Andrea i tuoi dischi sono per me cultura musicale e da quando ti sto seguendo ho imparato ad allargare le mie conoscenze e i miei ascolti. Grazie di tutto
Vi sto seguendo ogni sera, ogni vostra meditazione è significativa per me, di grande, grande aiuto. Aggiungo che è il mio primo approccio a queste pratiche, in passato non riuscivo. Misteriosamente si è aperto un mondo, lo avete spalancato come un vento buono e fresco, tutta la mia gratitudine a voi, tutta🙏🪷🤲
Bravissimo complimenti, non solo per questo, ma tutti i tuoi lavori sono intensi, ispirati, passionali. E la gentilezza nell' esporre il tutto. Grazie. Toti
Grazie di cuore! Mi fa piacere che apprezzi i contenuti e sì, anche il tono, ci tengo a seminare un po’ di gentilezza dentro UA-cam, che spesso é in mano a chi urla più forte 🙂
Oh ma che meraviglia! Ho conosciuto i Queen da bambino, grazie ai dischi di mio padre. La figura carismatica di Freddie Mercury, le atmosfere teatrali e profonde di Innuendo e A Night at the Opera sono state le prime tappe di un viaggio che dura ancora adesso dentro alla loro musica. Ho un profondo legame interiore con la figura di Freddie Mercury. Da bambino solitario e dai gusti artistici e culturali più maturi, i Queen sono stati i miei amici d'infanzia. O così mi piace pensare. Grazie a loro ho conosciuto tante cose diverse, mi hanno aperto la mente, fatto conoscere e amare le atmosfere liriche e teatrali. Li ho visti live nel 2005. Rimpiazzare Freddie Mercury è impossibile, ecco perché secondo me non sono riusciti ad entrare nella modernità e nella contemporaneità, musicalmente parlando. Troppo pesante il paragone con ciò che hanno creato in passato. Ma va bene così.
Uguale per me. I miei primi dischi d’infanzia, a parte i Greatest Hits, sono stati Innuendo e A Day At The Races, che tuttora ascolto con grande piacere, insieme a Queen II. Freddie unico, sarà banale ma l’energia che trasmetteva lui era eccezionale, pura gioia di vivere. Preferisco non ricordare nulla di tutto quello che hanno fato dopo la sua morte, a parte Made In Heaven che due tre momenti belli li ha
Beh per me potresti continuare a parlare ancora e ancora di post rock, anche quello degli anni 2000! Ad ogni modo, da parte mia hai bandiera verde anche per il video sui Talk Talk. Per quanto riguarda i dischi io adoro anche l'unico album dei Rodan e, anche se usciamo fuori dagli anni '90, i Mono ❤
Ah si anche i Rodan li avevo presi in considerazione, ma alla fine mi sento sempre più attratto da cose atmosferiche 🙂 E fra le cose del nuovo millennio cosa metteresti a parte i Mono (fantastici)?
Che bella puntata, ho imparato un sacco di cose e ho tanti album nuovi da ascoltare! Dei Sigur Ros però devo dire che il mio preferito è Valtari, sono tutti meravigliosi, ma in quello ci trovo qualcosa in più, è come un mondo a sé che si apre... Però certo, è molto personale
tutto bellissimo, quanti spunti anche per artisti o dischi che non conoscevo... Partiranno sicuramente indagini e nuovi ascolti approfonditi. Davvero tanti complimenti per questo canale youtube, tesoro preziosissimo. Da più punti di vista. Godspeed You! grandissimi amori, per me la loro vetta resta F# A# infinity (e l'ottimo Slow Riot for New Zero Kanada, mai capito se da considerarsi album o ep con due sole ottime tracce). Dei Labradford non conoscevo affatto quello di cui parli, però ho da anni un debole per Mi media naranja. I June of '44 mi pare fecero almeno due dischi grandiosi (ma anche altri molto buoni), uno nel '98 e l'altro un paio di anni prima. Belli assai i Tortoise di TNT, eccellenti a mio avviso quelli di Millions Now Living Will Never Die (foss'anche solo per Djed). Non male di quella "scena" per me ci stavano anche Rachel's e Rodan. Dei for carnation e dei thee silver mt. zion consigli/ti piace un qualche album in particolare ? p.s. gente che ho adorato e adoro, che più o meno scoprii in quegli anni praticamente in contemporanea come i God Machine, Trans AM, Squirrel Bait, Bitch Magnet o i Black Heart Procession/Three Mile Pilot potrebbero rientrare nella definizione di post rock ?
Ciao, scusa il ritardo ma hai citato un sacco di gruppi e mi serviva tempo per risponderti con calma. Intanto grazie! Sono felice di aver scovato un altro appassionato. I gruppi post rock che nomini sono fantastici (Tortoise, June, Rodan) e li avevo considerati per la mia lista, ma poi sono andato di cuore... I Rachel sublimi, mi riservo di trattarli se faccio una puntata sul rock da camera. Dei Godspeed è difficile sceglierne uno, come per tutti i giganti hanno fatto tanti dischi a livelli altissimi. Dei For Carrnation ti consiglio l'omonimo mentre dei Silver Mt Zion, io mi sono innamorato con Horses In The Sky (ha dei cori eccezionali) ma un buon punto di accesso può essere anche Kollaps (più punk) mentre da molti è preferito l'esordio (He Has Left Us Alone), più simile ai Godspeed. Come definizione il post rock è applicata a tutto il contrario di tutto e mi trovo in difficoltà anch'io se ci avviciniamo al presente. I God Machine credo rientrino nello Stoner, Squirrrel Bait e Bitch Magnet nel Post-hardcore (che poi sarebbero gli Slint quindi hai ragione pure te...), per i Trans AM credo sia giusto parlare di Post-rock, mentre i Black Heart sono un gruppo che adoro e che non saprei bene dove mettere (come i Piano Magic) stanno in quel limbo Indie rock tra Slowcore, Avant folk e post-qualcosa....
@@beautifullosersrecords ma grazie mille a te, per l'ottimo canale!! La musica dell'etichetta invece devo ancora scoprirla, ma se frequenti/frequentate tutti questi territori a me particolarmente cari e amati, son sicuro troverò nuovi tesori... Tranquillo, per i miei standard (tempi naturali ed impegni) mi hai risposto sia velocemente sia dettagliatamente e farò sicuramente tesoro di queste indicazioni. Ho ancora mooolto da scoprire nel mondo post. Benissimo hai fatto per la tua lista a seguire emozioni, cuore e spirito!! Grazie mille per tutto. Per sempre Musica !!
Che bello questo podcast. Che bello il ricordo di Mark Hollis. Che bello tutto! Per me gli anni novanta, che per molto tempo, sono stati liquidati come un decennio senza spina dorsale, hanno prodotto musica meravigliosa in quantità industriale.
Mamma mia, sarà che uscivo dall’infanzia e ho scoperto la musica in quel periodo, ma per me, appena si mette un piede fuori dal mainstream, c’è il ben di Dio: slowcore, dream pop, post rock, trip hop, grunge… li esplorerò pian piano dedicando un video a tutti questi sottogeneri, uno più bello dell’altro!
Per chi non li conoscesse ancora, consiglio i Jakob, neozelandesi, esistenti da 25 anni eppure sempre stranamente ai margini del calderone post rock anni '00. Solace è un capolavoro immenso.
Ammetto la mia quasi totale ignoranza sull’argomento: perció ho guardato con ancora più interesse e curiosità questo nuovo podcast! Conosco solo i Talk Talk, e di quasi tutti gli altri nomi non ho davvero mai sentito parlare 😅 perció per me è stato bello imparare ed approfondire questo ambito musicale, e le tue descrizioni, metafore, similitudini, sono davvero suggestive, immersive, poetiche! Dovró trovare il tempo di ascoltarmi un po’ di canzoni suggerite… E comunque una seconda puntata a riguardo me la guarderei molto volentieri! 😉
Grazie! Io credo che i Sigur Ros ti piacerebbero. Il disco che ho citato ma anche quello nero più recente, Kveikur. Cercati i loro video live di Kveikur qui, sono impressionanti 😘
L’esordio dei Sigur Ròs fece piangere un mio amico abituato a ascoltare i Metallica, e che aveva per converso trovato noiosi gli Slint. Per quanto riguarda i miei dischi post rock del cuore che non hai citato posso buttare lì con nonchalance sicuramente Red Line dei Trans AM, che è un incrocio tra i Kraftwerk e i Led Zeppelin suonati da Thomas Pynchon, Four Great Points dei June of ’44 che unisce le tensioni hardcore punk con la musique concrète e l’esordio degli Shellac con quelle rasoiate chitarristiche e quel livello di scrittura mai più raggiunto nei capitoli successivi. Ah, stavo per dimenticare quello che per me è il disco dei dischi, ovvero Age di Daniel Givens che con Jeff Parker alla chitarra, Nicole Mitchell al flauto e Fred Lonberg Holm al violoncello mi spalancò le porte all’ascolto dei vari Peter Brotzmann, Evan Parker e Derek Bailey.
Eh si i SG possono sciogliere qualunque barriera! I June of 44 li avevo presi in considerazione, gran disco!, ma come hai senz’altro notato il mio gusto è più attratto da cose d’atmosfera. Invece Daniel Givens proprio non lo conosco, meraviglioso, grazie, me lo vado a sentire 🙂
Ciao ed ancora complimenti.....ti ho scritto la scorsa settimana per il lavoro sui TT ed ora vado a scoprire un'altro pertinente approfondimento su Mark,Lee e Paul.Sono convinto che TT non amasse le categorie e credo lo abbia dimostrato ampiamente:quello di Mark Hollis è stato un totale rifiuto di qualsiasi definizione e tale è stata la ricerca/ricetta del suo silenzio!Ancora complimenti
Grazie di cuore! Assolutamente… forse nessun grande artista ha mai amato farsi chiudere in un’etichetta… lo facciamo noi per comodità. A volte le etichette aiutano a capire, nel caso di Mark Hollis la sua musica è solo un invito a guardare oltre, ed è meglio seguirlo 🙂
Bel podcast, i dischi che hai scelto sono tutti bellissimi complimenti. Potresti prepararne uno sulla scena Shoegaze/Dream pop 😉 sento che sei preparato anche su questi suoni.....
@beautifullosersrecords ciao, sono sempre felice di scoprire che c'è qualcuno che fa le stesse cose che potrei fare io e le fa meglio di quanto io saprei farle. Ciò conforta la mia scelta di non fare.. perchè l'unica cosa che rivendico è che nel rapporto tra talento e risultati ancora deve nascere qualcuno more loser than me..😉 Complimenti davvero, ti accodo a Johnny e Silvestrin tra gli italiani. Ma a proposito di Italia: conosci 'the Difference: Is', la band di Mixo? Un disco catalogato genericamente 'blues-rock'.. è chiaro che ''quando post viene pria.. vale la qualsiasi'', però quanto connotante, un aggettivo: il post-industriale, il post-punk, un periodo storico, un comune sentire, un'attitudine. Trans-avanguardia suonava più figo ma a chiamarla post-avanguardia avrebbe forse avuto più gittata. Insomma, per me, quel disco uscito per Contempo credo ancora negli '80, post-rock certo lo è. E a proposito di Firenze, sempre in quegli anni al confine tra ciò che ancora è esaltante fare e ciò che sta sulle palle; qua non si sbaglia a ricordare i Leanan Sidhe nati nel negozio di Rock Bottom: su Discogs per la loro musica si va dalla darkwave alla psichedelia passando per il folk.. bastava scrivere post rock. Ps] postavanguardia sarebbe algebricamente risultato retroguardia: così si chiamava l'ultimo dei miei gruppi; non facevamo post rock, ma credo che ad aver avuto tempo ci saremmo arrivati.. Pps] un disco un po' più recente straconsigliato? Tebe,il primo, ma anche Sette, il secondo de La Piramide di Sangue.. Avanti così! Ppps] tutto sommato a proposito di Rock Bottom, credo che forse i primi odori post rock possano arrivare proprio dalla scena di Canterbury: i Soft Machine più sbilenchi, certamente Robert Wyatt dopo l'incidente. Poi penso ai tratti meno definiti dei Caravan, certamente la post psichedelia dei Gong. Mi dirai, ma allora Zappa e Beefeater dove li mettiamo? Rilancio con le bands di Fred Frith e neppure mi addentro nel Kraut più freak che poi toccherebbe anche scomodare Franco Falsini: questo post rock sembra avere troppi padri 😅.. Mi chiedo il senso di questo intervento; forse per dare spessore ai sempre sviliti italici, e infatti aggiungo gli Art Fleury, il cui disco dell'81 originato in ambito new wave da una band con bel bagaglio nella sperimentazione prog canterburiana e sue diramazioni, mi sembra di ricordarlo un altro bell'esempio di [pre] post-rock
Ciao, grazie per il tuo densissimo commento. Ho tante cose da imparare. Ed è una delle cose che preferisco del podcast, entrare in contatto con persone con vissuti e passioni come i tuoi. Suonavi quindi? Ammetto di non conoscere i gruppi italiani che citi. Cercherò su UA-cam. Rintracciare i precursori del post rock secondo me è un divertimento aperto a tutto proprio perché il post rock in sé è un termine ombrello che alla fine rischia di indicare un generico “andare oltre”… senz’altro in Robert Wyatt sento anche atmosfere affini. Io personalmente ti citerei il live a Pompei dei Pink Floyd, pensaci: la rarefazione del tessuto sonoro, il minimalismo delle linee strumentali ripetute, la voce che tende a scomparire, perfino le aperture della batteria sul crush. Un critico che conosco mi ha citato come “nascita” il secondo dei Velvet Underground. Certo anche i Soft Machine me li vedo bene, e Cpt Beefheart é post tutto 😂 o forse pre-tutto. Grazie per i gruppi italiani, me li cerco
a mio avviso gran bel disco anche The Cycle Of Days & Seasons degli Hood, ricordo un loro sorprendente concerto a Bologna vissuto davanti alle casse a un volume smodato
Assolutamente. Inesauribile. Anche se lo ascolti mille volte non perde niente del suo fascino. Per me uno dei più belli degli anni 90 in assoluto, insieme al primo dei Codeine 🙂
Slint, GYBE e A Silver Mt. Zion ecc me li ha fatti scoprire la mia compagna, appena conosciuti, forse per farmi colpo (e ci è riuscita). E poi tutta la scena Constellation canadese, tipo gli Hrsta, più Bill Callahan (Smog)... E ora non riesco a non collegare il post-rock in generale a lei!
Che dire, poter condividere certe cose con la propria compagna… cosa vuoi di più?! Fantastico 🙂 La Constellation, senz’altro una delle mie etichette preferite!
Ah si, considera che il mio pezzo preferito degli Slint è Washer quindi i For Carnation non possono non piacermi… sono la conseguenza di quel senso di implosione 🙏🏻💙
quasi tutti i dischi degli Hood sono un evidente tributo a "Laughing Stock" dei Talk Talk...ne hanno persino campionato delle parti. dico quasi perchè da Cold House in poi le cose sono un po' cambiate (talvolta non in meglio). li ho amati molto, moltissimo nel mio periodo bolognese anni 2001-2009. a mio avviso non hanno retto al tempo che è passato, forse proprio perchè troppo derivativi...Incontrai uno di loro tornando da Tenerife una volta: quando sull'aereo mi avvicinai chiedendogli se fosse o meno chi pensavo che fosse, rimase sgomento all'idea di essere stato riconosciuto...gli dissi di non abituarsi troppo e parlammo un po', persona gentile
Verissimo, gruppo derivativo, mi rendo conto che aver messo loro al posto dei Tortoise è una bestemmia, ma amo così tanto quella cosa nata coi Talk Talk che sono andato contro ogni buon senso. Cold House credo sia un disco superiore ma era nel nuovo millennio 🙂 non pensavo esistesse qualcuno in grado di riconoscere la loro faccia…
@@beautifullosersrecords mah, dipende dai gusti...per esempio "The For Carnation" (il self titled) è un disco che mi appare musicalmente superiore a tanti altri dischi del genere che magari son venuti prima, scrivendo le pagine originarie del genere...che poi i Tortoise sono una questione diversa ad esempio rispetto a Slint e non dico questi due a caso a perchè alla fine For Carnation è un Frankenstein tra i due progetti originari: beh dicevoTortoise sono abilissimi polistrumentisti, con riferimenti molto intellettuali mentre Slint su tutti erano sonoramente molto più vicini a Fugazi e Dischord... questo per dire che son successe cose assurde da quelle parti, segno che il momento e l'ambiente sono stati dei catalizzatori per qualcosa di certamente memorabile. Memorabile, sì, ma non più attuale...è un movimento che si è autodigerito e io credo fermamente che fosse necessario che accadesse, non si può andare oltre certe cose se non con il lutto, con il distacco
For Carnation bellissimo ma lo sento più affine allo slowcore che al post rock no? Che poi stiamo parlando di mondi senza confini definiti, il post rock per eccellenza, il limite della mia selezione me ne rendo conto é la mia preferenza personale per il post rock “paesaggistico”, che esclude molte cose, soprattutto quelle più astratte ed intellettuali. Slint mi sono sempre chiesto se sia corretto definirli post rock, sono più un seme. Per molti versi vedo il post rock affine al prog… un momento di grandissima espansione, che non può essere superato nel fare quel che fa, ma ad un certo punto si sfilaccia a tal punto da estinguersi (o cristallizzarsi), in questo senso si, la sua espansione che sembrava infinita ora ci guardiamo indietro e ci accorgiamo che è lì, in un’altra epoca
@ For Carnation ha due pezzi due “slowcore” ma comunque io non credo a tutte queste etichette. Una macroarea ci sta e post rock mi sembra concettualmente molto ampia e attinente a tutti i dischi che hai proposto e a quelli che proporrei io (diversi dai tuoi magari) Quel disco di For Carnation ha zero momenti di caduta, sembra davvero un best kept secret…quei suoi momenti praticamente heavy dub, quella dolcezza, quel senso di mancanza che lo permea…a livello di produzione è uno degli apici del genere a mani basse e davvero si assiste alle due anime Slint e Tortoise amoreggiare. Per me praticamente inarrivabile se parliamo di musica di quel periodo e certamente un disco cui torno quando ho bisogno di ritrovarmi con calma
Non c’è dubbio. Non intendevo dire che i Beatles sono stati i precursori del post rock. Ma solo che il termine circola da un sacco di tempo e viene usato ogni volta che non si sa bene che dire
Andrea i tuoi dischi sono per me cultura musicale e da quando ti sto seguendo ho imparato ad allargare le mie conoscenze e i miei ascolti. Grazie di tutto
É meraviglioso, ne sono davvero felice! Grazie 🙏🏻 😘
Vi sto seguendo ogni sera, ogni vostra meditazione è significativa per me, di grande, grande aiuto. Aggiungo che è il mio primo approccio a queste pratiche, in passato non riuscivo. Misteriosamente si è aperto un mondo, lo avete spalancato come un vento buono e fresco, tutta la mia gratitudine a voi, tutta🙏🪷🤲
Adesso mi incornicio queste parole e le appendo per quando mi sento depresso 🙂 Grazie 🙏🏻
Bravissimo complimenti, non solo per questo, ma tutti i tuoi lavori sono intensi, ispirati, passionali. E la gentilezza nell' esporre il tutto.
Grazie.
Toti
Grazie di cuore! Mi fa piacere che apprezzi i contenuti e sì, anche il tono, ci tengo a seminare un po’ di gentilezza dentro UA-cam, che spesso é in mano a chi urla più forte 🙂
Oh ma che meraviglia! Ho conosciuto i Queen da bambino, grazie ai dischi di mio padre. La figura carismatica di Freddie Mercury, le atmosfere teatrali e profonde di Innuendo e A Night at the Opera sono state le prime tappe di un viaggio che dura ancora adesso dentro alla loro musica. Ho un profondo legame interiore con la figura di Freddie Mercury. Da bambino solitario e dai gusti artistici e culturali più maturi, i Queen sono stati i miei amici d'infanzia. O così mi piace pensare. Grazie a loro ho conosciuto tante cose diverse, mi hanno aperto la mente, fatto conoscere e amare le atmosfere liriche e teatrali. Li ho visti live nel 2005. Rimpiazzare Freddie Mercury è impossibile, ecco perché secondo me non sono riusciti ad entrare nella modernità e nella contemporaneità, musicalmente parlando. Troppo pesante il paragone con ciò che hanno creato in passato. Ma va bene così.
Uguale per me. I miei primi dischi d’infanzia, a parte i Greatest Hits, sono stati Innuendo e A Day At The Races, che tuttora ascolto con grande piacere, insieme a Queen II. Freddie unico, sarà banale ma l’energia che trasmetteva lui era eccezionale, pura gioia di vivere. Preferisco non ricordare nulla di tutto quello che hanno fato dopo la sua morte, a parte Made In Heaven che due tre momenti belli li ha
Beh per me potresti continuare a parlare ancora e ancora di post rock, anche quello degli anni 2000! Ad ogni modo, da parte mia hai bandiera verde anche per il video sui Talk Talk.
Per quanto riguarda i dischi io adoro anche l'unico album dei Rodan e, anche se usciamo fuori dagli anni '90, i Mono ❤
Ah si anche i Rodan li avevo presi in considerazione, ma alla fine mi sento sempre più attratto da cose atmosferiche 🙂 E fra le cose del nuovo millennio cosa metteresti a parte i Mono (fantastici)?
Sai bene quanto sia legato a Mark Hollis; e l'aver aperto il video con gli ultimi due dischi dei Talk Talk è stato fantastico!
É il minimo 💙 Mark si meriterebbe una bella monografia… ho provato a lanciare l’idea, vediamo se a qualcuno interessa 🙂
Che bella puntata, ho imparato un sacco di cose e ho tanti album nuovi da ascoltare! Dei Sigur Ros però devo dire che il mio preferito è Valtari, sono tutti meravigliosi, ma in quello ci trovo qualcosa in più, è come un mondo a sé che si apre... Però certo, è molto personale
Wow Valtari! É il più immersivo e onirico forse… comunque hai ragione, non ci sono loro dischi che valgano meno, é molto personale la scelta 🙂
Adoro i talk talk più popolari, ma non conoscevo questi due album. ...ma sono meravigliosi! Grazie!
Approvo la proposta di fare una monografia su di loro
Sono felicissimo di averteli fatti scoprire ☺️ la monografia l’ho già fatta, eccola qui: ua-cam.com/video/KypWKKGraTk/v-deo.htmlsi=q4AbTD6-IbVXQtAq
@@beautifullosersrecords ah ok scusa ma ti seguo solo da stamattina e non l'avevo vista 😅
Figurati! Spero ti piacerà 😘
tutto bellissimo, quanti spunti anche per artisti o dischi che non conoscevo... Partiranno sicuramente indagini e nuovi ascolti approfonditi.
Davvero tanti complimenti per questo canale youtube, tesoro preziosissimo. Da più punti di vista.
Godspeed You! grandissimi amori, per me la loro vetta resta F# A# infinity (e l'ottimo Slow Riot for New Zero Kanada, mai capito se da considerarsi album o ep con due sole ottime tracce).
Dei Labradford non conoscevo affatto quello di cui parli, però ho da anni un debole per Mi media naranja.
I June of '44 mi pare fecero almeno due dischi grandiosi (ma anche altri molto buoni), uno nel '98 e l'altro un paio di anni prima.
Belli assai i Tortoise di TNT, eccellenti a mio avviso quelli di Millions Now Living Will Never Die (foss'anche solo per Djed).
Non male di quella "scena" per me ci stavano anche Rachel's e Rodan.
Dei for carnation e dei thee silver mt. zion consigli/ti piace un qualche album in particolare ?
p.s. gente che ho adorato e adoro, che più o meno scoprii in quegli anni praticamente in contemporanea come i God Machine, Trans AM, Squirrel Bait, Bitch Magnet o i Black Heart Procession/Three Mile Pilot potrebbero rientrare nella definizione di post rock ?
Ciao, scusa il ritardo ma hai citato un sacco di gruppi e mi serviva tempo per risponderti con calma. Intanto grazie! Sono felice di aver scovato un altro appassionato.
I gruppi post rock che nomini sono fantastici (Tortoise, June, Rodan) e li avevo considerati per la mia lista, ma poi sono andato di cuore... I Rachel sublimi, mi riservo di trattarli se faccio una puntata sul rock da camera. Dei Godspeed è difficile sceglierne uno, come per tutti i giganti hanno fatto tanti dischi a livelli altissimi.
Dei For Carrnation ti consiglio l'omonimo mentre dei Silver Mt Zion, io mi sono innamorato con Horses In The Sky (ha dei cori eccezionali) ma un buon punto di accesso può essere anche Kollaps (più punk) mentre da molti è preferito l'esordio (He Has Left Us Alone), più simile ai Godspeed.
Come definizione il post rock è applicata a tutto il contrario di tutto e mi trovo in difficoltà anch'io se ci avviciniamo al presente. I God Machine credo rientrino nello Stoner, Squirrrel Bait e Bitch Magnet nel Post-hardcore (che poi sarebbero gli Slint quindi hai ragione pure te...), per i Trans AM credo sia giusto parlare di Post-rock, mentre i Black Heart sono un gruppo che adoro e che non saprei bene dove mettere (come i Piano Magic) stanno in quel limbo Indie rock tra Slowcore, Avant folk e post-qualcosa....
@@beautifullosersrecords ma grazie mille a te, per l'ottimo canale!! La musica dell'etichetta invece devo ancora scoprirla, ma se frequenti/frequentate tutti questi territori a me particolarmente cari e amati, son sicuro troverò nuovi tesori...
Tranquillo, per i miei standard (tempi naturali ed impegni) mi hai risposto sia velocemente sia dettagliatamente e farò sicuramente tesoro di queste indicazioni. Ho ancora mooolto da scoprire nel mondo post. Benissimo hai fatto per la tua lista a seguire emozioni, cuore e spirito!!
Grazie mille per tutto. Per sempre Musica !!
Che bello questo podcast. Che bello il ricordo di Mark Hollis. Che bello tutto! Per me gli anni novanta, che per molto tempo, sono stati liquidati come un decennio senza spina dorsale, hanno prodotto musica meravigliosa in quantità industriale.
Mamma mia, sarà che uscivo dall’infanzia e ho scoperto la musica in quel periodo, ma per me, appena si mette un piede fuori dal mainstream, c’è il ben di Dio: slowcore, dream pop, post rock, trip hop, grunge… li esplorerò pian piano dedicando un video a tutti questi sottogeneri, uno più bello dell’altro!
Per chi non li conoscesse ancora, consiglio i Jakob, neozelandesi, esistenti da 25 anni eppure sempre stranamente ai margini del calderone post rock anni '00. Solace è un capolavoro immenso.
Mille grazie, infatti non li conosco. Me li cerco. Magari li tratterò quanto parlerò del post rock del nuovo millennio 🙂
Ammetto la mia quasi totale ignoranza sull’argomento: perció ho guardato con ancora più interesse e curiosità questo nuovo podcast! Conosco solo i Talk Talk, e di quasi tutti gli altri nomi non ho davvero mai sentito parlare 😅 perció per me è stato bello imparare ed approfondire questo ambito musicale, e le tue descrizioni, metafore, similitudini, sono davvero suggestive, immersive, poetiche!
Dovró trovare il tempo di ascoltarmi un po’ di canzoni suggerite…
E comunque una seconda puntata a riguardo me la guarderei molto volentieri! 😉
E adesso disco al giorno per colmare la lacuna!
Grazie! Io credo che i Sigur Ros ti piacerebbero. Il disco che ho citato ma anche quello nero più recente, Kveikur. Cercati i loro video live di Kveikur qui, sono impressionanti 😘
comunque assolutamente spero ci sia la ventilata seconda puntata...
Almeno qui, voto deciso!
La preparerò senz'altro dopo l'estate :-) Intanto è in arrivo il video tematico sul Neofolk, spero ti piacerà
@@beautifullosersrecords non vedo l'ora di poterla ascoltare... !!
L’esordio dei Sigur Ròs fece piangere un mio amico abituato a ascoltare i Metallica, e che aveva per converso trovato noiosi gli Slint. Per quanto riguarda i miei dischi post rock del cuore che non hai citato posso buttare lì con nonchalance sicuramente Red Line dei Trans AM, che è un incrocio tra i Kraftwerk e i Led Zeppelin suonati da Thomas Pynchon, Four Great Points dei June of ’44 che unisce le tensioni hardcore punk con la musique concrète e l’esordio degli Shellac con quelle rasoiate chitarristiche e quel livello di scrittura mai più raggiunto nei capitoli successivi. Ah, stavo per dimenticare quello che per me è il disco dei dischi, ovvero Age di Daniel Givens che con Jeff Parker alla chitarra, Nicole Mitchell al flauto e Fred Lonberg Holm al violoncello mi spalancò le porte all’ascolto dei vari Peter Brotzmann, Evan Parker e Derek Bailey.
Eh si i SG possono sciogliere qualunque barriera! I June of 44 li avevo presi in considerazione, gran disco!, ma come hai senz’altro notato il mio gusto è più attratto da cose d’atmosfera. Invece Daniel Givens proprio non lo conosco, meraviglioso, grazie, me lo vado a sentire 🙂
i Trans AM e i June of '44 !! :- )
Ciao ed ancora complimenti.....ti ho scritto la scorsa settimana per il lavoro sui TT ed ora vado a scoprire un'altro pertinente approfondimento su Mark,Lee e Paul.Sono convinto che TT non amasse le categorie e credo lo abbia dimostrato ampiamente:quello di Mark Hollis è stato un totale rifiuto di qualsiasi definizione e tale è stata la ricerca/ricetta del suo silenzio!Ancora complimenti
Grazie di cuore! Assolutamente… forse nessun grande artista ha mai amato farsi chiudere in un’etichetta… lo facciamo noi per comodità. A volte le etichette aiutano a capire, nel caso di Mark Hollis la sua musica è solo un invito a guardare oltre, ed è meglio seguirlo 🙂
Tra gli altri gruppi importanti degli anni '90: Dirty Three (Ocean Songs, Horse Stories) Tortoise (Millions Now Living, TNT) e Cul de Sac (China Gate)
Giusto! I Tortoise li ho citati due volte. Dirty Three splendidi. Cul de Sac devo ascoltarli 🙂 Grazie 🙏🏻
Bel podcast, i dischi che hai scelto sono tutti bellissimi complimenti.
Potresti prepararne uno sulla scena Shoegaze/Dream pop 😉 sento che sei preparato anche su questi suoni.....
Grazie mille! Si, preparerò senz’altro una puntata su quel genere… o generi? Mi chiedo se non dovrei trattarli separatamente 🤔 Ci devo lavorare 🤗
Tutta la vita monografia su Mark Hollis ❤
Arriverà, promesso 🙂💙🙏🏻
@beautifullosersrecords ciao, sono sempre felice di scoprire che c'è qualcuno che fa le stesse cose che potrei fare io e le fa meglio di quanto io saprei farle. Ciò conforta la mia scelta di non fare.. perchè l'unica cosa che rivendico è che nel rapporto tra talento e risultati ancora deve nascere qualcuno more loser than me..😉 Complimenti davvero, ti accodo a Johnny e Silvestrin tra gli italiani.
Ma a proposito di Italia: conosci 'the Difference: Is', la band di Mixo? Un disco catalogato genericamente 'blues-rock'.. è chiaro che ''quando post viene pria.. vale la qualsiasi'', però quanto connotante, un aggettivo: il post-industriale, il post-punk, un periodo storico, un comune sentire, un'attitudine. Trans-avanguardia suonava più figo ma a chiamarla post-avanguardia avrebbe forse avuto più gittata. Insomma, per me, quel disco uscito per Contempo credo ancora negli '80, post-rock certo lo è.
E a proposito di Firenze, sempre in quegli anni al confine tra ciò che ancora è esaltante fare e ciò che sta sulle palle; qua non si sbaglia a ricordare i Leanan Sidhe nati nel negozio di Rock Bottom: su Discogs per la loro musica si va dalla darkwave alla psichedelia passando per il folk.. bastava scrivere post rock.
Ps] postavanguardia sarebbe algebricamente risultato retroguardia: così si chiamava l'ultimo dei miei gruppi; non facevamo post rock, ma credo che ad aver avuto tempo ci saremmo arrivati..
Pps] un disco un po' più recente straconsigliato? Tebe,il primo, ma anche Sette, il secondo de La Piramide di Sangue..
Avanti così!
Ppps] tutto sommato a proposito di Rock Bottom, credo che forse i primi odori post rock possano arrivare proprio dalla scena di Canterbury: i Soft Machine più sbilenchi, certamente Robert Wyatt dopo l'incidente. Poi penso ai tratti meno definiti dei Caravan, certamente la post psichedelia dei Gong. Mi dirai, ma allora Zappa e Beefeater dove li mettiamo? Rilancio con le bands di Fred Frith e neppure mi addentro nel Kraut più freak che poi toccherebbe anche scomodare Franco Falsini: questo post rock sembra avere troppi padri 😅.. Mi chiedo il senso di questo intervento; forse per dare spessore ai sempre sviliti italici, e infatti aggiungo gli Art Fleury, il cui disco dell'81 originato in ambito new wave da una band con bel bagaglio nella sperimentazione prog canterburiana e sue diramazioni, mi sembra di ricordarlo un altro bell'esempio di [pre] post-rock
Ciao, grazie per il tuo densissimo commento. Ho tante cose da imparare. Ed è una delle cose che preferisco del podcast, entrare in contatto con persone con vissuti e passioni come i tuoi. Suonavi quindi? Ammetto di non conoscere i gruppi italiani che citi. Cercherò su UA-cam. Rintracciare i precursori del post rock secondo me è un divertimento aperto a tutto proprio perché il post rock in sé è un termine ombrello che alla fine rischia di indicare un generico “andare oltre”… senz’altro in Robert Wyatt sento anche atmosfere affini. Io personalmente ti citerei il live a Pompei dei Pink Floyd, pensaci: la rarefazione del tessuto sonoro, il minimalismo delle linee strumentali ripetute, la voce che tende a scomparire, perfino le aperture della batteria sul crush. Un critico che conosco mi ha citato come “nascita” il secondo dei Velvet Underground. Certo anche i Soft Machine me li vedo bene, e Cpt Beefheart é post tutto 😂 o forse pre-tutto. Grazie per i gruppi italiani, me li cerco
a mio avviso gran bel disco anche The Cycle Of Days & Seasons degli Hood, ricordo un loro sorprendente concerto a Bologna vissuto davanti alle casse a un volume smodato
E questa è una sorpresa! Addirittura li hai visti dal vivo? Grande! Sì, sono molto creativi, ogni disco è un viaggio a sé
Fu al Covo prima metà dei 2000 mi pare
Godspeed fantastici !
Assolutamente ☺️🙏🏻
Hex è un disco immenso.
Assolutamente. Inesauribile. Anche se lo ascolti mille volte non perde niente del suo fascino. Per me uno dei più belli degli anni 90 in assoluto, insieme al primo dei Codeine 🙂
Washer ❤️
Eh si, che canzone enorme 🙂
Slint, GYBE e A Silver Mt. Zion ecc me li ha fatti scoprire la mia compagna, appena conosciuti, forse per farmi colpo (e ci è riuscita). E poi tutta la scena Constellation canadese, tipo gli Hrsta, più Bill Callahan (Smog)... E ora non riesco a non collegare il post-rock in generale a lei!
Che dire, poter condividere certe cose con la propria compagna… cosa vuoi di più?! Fantastico 🙂 La Constellation, senz’altro una delle mie etichette preferite!
Beato te 😅
Capolavori senza tempo
Eh si 🙂🙏🏻
io ti consiglio anche The For Carnation. i gruppi che hai citato sono strepitosi.
Ah si, considera che il mio pezzo preferito degli Slint è Washer quindi i For Carnation non possono non piacermi… sono la conseguenza di quel senso di implosione 🙏🏻💙
quasi tutti i dischi degli Hood sono un evidente tributo a "Laughing Stock" dei Talk Talk...ne hanno persino campionato delle parti. dico quasi perchè da Cold House in poi le cose sono un po' cambiate (talvolta non in meglio). li ho amati molto, moltissimo nel mio periodo bolognese anni 2001-2009. a mio avviso non hanno retto al tempo che è passato, forse proprio perchè troppo derivativi...Incontrai uno di loro tornando da Tenerife una volta: quando sull'aereo mi avvicinai chiedendogli se fosse o meno chi pensavo che fosse, rimase sgomento all'idea di essere stato riconosciuto...gli dissi di non abituarsi troppo e parlammo un po', persona gentile
Verissimo, gruppo derivativo, mi rendo conto che aver messo loro al posto dei Tortoise è una bestemmia, ma amo così tanto quella cosa nata coi Talk Talk che sono andato contro ogni buon senso. Cold House credo sia un disco superiore ma era nel nuovo millennio 🙂 non pensavo esistesse qualcuno in grado di riconoscere la loro faccia…
@@beautifullosersrecords mah, dipende dai gusti...per esempio "The For Carnation" (il self titled) è un disco che mi appare musicalmente superiore a tanti altri dischi del genere che magari son venuti prima, scrivendo le pagine originarie del genere...che poi i Tortoise sono una questione diversa ad esempio rispetto a Slint e non dico questi due a caso a perchè alla fine For Carnation è un Frankenstein tra i due progetti originari: beh dicevoTortoise sono abilissimi polistrumentisti, con riferimenti molto intellettuali mentre Slint su tutti erano sonoramente molto più vicini a Fugazi e Dischord... questo per dire che son successe cose assurde da quelle parti, segno che il momento e l'ambiente sono stati dei catalizzatori per qualcosa di certamente memorabile. Memorabile, sì, ma non più attuale...è un movimento che si è autodigerito e io credo fermamente che fosse necessario che accadesse, non si può andare oltre certe cose se non con il lutto, con il distacco
For Carnation bellissimo ma lo sento più affine allo slowcore che al post rock no? Che poi stiamo parlando di mondi senza confini definiti, il post rock per eccellenza, il limite della mia selezione me ne rendo conto é la mia preferenza personale per il post rock “paesaggistico”, che esclude molte cose, soprattutto quelle più astratte ed intellettuali. Slint mi sono sempre chiesto se sia corretto definirli post rock, sono più un seme. Per molti versi vedo il post rock affine al prog… un momento di grandissima espansione, che non può essere superato nel fare quel che fa, ma ad un certo punto si sfilaccia a tal punto da estinguersi (o cristallizzarsi), in questo senso si, la sua espansione che sembrava infinita ora ci guardiamo indietro e ci accorgiamo che è lì, in un’altra epoca
@ For Carnation ha due pezzi due “slowcore” ma comunque io non credo a tutte queste etichette. Una macroarea ci sta e post rock mi sembra concettualmente molto ampia e attinente a tutti i dischi che hai proposto e a quelli che proporrei io (diversi dai tuoi magari)
Quel disco di For Carnation ha zero momenti di caduta, sembra davvero un best kept secret…quei suoi momenti praticamente heavy dub, quella dolcezza, quel senso di mancanza che lo permea…a livello di produzione è uno degli apici del genere a mani basse e davvero si assiste alle due anime Slint e Tortoise amoreggiare. Per me praticamente inarrivabile se parliamo di musica di quel periodo e certamente un disco cui torno quando ho bisogno di ritrovarmi con calma
che palle coi bitols, nel 67 tra l'altro c'erno artisti molto più avanti, partendo da Don Van Vliet e Frank Zappa.
Non c’è dubbio. Non intendevo dire che i Beatles sono stati i precursori del post rock. Ma solo che il termine circola da un sacco di tempo e viene usato ogni volta che non si sa bene che dire
IMMENSI Sigur Ros e Godspeed You! Black Emperor...
Eh si… immensi anche come sound, sembra sconfinato 💙