È un po’ come quello che accade per la produzione delle batterie delle auto elettriche. Ci fanno credere che, acquistandone una, diventiamo più “green”, quando in realtà l’inquinamento causato è spaventoso!
Cmq. se vuoi portare i tuoi abiti nei vari mercatini dell'usato, non se ne trova uno che li accetti.....pur ammettendo verbalmente di farlo.....io sono arrivata alla conclusione che ci sia un "giro", e nemmeno piccolo, di mafia
Buongiorno, non so in che zona viva, ma in provincia di Milano moltissimi mercatini accettano abiti di seconda mano. Io personalmente porto ai mercatini abiti usati almeno dal 2004. Molte volte qualcuno dei miei capi di abbigliamento è stato scartato perché i proprietari, avendo il polso della situazione, sapevano che non lo avrebbero mai venduto (i motivi potevano essere i più vari: colore o taglio particolari, capi di qualche linea talmente originale da non essere facilmente rivendibile,...). Di solito, però, soprattutto negli ultimi anni in cui, crescendo, mi vesto in modo più ordinario e con colori neutri, viene accettato tutto e un buon 70% venduto. Non si parla di ricavi ingenti, ma è comunque un buon modo per riutilizzare qualcosa. Ciò che non viene venduto viene donato in beneficenza a enti del territorio. Sono tutti capi senza difetti (niente strappi, macchie, bottoni mancanti,...). Buona giornata
La sensibilità alla sostenibilità deve "scattare" nella testa dei politici e delle istituzioni imponendo alle aziende processi di produzione meno inquinanti. Chi ha poco budget continuerà ad acquistare abiti a basso prezzo e non possiamo criminalizzare...
una sola domanda ma quel bel vestitino e quella bella giacchetta alla moda che indossi da dove arriva dalla luna da marte o dagli stessi paesi di cui stai parlando non ti senti un poco ipocrita?
ma scusa,visto che le persone che producono i vestiti in paesi come cina, banghladesh e altro poi lavorano bambini in posti sporchi, come fanno i vestiti a uscire benissimo?perfavore sono curioso mi può rispondere
I luoghi di produzione non sono tecnicamente ‘sporchi’, ma contaminati dalle sostanze chimiche utilizzate nella lavorazione. I tessuti, soprattutto quelli sintetici, passano attraverso numerosi trattamenti che garantiscono l’aspetto finale, anche in ambienti ‘non ottimali’. A pagarne le conseguenze sono chi ci lavora e il territorio circostante.
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@@ohgaitIl contributo più utile che ciascuno di noi può portare è capire che il problema parte proprio dalle istituzioni: sono loro che hanno creato questa tipologia di capitalismo e non hanno intenzione di cambiarlo (leggi e trattati servono a questo). Quando capirete sarà sempre troppo tardi.
@@laila7097Certo, ma si può scegliere consapevolmente e far blaterare le istituzioni quanto vogliono... basta non ascoltarle. Se ognuno di noi apportasse il proprio piccolo contributo, saremmo già a buon punto. Non cerchiamo sempre al di fuori di noi un colpevole (che di sicuro esiste, per carità), ma assumiamoci in primis la responsabilità: cosa posso fare io, nel mio piccolo, per apportare un seppur minimo cambiamento?
È un po’ come quello che accade per la produzione delle batterie delle auto elettriche. Ci fanno credere che, acquistandone una, diventiamo più “green”, quando in realtà l’inquinamento causato è spaventoso!
Cmq. se vuoi portare i tuoi abiti nei vari mercatini dell'usato, non se ne trova uno che li accetti.....pur ammettendo verbalmente di farlo.....io sono arrivata alla conclusione che ci sia un "giro", e nemmeno piccolo, di mafia
Buongiorno, non so in che zona viva, ma in provincia di Milano moltissimi mercatini accettano abiti di seconda mano. Io personalmente porto ai mercatini abiti usati almeno dal 2004. Molte volte qualcuno dei miei capi di abbigliamento è stato scartato perché i proprietari, avendo il polso della situazione, sapevano che non lo avrebbero mai venduto (i motivi potevano essere i più vari: colore o taglio particolari, capi di qualche linea talmente originale da non essere facilmente rivendibile,...). Di solito, però, soprattutto negli ultimi anni in cui, crescendo, mi vesto in modo più ordinario e con colori neutri, viene accettato tutto e un buon 70% venduto. Non si parla di ricavi ingenti, ma è comunque un buon modo per riutilizzare qualcosa. Ciò che non viene venduto viene donato in beneficenza a enti del territorio. Sono tutti capi senza difetti (niente strappi, macchie, bottoni mancanti,...).
Buona giornata
La sensibilità alla sostenibilità deve "scattare" nella testa dei politici e delle istituzioni imponendo alle aziende processi di produzione meno inquinanti. Chi ha poco budget continuerà ad acquistare abiti a basso prezzo e non possiamo criminalizzare...
una sola domanda ma quel bel vestitino e quella bella giacchetta alla moda che indossi da dove arriva dalla luna da marte o dagli stessi paesi di cui stai parlando non ti senti un poco ipocrita?
Quindi cosa dovremmo fare ??? Non vestirci ed andare in giro nudi???
ma scusa,visto che le persone che producono i vestiti in paesi come cina, banghladesh e altro poi lavorano bambini in posti sporchi, come fanno i vestiti a uscire benissimo?perfavore sono curioso mi può rispondere
Perché vengono lavorati con dei macchinari e può capitare che esce qualche difetto. Poi vengono lavati prima di essere messi in commercio
I luoghi di produzione non sono tecnicamente ‘sporchi’, ma contaminati dalle sostanze chimiche utilizzate nella lavorazione. I tessuti, soprattutto quelli sintetici, passano attraverso numerosi trattamenti che garantiscono l’aspetto finale, anche in ambienti ‘non ottimali’. A pagarne le conseguenze sono chi ci lavora e il territorio circostante.
Perchè c'è tanta manualità a basso costo???? Tanti figli senza qualità, usa e getta come i vestiti per caso, pensiero secondo me da fare?😢
Condivido, vi ringrazio
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😢
E‘ disumano
Grazie ❤❤❤❤
Mi hai salvato
Video di denuncia del fast fashion e dell'acquisto compulsivo con la pubblicità di Temu, che coerenza!!
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❤
ti seguo sempreeee
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A me non me ne frega niente questo è il sistema e lei non può fare niente
che ragionamento del cabbo.
Ciao! In realtà il contributo che ognuno di noi può dare con le proprie scelte fa la differenza (e, spesso, a noi costa molto poco)
@@ohgaitIl contributo più utile che ciascuno di noi può portare è capire che il problema parte proprio dalle istituzioni: sono loro che hanno creato questa tipologia di capitalismo e non hanno intenzione di cambiarlo (leggi e trattati servono a questo). Quando capirete sarà sempre troppo tardi.
@@laila7097Certo, ma si può scegliere consapevolmente e far blaterare le istituzioni quanto vogliono... basta non ascoltarle. Se ognuno di noi apportasse il proprio piccolo contributo, saremmo già a buon punto. Non cerchiamo sempre al di fuori di noi un colpevole (che di sicuro esiste, per carità), ma assumiamoci in primis la responsabilità: cosa posso fare io, nel mio piccolo, per apportare un seppur minimo cambiamento?
@@KarmaDiana777 Niente! Il tuo piccolo contributo non serve proprio a niente se non a ripulirti la coscienza. Contento tu...