" la felicità è una porta che si apre verso l'esterno", scriveva un filosofo di cui, tanto per cambiare, non ricordo il nome 😅. La sofferenza, però, è l' emozione fondamentale che ci permette di diventare ciò che siamo, per avere una "postura" nella vita, per fare ricerca dentro noi e quindi vivere una vita degna di essere vissuta. Questo,la felicità, non te lo dà. Per concludere, a Bauman direi che più che società liquida questa ( come forse tutte le altre) è la società dei Re e delle Regine che a suon di sentirsi dire che sono mendicanti, beh, alla fine ci hanno creduto. Inviterei tutti a desiderare molto, moooolto di più! Come dei Re e delle Regine.
Kierkegaard, è sua (ammetto: ho cercato su google ahaha)! Sì, sono d'accordo, la sofferenza è ciò con cui, misurandoci, diventiamo chi siamo. Rispetto alla seconda parte, non so se ho capito bene, intendi che ci sta bene accontentarci? Che ci facciamo bastare quello che abbiamo mentre la felicità è più in là? Grazie per la tua riflessione.
@@grammi.21 Ciao grammi.21, avrei dovuto cercare io su Google l' appartenenza di quel pensiero: porta pazienza con noi boomer😁😁, per cui grazie di averlo fatto al posto mio 🙏. La seconda parte del commento l' ho scritta col fine di ricordare che un essere umano ha enormi potenzialità che però non sfrutta appieno a causa di un condizionamento sociale , sicuramente manovrato, che lo vuole ridotto a desiderare quello che il mercato offre, cioè futilità. Bisogna desiderare invece una vita più vera e libera, allenare la mente affinché abbia un pensiero più profondo, più acuto e che funga da "reagente" e deterrente a tutte queste manipolazioni. Più ti inoltri in questa direzione e più aumenterà l' intensità e la qualità della vita, talvolta anche in modo esponenziale. M.T. d'Avila lo diceva così:" ho visto un uomo chiedere l' elemosina davanti un bellissimo castello. Il Re era lui".
Non condivido tutto. Penso che la felicità è un meccanismo mentale che si raggiunge solo interagendo con almeno un'altro essere umano. E l'innamoramento penso sia all'apice di questa piramide. Può essere un'interazione durante anche una qualsiasi attività umana, dallo sport a un viaggio o una semplice conversazione su un muretto. La felicità (non la serenità) non penso si raggiunga da soli o con oggetti materiali. Non a caso il carcere più duro è quello in isolamento. E non c'entra il tipo di società. Gli abitanti di uno stato autoritario povero africano non penso siano mediamente meno felici di noi europei.
Sono perfettamente d'accordo con te, la felicità è tale se condivisa. In realtà anche Bauman lo dice, è quello che c'è scritto nel retro della copertina del libro, che trovi all'inizio e alla fine del video. Allo stesso tempo non credo che le due cose siano incompatibili (condivisione/risolvere i problemi). A presto 😊
LA gioia o felicità è un profumo che non può lasciare indifferenti coloro che ti passano accanto
" la felicità è una porta che si apre verso l'esterno", scriveva un filosofo di cui, tanto per cambiare, non ricordo il nome 😅. La sofferenza, però, è l' emozione fondamentale che ci permette di diventare ciò che siamo, per avere una "postura" nella vita, per fare ricerca dentro noi e quindi vivere una vita degna di essere vissuta. Questo,la felicità, non te lo dà.
Per concludere, a Bauman direi che più che società liquida questa ( come forse tutte le altre) è la società dei Re e delle Regine che a suon di sentirsi dire che sono mendicanti, beh, alla fine ci hanno creduto. Inviterei tutti a desiderare molto, moooolto di più! Come dei Re e delle Regine.
Kierkegaard, è sua (ammetto: ho cercato su google ahaha)! Sì, sono d'accordo, la sofferenza è ciò con cui, misurandoci, diventiamo chi siamo. Rispetto alla seconda parte, non so se ho capito bene, intendi che ci sta bene accontentarci? Che ci facciamo bastare quello che abbiamo mentre la felicità è più in là? Grazie per la tua riflessione.
@@grammi.21
Ciao grammi.21, avrei dovuto cercare io su Google l' appartenenza di quel pensiero: porta pazienza con noi boomer😁😁, per cui grazie di averlo fatto al posto mio 🙏. La seconda parte del commento l' ho scritta col fine di ricordare che un essere umano ha enormi potenzialità che però non sfrutta appieno a causa di un condizionamento sociale , sicuramente manovrato, che lo vuole ridotto a desiderare quello che il mercato offre, cioè futilità. Bisogna desiderare invece una vita più vera e libera, allenare la mente affinché abbia un pensiero più profondo, più acuto e che funga da "reagente" e deterrente a tutte queste manipolazioni. Più ti inoltri in questa direzione e più aumenterà l' intensità e la qualità della vita, talvolta anche in modo esponenziale. M.T. d'Avila lo diceva così:" ho visto un uomo chiedere l' elemosina davanti un bellissimo castello. Il Re era lui".
Non condivido tutto. Penso che la felicità è un meccanismo mentale che si raggiunge solo interagendo con almeno un'altro essere umano. E l'innamoramento penso sia all'apice di questa piramide. Può essere un'interazione durante anche una qualsiasi attività umana, dallo sport a un viaggio o una semplice conversazione su un muretto. La felicità (non la serenità) non penso si raggiunga da soli o con oggetti materiali. Non a caso il carcere più duro è quello in isolamento. E non c'entra il tipo di società. Gli abitanti di uno stato autoritario povero africano non penso siano mediamente meno felici di noi europei.
Sono perfettamente d'accordo con te, la felicità è tale se condivisa. In realtà anche Bauman lo dice, è quello che c'è scritto nel retro della copertina del libro, che trovi all'inizio e alla fine del video. Allo stesso tempo non credo che le due cose siano incompatibili (condivisione/risolvere i problemi). A presto 😊
Ho avuto l'occasione di sentirlo dal vivo....
Un grande pensatore e comunicatore.
Ma che bello... una grande opportunità!!!