Rom questi sconosciuti, intervista a Giorgio Bezzecchi
Вставка
- Опубліковано 30 чер 2024
- Anna Rita Prandini e Mattia Alvino intervistano Giorgio Bezzecchi, direttore del Museo Del Viaggio “Fabrizio De Andrè”, docente all’università di Pavia, consulente della comunità Rom-Sinti al Consiglio europeo. È “figlio di ex deportati”, lo attesta la pietra d’inciampo in ricordo di suo padre, lo attesta la memoria dei nonni, passati per il camino di Auschwitz. “Un uomo che ti incontra e non si riconosce”, come recita la canzone khorakhanè, nata dal suo incontro con Fabrizio De André.
La comunità rom in Italia è la più numerosa in Europa, nel nostro Paese da secoli, ma nonostante ciò è anche vittima di pregiudizi e stereotipi cavalcati dalla propaganda politica e segno di un fallimentare percorso inclusivo. L'italiano sconosciuto della "porta accanto".
Giorgio Bezzecchi
/ bezzecchi.giorgio
Mattia Alvino
/ mattia-alvino-3b52b8126
Anna Rita Prandini
x.com/arprandini
Articoli ‧ www.liberioltreleillusioni.it/
Economia, Politica, Attualità ‧ / @liberioltre
Scienze e Tecnologie ‧ / @liberioltrestem
Scienze Sociali, Filosofia e Politiche Pubbliche ‧ / @liberioltreagora
Un luogo Aperto, Plurale, non Ideologico e non Identitario. Cerchiamo di diffondere i principi del Merito, della Competenza, della Responsabilità Individuale, della Trasparenza Decisionale e Informativa, della Sussidiarietà, della Tutela delle Libertà Individuali, dell'Economia di Mercato, della Concorrenza e della Solidarietà Individuale e Collettiva... Questa è Liberi Oltre!
Contenuto distribuito con licenza CC BY-NC 4.0 da Liberi Oltre le Illusioni.
creativecommons.org/licenses/...
Grazie, grazie
Mettiamo il like e condividiamo. Video meraviglioso. E utile per richiamare in mente le culture degli uomini liberi, già presenti in questa penisola, prima che la lingua italiana avesse cognizione di se. Il popolo libero e del vento ❤
Meraviglioso, grazie ❤
Grazie mille per questo approfondimento, tante cose che non sapevo!
Ti consiglio il libro di Santino Spinelli: Rom questi sconosciuti. A me ha sconvolto non essere a conoscenza di fatti storici recenti e meno che coinvolgono anche noi italiani brava gente
Discussione molto interessante, uno strucòn!
Grazie mille! Un argomento molto attuale! Complimenti
Sarebbe bello e magari utile una serata/festa/cena Rom-LOLI, magari come punto di partenza per un percorso che contribuisca al superamento di tante indecenti assurdità, prima tra tutte il fatto che debbano nascondere le loro origini
👏👏👏👏👍👍👍
Buonanotte cari amici vicini e lontani 🖐
Per fortuna ci siete voi 😂 altrimenti dell'argomento se ne sarebbe occupato solo Salvini 😢
Che qualcuno pensi di dover nascondere le proprie origini per tutelarsi è il termometro del provincialismo del Paese
Mio commento tattico 👍
❤Like ❤
Molto interessante, grazie! Per cortesia potreste scrivere il titolo del brano di chiusura? È semplicenente meraviglioso.
www.aparat.com/v/v65px68
Si devono però rispettare regole e leggi, come tutti. Vale per tutti, senza se e senza ma.
Ovvio
@@annaritaprandini5982 è l'unico modo per rigenerare la frammentazione dei tessuti democratici. Grande come sempre lo spunto di Mauro Magatti sul Corriere. Prof fantastico, riferimento culturale da ascoltare sempre
Penso che la difficoltà principale nel riconoscere la minoranza linguistica Rom sia imputabile principalmente al fatto che non vi sia un Paese che parli la linua Rom come lingua principale. Il francese si Parla in Francia, il tedesco in Austria e Germania, lo sloveno in Slovenia, l'albanese in Albania, ecc... Non esiste la nazione dei Rom.
E' difficile interfacciarsi con un Paese a cui appartenga tale minoranza.
E' un ipotesi.
Oggi il romaní è lingua minoritaria riconosciuta in Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Finlandia, Germania, Moldavia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Svezia e Ungheria, lingua ufficiale del distretto di Šuto Orizari nella Macedonia del Nord.
@@annaritaprandini5982 Ok, resta il fatto che non esiste un Paese dove il Rom sia lingua parlata dalla quasi totalità della popolazione (almeno il 98 % della popolazione con cittadinanza) come in Italia, UK, Germania, Svezia, ecc.
Ma ripeto: è una mia ipotesi.
Anche i friulani a scuola studiano in italiano, e anche i siciliani. Gli unici che studiano in tedesco sono gli altoatesini. Non vedo il problema (a scuola). Sul riconoscimento della lingua ok, possiamo riconoscerla, come tutte le altre lingue.
@@ingridprestopino6441 studiare in lingua madre o in L2 non è la stessa cosa, Bezzecchi ha ragione che ciò comporti svantaggio, quello che forse non sa è che nella scuola italiana che uno studente non sia di lingua madre non frega niente a nessuno (a parte i primi 2 anni d’arrivo in Italia NAI)
Sì va beh dai...un po' troppo vittimismo eh..! Poi...ok...va bene tutto
Mah sai è stata giusto perseguitata e deportata la sua famiglia. Na cosetta proprio. Un inconveniente che succede a tutti no?
Lo diresti anche ad un ebreo?