17 marzo 2023 | 162° Anniversario dell’Unità d’Italia - Intervento di Andrea Delmastro

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 20 бер 2023
  • 162° Anniversario dell’Unità d’Italia / Fondazione Camillo Cavour 17 marzo 2023. Intervento di Andrea Delmastro, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia
    «Grazie Presidente, sono sicuro che io dovrei portare i saluti del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che oggi ha voluto significativamente mandare in omaggio dal Governo il saluto al primo Presidente del Consiglio d'Italia, il Conte Camillo Benso di Cavour. (...)
    Che cos'era il Risorgimento? Era quel momento di unità nazionale per cui Cavour, che era un conservatore, diciamo così, oggi diremmo di destra, andava d'accordo anche con chi era di sinistra, con chi era di centro, perché cucivano l'unità al di là delle differenze politiche per un valore supremo, che era la patria, che era l'unico contesto che avrebbe garantito agli italiani di vivere liberi, nella giustizia sociale, nella possibilità di progredire nel benessere economico e sociale di questa nazione, come loro avrebbero voluto, senza più essere, come diceva il consigliere Nicco, "calpesti e derisi".
    Quel momento storico del Risorgimento, ragazzi, non lo hanno fatto solo quelli della generazione all'epoca di Cavour, non lo hanno fatto quelli della mia generazione, lo hanno fatto soprattutto quelli della vostra generazione. Perché noi oggi omaggiamo Cavour, che immediatamente dopo aver proclamato l'Unità d'Italia, si ingegnò a costruire l'Unità d'Italia.
    Era un personaggio dalla cultura internazionale, eclettica, girava al mondo, ma tornava sempre in Italia. Diede impulso alle ferrovie per cucire con il ferro un'Italia lunga. Diede impulso alla moderna agricoltura perché sapeva che in una nazione è quella che sfama i suoi figli e se una nazione non sfama i suoi figli non ha senso che si chiami nazione.
    Diede impulso all'industria rendendo l'Italia (grande, ndr) - non so ragazzi, vi invito oggi ad andare a vedere e a chiedere ai vostri genitori la cartina geografica del mondo. È proprio piccola l'Italia. Ma grazie a quella modernizzazione dell'agricoltura, grazie all'industrializzazione, grazie all'afflato di quegli uomini, l'Italia è l'ottava potenza al mondo. (...)
    Le forze dell'ordine difendono ordine, legalità e sicurezza; noi, voi, costruite assieme alla vostra vita giustizia sociale e ricchezza sociale diffusa sul territorio. Cavour questo lo aveva in mente, ma lo aveva in mente - e non voglio tediarvi troppo perché, purtroppo, essendo uscito dal protocollo sto già sforando i tempi concessi - lo avevano in mente quei ragazzi che hanno costruito l'Italia.
    Prima abbiamo cantato l'Inno d'Italia fatto da Goffredo Mameli: aveva pochi anni in più di voi quando scriveva i versi dell'Unità d'Italia da ferito perché aveva combattuto per l'Unità d'Italia.
    Anni dopo un altro, Guglielmo Oberdan, quando l'Italia ancora non era conclusa, Trieste non era ancora italiana, a soli 24 anni, e quindi con un'età più vicina alla vostra che alla mia, moriva gridando "Viva l'Italia, viva Trieste libera", che era ancora occupata dagli stranieri: "Fuori gli stranieri!". A 24 anni moriva col sorriso sulla faccia perché moriva per l'Unità d'Italia.
    E dietro all'Unità d'Italia cosa c'è? La libertà, il benessere sociale che noi e voi dovete costruire. Allora perché vi ho raccontato, ho provato a raccontarvi, di alcuni eroi più vicini generazionalmente a voi che a me? (...)
    Perché ho voluto raccontarvi di questi eroi? Perché c'era un grande poeta e filosofo - non so bene; sicuramente poeta, forse anche filosofo - Goethe, che diceva: "Ciò che hai ereditato dai tuoi padri, e per nostri padri dobbiamo intendere anche Cavour, devi riconquistarlo ogni giorno se vuoi possederlo per davvero". Allora ricordiamoci di questi grandi eroi che hanno tessuto l'unità, ricordiamoci dello sforzo di Cavour, ricordiamoci di quelle giovani generazioni più vicine a voi che hanno addirittura pagato un tributo di sangue per costruire una nazione dove tutti noi potessimo essere liberi di crescere nello sviluppo economico diffuso, che genera ricchezza sociale per tutti: ricordiamoci, perché quegli eroi tracciano la nostra vita, la nostra via e la nostra vita. E sappiate, come diceva Goethe, che niente di ciò che noi ereditiamo non dobbiamo riconquistarlo. (...)
    Cavour diceva che il primo bene di un popolo è la sua dignità. Spetta a voi costruire e difendere l'unità nazionale perché all'interno dei confini della nostra nazione si sviluppi ricchezza sociale diffusa e quindi si sviluppi quella che Cavour aveva indicato come il primo bene di ogni popolo: la dignità.
    Per leggere il testo completo dell'intervento di Andrea DelMastro vai a questo link: www.basicpress.com/contenuti/m...

КОМЕНТАРІ •