Il condominio inclinato: una clip musicale.

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  • Опубліковано 25 сер 2024
  • Emilio Montalvo (violoncello), Matteo Montalvo (violino), Giulio Montalvo (violino)
    Selezionato per il Milano Design Film Festival 2020, in programma il 6 novembre.
    www.milanodesi...
    Il condominio inclinato. Bergamo, sole, casbah, pollai e terrazze fiorite
    #ilcondominioinclinato
    un film di Alberto Valtellina e Paolo Vitali (Italia 2020, 75')
    Sinossi
    Bergamo. I condomini “Terrazze fiorite” e “Bergamo sole” (architetti Giuseppe Gambirasio e Giorgio Zenoni, 1976) sono oggetto di un vivace progetto di ricerca cinematografica. Una serie di sopralluoghi e di incontri con chi ci vive ha messo in evidenza come nel tempo la qualità architettonica degli spazi abbia costituito il presupposto sul quale i residenti hanno costruito una specifica cultura dell’abitare, allo stesso tempo fortemente legata all’immagine pubblica dell’edifico e alla appropriabilità delle sue parti private.
    riprese Alberto Valtellina, Carlo Valtellina
    montaggio Alberto Valtellina e Paolo Vitali
    musica Emilio Montalvo (violoncello), Matteo Montalvo (violino), Giulio Montalvo (violino), Anna Laura De Luca (violino), Elena Rota (violoncello), Valter Biella (baghèt bergamasco, flautino, campanine), Livia Monacelli (pianoforte)
    con Adele Prina, Simona Ghezzi, Emilio Montalvo (violoncello), Matteo Montalvo (violino), Giulio Montalvo (violino), Giorgio Zenoni, Paolo Vitali, Laura Armani, Alessandra Radaelli, Anna Gritti, Maddalena Raineri, Francesco Giarrusso, Nicola Schiavone, Roberto Ravasio, Sara Viscardi, Giulia Ravasio, Viola Ravasio, Adriano Rebussi, Eleonora Belotti, Nadia Paris, Fausto Barbieri, Ornella Fratus, Sonia Rancati, Erwin Rancati, Valter Biella, Rosa Dolci, Luca Catò, Diego Catò, Carlotta Loglio, Emilio Armani, Silvio Calvi, Monique Lambert, Francesco Vitali, Teresa Vitali, Delia Rielli, Eleonora Iaciofano, Giusy Frusteri, Agata Zambelli, Antonina Micali, Chiara Amadei, Valentina Maffeis, Pietro Bolognini, Andrea Tironi, Annamaria Paganelli, Anna Laura De Luca (violino), Elena Rota (violoncello), Livia Monacelli, Alberto Valtellina, Simone Paganoni, Alessandra Bettinelli, Giovanni Gibellini, Claudia Fassi, Cinzia Gibellini, Elio Scirocco, Aldo Scirocco, Giada Prandi, Stelio Conti, Silvano Sgrignoli, Marco Sgrignoli, Valentina Radaelli, Paolo Viscardi.
    Italia 2020. Durata 75’. Colore. Formato di proiezione 2,39:1.
    NOTE DI REGIA
    Tra il dopoguerra e gli anni 70 i complessi abitativi di grandi dimensioni sono stati la risposta - ideologica? - a un’idea di città e di società. Il modello di riferimento era il falansterio, grande edificio unitario che avrebbe dovuto sviluppare socialità e favorire relazioni cooperative. In una società che andava progressivamente articolandosi e complessificandosi il prevalere, all’interno di questi progetti, di un carattere “concentrazionario” dello spazio e una sua eccessiva semplificazione (spesso per motivi economici) ne hanno decretato quasi ovunque il “fallimento”.
    Tra le eccezioni una realizzazione particolarmente interessante e riuscita è la “città orizzontale” di G. Gambirasio e G. Zenoni a Bergamo (1976-1980). Pur nascendo all’interno del medesimo clima culturale, nell’intervento prevale un approccio sperimentale, ricco di soluzioni che promuovono e favoriscono modalità significative di interazione con lo spazio (cura, personalizzazione) da parte degli utenti. Un progetto a forte vocazione urbana, capace di mediare tra l’omogeneità di una concezione unitaria e la complessità delle relazioni della città contemporanea.
    A distanza di 40 anni dalla costruzione, i condomini “Bergamo Sole” e “Terrazze fiorite” sono oggetto di un progetto di ricerca cinematografica mirato a far emergere la forte interazione tra spazio e abitanti. I sopralluoghi e le interviste con i residenti hanno messo in evidenza come sulla qualità architettonica degli spazi - comuni e privati - si sia costruita nel tempo una specifica cultura dell’abitare, fortemente legata sia all’immagine pubblica dell’edifico, sia alla adattabilità (personalizzabilità) delle sue parti private.
    Questa complessa dinamica viene descritta attraverso le testimonianze degli abitanti (non solo proprietari di casa ma anche referenti di attività interne all’edificio) e le immagini della loro interazione quotidiana con il luogo. Emerge una dimensione sociale dello spazio che nessun resoconto architettonico (mirato esclusivamente alla restituzione della qualità dello spazio in quanto fenomeno separato) sarebbe in grado di restituire. L’esplorazione dei luoghi della vita di tutti i giorni diventa così un’antropologia dello spazio.

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