Che meravigliosa musica e la disperata ricerca del volto di Dio ma in sottofondo la musica è la certezza della liberazione delle tenebre grazie Maurizio psyrizia
L’anima che soffre nel Purgatorio non soltanto è gioiosa, ma è la sofferenza che fa la sua gioia. L’assenzio della sofferenza le è dolce: …Sì tosto m’ha condotto A ber lo dolce assenzio de’ martiri La Nella mia con suo pianger dirotto (Purg. XXIII, 85-87). La sola gioia alla quale può essere paragonata la gioia del Purgatorio è quella dei beati in Paradiso. Santa Caterina da Genova lo dice dopo Dante e il suo concetto così profondamente dommatico è nello stesso tempo, lo si sente bene, frutto di profonda esperienza: “Quelle anime sopportano così bene le loro pene che non ne vorrebbero scansare il più piccolo atomo… l’eccesso della loro gioia non allontana la più piccola parte della loro pena, né l’eccesso della loro pena, la più piccola parte della loro gioia… Non credo che si possa trovare un godimento simile se non tra i beati in Paradiso”. Chi volesse vedere in questo traccia di dolorismo o di affinamento troppo sottile mostrerebbe di non avere ancora esplorato la sua anima (H. De Lubac, Nuovi Paradossi, EP, 1957, p. 87)
Che meravigliosa musica e la disperata ricerca del volto di Dio ma in sottofondo la musica è la certezza della liberazione delle tenebre grazie Maurizio psyrizia
La sua musica e molto bella e avvicina la mia anima allo spirito Santo a Dio e preghiera nella fatica e nella gioia della vita grazie
Grazie ancora :)
Come sempre bellissimo
Musica meravigliosa, ti faccio i miei complimenti. Anche per le intenzioni.
Grazie di cuore
Profondo!
Viene voglia di stare in un altro posto. Bravissimo Maurizio 🙏👍🌹
Grazie carissima SIlvia
So great!
Thank you very much!
I just subscribed to your channel, congratulations, I love it.
L’anima che soffre nel Purgatorio non soltanto è gioiosa, ma è la sofferenza che fa la sua gioia. L’assenzio della sofferenza le è dolce:
…Sì tosto m’ha condotto
A ber lo dolce assenzio de’ martiri
La Nella mia con suo pianger dirotto (Purg. XXIII, 85-87).
La sola gioia alla quale può essere paragonata la gioia del Purgatorio è quella dei beati in Paradiso.
Santa Caterina da Genova lo dice dopo Dante e il suo concetto così profondamente dommatico è nello stesso tempo, lo si sente bene, frutto di profonda esperienza: “Quelle anime sopportano così bene le loro pene che non ne vorrebbero scansare il più piccolo atomo… l’eccesso della loro gioia non allontana la più piccola parte della loro pena, né l’eccesso della loro pena, la più piccola parte della loro gioia… Non credo che si possa trovare un godimento simile se non tra i beati in Paradiso”. Chi volesse vedere in questo traccia di dolorismo o di affinamento troppo sottile mostrerebbe di non avere ancora esplorato la sua anima (H. De Lubac, Nuovi Paradossi, EP, 1957, p. 87)