Una COMPOSITRICE nel MEDIOEVO? Storia della Trobairitz COMTESSA DE DIA (ep. 60)

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  • Опубліковано 17 жов 2024

КОМЕНТАРІ • 14

  • @emanuelecanepa6312
    @emanuelecanepa6312 Рік тому +3

    È ammirevole come Mastro Elia sappia muoversi agevolmente in un ambiente ricchissimo di fascino, ma povero di informazioni certe. Occorrono nervi saldi e grande elasticità mentale. Bel video. Bravo! 👏

    • @mastroelia
      @mastroelia  Рік тому +1

      Grazie mille Emanuele! Mancano pochi episodi ormai di questa serie, ma sono tutti approfondimenti che mi stanno rapendo!

  • @iltrovatoreweb
    @iltrovatoreweb Рік тому

    Grazie come sempre Mastro!
    Video molto interessante che rivela uno spaccato del passato musicale meno conosciuto, anche per chi ha studiato a scuola l'aspetto letterario del periodo trovadorico.
    Resto in trepidante attesa del prossimo capito di "Storia della Musica".
    Andrew

    • @mastroelia
      @mastroelia  Рік тому

      Mi fa sempre un gran piacere leggerlo. Grazie!

  • @andreavacca8294
    @andreavacca8294 9 місяців тому +1

    È pazzesco come mai delle trovatrici non si parli mai nei libri di letteratura 😢 Bellissimi sempre i tuoi video per chi studia storia della musica ma anche la letteratura medievale

    • @mastroelia
      @mastroelia  9 місяців тому

      Non saprei dirti. Sicuramente sono informazioni affascinanti, tuttavia povere di fonti. Esistono per fortuna pubblicazioni adeguate sul tema, sempre (però) di nicchia.

    • @andreavacca8294
      @andreavacca8294 9 місяців тому

      @@mastroelia nono io intendo che sui manuali che si usano all’università per i corsi di filologia romanza non c’è traccia… Però molto spesso si trovano professori e professoresse illuminanti che ti fanno scoprire mondi inesplorati

    • @mastroelia
      @mastroelia  9 місяців тому

      @@andreavacca8294 ah sì, su quello non posso che darti ragione! Per questo motivo ho voluto dedicare un episodio intero a lei.

  • @ClaudioCapriolo
    @ClaudioCapriolo Рік тому +1

    Bello, eh? 🙂
    Bravo e grazie!

  • @ivanpascarella
    @ivanpascarella 10 місяців тому

    Ciao Mastro, ma visto che Bartolomeo Ramos de Preja nel 1482 chiamò il settimo grado Sj da Santche Iohannes. Come mai che Gioseffo Zarlino ribatezzò il settimo grado con la scritta Si? Grazie.

    • @mastroelia
      @mastroelia  10 місяців тому

      Ciao Ivan! Grazie per la domanda, ahimè sono argomenti che non prendo in mano da tempo, per cui posso solo risponderti ad intuito. Le varie sillabe proveniendo da esercizi di lettura (solmisazione, solfeggio) devono risultare semplici e chiare da pronunciare. Come del resto "UT" risultava più macchinoso per l'italiano rispetto a "DO", così SJ diventa SI. Poi ci può anche stare che il buon Ramos de Pareja non fosse particolarmente simpatico al resto dei teorici 😉

  • @cesareideemusicali
    @cesareideemusicali Рік тому +2

    Grazie Mastro Elia!
    Per certi versi va un po' a contrastare la rilettura demagogica di un certo femminismo attuale; spesso teso verso un revisionismo storico (per motivi sociali e politici attuali) che può portare a una semplificazione eccessiva di tematiche più raffinate e complesse.
    Nel senso che in queste poesie non vi è una donnina timorata di dio e succuba del desiderato (patriarcale...) ma una donna che desidera possedere ("avervi in mio potere") il proprio spasimante: lo dice a chiare lettere. Molto interessante.
    Lo vuole nudo nel proprio letto!
    In parole povere afferma che lo desidera ardentemente ed è ben disposta a concedersi ma...attenzione...solo se lui si impegna a fare quello che lei vuole.
    Lo scrive nei versi finali. Vi è una presa di posizione molto chiara.
    Ad ogni modo credo anch'io che all'epoca c'erano moltissime dame colte, in diverse discipline, anche perché se possiamo dirlo avevano più tempo libero (le donne ricche). Inoltre penso che la cultura fosse considerata un valore importante all'epoca anche per il prestigio sociale.
    Tuttavia presumo che si esibissero nella loro cerchia e non penso che potessero esibirsi nelle piazze pubbliche come forse credo di aver capito potessero fare i trovatori maschi. Questo aspetto sinceramente non lo conosco bene. Certo all'epoca la gente andava in giro armata e c'era una violenza estrema per cui credo che le piazze non fossero il luogo più idoneo per le dame di corte. Invece è facile pensare che anche i trovatori andassero in giro armati e sapessero fare di scherma.
    Le femministe di oggi in tal senso potrebbero incolpare i maschi dell'epoca magari per un eccessivo senso di protezione. Come dire a farle vivere nelle gabbie dorate lontane da tutti i pericoli esterni. Sì questa potrebbe essere una critica anche lecita.
    Le dame dell'epoca invece chissà se avessero preferito andare in giro con le spade, magari ad ammazzare qualcuno per autodifesa o per offesa, o stare a palazzo tranquille coi libri, il liuto, le ancelle, i profumi, le fontane, i giardini fioriti, i vestiti di seta e via dicendo. Chissà se c'è qualche scritto a riguardo che lo esplicita.
    Va bene poi questo commento l'ho scritto come una mia considerazione personale, non tutti saranno d'accordo, e ci sta, è un argomento aperto, sta di fatto che questo argomento a seconda di come ognuno di noi desidera interpretarlo resta comunque estremamente affascinante!
    Di storico e oggettivo resta il fatto che esistevano. Il resto sono nostre interpretazioni e ognuno poi la tira da una parte o dall'altra a seconda di cosa preferisce evidenziare e va bene così.
    Buona domenica pomeriggio a te e grazie :)

    • @mastroelia
      @mastroelia  Рік тому +5

      Ciao Cesare, grazie mille come sempre! Quando ho citato il "male gaze", tipicamente inteso come lo sguardo al maschile con cui vengono raccontate e mostrate le donne in racconti e film (di autori uomini), l'ho detto più per gioco che altro. Benché i richiami siano forti, traslare certe visioni attuali a frasi di ottocento anni fa sarebbe insidioso.
      In ogni caso il discorso sulle donne nel Medioevo è complicato da sintetizzare, specie perché, a quanto sembra, nelle regioni che oggi chiamiamo "occitane" esse avevano maggior spazio di espressione. Sempre ai piani alti, ben inteso. Nel testo "Nel mondo dei Trovatori" della Paterson c'è un mega capitolo che affronta il tema in modo capillare e trarre conclusioni a quanto pare è molto difficile. Magari ne parlerò quando presenterò le fonti che ho usato. Un salutone!