Koyunbaba op.19 - Carlo Domeniconi

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  • Опубліковано 16 жов 2024
  • Koyunbaba Suite
    L'opera è una "suite pastorale" di quattro movimenti, composta nel 1985, e descrive la bellezza naturale di una piccola baia che si affaccia sul Mar Egeo. Il termine “Koyunbaba” significa letteralmente "pastore", ma allude anche ad altri significati. Koyunbaba è il nome di una regione arida e selvaggia della Turchia sudorientale, dove visse un monaco sufi del XIII secolo, così come quello della famiglia dei suoi discendenti che ancora risiedono nell'area. La tomba del santo porta tuttora decorazioni fatte con pezzi di stoffa colorata dagli abitanti dei villaggi vicini, per ricordare le sue gesta in risposta alle preghiere dei paesani in caso di minacce e pericoli. Le leggende locali, però, narrano di una maledizione legata alla zona: le persone che avrebbero tentato di comprare o vendere la terra dalla famiglia Koyunbaba sarebbero morte o colpite da malattie.
    Dal punto di vista compositivo, Domeniconi ci regala un chiaro esempio di come i quattro movimenti in forma di Suite generano una sorta di fusione di stili, mescolando le risorse timbriche e armoniche del XX secolo con le forme tradizionali di barocco e classicismo. La melodia, inoltre, gioca un ruolo fondamentale: crea tensione e rilassamento attraverso gli intervalli e le dissonanze, che richiamano un mondo arabeggiante. In questo modo viene ripresa una caratteristica peculiare della musica orientale che, in opposizione a quella occidentale, è governata dalla melodia e dal ritmo in assenza di armonia.
    La musica è fatta su misura per la chitarra, idiomatica. Le scelte tecniche dell’autore riflettono il suo desiderio di "Vedere la chitarra così com'è realmente: uno strumento forte, sonoro con una ricchezza di sfumature che non conosce eguali", sfruttando al meglio le sue capacità artistiche. Tra queste troviamo anche la proposta di un’accordatura nuova che permette l’ampliamento della sonorità, rifuggendo dai canoni classici, una possibilità che solo gli strumenti a corda possono avere.
    Domeniconi parlando del suo stile introduce un aspetto innovativo e personale: “Mi piace usare il principio orientale dei raga perché lo trovo
    molto naturale. Prima c'è il preludio come rappresentazione tonale, quindi viene presentato ciò che formerà il tema o il leitmotiv per noi e ciò che costituirà la sostanza del brano. Quindi il pezzo attraversa [varie] metamorfosi e giunge al termine.” Anche in quest’opera è possibile notare una sorta di cornice strutturale, o modello, entro cui i musicisti possono sperimentare uno spazio di espressione libera, facendo così emergere il carattere improvvisativo con cui la stessa è stata concepita.
    La suite Koyunbaba è un brano dalla spiccata spiritualità, con melodie molto cantabili che si susseguono senza grandi sconvolgimenti emotivi, creando un’onda ipnotica in cui l’ascoltatore si sente trasportato. L’atmosfera desiderata viene alla luce grazie ad un grande uso di arpeggi su corde a vuoto lasciate risuonare. Questo ripetersi insistente dà vita ad uno dei punti di riferimento che l’interprete deve rispettare: l’impressione di una pulsazione continua che viene spezzata dai vari spostamenti d’accento della linea melodica. Il moto ondeggiante e circolare della composizione viene ribadito e confermato anche nel finale, in cui le note che lentamente aprono il primo movimento vengono ripetute, accompagnandoci verso il silenzio.
    Registrato presso Imagina Production (TO, Italy).

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