NABOKOV vs ROTH
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- Опубліковано 14 гру 2024
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Non posso non commentare un video su due dei miei scrittori preferiti :) anche perché, non so bene il motivo, ma nella mia mente occupano spesso uno spazio comune, nel senso che non di rado quando penso a uno dei due, poi qualcosa mi porta all’altro, sia per divergenze che per contatti.
Concordo praticamente con tutte le tue impressioni, e mi sarebbe piaciuto avere più pollici in su a disposizione da mettere sotto al video. Mi sono venute montagne di cose da dire e infatti sarà un commentone che però sarà pure troppo breve per tutto quello che ci sarebbe da dire ahah
Ho sempre avuto l’impressione che Roth riuscisse a togliersi i panni da scrittore quando leggeva. Anche nei suoi giudizi più negativi, Roth per me ha sempre una certa dose di “generosità”. Non intendo dire che ci andasse piano, se qualcosa non gli piaceva, ma avverto sempre il tentativo di mettersi in discussione, fatto invidiabile che è difficile anche per semplici lettori come noi, che pure inevitabilmente un gusto lo abbiamo, formandolo attraverso le letture. Credo sia tanto più difficile per uno scrittore, e soprattutto per uno scrittore come Roth, peraltro, con una “strada” narrativa che, se forse esagererei a definire precisa e regolare (Roth mi ucciderebbe perché definiva il suo percorso “zigzagante”), mi permetto con una certa sicurezza di definire altamente consapevole, fosse pure perché sapeva benissimo di zigzagare.
Direi che Roth era consapevole di un conflitto, anche in scrittura, e quindi di essere sempre in discussione come uomo, come scrittore e come lettore. Mentre Nabokov… quando penso a lui mi viene sempre in mente la frase di un critico che diceva “Lolita è un body builder”. Se penso a Nabokov mi viene in mente una sorta di “integrità”, una montagna (fatta eccezione per alcuni romanzi scritti in russo, in cui secondo me dimostra la sua parte più vulnerabile e emotiva). E in questo, credo, è vero, non potrebbero che essere più diversi. Da una parte Nabokov mi ha sempre dato la sensazione di essere uno scrittore che VUOLE scrivere (e che può permettersi assolutamente di farlo, senza se e senza ma, perché è una montagna), dall’altra Roth mi arriva sempre come uno scrittore che DEVE scrivere, un po’ come dicevi anche tu, che non può farne a meno, una questione viscerale, emotiva se vogliamo. Infatti, spero non suoni come una generalizzazione sdolcinata, per me la differenza principale tra Nabokov e Roth, è che uno legge e scrive col cervello, un cervello assurdo, impareggiabile, meraviglioso, una forza da body builder per l’appunto, cioè non soltanto fisica ma prima di tutto mentale e disciplinata, sicura; mentre l’altro, non so come altro dirlo, scusami, scrive col cuore. Potrebbe far storcere il naso come affermazione a uno che ha letto pagine di Roth in cui un ragazzino si masturba con una bistecca cruda, e invece per me è proprio così. Uno potrebbe domandarsi, ma come, uno scrittore così cinico e così “di rottura” come Roth, emotivo? Proprio così. Eppure quello che lo rende il grande scrittore che è, secondo me, e ovviamente tra le altre cose, risiede nel fatto che non riesce mai ad aderire al 100% “al cuore”. C’è un proverbio yiddish, riportato in Goodbye Columbus in epigrafe, che dice “il cuore è un mezzo profeta”, e come Sorotaroff (tra l’altro amico di Roth) lascia intendere in un suo saggio per me illuminante, questo proverbio è quasi il punto di partenza e insieme la costante di tutta l’opera di Roth, un’opera di conflitto di un cuore, un’emotività che è il mezzo vero di comprensione della vita, ma che è a metà, è “mezzo”, non può essere sufficiente. E mi verrebbe da dire che è su questa sorta di frustrazione che sarebbe poi esploso il genio di Roth.
Per essere più chiaro sul perché stia scrivendo questo sotto il tuo video, voglio dire che intendo semplicemente che Roth secondo me era di una complessità interiore tale, con un conflitto così connaturato, che probabilmente si riversava nel suo modo di guardare tutto, anche la letteratura degli “altri”. Questo è quello che intendevo con “generosità”, che a questo punto sostituirei con “intelligenza”.
Scriverei altre mille cose ma forse non è il caso e anzi, scusa ahah grazie mille per questo video!
Che commento meraviglioso. Sono d’accordo con tutto quello che hai detto. La differenza risiede proprio lì, Roth non può non scrivere, è la sua primordiale esigenza; mentre Nabokov è un mostro di bravura che si prende il lusso di scrivere come e cosa vuole. Lusso che Roth non ha, per questo molti considerano i suoi libri tutti uguali, cosa tra l’altro non vera. I romanzi di Roth sono un percorso necessario e rispecchiano perfettamente il cammino della sua vita. Per questo secondo me l’unico altro scrittore che è riuscito a riversare con una tale precisione e potenza il suo essere scrittore nella sua Opera è Proust con la Ricerca del Tempo Perduto.
@@MarcoCant 👏 Pensa, anche io ultimamente rifletto spessissimo sulla vicinanza tra Proust e Roth. Mediterò ulteriormente (:
@Gaetano Pagano volevo rispondere a te ma alla fine ho messo un commento in pubblica, più in alto!
Che bel confronto il vostro! e che scopro proprio ora! ...Volevo dire a Marco ma anche a Gaetano, che per rimanere su "chi riversa il suo essere nella sua opera come ha fatto Proust" va menzionato senza dubbio Thomas Bernhard. Ho notato però che nessuno dei due lo ha ancora letto e confido davvero in una vostra prossima conoscenza perché è uno scrittore di altissimo livello e difficile da seguire non tanto per gli argomenti perché vengono esposti con chiarezza ma quanto per la sua prosa impegnativa e letteralmente faticosa da leggere. Proust e Bernhard sono i scrittori che amo di più in assoluto e che leggo e rileggo sempre con piacere. I libri di Roth tutti uguali? Può essere, sicuramente ci sono denominatori comuni ai suoi libri e, Marco, se hai letto Proust forse ricorderai che nella Recherche lui dice a un certo punto che tutti i scrittori in fin dei conti scrivono sempre lo stesso libro. Nabokov sì, è un mostro nella scrittura e Lolita è il libro più perfetto che io abbia mai letto, dal punto di vista della prosa, e avete ragione può scrivere di tutto, avete mai letto il suo Fuoco pallido? Ecco lui si è uno scrittore che non scrive mai lo stesso libro come dice Proust. Probabilmente lo fa solo chi trasmette nella sua opera la propria essenza, per ritornare al punto di partenza.
Dire che le aspettative per questo video siano state soddisfatte è dire poco 😍 A parte la grandezza dei due scrittori, le analogie e contrasti sono così tanti che si potrebbe discorrere per ore. È tutto un bilancio, come hai detto tu, tra genio dell'intellettuale e genio dell'artigiano. Chi ha più uno chi più l'altro... e meno male!
Grande sempre dei i video spettacolari e poi parli troppo bene continua cosi Marco
Grazie del video! 😁 Ho scoperto il tuo canale e sono felice di seguirti, non solo per come fai le recensioni e altri video, ma soprattutto perché finalmente ho trovato qualcuno che non fa i soliti video cliché da booktuber.
Complimenti per questa e altre idee particolari e interessanti già in partenza che poi, a visione ultimata, si confermano tali.
Alla prossima! 👋
Grazie mille!
Leggendo il commento di @Gaetano Pagano, così come alcune delle risposte di Marco, credo che si stia correndo un po' troppo il rischio di enfatizzare l'estrazione sociale di Nabokov, facendolo passare con un elegante gentiluomo da salotto che "vuole" scrivere, da contrapporre all'animo più tormentato di Roth, che "deve" scrivere, anche a costo di patire la fame. Secondo me, stiamo dando un'immagine fuorviante di Nabokov. Lui era sì di famiglia agiata, ma ricordiamoci che tale famiglia agiata visse in esilio, il padre del giovane Vladimir venne ucciso, la famiglia visse prima in Germania e poi negli USA. Non dimentichiamoci, inoltre, che Nabokov pubblicò la sua prima raccolta di poesie, in Russo, a 17 anni e che da lì in poi non si fermò più. Un altro aspetto importantissimo è quello linguistico. Roth pensa, scrive e 'sente' nella sua lingua madre. Nabokov deve imparare a scrivere in inglese meglio degli inglesi e degli americani stessi. Insomma, considerando questi fattori, a me non sembra affatto che Nabokov sia uno che voglia scrivere perché può. Nella vita avrebbe potuto fare molte altre cose e invece ha deciso di scrivere, anche quando, di fatto, non poteva viste le ovvie barriere linguistiche. Eppure ha scritto. Per giunta, gli sarebbe stato anche molto ma molto più semplice scrivere di sé stesso, della sua famiglia, delle vicende della sua nazione: probabilmente, adottando uno stile più 'emotivo' e 'personale', avrebbe riscosso ancora più successo. Ma lui, consapevolmente, non voleva che i lettori provassero 'empatia' nei confronti dei suoi personaggi. Voleva che i lettori continuassero a leggere non per 'amore' di questo o quel personaggio, ma per la sola forza della scrittura. Per tanto, aldilà delle considerazioni sul suo modo di essere simpatico o antipatico, ritengo che la scrittura di Nabokov sia il frutto di uno sforzo prodigioso, votato a virtù estetiche molto alte.
Io non ho affatto detto che scrive perché può permetterselo economicamente, anzi, non ho fatto nessun discorso di tipo socioculturale: ho solo sottolineato le differenze di sguardo e di concezione di lettura e scrittura, entrambe straordinarie e di altissimo livello a mio parere. Amo Roth quanto Nabokov, semplicemente per motivi diversi. Quando dico che Nabokov "vuole" scrivere è esattamente quello che hai detto tu: un magistero vero e proprio, a servizio della scrittura, di una scrittura meravigliosa e che per me a livello stilistico non ha quasi eguali. Non intendo sminuire la necessità di Nabokov, intendo dire che è una necessità assolutamente e evidentemente diversa. D'altronde se bastasse volerlo, per essere scrittori, probabilmente lo saremmo tutti. Così come sarebbe sbagliato pensare di Roth che avesse solo urgenza e nessun "metodo", "mestiere" o come vogliamo chiamarlo. Ci sono entrambe le cose in entrambi, semplicemente, ripeto, in maniera diversa. Come è anche giusto che sia.
@@gaetanopagano442 ma infatti io ho detto "leggendo il commento di Gaetano Pagano, così come alcune delle risposte di Marco". Non ho detto che tu hai detto che Nabokov scrivesse perché poteva permetterselo economicamente. La mia era una riflessione generale scaturita dal video e dai commenti, in cui si parla di alcune cose (l'estrazione sociale di Nabokov - e che sia stato tu o Marco a parlarne poco importa) e si tralasciano altre cose (lavorare con una lingua che non era la sua, per esempio). Tutto qua.
@@vins1979 Ok, io ho risposto perché il discorso che fai sull'estrazione sociale lo fai premettendo "leggendo il commento di Gaetano e degli altri etc... " e citando il mio discorso su voler scrivere e dover scrivere che però aveva un altro senso, cioè quello che ho spiegato qui sopra. Quindi evidentemente ti sarà arrivato qualcosa sul discorso differenza sociale anche dal mio commento altrimenti non mi avresti citato, e io ho risposto per me, chiaramente, dicendo che non ho né scritto né inteso nulla del genere, anche perché non lo penso (:
Io ho parlato dell'estrazione sociale perché è evidentemente un fattore che li differenzia, e non poco. Li differenzia nel modo in cui sono cresciuti ed un qualcosa che si portano dietro anche nelle loro opere. Ciò detto non penso di aver sminuito le opere di Nabokov dicendo che il suo approccio alla scrittura è diverso da quello di Roth, diverso non sbagliato. Che Nabokov abbia potuto fare lo scrittore è derivante non solo dall'infinito talento ma dalla cultura e dall'educazione impartitagli dai precettori privati, che se fosse stato il figlio di un contadino sicuramente non avrebbe avuto.
Penso che si sia fatta confusione su diversi discorsi che sembrano simili ma non lo sono. La loro differenza di estrazione sociale è un dato di fatto ed è un fattore. Altro discorso è il loro approccio alla scrittura, che anche evidenziato perfettamente Gaetano. Il fattore linguistico sinceramente non modifica la mia idea sui loro diversi approcci, anche perché Nabokov già da bambino parlava correntemente russo, inglese e francese. In più non essendo il mio campo di studi non ho le competenze per capire cosa questo fattore ha provocato nella scrittura dell'autore. Chiudo dicendo però che è fuor di dubbio che stiamo parlando di giganti della letteratura, forse avrei dovuto sottolineare di più la profonda stima che provo per entrambi gli scrittori.
@@gaetanopagano442 no, hai ragione. Dovevo specificare che le mie riflessioni non sono scaturite solo da un tuo commento, ma innanzi tutto dal video e da tutte le discussioni che ha generato. In risposta a un tuo commento, @Marco Cantoni ha scritto che "Nabokov è un mostro di bravura che si prende il lusso di scrivere come e cosa vuole". Nel video aveva detto che Nabokov era stato "adottato e coccolato dagli USA". Secondo me le cose non stanno esattamente così. Già il fatto che i suoi romanzi maggiori li ha scritti in una lingua che non era la sua fa vedere come Nabokov, in realtà, non ce l'aveva mica quel lusso di scrivere cosa e cosa voleva, ma ha dovuto lottare moltissimo per riuscirci ugualmente. Non ci vedo nulla di 'ozioso' nei grandi sforzi di Nabokov. Anzi, ci vedo molto 'lavoro', il superamento di tantissime barriere: un vero e proprio 'travaglio'.
Interessantissima analisi, me la sono gustata con molto piacere! (:
Marco, sono sempre stata una spettatrice silenziosa dei tuoi video - in generale non è mia abitudine lasciare commenti. Stavolta però non posso che ringraziarti per l'approfondimento interessantissimo su due autori che ho incontrato in periodi diversi della mia vita (Nabokov a 14 anni, probabilmente sin tropo presto, Roth nell'ultimo anno) e che quindi non avevo mai pensato di confrontare in modo così diretto. Grazie ancora per i mille spunti di riflessione, spero di recuperare presto i due testi citati!
Grazie mille!
Mi dispiace non poter commentare a causa della conoscenza limitata che ho dei due scrittori ma essercene video così
stimolanti , soprattutto se inerenti a tali indiscussi mostri di bravura.
Alla luce di quanto hai detto, quale giudizio pensi che Nabokov avrebbe dato alle opere di Roth? Lo avrebbe "approvato" come scrittore?
Domanda non facile. Secondo me come scrittore assolutamente sì, anche perché Nabokov era un grandissimo estimatore della letteratura con la L maiuscola e Roth ne fa parte in pieno. Ho come l’impressione che la prolificità di Roth gli avrebbe fatto alzare più di un sopracciglio. Infatti ancora oggi gli scrittori che producono molti romanzi, e che ogni anno fanno uscire un libro, sono malvisti da quelli che si considerano élite intellettuale. Però penso che sul valore dei romanzi di Roth anche Nabokov si sarebbe tolto il cappello.
Aspettavo questo video ed è stato molto interessante; non posso esprimere chissà quali pareri perché di Nabokov ho letto solo Lolita però credo che l'atteggiamento superiore ed elitario che tu ricavi dalle lezioni possa derivare proprio dall'ambiente e dall'epoca in cui lui si è formato e ha "lavorato". Per quanto riguarda l'impossibilità di capire un libro dopo solo una lettura, si rivolgeva a lettori o a studenti? Quindi capire stava per "studiare", della serie, non presentatevi all'esame se non avete letto, riletto, metabolizzato e analizzato il libro oggetto della prova?
Di Roth invece ho letto diverse cose e voglio continuare, ma secondo te questa raccolta dovrebbe essere la lettura finale della sua opera o non ci perdo niente se lo inframmezzo ad altro di suo?
Sicuramente l’ambiente influiva, ma il suo atteggiamento era retaggio della sua estrazione e della sua educazione. Era una visione, probabilmente diffusa ma ugualmente ingiusta a mio avviso, di una superiorità culturale dello Scrittore sui lettori.
No, il saggio sulla lettura e sul rileggere i libri era una sua riflessione generale su come secondo lui va fruita l’opera libro. E in realtà è un’opinione ancora molto diffusa, e legittima.
Secondo me è una raccolta che si può leggere tranquillamente anche se si è letto pochi libri di Roth, però alcuni romanzi fondamentali tipo: Lamento di Portnoy, Lo scrittore fantasma e almeno uno dei romanzi degli anni 90 (Teatro di Sabbath, La macchia umana, Pastorale Americana), aiutano a capire meglio i problemi di ricezione e le critiche rivolte a Roth.
Ho adorato la frase:"per Roth la scrittura era un lavoro artigianale".
Io sono convinto che Nabokov sia il più grande di tutti (insieme a Celine)
Ma... una monografia su Roth?
Dai.... facciamo il tifo
(Però credo che rileggere alcuni libri possa aiutare a capirli meglio)
Tra l'altro " Mansfield Park" è uno dei libri meno apprezzati anche dagli amanti della Austen per la passività della protagonista.
Oddio, non so fino a che punto tu possa ricostruire il pensiero reale di Nabokov a partire dalle sue lezioni. Tu dici che, stando a quello che si legge, pare che Nabokov abbia la concezione tipica del "io salgo in cattedra e quello che ho da dire io è infinitamente più interessante di quello che hai da dire tu". Ma specifichiamo il fatto che quelle lezioni, Nabokov, le aveva svolte negli anni Cinquanta e, "a quei tempi", le lezioni universitarie dovevano seguire uno stile alquanto 'cattedratico'.
L’ambiente e la situazione erano sicuramente quelli, però il modo in cui le lezioni vengono esposte e soprattutto i concetti che vengono enunciati sono chiaramente retaggio della sua estrazione e della sua educazione. Cattedratico è un conto, paternalistico è un altro.
Detto questo ovviamente il periodo storico è importante, ma le stesse modalità e la stessa sicumera si possono trovare nelle aule universitarie anche ai giorni nostri, purtroppo.
Pessima analisi di Nabokov,spero almeno tu abbia letto tutti i suoi libri.