2 CHIACCHIERE SU PIOGGIA DI RICORDI

[@lucasvaan5939]

Per me è un capolavoro immenso,al cinema ho sognato per due ore. Di una delicatezza, una finezza e una maestria nel raccontare questa storia che lascia senza parole. I suoi silenzi, i suoi ritmi, questa natura che sembra volerci accogliere, e poi i flashback di quando la protagonista va alle elementari sono un colpo al cuore, soprattutto per me che ho un legame molto forte con quella fase della mia vita. Infine musiche pazzesche e uno dei finali più potenti che abbia mai visto, semplicemente magico. Pioggia di emozioni.

[@Nailfut]

Il mio film Ghibli preferito in assoluto, il finale da manuale, lacrimoni catartici mai avuti prima. Rivedendolo in sala, avevo ancora gli occhi lucidi e un fortissimo groppo alla gola.
"Vi lascio la pace, vi dò la mia pace", Takahata ha vissuto così e così ha realizzato i suoi film, da cui traspare lo spirito, mai sopito, di un uomo che aveva trovato la sua quadra nella vita e l'ha messa in scena, analizzandone le varie sfaccettature, parlando però un linguaggio universale. Con Pioggia di ricordi, a mio avviso, abbiamo un vero e proprio trattato sull'identità e il ruolo della memoria nella formazione di essa.
Takahata è riuscito a mettere su schermo quella che è sempre stata la mia convinzione, ovvero che noi oggi siamo chi siamo stati ieri, ma nel senso che la nostra identità, quella vera, non può prescindere dai nostri trascorsi, perché le nostre vere pulsioni, i nostri veri sentimenti e le nostre decisioni vere dipendono sempre da tutto ciò che ci ha costituito sin dalla nascita. I ricordi hanno il ruolo fondamentale di farci ricordare non gli eventi, belli o brutti, ma le nostre reazioni e, quindi, la nostra identità e Takahata lo comunica con quella sua solita tenera schiettezza che non aveva eguali nel mondo dell'animazione e non solo.
Leggo ogni tanto che il finale è il più bello e sentito addio all'infanzia messo in scena, ma io penso che sia proprio l'opposto: il viaggio interiore di Taeko non culmina con un addio ai dolori, rimpianti e gioie della sé passata, bensì nel riconoscersi nella bambina che aveva lasciato sopita: è la Taeko bambina che torna a prendere le redini della vita di quella adulta, prendendo finalmente una decisione egoistica ma vera, perché vera alla sua identità. In questo, quindi, il finale è in realtà la riscoperta e riappacificazione tra l'adulto e il bambino, tra le responsabilità e l'identità, che Takahata auspica a ognuno di noi, con grandissima sensibilità ma senza mai risultare didascalico né pretenzioso. Per lui la vita scorre così e ce l'ha comunicato genuinamente.

[@medusa.bankai]

Penso sia uno dei miei preferiti. Non lo so, ho avuto una sorta di empatia quasi subito con la protagonista. Una protagonista adulta e single che, ripercorrendo la sua infanzia con le disavventure positive e negativi, mette in dubbio la sua persona attuale e il suo ambiente. Quindi, alla fine è un viaggio di riflessione e non solo fisico. Nota di merito, infatti, è la rappresentazione della campagna giapponese dove tutto è rallentato ( ambientazioni meravigliose così come le musiche volutamente paesane. C'è pure una canzone italiana). E con quel diretto contatto con la campagna rurale, vedi la protagonista ri-stupirsi nuovamente come una bambina vivace e "respirare a pieni polmoni". Anche perche la natura ti impone un ritmo diverso, sì ..leggero ma allo stesso tempo scandito da una routine. E di fatto lei lo capisce che, alla fine, per quella gente di campagna quella vita non è un gioco. Fino a quel momento lei fantasticava da semplice 'invitata" temporanea in quel mondo. Da questa consapevolezza ne deriva un bivio. Un passaggio che sarà credo importante per la vita futura della protagonista.
.
.
C'è sempre il " solito" doppiaggio "pesante" ma in questo contesto forse ha senso ( anche se secondo me andrebbe rivisto. Tipo lei dovrebbe avere un linguaggio piu "moderno e pulito" diverso dai personaggi, specie anziani, che incontrerà nel soggiorno). Scusate il papiro, ma fa piacere se qualcuno dopo lo guarderà. E ovviamente recupero il parere di Caverna 😎❤️

[@valenesco45]

Incredibile come un'opera del 91 sia così terribilmente sovrapponibile al contesto attuale. Le stesse ansie, gli stessi dubbi, le stesse paure, eppure sembravano tempi così diversi, e nazioni culturalmente così distanti dalla nostra...eppure come te, mi sono sentito io stesso il protagonista del film. Nella scena della campagna, quando mostravano gli operai lavorare mi è venuto un nodo in gola, perché avendo fatto lo stesso mestiere mi ritornavano in mente tanti ricordi, e parafrasando quello che diceva Taeko: non è un gioco, ma uno stile di vita.
Uno dei film più riusciti della Ghibli, complimenti sinceri ad Isao Takahata.

[@medusa.bankai]

​@@valenesco45 e si, più che altro mentre scrivevo mi è venuto un paralismo tra lei bambina e lei adulta:
- Lei bambina super eccitata che vuole mangiarsi per la prima volta l'ananas ( frutto che in quel momento non aveva neanche mai visto). Lo chiesto come fanno i bambini ai genitori. Quest'ultimi la assecondano. Appena lo vede, impazzisce di gioia e si immagina già il sapore. Ecco, lo assaggia è si rende conto che non è tutta questa grande cosa. Nel senso buono si, ma nulla di che. Ecco, lei da adulta lo ha in un certo modo rivissuto.
-Da prima super proiettata verso la campana ( la idealizza). Arrivata lì... si...ha una specie di colpo di fulmine per l'eccitazione della esperienza nuova per contesto. È super prepositiva nel fare cose. ma poi capisce piano piano che è una vita dura... non è una favola. ( riprendendo le donne di un'epoca antecedente alla sua ...che si alzano di alle prime luci dell'alba con pioggia o meno a raccogliere a mani nude quel fiore. Per fare ? Un semplice rossetto dopo ulteriori passaggi complicati).
Veramente un capolavoro del genere Slice of Life/ psicologico.

[@valenesco45]

​@@medusa.bankai Analisi perfetta, concordo appieno. Mi ha inoltre colpito molto la percezione che ha di te la società: ovvero quando era piccola e non era in grado di fare le equazioni come tutti gli altri. La bambina aveva abilità e capacità analitiche fuori dal comune, lei cercava più un approccio pragmatico in quello che gli veniva impartito come un semplice dogma. Questo è il parallelismo perfetto con la società umana: non importa comprendere le ragioni di quello che fai, importa solo che tu lo faccia, senza porti delle domande. Se non lo fai, se ti fermi a pensare fuori dagli schemi, vieni reputato problematico, inferiore, come qualcuno da scartare. Il motto è: chi non si piega al sistema predefinito è un elemento negativo nella società (purtroppo). Cosa ne consegue durante la sua crescita? Ne consegue il fatto che lei si sentiva inopportuna, inadeguata, infelice e incapace, quando in realtà non era così, ma lei ormai credeva di esserlo perchè è la società che le ha imposto di essere inferiore, è la società (di cui la famiglia ne era concausa) che l'ha condizionata ad auto-flagellarsi e reputarsi una persona inadeguata al contesto di vita in cui viveva....
Sarebbe bello conoscere altri film come questi, sono delle perle uniche e soprattutto rare nel paronama cinematografico.

[@medusa.bankai]

​​@@valenesco45 bello anche il tuo contributo grazie.❤ Effettivamente, quel suo mondo che conosceva le era soffocante ( infatti ho trovato curioso un un certo senso, anche io suo rapporto con la sua famiglia. In sostanza sono nei ricordi e li rimangono. Ok, che noi forse italiani abbiamo una diversa concezione di famiglia. In generale siamo super attaccati. Qua in questa storia sicuramente ci sono rapporti ma non centrali).
Cmq nel mio piccolo mi permetto di consigliarti : 'in questo angolo di mondo" che magari non è così "profondo" ma trattata con "semplicità" la vita di una ragazza giapponese prima, durante e dopo la ww2.
Oppure, La tartaruga rossa. E the beast and the boy. E un film di animazione francese forse "dimenticato" ovvero la bottega dei suicidi ( ok, titolo allegro lo so😂) ma ricco di spunti.

[@valenesco45]

@@medusa.bankai È vero quello che dici, sembrava che avesse bisogno di allontanarsi da quel contesto di vita, dalla città in cui è cresciuta, banalmente dalla sua famiglia che viveva con un po' di distacco (la smorfia durante la telefonata con la sorella).
Sicuramente la società giapponese è tipica dei costumi comuni nell'estremo oriente, c'è più un rito di onore verso la famiglia piuttosto che affetto vero e proprio, poi ovviamente è una generalizzazione quella che faccio e non determina la realtà di ogni situazione familiare.
Comunque faccio tesoro dei tuoi consigli, il primo sulla seconda guerra mondiale mi ispira tantissimo.
Sembri anche un buon cinefilo/a, se hai un profilo letterbox ti seguirei volentieri. Io apprezzo sempre gli spunti di appassionati come me.

[@riccardoflorio2800]

Ganzo questo film

[@cavernadiplatone]

tsk. tsk. ganzo. e infatti. tsk.

[@alicetorti98]

Film ghibli più bello che abbia mai visto fino ad ora ❤

[@cavernadiplatone]

assoluta veritàààààà

[@ACarra]

Takahata ha sempre un'eleganza innata nel dirigere

[@forgottenauthors1604]

Per quanto riguarda la scena della matematica, quella sembra mostrare come Taeko si distingua dai componenti della sua famiglia, che si accontentano di uno studio mnemonico (probabilmente ancora diffuso nelle scuole giapponesi), facendosi invece delle domande e dando delle interpretazioni proprie. Mi dispiace che non abbiano approfondito il rapporto fra Taeko e quel suo compagno di classe, perché mi ha incuriosito.

[@medusa.bankai]

Sul compagno di scuola, io lo ho interpretata così la loro scelta ( parlo della scrittura). Alla fine era un semplice aneddoto di una sua parte di vita ( che forse aveva dimenticato ma il suo viaggio interiore...lo ha fatto riemergere). Lui è solo appunto un ricordo di gioventù alla fine ( come del resto tutti gli altri ricordi. La prima cotta etc) . Credo che tutti abbiamo avuto amicizia ed antipatie durante la vita scolastica. In età adulta non è detto che queste persone siano rimaste in contatto con noi in età adulta ( e mi verrebbe da dire ...e meno male in certi casi😂). Quindi ai sensi della storia principale, quella di lui non aveva senso approfondirla. Anche perché avrebbe distolto totalmente la nostra attenzione sulla crescita di lei. Però, non nascondo che pure lui sarebbe stato interessante. Magari ci stava un approfondimento con un altro film parallelo. 😊

[@forgottenauthors1604]

Molto bello per come raffigura il tema della coesistenza fra modernità e tradizione, e fra realtà rurale e urbana, tipici del Giappone, cosa che ho ritrovato anche in "Pom Poko", che ho visto ieri, sebbene in quest'ultimo non ci sia un contrasto generazionale e sia tutto molto più difficile da capire per via dei continui riferimenti alla cultura giapponese.

[@Clayjar444]

Il film più bello dello studio ghibli

[@mariopellegrino7196]

Un capolavoro...finale emozionante...

[@qazxswed17]

Il mio film preferito di Takahata, felice che se ne parli molto di recente grazie al suo ritorno al cinema, e grazie a Dio sono riuscito a vederlo in giapponese sottotitolato almeno, mi dispiace per chi non riuscirà a fare altrettanto.

[@ClaudioVarone3299]

Mi dispiace che tu la pensi così, ma in Italiano è adorabile. Boh, non so nemmeno se l'hai visto doppiato una volta sola almeno e come hai fatto a odiarlo.

[@giuseppefailla2554]

Ottima analisi, gran video

[@nickfry6131]

Da rivedere gli adattamenti dei dialoghi 😅ma d'altronde sappiamo tutti di chi è opera tutto ciò

[@cavernadiplatone]

il gualtieron ha fatto solo bene!

[@valenesco45]

Per me no, andavano benissimo. Rispecchia il contesto.

[@simorooster]

Bellissimo Film! Un viaggio nel passato, un viaggio nella mente e nei ricordi. Un tuffo nella nostalgia. Bellissimo video Dome👏

[@robertcatargiu6144]

dopo il video di italo anche questo, assurdo grazie 1000

[@paoloiavarone]

che bel video Domè 🫂

[@valenesco45]

Visto al cinema di recente, penso che sia uno dei film più meravigliosi della Ghibli mai prodotti, e soprattutto incredibilmente sottovalutato.
Mi sono rivisto tantissimo nella narrazione della protagonista, è stato quasi rivedere me stesso che affronta le stesse angoscie e le stesse sfide della vita.
Per non parlare delle ambientazioni, la campagna, quella luce soffusa del primo mattino, le spigolose macchine degli anni 90 che io adoro da morire per la loro inimitabile semplicità, il viaggio in treno, i ricordi di infanzia...un capolavoro assoluto.

[@medusa.bankai]

Stessa cosa per me❤️. E... questa è la magia che secondo me questo studio trasmette. Alla fine chiunque ha modo di rivedersi e riflettere. E questo purtroppo è proprio sottovalutato

[@valenesco45]

​@@medusa.bankaivero, quando sono uscito dal cinema ammetto che è stato duro affrontare il viaggio di ritorno in solitaria 😅

[@petrubaby]

che bello questo Caverna più intimo e mite

[@mariopellegrino7196]

Ho avuto un' impressione molto negativa del padre della protagonista...non è abusivo, ma poco ci manca...

[@turelion85]

🌧️

[@danielapotenza5189]

Mentre ti ascoltavo guardavo incantata dietro di tè Uau,potresti farci un video ❤️❤️