Il problema secondo me sta nel fatto che, come sottolinei tu, solitamente la pubblicità utilizzi l'iperbole per enfatizzare gli aspetti MIGLIORI E APPREZZABILI del proprio prodotto (vedi il Cynar, o la pubblicità del profumo da te citata); nel caso del Parmigiano, quindi, l'azienda sembra suggerire che avere dipendenti che rinunciano a vivere una vita sana per lavorare sia un valore aggiunto alla produzione del formaggio. Questo messaggio poi è aggravato dalla situazione sociale italiana, dove non sono rare le storie di vero sfruttamento e violazione dei diritti dei lavoratori. È per questo che lo spot ha toccato nel vivo moltissime persone, perché utilizza metaforicamente come vanto una dinamica da cui ci si aspetta che qualsiasi azienda civile e a norma prenda le distanze. Bel video, come sempre!
Quella parte non era utile alliperbole che serviva a enfatizzare il prodotto era solo una battuta che volevano mettere perché le cose divertenti rimangono per più tempo nella mente delle persone pultroppo nella magica era del politically correct si é rivelata una scelta stupida
@@satana4977 una battuta? Con grande difficoltà vedo un intento comico: non ha assolutamente nulla dei tempi, delle dinamiche e di tutto quello che ha a che fare con qualcosa che vorrebbe far divertire. Dopo qualcuno dice: "ciò che fa ridere rivela molto di sè". In fine: la correttezza non è questione da poco; la correttezza è rispetto e il rispetto è fondamentale per la dignità. Trovo seccante questo gioco ridicolo e sempliciotto che butta tutto in caciara puntando il dito contro il politicamente corretto.
Il concetto secondo me non è lo sfruttamento ma l'idea che il lavoratore ama a tal punto il prodotto e la sua qualità che quello diventa lo scopo della sua vita. In altre parole che sia a tal punto appassionato del suo lavoro
@@itsiwhatitsi siamo in molti ad averlo interpretato allo stesso modo, ma così non ingenererebbe spunti polemici. Ormai si vive solo per indignarsi, chi non lo fa per lo spot in sé lo fa verso chi critica artificiosamente lo spot.
Un’altra preziosa e inimitabile lezione mercadiniana di tecniche di ragionamento: ogni volta che ti ascolto mi arricchisco, scopro come è possibile usare al meglio il cervello per osservare, analizzare e apprezzare - nel bene e nel male - in tutti i suoi aspetti ciò che accade, ciò che mi circonda, per capire qualcosa in più di ogni occasione. Ogni volta… Grazie Roberto.
Una differenza sostanziale tra l'esempio del fiore rubato per il profumo, e lo spot contestato, è che nel primo caso il gesto iperbolico (il furto del fiore) è a supporto della bontà e della funzionalità (suscitare attrazione) del profumo, nel secondo caso invece, la questione dei 365 giorni l'anno, non sembra esserlo. Se avessero introdotto un personaggio che usa alla sua tavola il prodotto incriminato per 365 giorni l'anno, persino a colazione, avrebbe avuto quella funzione (evidenziare la bontà del prodotto), e nessuno avrebbe sollevato la questione.. oppure, se Renatino avesse motivato il suo iper-staccanovismo con l'amore per il profumo sprigionato dal prodotto che preparava, da cui non poteva proprio separarsi, idem (e tutto questo senza doversi travestire da folletto). Ma in questo caso, semplicemente, ha fatto storcere il naso, ai più, che lo spot evidenziasse quanta ammirazione avessero per il lavoratore presumibilmente sfruttato (dato che le domeniche poteva prendersele! :)), apparendo come simbolo positivo (in maniera svincolata dalla bontà del prodotto promosso) per qualcosa che non è considerata tale. (Ovviamente non concepisco ne approvo certi attacchi, specialmente verso l'attore). P.s. gran bel monologo come sempre! 🙂
Concordo è sbagliatissimo prendersela con l'attore o con il regista o con lo sceneggiatore, se proprio vogliono prendersela con qualcuno possono semplicemente smettere di acquistare prodotti di quella determinata azienda scegliendo dei prodotti alternativi o concorrenti. Il consumatore ha un potere che spesso non sa sfruttare nel modo giusto. E' inutile fare i social justice warriors su twitter e dirti indignato, se poi continui a comprare da quel' azienda. Non dico che non possano anche lamentarsi su internet se gli fa piacere per carità che lo facciano pure a me non da fastidio, ma che poi non si lamentino se l'azienda in questione reitera nel tempo lo stesso tipo di comunicazione. Le aziende capiscono solo se perdono soldi o se ne guadagnano, volete farvi sentire ne avete i mezzi tutte le volte che fate la spesa, boicottateli in forma personale e per un tempo adeguato ( che ne so uno o due anni di seguito rivolgendovi alla loro concorrenza ) in modo che l'azienda possa capire. Se pensate di non poter parlare alle aziende non vi preoccupate i vostri soldi sapranno come tradurre i vostro pensiero a loro.
@@flowz100 che senso ha boicottare il prodotto per un "errore" di comunicazione? Se si utilizzasse lo stesso metro punendo col licenziamento chiunque dica qualcosa che i "moralisti" ritengono intollerabile rimarrebbero poche persone al lavoro in Italia.
@@ventanas15 certo.. ma 365 giorni all'anno vuol dire ogni domenica, ogni natale e pasqua, e vitanaturaldurante che nemmeno un pesce rosso nel suo acquario 😅 giustamente, dice Roberto M., è una iperbole. Qualcosa di estremo e inverosimile che evidenzia una precisa direzione esasperandola..
Stavo per scrivere roba del tipo "mi vergogno di vivere in un paese dove bisogna spiegare le pubblicità". Poi ho ascoltato fino alla fine e mi hai spiegato il motivo per cui la gente si è indignata,e come al solito ho imparato una cosa nuova : )
Chiedo scusa se posso risultare fastidio sin da ora, ma lo ritengo opportuno; il biasimo verso qualcosa di astratto, come "il paese" o "la gente", è da evitare sempre. Anche il biasimo per qualcosa di più concreto è comunque da ponderare con attenzione. Essere sempre curiosi dei perché: perché la comunità afroamericana si i cazza per la n word?; perché alcune persone si sentono minacciate dai diritti civili per chi non è etero cis?; perché la pubblicità di reatino ha fatto incazzare tante persone? Credo che la mancanza di questo esercizio sia alla base dei risentimenti classisti, razzisti e via dicendo.
@@dariodipersia che?. mi muore il nonno e denuncio la pubblicità con la nonno Nanni? anzi, l'intera azienda per avere la parola nonno nel nome, qualcuno ci pensa a coloro che un nonno non lo hanno?!? pazzesco. 😅 perdona l'esagerazione, ma per me siamo allo stesso livello ed è stata la prima associazione che mi è venuta leggendo questo commento.
@@radhat_ sinceramente, o tu non hai capito il mio commento o io non capisco il tuo. Davvero, non ho capito assolutamente nulla. Non trovo nessun nesso logico con ciò che ho scritto e penso che ci sia un interpretazione sbagliata di qualcosa, ma davvero non capisco cosa. Se mi spieghi meglio cosa volevi dire, perché davvero non capisco assolutamente nulla, magari rendo più chiaro il concetto di "evitare di biasimare facilmente" che volevo esprimere.
Ti ho appena "scoperto", e devo dire che sei molto bravo! Questo video è bellissimo, con una spiegazione più che chiara, esauriente e molto gradevole da ascoltare. Il modo sottile e molto profondo in cui metti in risalto la psicologia della gente... Mi è piaciuta moltissimo! Lo ripeto: sei bravo!!!
Sei un GRANDE! Hai centrato perfettamente il bersaglio. Complimenti. Vorrei avere la tua capacità di spiegare e ridurre al semplice questioni che altri fanno, invece, diventare complesse per puro amore della polemica. BRAVO!
Il problema è che sembra non pubblicizzare il formaggio ma una vita di sfruttamento facendola passare per buona. Quale è il prodotto che si pubblicizza?
È sempre un piacere ascoltare e vederti mentre racconti. Spieghi in modo semplice ma articolato, da una prospettiva geniale e concreta. Sei veramente un grande.
Grazie Roberto, la tua capacità di ragionamento è davvero illuminante, era giorni che cercavo di capire cosa ci fosse di sbagliato in questa pubblicità, la prima volta che l'ho vista mi ha fatto rabbrividire...grazie a te ho capito! Bellissimo video come sempre 😊
il solo ed unico che può passare dal parmigiano reggiano alla metamorfosi di Kafka con disinvoltura in meno di 30 minuti...solo tu puoi farlo sei un grande!!!
Il problema è che a questo giro il racconto non era realmente un iperbole, e nel 2021 quasi tutti sanno molto bene che determinate fasce di lavoratori si trovano realmente nella stessa condizione di " personaggio finto RENATINO " o poco ci manca. Hai ragione è inutile prendersela con il regista o gli attori e ti dirò il responsabile non lo cercherei nemmeno nella figura dello sceneggiatore ma piuttosto del cliente. Ti parlo da persona che per determinati anni si è occupato di lavorare nel settore pubblicitario come grafico e ti posso garantire che nella maggioranza dei casi di questo tipo è spesso l'imprenditore o uno dei dirigenti di azienda ( personaggi solitamente un pò attempati ) con una visione del mondo un pò retrograda che siccome pagano VOGLIONO " leggi pretendono " di mettere bocca o addirittura di stravolgere il lavoro fatto da altre persone molto più competenti di loro in quel settore, solo perché sono già abituate da anni a fare le stessa cosa nella loro azienda con i suoi dipendenti. Il reale problema è che se ti affidi a una Agenzia Pubblicitaria è perché non sei in grado di occuparti tu internamente della tua comunicazione quindi evita di imporre idee deleterie per per la tua stessa comunicazione. Ora io in questo caso non ho idea se qualcuno interno all'azienda del parmigiano abbia imposto o meno una sua visione o se la scenetta di Renatino fosse farina del sacco di qualcuno dell'agenzia pubblicitaria. Fatto sta che se ci sono dei responsabili quelli sono il responsabile dell'agenzia pubblicitaria di fatto si chiama realmente RESPONSABILE non solo perché percepisce uno stipendio migliore degli altri ma perché è realmente RESPONSABILE di quello che esce dall'agenzia, insieme a chi era stato incaricato e quindi reso RESPONSABILE all'interno dell'azienda del parmigiano di seguire i rapporti con chi faceva lo spot. I responsabili ci sono è la gente che non vuole vederli. Se volete manifestare il vostro malumore per la pubblicità che non vi è piaciuta non scrivete solo su internet il vostro giustificatissimo disappunto ma evitate di comprare prodotti di quell'azienda magari acquistando il prodotto della concorrenza. Il consumatore ha un potere che la pubblicità ha il compito di cercare di indirizzare nella direzione a suo favore che tal' volta è a sfavore del consumatore stesso influenzandolo, ma al di là di questo ricordatevi che al supermercato siete sempre solo voi a fare la scelta finale. Magari per un pò di tempo che ne so uno o due anni scegliete semplicemente un prodotto alternativo, tranquilli che se siete abbastanza per abbastanza tempo il messaggio arriva forte e chiaro all'azienda, e anche obtorto collo dovranno stare molto più attenti in futuro quando si tratterà di comunicare magari affidandosi e fidandosi maggiormente di reali professionisti del settore.
Che mentalità assurda, boicottare un prodotto per un errore (sempre che sia errore) di comunicazione sui lavoratori pensando di punire l'azienda finirebbe per gravare proprio sui lavoratori, perché se il fatturato cala la prima misura è il licenziamento. Siete dei geni.
@@milanfanas Si esatto è proprio così come dici tu, ma è solo tirando la corda che si spezza, e viene giù tutta l'impalcatura mostrando l'ipocrisia che c'è dietro. Ed è solo quando non possono più nascondersi dietro un dito che saranno ben costretti ad ammettere che il mondo del lavoro Italiano e mondiale è malato dalle radici fino alle punte delle foglie. C'erto non basterà boicottare solo Parmigiano Reggiano, bisognerà estendere la cosa anche a molte altre aziende, ma è importante iniziare a farlo, ed è importante incominciare a farlo con le aziende che anno comportamenti di sfruttamento, atteggiamenti vessatori o scorretti con i propri dipendenti, e in un secondo momento è importante farlo anche con quelle aziende che veicolano messaggi o ideologie che giustificano o glorificano lo sfruttamento del lavoro. Faccio giusto un esempio per chiarire il concetto da quando ho saputo che quasi tutti i dipendenti dei magazzini di AMAZON sono costretti a pisciarsi addosso durante i turni del lavoro, ho deciso a titolo personale di smettere di acquistare i prodotti da AMAZON, e benché io ora sono costretto a dover spendere più soldi per acquistare i medesimi prodotti è una cosa che io mi sento di fare per cercare di non contribuire nel sovraccarico di lavoro a quelle persone. Vedi non è un meccanismo perfetto il mio è chiaro che al momento ci sono delle falle ma è una cosa che si evolve con il tempo, man mano che vengo a conoscenza di cose sbagliate di una determinata azienda valuto se la ritengo personalmente abbastanza grave o meno per evitare di contribuirvi con i miei soldi. Nel mondo in qui viviamo io come persona posso al momento permettermi di agire solo in questo modo, purtroppo non sono un politico non ho modo di poter proporre leggi in merito al mondo del lavoro. E anzi sappiamo molto bene che è dal mondo della politica che sono partite le leggi che al momento consentono di poter trattare i lavoratori in questo modo. Questo è un comportamento che ho scelto di adottare da diversi anni so bene che è una scelta difficile, e che tal volta comporta determinati sacrifici, ma sono sacrifici he io personalmente mi sento di fare per cercare di arginare questo tipo di problematiche. Vedi non voglio che i miei figli quando dovranno trovare un lavoro si trovino costretti ad accettare condizioni di sfruttamento come sono stato in passato costretto a dover accettare io. La condizione di lavoratore sfruttato è una condizione frustrante ed angosciante in qui non vedi il futuro, ti senti solo e contemporaneamente ti senti incastrato in un sistema che non ti lascia quasi scelte, o lavori sottopagato sfruttato e zitto con un finto sorriso in faccia morendo dentro ma tiri a campare o sei licenziato e speri nel buon cuore dei tuoi famigliari e degli amici per ospitarti e farti mangiare. La mia condizione per fortuna è cambiata da molti anni ormai, ma non la dimentico e cerco solo di evitarla anche a gli altri e in primis ai miei figli. Non credo di essere pazzo ( o al meno sulla pazzia è una mia autovalutazione quindi prendila per quello che è ) so bene che io sono solo una goccia di un altra temperatura nel mare, ma so anche che se abbastanza gocce nel mare cambiano temperatura, la temperatura globale del mare cambia di tanto o di poco questo si vedrà. Io ho parlato di scelte mie personali non per fare il fenomeno o per sentirmi superiore a chi che sia, non sono nemmeno sicuro che il mio sia il metodo più efficace per raggiungere il mio obbiettivo, a dire il vero vado a tentativi, al momento mi sembra che il sistema di boicottaggio possa funzionare. Ma è una cosa che deve nascere da dentro le persone, non posso e non voglio costringere nessuno, l'unica cosa che posso fare è suggerirlo agli altri e cercare di far ragionare le persone sugli stessi meccanismi della nostra società su cui io ho riflettuto in passato e sperare che giungano alle mie stesse conclusioni, o meglio ancora addirittura a conclusioni migliori delle mie e che me le suggeriscano.
@@flowz100 mi pare che tu sia andato un po' oltre. Se il boicottaggio di Amazon può essere ideologicamente condivisibile (non solo per le politiche di gestione del personale, ma anche per l'elusione fiscale e l'abuso di posizione dominante), nel caso del Parmigiano si tratta di punire un'azienda per uno spot sull'onda di un'interpretazione forzosa. Ribaltare il concetto "mi piace così tanto il mio lavoro che lo farei ogni giorno" fino a farlo diventare "sono un lavoratore schiavizzato e probabilmente sottopagato" è un passaggio mentale infarcito di preconcetti e volontà di polemizzare. Mi aspetto che a breve venga censurato Topolino perché mostra zio Paperone che sfrutta il nipote con lavoro in nero non retribuito. L'hai già boicottato?
@@milanfanas Come ti dicevo non è un metodo privo di difetti, certo che Amazon e Parmigiano, non sono figurabili sulle stesso piano. Ma come dicevo ho lavorato per anni nel settore pubblicitario, prima cartaceo, poi web, e per canali televisivi ragionali. In quella mia esperienza ho potuto notare come determinati imprenditori e aziende a causa del loro modo di vedere il mondo del lavoro finiscono per influire anche negativamente sulla loro stessa comunicazione che viene pensata per loro, il più delle volte senza nemmeno rendersene conto. Questo è rivelatore di come trattano i propri lavoratori. E se io avessi solo lavorato tutta la mia vita solo nel settore pubblicitario molto probabilmente non avrei le chiavi per poter decifrare da quei comportamenti un ideologia non dichiarata ma ben presente, purtroppo sono stato anche dall'altra parte della barricata e so cosa sono gli effetti di quel tipo di mentalità, so in cosa si traducono in concreto sui lavoratori. Ora non è il punto di vedere se Parmigiano Reggiano realmente sfrutti i propri lavoratori o meno, se rispetta i contratti di categoria o meno. Il punto è che una qualunque azienda si permetta di insinuare con un messaggio a doppia lettura ( la doppia lettura come tu stesso hai sottolineato è il ribaltamento del - mi piace così tanto il mio lavoro che lo farei ogni giorno, ma è anche - sono un lavoratore schiavizzato e probabilmente sottopagato ) un messaggio di avvallo di sfruttamento del lavoro dovrebbe riceve un fid beak negativo da parte del suo mercato. Questo crea un precedente pericoloso in quanto altri imprenditori o dirigenti di aziende si sentirebbero ancora più giustificati nello sfruttamento dei propri lavoratori in quanto il messaggio a livello societale sarebbe passato come valido. Ed è proprio questa validazione che deve essere fermata. Il problema è anche la doppia lettura che in campo pubblicitario si usa come una foglia di fico per far passare messaggi in maniera velata tutto restando puliti, questa è l'arte di chi fa pubblicità ignorare questo è non conoscere bene il settore della comunicazione pubblicitaria. Non mi fraintendere ti prego non sono ne per la cancel culture ne per lasciare le cose come stanno. So bene che potrebbe essere interpretato come una visione esagerata ma al momento nelle società occidentali ci è rimasto solo questo mezzo per farci sentire, e sperare di cambiare un minimo le cose o al meno provare a controbilanciarle. Come dicevo prima non è un metodo perfetto ma per ora io ho trovato questo e mi sembra che possa funzionare al meno in parte... se hai delle idee migliori per cercare di arginare il problema della validazione culturale dello sfruttamento del lavoro ti prego di suggerirmi quali sono, che probabilmente se sono migliori delle mie le adotto pure io.
Rimango sempre stupito da come riesci ad articolare un monologo così dettagliato e profondo partendo da tematiche semplici. E' proprio vero che ascoltandoti si impara sempre qualcosa. Ma poi vogliamo parlare del nuovo libro? Bellissima notizia. Appena hai detto il soggetto del libro ho pensato al "paradosso della Gioconda".
Perfetto, a parte un dettaglio mancante: proprio perché la narrazione "tende al reale", la reazione suscitata è perfettamente comprensibile, in quanto la scenetta si configura come un ulteriore "sdoganamento" di quella elasticità del lavoro e del lavoratore che la classe imprenditoriale insegue da anni, e che proprio in quest'epoca si sta imponendo globalmente...
È quello che ho detto io. Se racconti una storia come se fosse vera, viene letta come se fosse vera: in questo caso si parla di sfruttamento del lavoratore etc. Siamo d'accordo.
@@RobertoMercadini Inoltre temo che molti se la sono presa perché essi stessi si trovano in una situazione molto simile a quella descritta nella scenetta di Renatino. E' normale che ti girano perché ti senti cornuto e mazziato. Penso che @Nicola Fusco però voleva anche sottolineare il fatto che molte aziende italiane e molti imprenditori italiani negli ultimi anni si sono impegnati notevolmente per far passare il messaggio " sii contento di essere sfruttato, perché al meno tu un lavoro lo hai, protesti non sei contento? sei subito un disoccupato, a e ricordati di sorridere non voglio facce tristi in azienda ". Quando questo è profondamente sbagliato. Poi sarà @Nicola Fusco a smentirmi se sbaglio a interpretare il suo messaggio. Roberto so che sei uno sveglio quindi credo che non te la prenderai se ti dico che pure io nel tuo video ho notato che ti sei scordato di sottolineare questo punto della questione, non te ne faccio una colpa un video è un video e anche se è di 30 minuti ovviamente non può parlare di tutto. In un discorso tocca fare delle scelte o si rischia di perdere il focus del discorso. Ma forse questo era uno dei punti cardine della contrarietà di molti a questo spot, visto da molti come uno sputo in faccia ai lavoratori sfruttati. Apprezzo molto i tuoi video e opinione personale, raramente ho notato che tu dimenticassi dei punti fondamentali atti alla comprensione dei tuoi racconti, se ogni tanto te ne dimentichi pazienza siamo tutti umani e siamo tutti soggetti a errori o mancanze.
@@RobertoMercadini beh sì, ho capito il tuo punto, se invece di usare Renatino avessero messo l'elfo non si sarebbe arrabbiato nessuno. Ma mi sembra che il tuo discorso escluda a priori la possibilità che il punto fosse esattamente quello, che l'intenzione era di far girare un messaggio tossico dove si giustifica lo sfruttamento. L'azienda in questione non è nuova ad uscite che definirei come minimo retrograde, e al limite apertamente fasciste (come quando chiedono di togliere le sanzioni alla Russia così possano esportare in pace. Tanto chi se ne frega delle aggressioni e tutti i motivi per cui quelle sanzioni ci sono in primo luogo? L'importante è esportare e fatturare) e comunque con tutti i soldi che ci spendono per la comunicazione, il marketing e compagnia bella questi "errori di comunicazione" dubito fortemente siano tali.
@@flowz100 il messaggio che intendono far passare è esattamente il tuo virgolettato. Non raccontiamocela troppo. edit: anche qui sono molto d'accordo con il tuo INTERO messaggio, è esattamente il punto che intendevo sollevare verso Mercadini. Complimenti per la comunicazione chiara ed equilibrata.
@@RobertoMercadini ho cambiato idea. Non è che volevano proprio far passare questo messaggio per persuaderci ad accettare la schiavitù salariata. È che quello è il loro universo mentale, e lo hanno espresso pure troppo bene... quando "comunicare correttamente" non è sempre la cosa giusta!
Ciao Roberto. Come al solito acuto e chiaro. Qui però, secondo me, hanno peccato di cattivo gusto, su un tema riguardo al quale siamo tutti molto sensibili di questi tempi. Potevano risparmiarsela tutti, sceneggiatore, attori ecc ecc. C'è questa retorica sul lavoro che ha cominciato a far venire i nervi
Iperbravo, come sempre. La storia raccontata nello spot mi fa tornare agli anni della mia giovinezza in cui conobbi un tale che per "restare a galla", cioè per sopravvivere sbarcando il lunario, diceva di lavorare 48 ore su 24 nella speranza di guadagnarsi il pane quotidiano. Non so se fosse felice così, anche se conosceva Parigi e il mare e le montagne qualche volta di certo doveva averli visti. Si trattava di autopromozione o automarketing, come era solito dire. Però io l'ho sempre visto darsi da fare (faceva un po' di tutto) e rispondeva sempre di sì a qualunque occasione di lavoro onesto gli venisse proposto enza veramente conoscere orario.
Roberto, per la prima volta stavo per scrive “No, questa volta non concordo perché…” poi ho pensato “È Roberto Mercadini. I suoi video non vanno liquidati con consumistica fretta; vanno ascoltati fino alla fine. Sempre. Vanno vissuti come una coccola mentale, con tutto il tempo di cui necessitano per dargli modo di stupire e finché non muoio non voglio fare a meno di stupirmi e lasciarmi stupire!”. Ed ecco un’altra brillante mercadinica mezz’ora di coccole.
Ennesima bellissima pillola! Aggiungerei che oggi è alquanto esasperato il divario tra ciò che un messaggio vuole *significare* e la platea che non ha i mezzi per decifrarlo appieno
Ottimo, analisi eccellente, Roberto. Viene da pensare che ci sia dell’ irreale (nello spot dico) perché nei caseifici credo proprio si lavori con la mascherina, contemporaneamente però c’è il più che verosimile: un lavoratore sfruttato. La narrazione, come dici giustamente e meglio te, non sa di preciso cosa vuole raccontare.
íl video è apprezzatissimo, tanto da sperar sempre che accada qualcosa di estremo nel mondo per attendere che Tu Roberto ti voglia pronunciare al riguardo: sia per gli spunti di lettura e visione ma anche per la profondità dell'analisi. In aggiunta a quanto spieghi nel video io mi sento anche di aggiungere che è una fortuna che la recitazione sia così finta ed inverosimile! Se avessero avuto maggiore capacità di far entrare lo spettatore nella storia, sarebbe stato lancinante. Mie esperienza di lavoro passate mi portano a ritenere non del tutto implausibile la figura di Renatino. Se a questo aggiungiamo il fatto che alla sua figura si vuol dare una connotazione positiva, beh... non può che nascere un senso di sgomento, rabbia, tristezza... comprensibile che ci sia chi se la prende con gli attori, il regista, il consorzio... magari non giustificabile, ma comprensibile si! Tutto sommato è però un bene che ci si possa adirare contro uno spot visto che in diversi casi, contro lo sfruttamento non si alza più molto polverone. Che da tutto ciò poi possa anche uscire qualcosa di buono, boh... speriamo. Il tuo video è una di queste cose. Vado a leggere "l'uovo" di Buzzati, grazie
Voglio prendere un fotogramma di un tuo video e scriverci sotto '...ma non divaghiamo' e poi farci un meme 😂😂😂 Io ti seguo SOPRATTUTTO per i divagamenti selvaggi che fai
È incredibile. È incredibile il fatto che di qualsiasi cosa parli Mercadini lo fa in un modo da incollarti allo schermo. E alla fine ti senti sempre più ricco.
Ciao Roberto sto guardando a ritroso tutti i video che hai pubblicato , come un balsamo giornaliero per mente e anima, ti ho conosciuto tramite Brabascura che seguo e stimo da un po’ e….anche se non so usare le parole bene come te volevo condividerti quanto io apprezzi e trovi davvero unici i tuoi contenuti…a prescindere dagli argomenti… capacità di ragionamento, logica , cultura, verità , ironia , questo ritrovo in te e purtroppo sono diventati così rari al giorno d oggi, e non intendo solo sui social o nella divulgazione in generale ma proprio nella vita reale, tra le persone , sia quelle vicine a noi che quelle distanti , quelle che incontri quotidianamente , davvero un piacere averti trovato! Davvero un sollievo vedere che esiste ancora tutto questo che credevo irrimediabilmente perso o destinato a perdersi!
@@RobertoMercadini Ma grazie a te! Anche per la stoicità…spero tu possa continuare ad essere sempre quello che sei e a condividerlo nonostante quello che possa accadere intorno a noi! Un abbraccio.
Mah, non che tutti debbano essere dei Gian Maria Volonté, ma credo che anche gli attori avrebbero potuto accorgersi della problematicità politica di quella scena e farlo presente. Detto questo GRAZIE per il discorso finale sulla sceneggiatura. Sono anch'io un fan di American Beauty ma non conoscevo il nome dello sceneggiatore. Come al solito tanti spunti dai tuoi video, che per questo sono irrinunciabili!
Il ruolo più importante nel cinema è il regista, perché gestisce tutti gli ambiti: sceneggiatura, fotografia, attori, scenografia, montaggio ecc. È lui che supervisiona tutto. Basta guardare kubrick. Poi ovviamente hanno tutti il loro peso, però solitamente sul set è il regista che si ascolta.
È l'opinione più diffusa, ma nel cinema classico non era raro vedere parecchi registi lavorare sullo stesso set. "Il Mago di Oz" e "Via col Vento" sono due esempi famosi, con tre o quattro registi differenti durante il ciclo produttivo. Allora era più importante il produttore, ed era proprio il produttore a scegliere quali film produrre in base alle sceneggiature che gli venivano proposte. In sostanza, il regista è importante, ma lo sono anche molti altri elementi. La sceneggiatura è uno degli elementi più importanti. È uno dei criteri che vengono valutati per primi quando si valuta un film. È la base del film. Imposta la storia, i tempi e i costi di produzione. Insomma, non proprio una cosa da sottovalutare.
Bellissimo video con il tuo bellissimo e prezioso punto di vista. Mi piacerebbe proporre brevemente anche il mio, sviluppatosi grazie al tuo. L'obiettivo di una pubblicità è quello di legare un'emozione al prodotto: la pellicola in pochi secondi deve impressionare e colpire l'osservatore in modo da lasciargli un'immagine indelebile. Ma non tanto affinché egli pensi davvero che il prodotto sia il migliore in assoluto o neanche che effettivamente sia un buon prodotto, quanto perché al supermercato, reduce di quell'emozione, presterà quasi involontariamente più attenzione a quel prodotto in mezzo a tutti gli altri. Nella pubblicità del parmigiano, tramite espedienti raffazzonati come farlo a mini serie/talent show per avvicinarsi ai giovani, si è proprio tentato di legare quell'emozione in modo incosciente: qualsiasi lavoratore, specialmente in Italia, è in grado di riportare un episodio di ingiustizia sul luogo di lavoro, più o meno grande che sia. Si è semplicemente toccato un tasto dolente che riguarda però la quasi totalità degli adulti italiani, a differenza di temi dolorosi come il razzismo che seppure più grande è ancora non totalmente condiviso o empatizzato.
Hai ragione, come dice il Buddha. I dialoghi e relativi ritmi del corto fanno rabbrividire; Fresi s'è impegnato per salvare il salvabile, ma se ingaggiano sceneggiatori come in Boris questi sono i risultati. Un motivo in più per non avere la tv.
Io ho fatto per alcuni anni il rappresentante di prodotti alimentari. E ho capito una legge universale. Per un prodotto che va bene, non si fa pubblicità. Si fa pubblicità per promuovere un prodotto che non si vende abbastanza. Per questo, da 50 anni, io non compro mai mai mai prodotti pubblicizzati. Compro un prodotto sconosciuto, lo provo, se mi piace continuo a comprarlo. Spendo meno e ho prodotti di qualità migliore, che si impongono da soli perché buoni.
La prima regola della pubblicità dice: " La pubblicità si fonda sulla menzogna ", quindi la menzogna che viene ammessa legalmente per scopi commerciali. La pubblicità infatti ha toni altamente celebrativi ed ogni prodotto viene reclamato come la scoperta del secolo! Quindi è chiaro che è solo l'arte di rappresentare il falso. Grazie Roberto.
Quello che mi stupisce del tempo attuale è che la gente si indigna per uno spot come se ne andasse della vita è al tempo stesso non scende più in piazza a fare sciopero in modo unitario per i veri soprusi subiti sul posto di lavoro. Per lo spot si urla ma il lavoro salariato ha rottamato la sua rappresentatività e campa ognuno per se allo sbando. Lo trovo piuttosto ironico e triste
Io, da musicista, dico che la figura più importante nella realizzazione del film è... il compositore della colonna sonora! Basta sentire le prime due note del tema principale per essere immediatamente catapultato in quell'atmosfera. Ed è tutto lì, in quella melodia. Nessuno spezzone di quel film, nessuna battuta, nessuna immagine riesce a essere minimamente rappresentativa quanto le prime note di quel dannato motivetto!😂 Scherzi a parte, se fossi un attore troverei altrettanti motivi validi per dire che la componente più importante è il ruolo dell'attore. Roberto ti stimo moltissimo, ma se posso trovarti un piccolo neo, in questa provocazione sei stato un po' di parte, ma va bene così, sei comunque fantastico! Anzi, è bello sentire parlare di sceneggiatura poiché, solitamente, tutti si concentrano molto sul regista e sugli attori, mentre invece esistono anche altre componenti indispensabili per un film.
La questione della sceneggiatura dopo aver finito di leggere storia perfetta dell'errore è fantastica, è come una conferma che un po' sia tu il buddha del libro
d'accordo su tutto tranne sul ruolo più importante del cinema, il ruolo più importante è il regista (in inglese director) perché è il direttore artistico del progetto. Se la performance di un attore non gli convince, dà lo stop e glie la fa rifare, se c'è una un'inquadratura che non gli piace dice all'operatore dove mettere la macchina e se c'è un dialogo che non trova appropriato lo fa riscrivere o lo riscrive direttamente lui. Questo è il motivo per cui Tim Burton che non ha mai scritto la sceneggiatura di un suo film ha fatto comunque sempre film che hanno il suo stile e sempre ben fatti. Oppure un altro esempio, Quentin Tarantino prima di fare il regista faceva lo scenaggiatore, i film scritti da lui e diretti da altri non hanno lo stile di Quentin Tarantino (Assassini Nati di Oliver Stone per esempio), non sembrano neanche scritti da Quentin Tarantino
@@delamperi1546 lasciamo perdere i film dove sono i produttori ad avere le redini con poca libertà del final cut, quelli sono film basati su ricerche commerciali che non hanno intenzione di trasmettere qualcosa, di solito. A volte però riescono comunque. Ma il direttore dovrebbe esser il regista di regola.
Infatti, quando ha iniziato a parlare di Cinema, Mercadini le ha sbagliate tutte. Ma non fa niente, capita anche ai migliori. La mia stima per lui è immutata
Grazie della riflessione sull'importanza della sceneggiatura, Roberto. Anche per me lo sceneggiatore dà il contributo principale ad un film. Per quanto riguarda lo spot, io la vedrei più così: anche se sembra effettivamente vero (perché come hai detto, lo spot è scritturato per raccontare il falso e farlo sembrare vero), io penso che nessuno davvero creda che sia effettivamente reale, cioè anche inconsciamente quando vediamo Renatino annuire, sappiamo che non sta dicendo la verità. In altre parole, a nessuno (o pochissimi) viene davvero in mente che un operaio del Parmigiano Reggiano possa lavorare 365 giorni l'anno. Il problema è che parlare in termini positivi dell'assurdo legittima l'assurdo. Ci vedo molte analogie con lo sketch di Pio e Amedeo sul politically correct: é ovvio che loro non intendessero che parole come negro, frocio, ricchione siano di uso normale, perché stavano facendo una parodia o comunque usavano termini iperbolici. Ma il solo di fatto di dire "io il mio amico di colore lo chiamo amichevolmente negro" fa credere alla gente - erroneamente secondo me - che ciò legittimi la diffusione di un linguaggio razzista (del tipo ah, allora stai dicendo che ce ne freghiamo dei sentimenti delle persone e usiamo tutti i termini dispregiativi che vogliamo. Cioè il classico effetto strawman). Se hai tempo e ti va dimmi cosa ne pensi.
Non si può che essere d'accordo. Aggiungo solo una considerazione: gli sceneggiatori non potevano non rendersi conto della portata di quel dialogo, proprio perché stavano realizzando quel genere di messa in scena. Inoltre dubito che la committenza abbia ordinato una campagna chiavi in mano: ci saranno state sicuremante diverse fasi di revisione della sceneggiatura, del girato, insomma anche ammettendo che gli sceneggiatori siano un branco di deficienti (e dal tenore generale dei dialoghi non avrei difficoltà), qualcuno con il potere di veto quelle battute (e proprio quelle!) le ha fatte passare. Lo stesso concetto poteva essere reso con mille altre parole. Il sospetto è che il caso mediatico fosse previsto già in fase di realizzazione della campagna, che altrimenti sarebbe passata inosservata. Anche perché dai, non si può nemmeno dire che è brutta: imbarazzante è un aggettivo corretto, ma bisognerebbe accompagnarlo con un'altra parola che adesso non mi viene. "Bruttezza imbarazzante" si avvicina, ma non basta.
La distonia tra falso e vero, la differenza tra la precisione del racconto e l'assurdità dei fatti, crea un effetto comico. Ecco perché Renzi mi fa ridere come Mr. Bean.
Ciao Roberto, complimenti per il video, chiaro e lineare come al solito; apprezzo molto la tua capacità di strutturare un ragionamento e argomentarlo. Non mi trovo però d'accordo con la tua asserzione secondo cui, in definitiva, è lo sceneggiatore a fare il film: tu riporti l'esempio di Sam Mendes, regista che, a mio avviso, ha ben poco di autoriale; ha fatto diversi film tutti con caratteri e temi diversi dagli altri, pertanto in questo caso trovo l'esempio adeguato. Ma non per questo il regista non ha, in generale, il ruolo di autore del film anzi, proprio perché tale, non è lui(se è davvero autore) ad adattarsi alla sceneggiatura, ma l'esatto opposto. Ti porto come esempio maestri come Hitchcock, Scorsese, Visconti, i quali, nonostante abbiano avuto decine di sceneggiatori diversi, in ogni film abbiano impresso il loro stile, portato le tematiche a loro care; i registi-autori sono quelli che riconosceresti da un frame, da un immagine. Poiché non bisogna dimenticare che il cinema è questo: immagine in movimento(cine-). Il regista è colui che prende una storia dalla pagina e le da una realtà, che è la propria; crea un mondo e lo amministra, lo dirige, appunto. Da qui la celebre frase di Fellini «Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio».
Concordo. Diciamo che è sbagliato dire seguite i film scritti dallo stesso sceneggiatore o seguite quelli diretti dallo stesso regista, sarebbe giusto dire seguite i film degli AUTORI, che siano commerciali o meno eh.
Stavo per scrivere la stessa cosa, anche perché una sceneggiatura ben scritta rimane un testo, non un opera audiovisiva. Pertanto lo sceneggiatore non realizza il film. Senza parlare del fatto che questa influenza del regista viene data proprio dal fatto che la sceneggiatura la revisiona. Brutto da dire ma spesso una buona sceneggiatura con un pessimo regista è più inguardabile di una pessima sceneggiatura con un buon regista. Le belle idee sono tali anche e soprattutto per la realizzazione. Detto ciò il cinema è un arte che si fa in più persone, quindi inutile dire che l'armonia fra i reparti è sempre la cosa migliore!
Ciao Roberto, vorrei ringraziarti perché grazie alla chicca di cercare in base allo sceneggiatore sto trovando diversi film molto interessanti. Non ci avevo pensato prima.... fra l'altro era una riflessione che avevo letto anche nel tuo primo romanzo, ma è stato guardando questo video che mi sono davvero convinta a cercare i film in base allo sceneggiatore e sto avendo alcune belle sorprese. Grazie.
@Thot è come scoprire che una persona che stimi suona il tuo stesso strumento o tifa la stessa squadra...arricchisce la passione che hai già....se ne avesse parlato male probabilmente mi sarebbe piaciuto meno lui😊
Signor Mercadini, non sapevo di questa vicenda, sono rimasta sconcertata, purtroppo questo dimostra come ci sia tanta gente che vive al di fuori della realtà.
Sapete cosa, io non credo che uno sceneggiatore si svegli una mattina e si inventi una scena come questa: troverei poco plausibile che nessuno glielo faccia notare. Piuttosto sono più propenso ad una imposizione dall'alto da parte del committente, magari qualche manager esaltato che voleva proprio trasmettere questo concetto di "superazienda"... e dato che è il cliente che paga, si è fatto così. Che ne pensate?
Concordo. Anche io ne ho parlato, nel mio commento, e, trattandosi di pubblicità, quindi ambito marketing, non di opera artistica (film, sceneggiato o altro), sicuramente la maggior responsabilità è da imputare proprio al settore marketing dell'azienda, che funge da "burattinaio", dietro le quinte
Il discorso sulla sceneggiatura "leggermente" sottovalutata si può capire molto bene ragionando sul teatro e la drammaturgia, dove la visione è esattamente ribaltata.
Analisi splendida ma credo sia costruttivo aggiungere un paio di puntini sulle "i": - lo sceneggiatore ha indubbiamente la responsabilita' maggiore, ma possibile che a nessuno sul set sia venuto in mente che forse la battuta non era proprio felice dato il contesto ed il periodo? - Se e' pur vero che il marketing e la pubblicita' spesso si "nutrono di iperboli", trovo che piu' le cose vanno avanti piu' si stia calcando la mano. I miei nonni mi raccontavano del Carosello, dove la pubblicita' era palese ed ingabbiata in un momento noto. Ora il marketing si nutre di cose come i "contenuti sponsorizzati", il product placement, e tutta una serie di tecniche e sotterfugi subdoli per annebbiare e confondere col fine di colpire i nostri impulsi piu' che la nostra parte razionale. Forse sarebbe opportuno richiamare un po' chi fa pubblicita' all'ordine. Io ho da tempo sempre piu' il sospetto che questa comunicazione "bellica" sia un grande contributore nelle cause della sempre piu' dilagante analfebetismo culturale.
Dino Buzzati è un genio: uno dei suoi racconti che amo di più è _La fine del mondo_ , che a parere mio tocca in modo semplice una questione altrettanto "semplice", facendone un capolavoro di riflessione antropologica.
P.s.: ottima, la citazione del Gabriele la Porta di Guzzanti, sul finale, ahahah! Per quanto concerne il rapporto tra regia e sceneggiatura, a mio parere andrebbe operato un "distinguo" fra prassi europea e statunitense. Mentre nel sistema _hollywoodiano_ i reparti di un film sono settorializzati e quindi al regista tocca "solo" l'elaborazione della messa in scena di quanto stabilito altrove, nella prassi europea (e soprattutto, latina) il regista è SEMPRE in qualche modo coautore dello _script_ e soprattutto si trova nella facoltà "contrattuale" d'intervenire direttamente ed _in itinere_ sulla realizzazione. Il fatto che noi europei facciamo molta più attenzione al regista che allo sceneggiatore è dovuto, secondo me, al _misunderstending_ di valutare i prodotti oltreoceanici come fossero "roba che facciamo noi occidentali". Se io voglio ritrovare le atmosfere di Fellini, dovrò guardare un altro film di Fellini; se voglio ritrovare le stesse atmosfere di un film statunitense, dovrò invece cercarmi (come si diceva nel video) qualcosa dello stesso sceneggiatore, a meno che ciò che io cerco non riguardi la narrazione, ma proprio la messa in scena in quanto tale.
Ancora una volta mi rendo conto che prima di commentare i tuoi video vanno visti fino alla fine, e magari anche riguardati. A metà video ti stavo già commentando ma ho avuto la saggezza di fermarmi, quello che stavo per scrivere lo hai poi detto tu, meglio di me, ed in modo probabilmente più gradevole. Quindi niente, grazie di esistere
Dobbiamo rieducarci tutti alla pazienza.. Come ci veniva insegnato da piccoli: non si deve parlare sopra agli altri. Si ascolta e si aspetta che finiscano di parlare, poi si può rispondere :)
Comprendo l'intenzione dello spot, far passare l'azienda come legata al territorio, di tradizione, dove anche i dipendenti amano e apprezzano lavorare lì. Però in un contesto culturale come il nostro dove le attività d'impresa sfruttano sempre di più i lavoratori malpagati, dove il vero valore da difendere diventa il tempo, non si può narrare di un lavoratore che ama lavorare 365 giorni l'anno. Diventa un racconto ideologicamente ispirato, metafora o no.
Un personale intervento in un video cameo assolutamente esplicativo del pensiero che ha come soggetto. Ho visto il film menzionato:il Peccato. Ma,pur nutrendo passione per il tema,per l'artista e in generale per la storia del genio,ho trovato scialbo il film. Forse nel discorso della regia-sceneggiatura dovrei solo estrapolare tratti e ombre che dalla mia angolazione non colgo. Resta che mi è arrivato d'acchito come un B-muvie. Errore mio di giudizio superficiale. Voglio però,se posso e se non posso lo sto facendo e me ne scuso, portare all'attenzione un altro film che giudico stupendo tra i brutti film degli ultimi tempi. Un ombra negli occhi. Grazie ancora delle piacevoli condivisioni.
@@roccorocco7320 è un piccolo omaggio al libro "Storia perfetta dell'errore" (sempre di Roberto) e al suo personaggio Buddha che esalta la figura dello sceneggiatore e ritiene sopravvalutata quella del regista :)
Alla responsabilità dello sceneggiatore aggiungerei quella, direi maggiore, degli addetti al marketing della ditta, che hanno approvato lo spot (e, forse, ne hanno anche dettato le linee guida). Nessuna pubblicità viene messa in circolo senza l'approvazione della ditta stessa che ha commissionato la campagna pubblicitaria. Ed è qui che, secondo me, si concentra, o si deve concentrare, la maggior parte dello sdegno del pubblico. Ma, come succede allo sportello dell'ufficio postale, o quando si chiama un call center, come al solito, chi si becca i "nomi" è chi ci mette la faccia, mai il "burattinaio" che si nasconde dietro le quinte. Se un film è brutto, i primi a rimetterci sono gli attori. P.S.: topolini del Parmareggio: 1 - Renatino del Parmigiano Reggiano: 0 😂
Il problema secondo me sta nel fatto che, come sottolinei tu, solitamente la pubblicità utilizzi l'iperbole per enfatizzare gli aspetti MIGLIORI E APPREZZABILI del proprio prodotto (vedi il Cynar, o la pubblicità del profumo da te citata); nel caso del Parmigiano, quindi, l'azienda sembra suggerire che avere dipendenti che rinunciano a vivere una vita sana per lavorare sia un valore aggiunto alla produzione del formaggio. Questo messaggio poi è aggravato dalla situazione sociale italiana, dove non sono rare le storie di vero sfruttamento e violazione dei diritti dei lavoratori. È per questo che lo spot ha toccato nel vivo moltissime persone, perché utilizza metaforicamente come vanto una dinamica da cui ci si aspetta che qualsiasi azienda civile e a norma prenda le distanze.
Bel video, come sempre!
Quella parte non era utile alliperbole che serviva a enfatizzare il prodotto era solo una battuta che volevano mettere perché le cose divertenti rimangono per più tempo nella mente delle persone pultroppo nella magica era del politically correct si é rivelata una scelta stupida
@@satana4977 beh colpo ha fatto colpo
@@satana4977 una battuta? Con grande difficoltà vedo un intento comico: non ha assolutamente nulla dei tempi, delle dinamiche e di tutto quello che ha a che fare con qualcosa che vorrebbe far divertire. Dopo qualcuno dice: "ciò che fa ridere rivela molto di sè". In fine: la correttezza non è questione da poco; la correttezza è rispetto e il rispetto è fondamentale per la dignità. Trovo seccante questo gioco ridicolo e sempliciotto che butta tutto in caciara puntando il dito contro il politicamente corretto.
Il concetto secondo me non è lo sfruttamento ma l'idea che il lavoratore ama a tal punto il prodotto e la sua qualità che quello diventa lo scopo della sua vita. In altre parole che sia a tal punto appassionato del suo lavoro
@@itsiwhatitsi siamo in molti ad averlo interpretato allo stesso modo, ma così non ingenererebbe spunti polemici. Ormai si vive solo per indignarsi, chi non lo fa per lo spot in sé lo fa verso chi critica artificiosamente lo spot.
Piccolo refuso. Massimo Bottura é il cuoco. Luca é un bravissimo giornalista.
Bellissimo video come sempre
Un’altra preziosa e inimitabile lezione mercadiniana di tecniche di ragionamento: ogni volta che ti ascolto mi arricchisco, scopro come è possibile usare al meglio il cervello per osservare, analizzare e apprezzare - nel bene e nel male - in tutti i suoi aspetti ciò che accade, ciò che mi circonda, per capire qualcosa in più di ogni occasione. Ogni volta… Grazie Roberto.
Una differenza sostanziale tra l'esempio del fiore rubato per il profumo, e lo spot contestato, è che nel primo caso il gesto iperbolico (il furto del fiore) è a supporto della bontà e della funzionalità (suscitare attrazione) del profumo, nel secondo caso invece, la questione dei 365 giorni l'anno, non sembra esserlo. Se avessero introdotto un personaggio che usa alla sua tavola il prodotto incriminato per 365 giorni l'anno, persino a colazione, avrebbe avuto quella funzione (evidenziare la bontà del prodotto), e nessuno avrebbe sollevato la questione.. oppure, se Renatino avesse motivato il suo iper-staccanovismo con l'amore per il profumo sprigionato dal prodotto che preparava, da cui non poteva proprio separarsi, idem (e tutto questo senza doversi travestire da folletto). Ma in questo caso, semplicemente, ha fatto storcere il naso, ai più, che lo spot evidenziasse quanta ammirazione avessero per il lavoratore presumibilmente sfruttato (dato che le domeniche poteva prendersele! :)), apparendo come simbolo positivo (in maniera svincolata dalla bontà del prodotto promosso) per qualcosa che non è considerata tale. (Ovviamente non concepisco ne approvo certi attacchi, specialmente verso l'attore). P.s. gran bel monologo come sempre! 🙂
Concordo è sbagliatissimo prendersela con l'attore o con il regista o con lo sceneggiatore, se proprio vogliono prendersela con qualcuno possono semplicemente smettere di acquistare prodotti di quella determinata azienda scegliendo dei prodotti alternativi o concorrenti. Il consumatore ha un potere che spesso non sa sfruttare nel modo giusto. E' inutile fare i social justice warriors su twitter e dirti indignato, se poi continui a comprare da quel' azienda. Non dico che non possano anche lamentarsi su internet se gli fa piacere per carità che lo facciano pure a me non da fastidio, ma che poi non si lamentino se l'azienda in questione reitera nel tempo lo stesso tipo di comunicazione. Le aziende capiscono solo se perdono soldi o se ne guadagnano, volete farvi sentire ne avete i mezzi tutte le volte che fate la spesa, boicottateli in forma personale e per un tempo adeguato ( che ne so uno o due anni di seguito rivolgendovi alla loro concorrenza ) in modo che l'azienda possa capire. Se pensate di non poter parlare alle aziende non vi preoccupate i vostri soldi sapranno come tradurre i vostro pensiero a loro.
@@flowz100 che senso ha boicottare il prodotto per un "errore" di comunicazione? Se si utilizzasse lo stesso metro punendo col licenziamento chiunque dica qualcosa che i "moralisti" ritengono intollerabile rimarrebbero poche persone al lavoro in Italia.
Ma perché uno dev'essere sfruttato? A uno non può piacere il lavoro che fa?
@@ventanas15 certo.. ma 365 giorni all'anno vuol dire ogni domenica, ogni natale e pasqua, e vitanaturaldurante che nemmeno un pesce rosso nel suo acquario 😅 giustamente, dice Roberto M., è una iperbole. Qualcosa di estremo e inverosimile che evidenzia una precisa direzione esasperandola..
@@jimicrew ogni piccolo allevatore al mondo lavora 365 giorni l'anno.
Stavo per scrivere roba del tipo "mi vergogno di vivere in un paese dove bisogna spiegare le pubblicità". Poi ho ascoltato fino alla fine e mi hai spiegato il motivo per cui la gente si è indignata,e come al solito ho imparato una cosa nuova : )
Senza parole, il commento perfetto per questo video.
Aspetta un momento... Tu hai la parola SCHIAVO nel cognome!!! Coincidenza? Io non credo.
Chiedo scusa se posso risultare fastidio sin da ora, ma lo ritengo opportuno; il biasimo verso qualcosa di astratto, come "il paese" o "la gente", è da evitare sempre. Anche il biasimo per qualcosa di più concreto è comunque da ponderare con attenzione. Essere sempre curiosi dei perché: perché la comunità afroamericana si i cazza per la n word?; perché alcune persone si sentono minacciate dai diritti civili per chi non è etero cis?; perché la pubblicità di reatino ha fatto incazzare tante persone? Credo che la mancanza di questo esercizio sia alla base dei risentimenti classisti, razzisti e via dicendo.
@@dariodipersia che?. mi muore il nonno e denuncio la pubblicità con la nonno Nanni? anzi, l'intera azienda per avere la parola nonno nel nome, qualcuno ci pensa a coloro che un nonno non lo hanno?!? pazzesco. 😅 perdona l'esagerazione, ma per me siamo allo stesso livello ed è stata la prima associazione che mi è venuta leggendo questo commento.
@@radhat_ sinceramente, o tu non hai capito il mio commento o io non capisco il tuo. Davvero, non ho capito assolutamente nulla. Non trovo nessun nesso logico con ciò che ho scritto e penso che ci sia un interpretazione sbagliata di qualcosa, ma davvero non capisco cosa. Se mi spieghi meglio cosa volevi dire, perché davvero non capisco assolutamente nulla, magari rendo più chiaro il concetto di "evitare di biasimare facilmente" che volevo esprimere.
Ti ho appena "scoperto", e devo dire che sei molto bravo! Questo video è bellissimo, con una spiegazione più che chiara, esauriente e molto gradevole da ascoltare. Il modo sottile e molto profondo in cui metti in risalto la psicologia della gente... Mi è piaciuta moltissimo! Lo ripeto: sei bravo!!!
Sei un GRANDE! Hai centrato perfettamente il bersaglio. Complimenti. Vorrei avere la tua capacità di spiegare e ridurre al semplice questioni che altri fanno, invece, diventare complesse per puro amore della polemica. BRAVO!
Il problema è che sembra non pubblicizzare il formaggio ma una vita di sfruttamento facendola passare per buona.
Quale è il prodotto che si pubblicizza?
Complimentissimi. È sempre un piacere seguirti!
È sempre un piacere ascoltare e vederti mentre racconti.
Spieghi in modo semplice ma articolato, da una prospettiva geniale e concreta.
Sei veramente un grande.
Grazie Roberto, la tua capacità di ragionamento è davvero illuminante, era giorni che cercavo di capire cosa ci fosse di sbagliato in questa pubblicità, la prima volta che l'ho vista mi ha fatto rabbrividire...grazie a te ho capito! Bellissimo video come sempre 😊
il solo ed unico che può passare dal parmigiano reggiano alla metamorfosi di Kafka con disinvoltura in meno di 30 minuti...solo tu puoi farlo sei un grande!!!
Niente sei un maestro! Mi dai un sacco di spunti per i miei alunni. Grazie Roberto grazie sempre
Un altro tuo video, un'altra prospettiva. Vorrei vedere il mondo con la tua mente ❤️
Buongiorno a tutti, recupero ora prof. ☺☺😂
Iniziare con lei la giornata è impagabile, like ed ora video ☺☺👋
Il problema è che a questo giro il racconto non era realmente un iperbole, e nel 2021 quasi tutti sanno molto bene che determinate fasce di lavoratori si trovano realmente nella stessa condizione di " personaggio finto RENATINO " o poco ci manca. Hai ragione è inutile prendersela con il regista o gli attori e ti dirò il responsabile non lo cercherei nemmeno nella figura dello sceneggiatore ma piuttosto del cliente. Ti parlo da persona che per determinati anni si è occupato di lavorare nel settore pubblicitario come grafico e ti posso garantire che nella maggioranza dei casi di questo tipo è spesso l'imprenditore o uno dei dirigenti di azienda ( personaggi solitamente un pò attempati ) con una visione del mondo un pò retrograda che siccome pagano VOGLIONO " leggi pretendono " di mettere bocca o addirittura di stravolgere il lavoro fatto da altre persone molto più competenti di loro in quel settore, solo perché sono già abituate da anni a fare le stessa cosa nella loro azienda con i suoi dipendenti. Il reale problema è che se ti affidi a una Agenzia Pubblicitaria è perché non sei in grado di occuparti tu internamente della tua comunicazione quindi evita di imporre idee deleterie per per la tua stessa comunicazione. Ora io in questo caso non ho idea se qualcuno interno all'azienda del parmigiano abbia imposto o meno una sua visione o se la scenetta di Renatino fosse farina del sacco di qualcuno dell'agenzia pubblicitaria. Fatto sta che se ci sono dei responsabili quelli sono il responsabile dell'agenzia pubblicitaria di fatto si chiama realmente RESPONSABILE non solo perché percepisce uno stipendio migliore degli altri ma perché è realmente RESPONSABILE di quello che esce dall'agenzia, insieme a chi era stato incaricato e quindi reso RESPONSABILE all'interno dell'azienda del parmigiano di seguire i rapporti con chi faceva lo spot. I responsabili ci sono è la gente che non vuole vederli. Se volete manifestare il vostro malumore per la pubblicità che non vi è piaciuta non scrivete solo su internet il vostro giustificatissimo disappunto ma evitate di comprare prodotti di quell'azienda magari acquistando il prodotto della concorrenza. Il consumatore ha un potere che la pubblicità ha il compito di cercare di indirizzare nella direzione a suo favore che tal' volta è a sfavore del consumatore stesso influenzandolo, ma al di là di questo ricordatevi che al supermercato siete sempre solo voi a fare la scelta finale. Magari per un pò di tempo che ne so uno o due anni scegliete semplicemente un prodotto alternativo, tranquilli che se siete abbastanza per abbastanza tempo il messaggio arriva forte e chiaro all'azienda, e anche obtorto collo dovranno stare molto più attenti in futuro quando si tratterà di comunicare magari affidandosi e fidandosi maggiormente di reali professionisti del settore.
Che mentalità assurda, boicottare un prodotto per un errore (sempre che sia errore) di comunicazione sui lavoratori pensando di punire l'azienda finirebbe per gravare proprio sui lavoratori, perché se il fatturato cala la prima misura è il licenziamento. Siete dei geni.
@@milanfanas Si esatto è proprio così come dici tu, ma è solo tirando la corda che si spezza, e viene giù tutta l'impalcatura mostrando l'ipocrisia che c'è dietro. Ed è solo quando non possono più nascondersi dietro un dito che saranno ben costretti ad ammettere che il mondo del lavoro Italiano e mondiale è malato dalle radici fino alle punte delle foglie. C'erto non basterà boicottare solo Parmigiano Reggiano, bisognerà estendere la cosa anche a molte altre aziende, ma è importante iniziare a farlo, ed è importante incominciare a farlo con le aziende che anno comportamenti di sfruttamento, atteggiamenti vessatori o scorretti con i propri dipendenti, e in un secondo momento è importante farlo anche con quelle aziende che veicolano messaggi o ideologie che giustificano o glorificano lo sfruttamento del lavoro. Faccio giusto un esempio per chiarire il concetto da quando ho saputo che quasi tutti i dipendenti dei magazzini di AMAZON sono costretti a pisciarsi addosso durante i turni del lavoro, ho deciso a titolo personale di smettere di acquistare i prodotti da AMAZON, e benché io ora sono costretto a dover spendere più soldi per acquistare i medesimi prodotti è una cosa che io mi sento di fare per cercare di non contribuire nel sovraccarico di lavoro a quelle persone. Vedi non è un meccanismo perfetto il mio è chiaro che al momento ci sono delle falle ma è una cosa che si evolve con il tempo, man mano che vengo a conoscenza di cose sbagliate di una determinata azienda valuto se la ritengo personalmente abbastanza grave o meno per evitare di contribuirvi con i miei soldi. Nel mondo in qui viviamo io come persona posso al momento permettermi di agire solo in questo modo, purtroppo non sono un politico non ho modo di poter proporre leggi in merito al mondo del lavoro. E anzi sappiamo molto bene che è dal mondo della politica che sono partite le leggi che al momento consentono di poter trattare i lavoratori in questo modo. Questo è un comportamento che ho scelto di adottare da diversi anni so bene che è una scelta difficile, e che tal volta comporta determinati sacrifici, ma sono sacrifici he io personalmente mi sento di fare per cercare di arginare questo tipo di problematiche. Vedi non voglio che i miei figli quando dovranno trovare un lavoro si trovino costretti ad accettare condizioni di sfruttamento come sono stato in passato costretto a dover accettare io. La condizione di lavoratore sfruttato è una condizione frustrante ed angosciante in qui non vedi il futuro, ti senti solo e contemporaneamente ti senti incastrato in un sistema che non ti lascia quasi scelte, o lavori sottopagato sfruttato e zitto con un finto sorriso in faccia morendo dentro ma tiri a campare o sei licenziato e speri nel buon cuore dei tuoi famigliari e degli amici per ospitarti e farti mangiare. La mia condizione per fortuna è cambiata da molti anni ormai, ma non la dimentico e cerco solo di evitarla anche a gli altri e in primis ai miei figli. Non credo di essere pazzo ( o al meno sulla pazzia è una mia autovalutazione quindi prendila per quello che è ) so bene che io sono solo una goccia di un altra temperatura nel mare, ma so anche che se abbastanza gocce nel mare cambiano temperatura, la temperatura globale del mare cambia di tanto o di poco questo si vedrà. Io ho parlato di scelte mie personali non per fare il fenomeno o per sentirmi superiore a chi che sia, non sono nemmeno sicuro che il mio sia il metodo più efficace per raggiungere il mio obbiettivo, a dire il vero vado a tentativi, al momento mi sembra che il sistema di boicottaggio possa funzionare. Ma è una cosa che deve nascere da dentro le persone, non posso e non voglio costringere nessuno, l'unica cosa che posso fare è suggerirlo agli altri e cercare di far ragionare le persone sugli stessi meccanismi della nostra società su cui io ho riflettuto in passato e sperare che giungano alle mie stesse conclusioni, o meglio ancora addirittura a conclusioni migliori delle mie e che me le suggeriscano.
@@flowz100 mi pare che tu sia andato un po' oltre. Se il boicottaggio di Amazon può essere ideologicamente condivisibile (non solo per le politiche di gestione del personale, ma anche per l'elusione fiscale e l'abuso di posizione dominante), nel caso del Parmigiano si tratta di punire un'azienda per uno spot sull'onda di un'interpretazione forzosa. Ribaltare il concetto "mi piace così tanto il mio lavoro che lo farei ogni giorno" fino a farlo diventare "sono un lavoratore schiavizzato e probabilmente sottopagato" è un passaggio mentale infarcito di preconcetti e volontà di polemizzare. Mi aspetto che a breve venga censurato Topolino perché mostra zio Paperone che sfrutta il nipote con lavoro in nero non retribuito. L'hai già boicottato?
E’ molto più semplice . E’ parte di una campagna mascherata di controllo mentale
@@milanfanas Come ti dicevo non è un metodo privo di difetti, certo che Amazon e Parmigiano, non sono figurabili sulle stesso piano. Ma come dicevo ho lavorato per anni nel settore pubblicitario, prima cartaceo, poi web, e per canali televisivi ragionali. In quella mia esperienza ho potuto notare come determinati imprenditori e aziende a causa del loro modo di vedere il mondo del lavoro finiscono per influire anche negativamente sulla loro stessa comunicazione che viene pensata per loro, il più delle volte senza nemmeno rendersene conto. Questo è rivelatore di come trattano i propri lavoratori. E se io avessi solo lavorato tutta la mia vita solo nel settore pubblicitario molto probabilmente non avrei le chiavi per poter decifrare da quei comportamenti un ideologia non dichiarata ma ben presente, purtroppo sono stato anche dall'altra parte della barricata e so cosa sono gli effetti di quel tipo di mentalità, so in cosa si traducono in concreto sui lavoratori. Ora non è il punto di vedere se Parmigiano Reggiano realmente sfrutti i propri lavoratori o meno, se rispetta i contratti di categoria o meno. Il punto è che una qualunque azienda si permetta di insinuare con un messaggio a doppia lettura ( la doppia lettura come tu stesso hai sottolineato è il ribaltamento del - mi piace così tanto il mio lavoro che lo farei ogni giorno, ma è anche - sono un lavoratore schiavizzato e probabilmente sottopagato ) un messaggio di avvallo di sfruttamento del lavoro dovrebbe riceve un fid beak negativo da parte del suo mercato. Questo crea un precedente pericoloso in quanto altri imprenditori o dirigenti di aziende si sentirebbero ancora più giustificati nello sfruttamento dei propri lavoratori in quanto il messaggio a livello societale sarebbe passato come valido. Ed è proprio questa validazione che deve essere fermata. Il problema è anche la doppia lettura che in campo pubblicitario si usa come una foglia di fico per far passare messaggi in maniera velata tutto restando puliti, questa è l'arte di chi fa pubblicità ignorare questo è non conoscere bene il settore della comunicazione pubblicitaria. Non mi fraintendere ti prego non sono ne per la cancel culture ne per lasciare le cose come stanno. So bene che potrebbe essere interpretato come una visione esagerata ma al momento nelle società occidentali ci è rimasto solo questo mezzo per farci sentire, e sperare di cambiare un minimo le cose o al meno provare a controbilanciarle. Come dicevo prima non è un metodo perfetto ma per ora io ho trovato questo e mi sembra che possa funzionare al meno in parte... se hai delle idee migliori per cercare di arginare il problema della validazione culturale dello sfruttamento del lavoro ti prego di suggerirmi quali sono, che probabilmente se sono migliori delle mie le adotto pure io.
Rimango sempre stupito da come riesci ad articolare un monologo così dettagliato e profondo partendo da tematiche semplici. E' proprio vero che ascoltandoti si impara sempre qualcosa. Ma poi vogliamo parlare del nuovo libro? Bellissima notizia. Appena hai detto il soggetto del libro ho pensato al "paradosso della Gioconda".
Teresa buongiorno 😘
Si bello .....
Perfetto, a parte un dettaglio mancante: proprio perché la narrazione "tende al reale", la reazione suscitata è perfettamente comprensibile, in quanto la scenetta si configura come un ulteriore "sdoganamento" di quella elasticità del lavoro e del lavoratore che la classe imprenditoriale insegue da anni, e che proprio in quest'epoca si sta imponendo globalmente...
È quello che ho detto io. Se racconti una storia come se fosse vera, viene letta come se fosse vera: in questo caso si parla di sfruttamento del lavoratore etc.
Siamo d'accordo.
@@RobertoMercadini Inoltre temo che molti se la sono presa perché essi stessi si trovano in una situazione molto simile a quella descritta nella scenetta di Renatino. E' normale che ti girano perché ti senti cornuto e mazziato. Penso che @Nicola Fusco però voleva anche sottolineare il fatto che molte aziende italiane e molti imprenditori italiani negli ultimi anni si sono impegnati notevolmente per far passare il messaggio " sii contento di essere sfruttato, perché al meno tu un lavoro lo hai, protesti non sei contento? sei subito un disoccupato, a e ricordati di sorridere non voglio facce tristi in azienda ". Quando questo è profondamente sbagliato. Poi sarà @Nicola Fusco a smentirmi se sbaglio a interpretare il suo messaggio. Roberto so che sei uno sveglio quindi credo che non te la prenderai se ti dico che pure io nel tuo video ho notato che ti sei scordato di sottolineare questo punto della questione, non te ne faccio una colpa un video è un video e anche se è di 30 minuti ovviamente non può parlare di tutto. In un discorso tocca fare delle scelte o si rischia di perdere il focus del discorso. Ma forse questo era uno dei punti cardine della contrarietà di molti a questo spot, visto da molti come uno sputo in faccia ai lavoratori sfruttati. Apprezzo molto i tuoi video e opinione personale, raramente ho notato che tu dimenticassi dei punti fondamentali atti alla comprensione dei tuoi racconti, se ogni tanto te ne dimentichi pazienza siamo tutti umani e siamo tutti soggetti a errori o mancanze.
@@RobertoMercadini beh sì, ho capito il tuo punto, se invece di usare Renatino avessero messo l'elfo non si sarebbe arrabbiato nessuno. Ma mi sembra che il tuo discorso escluda a priori la possibilità che il punto fosse esattamente quello, che l'intenzione era di far girare un messaggio tossico dove si giustifica lo sfruttamento. L'azienda in questione non è nuova ad uscite che definirei come minimo retrograde, e al limite apertamente fasciste (come quando chiedono di togliere le sanzioni alla Russia così possano esportare in pace. Tanto chi se ne frega delle aggressioni e tutti i motivi per cui quelle sanzioni ci sono in primo luogo? L'importante è esportare e fatturare) e comunque con tutti i soldi che ci spendono per la comunicazione, il marketing e compagnia bella questi "errori di comunicazione" dubito fortemente siano tali.
@@flowz100 il messaggio che intendono far passare è esattamente il tuo virgolettato. Non raccontiamocela troppo.
edit: anche qui sono molto d'accordo con il tuo INTERO messaggio, è esattamente il punto che intendevo sollevare verso Mercadini. Complimenti per la comunicazione chiara ed equilibrata.
@@RobertoMercadini ho cambiato idea. Non è che volevano proprio far passare questo messaggio per persuaderci ad accettare la schiavitù salariata. È che quello è il loro universo mentale, e lo hanno espresso pure troppo bene... quando "comunicare correttamente" non è sempre la cosa giusta!
Sempre illuminante!!
Ciao Roberto. Come al solito acuto e chiaro.
Qui però, secondo me, hanno peccato di cattivo gusto, su un tema riguardo al quale siamo tutti molto sensibili di questi tempi. Potevano risparmiarsela tutti, sceneggiatore, attori ecc ecc. C'è questa retorica sul lavoro che ha cominciato a far venire i nervi
Bravissimo concordo
È esattamente ciò che intende nel video 😁
Sembra ti abbia scritto questo commento prima di aver concluso il video 🤔
@@arcaneevan19 🤔🤫😂
Iperbravo, come sempre. La storia raccontata nello spot mi fa tornare agli anni della mia giovinezza in cui conobbi un tale che per "restare a galla", cioè per sopravvivere sbarcando il lunario, diceva di lavorare 48 ore su 24 nella speranza di guadagnarsi il pane quotidiano. Non so se fosse felice così, anche se conosceva Parigi e il mare e le montagne qualche volta di certo doveva averli visti. Si trattava di autopromozione o automarketing, come era solito dire. Però io l'ho sempre visto darsi da fare (faceva un po' di tutto) e rispondeva sempre di sì a qualunque occasione di lavoro onesto gli venisse proposto enza veramente conoscere orario.
Ho visto il tuo primo video ieri sera, Hoopenheiner, ho già seguito altri 3 clip, sei grandioso 👍🏼
riguardo allo spot del parmigiano però non la penso proprio come te, il tema del lavoro, dello sfruttamento è delicato da sempre
mostrare un poveraccio, che è contento di essere un sorcio senza una vita che è pure contento è un po’ troppo , pensiero mio.
niente, chapeau, avevo scritto i commenti a metà video, sei un genio .🥹
Grazie per il chiarimento sulla centralità della sceneggiatura in un film
Video meraviglioso. Bravissimo come sempre
Vedere Mercadini recitare a menadito la pubblicita' del pennello Cinghiale come noialtri... non ha prezzo!
Bravo! hai spiegato benissimo l'errore, in questo spot manca la sospensione dell'incredulità!
Grazie per questo video Roberto.
Come sempre geniale, riesci a chiarire e trasmettere tutti gli elementi di una questione
Essendo una pubblicità è riuscitissima perchè non si parla d'altro, resta nella memoria!
Video veramente interessante! Grazie Roberto!
Roberto sei un grande come spieghi le cose in una maniera semplicemente logica. Ti stimo.
Una spiegazione meravigliosa, come sempre.
Chr bella storia. Mai avuto dubbi a riguardo.
Complimenti per come hai raccontato la storia💯
Roberto, per la prima volta stavo per scrive “No, questa volta non concordo perché…” poi ho pensato “È Roberto Mercadini. I suoi video non vanno liquidati con consumistica fretta; vanno ascoltati fino alla fine. Sempre. Vanno vissuti come una coccola mentale, con tutto il tempo di cui necessitano per dargli modo di stupire e finché non muoio non voglio fare a meno di stupirmi e lasciarmi stupire!”.
Ed ecco un’altra brillante mercadinica mezz’ora di coccole.
Sempre sublime nelle tue analisi.
Al momento della cannuccia a momenti cado dal divano! Geniale! Ti adoro
Ennesima bellissima pillola!
Aggiungerei che oggi è alquanto esasperato il divario tra ciò che un messaggio vuole *significare* e la platea che non ha i mezzi per decifrarlo appieno
Io ti adoro.
Continui ad entusiasmarmi.
Grazie!
Ottimo, analisi eccellente, Roberto. Viene da pensare che ci sia dell’ irreale (nello spot dico) perché nei caseifici credo proprio si lavori con la mascherina, contemporaneamente però c’è il più che verosimile: un lavoratore sfruttato. La narrazione, come dici giustamente e meglio te, non sa di preciso cosa vuole raccontare.
👏👏👏 Gustosissimo! Grazie!
Bellissimo video, come sempre. Alla fine mi hai appena appena ricordato un certo Buddha...
Complimenti per la vittoria del libro dell'anno! Hai battuto chi giocava in casa!
"Ma la sveglia non lo sa". Bellissimo! :) Potrebbe essere il titolo di un libro.
íl video è apprezzatissimo, tanto da sperar sempre che accada qualcosa di estremo nel mondo per attendere che Tu Roberto ti voglia pronunciare al riguardo: sia per gli spunti di lettura e visione ma anche per la profondità dell'analisi.
In aggiunta a quanto spieghi nel video io mi sento anche di aggiungere che è una fortuna che la recitazione sia così finta ed inverosimile! Se avessero avuto maggiore capacità di far entrare lo spettatore nella storia, sarebbe stato lancinante. Mie esperienza di lavoro passate mi portano a ritenere non del tutto implausibile la figura di Renatino. Se a questo aggiungiamo il fatto che alla sua figura si vuol dare una connotazione positiva, beh... non può che nascere un senso di sgomento, rabbia, tristezza... comprensibile che ci sia chi se la prende con gli attori, il regista, il consorzio... magari non giustificabile, ma comprensibile si!
Tutto sommato è però un bene che ci si possa adirare contro uno spot visto che in diversi casi, contro lo sfruttamento non si alza più molto polverone.
Che da tutto ciò poi possa anche uscire qualcosa di buono, boh... speriamo. Il tuo video è una di queste cose.
Vado a leggere "l'uovo" di Buzzati, grazie
Voglio prendere un fotogramma di un tuo video e scriverci sotto '...ma non divaghiamo' e poi farci un meme 😂😂😂
Io ti seguo SOPRATTUTTO per i divagamenti selvaggi che fai
Ammiro la tua cultura e la tua ironica arguzia da attore teatrale e intrattenitore. Complimenti per il recente premio letterario.
Riesci sempre a cogliere le sfumature delle cose. Vorrei tanto avere un amico come te.
La pubblicita del parmigiano reggiano a fine video é stato il tocco di classe
È incredibile. È incredibile il fatto che di qualsiasi cosa parli Mercadini lo fa in un modo da incollarti allo schermo. E alla fine ti senti sempre più ricco.
Grande riflessione! Super
Ciao Roberto
sto guardando a ritroso tutti i video che hai pubblicato , come un balsamo giornaliero per mente e anima, ti ho conosciuto tramite Brabascura che seguo e stimo da un po’ e….anche se non so usare le parole bene come te volevo condividerti quanto io apprezzi e trovi davvero unici i tuoi contenuti…a prescindere dagli argomenti… capacità di ragionamento, logica , cultura, verità , ironia , questo ritrovo in te e purtroppo sono diventati così rari al giorno d oggi, e non intendo solo sui social o nella divulgazione in generale ma proprio nella vita reale, tra le persone , sia quelle vicine a noi che quelle distanti , quelle che incontri quotidianamente , davvero un piacere averti trovato! Davvero un sollievo vedere che esiste ancora tutto questo che credevo irrimediabilmente perso o destinato a perdersi!
Grazie di cuore per le belle parole! 🙂
@@RobertoMercadini Ma grazie a te! Anche per la stoicità…spero tu possa continuare ad essere sempre quello che sei e a condividerlo nonostante quello che possa accadere intorno a noi! Un abbraccio.
Mah, non che tutti debbano essere dei Gian Maria Volonté, ma credo che anche gli attori avrebbero potuto accorgersi della problematicità politica di quella scena e farlo presente. Detto questo GRAZIE per il discorso finale sulla sceneggiatura. Sono anch'io un fan di American Beauty ma non conoscevo il nome dello sceneggiatore. Come al solito tanti spunti dai tuoi video, che per questo sono irrinunciabili!
Buon giorno Roberto, un affettuoso saluto, concordo con il punto di vista del Buddha!
quella versione è stata una tra le mie prime letture in treno
Contro il logorio della vita moderna...ci vuole. un .ROBERTO MERCADINI al giorno ❣️ 😅😁👏❤
Perfettamente d'accordo. Mi mette un po' di tristezza il fatto che ci sia bisogno di puntualizzare certe cose.
Il ruolo più importante nel cinema è il regista, perché gestisce tutti gli ambiti: sceneggiatura, fotografia, attori, scenografia, montaggio ecc. È lui che supervisiona tutto. Basta guardare kubrick. Poi ovviamente hanno tutti il loro peso, però solitamente sul set è il regista che si ascolta.
Kubrick scriveva anche i suoi film. Non è un buon esempio per contraddire la tesi di Mercadini
È l'opinione più diffusa, ma nel cinema classico non era raro vedere parecchi registi lavorare sullo stesso set. "Il Mago di Oz" e "Via col Vento" sono due esempi famosi, con tre o quattro registi differenti durante il ciclo produttivo. Allora era più importante il produttore, ed era proprio il produttore a scegliere quali film produrre in base alle sceneggiature che gli venivano proposte.
In sostanza, il regista è importante, ma lo sono anche molti altri elementi. La sceneggiatura è uno degli elementi più importanti. È uno dei criteri che vengono valutati per primi quando si valuta un film. È la base del film. Imposta la storia, i tempi e i costi di produzione. Insomma, non proprio una cosa da sottovalutare.
Bellissimo video con il tuo bellissimo e prezioso punto di vista. Mi piacerebbe proporre brevemente anche il mio, sviluppatosi grazie al tuo.
L'obiettivo di una pubblicità è quello di legare un'emozione al prodotto: la pellicola in pochi secondi deve impressionare e colpire l'osservatore in modo da lasciargli un'immagine indelebile. Ma non tanto affinché egli pensi davvero che il prodotto sia il migliore in assoluto o neanche che effettivamente sia un buon prodotto, quanto perché al supermercato, reduce di quell'emozione, presterà quasi involontariamente più attenzione a quel prodotto in mezzo a tutti gli altri.
Nella pubblicità del parmigiano, tramite espedienti raffazzonati come farlo a mini serie/talent show per avvicinarsi ai giovani, si è proprio tentato di legare quell'emozione in modo incosciente: qualsiasi lavoratore, specialmente in Italia, è in grado di riportare un episodio di ingiustizia sul luogo di lavoro, più o meno grande che sia. Si è semplicemente toccato un tasto dolente che riguarda però la quasi totalità degli adulti italiani, a differenza di temi dolorosi come il razzismo che seppure più grande è ancora non totalmente condiviso o empatizzato.
Ok non vedo già l'ora di leggere il tuo libro😍
Hai ragione, come dice il Buddha.
I dialoghi e relativi ritmi del corto fanno rabbrividire; Fresi s'è impegnato per salvare il salvabile, ma se ingaggiano sceneggiatori come in Boris questi sono i risultati.
Un motivo in più per non avere la tv.
Non guardo la tv e non conoscevo questa cosa che è successa per una pubblicità...
Come sempre, è stato un piacere ascoltarti ❤️
Sia tu che GioPizzi avete centrato il punto
Grazie per le tue riflessioni, Roberto!
Io ho fatto per alcuni anni il rappresentante di prodotti alimentari. E ho capito una legge universale. Per un prodotto che va bene, non si fa pubblicità. Si fa pubblicità per promuovere un prodotto che non si vende abbastanza.
Per questo, da 50 anni, io non compro mai mai mai prodotti pubblicizzati. Compro un prodotto sconosciuto, lo provo, se mi piace continuo a comprarlo. Spendo meno e ho prodotti di qualità migliore, che si impongono da soli perché buoni.
La prima regola della pubblicità dice: " La pubblicità si fonda sulla menzogna ", quindi la menzogna che viene ammessa legalmente per scopi commerciali. La pubblicità infatti ha toni altamente celebrativi ed ogni prodotto viene reclamato come la scoperta del secolo! Quindi è chiaro che è solo l'arte di rappresentare il falso. Grazie Roberto.
Quello che mi stupisce del tempo attuale è che la gente si indigna per uno spot come se ne andasse della vita è al tempo stesso non scende più in piazza a fare sciopero in modo unitario per i veri soprusi subiti sul posto di lavoro. Per lo spot si urla ma il lavoro salariato ha rottamato la sua rappresentatività e campa ognuno per se allo sbando. Lo trovo piuttosto ironico e triste
Indignarsi sui social per le piccolezze è il nuovo sport nazionale.
@@milanfanas esatto, soprattutto indignarsi a comando sulla polemica quotidiana perdendo di vista il tema generale
Si potrebbe proporre al CONI...
Viviamo in una società nichilista.
Io, da musicista, dico che la figura più importante nella realizzazione del film è... il compositore della colonna sonora! Basta sentire le prime due note del tema principale per essere immediatamente catapultato in quell'atmosfera. Ed è tutto lì, in quella melodia. Nessuno spezzone di quel film, nessuna battuta, nessuna immagine riesce a essere minimamente rappresentativa quanto le prime note di quel dannato motivetto!😂
Scherzi a parte, se fossi un attore troverei altrettanti motivi validi per dire che la componente più importante è il ruolo dell'attore.
Roberto ti stimo moltissimo, ma se posso trovarti un piccolo neo, in questa provocazione sei stato un po' di parte, ma va bene così, sei comunque fantastico! Anzi, è bello sentire parlare di sceneggiatura poiché, solitamente, tutti si concentrano molto sul regista e sugli attori, mentre invece esistono anche altre componenti indispensabili per un film.
Interessante...sarebbe bello avere ogni tanto dei suoi video sui films, sui registri, sceneggiatori etc.
La questione della sceneggiatura dopo aver finito di leggere storia perfetta dell'errore è fantastica, è come una conferma che un po' sia tu il buddha del libro
d'accordo su tutto tranne sul ruolo più importante del cinema, il ruolo più importante è il regista (in inglese director) perché è il direttore artistico del progetto. Se la performance di un attore non gli convince, dà lo stop e glie la fa rifare, se c'è una un'inquadratura che non gli piace dice all'operatore dove mettere la macchina e se c'è un dialogo che non trova appropriato lo fa riscrivere o lo riscrive direttamente lui. Questo è il motivo per cui Tim Burton che non ha mai scritto la sceneggiatura di un suo film ha fatto comunque sempre film che hanno il suo stile e sempre ben fatti. Oppure un altro esempio, Quentin Tarantino prima di fare il regista faceva lo scenaggiatore, i film scritti da lui e diretti da altri non hanno lo stile di Quentin Tarantino (Assassini Nati di Oliver Stone per esempio), non sembrano neanche scritti da Quentin Tarantino
Bruv senza niente togliere il direttore artistico non è sempre il regista, anzi. Se poi addirittura consideriamo il final cut addio
@@delamperi1546 lasciamo perdere i film dove sono i produttori ad avere le redini con poca libertà del final cut, quelli sono film basati su ricerche commerciali che non hanno intenzione di trasmettere qualcosa, di solito. A volte però riescono comunque. Ma il direttore dovrebbe esser il regista di regola.
Infatti, quando ha iniziato a parlare di Cinema, Mercadini le ha sbagliate tutte. Ma non fa niente, capita anche ai migliori. La mia stima per lui è immutata
Grazie della riflessione sull'importanza della sceneggiatura, Roberto. Anche per me lo sceneggiatore dà il contributo principale ad un film.
Per quanto riguarda lo spot, io la vedrei più così: anche se sembra effettivamente vero (perché come hai detto, lo spot è scritturato per raccontare il falso e farlo sembrare vero), io penso che nessuno davvero creda che sia effettivamente reale, cioè anche inconsciamente quando vediamo Renatino annuire, sappiamo che non sta dicendo la verità. In altre parole, a nessuno (o pochissimi) viene davvero in mente che un operaio del Parmigiano Reggiano possa lavorare 365 giorni l'anno. Il problema è che parlare in termini positivi dell'assurdo legittima l'assurdo. Ci vedo molte analogie con lo sketch di Pio e Amedeo sul politically correct: é ovvio che loro non intendessero che parole come negro, frocio, ricchione siano di uso normale, perché stavano facendo una parodia o comunque usavano termini iperbolici. Ma il solo di fatto di dire "io il mio amico di colore lo chiamo amichevolmente negro" fa credere alla gente - erroneamente secondo me - che ciò legittimi la diffusione di un linguaggio razzista (del tipo ah, allora stai dicendo che ce ne freghiamo dei sentimenti delle persone e usiamo tutti i termini dispregiativi che vogliamo. Cioè il classico effetto strawman). Se hai tempo e ti va dimmi cosa ne pensi.
Le pubblicità che ha citato Roberto Mercardini in questo video:
-Spot Parmiggiano Reggiano "Gli Amigos": ua-cam.com/video/ifH2WgxmjOk/v-deo.html
-Spot Deodorante Impulse: ua-cam.com/video/z3MwJoGIAOc/v-deo.html
-Spot Cynar: ua-cam.com/video/ZIlcYAGFslQ/v-deo.html
-Spot Pennelli Cinghiale: ua-cam.com/video/JbFibkxxByQ/v-deo.html
Ti confido una cosa: la gallina di Banderas aveva un contratto co.co.de.
…………………………..
Ma porcod
🤣🤣
Dopo 2 anni sei fantastico, scusa il ritardo ❤❤❤❤😂😂😂😂😂
- "Ma tu... Davvero lavori qui 365 giorni l'anno????"
- "Certamente! Sono il titolare!"
Non si può che essere d'accordo. Aggiungo solo una considerazione: gli sceneggiatori non potevano non rendersi conto della portata di quel dialogo, proprio perché stavano realizzando quel genere di messa in scena. Inoltre dubito che la committenza abbia ordinato una campagna chiavi in mano: ci saranno state sicuremante diverse fasi di revisione della sceneggiatura, del girato, insomma anche ammettendo che gli sceneggiatori siano un branco di deficienti (e dal tenore generale dei dialoghi non avrei difficoltà), qualcuno con il potere di veto quelle battute (e proprio quelle!) le ha fatte passare. Lo stesso concetto poteva essere reso con mille altre parole. Il sospetto è che il caso mediatico fosse previsto già in fase di realizzazione della campagna, che altrimenti sarebbe passata inosservata. Anche perché dai, non si può nemmeno dire che è brutta: imbarazzante è un aggettivo corretto, ma bisognerebbe accompagnarlo con un'altra parola che adesso non mi viene. "Bruttezza imbarazzante" si avvicina, ma non basta.
La distonia tra falso e vero, la differenza tra la precisione del racconto e l'assurdità dei fatti, crea un effetto comico. Ecco perché Renzi mi fa ridere come Mr. Bean.
ROBERTO, SEI ECCEZIONALE!!!🤣🤣🤣👍👍👍👏👏👏
GRANDE Mercadini! 👏👏
ciao, ottimo video, la pubblicità del pennello mi ha fatto pensare a una canzone del gruppo italiano gli atroci 😁
Ciao Roberto, complimenti per il video, chiaro e lineare come al solito; apprezzo molto la tua capacità di strutturare un ragionamento e argomentarlo. Non mi trovo però d'accordo con la tua asserzione secondo cui, in definitiva, è lo sceneggiatore a fare il film: tu riporti l'esempio di Sam Mendes, regista che, a mio avviso, ha ben poco di autoriale; ha fatto diversi film tutti con caratteri e temi diversi dagli altri, pertanto in questo caso trovo l'esempio adeguato. Ma non per questo il regista non ha, in generale, il ruolo di autore del film anzi, proprio perché tale, non è lui(se è davvero autore) ad adattarsi alla sceneggiatura, ma l'esatto opposto. Ti porto come esempio maestri come Hitchcock, Scorsese, Visconti, i quali, nonostante abbiano avuto decine di sceneggiatori diversi, in ogni film abbiano impresso il loro stile, portato le tematiche a loro care; i registi-autori sono quelli che riconosceresti da un frame, da un immagine. Poiché non bisogna dimenticare che il cinema è questo: immagine in movimento(cine-). Il regista è colui che prende una storia dalla pagina e le da una realtà, che è la propria; crea un mondo e lo amministra, lo dirige, appunto. Da qui la celebre frase di Fellini «Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio».
Concordo. Diciamo che è sbagliato dire seguite i film scritti dallo stesso sceneggiatore o seguite quelli diretti dallo stesso regista, sarebbe giusto dire seguite i film degli AUTORI, che siano commerciali o meno eh.
Stavo per scrivere la stessa cosa, anche perché una sceneggiatura ben scritta rimane un testo, non un opera audiovisiva.
Pertanto lo sceneggiatore non realizza il film. Senza parlare del fatto che questa influenza del regista viene data proprio dal fatto che la sceneggiatura la revisiona.
Brutto da dire ma spesso una buona sceneggiatura con un pessimo regista è più inguardabile di una pessima sceneggiatura con un buon regista.
Le belle idee sono tali anche e soprattutto per la realizzazione.
Detto ciò il cinema è un arte che si fa in più persone, quindi inutile dire che l'armonia fra i reparti è sempre la cosa migliore!
@@artiko888 Esatto!
"tra l'Andrej končalovskij sceneggiatore e l'Andrej končalovskij regista c'è una cosa chiamata mutuo."
Ciao Roberto, vorrei ringraziarti perché grazie alla chicca di cercare in base allo sceneggiatore sto trovando diversi film molto interessanti. Non ci avevo pensato prima.... fra l'altro era una riflessione che avevo letto anche nel tuo primo romanzo, ma è stato guardando questo video che mi sono davvero convinta a cercare i film in base allo sceneggiatore e sto avendo alcune belle sorprese. Grazie.
raccontare una fantasia che non accade spesso e raccontare qualcosa che succede ogni giorno sono due cose diverse...
Lo sceneggiatore.. allora sei tu il miglior amico nel tuo libro " storia perfetta dell'errore"
Che soddisfazione scoprire che un film che mi è piaciuto tanto e che ho visto più volte "american beauty", sia da Lei descritto come un bel film.
@Thot è come scoprire che una persona che stimi suona il tuo stesso strumento o tifa la stessa squadra...arricchisce la passione che hai già....se ne avesse parlato male probabilmente mi sarebbe piaciuto meno lui😊
Signor Mercadini, non sapevo di questa vicenda, sono rimasta sconcertata, purtroppo questo dimostra come ci sia tanta gente che vive al di fuori della realtà.
mi hai davvero fatto ridere, immaginare renatino con la cannuccia😂😂
Sapete cosa, io non credo che uno sceneggiatore si svegli una mattina e si inventi una scena come questa: troverei poco plausibile che nessuno glielo faccia notare. Piuttosto sono più propenso ad una imposizione dall'alto da parte del committente, magari qualche manager esaltato che voleva proprio trasmettere questo concetto di "superazienda"... e dato che è il cliente che paga, si è fatto così. Che ne pensate?
Concordo. Anche io ne ho parlato, nel mio commento, e, trattandosi di pubblicità, quindi ambito marketing, non di opera artistica (film, sceneggiato o altro), sicuramente la maggior responsabilità è da imputare proprio al settore marketing dell'azienda, che funge da "burattinaio", dietro le quinte
Grande Roberto il migliore
Storia perfetta dell'errore del parmigiano. Grande!!
"Tango e Cash" lo sottovaluti, non cedere al pregiudizio: è un film di genere, ma un signor film di genere, un pò come Demolition Man.
Grazie mille.
Il discorso sulla sceneggiatura "leggermente" sottovalutata si può capire molto bene ragionando sul teatro e la drammaturgia, dove la visione è esattamente ribaltata.
Analisi splendida ma credo sia costruttivo aggiungere un paio di puntini sulle "i":
- lo sceneggiatore ha indubbiamente la responsabilita' maggiore, ma possibile che a nessuno sul set sia venuto in mente che forse la battuta non era proprio felice dato il contesto ed il periodo?
- Se e' pur vero che il marketing e la pubblicita' spesso si "nutrono di iperboli", trovo che piu' le cose vanno avanti piu' si stia calcando la mano. I miei nonni mi raccontavano del Carosello, dove la pubblicita' era palese ed ingabbiata in un momento noto. Ora il marketing si nutre di cose come i "contenuti sponsorizzati", il product placement, e tutta una serie di tecniche e sotterfugi subdoli per annebbiare e confondere col fine di colpire i nostri impulsi piu' che la nostra parte razionale. Forse sarebbe opportuno richiamare un po' chi fa pubblicita' all'ordine. Io ho da tempo sempre piu' il sospetto che questa comunicazione "bellica" sia un grande contributore nelle cause della sempre piu' dilagante analfebetismo culturale.
Dino Buzzati è un genio: uno dei suoi racconti che amo di più è _La fine del mondo_ , che a parere mio tocca in modo semplice una questione altrettanto "semplice", facendone un capolavoro di riflessione antropologica.
P.s.: ottima, la citazione del Gabriele la Porta di Guzzanti, sul finale, ahahah! Per quanto concerne il rapporto tra regia e sceneggiatura, a mio parere andrebbe operato un "distinguo" fra prassi europea e statunitense. Mentre nel sistema _hollywoodiano_ i reparti di un film sono settorializzati e quindi al regista tocca "solo" l'elaborazione della messa in scena di quanto stabilito altrove, nella prassi europea (e soprattutto, latina) il regista è SEMPRE in qualche modo coautore dello _script_ e soprattutto si trova nella facoltà "contrattuale" d'intervenire direttamente ed _in itinere_ sulla realizzazione. Il fatto che noi europei facciamo molta più attenzione al regista che allo sceneggiatore è dovuto, secondo me, al _misunderstending_ di valutare i prodotti oltreoceanici come fossero "roba che facciamo noi occidentali". Se io voglio ritrovare le atmosfere di Fellini, dovrò guardare un altro film di Fellini; se voglio ritrovare le stesse atmosfere di un film statunitense, dovrò invece cercarmi (come si diceva nel video) qualcosa dello stesso sceneggiatore, a meno che ciò che io cerco non riguardi la narrazione, ma proprio la messa in scena in quanto tale.
Ancora una volta mi rendo conto che prima di commentare i tuoi video vanno visti fino alla fine, e magari anche riguardati.
A metà video ti stavo già commentando ma ho avuto la saggezza di fermarmi, quello che stavo per scrivere lo hai poi detto tu, meglio di me, ed in modo probabilmente più gradevole. Quindi niente, grazie di esistere
Dobbiamo rieducarci tutti alla pazienza..
Come ci veniva insegnato da piccoli: non si deve parlare sopra agli altri. Si ascolta e si aspetta che finiscano di parlare, poi si può rispondere :)
no script, no film
Comprendo l'intenzione dello spot, far passare l'azienda come legata al territorio, di tradizione, dove anche i dipendenti amano e apprezzano lavorare lì. Però in un contesto culturale come il nostro dove le attività d'impresa sfruttano sempre di più i lavoratori malpagati, dove il vero valore da difendere diventa il tempo, non si può narrare di un lavoratore che ama lavorare 365 giorni l'anno. Diventa un racconto ideologicamente ispirato, metafora o no.
Un personale intervento in un video cameo assolutamente esplicativo del pensiero che ha come soggetto. Ho visto il film menzionato:il Peccato. Ma,pur nutrendo passione per il tema,per l'artista e in generale per la storia del genio,ho trovato scialbo il film. Forse nel discorso della regia-sceneggiatura dovrei solo estrapolare tratti e ombre che dalla mia angolazione non colgo. Resta che mi è arrivato d'acchito come un B-muvie. Errore mio di giudizio superficiale.
Voglio però,se posso e se non posso lo sto facendo e me ne scuso, portare all'attenzione un altro film che giudico stupendo tra i brutti film degli ultimi tempi.
Un ombra negli occhi.
Grazie ancora delle piacevoli condivisioni.
"L'arte di raccontare il falso" uno splendido video de Il Buddha 🖤
Di cosa si tratta?
@@roccorocco7320 è un piccolo omaggio al libro "Storia perfetta dell'errore" (sempre di Roberto) e al suo personaggio Buddha che esalta la figura dello sceneggiatore e ritiene sopravvalutata quella del regista :)
@@ceoladaire Uh, l'ho giusto comprato qualche giorno fa! Sarà una delle mie prossime letture :)
Lo studio del linguaggio e' affascinante si comprende poi bene la differenza tra propaganda e informazione.
Alla responsabilità dello sceneggiatore aggiungerei quella, direi maggiore, degli addetti al marketing della ditta, che hanno approvato lo spot (e, forse, ne hanno anche dettato le linee guida). Nessuna pubblicità viene messa in circolo senza l'approvazione della ditta stessa che ha commissionato la campagna pubblicitaria. Ed è qui che, secondo me, si concentra, o si deve concentrare, la maggior parte dello sdegno del pubblico. Ma, come succede allo sportello dell'ufficio postale, o quando si chiama un call center, come al solito, chi si becca i "nomi" è chi ci mette la faccia, mai il "burattinaio" che si nasconde dietro le quinte. Se un film è brutto, i primi a rimetterci sono gli attori.
P.S.: topolini del Parmareggio: 1 - Renatino del Parmigiano Reggiano: 0 😂