l'artista è sempre in continua evoluzione e, in maniera conscia o meno, cambia in continuazione (mi viene in mente Tiziano che esemplifica bene questa cosa, dove la verso la fine della sua vita arriva ad avere uno stile che potremmo accostare molto a quello impressionista oppure Goya che ha visto uno stravolgimento dello stile). Anche da considerare che un artista studia il proprio soggetto e riflette a fondo sulla forma e sulla composizione (a me viene in mente Kandisky). Altra cosa, a parer mio fondamentale, è proprio la relazione che l'artista ha con il mondo e come trasforma quest'ultimo in un'opera di estetica (che sia musica, poesia, fumetto, cinema, pittura, etc etc). Il discorso sarebbe molto più ampio su questi punti che ho detto quindi ho voluto esprimere solo i punti chiave, sperando che io sia stato chiaro e sintetico.
Non c'è superamento se non c'è coscienza. Van Gogh ha rinnovato l'arte perché ha pensato in maniera diversa rispetto al resto e tirato fuori uno stile che non esisteva. Questo l'IA non può farlo, è più limitata.
Questo non è proprio vero. L'IA si può allenare con degli stili specifici, uniformati, e un duo di tecnico di IA e artista possono demolire a quantità di produzioni di livello la stragrande maggioranza degli artisti in solitaria. Si può ricreare lo stile di qualcuno sull'ia (cosa che andrebbe fatta e che personalmente faccio solo e unicamente con amici artisti con cui collaboro) e usarlo, mentre l'artista vero supervisiona e ritocca il finale, come già succede con i coloristi. L'arte rimarrà e non morirà, avrà semplicemente un turbo spaziale, e si potrà mantenere uno stile univoco, contro ognuna delle tue aspettative, semplicemente con il sussidio di un tecnico che modella l'ia e crea i pacchetti "stagni" di cui parli (a cui ignorantemente ti rifai visto che naturalmente non hai studiato gli strumenti, cosa di cui non ti condanno e anzi è naturale) permettendo all'ia di andare in linea con lo stile dell'artista collaboratore.
@@greenamigothegamer6289 la prima cosa che mi viene da dire è che questo non fa altro che confermare quello che ho detto: l'IA da sola è insufficiente e si necessita dell'artista che rifinisce il lavoro della macchina e che lavori sempre sul proprio stile che in seguito la macchina emula. Quindi in fin dei conti non è l'IA che autonomamente riesce a creare arte ma necessita sempre dell'artista vero e proprio che utilizza la macchina come un semplice strumento. (Questo quando si parla dello stile)
@@greenamigothegamer6289 mi verrebbe da dire "boh?". Non penso che il futuro dell'arte sia in pericolo. Sicuramente aziende e compagnia bella utilizzeranno molto di più questi mezzi, magari assieme a dei grafici che "dirigono" il tutto. Per l'aspetto sull'arte, al massimo, ci saranno alcuni che "giocheranno" con l'IA ma sicuramente non vedremo la macchina che prende e inizia a scolpire il marmo o a fare affreschi... Però, per la velocità con cui si sviluppano queste tecnologie non saprei dirti... il fenomeno potrebbe addirittura andare a scemare, improbabile ma non si può escludere al 100%, come no. Magari te che, da quel che ho capito, hai a che fare con queste tecnologie saprai fare un'analisi futurologa più attenta grazie alle tue conoscenze...
Un paesaggio della natura concreto reale non è Arte ma è verità. È la sostanza del mondo. Ciò di cui è fatto un mondo. La madre, secondo me, di ogni arte è la recitazione a scopo magari propiziatorio, dello sciamano primitivo e tribale : il teatro come madre di tutte le arti, la voce umana come la madre di ogni strumento musicale. Perché per me l'arte è un "tentativo di mettersi in comunicazione", il tentativo di un rapporto umano. Se io scrivo per me stesso, è il "me stesso di ieri" che tenta di comunicare verso il "me stesso di domani", e se si comprende il tentativo di "espressione" o "espressività", allora per chi lo coglie, è arte. Quindi l'Arte rimane comunicazione, "comunicazione creativa", è un "tentativo di rapportarsi". Se il comunicante è una "macchina", viene meno l'intenzionalità del comunicante, perché il comunicante è un oggetto, non una entità con l'intenzionalità. Non può quindi una AI, creare arte, ma soltanto cose piacevoli. È una entità con una intenzione a mancare. Chiedo perdono per la mia ignoranza...
Grazie, per la tua bellissima riflessione. È il senso dell'arte. Parlare agli altri con il proprio stile raccontandogli il proprio vissuto che , per quanto più o meno a molti accadono le stesse cose, può essere vissuto in migliaia di modi diversi. Inoltre il proprio vissuto sarà sempre diverso da quello di un'altro per via di tutte le sfumature diverse che il mondo ti crea. Es : a molti penso sia capitato di perdere la madre, eppure la Rowling è da questa esperienza che è riuscita a creare harry potter. Oppure Picasso realizzò le sue opere per esternare l'orrore della guerra. Notare poi che spesso l'autore cambia visione o esperienze di vita difatti picasso ha un periodo blu e un periodo rosa. Stessa cosa capita a ogni artista. Semplicemente raccontano il mondo attraverso i loro occhi. Certo ovvio che noi essere umani abbiamo sempre rielaborato e studiato le opere del passato ma è perchè prima di creare devi imparare solo dopo ricreare a tuo modo. Le macchine non possono fare la stessa cosa. Certo possono analizzare i dati meglio di un essere umano. Ma non potranno mai parlare di argomenti innovativi o di esperienze vissute se non in modo estremamente superficiale e piatto. Quando un'artista crea un'opera sceglie ogni singola pennellata. Nulla è caso. Anche solo un segno. Se provate a copiare un grande artista scoprirete che la stessa linea che proverete a copiare non vi verrà mai uguale , non solo perchè non siamo macchine, ma anche perchè quella linea è stata pensata così per un motivo specifico che, a volte, gli altri non possono comprendere. Fare arte non è immagazzinare informazioni da altri artisti, unirle e creare altro. No quello è studiare. Fare arte è innanzitutto conoscere se stessi e parlare di se stessi, poi magari si vede che sei stato influenzato da artisti specifici, ma sarà la tua visione della cosa che avrà un qualcosa in più che gli altri non hanno, una firma conscia o inconscia che ti identifica e ti differenzia da tutti gli altri e che nel tempo si evolve con te. Le Ai mischiano e basta. Fanno semplicemente la parte più meccanica del lavoro. Far fare tutto alle Ai, nel tempo, creerà sempre cose tutte uguali tra loro, senza meraviglia o senza cambiamento o senza riflessione e coscienza del se. Non puoi dire a un Ai " raccontami una storia di amicizia tra un pollo e un maiale" e aspettarti una storia interessante . Sarà un qualcosa di commerciale. E questo creerà un impoverimento culturale non da poco. Se poi aggiungiamo il fatto che già l'arte di per se non viene molto valorizzata ora ( e le opinioni sulle Ai lo confermano) figurati dopo. Quando dici in giro che fai un lavoro artistico ti prendono per un povero o un folle. Annullando poi l'importanza della creatività e del saper immaginare. E a lungo andare questa eliminerà migliaia di posti di lavoro NON creandone di nuovi. Cosa crea ? Gli sviluppatori e gli studiosi. Fine. 2 lavori invece di migliaia. E i pochi che rimarranno a fare arte ( sia tradizionale che in Ai) verranno ancor più sottopagati di adesso con scadenze ancora più strette e migliaia di opere da realizzare il più delle volte tutte uguali e scadenti. Per chi cita la Disney perchè sta udando le Ai vorrei far notare che lo stanno facendo in riferimento ai parchi divertimento, alle pubblicità e all'animazione. Per quest'ultima si intende tutte le cose più meccaniche e ripetitive da fare non nell'ideazione e nell'animazione in se per se. Ed è da anni che utilizzano vari programmi per queste cose quindi non cambia molto. Le Ai possono essere molto utili ma solo se usate in maniera intelligente e moderata. Non una sostituzione della mente umana. E per quelli che paragonano le Ai a PS dicendo che sono meri strumenti non sanno veramente la differenza tra uno strumento e un qualcosa che pensa al posto tuo. Se io uso Ps per disegnare è come prendere in mano una matita. Se sono bravo con la matita lo sarò anche con Ps. O se si parla solo di foto montaggio è sempre l'artista a scegliare dove mettere particolari effetti di luce o sarurare/ desaturare l'immagine e sopratutto quando scatta la foto è lui a scegliere il momento e l'inquadratura adatta. Non è PS a sceglierlo per lui. Le Ai ti creano già un' opera più o meno pronta da modificare e aggiustare e basta. Non è una scelta davvero consapevole anche se credi che lo sia poichè hai scelto la versione migliore che ti ha dato l'ai. Anche una mera fotografia è pensata nei minimi dettagli. Vedi la miriade di tecniche FISICHE vhe esistono per creare certi effetti. Certo con un Ai ti è più facile ricrearle ma se è solo una questione dove l'ai ti rifinisce un poco l'immagine con un filtro o poco altro ok. Anche ps viene usato così. Ma ps se gli dici " creami immagine con tramonto romantico" non te lo fa. Devi essere tu a trovare il momento e il luogo adatto per scattare quello che vuoi trasmettere. Ifine per fare un'esempio più Pop e più " commerciale" prendiamo i volumi della marvel. Sebbene gli artisti che ci lavorano abbiano più o meno lo stesso stile riesci comunque a distinguere a colpo d'occhio se quel volume o ha disegnato Simone di Meo, Checchetto, Pepe Larraz o un'atro artista. Poichè hanno degli stili e dei modi di disegnare molto diversi sebbene i loro maestri siano stati più o meno gli stessi. questo è dovuto alla loro differenza di personalità e di vissuto che li ha portati a prendere scelte stilistiche diverse tra loro rendendo i loro lavori unici e perfettamente riconoscibili rispetto a tutti gli altri artisti. e questo accade anche se cambiano opera e tematiche. un Ai artist invece non riesce a creare un'impronta stilistica propria e nel caso in cui ci riesca avrà molta difficoltà a cambiare tematiche o mood poichè il risultato che gli darà l'Ai non sarà simile alle opere precedente o comunque non avrà la stessa impronta stilistica.
Io non penso che la creatività umana abbia un "extra" rispetto a quella di uno strumento artificiale, penso che sia inevitabilmente la somma e la rielaborazione delle esperienze tanto quanto quella di una IA è la somma e la rielaborazione degli input. Se però devo pensare a qualcosa che una macchina non potrebbe mai avere, allora penso alla volontà, in questo caso la volontà di trasmettere un messaggio/emozione che vada oltre la rappresentazione artistica, diciamo la volontà di dare una direzione all'opera. Va anche detto che è riduttivo restringere l'arte al messaggio/emozione del suo autore (non era Dalì ad ammettere candidamente, nei suoi primi anni da artista, che le sue opere fossero prive di senso?), e personalmente sto diventando un po' allergico a questo bisogno continuo di ricerca di significato. Magari si apriranno porte nuove all'interpretazione artistica, alla fine una montagna innevata non ha significato e non vuole trasmettere messaggi, ma a noi scatena un forte sentimento del sublime. Allora perché l'arte delle IA non potrebbe essere qualcosa di simile, nessun significato intrinseco, è lo spettatore a esserne soggettivamente impressionato. Certo in questo caso il termine "arte" forse diventerebbe improprio…che casino. E che improvvisa e immotivata voglia di birra ghiacciata!
Sotto questo punto di vista gli algoritmi delle IA sarebbero sovrapponibili ai processi neurali elettrici/chimici che stanno nel nostro cervello. No, al massimo ne sono una ridotta semplificazione, quindi anche se una macchina vivesse esperienze riconducibili alla vita umana, non sappiamo se le rielaborerebbe allo stesso modo di un homo sapiens. Considerando anche che nessuna IA fa esperienza della vita umana, ma solo di dati selezionati a svolgere una ben precisa funzione. Al momento abbiamo dei rigurgitatori di dati visivi, sonori o testuali e nulla di più. Non esiste un'IA che si ispira a un quadro per scrivere il testo adatto alla musica di una canzone inedita. Quindi anche solo dal mero sguardo tecnico le IA al momento non sono in grado di fare quello che anche il meno artistico degli esseri umani fa, interpretare la realtà.
@@giacomocasartelli5503 magari hai ragione, ma la tua obiezione mi pare piuttosto debole. Poniamo che tra 1000 anni trovino 100 brani musicali dei nostri giorni, sei così sicuro che sarebbero in grado di distinguere quelli generati da quelli creati? Prima di rispondere, tieni a mente che siamo agli albori delle AI, guarda come erano i videogiochi domestici nell' 80 e guarda cosa sono oggi, poi fai le proporzioni con le AI e immagina come potrebbero essere tra 20/40 anni....
@@bobpuley Il punto è che non si sta parlando di questo. Dal punto di vista tecnico anche adesso le opere fatte da automi non sono distinguibili da quelle fatte da esseri umani, ma l'arte non si limita all'esperienza estetica e alla tecnica realizzativa. Io non mi bevo un'opera solo per la sua estetica, voglio di più, voglio sapere che cosa di umano c'è sotto. Mai mi sono commosso a sentire un brano musicale solamente per la sua realizzazione estetica, ma realizzando chi era l'autore e conoscendo da dove proveniva l'opera ho potuto veramente entrare in sintonia con essa e questo per me l'ha resa arte. Questo non significa che io sapessi cosa l'autore volesse dire, ma io stavo sentendo lui, un essere umano, parlare a me e non stavo sentendo la musica, che è un mero strumento. E così vale per tutte le forme di arte, pure il silenzio.
@@giacomocasartelli5503 ok. capisco e rispetto la tua sensibilità, ma cosa ti fa credere che tu sia la misura del mondo? Io ho un approccio all'arte in particolare la musica opposto al tuo (e credo altrettanto legittimo), provo emozioni di fronte ad un'opera, anche se non so niente dell'autore o dele sue intenzioni. Non ho nessuna pretesa di sostenere che tutti dovrebbero sentire come me, ma trovo la tua lapidaria certezza un po' eccessiva
@@giacomocasartelli5503 provo a spiegarmi peggio: a ragione o torto, per me, due delle caratteristiche essenziali dell'arte sono: immediatezza (deve essere accessibile senza didascalie, come una battuta comica) e universalità (con i dovuti limiti, deve essere accessibile a chiunque). Se per apprezzare un'opera devo conoscere la vita le idee e le speranze dell'autore, comincio ad riconoscerla di meno come arte in senso stretto (un esempio su tutti: "merda d'autore")
quindi la creatività è intesa come nobilitazione simbolica dell’esperienza e del sentire umano, preclusa all’intelligenza artificiale proprio perché quest’ultima non esperisce e non sente? Molto dipende secondo me anche dal tipo di arte di cui una persona fruisce. La musica ad esempio puoi ascoltarla per trovarci un significato profondo nel testo, nella composizione e nell’accostamento di note oppure ascoltarla perché va di moda, perché credi ti rappresenti etc.. Credo che molto spesso la creatività produca un prodotto piuttosto che un’opera d’arte, e questo le macchine lo possono fare benissimo da sole…
Credo che qui si faccia un po' di sovrapposizione tra ciò che è l'arte e cio che è la creatività: l'arte è un fine (nonché quando si arriva a padroneggiare a pieno una data disciplina) mentre la creatività è un mezzo. Credo che se la gente confonde le due cose, o peggio ancora ha sfiducia nell'arte, questo sia a causa di un inaridimento della propria sensibilità, il cui risultato finale è la superficialità con cui si attinge a ciò che ci circonda, riuscendo a dare come output un "bello"/"brutto" estremamente fine a sé stesso.
Vorrei tanto essere smentito, perché mi occupo di pittura, fotografia, musica, scrittura, di arte a 360 gradi. Però guardo da un punto di vista antropologico al fenomeno e mi viene sempre un dubbio. La musica di Bach era pura matematica. Eppure per noi è arte immensa, altissima. Ai tempi il musicista era artigianato, e ancora prima l'ars era intesa in senso medievale come tecnica, non come arte. Quello che oggi stiamo difendendo dalle AI è una visione romantica dell'arte e dell'artista, come strumenti per trasmettere contenuto umano alle generazioni successive. Ma per gran parte della storia l' "arte" non è stato questo (o almeno lo era in parte). La visione odierna è un'anomalia non la norma, come la pace che l'Europa ha vissuto fino ad ora. Che poi considerare l'arte solo in senso moderno è limitativo, perché nel corso della storia le arti sono stati fenomeni mutevoli e incostanti. Alcune arti di oggi non lo erano in passato e viceversa. In generale l'arte assolve a una funzione, che è in continuo mutamento. La funzione romantica e post-romantica (e volendo moderna) era ed è quella di trasmettere il contenuto umano? Quella di Bach era di creare un'opera matematica e perfetta? Le pitture rupestri avevano lo scopo magico di garantire una buona caccia? L'arte delle prime società cristiane serviva a sentire Dio vicino a loro e illustrare a chi non sapesse leggere i fatti della Bibbia? La funzione delle AI è quella di realizzare in poco e per tutti un'opera utile per un qualche scopo? Non vedo differenza. Soprattutto perché superficialmente (e talvolta questo basta) il quadro di un pittore e di una AI sono indistinguibili, e ci può emozionare o meno indipendentemente da tutto. Cambia solo la visione dell'arte che, in quanto tale, è momentanea e data da un'epoca precisa. Tra 10 anni soltanto, con nuove generazioni che nasceranno immersi in una società ricca di AI molto più avanzate di quelle attuali, il problema non si porrà più. Le cose cambiano, è inevitabile. Al massimo è da vedere che ruolo avranno l'artista o l'arte "tradizionale" , ma potrebbero benissimo fare la fine di molte religioni scomparse o credenze o modi di vedere vetusti. E ripeto, lo dico provando a vedere la cosa da fuori, da alieno che studia l'umanità, ma personalmente mi dispiace perché vivo di questo.
Interessante spunto ma secondo me va approfondito il concetto di vissuto condiviso attraverso un'espressione, artistica o frutto della creatività. Il solo ritrovarsi nel vissuto di un altro risulta molto simile all'empatia, e credo che le IA arriveranno non troppo lontano nel futuro a codificare anche le emozioni. La differenza sta altrove secondo me: paragonare l'espressione creativa all'intrattenimento è come paragonare la cultura con il mero sapere: riguardo a quest'ultima contrapposizione è necessario sottolineare che la cultura non è frutto solo di un trasferimento di sapere e nemmeno di reti di sapere ma è qualcosa che collega le persone in quanto tali, che riflette il percorso di conoscenza che la mente umana ha fatto fino ad ora. E questo comprende anche il sapere. Che ne pensi?
Guarda la prova di ciò che dici, ovvero che nell'arte fatta dall'uomo si intuisce un vissuto e in quella dell'AI no, la poi facilmente mettere alla prova. Ti propongo un esperimento. Fatti sottoporre 10 opere e cerca di capire quali sono state fatte dall'uomo, frutto della sua esperienza e quali no. Se non dovessi riuscirci scoprirai che siamo noi osservatori a metterci del nostro, in qualsiasi opera. Così come stupisce che un falso emozioni gli astanti come se fosse vero se chi lo guarda non lo sa.
Ciao Rick, ho appena finito di vedere il tuo video e, pur rispettando la tua opinione, vorrei condividere alcune riflessioni basate su diversi fondamenti. 1. **Svilimento della Creatività a causa della Tecnologia** (minuto 6 circa): La storia dell'arte ci ha mostrato che ogni volta che viene introdotto un nuovo strumento o medium, si apre una miriade di possibilità per gli artisti. Prendiamo in considerazione la transizione tra la pittura al fresco e la pittura a olio. Quando la pittura a olio ha cominciato a guadagnare popolarità nel Rinascimento, ha offerto agli artisti una gamma di nuove tecniche grazie alla sua versatilità: tempo di asciugatura più lungo, capacità di sovrapporre e mescolare i colori in modi innovativi, e una gamma cromatica più ampia. Quando è stato inventato il tubetto di colore, ha dato agli artisti la libertà di dipingere all'aperto per lunghi periodi di tempo, portando all'Impressionismo. Queste transizioni non hanno affievolito la creatività; al contrario, hanno ampliato le possibilità espressive. Analogamente, l'intelligenza artificiale e la tecnologia non restringono il campo creativo, ma aprono nuovi orizzonti. La tecnologia permette di esplorare nuove forme, nuove texture e nuovi modi di interagire con il pubblico. Lontano dal ridurre la creatività, amplifica la gamma di ciò che è possibile. 2. **Arte vs Intrattenimento**: L'arte ha avuto molte definizioni nel corso dei secoli, ma una costante è che essa riflette e commenta la condizione umana. L'intrattenimento, d'altra parte, offre distrazione e piacere. Ma questi due non sono mutualmente escludentesi. Molte opere d'arte sono intrattenenti e viceversa. L’IA, in quanto strumento, non pregiudica la capacità di un'opera di essere sia arte che intrattenimento. Dobbiamo ricordare che la distinzione tra ció che consideriamo “alto” e “basso” nella cultura e nell’arte è spesso personalistica ed arbitraria. 3. **Artisti Digitali**: È sotto gli occhi di tutti l’esistenza di una quantità enorme di artisti digitali, ossia artisti che utilizzano strumenti come Photoshop o IA per esprimere le loro visioni, proprio come un pittore usa pennelli e colori. (Io ho recentemente creato una galleria d’arte virtuale che ospita opere totalmente “digitali”, per cui è un punto che personalmente trovo molto interessante) Classificare il loro lavoro come "meno artistico" è simile a minimizzare la pittura ad olio perché una volta era considerata una nuova tecnologia rispetto all'affresco. La qualità o il valore dell'arte non dovrebbe essere determinato dal medium, ma dalla visione, dalla passione e dalla capacità dell'artista di comunicare con il suo pubblico. La mia intenzione con questo commento è di stimolare una riflessione più profonda sul ruolo e il valore della tecnologia nell'arte, non di creare polemica. /commento scritto con l’ausilio di GPT-4/
Il problema non sono quelle centinaia di persone che usano l'IA effettivamente come strumento per fare arte ma quelle centinaia di migliaia che non fanno altro che generare dal mattino fino alla sera vero e proprio inquinamento visivo privo di significato. Inquinamento che non mi permette più di godere di piattaforme artistiche come pinterest che ora sono stracolme di questi peti digitali. In una parola sola saturazione.
Secondo me nel video si intende dire, non tanto che la tecnologia non possa essere un nuovo mezzo per dare sfogo alla creatività, ma piuttosto che un umano, a differenza di una macchina, possa creare qualcosa di davvero nuovo, di mai visto prima anche grazie al supporto della tecnologia. In fin dei conti la pittura ad olio o un tubetto di colore non sono altro che avanzamenti tecnologici e manifestazioni della creatività umana...no? Ci ho provato...☺️
1)Lo stesso atto di scegliere una creazione dell'IA e di attribuirgli un significato umano, quello potrebbe essere considerato arte, sotto determinate condizioni. Ma è completamente diverso dal dire che un giorno l'arte potrebbe essere interamente generata da macchine. 2)L'arte però non è solo intrattenimento, non è pura tecnica artistica. Ci deve essere dietro un messaggio trasmesso da un vissuto umano, anche nelle forme tecnicamente/concettualmente più "basse". 3)concordo.
@@untizio7125 Ciao, quello della iperproduzione (inquinamento) è un possibile problema anche secondo me, ma capisco di meno perché tu dica "prive di significato". Cioè, di sicuro una parte delle opere generate non rimanda a nulla di tangibile, ma questo succede anche con l'arte umana. Cosa intendi esattamente?
@@giacomocasartelli5503 se hai tempo, ti va di spiegare perché secondo te: "Ci deve essere dietro un messaggio trasmesso da un vissuto umano, anche nelle forme tecnicamente/concettualmente più "basse"? Per me non è affatto una condizione necessaria. Infatti considero arte anche i giardini floreali addobbati da alcuni uccelli per attirare una possibile compagna, e dubito che ci sia un vissuto umano dietro
Nessuno immaginava di dipingere con un mouse su Photoshop 60 anni fa quando fu introdotto il personal computer. Magari fra 30 anni verrà insegnata informatica nelle scuole d'arte per fare in modo che gli artisti creino le proprie intelligenze artificiali con cui creare i propri soggetti. Philippe Daverio, nella prima lezione del suo corso Rudimenti di etica per il design, parla della mutazione dell'estetica in relaziona alla mutazione delle tecnologie. Sostanzialmente egli dice che ad ogni implementazione tecnologica importante segue una crisi estetica totale. Tra i vari esempi, il primo che porta è la bibbia di Gutenberg e la contemporanea bibbia di Borso D'Este: la prima è rozza e brutta se paragonata a qualsiasi bibbia scritta e decorata a mano; la seconda invece (a detta di Daverio) è il capolavoro architettonico di un libro. Eppure, a chiederlo in giro, tutti noi sappiamo chi è Gutenberg e la sua bibbia, mentre pochi possono dire lo stesso di Borso D'Este. Ora siamo proprio in quella fase di imbruttura estetica successiva all'innovazione ed è inutile opporsi al progresso tecnologico. Ci spaventiamo solo perché accade troppo in fretta. Ma questa imbruttura la viviamo ogni giorno guardando il nostro smartphone dall'introduzione del primo i-phone. O solo io ricordo come erano variegati ed esteticamente belli i telefoni nei primi 2000? Comunque, consiglio la visione del corso di 9 lezioni universitarie di Daverio per approfondire la questione.
Interessante punto di vista. E facendo un salto con l'immaginazione di 30 anni, questo strumento sarà magari così potente da creare da solo una intera serie TV. Dialoghi, immagini, scenografia, tutto. Però: dietro ci sarà sempre una persona, almeno una, che dica allo strumento "fammi una serie di 12 episodi brevi sull'amore adolescenziale in cui la protagonista" ecc... La macchina non produce, da sola, niente, se non richiesto. Qualora dovessimo arrivare alla produzione "spontanea" di contenuti da parte di una macchina, il discorso per me cambia. Saremmo di fronte all'espressione di una cultura aliena. Un essere senziente a cui dovremmo capire se riconosceremmo dignità gnoseologica.
@@giovatbm la serie di cui parli esiste già. È uno streaming costante di un anime generato da una IA e va avanti da mesi. Ad oggi quando si parla di IA ci si riferisce alla scopiazzatura delle opere già presenti in rete. Ma questo è ciò che l'uomo fa da sempre. L'innovazione e l'estro non nascono da soli. Persino Newton a suo tempo ammise di stare sulle spalle dei giganti.
"Nasce l’uomo a fatica, Ed è rischio di morte il nascimento. Prova pena e tormento Per prima cosa; e in sul principio stesso La madre e il genitore Il prende a consolar dell’esser nato." Questo estratto è contenuto in una delle poesie che più mi hanno toccato. Anche io ho sentito questa connessione fra la mia interiorità e quella del poeta, per cui non mi è estranea l'arte intesa nel senso che lo intende Rick. Tuttavia, questo sentimento che il poeta sembra veicolare è qualcosa di assai comune. Tutti, chi più chi meno, ci siamo ritrovati nella vita a pensare cose simili, ma pochi hanno saputo veicolare questo messaggio in modo così efficace. Questo è il compito dei poeti. Il punto è che la tecnica la si impara. Lo stesso poeta a cui appartengono i versi che ho riportato accennò alle "sudate carte", al lavoro incessante a cui si deve sottoporre chi svolge degli impieghi creativi. Il possedimento dell'aspetto formale dell'arte è, credo, l'unico strumento che rende i testi di Leopardi così affascinanti, rispetto a un qualsiasi adolescente più o meno problematico e più o meno mediocre, il quale decidesse di scribacchiare qualche pensiero simile. L'emozione può essere la stessa, ma il poeta possiede quegli strumenti per veicolarla meglio rispetto a me o a te che stai leggendo. Leggere tanto, scrivere tanto, imparare efficacemente le varie figure retoriche, ecc sono tutte attività essenziali per saper scrivere bene. Così, ciò che decide se una opera è d'arte o di intrattenimento riguarda la forma e non il contenuto. Quando leggiamo un pensiero, esso può essere scritto tanto bene da farci esclamare: "quanto è profondo!" e invece è un sentimento comune, un concetto a cui già avevamo pensato, solo che è ben scritto.
L'arte generata tramite processo creativo non è responsabile del fruitore che la vede solo come intrattenimento. Esattamente come non si può sradicare dalla Generative AI il seme creativo solamente in virtù del fatto che noi umani usiamo la AI per intrattenerci. Mi riferisco al tuo concetto di creatività qui, che, per riassumere, è definita come il processo di tradurre le proprie esperienze di vita in una rappresentazione che servirà come impulso per i fruitori. Quindi la creatività come un processo collettivo che è più della somma del creatore e del fruitore. Ora, non c'è nulla nella AI che vieti tutto ciò. Una AI può essere addestrata su una conoscenza unica, magari trainata solo per conoscere una parte del mondo, una nicchia intellettuale (ad esempio sui testi di alcuni filosofi e non altri), e quella AI genererà immagini diverse rispetto a quelle che genererebbe una AI addestrata su tutt'altra nicchia intellettuale. Questo perché il punto fondamentale, ovvero la grande scoperta della AI moderna, è che le macchine diventano più efficienti quando imparano a mappare tutto su uno spazio semantico comune. Per cui le informazioni liunguistiche possono servire come base per creare rappresentazioni visive o audio-visive. Le AI possono imparare da altre AI, e sussumure le rappresentazioni fornite da queste secondo il loro paradigma, che dipende da una base di conoscenza diversa. Come fa questa a non essere creatività? Non è che forse hai una visione un po' antropocentrica del mondo e dei fenomeni complessi, di cui la creatività è solo un misero esempio?
Ho come il vago sospetto che qualcuno (tanti) oggi prendano per realtà dei modi di dire. Ad esempio noi, per lamentarci di qualche malfunzionamento, possiamo dire "il mio pc funziona quando vuole lui" oppure "questo programma funziona quando vuole lui". Però... Non è vero che il pc "vuole" 😁 . Per quanto riguarda l'arte, gli esseri umani si dedicano ad attività artistiche (o creative che dir si voglia) quando _hanno voglia_ e _quando vogliono_ . Invece, il pc, soprattutto se è spento ( 🤣 ) non è che ad un certo punto si accende "perché ha voglia di fare arte". A dir la verità... Neanche se è acceso gli piglia _la voglia_ di fare arte se noi non glielo "ordiniamo" . E per dirla tutta... Non si tratta mai di "voglia". AI AI AI AI AI AI AI 😄 Ritornando seria: mi pare una grande differenza
È un ottimo punto, spesso trascurato in queste discussioni figlie della paura, condivisibile, del non sapere dove stiamo andando con queste tecnologie. Ad oggi però, per quel che mi risulta, le "intelligenze" artificiali non sono senzienti, sono strumenti, seppur potentissimi. L'input iniziale, ad oggi, è sempre umano. È un punto che secondo me fa molta differenza. Sarà estremamente affascinante vedere, se mai accadrà, cosa, e come, in futuro, una macchina senziente (cogito, ergo sum?) avrà necessità di esprimere.
@@giovatbm Quella necessità sarebbe una necessità relazionale... Quindi, boh? Perché una macchina dovrebbe o potrebbe svilupparla (al di là di "esigenze" puramente funzionali) ? Ma stiamo sul più facile: l'autocoscienza. Il sapere di pensare. Il pensare il pensiero. Il "vedere" il proprio pensiero (che non è esattamente l'attività del pensare). Per questa cosa qua... Ci vuole... La vita. Cioè bisogna essere vivi e autocoscienti nel senso umano. Non sono informata sulle galline, sui pesci e sulle scimmie, ma... Credo che "in nuce" non ne dispongano nemmeno loro, perlomeno ai livelli "qualitativi" di un essere umano. (C'era stato in passato qualche esperimento, controverso, sulla possibilità di insegnare alle scimmie che un giorno sarebbero morte... Quindi consapevolezza di morire. E qualcuno dice che l'hanno capito. Ma anche in quel caso NON si tratta di essere consapevoli di "pensare il pensiero" che è piena autocoscienza di essere vivi e pensanti in senso umano...). Non so se mi spiego bene. In ogni caso: ammettendo che un giorno noi umani riusciamo a creare tecnologie potentissime (magari pure in grado di "evolversi" da sole) ... Sarebbero state comunque create da noi. E allora, in qualche modo, questa ipotetica possibilità... Non rimanderebbe pure al fatto che anche per noi umani *deve* esserci stato un Creatore ? - qualunque sia il modo di intenderlo (sul quale non mi addentro perché non è l'argomento in questione). ... 🤔 ... ...
Sono molto d’accordo. È da tempo che valuto romanzi e film che consumo in base a quanto essi hanno saputo allargare la mia coscienza del mosaico umano piuttosto che all’intrattenimento che mi hanno fornito o alla maestria tecnica con la quale l’hanno fatto. Per ogni wannabe artista o intellettuale, l’intelligenza artificiale rimarrà sempre un giochino o un mero strumento, indipendentemente da quanto essa diventi potente. La domanda che mi faccio è, basterà questo? In un mondo in cui l’intrattenimento provveduto dall’IA è al pari di quello di un professionista umano, i consumatori continueranno ad avvertire e a ricercare attivamente il valore dell’esperienza umana dietro alle parole dei personaggi?
Secondo me l'arte delle AI rappresenta anche il tentativo di superare i limiti tecnici dell'artista umano, per cercare sempre la perfezione estetica. Tutte le immagini generate che ho visto mi hanno dato questa impressione, sono sempre armoniche e patinate, come a creare una dimensione ideale (al netto degli errori che i programmi ancora commettono ma che saranno risolti proprio per raggiungere quella perfezione di cui dicevo). Un elemento da tenere in considerazione è proprio questa svalutazione dell'imperfezione, che però non si può scendere da noi, sia a livello puramente tecnico che di contenuto. Come dici tu giustamente l'arte rappresenta la nostra interiorità, ebbene questa è fatta anche da elementi disturbanti e che preferiremmo non vedere, ma proprio per questo ne abbiamo bisogno. La violenza, il tradimento, le ingiustizie e tutte le altre azioni umane riprovevoli necessitano di essere rappresentate in funzione catartica, ma per farlo talvolta è anche necessario "sporcare" l'arte. Gli esempi che mi vengono in mente sono il black metal o i film thriller/horror che non godono di particolare qualità tecnica. Entrambe queste rappresentazioni hanno la loro forza artistica proprio nel fatto di essere mal prodotte, disarmoniche, rivoltanti in un certo senso. Riescono perfettamente a trasmettere quel disgusto che fa parte di noi anche grazie alla loro imperfezione, cosa in cui le AI non riusciranno mai
@@OfficialRikyeah la considetta anima é importante nella comunicazione, per anima non s'intende qualcosa di mistico ma la banale ricerca dell'altro, rappresenta il bisogno intrinseco che abbiamo di farci capire dal prossimo, l'arte, almeno per me, é condensare quelle emozioni altrimenti incomunicabili dalla semplice parola in medium diversi. L'anima é la volontà di comunicare cosa che l''AI non possiede.
In realtà sempre nuovi traguardi raggiunti dall'AI tendono a sfatare queste idee, che hai espresso e che noi crediamo di avere, sulla nostra creatività, nello stesso modo come la scienza in passato ha eroso sempre di più le credenze religiose.
Cos'ha che non va Downtown Abbey? E' una delle colonne portanti della televisione inglese. A proposito, ertamente Bard sarà un nome che fa riferimento a Shakespeare, ma tu lo sapevi che Adam Bard è il nome dell'inventore della televisione?
L uomo per creare rielabora sempre un vissuto. Se gettiamo dentro un computer tutti i nostri vissuti l'AI puo creare tanto quanto creiamo noi e anche di piu visto che noi abbiamo solo il nostro punto di vista. Quello che per ora manca all' AI credo sia la VOLONTÀ. senza un prompt (che e la vera fase creativa odierna) non puo generare di testa sua. Ha per forza bisogno del nostro input (per ora)
A me sembra che l'AI manchi anche di _unicità_ . Uguali pc con uguali presupposti tecnici e di impostazioni, con gli stessi input daranno lo stesso risultato. Mentre fare un discorso del genere per un essere umano è ridicolo. Cioè, ipoteticamente, due esseri umani clonati identici non daranno mai una "produzione" identica.
Mi trovo d'accordo, non che l'arte prodotta dall' uomo non possa essere puramente stilistica come quella prodotta da un' IA, però quella che invece racconta qualcosa di intimo e personale di un uomo ha un valore diverso da quella prodotta da un'IA, non perché non si somiglino o perché non sono indistinguibili magari ma sapere che un'opera è stata prodotta da una persona che in qualche modo condivide con noi l'esperienza di "essere vivi e senzienti" per me ha un valore diverso. Paragonerò in pieno l'arte delle IA a quelle delle "IU" quando anche queste diventeranno "vive e senzienti" a quel punto secondo me si potrà dire che effettivamente rimangono poche differenze
ciascuno ha diritto alle proprie preferenze, ma questo non c'entra nulla con l'essere o meno arte. Esempio banalissimo, io adoro l'arte astratta e provo noia profonda di fronte all'arte figurativa, quindi posso dire che quella di Giotto, Leonardo, etc non è vera arte?
@@bobpuley "arte" non significa niente di ben definito in realtà, non dico che l'arte prodotta dalle IA non lo sia dico solo che non può trasportare con sé qualcosa di diverso dal tecnicismo (per il mio occhio)
@@pescefritto3963 questa è l'eterna polemica attorno ad ogni forma d'arte. Ha un suo senso, ma io dubito che fra qualche anno saremo ancora capaci di distinguere un tecnicismo da una ispirazione. Esempio: lo schiaccianoci (considerato dell'autore puro tecnicismo, anche se è ormai una delle + iconiche tra le sue opere)
Proprio quando ho letto che la Disney ha intenzione di creare un team di esperti IA per "tagliare i costi" e di conseguenza sostituire artisti. Quello che io mi chiedo è: perché dovrei stupirmi di un'IA? Quando guardo recitare Daniel Day-Lewis rimango meravigliato perché un essere umano, con le sue imperfezioni, con i suoi difetti, con tutto quello che ha passato... Cerca, nonostante tutto, di raggiungere una perfezione attraverso un'arte. Perché dovrei stupirmi se un'IA più intelligente di me, con una memoria più potente ed un database più grande, riesce a fare deep-fake di Day-Lewis che recita? L'arte ha un suo valore perché non è necessaria, ma al tempo stesso l'uomo sente di dover fare. E se ci tagliassimo le gambe, sostituendo l'arte con l'intrattenimento, diventeremo solo degli eterni consumatori di prodotti.
La creatività non produce necessariamente arte. Siccome, come diceva D'Averio, arte è ciò che chiamiamo arte, io chiamo arte solo ciò che veicola senso. L'artigianato artistico è creativo ma non veicola senso. Senso non significato. Ars in latino, technè in greco: è necessario che l'opera richieda una grande perizia tecnica ma non basta. È necessario l'intervento di quello che ogni cultura chiama in modo diverso ma è fondamentalmente sempre la stessa ineffabile "cosa" ossia il collegio delle muse o Spirito Santo o inconscio collettivo che dir si voglia. L'arte è un'esperienza mistica che permette di intuire il fato comune o la comunione dei santi o l'unità sotto il velo di Maya che dir si voglia. Chi produce arte non ci riesce sempre ma quando ci si riesce allora si produce un oggetto che tramite un'esperienza estetica riesce a trasmettere quello che nessun concetto può davvero contenere. Un po' lo si fa apposta e un po' no ma sicuramente non riesce se l'artista non si fa da parte quando si tratta di imprimere il significato all'opera e non si concentra su quelle persone che invece di starsene sedute comode a casa loro devono avere un buon motivo per fare lo sforzo di usufruire dell'opera. L'ego non è un artista, l'arte è servizio e mettersi in ascolto di quella cosa lì che ognuno chiama come gli pare. Se l'intelligenza artificiale può produrre arte? Non so, non credo. Una cosa però e certa: può essere un potentissimo strumento nelle mani degli artisti.
Sono d'accordo. Una definizione di opera d'arte che trovo piuttosto condivisibile è la seguente: tramite un mezzo (tavola, tela, pellicola, pentagramma...) si comunica un messaggio. Se lo si fa in maniera esteticamente gradevole può risultare bello. Se sgradevole, può risultare "scioccante". Se tiepida e insipida, il messaggio non arriverà, ergo smetterà di essere arte. Non so se un'AI potrà mai essere in grado di fare questo. So però che arte non è un'esperienza estetica. Il messaggio è ciò che conta, e come questo venga veicolato.
È, forse, più importante il processo del risultato. Il processo è sia l'esperienza di vita che ha portato alla creazione sia l'esperienza di vita della costruzione della creazione. Scardinamento del significato consolidato e ricostruzione di nuovo significato, nuovo ordine. Espansione. Sublimazione. Camus disse che la creazione è sempre un tentativo di fare ordine. La soggettività, necessario punto di partenza, doventa universalità. Chi ne fruisce, rivive attraverso l'opera questa distruzione e ricostruzione del senso. Pur nell'assurdo, nell'opaco, la realtà si fa più trasparente, almeno per un attimo. Non mi oppongo all'intelligenza artificiale, sono a conoscenza di bravi artisti che la usano come strumento e non come fine. Il rischio è che l'artista si trasformi da uomo pensante, uomo che vive, che fa esperienza del divenire e le sue angosce, a uomo decerebralizzato che pigia tasti e fabbrica opere con la stessa facilità con la quale si fabbricano foto da postare su instagram. Manca la vita. È sempre la consapevolezza a fare la differenza.
In realtà spetta a chiunque dice che le IA rappresentano un modello del ragionamento umano dimostrare che la nostra mente funzioni davvero così. Fino a prova contraria sono due cose poco correlate tra di loro, in quanto l'unico modo di sovrapporre le due cose è di ridurre il cervello a collegamenti elettrici tra neuroni con un fisso peso probabilistico assegnato.
l'essere umano non è mera rielaborazione di dati?? Che prove ci sono a supporto di questa affermazione? Il fatto che praticamente tutti i mostri e gli alieni siano ricombinazioni di cose note non suggerisce proprio nessuna cautela, nel fare certe perentorie affermazioni?
AI crea una nuova dimensione dell’essere umano. Potenzialmente può sostituire l’essere umano in qualsiasi attività umana. A questo punto dobbiamo capire come dare senso all’esistenza, dal momento che potenzialmente potremmo vivere senza lavorare. La macchina lo fa per noi. Ma a quel punto senza lavoro e risoluzione dei problemi, sfide, che tengono l’essere umano attivo, mentalmente e fisicamente, non sappiamo bene come poter fare.
C'è un nutrito gruppo di scienziati ed esperti (di società informatiche che lavorano nell'AI) i quali hanno lanciato un preciso allarme: *estinzione degli esseri umani* . A causa del cattivo o ingenuo impiego dell'AI. Il *perché preciso* non te lo so spiegare. So solo che hanno pubblicato articoli e che - a parte in Italia - hanno avuto molta risonanza internazionale. Il problema comunque è l'utilizzo ignorante, indiscriminato, disinformato e piegato ai soli interessi commerciali, economici, finanziari... Insieme alla velocità dello sviluppo dell'AI senza alcuna valutazione delle conseguenze. È come l'energia atomica. Non era sbagliata _di per sé_ . E fa miracoli nella diagnostica medica ad esempio, salvando tante vite umane. Però abbiamo creato anche il potenziale per distruggere il pianeta, senza che nessuno si opponesse.
Sono d'accordo con il video, eccetto per le conclusioni. Mi spiego meglio: e' vero che conoscere un vissuto aiuta molto ad apprezzare l'arte in quanto empatizziamo con l'autore dell'opera pero' questo non esclude che io non possa emozionarmi e percepire l'arte anche con un prodotto fatto da una AI. E' un po cliche e cringe ma in questo caso e' azzeccato: l'arte e' negli occhi di chi guarda
Tutta questa agitazione per l’intelligenza artificiale in relazione a l’Arte io non la capisco, sembra che ci stiamo dimenticando che l’Arte parte da chi la crea, serve a chi la crea, a noi esseri umani (per ora forse) e questo nessuna macchina potrà togliercelo. L’esperienza artistica per chi la fa non cambierà. I fruitori vengono dopo, i fruitori vivono l’illusione di entrare in relazione con l’opera, se tutto ciò che ci serve da fruitori è l’illusione che dall’altra parte ci sia un’essere umano ok, ci sta, fino a che forse non riusciremo a entrare in empatia con le macchine. Ma comunque l’esperienza di chi crea e di chi fruisce non cambierà un gran che in questo senso.
Ciao, Rick, hai parlato di creatività e questo mi ha colpito molto favorevolmente...Si è anche verificata una simpatica coincidenza, dal mio personalissimo punto di vista, ovviamente .. So che tu non sei credente ma lo sai che hai espresso lo stesso concetto di papa Francesco? 😂 Nello spiegare la figura di San Giuseppe, il Papa ha sottolineato che, pur nella sua fede umile e obbediente, fu tutt'altro che un uomo passivo, anzi dovette ricorrere a tutta la sua creatività nel cercare soluzioni per prendersi cura della propria famiglia.. Cavalcare gli eventi e non subirli... Ecco, come hai detto tu, l'intelligenza artificiale non è che un mezzo ma sarà la nostra creatività a permetterci di usarla a nostro favore, senza demonizzarla né idolatrarla.. Grazie del tuo contributo.
imput dal libro homo deus AI nei prossimi 20 anni è molto probabile che crei una massa di disoccupazione mondiale non indifferente, cosi da obbligare gli stati a dare un sussidio mondiale, questo potrebbe lasciare piu tempo all'uomo per dedicarsi alla creazione dell'arte... ecco un gruppo di studiosi ha fatto creare ad una AI una canzone di musica classica facendogli analizzare tutti i piu grandi successi di musica classica creati dall'uomo, ecco che in un teatro dopo aver fatto suonare questa canzone molte persone sono state toccate cosi in profondita da farle piangere.. c'è da ammettere che l'AI ci supera di anni luce e sono cazzate che qualcosa creata dall'uomo non potra fare mai meglio di un uomo. l'esperienza personale di un uomo fa molto in campo artistico e condivido il tuo punto di vista, ma è da 20 anni che raccogliamo e imagazzianiamo dati sugli esseri umani, 20 anni di dati raccolti su di te e dati in pasto ad un AI bastano a quest'ultima a conoscerti meglio del tuo partner...
Spunto interessante, ma non credo che centri molto il punto. Parli dell'arte come, per prima cosa, qualcosa di mosso SEMPRE da emozioni (da compositore ti assicuro che non è sempre così) e che non possa esistere se non ci sono dietro alla sua creazione delle emozioni; e, in secondo luogo, ne parli come mezzo per dare un insegnamento. Non voglio dire che non sia così, ma non lo è sempre: nella musica, ad esempio, non è mai così fino alla seconda metà del Novecento, e non si può chiudere gli occhi a quella che viene prima; mi viene anche da pensare all'arte pittorica rinascimentale, cosa dovrebbe insegnarti? Oppure, dato che il punto che tieni non è l'INSEGNARE in sé ma il RAPPRESENTARE un'esperienza di vita di modo che gli altri imparino da essa, che esperienza dovrebbe raccontarti una cantata di Bach piuttosto che una Pietà di Bellini? E, viceversa, l'arte non è nemmeno l'unico modo di trasmettere un'esperienza o un insegnamento. Ciò che voglio dire è che se parli dell'arte hai tutt'altre cose da dire, e quello che dici ha un collegamento troppo labile con l'arte per usarlo per darne, anche in modo parziale, una definizione, o per costruirci sopra un video che sembra volerla esaltare per quella esatta questione.
Mi piacerebbe ribadire infatti un fatto: le IA imparano a generare multimedia a partire da multimedia generati da NOI umani. Poi si, tramite il reinforced learning la IA impara da se stessa, mi sta bene. Il dataset di base però siamo sempre NOI con le nostre idee e la nostra creatività. La IA impara da noi, noi generiamo dal nulla e sulla base delle nostre emozioni (spesso contestualizzate chiaramente). Detto questo, la mia immagine del personaggio di D&D è generata dalla IA ma solo perchè non so disegnare e non ho il tempo di imparare. La tecnologia è a supporto dell'essere umano, non il contrario, è bene sempre ribadirlo. Grazie del video, come sempre.
Gli uomini non creano dal nulla. Creano a partire da una banca dati fatta di altre opere umane e dal proprio vissuto. Alle AI manca il file del " vissuto" in compenso il file delle altre opere è 10.000.000.000 volte più grande del nostro. E la tecnica di creazione la padroneggia senza studiare.
Credo eia meglio non sopravvalutarci troppo, siamo scimmie male ammaestrate e non abbiamo nulla di speciale fantastico ed insostituibile, in futuro non ci preoccuperemo di quale sarà la cosa a darci stupore, l'accetteremo come accettiamo il riflesso del sole sul fiume, una nuova natura
@@rickdufer e perché dovresti, non è assolutamente ininfluente? Le nuove tecnologie di intelligenza artificiale che oggi sono al loro primo vagito fra 30 anni saranno normalità in ogni aspetto dello scibile, ci cureranno, ci intratterranno, ci aiuteranno a progredire in ogni campo, oggi impressionano come impressionavano 100 anni fa gli aeroplani che oggi non vediamo l'ora di prendere
Se tale tecnologia dovesse avere la meglio nel campo artistico (ci sono tutti i segnali), cosa che come al solito è legata a doppio filo con esigenze commerciali, vi sarà con lentezza ma inesorabilità la sostituzione del paradigma stesso dell'Arte per cui generazioni successive vedranno ma soprattutto percepiranno tali prodotti delle A.I. come noi percepiamo ed interiorizziamo un dipinto di Canaletto o uno scritto di Steinbeck. Saranno migliori o peggiori? Poco importa, la vera questione da porre è : Ma perché diavolo ci stiamo lanciando nel buio con un incudine appesa nel collo verso questa direzione?
Buuuuuu Dufer umanista (antropocentrista). Getta la maschera e afferma direttamente la differenza ontologica! P.s. la crearività non esiste, è un nome!
Non capisco il senso di questo video. Si parla di creatività in tutto il video solo per slogan (la creatività è slancio in avanti? Ma va?). Inoltre si commette un errore a mio avviso gravissimo: collegare l'apprezzamento e la fruizione dell'arte solo legandola a "qualcosa che sta dietro", al "vissuto del suo creatore", legando indissolubilmente arte ed artista. Ragionamento fallace, pericoloso e soprattutto falso. Io posso apprezzare una fuga di Bach non perchè dietro vi siano grandi storie, ma perchè obiettivamente si tratta di un costrutto intellettuale e musicale perfetto. Apprezzo il David per la sua perfezione anatomica, che è insita nel pezzo d'arte in sè. Apprezzo il Ratto delle Sabine per lo stupefacente realismo con cui le dita affondano nelle carni delle natiche della donna. Il fatto che vi sia una storia dietro è un aspetto in più, non di certo l'unica cosa che lo contraddistingua. Inoltre, relegare la relazione più infantile con un'opera d'arte ad una fase "inferiore" dell'apprezzamento dell'arte, denota uno snobismo insopportabile. L'arte che sopravvive è grande soprattutto perchè parla a tutti, a livelli diversi. Io darei il mio fegato per poter riascoltare Mozart e Mahler per la prima volta, con la genuinità di quando avevo 8-10 anni, quando il riapparire di un tema ai violoncelli lo vivevo come un colpo di scena imprevedibile, e non come un "ovvio" ritorno del tema nella ripresa o uno sviluppo tematico ben fatto ma comunque legato ad una struttura. Consapevolezza non significa per forza maggior godimento, anzi. Inoltre, e lo dico sottovoce sennò vi offendete: se il vostro mestiere di artisti è facilmente sostituibile da una intelligenza artificiale, il problema siete voi e il pubblico o il medium per cui lavorate. Così come il ceramista di scarsa qualità è stato sostituito dal piatto di IKEA, anche voi verrete sostituiti da una macchina, e chi resterà saranno coloro che hanno veramente qualcosa di unico da offrire.
Il computer è un semplice strumento. Non è lui che esprime me stesso, sono io ad usare le sue funzioni per esprimere me stesso. Sti discorsi erano già nati morti 40 anni fa, agli albori dell'arte digitale. Riesumarli oggi è patetico.
Anche il pennello non produce arte, è l'uomo che attraverso di esso produce arte, che poi è un concetto estremamente soggettivo appunto perché è chi viene posto davanti ad un opera a decidere in cuor suo se questa sia arte o una cafonata, valutandola in base alle sue esperienze di vita passate. A me pare che in tanti stiano personificando troppo l'IA, è unicamente uno strumento, come un pennello, si muove solo per volontà umana per perseguire scopi umani, che siano produrre arte o imbiancare muri.
forse hai ragione, cmq io ci lavoro quotidianamente e ho un'impressione totalmente diversa dalla tua
Attenzione, il pennello ha bisogno di un professionista!
Se do un pennello a mio cugino di cinque anni, o ad un'artista professionista che per anni ha studiato e disegnato... È ovvio che quel pennello avrà il suo miglior utilizzo con il secondo.
Per l'IA invece, non importa se io sono un'artista o un bambino di cinque anni, il risultato non dipende dalla mia "professionalità". Quindi, sfuma anche il concetto di artista IA. Casomai è l'opera stessa ad essere rielaborazione artistica, ma chi scrive il prompt no, è solo un semplice cliente.
Altrimenti fra qualche anno gli editori o produttori possono decidere con un prompt di scrivere o creare film e dire comunque di essere "artisti", anche quando non hanno mai studiato nulla dei campi specifici in cui lavorano.
A mio avviso la tua prospettiva di creatività, si ferma all'intrattenimento perché fai parte di questo mondo. Anche solo l',I.A. è un esempio di creatività umana, una cosa che in passato era fantascienza, ora è diventato (quasi) una realtà
In risposta a tanti commenti che ho letto.
"Keep in mind that neuroscience only reveals _correlations_ ."
(...)
The problem with consciousness is (...) deeper. Molecular motions may _simulate_ "thoughts", "feelings", or "intentions". But how can any such simulation _be_ genuine thoughts, feelings, or intentions? Correlation doesn't answer that. Correlation only labels the mystery.
Once you see this mystery clearly, you can appreciate why some philosophers have denied the existence of minds altogether. I met a philosopher who told me frankly that he didn't think _he_ existed".
Eccetera.
Joshua Rasmussen, Ph.D
The Bridge of Reason
(Ten steps...)
2018
Consigliatissimo
Gli spunti offerti contro la zombificazione estiva sono, come al solito, molto interessanti. Al fine di creare un confronto costruttivo vorrei evidenziare quelle che per me sono due criticità all’interno delle argomentazioni a supporto della tua tesi. Connettersi con il messaggio dell’artista (o il presunto tale) può sicuramente amplificare le emozioni e le riflessioni nell’atto della fruizione di una qualsivoglia opera d’arte (libro, quadro, spettacolo, film ecc). L’arte, tuttavia, può essere viatico di emozioni e sentimenti a prescindere dal captare il significato dato dall’artista ed in questo senso anche un’I.A. generativa totalmente autonoma (quindi che non ha bisogno di pormpt) potrebbe produrre arte.
Ancora, per quanto riguarda l’utilizzo di un’I.A. generativa da parte di un essere umano per mezzo prompt c’è da chiedersi, analizzando la prospettiva che hai offerto, perché il processo di pensiero che porta all’inserimento prompt e al lavorare sui primi risultati grezzi per mezzo feedback e successivi prompt abbia meno valore e sia meno “creativo” e “artistico” rispetto allo spennellare colori su una tela, non potrebbe essere solo un mezzo diverso e l’abilità tecnica spostarsi dal maneggiare un pennello al gestire un prompt?
Un obbiezione davvero interessante. Mi stava frullando per la mente la tua sessa idea.
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A supporto di quanto dici, due cose: l'arte è negli occhi di chi osserva. Nell'osservare una tela, io ricerco un senso che non è detto sia lo stesso voluto dall'artista, per cui l'opera è la manifestazione di una necessità interiore. In secondo luogo, come dici tu, la produzione di prompt si sta rivelando una vera e propria attività creativa, dove l'IA diventa un esecutore interprete che io cerco di condurre sulla strada del mio sentire. Aggiungo, che l'IA offre, a chi è privo di abilità artistiche, la possibilità di manifestare le proprie necessità interiori, di concretizzare contenuti che altrimenti rimarrebbero celati.
È forse presto per esternare giudizi e sentenze, siamo letteralmente all'aurora - manco l'alba - di un nuovo modo di esprimersi e affrontare il mondo, e la condizione umana ne sarà immancabilmente influenzata. L'arte e la creatività non sono sminuite, semplicemente assisteremo all'emergere di un nuovo linguaggio, e dunque di nuovi sensi e interpretazioni del mondo (basti pensare a come la fotografia abbia influenzato la pittura).
Sono completamente d'accordo e completamente in disaccordo. Le IA possono/potranno simulare un vissuto (più vissuti) che andrà a rispecchiarsi nelle loro opere. Mi ha po' stufato la retorica dell' "arte rimarrà sempre dell'uomo", tutti questi confini sono molto più fumosi come lo è anche il concetto di arte.
Vero!👍
Leggendo Lector in fabula di Eco mi verrebbe da dire esattamente il contrario. La possibilità di un segno (o un insieme di segni, in un quadro o simili) di essere visto come tale, e quindi di rimandare a uno o più significati, non può che essere data da chi si trova ad interpretarlo, senza sapere niente su chi l'ha (o non l'ha) generato. Mi verrebbe da dire che se l'opera di un'AI, che è per sua definizione la rimasticazione più probabile di ciò che ha visto nel training set dato un certo input (e ciò che è più probabile spesso contiene poca informazione, se la vediamo da un punto di vista di teoria dell'informazione), incute così tanto timore per chi sostiene di produrre arte, beh, mi farei qualche domanda. E ci sarebbe comunque da indagare sulla questione dell'input, visto che non faccio fatica a immaginare un futuro in cui esperti di prompt riescono a creare cose molto complicate e dense di significati, a scapito magari della pennellata, che però non ha valore in sé.
"Dietro l'arte c'è un vissuto" direi che è il riassunto perfetto di tutto il ragionamento. Bella riflessione!
ma è falso
@@bobpuley Argomenta.
@@bobpuleyÈ vero
Beh, come viene detto nel video l arte nasce sicuramente dall'esperienza personale di chi la crea, cioè l'artista,un opera come un dipinto o una canzone è senza dubbio espressione di ciò che quella persona ha vissuto.Però, a mio parere, man mano che l'opera viene fruita da altri, diventa qualcos'altro,voglio dire ognuno la vede con la propria visione del mondo, i suoi ricordi e le sue emozioni,quindi chi la guarda o ascolta ci legge dentro qualcosa di suo, magari non esattamente ciò che voleva esprimere l'artista
In questo senso quindi anche un opera generata da un intelligenza artificiale , che quindi non ha nessun senso intrinseco, potrebbe comunque stimolare associazioni, emozioni e pensieri in chi la guarda o ascolta,quindi non so ,io ho ancora molti dubbi su come si possa definire cio che viene prodotto con l intelligenza artificiale , sicuramente é una riflessione super interessante !
Perdonami ma come puoi dire che la creatività è uno slancio in avanti (dato dalle esperienze personali e quindi soggettive) dicendo che, ad esempio, downtown Abby è un opera creativa (perché tu ti sei rivisto al suo interno) mentre il marvel cinema è mero intrattenimento (sottinteso quindi che NESSUNO si possa o si sia mai visto al suo interno).
Definendo poi in maniera così soggettiva la definizione di creatività (ponendo quindi il nostro vissuto come metro di giudizio se un opera è creativa o meno), si potrebbe dire che anche tutte le opere create dalle AI sono creative; basta non sapere che sono fatte da una macchina ma immaginare che la persona che l'ha fatta aveva proprio le stesse nostre emozioni attuali.
Pienamente d'accordo, ecco perché mi piacciono i racconti di storie vere.
Ultimamente ho guardato un documentario : Il sale della terra.
È il lavoro di una vita di Sebastião Salgado.... tanta roba.
Non discrimino l' IA ma....
Attraverso la creatività umana, io posso rielaborare il mio IO. Pensiamo agli eventi felici o agli eventi brutti nella nostra vita o anche agli eventi di più larga scala, all'inizio non abbiamo gli strumenti, siamo ancora immaturi gudicandoli superfialmente, ma poi, avendone fatto esperienza diretta, ecco che attraverso la nostra creatività noi reinterpretiamo il nostro IO e lo spazio intorno a noi sotto un ottica diversa.
che curiosamente è la stessa che fa una AI generativa (escluso rielaborare il mio IO che non vuol dire nulla)
Ciao Rick, secondo me si sta facendo confusione, forse perché non siamo d'accordo sulle definizioni: per me creatività ed arte sono cose che si intersecano ma distinte.
in particolare:
Creatività: la capacita di collegare dei concetti in maniera insolita che spesso porta a soluzioni innovative. Se penso alla creatività io penso soprattutto agli inventori, ai brevetti, alla matematica e all'ingegneria. Un creativo è una persona che ha sviluppato un metodo diverso da quello degli altri e ciò gli permette di trovare soluzioni nuove.
Arte: per me è molto più difficile da definire, ma ho due definizioni, una molto paraculo: "arte è ciò che qualcuno percepisce come tale" che rubo a Berio ("musica è ciò che si sente con l'intenzione di ascoltare musica") e l'altra un più pratica:"qualcosa è arte se il suo fine è prevalentemente estetico". Da sottolineare che entrambe le definizioni sono soggettive, per me una sedia di design può essere arte (è più bella che funzionale) per mia nonna può essere uno strumento (è più funzionale che bella). L'arte è quindi un modo di percepire più che un modo di creare.
A valle di questo il discorso perde un po' di senso.
Per quanto riguarda la creatività le intelligenze artificiali con cui giochiamo oggi sono fatte per prevedere la parola più probabile, o il pixel o la nota è dunque il contrario di creativo, che come definito prevede soluzioni nuove e insolite. Il creativo in questo caso è chi scrive il prompt decidendo le linee guida più improbabili che verranno collegate dal motore nella maniera più probabile. È sicuramente vero che in tal senso questi motori semplificano il lavoro e permettono a chi non padroneggia la tecnica in questione che sia disegno, scrittura, composizione di cimentarsi e di dare sfogo alla propria creatività, che è molto interessante e io direi anche di grande valore, abbassare l'asta delle capacità tecniche necessarie è una cosa che la tecnica ha sempre fatto e mi sembra ottima.
Per quanto riguarda l'arte la chiave è l'intenzione, soprattutto quella dello spettatore, e la capacità di esperire esteticamente, che io sappia, ancora alle macchine manca quindi c'è poco da discutere.
Vorrei comunque dire che comunque arte e creatività, da queste definizioni, non sono precluse alle macchine e non sono prettamente umane. bisogna un po' capire forse cosa vuol dire fini estetici ma i fiori si sono evoluti cosi per piacere alla vista degli insetti, allo stesso modo i canti degli uccelli o delle cicale. Ci sono un sacco di cose che per me sono arte che non sono generate da niente di cosciente. E abbiamo già esempi di arte generata dall'AI. Per me lo sono le partite a scacchi ad esempio in cui tutta la creatività(da definizione che ho dato prima) è liberata in una maniera che è assolutamente inaccessibile all'uomo e il risultato è un'esperienza estetica maestosa per noi spettatori umani.
Come avrai capito mi sembra che la questione vada affrontata in maniera molto razionale e molto poco umana, approccio che non penso sia comune ma è quello che preferisco.
Se ti avanza un minutino fammi sapere cosa ne pensi.
grazie per ciò che fai,
ciaociao
Un cliente che chiede all'artista un'opera, è creativo? Perché chi usa l'IA equivale ad un cliente che chiede ad un'artista, il prompt è la commissione.
@@svirn807 dipende dalla richiesta. Se essa è il risultato di un processo creativo si. Possono esserci committenti creativi e artisti non creativi. E questo è chiaramente il caso della genAI.
@@tutatis96 chiaramente? A me non sembra per niente ovvio
@@bobpuley su cosa hai dei dubbi?
@@tutatis96 intendevo che a me non sembra affatto ovvio o evidente che le AI che stanno emergendo siano "artisti non creativi"
A me viene in mente anche un'altra cosa. Per quanto l'IA possa creare delle belle immagini essa non riesce veramente a sviluppare uno stile personale, unico per ogni artista ma ha dei pacchetti preimpostati; l'artista è sempre in continua evoluzione e, in maniera conscia o meno, cambia in continuazione (mi viene in mente Tiziano che esemplifica bene questa cosa, dove la verso la fine della sua vita arriva ad avere uno stile che potremmo accostare molto a quello impressionista oppure Goya che ha visto uno stravolgimento dello stile). Anche da considerare che un artista studia il proprio soggetto e riflette a fondo sulla forma e sulla composizione (a me viene in mente Kandisky). Altra cosa, a parer mio fondamentale, è proprio la relazione che l'artista ha con il mondo e come trasforma quest'ultimo in un'opera di estetica (che sia musica, poesia, fumetto, cinema, pittura, etc etc). Il discorso sarebbe molto più ampio su questi punti che ho detto quindi ho voluto esprimere solo i punti chiave, sperando che io sia stato chiaro e sintetico.
Non c'è superamento se non c'è coscienza.
Van Gogh ha rinnovato l'arte perché ha pensato in maniera diversa rispetto al resto e tirato fuori uno stile che non esisteva. Questo l'IA non può farlo, è più limitata.
Questo non è proprio vero. L'IA si può allenare con degli stili specifici, uniformati, e un duo di tecnico di IA e artista possono demolire a quantità di produzioni di livello la stragrande maggioranza degli artisti in solitaria. Si può ricreare lo stile di qualcuno sull'ia (cosa che andrebbe fatta e che personalmente faccio solo e unicamente con amici artisti con cui collaboro) e usarlo, mentre l'artista vero supervisiona e ritocca il finale, come già succede con i coloristi. L'arte rimarrà e non morirà, avrà semplicemente un turbo spaziale, e si potrà mantenere uno stile univoco, contro ognuna delle tue aspettative, semplicemente con il sussidio di un tecnico che modella l'ia e crea i pacchetti "stagni" di cui parli (a cui ignorantemente ti rifai visto che naturalmente non hai studiato gli strumenti, cosa di cui non ti condanno e anzi è naturale) permettendo all'ia di andare in linea con lo stile dell'artista collaboratore.
@@greenamigothegamer6289 la prima cosa che mi viene da dire è che questo non fa altro che confermare quello che ho detto: l'IA da sola è insufficiente e si necessita dell'artista che rifinisce il lavoro della macchina e che lavori sempre sul proprio stile che in seguito la macchina emula. Quindi in fin dei conti non è l'IA che autonomamente riesce a creare arte ma necessita sempre dell'artista vero e proprio che utilizza la macchina come un semplice strumento. (Questo quando si parla dello stile)
@@giovannirusso6185 La tesi da sollevare, è ora così, certo, ma in futuro?
@@greenamigothegamer6289 mi verrebbe da dire "boh?". Non penso che il futuro dell'arte sia in pericolo. Sicuramente aziende e compagnia bella utilizzeranno molto di più questi mezzi, magari assieme a dei grafici che "dirigono" il tutto. Per l'aspetto sull'arte, al massimo, ci saranno alcuni che "giocheranno" con l'IA ma sicuramente non vedremo la macchina che prende e inizia a scolpire il marmo o a fare affreschi...
Però, per la velocità con cui si sviluppano queste tecnologie non saprei dirti... il fenomeno potrebbe addirittura andare a scemare, improbabile ma non si può escludere al 100%, come no. Magari te che, da quel che ho capito, hai a che fare con queste tecnologie saprai fare un'analisi futurologa più attenta grazie alle tue conoscenze...
Un paesaggio della natura concreto reale non è Arte ma è verità. È la sostanza del mondo. Ciò di cui è fatto un mondo. La madre, secondo me, di ogni arte è la recitazione a scopo magari propiziatorio, dello sciamano primitivo e tribale : il teatro come madre di tutte le arti, la voce umana come la madre di ogni strumento musicale. Perché per me l'arte è un "tentativo di mettersi in comunicazione", il tentativo di un rapporto umano. Se io scrivo per me stesso, è il "me stesso di ieri" che tenta di comunicare verso il "me stesso di domani", e se si comprende il tentativo di "espressione" o "espressività", allora per chi lo coglie, è arte. Quindi l'Arte rimane comunicazione, "comunicazione creativa", è un "tentativo di rapportarsi". Se il comunicante è una "macchina", viene meno l'intenzionalità del comunicante, perché il comunicante è un oggetto, non una entità con l'intenzionalità. Non può quindi una AI, creare arte, ma soltanto cose piacevoli. È una entità con una intenzione a mancare. Chiedo perdono per la mia ignoranza...
Grazie, per la tua bellissima riflessione. È il senso dell'arte. Parlare agli altri con il proprio stile raccontandogli il proprio vissuto che , per quanto più o meno a molti accadono le stesse cose, può essere vissuto in migliaia di modi diversi. Inoltre il proprio vissuto sarà sempre diverso da quello di un'altro per via di tutte le sfumature diverse che il mondo ti crea. Es : a molti penso sia capitato di perdere la madre, eppure la Rowling è da questa esperienza che è riuscita a creare harry potter. Oppure Picasso realizzò le sue opere per esternare l'orrore della guerra. Notare poi che spesso l'autore cambia visione o esperienze di vita difatti picasso ha un periodo blu e un periodo rosa. Stessa cosa capita a ogni artista. Semplicemente raccontano il mondo attraverso i loro occhi. Certo ovvio che noi essere umani abbiamo sempre rielaborato e studiato le opere del passato ma è perchè prima di creare devi imparare solo dopo ricreare a tuo modo. Le macchine non possono fare la stessa cosa. Certo possono analizzare i dati meglio di un essere umano. Ma non potranno mai parlare di argomenti innovativi o di esperienze vissute se non in modo estremamente superficiale e piatto. Quando un'artista crea un'opera sceglie ogni singola pennellata. Nulla è caso. Anche solo un segno. Se provate a copiare un grande artista scoprirete che la stessa linea che proverete a copiare non vi verrà mai uguale , non solo perchè non siamo macchine, ma anche perchè quella linea è stata pensata così per un motivo specifico che, a volte, gli altri non possono comprendere. Fare arte non è immagazzinare informazioni da altri artisti, unirle e creare altro. No quello è studiare. Fare arte è innanzitutto conoscere se stessi e parlare di se stessi, poi magari si vede che sei stato influenzato da artisti specifici, ma sarà la tua visione della cosa che avrà un qualcosa in più che gli altri non hanno, una firma conscia o inconscia che ti identifica e ti differenzia da tutti gli altri e che nel tempo si evolve con te. Le Ai mischiano e basta. Fanno semplicemente la parte più meccanica del lavoro. Far fare tutto alle Ai, nel tempo, creerà sempre cose tutte uguali tra loro, senza meraviglia o senza cambiamento o senza riflessione e coscienza del se. Non puoi dire a un Ai " raccontami una storia di amicizia tra un pollo e un maiale" e aspettarti una storia interessante . Sarà un qualcosa di commerciale. E questo creerà un impoverimento culturale non da poco. Se poi aggiungiamo il fatto che già l'arte di per se non viene molto valorizzata ora ( e le opinioni sulle Ai lo confermano) figurati dopo. Quando dici in giro che fai un lavoro artistico ti prendono per un povero o un folle. Annullando poi l'importanza della creatività e del saper immaginare. E a lungo andare questa eliminerà migliaia di posti di lavoro NON creandone di nuovi. Cosa crea ? Gli sviluppatori e gli studiosi. Fine. 2 lavori invece di migliaia. E i pochi che rimarranno a fare arte ( sia tradizionale che in Ai) verranno ancor più sottopagati di adesso con scadenze ancora più strette e migliaia di opere da realizzare il più delle volte tutte uguali e scadenti. Per chi cita la Disney perchè sta udando le Ai vorrei far notare che lo stanno facendo in riferimento ai parchi divertimento, alle pubblicità e all'animazione. Per quest'ultima si intende tutte le cose più meccaniche e ripetitive da fare non nell'ideazione e nell'animazione in se per se. Ed è da anni che utilizzano vari programmi per queste cose quindi non cambia molto. Le Ai possono essere molto utili ma solo se usate in maniera intelligente e moderata. Non una sostituzione della mente umana. E per quelli che paragonano le Ai a PS dicendo che sono meri strumenti non sanno veramente la differenza tra uno strumento e un qualcosa che pensa al posto tuo. Se io uso Ps per disegnare è come prendere in mano una matita. Se sono bravo con la matita lo sarò anche con Ps. O se si parla solo di foto montaggio è sempre l'artista a scegliare dove mettere particolari effetti di luce o sarurare/ desaturare l'immagine e sopratutto quando scatta la foto è lui a scegliere il momento e l'inquadratura adatta. Non è PS a sceglierlo per lui. Le Ai ti creano già un' opera più o meno pronta da modificare e aggiustare e basta. Non è una scelta davvero consapevole anche se credi che lo sia poichè hai scelto la versione migliore che ti ha dato l'ai. Anche una mera fotografia è pensata nei minimi dettagli. Vedi la miriade di tecniche FISICHE vhe esistono per creare certi effetti. Certo con un Ai ti è più facile ricrearle ma se è solo una questione dove l'ai ti rifinisce un poco l'immagine con un filtro o poco altro ok. Anche ps viene usato così. Ma ps se gli dici " creami immagine con tramonto romantico" non te lo fa. Devi essere tu a trovare il momento e il luogo adatto per scattare quello che vuoi trasmettere. Ifine per fare un'esempio più Pop e più " commerciale" prendiamo i volumi della marvel. Sebbene gli artisti che ci lavorano abbiano più o meno lo stesso stile riesci comunque a distinguere a colpo d'occhio se quel volume o ha disegnato Simone di Meo, Checchetto, Pepe Larraz o un'atro artista. Poichè hanno degli stili e dei modi di disegnare molto diversi sebbene i loro maestri siano stati più o meno gli stessi. questo è dovuto alla loro differenza di personalità e di vissuto che li ha portati a prendere scelte stilistiche diverse tra loro rendendo i loro lavori unici e perfettamente riconoscibili rispetto a tutti gli altri artisti. e questo accade anche se cambiano opera e tematiche. un Ai artist invece non riesce a creare un'impronta stilistica propria e nel caso in cui ci riesca avrà molta difficoltà a cambiare tematiche o mood poichè il risultato che gli darà l'Ai non sarà simile alle opere precedente o comunque non avrà la stessa impronta stilistica.
ok, ma tutto questo dimostra solo che ne sai poco di AI...
Io non penso che la creatività umana abbia un "extra" rispetto a quella di uno strumento artificiale, penso che sia inevitabilmente la somma e la rielaborazione delle esperienze tanto quanto quella di una IA è la somma e la rielaborazione degli input.
Se però devo pensare a qualcosa che una macchina non potrebbe mai avere, allora penso alla volontà, in questo caso la volontà di trasmettere un messaggio/emozione che vada oltre la rappresentazione artistica, diciamo la volontà di dare una direzione all'opera.
Va anche detto che è riduttivo restringere l'arte al messaggio/emozione del suo autore (non era Dalì ad ammettere candidamente, nei suoi primi anni da artista, che le sue opere fossero prive di senso?), e personalmente sto diventando un po' allergico a questo bisogno continuo di ricerca di significato.
Magari si apriranno porte nuove all'interpretazione artistica, alla fine una montagna innevata non ha significato e non vuole trasmettere messaggi, ma a noi scatena un forte sentimento del sublime.
Allora perché l'arte delle IA non potrebbe essere qualcosa di simile, nessun significato intrinseco, è lo spettatore a esserne soggettivamente impressionato. Certo in questo caso il termine "arte" forse diventerebbe improprio…che casino.
E che improvvisa e immotivata voglia di birra ghiacciata!
Sotto questo punto di vista gli algoritmi delle IA sarebbero sovrapponibili ai processi neurali elettrici/chimici che stanno nel nostro cervello. No, al massimo ne sono una ridotta semplificazione, quindi anche se una macchina vivesse esperienze riconducibili alla vita umana, non sappiamo se le rielaborerebbe allo stesso modo di un homo sapiens.
Considerando anche che nessuna IA fa esperienza della vita umana, ma solo di dati selezionati a svolgere una ben precisa funzione.
Al momento abbiamo dei rigurgitatori di dati visivi, sonori o testuali e nulla di più. Non esiste un'IA che si ispira a un quadro per scrivere il testo adatto alla musica di una canzone inedita. Quindi anche solo dal mero sguardo tecnico le IA al momento non sono in grado di fare quello che anche il meno artistico degli esseri umani fa, interpretare la realtà.
@@giacomocasartelli5503 magari hai ragione, ma la tua obiezione mi pare piuttosto debole.
Poniamo che tra 1000 anni trovino 100 brani musicali dei nostri giorni, sei così sicuro che sarebbero in grado di distinguere quelli generati da quelli creati?
Prima di rispondere, tieni a mente che siamo agli albori delle AI, guarda come erano i videogiochi domestici nell' 80 e guarda cosa sono oggi, poi fai le proporzioni con le AI e immagina come potrebbero essere tra 20/40 anni....
@@bobpuley Il punto è che non si sta parlando di questo. Dal punto di vista tecnico anche adesso le opere fatte da automi non sono distinguibili da quelle fatte da esseri umani, ma l'arte non si limita all'esperienza estetica e alla tecnica realizzativa.
Io non mi bevo un'opera solo per la sua estetica, voglio di più, voglio sapere che cosa di umano c'è sotto.
Mai mi sono commosso a sentire un brano musicale solamente per la sua realizzazione estetica, ma realizzando chi era l'autore e conoscendo da dove proveniva l'opera ho potuto veramente entrare in sintonia con essa e questo per me l'ha resa arte. Questo non significa che io sapessi cosa l'autore volesse dire, ma io stavo sentendo lui, un essere umano, parlare a me e non stavo sentendo la musica, che è un mero strumento. E così vale per tutte le forme di arte, pure il silenzio.
@@giacomocasartelli5503 ok. capisco e rispetto la tua sensibilità, ma cosa ti fa credere che tu sia la misura del mondo? Io ho un approccio all'arte in particolare la musica opposto al tuo (e credo altrettanto legittimo), provo emozioni di fronte ad un'opera, anche se non so niente dell'autore o dele sue intenzioni. Non ho nessuna pretesa di sostenere che tutti dovrebbero sentire come me, ma trovo la tua lapidaria certezza un po' eccessiva
@@giacomocasartelli5503 provo a spiegarmi peggio: a ragione o torto, per me, due delle caratteristiche essenziali dell'arte sono: immediatezza (deve essere accessibile senza didascalie, come una battuta comica) e universalità (con i dovuti limiti, deve essere accessibile a chiunque).
Se per apprezzare un'opera devo conoscere la vita le idee e le speranze dell'autore, comincio ad riconoscerla di meno come arte in senso stretto (un esempio su tutti: "merda d'autore")
quindi la creatività è intesa come nobilitazione simbolica dell’esperienza e del sentire umano, preclusa all’intelligenza artificiale proprio perché quest’ultima non esperisce e non sente? Molto dipende secondo me anche dal tipo di arte di cui una persona fruisce. La musica ad esempio puoi ascoltarla per trovarci un significato profondo nel testo, nella composizione e nell’accostamento di note oppure ascoltarla perché va di moda, perché credi ti rappresenti etc.. Credo che molto spesso la creatività produca un prodotto piuttosto che un’opera d’arte, e questo le macchine lo possono fare benissimo da sole…
ma poi anche l'assunto che l'AI non esperisce è parecchio traballante
Credo che qui si faccia un po' di sovrapposizione tra ciò che è l'arte e cio che è la creatività: l'arte è un fine (nonché quando si arriva a padroneggiare a pieno una data disciplina) mentre la creatività è un mezzo. Credo che se la gente confonde le due cose, o peggio ancora ha sfiducia nell'arte, questo sia a causa di un inaridimento della propria sensibilità, il cui risultato finale è la superficialità con cui si attinge a ciò che ci circonda, riuscendo a dare come output un "bello"/"brutto" estremamente fine a sé stesso.
Vorrei tanto essere smentito, perché mi occupo di pittura, fotografia, musica, scrittura, di arte a 360 gradi. Però guardo da un punto di vista antropologico al fenomeno e mi viene sempre un dubbio. La musica di Bach era pura matematica. Eppure per noi è arte immensa, altissima. Ai tempi il musicista era artigianato, e ancora prima l'ars era intesa in senso medievale come tecnica, non come arte. Quello che oggi stiamo difendendo dalle AI è una visione romantica dell'arte e dell'artista, come strumenti per trasmettere contenuto umano alle generazioni successive. Ma per gran parte della storia l' "arte" non è stato questo (o almeno lo era in parte). La visione odierna è un'anomalia non la norma, come la pace che l'Europa ha vissuto fino ad ora. Che poi considerare l'arte solo in senso moderno è limitativo, perché nel corso della storia le arti sono stati fenomeni mutevoli e incostanti. Alcune arti di oggi non lo erano in passato e viceversa. In generale l'arte assolve a una funzione, che è in continuo mutamento. La funzione romantica e post-romantica (e volendo moderna) era ed è quella di trasmettere il contenuto umano? Quella di Bach era di creare un'opera matematica e perfetta? Le pitture rupestri avevano lo scopo magico di garantire una buona caccia? L'arte delle prime società cristiane serviva a sentire Dio vicino a loro e illustrare a chi non sapesse leggere i fatti della Bibbia? La funzione delle AI è quella di realizzare in poco e per tutti un'opera utile per un qualche scopo? Non vedo differenza. Soprattutto perché superficialmente (e talvolta questo basta) il quadro di un pittore e di una AI sono indistinguibili, e ci può emozionare o meno indipendentemente da tutto. Cambia solo la visione dell'arte che, in quanto tale, è momentanea e data da un'epoca precisa. Tra 10 anni soltanto, con nuove generazioni che nasceranno immersi in una società ricca di AI molto più avanzate di quelle attuali, il problema non si porrà più. Le cose cambiano, è inevitabile. Al massimo è da vedere che ruolo avranno l'artista o l'arte "tradizionale" , ma potrebbero benissimo fare la fine di molte religioni scomparse o credenze o modi di vedere vetusti. E ripeto, lo dico provando a vedere la cosa da fuori, da alieno che studia l'umanità, ma personalmente mi dispiace perché vivo di questo.
Interessante spunto ma secondo me va approfondito il concetto di vissuto condiviso attraverso un'espressione, artistica o frutto della creatività. Il solo ritrovarsi nel vissuto di un altro risulta molto simile all'empatia, e credo che le IA arriveranno non troppo lontano nel futuro a codificare anche le emozioni. La differenza sta altrove secondo me: paragonare l'espressione creativa all'intrattenimento è come paragonare la cultura con il mero sapere: riguardo a quest'ultima contrapposizione è necessario sottolineare che la cultura non è frutto solo di un trasferimento di sapere e nemmeno di reti di sapere ma è qualcosa che collega le persone in quanto tali, che riflette il percorso di conoscenza che la mente umana ha fatto fino ad ora. E questo comprende anche il sapere. Che ne pensi?
Guarda la prova di ciò che dici, ovvero che nell'arte fatta dall'uomo si intuisce un vissuto e in quella dell'AI no, la poi facilmente mettere alla prova. Ti propongo un esperimento. Fatti sottoporre 10 opere e cerca di capire quali sono state fatte dall'uomo, frutto della sua esperienza e quali no. Se non dovessi riuscirci scoprirai che siamo noi osservatori a metterci del nostro, in qualsiasi opera. Così come stupisce che un falso emozioni gli astanti come se fosse vero se chi lo guarda non lo sa.
Se invece come "astante" ci metti un pc con la sua AI?
Ciao Rick, ho appena finito di vedere il tuo video e, pur rispettando la tua opinione, vorrei condividere alcune riflessioni basate su diversi fondamenti.
1. **Svilimento della Creatività a causa della Tecnologia** (minuto 6 circa):
La storia dell'arte ci ha mostrato che ogni volta che viene introdotto un nuovo strumento o medium, si apre una miriade di possibilità per gli artisti.
Prendiamo in considerazione la transizione tra la pittura al fresco e la pittura a olio. Quando la pittura a olio ha cominciato a guadagnare popolarità nel Rinascimento, ha offerto agli artisti una gamma di nuove tecniche grazie alla sua versatilità: tempo di asciugatura più lungo, capacità di sovrapporre e mescolare i colori in modi innovativi, e una gamma cromatica più ampia.
Quando è stato inventato il tubetto di colore, ha dato agli artisti la libertà di dipingere all'aperto per lunghi periodi di tempo, portando all'Impressionismo.
Queste transizioni non hanno affievolito la creatività; al contrario, hanno ampliato le possibilità espressive.
Analogamente, l'intelligenza artificiale e la tecnologia non restringono il campo creativo, ma aprono nuovi orizzonti. La tecnologia permette di esplorare nuove forme, nuove texture e nuovi modi di interagire con il pubblico. Lontano dal ridurre la creatività, amplifica la gamma di ciò che è possibile.
2. **Arte vs Intrattenimento**: L'arte ha avuto molte definizioni nel corso dei secoli, ma una costante è che essa riflette e commenta la condizione umana. L'intrattenimento, d'altra parte, offre distrazione e piacere. Ma questi due non sono mutualmente escludentesi. Molte opere d'arte sono intrattenenti e viceversa. L’IA, in quanto strumento, non pregiudica la capacità di un'opera di essere sia arte che intrattenimento. Dobbiamo ricordare che la distinzione tra ció che consideriamo “alto” e “basso” nella cultura e nell’arte è spesso personalistica ed arbitraria.
3. **Artisti Digitali**:
È sotto gli occhi di tutti l’esistenza di una quantità enorme di artisti digitali, ossia artisti che utilizzano strumenti come Photoshop o IA per esprimere le loro visioni, proprio come un pittore usa pennelli e colori.
(Io ho recentemente creato una galleria d’arte virtuale che ospita opere totalmente “digitali”, per cui è un punto che personalmente trovo molto interessante)
Classificare il loro lavoro come "meno artistico" è simile a minimizzare la pittura ad olio perché una volta era considerata una nuova tecnologia rispetto all'affresco. La qualità o il valore dell'arte non dovrebbe essere determinato dal medium, ma dalla visione, dalla passione e dalla capacità dell'artista di comunicare con il suo pubblico.
La mia intenzione con questo commento è di stimolare una riflessione più profonda sul ruolo e il valore della tecnologia nell'arte, non di creare polemica.
/commento scritto con l’ausilio di GPT-4/
Il problema non sono quelle centinaia di persone che usano l'IA effettivamente come strumento per fare arte ma quelle centinaia di migliaia che non fanno altro che generare dal mattino fino alla sera vero e proprio inquinamento visivo privo di significato. Inquinamento che non mi permette più di godere di piattaforme artistiche come pinterest che ora sono stracolme di questi peti digitali. In una parola sola saturazione.
Secondo me nel video si intende dire, non tanto che la tecnologia non possa essere un nuovo mezzo per dare sfogo alla creatività, ma piuttosto che un umano, a differenza di una macchina, possa creare qualcosa di davvero nuovo, di mai visto prima anche grazie al supporto della tecnologia. In fin dei conti la pittura ad olio o un tubetto di colore non sono altro che avanzamenti tecnologici e manifestazioni della creatività umana...no? Ci ho provato...☺️
1)Lo stesso atto di scegliere una creazione dell'IA e di attribuirgli un significato umano, quello potrebbe essere considerato arte, sotto determinate condizioni. Ma è completamente diverso dal dire che un giorno l'arte potrebbe essere interamente generata da macchine.
2)L'arte però non è solo intrattenimento, non è pura tecnica artistica. Ci deve essere dietro un messaggio trasmesso da un vissuto umano, anche nelle forme tecnicamente/concettualmente più "basse".
3)concordo.
@@untizio7125 Ciao, quello della iperproduzione (inquinamento) è un possibile problema anche secondo me, ma capisco di meno perché tu dica "prive di significato". Cioè, di sicuro una parte delle opere generate non rimanda a nulla di tangibile, ma questo succede anche con l'arte umana. Cosa intendi esattamente?
@@giacomocasartelli5503 se hai tempo, ti va di spiegare perché secondo te: "Ci deve essere dietro un messaggio trasmesso da un vissuto umano, anche nelle forme tecnicamente/concettualmente più "basse"?
Per me non è affatto una condizione necessaria. Infatti considero arte anche i giardini floreali addobbati da alcuni uccelli per attirare una possibile compagna, e dubito che ci sia un vissuto umano dietro
Nessuno immaginava di dipingere con un mouse su Photoshop 60 anni fa quando fu introdotto il personal computer. Magari fra 30 anni verrà insegnata informatica nelle scuole d'arte per fare in modo che gli artisti creino le proprie intelligenze artificiali con cui creare i propri soggetti.
Philippe Daverio, nella prima lezione del suo corso Rudimenti di etica per il design, parla della mutazione dell'estetica in relaziona alla mutazione delle tecnologie. Sostanzialmente egli dice che ad ogni implementazione tecnologica importante segue una crisi estetica totale. Tra i vari esempi, il primo che porta è la bibbia di Gutenberg e la contemporanea bibbia di Borso D'Este: la prima è rozza e brutta se paragonata a qualsiasi bibbia scritta e decorata a mano; la seconda invece (a detta di Daverio) è il capolavoro architettonico di un libro.
Eppure, a chiederlo in giro, tutti noi sappiamo chi è Gutenberg e la sua bibbia, mentre pochi possono dire lo stesso di Borso D'Este.
Ora siamo proprio in quella fase di imbruttura estetica successiva all'innovazione ed è inutile opporsi al progresso tecnologico. Ci spaventiamo solo perché accade troppo in fretta. Ma questa imbruttura la viviamo ogni giorno guardando il nostro smartphone dall'introduzione del primo i-phone. O solo io ricordo come erano variegati ed esteticamente belli i telefoni nei primi 2000?
Comunque, consiglio la visione del corso di 9 lezioni universitarie di Daverio per approfondire la questione.
Interessante punto di vista. E facendo un salto con l'immaginazione di 30 anni, questo strumento sarà magari così potente da creare da solo una intera serie TV. Dialoghi, immagini, scenografia, tutto.
Però: dietro ci sarà sempre una persona, almeno una, che dica allo strumento "fammi una serie di 12 episodi brevi sull'amore adolescenziale in cui la protagonista" ecc...
La macchina non produce, da sola, niente, se non richiesto.
Qualora dovessimo arrivare alla produzione "spontanea" di contenuti da parte di una macchina, il discorso per me cambia. Saremmo di fronte all'espressione di una cultura aliena. Un essere senziente a cui dovremmo capire se riconosceremmo dignità gnoseologica.
@@giovatbm la serie di cui parli esiste già. È uno streaming costante di un anime generato da una IA e va avanti da mesi.
Ad oggi quando si parla di IA ci si riferisce alla scopiazzatura delle opere già presenti in rete.
Ma questo è ciò che l'uomo fa da sempre.
L'innovazione e l'estro non nascono da soli.
Persino Newton a suo tempo ammise di stare sulle spalle dei giganti.
Cercherò questo corso.
@@rockessence Quello che fa l'ia non è "scopiazzatura", ma usa come input opere di artisti come base per realizzare le sue.
@@Quizzes-for-you che è infatti ciò che ho detto.
"Nasce l’uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell’esser nato."
Questo estratto è contenuto in una delle poesie che più mi hanno toccato. Anche io ho sentito questa connessione fra la mia interiorità e quella del poeta, per cui non mi è estranea l'arte intesa nel senso che lo intende Rick. Tuttavia, questo sentimento che il poeta sembra veicolare è qualcosa di assai comune. Tutti, chi più chi meno, ci siamo ritrovati nella vita a pensare cose simili, ma pochi hanno saputo veicolare questo messaggio in modo così efficace. Questo è il compito dei poeti. Il punto è che la tecnica la si impara. Lo stesso poeta a cui appartengono i versi che ho riportato accennò alle "sudate carte", al lavoro incessante a cui si deve sottoporre chi svolge degli impieghi creativi. Il possedimento dell'aspetto formale dell'arte è, credo, l'unico strumento che rende i testi di Leopardi così affascinanti, rispetto a un qualsiasi adolescente più o meno problematico e più o meno mediocre, il quale decidesse di scribacchiare qualche pensiero simile. L'emozione può essere la stessa, ma il poeta possiede quegli strumenti per veicolarla meglio rispetto a me o a te che stai leggendo. Leggere tanto, scrivere tanto, imparare efficacemente le varie figure retoriche, ecc sono tutte attività essenziali per saper scrivere bene. Così, ciò che decide se una opera è d'arte o di intrattenimento riguarda la forma e non il contenuto. Quando leggiamo un pensiero, esso può essere scritto tanto bene da farci esclamare: "quanto è profondo!" e invece è un sentimento comune, un concetto a cui già avevamo pensato, solo che è ben scritto.
L'arte generata tramite processo creativo non è responsabile del fruitore che la vede solo come intrattenimento. Esattamente come non si può sradicare dalla Generative AI il seme creativo solamente in virtù del fatto che noi umani usiamo la AI per intrattenerci. Mi riferisco al tuo concetto di creatività qui, che, per riassumere, è definita come il processo di tradurre le proprie esperienze di vita in una rappresentazione che servirà come impulso per i fruitori. Quindi la creatività come un processo collettivo che è più della somma del creatore e del fruitore. Ora, non c'è nulla nella AI che vieti tutto ciò. Una AI può essere addestrata su una conoscenza unica, magari trainata solo per conoscere una parte del mondo, una nicchia intellettuale (ad esempio sui testi di alcuni filosofi e non altri), e quella AI genererà immagini diverse rispetto a quelle che genererebbe una AI addestrata su tutt'altra nicchia intellettuale. Questo perché il punto fondamentale, ovvero la grande scoperta della AI moderna, è che le macchine diventano più efficienti quando imparano a mappare tutto su uno spazio semantico comune. Per cui le informazioni liunguistiche possono servire come base per creare rappresentazioni visive o audio-visive. Le AI possono imparare da altre AI, e sussumure le rappresentazioni fornite da queste secondo il loro paradigma, che dipende da una base di conoscenza diversa. Come fa questa a non essere creatività? Non è che forse hai una visione un po' antropocentrica del mondo e dei fenomeni complessi, di cui la creatività è solo un misero esempio?
Ho come il vago sospetto che qualcuno (tanti) oggi prendano per realtà dei modi di dire. Ad esempio noi, per lamentarci di qualche malfunzionamento, possiamo dire "il mio pc funziona quando vuole lui" oppure "questo programma funziona quando vuole lui".
Però... Non è vero che il pc "vuole" 😁 .
Per quanto riguarda l'arte, gli esseri umani si dedicano ad attività artistiche (o creative che dir si voglia) quando _hanno voglia_ e _quando vogliono_ .
Invece, il pc, soprattutto se è spento ( 🤣 ) non è che ad un certo punto si accende "perché ha voglia di fare arte".
A dir la verità... Neanche se è acceso gli piglia _la voglia_ di fare arte se noi non glielo "ordiniamo" .
E per dirla tutta... Non si tratta mai di "voglia". AI AI AI AI AI AI AI 😄
Ritornando seria:
mi pare una grande differenza
È un ottimo punto, spesso trascurato in queste discussioni figlie della paura, condivisibile, del non sapere dove stiamo andando con queste tecnologie.
Ad oggi però, per quel che mi risulta, le "intelligenze" artificiali non sono senzienti, sono strumenti, seppur potentissimi. L'input iniziale, ad oggi, è sempre umano.
È un punto che secondo me fa molta differenza. Sarà estremamente affascinante vedere, se mai accadrà, cosa, e come, in futuro, una macchina senziente (cogito, ergo sum?) avrà necessità di esprimere.
@@giovatbm
Quella necessità sarebbe una necessità relazionale... Quindi, boh? Perché una macchina dovrebbe o potrebbe svilupparla (al di là di "esigenze" puramente funzionali) ?
Ma stiamo sul più facile: l'autocoscienza. Il sapere di pensare. Il pensare il pensiero. Il "vedere" il proprio pensiero (che non è esattamente l'attività del pensare).
Per questa cosa qua... Ci vuole... La vita. Cioè bisogna essere vivi e autocoscienti nel senso umano.
Non sono informata sulle galline, sui pesci e sulle scimmie, ma... Credo che "in nuce" non ne dispongano nemmeno loro, perlomeno ai livelli "qualitativi" di un essere umano. (C'era stato in passato qualche esperimento, controverso, sulla possibilità di insegnare alle scimmie che un giorno sarebbero morte... Quindi consapevolezza di morire. E qualcuno dice che l'hanno capito. Ma anche in quel caso NON si tratta di essere consapevoli di "pensare il pensiero" che è piena autocoscienza di essere vivi e pensanti in senso umano...).
Non so se mi spiego bene.
In ogni caso: ammettendo che un giorno noi umani riusciamo a creare tecnologie potentissime (magari pure in grado di "evolversi" da sole) ... Sarebbero state comunque create da noi.
E allora, in qualche modo, questa ipotetica possibilità... Non rimanderebbe pure al fatto che anche per noi umani *deve* esserci stato un Creatore ? - qualunque sia il modo di intenderlo (sul quale non mi addentro perché non è l'argomento in questione).
... 🤔 ... ...
Sono molto d’accordo. È da tempo che valuto romanzi e film che consumo in base a quanto essi hanno saputo allargare la mia coscienza del mosaico umano piuttosto che all’intrattenimento che mi hanno fornito o alla maestria tecnica con la quale l’hanno fatto. Per ogni wannabe artista o intellettuale, l’intelligenza artificiale rimarrà sempre un giochino o un mero strumento, indipendentemente da quanto essa diventi potente. La domanda che mi faccio è, basterà questo? In un mondo in cui l’intrattenimento provveduto dall’IA è al pari di quello di un professionista umano, i consumatori continueranno ad avvertire e a ricercare attivamente il valore dell’esperienza umana dietro alle parole dei personaggi?
Secondo me l'arte delle AI rappresenta anche il tentativo di superare i limiti tecnici dell'artista umano, per cercare sempre la perfezione estetica. Tutte le immagini generate che ho visto mi hanno dato questa impressione, sono sempre armoniche e patinate, come a creare una dimensione ideale (al netto degli errori che i programmi ancora commettono ma che saranno risolti proprio per raggiungere quella perfezione di cui dicevo). Un elemento da tenere in considerazione è proprio questa svalutazione dell'imperfezione, che però non si può scendere da noi, sia a livello puramente tecnico che di contenuto. Come dici tu giustamente l'arte rappresenta la nostra interiorità, ebbene questa è fatta anche da elementi disturbanti e che preferiremmo non vedere, ma proprio per questo ne abbiamo bisogno. La violenza, il tradimento, le ingiustizie e tutte le altre azioni umane riprovevoli necessitano di essere rappresentate in funzione catartica, ma per farlo talvolta è anche necessario "sporcare" l'arte. Gli esempi che mi vengono in mente sono il black metal o i film thriller/horror che non godono di particolare qualità tecnica. Entrambe queste rappresentazioni hanno la loro forza artistica proprio nel fatto di essere mal prodotte, disarmoniche, rivoltanti in un certo senso. Riescono perfettamente a trasmettere quel disgusto che fa parte di noi anche grazie alla loro imperfezione, cosa in cui le AI non riusciranno mai
@@OfficialRikyeah La distinzione non sta nell'eventuale uguale risultato di produzione, ma nel fatto che l'uomo è "creativo" _di per sé_ . L'AI no.
@@OfficialRikyeah la considetta anima é importante nella comunicazione, per anima non s'intende qualcosa di mistico ma la banale ricerca dell'altro, rappresenta il bisogno intrinseco che abbiamo di farci capire dal prossimo, l'arte, almeno per me, é condensare quelle emozioni altrimenti incomunicabili dalla semplice parola in medium diversi. L'anima é la volontà di comunicare cosa che l''AI non possiede.
Grazie sincero, hai dato una rappresentazione dell'arte e creativita che non avevo mai pensato
In realtà sempre nuovi traguardi raggiunti dall'AI tendono a sfatare queste idee, che hai espresso e che noi crediamo di avere, sulla nostra creatività, nello stesso modo come la scienza in passato ha eroso sempre di più le credenze religiose.
🤨Mmmm... no, non credo
Cos'ha che non va Downtown Abbey? E' una delle colonne portanti della televisione inglese. A proposito, ertamente Bard sarà un nome che fa riferimento a Shakespeare, ma tu lo sapevi che Adam Bard è il nome dell'inventore della televisione?
L uomo per creare rielabora sempre un vissuto. Se gettiamo dentro un computer tutti i nostri vissuti l'AI puo creare tanto quanto creiamo noi e anche di piu visto che noi abbiamo solo il nostro punto di vista.
Quello che per ora manca all' AI credo sia la VOLONTÀ. senza un prompt (che e la vera fase creativa odierna) non puo generare di testa sua. Ha per forza bisogno del nostro input (per ora)
A me sembra che l'AI manchi anche di _unicità_ . Uguali pc con uguali presupposti tecnici e di impostazioni, con gli stessi input daranno lo stesso risultato. Mentre fare un discorso del genere per un essere umano è ridicolo. Cioè, ipoteticamente, due esseri umani clonati identici non daranno mai una "produzione" identica.
Mi trovo d'accordo, non che l'arte prodotta dall' uomo non possa essere puramente stilistica come quella prodotta da un' IA, però quella che invece racconta qualcosa di intimo e personale di un uomo ha un valore diverso da quella prodotta da un'IA, non perché non si somiglino o perché non sono indistinguibili magari ma sapere che un'opera è stata prodotta da una persona che in qualche modo condivide con noi l'esperienza di "essere vivi e senzienti" per me ha un valore diverso. Paragonerò in pieno l'arte delle IA a quelle delle "IU" quando anche queste diventeranno "vive e senzienti" a quel punto secondo me si potrà dire che effettivamente rimangono poche differenze
ciascuno ha diritto alle proprie preferenze, ma questo non c'entra nulla con l'essere o meno arte.
Esempio banalissimo, io adoro l'arte astratta e provo noia profonda di fronte all'arte figurativa, quindi posso dire che quella di Giotto, Leonardo, etc non è vera arte?
@@bobpuley "arte" non significa niente di ben definito in realtà, non dico che l'arte prodotta dalle IA non lo sia dico solo che non può trasportare con sé qualcosa di diverso dal tecnicismo (per il mio occhio)
@@pescefritto3963 questa è l'eterna polemica attorno ad ogni forma d'arte.
Ha un suo senso, ma io dubito che fra qualche anno saremo ancora capaci di distinguere un tecnicismo da una ispirazione. Esempio: lo schiaccianoci (considerato dell'autore puro tecnicismo, anche se è ormai una delle + iconiche tra le sue opere)
Proprio quando ho letto che la Disney ha intenzione di creare un team di esperti IA per "tagliare i costi" e di conseguenza sostituire artisti.
Quello che io mi chiedo è: perché dovrei stupirmi di un'IA?
Quando guardo recitare Daniel Day-Lewis rimango meravigliato perché un essere umano, con le sue imperfezioni, con i suoi difetti, con tutto quello che ha passato... Cerca, nonostante tutto, di raggiungere una perfezione attraverso un'arte.
Perché dovrei stupirmi se un'IA più intelligente di me, con una memoria più potente ed un database più grande, riesce a fare deep-fake di Day-Lewis che recita?
L'arte ha un suo valore perché non è necessaria, ma al tempo stesso l'uomo sente di dover fare.
E se ci tagliassimo le gambe, sostituendo l'arte con l'intrattenimento, diventeremo solo degli eterni consumatori di prodotti.
La creatività non produce necessariamente arte. Siccome, come diceva D'Averio, arte è ciò che chiamiamo arte, io chiamo arte solo ciò che veicola senso. L'artigianato artistico è creativo ma non veicola senso. Senso non significato. Ars in latino, technè in greco: è necessario che l'opera richieda una grande perizia tecnica ma non basta. È necessario l'intervento di quello che ogni cultura chiama in modo diverso ma è fondamentalmente sempre la stessa ineffabile "cosa" ossia il collegio delle muse o Spirito Santo o inconscio collettivo che dir si voglia. L'arte è un'esperienza mistica che permette di intuire il fato comune o la comunione dei santi o l'unità sotto il velo di Maya che dir si voglia. Chi produce arte non ci riesce sempre ma quando ci si riesce allora si produce un oggetto che tramite un'esperienza estetica riesce a trasmettere quello che nessun concetto può davvero contenere. Un po' lo si fa apposta e un po' no ma sicuramente non riesce se l'artista non si fa da parte quando si tratta di imprimere il significato all'opera e non si concentra su quelle persone che invece di starsene sedute comode a casa loro devono avere un buon motivo per fare lo sforzo di usufruire dell'opera. L'ego non è un artista, l'arte è servizio e mettersi in ascolto di quella cosa lì che ognuno chiama come gli pare. Se l'intelligenza artificiale può produrre arte? Non so, non credo. Una cosa però e certa: può essere un potentissimo strumento nelle mani degli artisti.
Sono d'accordo. Una definizione di opera d'arte che trovo piuttosto condivisibile è la seguente: tramite un mezzo (tavola, tela, pellicola, pentagramma...) si comunica un messaggio.
Se lo si fa in maniera esteticamente gradevole può risultare bello.
Se sgradevole, può risultare "scioccante".
Se tiepida e insipida, il messaggio non arriverà, ergo smetterà di essere arte.
Non so se un'AI potrà mai essere in grado di fare questo. So però che arte non è un'esperienza estetica. Il messaggio è ciò che conta, e come questo venga veicolato.
È, forse, più importante il processo del risultato. Il processo è sia l'esperienza di vita che ha portato alla creazione sia l'esperienza di vita della costruzione della creazione. Scardinamento del significato consolidato e ricostruzione di nuovo significato, nuovo ordine. Espansione. Sublimazione. Camus disse che la creazione è sempre un tentativo di fare ordine. La soggettività, necessario punto di partenza, doventa universalità. Chi ne fruisce, rivive attraverso l'opera questa distruzione e ricostruzione del senso. Pur nell'assurdo, nell'opaco, la realtà si fa più trasparente, almeno per un attimo. Non mi oppongo all'intelligenza artificiale, sono a conoscenza di bravi artisti che la usano come strumento e non come fine. Il rischio è che l'artista si trasformi da uomo pensante, uomo che vive, che fa esperienza del divenire e le sue angosce, a uomo decerebralizzato che pigia tasti e fabbrica opere con la stessa facilità con la quale si fabbricano foto da postare su instagram. Manca la vita. È sempre la consapevolezza a fare la differenza.
Caro Rick, se vuoi dimostrare l’esistenza dell’anima (Essenza, creatività, chiamala come ti pare) l’onere della prova spetta a te
In realtà spetta a chiunque dice che le IA rappresentano un modello del ragionamento umano dimostrare che la nostra mente funzioni davvero così. Fino a prova contraria sono due cose poco correlate tra di loro, in quanto l'unico modo di sovrapporre le due cose è di ridurre il cervello a collegamenti elettrici tra neuroni con un fisso peso probabilistico assegnato.
I suoi discorsi portano esattamente lì, apprezzerei da parte sua un coming out spirituale 🤪
non ho ben capito.
Se l'arte non è mera rielaborazione dei dati cos'altro è oltre ai dati e alla loro rielaborazione?
"il maestro arriva quando l'allievo è pronto"
L'arte ci rende testimoni
Ok, ma perchè c'è Obi Wan nel thumbnail del video?
l'essere umano non è mera rielaborazione di dati?? Che prove ci sono a supporto di questa affermazione? Il fatto che praticamente tutti i mostri e gli alieni siano ricombinazioni di cose note non suggerisce proprio nessuna cautela, nel fare certe perentorie affermazioni?
Disperato tentativo di salvataggio, se rifarai il video con meno cope e bias fammi un fischio
Elencali e argomenta
AI crea una nuova dimensione dell’essere umano.
Potenzialmente può sostituire l’essere umano in qualsiasi attività umana.
A questo punto dobbiamo capire come dare senso all’esistenza, dal momento che potenzialmente potremmo vivere senza lavorare. La macchina lo fa per noi. Ma a quel punto senza lavoro e risoluzione dei problemi, sfide, che tengono l’essere umano attivo, mentalmente e fisicamente, non sappiamo bene come poter fare.
C'è un nutrito gruppo di scienziati ed esperti (di società informatiche che lavorano nell'AI) i quali hanno lanciato un preciso allarme: *estinzione degli esseri umani* . A causa del cattivo o ingenuo impiego dell'AI.
Il *perché preciso* non te lo so spiegare. So solo che hanno pubblicato articoli e che - a parte in Italia - hanno avuto molta risonanza internazionale.
Il problema comunque è l'utilizzo ignorante, indiscriminato, disinformato e piegato ai soli interessi commerciali, economici, finanziari... Insieme alla velocità dello sviluppo dell'AI senza alcuna valutazione delle conseguenze.
È come l'energia atomica. Non era sbagliata _di per sé_ .
E fa miracoli nella diagnostica medica ad esempio, salvando tante vite umane. Però abbiamo creato anche il potenziale per distruggere il pianeta, senza che nessuno si opponesse.
Si mi è piaciuto.. Un video di qualità
Sono d'accordo con il video, eccetto per le conclusioni. Mi spiego meglio: e' vero che conoscere un vissuto aiuta molto ad apprezzare l'arte in quanto empatizziamo con l'autore dell'opera pero' questo non esclude che io non possa emozionarmi e percepire l'arte anche con un prodotto fatto da una AI. E' un po cliche e cringe ma in questo caso e' azzeccato: l'arte e' negli occhi di chi guarda
Hai ragione!
Tutta questa agitazione per l’intelligenza artificiale in relazione a l’Arte io non la capisco, sembra che ci stiamo dimenticando che l’Arte parte da chi la crea, serve a chi la crea, a noi esseri umani (per ora forse) e questo nessuna macchina potrà togliercelo.
L’esperienza artistica per chi la fa non cambierà.
I fruitori vengono dopo, i fruitori vivono l’illusione di entrare in relazione con l’opera, se tutto ciò che ci serve da fruitori è l’illusione che dall’altra parte ci sia un’essere umano ok, ci sta, fino a che forse non riusciremo a entrare in empatia con le macchine.
Ma comunque l’esperienza di chi crea e di chi fruisce non cambierà un gran che in questo senso.
Ciao, Rick, hai parlato di creatività e questo mi ha colpito molto favorevolmente...Si è anche verificata una simpatica coincidenza, dal mio personalissimo punto di vista, ovviamente .. So che tu non sei credente ma lo sai che hai espresso lo stesso concetto di papa Francesco? 😂 Nello spiegare la figura di San Giuseppe, il Papa ha sottolineato che, pur nella sua fede umile e obbediente, fu tutt'altro che un uomo passivo, anzi dovette ricorrere a tutta la sua creatività nel cercare soluzioni per prendersi cura della propria famiglia.. Cavalcare gli eventi e non subirli... Ecco, come hai detto tu, l'intelligenza artificiale non è che un mezzo ma sarà la nostra creatività a permetterci di usarla a nostro favore, senza demonizzarla né idolatrarla.. Grazie del tuo contributo.
ma chi ha editato il video?
Quando carichi l intervista con Marra
l'intervista con Marra non si è più fatta alla fine.
@@rickdufer grazie Rick, buone vacanze
È fico downton Abbey!!
...ma potrebbe sostituire politici, burocrati & C.
imput dal libro homo deus
AI nei prossimi 20 anni è molto probabile che crei una massa di disoccupazione mondiale non indifferente, cosi da obbligare gli stati a dare un sussidio mondiale, questo potrebbe lasciare piu tempo all'uomo per dedicarsi alla creazione dell'arte... ecco un gruppo di studiosi ha fatto creare ad una AI una canzone di musica classica facendogli analizzare tutti i piu grandi successi di musica classica creati dall'uomo, ecco che in un teatro dopo aver fatto suonare questa canzone molte persone sono state toccate cosi in profondita da farle piangere.. c'è da ammettere che l'AI ci supera di anni luce e sono cazzate che qualcosa creata dall'uomo non potra fare mai meglio di un uomo.
l'esperienza personale di un uomo fa molto in campo artistico e condivido il tuo punto di vista, ma è da 20 anni che raccogliamo e imagazzianiamo dati sugli esseri umani, 20 anni di dati raccolti su di te e dati in pasto ad un AI bastano a quest'ultima a conoscerti meglio del tuo partner...
Sarebbe fantastico l
Spunto interessante, ma non credo che centri molto il punto. Parli dell'arte come, per prima cosa, qualcosa di mosso SEMPRE da emozioni (da compositore ti assicuro che non è sempre così) e che non possa esistere se non ci sono dietro alla sua creazione delle emozioni; e, in secondo luogo, ne parli come mezzo per dare un insegnamento. Non voglio dire che non sia così, ma non lo è sempre: nella musica, ad esempio, non è mai così fino alla seconda metà del Novecento, e non si può chiudere gli occhi a quella che viene prima; mi viene anche da pensare all'arte pittorica rinascimentale, cosa dovrebbe insegnarti? Oppure, dato che il punto che tieni non è l'INSEGNARE in sé ma il RAPPRESENTARE un'esperienza di vita di modo che gli altri imparino da essa, che esperienza dovrebbe raccontarti una cantata di Bach piuttosto che una Pietà di Bellini? E, viceversa, l'arte non è nemmeno l'unico modo di trasmettere un'esperienza o un insegnamento.
Ciò che voglio dire è che se parli dell'arte hai tutt'altre cose da dire, e quello che dici ha un collegamento troppo labile con l'arte per usarlo per darne, anche in modo parziale, una definizione, o per costruirci sopra un video che sembra volerla esaltare per quella esatta questione.
Mi piacerebbe ribadire infatti un fatto: le IA imparano a generare multimedia a partire da multimedia generati da NOI umani.
Poi si, tramite il reinforced learning la IA impara da se stessa, mi sta bene.
Il dataset di base però siamo sempre NOI con le nostre idee e la nostra creatività.
La IA impara da noi, noi generiamo dal nulla e sulla base delle nostre emozioni (spesso contestualizzate chiaramente).
Detto questo, la mia immagine del personaggio di D&D è generata dalla IA ma solo perchè non so disegnare e non ho il tempo di imparare.
La tecnologia è a supporto dell'essere umano, non il contrario, è bene sempre ribadirlo.
Grazie del video, come sempre.
Gli uomini non creano dal nulla. Creano a partire da una banca dati fatta di altre opere umane e dal proprio vissuto. Alle AI manca il file del " vissuto" in compenso il file delle altre opere è 10.000.000.000 volte più grande del nostro. E la tecnica di creazione la padroneggia senza studiare.
Si vede che non sei un artista per scrivere un titolo cosi sbagliato.
Credo eia meglio non sopravvalutarci troppo, siamo scimmie male ammaestrate e non abbiamo nulla di speciale fantastico ed insostituibile, in futuro non ci preoccuperemo di quale sarà la cosa a darci stupore, l'accetteremo come accettiamo il riflesso del sole sul fiume, una nuova natura
Oh, se tu stai bene così, chi sono io per farti cambiare idea?
@@rickdufer e perché dovresti, non è assolutamente ininfluente? Le nuove tecnologie di intelligenza artificiale che oggi sono al loro primo vagito fra 30 anni saranno normalità in ogni aspetto dello scibile, ci cureranno, ci intratterranno, ci aiuteranno a progredire in ogni campo, oggi impressionano come impressionavano 100 anni fa gli aeroplani che oggi non vediamo l'ora di prendere
Se tale tecnologia dovesse avere la meglio nel campo artistico (ci sono tutti i segnali), cosa che come al solito è legata a doppio filo con esigenze commerciali, vi sarà con lentezza ma inesorabilità la sostituzione del paradigma stesso dell'Arte per cui generazioni successive vedranno ma soprattutto percepiranno tali prodotti delle A.I. come noi percepiamo ed interiorizziamo un dipinto di Canaletto o uno scritto di Steinbeck. Saranno migliori o peggiori? Poco importa, la vera questione da porre è : Ma perché diavolo ci stiamo lanciando nel buio con un incudine appesa nel collo verso questa direzione?
Questo contenuto youtube invecchierà parecchio male.
Sotto quale aspetto precisamente? Puoi argomentare meglio questa tua affermazione?
Coma mai?😊
@@LucaLRyuzaki Chi lo dice?
@@LucaLRyuzaki Come mai prima parlavi di arte e ora di creatività?
@@LucaLRyuzaki Ah e dimenticavo: riproviamo… chi lo ha detto?
Buuuuuu Dufer umanista (antropocentrista). Getta la maschera e afferma direttamente la differenza ontologica!
P.s. la crearività non esiste, è un nome!
Complimenti per il tifo da stadio, molto colto 🤣
@@rickdufernon te la caverai così, noi cosmologi bramiamo confronti a botte di gladio, ci rincontreremo nell'arena!
L'AI può produrre fonti di ispirazione schematiche, ma l'arte sarà sempre e solo umana.
Non capisco il senso di questo video. Si parla di creatività in tutto il video solo per slogan (la creatività è slancio in avanti? Ma va?). Inoltre si commette un errore a mio avviso gravissimo: collegare l'apprezzamento e la fruizione dell'arte solo legandola a "qualcosa che sta dietro", al "vissuto del suo creatore", legando indissolubilmente arte ed artista. Ragionamento fallace, pericoloso e soprattutto falso. Io posso apprezzare una fuga di Bach non perchè dietro vi siano grandi storie, ma perchè obiettivamente si tratta di un costrutto intellettuale e musicale perfetto. Apprezzo il David per la sua perfezione anatomica, che è insita nel pezzo d'arte in sè. Apprezzo il Ratto delle Sabine per lo stupefacente realismo con cui le dita affondano nelle carni delle natiche della donna. Il fatto che vi sia una storia dietro è un aspetto in più, non di certo l'unica cosa che lo contraddistingua.
Inoltre, relegare la relazione più infantile con un'opera d'arte ad una fase "inferiore" dell'apprezzamento dell'arte, denota uno snobismo insopportabile. L'arte che sopravvive è grande soprattutto perchè parla a tutti, a livelli diversi. Io darei il mio fegato per poter riascoltare Mozart e Mahler per la prima volta, con la genuinità di quando avevo 8-10 anni, quando il riapparire di un tema ai violoncelli lo vivevo come un colpo di scena imprevedibile, e non come un "ovvio" ritorno del tema nella ripresa o uno sviluppo tematico ben fatto ma comunque legato ad una struttura. Consapevolezza non significa per forza maggior godimento, anzi.
Inoltre, e lo dico sottovoce sennò vi offendete: se il vostro mestiere di artisti è facilmente sostituibile da una intelligenza artificiale, il problema siete voi e il pubblico o il medium per cui lavorate. Così come il ceramista di scarsa qualità è stato sostituito dal piatto di IKEA, anche voi verrete sostituiti da una macchina, e chi resterà saranno coloro che hanno veramente qualcosa di unico da offrire.
Titolo di studio?
@@leo_mas_922 wtf
@@TommasoSaturnia Diploma in wtf?
@@leo_mas_922 non capisco cosa questo aggiunga alla discussione ma ok
@@TommasoSaturnia Perché uno che fa certe asserzioni o ha studiato e capisce o siamo a livello baretto. Se non rispondi è già un indizio
Se pensi che un computer possa esprimere te stesso meglio di te allora vuol dire che non ci hai mai davvero provato.
Il computer è un semplice strumento. Non è lui che esprime me stesso, sono io ad usare le sue funzioni per esprimere me stesso. Sti discorsi erano già nati morti 40 anni fa, agli albori dell'arte digitale.
Riesumarli oggi è patetico.
@@mondodimotori vallo a dire agli executive di Hollywood e poi fammi sapere
Quindi capire l'arte è recupero dell intenzione dell artista? Sei un intenzionalista dufer? Vai a far compagnia ai "pesci" umanisti ahah
Per me l’attaccatura dei capelli di rick è arte
I video così sono bellissimi
non preoccuparti,parli troppo presto.asimov nella trilogia dei robot te l'ha spiegato bene è succederà
❤
❤