Cristiano Porqueddu suona Fantasia Sonata Op. A=22 di Juan Manén [LIVE]
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- Опубліковано 6 лют 2025
- Juan Manén - Fantasia-Sonata Op. A=22
Joan Manén (1883-1971) fu un grande violinista la cui carriera iniziò in precocissima età. Il suo personale modo di concepire la scrittura musicale è molto lontano dal suo essere concertista: le sue pagine sono molto distanti da costruzioni virtuosistiche o d’effetto ma si concentrano su una dimensione profonda e una investigazione più intima e raccolta. Prima di conoscere Segovia, Manén entrò in contatto con il mondo della chitarra grazie a Francisco Tárrega (1852 - 1909). Purtroppo non fu un incontro confortante e la testimonianza non lascia molti dubbi:
“La terza e ultima volta che vidi Tárrega fu a Barcellona, nella sua casa, quando dovevo avere circa ventidue anni. Una casa editrice musicale mi aveva commissionato il progetto di un’opera pedagogica per chitarra, con la sua collaborazione. Parlammo, parlammo, alla fine, di tutto meno che del progetto che mi aveva condotto là. Le sue parole rivelavano delusione, sconfitta, amarezza e sconforto invincibile. Mi fece ascoltare un arrangiamento di Schumann e mi spiegò una nuova maniera di attaccare le corde che richiedeva ancora più studio, sacrifici, nuovi sforzi. Illusioni tra tante delusioni…Idealismo tra tante crudeli realtà…Poi non lo vidi più.”
Successivamente conobbe Andrés Segovia, figura decisamente più carismatica, e nel 1930 l’editore Schott pubblicava la Fantasìa-Sonata, sua unica composizione per chitarra.
La Fantasìa-Sonata è uno dei rari esempi del repertorio per le sei corde di “sonata-ciclica” una forma che vede la sua massima espressione nella Sonata in Si minore per pianoforte di Franz Liszt (1811-1886).
Al profondo e pensoso corale iniziale - nel quale è esposto tutto il materiale elaborato nell’intera opera - fanno seguito tre sezioni. La prima inizia ex-abrupto con un Allegro di spirito ritmico e marcato dove il registro dello strumento viene sfruttato in maniera quasi completa; l’elaborazione di cellule tematiche a volte anche minime, procede senza soluzione di continuità in una costruzione che mai abbandona l’eleganza e l’agilità compositiva.
La seconda sezione, Adagio cantabile, quasi in modo di un recitativo, ma in tempo, è di meditazione e riflessione. L’autore ripropone gli elementi tematici ma in una metamorfosi nella quale la calda linea melodica è sostenuta da parti accordali.
La terza e ultima sezione è un infuocato Fandango dove gli accenni melodici (quasi dei veri e propri vocalizzi) sono alternati a parti ritmicamente marcate con plaqué e rasgueados. Il brano si conclude replicando la parte inziale con una variazione in coda e spegnendosi sul pianissimo.
La fonte di questa interpretazione è il manoscritto autografo ritrovato da Angelo Gilardino e pubblicato nella collana “The Andrés Segovia Archive” dalle Edizioni Bérben/Curci. Le differenze con la versione segoviana sono molteplici e riguardano sia il lato melodico che quello strutturale.
Excellent interpretation.
Thanks for listening!
Absolutely blisteringly brilliant! I have been listening to your recording of the Gilardino transcendental etudes all day yesterday and today. It is absolutely unbelievable! Would you mind telling me what guitar you used for those recordings, please. I know it’s your sound and not the guitar, but the instrument has a transparency and beauty that is, well, transcendental. Thank you!
Thank you for your listening Lars.
The guitar is a Giuseppe Guagliardo and it is a musical instrument that meets my needs well. Giuseppe has also been a friend for over 20 years.
However, remember: the sound is not in the instrument but in the mind of the seeker.
@@CristianoPorquedduOh, yes, I am fully aware. You are such a master. Boundlessly musical and deep. And your facility transcends all boundaries of the instrument. As I say above, I spent almost 30 hours listening to your recordings in my car while I drove back and forth to spend a few days with my daughter. You are truly amazing and a much needed inspiration to me.
Thank you. Truly! Thank you!
I think that control of the sound - dynamic level, timbres resulting from point of attack on the string etc. are in the mind and rhetoric of the speaker - but the instrument provides the basic qualities (clarity, warmth, the possible dynamic range without distortion etc.) of the sound. The sound of your speaking voice is a product of the physique bestowed by your mother & father, analogous to the qualities of that guitar, the result of the material qualities bestowed on it by the luthier. We must not forget the enhancements provided by the recording chain (gain, reverb etc.) which would sound differently to our ears if we were in the room with you at the time. I am currently enjoying your multi-disc set of the complete solo guitar music of Angelo Gilardino and wonder how many of the pieces have been memorised, as compared to sight-read/partially memorised, for the recording sessions. @@CristianoPorqueddu