Minuto 17: l'aspra lamentela sulle traduzioni eccessivamente letterali dei suoi testi è francamente non solo poco rispettosa del lavoro svolto per lei dai traduttori (specie in un'occasione pubblica, si rimane allibiti da tanta mancanza di stile), ma pecca anche completamente di un minimo senso della misura e della sobrietà. Marzano dovrebbe essere semplicemente grata che ci sia stato chi ha lavorato tanto per tradurre le sue "opere": non è, infatti, in alcun modo la nuova Arendt, ma una semplice saggista di medio livello, indebitamente scambiata da alcuni per filosofa.
Mi dispiace ma io la penso al contrario. // Michela Marzano da tantissima importanza alle parole, ad ogni parola, forse è per questo il commento che fa (io sono spagnola e abito in Spagna, preferisco leggere i libri nella lingua in cui il libro è stato scritto proprio per il significato preciso che l'autore dà ad ogni parola e che il traduttore, anche con tutta la professionalità e buon cuore, può "trascurare" (anche perché ci sono parole che non hanno una traduzione precisa: esempio: in galiziano la parola morriña, in portoghese la parola saudade, etc)
@@Faiunsoldecaralllo figurati, rispetto ovviamente la tua opinione. Ogni filosofo dà importanza alle parole, e le traduzioni, si sa, sono una croce e per l'autore e, soprattutto, per il traduttore. Ne so qualcosa in quanto ho scritto, e personalmente tradotto, alcuni miei saggi. È un lavoro tremendamente faticoso. Però Marzano definisce "insopportabili" le traduzioni fatte dei suoi lavori, e adduce delle ragioni, trite e ritrite. Mi limito a constatare che tale snobismo nei confronti di un lavoro fatto per lei è segno di profonda arroganza e ineducazione, non solo di cura della parola. E tanto meno lo concedo, personalmente, ad una persona che, al più, è una saggista "bravina", non una filosofa come vorrebbero alcuni. Le filosofe e i filosofi sono ben altri. Ma questa è una mia semplice opinione, da ricercatore di filosofia, non ambisce ad essere altro. Cordiali saluti
Filosofa fantastica attributo che riassume apprezzamenti profondi
Riflessione fantastica, GRAZIE PER ME LO SAPEVO GIÀ ❤❤❤🎉😢😊
Fantastica, dolce, brava, preparata... Unica! ❤❤❤
Questa donna è Fantastica!!!
Mi ha fatto piangere
Spettacolo 🎟 di conversazione 🗨 👋👍
Complimenti per l'esposizione !
DARE CIÒ NON SIA HA A CHI NON LO VUOLE 💪💪💪SPETTACOLARE
Questa donna e fantastica
Sei eccezionale ti ho riascoltato il meraviglioso sapere incarnato
Michela . . .sei bellissima
❤
Eccezionale questo ragionamento costruito sulla frase di Lacan !!!
Fortunati i tuoi studenti,ascoltarti è straordinario
Minuto 17: l'aspra lamentela sulle traduzioni eccessivamente letterali dei suoi testi è francamente non solo poco rispettosa del lavoro svolto per lei dai traduttori (specie in un'occasione pubblica, si rimane allibiti da tanta mancanza di stile), ma pecca anche completamente di un minimo senso della misura e della sobrietà. Marzano dovrebbe essere semplicemente grata che ci sia stato chi ha lavorato tanto per tradurre le sue "opere": non è, infatti, in alcun modo la nuova Arendt, ma una semplice saggista di medio livello, indebitamente scambiata da alcuni per filosofa.
Mi dispiace ma io la penso al contrario. // Michela Marzano da tantissima importanza alle parole, ad ogni parola, forse è per questo il commento che fa (io sono spagnola e abito in Spagna, preferisco leggere i libri nella lingua in cui il libro è stato scritto proprio per il significato preciso che l'autore dà ad ogni parola e che il traduttore, anche con tutta la professionalità e buon cuore, può "trascurare" (anche perché ci sono parole che non hanno una traduzione precisa: esempio: in galiziano la parola morriña, in portoghese la parola saudade, etc)
@@Faiunsoldecaralllo figurati, rispetto ovviamente la tua opinione. Ogni filosofo dà importanza alle parole, e le traduzioni, si sa, sono una croce e per l'autore e, soprattutto, per il traduttore.
Ne so qualcosa in quanto ho scritto, e personalmente tradotto, alcuni miei saggi. È un lavoro tremendamente faticoso.
Però Marzano definisce "insopportabili" le traduzioni fatte dei suoi lavori, e adduce delle ragioni, trite e ritrite. Mi limito a constatare che tale snobismo nei confronti di un lavoro fatto per lei è segno di profonda arroganza e ineducazione, non solo di cura della parola. E tanto meno lo concedo, personalmente, ad una persona che, al più, è una saggista "bravina", non una filosofa come vorrebbero alcuni. Le filosofe e i filosofi sono ben altri.
Ma questa è una mia semplice opinione, da ricercatore di filosofia, non ambisce ad essere altro.
Cordiali saluti
Non mi è sembrata un’aspra critica, ma una presa d’atto di un fatto inevitabile. Piuttosto rilevo dei discorsi molto vuoti, artificiosi.