È stato più facile far compiere la transizione di genere a Panetty e renderlo Cristina, che far tagliare i capelli ad Anas per conformarlo al podcast 😓
Puntata con homyatol, letteralmente loro padre, tutti gli iscritti del canale lo conoscono : 40 minuti Puntata con una tipa : episodio più lungo di tutti
i miei fratelli hanno cucinato l'episodio più ep*co quando nessuno sul gruppo telegram gli dava speranza, resta il fatto che odio la Bertevello peggio di lei solo fish ball che cresce suo figlio per farlo diventare un terrorista.
Ho fatto uno strappo alle miei salutari 8 ore di sonno necessarie per affrontare la giornata al massimo, pur di vedere questo episodio con una pupa in carne ed ossa
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città. Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell’estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia. Dall’una all’altra di quelle terre, dall’alture alla riva, da un poggio all’altro, correvano, e corrono tuttavia, strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte; ogni tanto elevate su terrapieni aperti: e da qui la vista spazia per prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, secondo che i diversi punti piglian più o meno della vasta scena circostante, e secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia, spunta o sparisce a vicenda. Dove un pezzo, dove un altro, dove una lunga distesa di quel vasto e variato specchio dell’acqua; di qua lago, chiuso all’estremità o piuttosto smarrito in un gruppo, in un andirivieni di montagne, e di mano in mano più allargato tra altri monti che si spiegano, a uno a uno, allo sguardo, e che l’acqua riflette capovolti, co’ paesetti posti sulle rive; di là braccio di fiume, poi lago, poi fiume ancora, che va a perdersi in lucido serpeggiamento pur tra’ monti che l’accompagnano, degradando via via, e perdendosi quasi anch’essi nell’orizzonte. Il luogo stesso da dove contemplate que’ vari spettacoli, vi fa spettacolo da ogni parte: il monte di cui passeggiate le falde, vi svolge, al di sopra, d’intorno, le sue cime e le balze, distinte, rilevate, mutabili quasi a ogni passo, aprendosi e contornandosi in gioghi ciò che v’era sembrato prima un sol giogo, e comparendo in vetta ciò che poco innanzi vi si rappresentava sulla costa: e l’ameno, il domestico di quelle falde tempera gradevolmente il selvaggio, e orna vie più il magnifico dell’altre vedute. Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, nè il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, nè a questo luogo nè altrove. Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l’altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l’indice della mano destra, e, messa poi questa nell’altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero: poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli occhi all’intorno, li fissava alla parte d’un monte, dove la luce del sole già scomparso, scappando per i fessi del monte opposto, si dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe e inuguali pezze di porpora. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro squarcio, giunse a una voltata della stradetta, dov’era solito d’alzar sempre gli occhi dal libro, e di guardarsi dinanzi: e così fece anche quel giorno. Dopo la voltata, la strada correva diritta, forse un sessanta passi, e poi si divideva in due viottole, a foggia d’un ipsilon: quella a destra saliva verso il monte, e menava alla cura: l’altra scendeva nella valle fino a un torrente; e da questa parte il muro non arrivava che all’anche del passeggiero. I muri interni delle due viottole, in vece di riunirsi ad angolo, terminavano in un tabernacolo, sul quale eran dipinte certe figure lunghe, serpeggianti, che finivano in punta, e che, nell’intenzion dell’artista, e agli occhi degli abitanti del vicinato, volevan dir fiamme; e, alternate con le fiamme, cert’altre figure da non potersi descrivere, che volevan dire anime del purgatorio: anime e fiamme a color di mattone, sur un fondo bigiognolo, con qualche scalcinatura qua e là. Il curato, voltata la stradetta, e dirizzando, com’era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s’aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano, l’uno dirimpetto all’altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l’altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. L’abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov’era giunto il curato, si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni, uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d’ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi. Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica. Chi non ne avesse idea, ecco alcuni squarci autentici, che potranno darne una bastante de’ suoi caratteri principali, degli sforzi fatti per ispegnerla, e della sua dura e rigogliosa vitalità. Fino dall’otto aprile dell’anno 1583, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d’Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d’Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa Città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi, pubblica un bando contro di essi. Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi... i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno... ma, senza salario, o pur con esso, s’appoggiano a qualche cavaliere o gentiluomo, officiale o mercante... per fargli spalle e favore, o veramente, come si può presumere, per tendere insidie ad altri... A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a’ renitenti, e dà a tutti gli ufiziali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà, per l’esecuzione dell’ordine. Ma, nell’anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore, che questa Città è tuttavia piena di detti bravi
"Nono ma comunque mi sembra che in realtà sia anche provato quantisticamente che tutto emetta una frequenza di base" non ce l'ho fatta a proseguire, per questa volta mi fermo qua campioni
Ospite molto più interessante di quanto pensassi. Sicuramente non è una sprovveduta, sembra anche una ragazza intelligente, però quando sento dire che ha lasciato la scuola perché l’idea di lavorare tutta la vita dentro una stanza a 1600€ al mese (comunque già una previsione ottimistica) la faceva stare male sicuramente non ha calcolato che il suo lavoro attuale e tutto ciò che concerne esso può farlo solo e soltanto per una cosa. Perché è una bella ragazza. Fosse stata una “cessa” come avrebbe fatto? È innegabile dai.
vero ma è anche vero che avendo un sogno e andando nella direzione di esso alcune porte si aprono magicamente da sole. Anche io alla stessa età ho fatto il suo stesso identico pensiero e soltanto dopo quasi 10 anni posso dirti di aver fatto bene nel mio piccolo
Siete ragazzi interessanti e intelligenti, capirete che la vita è lunga e molto interessante, e il più grosso cambio nella vostra vita lo farete il giorno che consciamente e responsabilmente avrete un figlio , ha ragione Elon Musk anche se lui lo argomenta in maniera diversa , fate figli , e’ capirete una delle grandi meraviglie della vita , saluti
In Italia il livello culturale è talmente basso che la gente pensa che la Bertevello dica cose intelligenti ed innovative quando in realtà sono solo fregnacce e quando va bene banalità
È stato più facile far compiere la transizione di genere a Panetty e renderlo Cristina, che far tagliare i capelli ad Anas per conformarlo al podcast 😓
Quindi alla fine chi ha vinto la morra cinese per annusare la sedia per primo?
Puntata con homyatol, letteralmente loro padre, tutti gli iscritti del canale lo conoscono : 40 minuti
Puntata con una tipa : episodio più lungo di tutti
non capita tutti i giorni di parlare con una femmina
@@bababonzioreal
Un mondo completamente sconosciuto, giusto esplorarlo
Cazzo devono fare zittirla? È anche una persona interessante da quel che mi è parso, cerca di cogliere qualcosa
Bro fr
coperta sul pp per non far vedere che è duro, geni assoluti
Ahahah
con questa mossa si son superati
epico podcast unico podcast in italia non finanziato dai Rothschild
Mica come quel liscia palle di gazzoli(tanto love per lui)
Questo non possiamo dirlo con certezza
Prima donna ad epico: epico
Fa pensare...
Epica
...ed ultima.
Se... Una celebrolesa... Messi proprio male
Riassumere epico podcast in una frase: "Com'è che si dice in italiano?"
Mai visto Panetty così fruttato
i miei fratelli hanno cucinato l'episodio più ep*co quando nessuno sul gruppo telegram gli dava speranza, resta il fatto che odio la Bertevello peggio di lei solo fish ball che cresce suo figlio per farlo diventare un terrorista.
c’è un gruppo telegram? whaaaat
Link gruppo?
episodi con ospiti maschi -> 40/50 min, primo episodio con una tipa->1 ora e 40 min, solo rispetto per i miei fra
perchè a ogni argomento devono fare mansplaining
Non conoscevo questa ragazza ma fa dei bei discorsi, love her
vorrei capire la scelta della coperta di gengar messa così
Cazzo ragazzi allora le donne esistono veramente, pensavo fossero una leggenda tipo il bigfoot
ologramma
Penso che fosse sdrumox travestito, non ci inganneranno così facilmente
La risata della Bertevello top sound per nuovi personaggi di Oda in OP.
Puntata inaspettatamente basatissima, big up per l'amico di Anas che ha provato la DMT
La tv con scritto Beast Mode regge l'intero episodio
*finalmente arriva una tipa
anas be like fammi mettere il cappello piu goofy che ho
Ho fatto uno strappo alle miei salutari 8 ore di sonno necessarie per affrontare la giornata al massimo, pur di vedere questo episodio con una pupa in carne ed ossa
Quel blanket è super strategico, geni🙌
coperta fra
Ma la copetina rosa serve per coprire l'erezione?
Che grande la bertevello, mi state facendo scoprire un sacco di personaggi che non cagavo minimamente ma che meritano.
Cap
Ho fatto uno shot ad ogni cazzata della bertevello sono ancora a metà video ma al secondo coma etilico , epico non delude mai
Once again best content on the platform con
La vita di una ragazza oggetto
Anas ogni smash or pass: voi sottovalutate i poteri psichici. Un fratello
nuovo episodio e nuovamente l'isola di epstein è stata menzionata🔥🔥🔥
rubrica
Podcast di una potenza inescusabile
Amo, i bro potevano dire al massimo 13 parole consecutive poi partiva l'assolo della Cri
ADORO ❤
Epica la Cri ❤
ufficiale nessun componente del forum dei brutti seguirà più il podcast
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città. Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell’estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia. Dall’una all’altra di quelle terre, dall’alture alla riva, da un poggio all’altro, correvano, e corrono tuttavia, strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte; ogni tanto elevate su terrapieni aperti: e da qui la vista spazia per prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, secondo che i diversi punti piglian più o meno della vasta scena circostante, e secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia, spunta o sparisce a vicenda. Dove un pezzo, dove un altro, dove una lunga distesa di quel vasto e variato specchio dell’acqua; di qua lago, chiuso all’estremità o piuttosto smarrito in un gruppo, in un andirivieni di montagne, e di mano in mano più allargato tra altri monti che si spiegano, a uno a uno, allo sguardo, e che l’acqua riflette capovolti, co’ paesetti posti sulle rive; di là braccio di fiume, poi lago, poi fiume ancora, che va a perdersi in lucido serpeggiamento pur tra’ monti che l’accompagnano, degradando via via, e perdendosi quasi anch’essi nell’orizzonte. Il luogo stesso da dove contemplate que’ vari spettacoli, vi fa spettacolo da ogni parte: il monte di cui passeggiate le falde, vi svolge, al di sopra, d’intorno, le sue cime e le balze, distinte, rilevate, mutabili quasi a ogni passo, aprendosi e contornandosi in gioghi ciò che v’era sembrato prima un sol giogo, e comparendo in vetta ciò che poco innanzi vi si rappresentava sulla costa: e l’ameno, il domestico di quelle falde tempera gradevolmente il selvaggio, e orna vie più il magnifico dell’altre vedute.
Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, nè il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, nè a questo luogo nè altrove. Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l’altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l’indice della mano destra, e, messa poi questa nell’altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero: poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli occhi all’intorno, li fissava alla parte d’un monte, dove la luce del sole già scomparso, scappando per i fessi del monte opposto, si dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe e inuguali pezze di porpora. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro squarcio, giunse a una voltata della stradetta, dov’era solito d’alzar sempre gli occhi dal libro, e di guardarsi dinanzi: e così fece anche quel giorno. Dopo la voltata, la strada correva diritta, forse un sessanta passi, e poi si divideva in due viottole, a foggia d’un ipsilon: quella a destra saliva verso il monte, e menava alla cura: l’altra scendeva nella valle fino a un torrente; e da questa parte il muro non arrivava che all’anche del passeggiero. I muri interni delle due viottole, in vece di riunirsi ad angolo, terminavano in un tabernacolo, sul quale eran dipinte certe figure lunghe, serpeggianti, che finivano in punta, e che, nell’intenzion dell’artista, e agli occhi degli abitanti del vicinato, volevan dir fiamme; e, alternate con le fiamme, cert’altre figure da non potersi descrivere, che volevan dire anime del purgatorio: anime e fiamme a color di mattone, sur un fondo bigiognolo, con qualche scalcinatura qua e là. Il curato, voltata la stradetta, e dirizzando, com’era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s’aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano, l’uno dirimpetto all’altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l’altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. L’abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov’era giunto il curato, si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni, uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d’ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi.
Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica. Chi non ne avesse idea, ecco alcuni squarci autentici, che potranno darne una bastante de’ suoi caratteri principali, degli sforzi fatti per ispegnerla, e della sua dura e rigogliosa vitalità.
Fino dall’otto aprile dell’anno 1583, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d’Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d’Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa Città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi, pubblica un bando contro di essi.
Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi... i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno... ma, senza salario, o pur con esso, s’appoggiano a qualche cavaliere o gentiluomo, officiale o mercante... per fargli spalle e favore, o veramente, come si può presumere, per tendere insidie ad altri... A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a’ renitenti, e dà a tutti gli ufiziali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà, per l’esecuzione dell’ordine. Ma, nell’anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore, che questa Città è tuttavia piena di detti bravi
Sincero Bro , ti ho messo like per l'impegno
Momento più INCREDIBILE e sospetto della puntata fin ora 32:38
1:20:44
In nessun universo parallelo:
-Kubrick: Bertevello chi è?
"Nono ma comunque mi sembra che in realtà sia anche provato quantisticamente che tutto emetta una frequenza di base" non ce l'ho fatta a proseguire, per questa volta mi fermo qua campioni
Ma è corretto
troppo difficile studiare la neuroscienza, meglio credere alle rocce colorate e alle frequenze telepatiche
@@marcuspapini8987lascialo andare
Che subumano
un episodio che non guardero' neanche se mi sequestrano , mi legano ad un albero e provano a estorcermi del denaro
la fica fa la sua prima apparizione in epico
obv miglior podcast
Donna bella e sveglia. Ospite perfetto per il miglior podcast italiano
Se questa è sveglia 🤦🤷🤡
@@tylerdurden8292hahaha è arrivato Tyler due d Dio mad io
Ospite molto più interessante di quanto pensassi. Sicuramente non è una sprovveduta, sembra anche una ragazza intelligente, però quando sento dire che ha lasciato la scuola perché l’idea di lavorare tutta la vita dentro una stanza a 1600€ al mese (comunque già una previsione ottimistica) la faceva stare male sicuramente non ha calcolato che il suo lavoro attuale e tutto ciò che concerne esso può farlo solo e soltanto per una cosa. Perché è una bella ragazza. Fosse stata una “cessa” come avrebbe fatto? È innegabile dai.
vero ma è anche vero che avendo un sogno e andando nella direzione di esso alcune porte si aprono magicamente da sole. Anche io alla stessa età ho fatto il suo stesso identico pensiero e soltanto dopo quasi 10 anni posso dirti di aver fatto bene nel mio piccolo
Epico che anas riesca a parlare con questa donna
LA AMOOOO
Che simp
Non me lo aspettavo! Non conoscevo questo lato di Cristina
fa pensare
Ho riflettuto, grazie Cristina
Siete ragazzi interessanti e intelligenti, capirete che la vita è lunga e molto interessante, e il più grosso cambio nella vostra vita lo farete il giorno che consciamente e responsabilmente avrete un figlio , ha ragione Elon Musk anche se lui lo argomenta in maniera diversa , fate figli , e’ capirete una delle grandi meraviglie della vita , saluti
Ci sta! Buona vita bro
No. Fare un figlio ti annulla. Tutti i tuoi sogni e le tue volontà passeranno in secondo piano. Il figlio diventerà sempre la priorità per te
Selffish
impossibile non cringiare ad ogni risata della bervetello
E intanto il video lo hai guardato
@@terrycherry8302 si, altrimenti non avrei potuto sentire la sua risata, dai che ci arrivi
@@carloborrelli4287 la insulti però le dai sempre hype parlando di lei ,dai che ci arrivi
ma tutto bene fra @@terrycherry8302
"Kubrick chi è?" + "ho visto quel documentario (eyes wide shut)" = Epico
Chi è kubrick??🤦🏻♂️🤦🏻♂️🤦🏻♂️===> si parla di eyes wide shut l ho visto quel documentario 🥴🥴🥴🥴 LAME
58:58 Qualcuno mi sa dire articoli su questi esperimenti?
rivalutata completamente, persona intelligente
La Bertevello? Serio? 1 ora e 40 di Cristina Bertevello che parla? Bruh
Panetti Krusty Crab bellissimo
Epico primo podcast a usare Logic per registrare
ma quanti facts spara Cristina
Molto interessante la parte dove si è parlato di "sensazioni e sentimento"
Extra epico!
Epico underrated af come facciamo a essere ancora 11mila iscritti
Prima mario e poi una donna, questo podcast non è più quello di una volta😞
Alla parte dello Yoga e le energie interiori non ho retto più
vabe ci sta sei un uomo
@@GF-ru7hj
😞
ottimo life hack mettere cuscini e/o coperta per coprire il pacco
DONNA? non posso guardare mi dispiace ragazzi
Cristina bertevello co-host del podcast come panetti assolutamente 🔥💎
maturare è capire che Muschio Selvaggio è Epico Podcast che ha aperto delle porte (1:02:23)
Che carino Lorenzo mega a disagio che è rimasto freezato tutto il tempo a toccare la lingua di Gengar
Lore se sei in pericolo nel prossimo video indossa un indumento rosso
il bro sta in fissa con malanga e omegaclick
mr. Crabbetty
che sketch della madonna, un trip perfino
27:45 ma chi ti segue per le argomentazioni voglio conoscerlo
Io
Io mi metto il grembiule e lets go
Hahahahah 4.33
Lei classica tipa da Scuola Bene Gesserit
ho appena finito di farmi una sega ed esce un episodio... mo me la rifacco.
Alla fine aver lasciato cucinare una donna non è poi così sbagliato
"Kubrick chi è?" Ma dioooooo
Anas che si agita parlando di Eipstein 9gagger vero
56:49 "i ragazzi venuti dal Brasile"
guardatelo guyzz
Pink Masturboperta nuovo Drip.
Cazzo è vero ahhaha
Terzo episodio che vedo Anas sempre Mvp
ho rivalutato cristina anche se non pensavo nulla di lei prima, assurdo
Prima volta in cui Anas parla con una Donna
La copertina nascondi durello è necessaria, a volte è dura fare podcast.
Kubrick chi è.... damn
Ha fatto male pure a me... oltre al fatto che ha detto solo idiozzie mascherate da cose sensate... ma neanche troppo sensate
MI PIACCIONO TROPPO LE TIPE SVACCATE COME LEI
“Sono una persona argomentativa”
io amo cristina.... e credo che lei amerebbe me, un giorno il destino ci farà incontrare
Strano che non ci sia Simo in questa puntata…
34:24 34:08 44:37
Riassunto perfetto di questo episodio/ospite
RIP Miura
Grande la lingua di Likitung sulle gambe
Capisco il meme di portare un’ospite donna finalmente, prossima volta pero, con QI superiore a 50 grazie ragazzi
fate un mash up con more touchy Podcast
Dice che usa il suo profilo per divulgare e non ha neanche visto il documentario di Kubrick, bah
In Italia il livello culturale è talmente basso che la gente pensa che la Bertevello dica cose intelligenti ed innovative quando in realtà sono solo fregnacce e quando va bene banalità
Kubrick chi è? L’ho visto quel documentario
Era anche una bella puntata prima che Anas interrompesse.
anas voleva smashare, anche a sto giro
fyi: kanye era senza scarpe perché aveva regalato delle scarpe a calzino a murakami
Raga massimo rispetto per aver tenuto la faccia seria 1 ora e 40 davanti a tutte le cazzate sparate da sta qua
Qui parte la ship con anas
simo che skincare fai
“A me piacciono quelle molto femminili, CHE SEMBRANO ETERO”
lei è molto interessante bisogna ammetterlo
Ma che donne hai conosciuto fra
persona più interessante invitata al podcast@@salvatorevivenzio9372
20:26 quegli sguardi...non è stata coincidenza
Non mi sono mai sentita così confusa in tutta la mia vita