Slowtalk - Carlo Levi e Roma, "L'Orologio"

Lo slowtalk fa parte di un ciclo di 10 incontri dal titolo “Roma in 10 romanzi”, un ciclo che è stato pensato come un viaggio nella città di Roma lungo due secoli tra Ottocento e Novecento, in cui ripercorro i cambiamenti urbanistici, socio-economici, culturali e di costume attraverso il racconto che ne è stato fatto da alcuni autori e i loro romanzi più significativi.
Partiremo dalla Roma del Grand Tour con le “Passeggiate romane” di Stendhal e degli stravolgimenti urbanistici di “Roma” di Emile Zolà per passare alla Roma fascista e poi occupata di grandi autori italiani fino al secondo dopoguerra di Pasolini e alla Dolce Vita di Sandro De Feo, in un cammino non solo letterario, ma anche storico e culturale.
1. Slowtalk "Stendhal, Passeggiate romane": • Slowtalk - Stendhal e ...
2. Slowtalk "Gabriele D'Annunzio, Il Piacere": • Slowtalk - Gabriele D'...
3. Slowtalk "Emile Zola, Roma": • Slowtalk - Emile Zola ...
4. Slowtalk "Luigi Pirandello, Il Fu Mattia Pascal": • Slowtalk - Luigi Piran...
5. Slowtalk "Alberto Moravia, Gli Indifferenti": • Slowtalk - Alberto Mor...
6. Slowtalk "Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana": • Slowtalk - Carlo Emili...
7. Slowtalk "Elsa Morante, La Storia": • Slowtalk - Elsa Morant...
8. Slowtalk "Carlo Levi, L'Orologio": • Slowtalk - Carlo Levi ...
9. Slowtalk "Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita": • Slowtalk - Pier Paolo ...
10. Slowtalk "Sandro De Feo, Gli Inganni e La Giudia": • Slowtalk - Sandro De F...
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[@lucianovalle7178]

Veramente grazie per questa bella, interessante e ampia conferenza, così anche ricca di immagini con testi da leggere e opere d'arte da ammirare.
Colgo l'occasione per aggiungere un aneddoto che, più che Carlo Levi pittore, riguarda colui che era stato ritratto: nel 1952 la CGIL e quel grand'uomo che fu Giuseppe Di Vittorio, commissionarono appunto a Levi un ritratto ma il primo realizzato, peraltro molto bello, fu rifiutato perché ritraeva Di Vittorio in camicia, anche pensieroso, con lo sguardo basso. Di Vittorio pretese di essere invece rappresentato in giacca e cravatta e con lo sguardo fiero, dritto negli occhi di chi osserva: Levi allora comprese e ne fece altri due, simili ma non uguali, entrambi aderenti alle indicazioni ricevute (uno si trova a Roma, presso la Sede centrale della CGIL, insieme a quello rifiutato, mentre l'altro è a Matera, presso il Museo Nazionale). Secondo me, Di Vittorio aveva ragione perché aveva chiesto un ritratto ufficiale e tutti vedendolo dovevano riconoscere il loro primo rappresentante: la sua dignità sarebbe stata anche la loro. Non credo proprio che Di Vittorio avrebbe rifiutato quel primo ritratto se l'avesse chiesto solo per sé, per le pareti di casa sua...