INDOVINA CHI VIENE A PRANZO A PESSOLANi PRESIDENTE COLDIRETTI BASILICATA

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 11 жов 2024
  • Novemila “fascicoli” aziendali e quasi quindicimila soci, che vogliono «più realtà e incidenza» soprattutto rispetto alla burocrazia. Secondo il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani (al suo secondo mandato), il contadino e l’imprenditore non capiscono il motivo per cui, per alcune cose anche semplici passano mesi e mesi, mentre le loro pratiche attraversano diverse “trafile”, non di rado giungendo a compimento «quando l’agricoltore ormai non ne ha più bisogno». A questi, insomma, interessa che aprendo il rubinetto fuoriesca acqua: «come e perché questo avvenga poco gli interessa, perché lui è resiliente e vuole produrre, a favore della comunità. E questo è un atto di generosità in sè».
    d - Presidente, come giustifica la sua esistenza? Facciamo un piccolo “riassunto delle puntate precedenti”.
    r - In realtà sono prestato all’agricoltura. Nasco come ingegnere, e per quindici anni ho svolto l’attività professionale.
    d - Lei però ha operato anche in politica, è stato sindaco di Abriola...
    r - Si, ho fatto politica locale per venticinque anni. Dal 2007 al 2012 sono stato sindaco del mio paese, ma sono stato anche vice presidente della comunità montana, senza contare la mia esperienza alla guida del Gal Basento Camastra (oggi “PerCorsi”),
    d -...oggetto anche di tante polemiche...
    r -...sì, le polemiche ci saranno sempre, ma da quel progetto, sono forse nate anche la Lucana Film Commission, nonché Matera Capitale della Cultura.
    d - Sì, ma viste le polemiche sui “luoghi comuni” presenti nel film, se fosse stato lei il regista, cosa avrebbe cambiato?
    r - Avrei esaltato maggiormente le capacità della Basilicata, anche dal punto di vista imprenditoriale, perché ci sono grandissime aziende, in tutti i settori:
    d - Sul tavolo ci sono vari problemi. Cominciamo da quello più “caldo”, la siccità.
    r - E’ un allarme, quello dei cambiamenti climatici, che noi lanciamo da diversi anni ormai. Lo avevamo previsto, pertanto abbiamo dettato a livello nazionale un’agenda che si prefigge di ricostruire tanti laghi, che consentirebbero di invasare ben oltre il 10% attuale di acqua, per tenerla come scorta per le grosse aziende agricole in stato di bisogno.
    d - Una delle prime conseguenze del caldo, è che la produzione nostrana di miele sarà pari a zero.
    r - Eh sì. Con i grandi calori, i fiori ci sono, ma la pianta va in auto-difesa, per cui produce solo il minimo indispensabile per auto-prodursi (e le api ne soffrono).
    d - Siamo in attesa della nuova giunta regionale: quale dovrà essere la prima pratica sulla scrivania del nuovo assessore all’agricoltura?
    r - Da quindici anni, come Coldiretti, dalla politica manteniamo un’autonomia tale, che ci consente di aprire bocca su tutti i settori.
    d - Ormai vanno a spasso anche nella città.
    r - Sotto casa, negli orti privati! C’è un tema che riguarda la sicurezza, anche per gli automobilisti sulle strade (registriamo un aumento esponenziale degli incidenti).
    d - E tutta questa carne che fine deve fare?
    r - Beh, noi stiamo costruendo anche delle filiere, in cui so che la Regione ha messo delle risorse (tre milioni di euro). Anche qui, però, ci vuole un’accelerata: ridurre drasticamente i numeri dei cinghiali, perché l’agricoltura non riesce più a produrre.
    d - Tra l’altro credo ci sia anche un problema di percezione delle responsabilità, in tema sicurezza, Il presidente di un’associazione, che gestisce un'area verde a Potenza, ci raccontava di uno scarica-barile verificatosi in concomitanza dell’arrivo degli ungulati. Insomma, chiamato a intervenire, ciascun ente diceva fosse competenza di un altro.
    r - Eh sì. Ci sono periodi diversi che determinano competenze diverse.
    d - Facciamo un passo indietro: lei ha detto che in Basilicata ci sono tante realtà imprenditoriali, belle e floride, ma il quadro generale non mi risulta sia tutto rose e fiori.
    r - No, però la nostra regione è una piccola nicchia che in qualche modo è stata preservata, e ci si è attrezzati in merito.
    d - Siamo in estate, periodo di sagre, di finanziamenti pubblici, e di polemiche in merito...visto che non manca chi s’inventa delle cose “estemporanee”.
    r - Certo. Ho fatto il sindaco e conosco le realtà locali. Se una sagra è legata a una tradizione (pecorino di Filiano, canestrato di Moliterno, fagiolo di Sarconi), va benissimo.
    d - Se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe.
    r - Gli sottolineerei l’importanza del senso di appartenenza al popolo lucano, ma penso che anche lui coltivi questo valore. Come presidente di Coldiretti, quando mi trovo a ragionare con un socio, ragiono per prima cosa come imprenditore.
    d - L’agricoltura lucana può essere una forma di richiamo contro lo spopolamento?
    r - Assolutamente sì. Se ripartiamo dai temi trattati in questa intervista, e rimettiamo ordine, oggi l’agricoltura è l’unico settore in crescita, insieme al turismo. Facendo questo connubio, si apre un’opportunità grandissima. Io sono ottimista.

КОМЕНТАРІ •