Bellissime riflessioni, mi hanno fatto pensare molto. Vi chiederei però di spendere due parole per la presentazione dei vostri ospiti, anche solo in descrizione. A volte può essere estremamente utile per comprendere meglio il punto di vista che si ascolta, e contestualizzarlo.
Io, da studentessa delle superiori, non ho sentito la mancanza della scuola, ho avuto un'estate abbastanza piena quindi forse per questo il pensiero non è passato. Sicuramente a tutti noi mancherà una volta finita, una cosa naturale, avremmo nostalgia pure di quelle ansie da pre interrogazione o verifica, tanti bei ricordi, ma ugualmente credo non vorremmo tornarci.
Per un po’ l’ho pensata come te, poi, essendo io all’università, mi sono resa conto di quanto manchi e quanto siano produttivi l’interazione e il confronto (anche se ripeto, l’università è un percorso diverso e con altre esigenze). Comunque capisco il tuo punto di vista anche dal liceo, ma ho amici che hanno dovuto fare l’ultimo anno di liceo in una stanza condivisa con uno o anche due fratelli a lezione online, con un casino di rumori e voci che si confondevano, le cuffie che non bastavano ad eliminare i suoni degli altri. Quindi... Sì, il nostro punto di vista è comprensibile, ma la pensiamo così perché fondamentalmente siamo privilegiate!
Secondo me la didattica a distanza servirebbe a molti che per motivi lavorativi, di salute ecc..non può partecipare alle lezioni frontali, può essere un aiuto per diminuire l'inquinamento, rendere le classi meno caotiche nelle università. Sarebbe bello se si offrisse maggiormente questa possibilità per gli studenti di oggi
Bella intervista. Solo che per quanto riguarda la DAD si è analizzato il tema solo dal punto di vista dell'insegnante, ma dal punto dello studente? Forse la didattica funzione da una parte ma non funziona dall'altra, in quanto la scuola è anche un percorso di crescita e di relazione, che a casa, da soli, non trovi.
Bella Intervista, con buoni spunti di riflessione, ma non ho ben capito quale sia il ruolo di Giulia Tosoni. Offre assistenza sia a ragazzi, sia a corpo docente giusto? La sua figura professionale sarebbe? Se è comunale è presente in ogni amministrazione d'Italia questo suo ruolo?
Però, voglio dire, gli insegnanti non devono essere né psicologi, né confidenti né tantomeno amici dei loro studenti. Devono solo impegnarsi a trasmettere conoscenze nel migliore dei modi. L'unica psicologia che devono conoscere è quella dell'Apprendimento.
Assolutamente d'accordo sul fatto che non debbano essere amici né confidenti ma econdo me servirebbe più psicologia per gli insegnanti di oggi, a livello ideale. Nel pratico essendo un lavoro che porta con sé un bagaglio di conoscenze non indifferente e tantissime parti diverse del lavoro che raramente vengono riconosciute si potrebbe pensare di mettere invece un'altra figura all'interno del sistema classe,uno psicologo che segua l'intero gruppo ad esempio.. purtoppo ho avuto esperienze di vari professori che data l'evidente mancanza di studio in quell'ambito non riconoscevano attacchi di panico, esaurimenti,anoressia,bulimia,atti di gravissimo bullismo eccetera, anche quando evidenti e in alcuni casi causati proprio da loro per primi. Riconosco la grossa difficoltà di una cosa del genere ma sono dell'opinione che se si vuole condiderare,come dicono, la scuola un ambiente protetto che ti aiuta a crescere, allora dovremmo metterci veramente persone che curano l'evoluzione dei ragazzi e che non si preoccupino solamente di "finire il programma". Forse non ho capito bene il suo commento,nel caso mi scuso
@@luciadelaiti7805 Infatti tutte le scuole dovrebbero avere uno psicologo di gruppo obbligatoriamente. I professori facciano corsi di Psicologia dell'apprendimento. Questo volevo dire infatti. Proprio perché il tempo è limitato, la vita è breve e non si può sapere tutto, è giusto che le competenze vengano applicate il più possibile. Altrimenti il progresso ed il miglioramento della qualità della vita rimangono solo vane parole.
Vogliamo il ritorno di “parlarne tra amiche”
Bellissime riflessioni, mi hanno fatto pensare molto. Vi chiederei però di spendere due parole per la presentazione dei vostri ospiti, anche solo in descrizione. A volte può essere estremamente utile per comprendere meglio il punto di vista che si ascolta, e contestualizzarlo.
Io, da studentessa delle superiori, non ho sentito la mancanza della scuola, ho avuto un'estate abbastanza piena quindi forse per questo il pensiero non è passato.
Sicuramente a tutti noi mancherà una volta finita, una cosa naturale, avremmo nostalgia pure di quelle ansie da pre interrogazione o verifica, tanti bei ricordi, ma ugualmente credo non vorremmo tornarci.
Per un po’ l’ho pensata come te, poi, essendo io all’università, mi sono resa conto di quanto manchi e quanto siano produttivi l’interazione e il confronto (anche se ripeto, l’università è un percorso diverso e con altre esigenze). Comunque capisco il tuo punto di vista anche dal liceo, ma ho amici che hanno dovuto fare l’ultimo anno di liceo in una stanza condivisa con uno o anche due fratelli a lezione online, con un casino di rumori e voci che si confondevano, le cuffie che non bastavano ad eliminare i suoni degli altri. Quindi... Sì, il nostro punto di vista è comprensibile, ma la pensiamo così perché fondamentalmente siamo privilegiate!
Secondo me la didattica a distanza servirebbe a molti che per motivi lavorativi, di salute ecc..non può partecipare alle lezioni frontali, può essere un aiuto per diminuire l'inquinamento, rendere le classi meno caotiche nelle università.
Sarebbe bello se si offrisse maggiormente questa possibilità per gli studenti di oggi
Intervista molto interessante. Molti spunti di riflessione e una certezza: riportatemi indietro nel tempo e datemi un’insegnante come Giulia Tosoni!
Il cuscino di Michela Giraud dietro, dà tutt'un altra atmosfera
Quanto mi sono mancati i video di Venti ❤️❤️
che bello! super interessante! vogliamo più spesso gli altri componenti di venti🥺☀️
Bella intervista. Solo che per quanto riguarda la DAD si è analizzato il tema solo dal punto di vista dell'insegnante, ma dal punto dello studente? Forse la didattica funzione da una parte ma non funziona dall'altra, in quanto la scuola è anche un percorso di crescita e di relazione, che a casa, da soli, non trovi.
Molto dettagliate tutte le spiegazioni . Domande profonde Fred, ciao e a presto
Fred quando ci sarà un altro tuo video?
Adoro questo canale 🤩
ho appena iniziato il video, ma chi è quella nel cuscino a forma di cuore??? ora continuo, vvb siete fantastic*
Michela Giraud
@@matildecreta7098 oddiooo non l'avevo riconosciuta, grazie!
Bella Intervista, con buoni spunti di riflessione, ma non ho ben capito quale sia il ruolo di Giulia Tosoni. Offre assistenza sia a ragazzi, sia a corpo docente giusto? La sua figura professionale sarebbe? Se è comunale è presente in ogni amministrazione d'Italia questo suo ruolo?
❤
Ciao Sofia ☺
Sono una prof.ssa di Lettere su UA-cam. Mi piacerebbe dessi un occhio al mio progetto 😊
Ma la frase fatta l'italia bisogna fare gli italiani non è di Massimo D'Azeglio?
Però, voglio dire, gli insegnanti non devono essere né psicologi, né confidenti né tantomeno amici dei loro studenti.
Devono solo impegnarsi a trasmettere conoscenze nel migliore dei modi.
L'unica psicologia che devono conoscere è quella dell'Apprendimento.
Assolutamente d'accordo sul fatto che non debbano essere amici né confidenti ma econdo me servirebbe più psicologia per gli insegnanti di oggi, a livello ideale. Nel pratico essendo un lavoro che porta con sé un bagaglio di conoscenze non indifferente e tantissime parti diverse del lavoro che raramente vengono riconosciute si potrebbe pensare di mettere invece un'altra figura all'interno del sistema classe,uno psicologo che segua l'intero gruppo ad esempio.. purtoppo ho avuto esperienze di vari professori che data l'evidente mancanza di studio in quell'ambito non riconoscevano attacchi di panico, esaurimenti,anoressia,bulimia,atti di gravissimo bullismo eccetera, anche quando evidenti e in alcuni casi causati proprio da loro per primi. Riconosco la grossa difficoltà di una cosa del genere ma sono dell'opinione che se si vuole condiderare,come dicono, la scuola un ambiente protetto che ti aiuta a crescere, allora dovremmo metterci veramente persone che curano l'evoluzione dei ragazzi e che non si preoccupino solamente di "finire il programma". Forse non ho capito bene il suo commento,nel caso mi scuso
@@luciadelaiti7805 Infatti tutte le scuole dovrebbero avere uno psicologo di gruppo obbligatoriamente. I professori facciano corsi di Psicologia dell'apprendimento. Questo volevo dire infatti. Proprio perché il tempo è limitato, la vita è breve e non si può sapere tutto, è giusto che le competenze vengano applicate il più possibile. Altrimenti il progresso ed il miglioramento della qualità della vita rimangono solo vane parole.
Intervista molto interessante. Mi permetto anche di suggerirvi questa analisi di Man Sin: ua-cam.com/video/nn60lL75Zyc/v-deo.html
ciao a tutti