"Amuri Luntanu" - Rosa Balistreri (1973)

Поділитися
Вставка
  • Опубліковано 27 сер 2024
  • Musica dalla mia collezione.
    "Amuri Luntanu" - Rosa Balistreri (1973).
    Canzone partecipante al concorso "Un disco per l'estate 1973".
    Rosa Balistreri (Licata, 21 marzo 1927 - Palermo, 20 settembre 1990) è stata una cantautrice e cantastorie italiana.
    "La voce della Sicilia" questo è il nome dato da Rosa Balistreri alla sua prima opera discografica uscita nel 1967, ma senza dubbio è anche il soprannome che si è guadagnata la cantautrice siciliana nel corso degli anni, prima e dopo la sua scomparsa.
    Rosa Balistreri è stata una cantautrice siciliana che ha lottato in prima linea contro le mafie e a favore dell'emancipazione femminile in tutta Italia e in particolare nel Mezzogiorno. Una vita travagliata la sua, segnata dalle più svariate esperienze che senza dubbio hanno lasciato un'impronta caratteristica nella musica e nell'eredità culturale che Rosa ci ha lasciato. Il timbro di voce e la passione che la cantautrice siciliana metteva durante l'esecuzione dei brani risultano essere un tesoro di inestimabile valore per chi ama le tradizioni siciliane e vuole tramandarle. Al giorno d'oggi diversi artisti siciliani, fra cui spicca Carmen Consoli, cercano di conservare e tramandare questo tesoro reinterpretandone i brani.
    Nacque a Licata, da padre falegname e madre casalinga, nel 1927. Fin da giovane ebbe un timbro vocale forte e originale. Si sposò con Gioacchino Torregrossa: fu un matrimonio combinato e, quando Rosa scoprì che il marito aveva perso al gioco il corredo della figlia, lo aggredì con una lima. Credendo di averlo ucciso, andò a costituirsi dai carabinieri, scontando sei mesi di carcere.
    Scarcerata con la condizionale, iniziò a lavorare in vetreria per mantenere la figlia, facendo anche altri lavoretti. Lavorò anche per una famiglia benestante, che però la denunciò per furto: finì in carcere per altri sette mesi.
    Uscita, si trasferì a Palermo e qui il conte Testa le diede lavoro come custode/sagrestana nella chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti. Visse nel sottoscala con il fratello Vincenzo, ma purtroppo ricevette alcuee molestie da parte del prete.
    Partì dunque per Firenze con il fratello, dando il via a un periodo fatto di grandi gioie e grandi dolori. Lavorò come domestica, il fratello poté aprire una bottega da calzolaio, richiamò a sé le sorelle Mariannina e Maria: una rimase a Licata, l’altra, dopo un ennesimo litigio con il marito, prese i figli e raggiunse Rosa.
    Purtroppo il marito inseguì Maria, e trovatala, la uccise. Il padre per il dispiacere si impiccò. Rosa visse per 12 anni con il pittore Manfredi Lombardi, che la presentò ad artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo.
    Per circa 20 anni Rosa visse a Firenze, poi si trasferì a Palermo. Fu lasciata da Manfredi per una modella e per mantenere la figlia cantò per le feste dell’Unità e recitò nel Teatro Stabile di Catania. Nel 1966 e nel 1969 partecipò alle prime due edizioni dello spettacolo Ci ragiono e canto per la regia di Dario Fo.
    Nel 1974 partecipò assieme ad altri esponenti del folk, ad un’edizione di Canzonissima. Dal 1976 è stata accompagnata spesso da Mario Modestini, musicista e compositore, che ha scritto per la sua voce le musiche de La ballata del sale (1979), di Buela (1982) e di Ohi Bambulè (1987).
    Morì a 63 anni, presso l’ospedale palermitano Villa Sofia in seguito a un ictus cerebrale sopraggiunto durante una tournée in Calabria. È sepolta nel cimitero fiorentino di Trespiano.
    Di se stessa e della sua Arte disse: «Ho imparato a leggere a 32 anni. Dall’età di sedici anni vivo da sola. Ho fatto molti mestieri faticosi per dare da mangiare a mia figlia. Conosco il mondo e le sue ingiustizie meglio di qualunque laureato. E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po’ di pace terrena».
    Ecco a voi la Voce della Sicilia. Vi auguro un buon ascolto con "Amuri Luntanu".
    ---
    "AMURI LUNTANU"
    Amuri, amuri quantu si luntanu -
    cu ti lu conza lu lettu a la sira;
    cu ti lu conza nun lu sa cunzari, -
    malateddu ti levi la matina,
    cu ti lu conza ti lu conza mali, -
    malateddu ti levi la matina.
    Vuliva iri comu va la nigghia -
    ti viu lu cappeddu unni travagghia
    ti viu se ti bolli lassi e pigghia -
    o puramenti la fevri lu taglia
    no nun lu taglia no ca l’assutiglia -
    comu ferru filatu a la tinaglia
    Giuvanutteddu quantu si baggianu -
    comu l’appogi ssu pulitu pedi
    quann u nesci ‘ppi Castelvetranu -
    tutti li donni fa vutari arreri
    quannu nesci ‘ppi Castelvetranu -
    tutti li donni fa vutari arreri.
    Amuri, amuri quantu si luntanu -
    cu ti lu conza lu lettu a la sira,
    cu ti lu conza lu lettu a la sira

КОМЕНТАРІ •