Ti ho scoperto per caso (ringrazio l'algoritmo) e ho visto il tuo video ad una settimana dal loro concerto all'Audotorium Parco della Musica a Roma, bellissimo e coinvolgente, due ore di grande spettacolo dove hanno suonato anche nuove canzoni oltre al meglio dei primi due dischi. Mi trovo molto d'accordo con la tua recensione; in particolare quando parli del mix, posso dire che ho avvertito sin dal primo ascolto il bisogno incessante di alzare il livello degli "alti". Inoltre restavo in continua attesa del pezzo "tirato" (memore del groove che sfoggiavano nel primo disco brani come You Will Never Work in Television Again o We don't Konw What Tomorow Brings) che, se si fa eccezione per Read the Room e, almeno per la prima parte, Under our Pillows, soprattutto nella seconda metà del disco non arrivava mai. Insomma al primo impatto la sensazione è stata direi di sorpresa, di "non me l'aspettavo"; ma d'altronde trenta e più anni di Radiohead mi avevano abituato a svolte continue in ogni nuovo disco della band di Yorke, se si fa eccezione per la doppietta Kid A - Amnesiac (non a caso nati dalle stesse sessioni di registrazione). Mi ci sono voluti diversi ascolti prima di farmelo amare, ma adesso è entrato a far parte della top-fifty dei miei "Desert Island Disk"s
Eh sì, tutti i miei amici che li hanno visti live mi garantiscono che i loro concerti sono fantastici. Io ho visto solo i Radiohead, nel tour di Kid A, che sono stati fenomenali, e considerando il livello degli Smile non stento a crederlo... forse dal vivo hanno quella tensione e quel tiro che nel nuovo disco mi pare mancasse. Sai che comunque quel tipo di mix lo riscontro in molte nuove produzioni? Temo stiano il facendo il contrario degli anni '90, in cui c'era la loudness war. Oggi i musicisti hanno paura che tutti i vari dispositivi bluetooth con i loro compressori incorporati "pompino" troppo le tracce in riproduzione quindi si tengono molto morbidi nei mix, col rischio di creare un sound un po' spento. Sarebbe da fare un'indagine su questa cosa. I dispositivi di riproduzione influenzano il modo in cui viene mixata la musica, purtroppo :( Grazie per il tuo racconto, e piacere di conoscerti 🙂
@@beautifullosersrecords in effetti lo avevo notato e anch'io avevo pensato che questa tendenza a produzioni dai toni "morbidi" fosse finalizzata ad impedire che i vari auricolari per cellulari sparassero nelle orecchie una quantità sproposita di db nella banda 1-10khz. Così però c'è il rovescio della medaglia quando uno come me vuole ascoltare i nuovi dischi su un impianto stereo degli anni 80 😱 costringendomi a tenere la manopolina del. "treble" sempre al massimo o quasi
La tua attività di divulgazione musicale la apprezzo tantissimo. Si esce in continuazione dal serbatoio dell'ovvio esplorando nuove idee, sensazioni e percezioni. E' sempre interessante esplorare un terreno sonoro di un "altrove" aperto ad ogni possibile interpretazione sonora, che spetta a noi immaginare. Il disco lo ascolterò per poterlo valutare. Buona serata
Adoro il tuo modo di esporre, rimango in ascolto estasiata dalla tua meravigliosa interpretazione! Fanne un altro per favore, magari analizzando i vari aspetti esoterici...di questa trasformazione ❤ Grazie
Buonasera,secondo la mia modestissima opinione ,prima i Radiohead ed ora i The Smile ,aprono nuove sonorità al caro vecchio rock ,con influenze prese da molti generi musicali .
Ohibò! Manco sapevo di questa avventura di Thom Yorke. Prima di guardarti me li sono gustati in un primo ascolto. E ti devo confessare che evidentemente ho un problema con il Yorke perché, tranne qualche esplosiva eccezione, la sua musica, quella con i Radiohead e questa degli Smile, mi incuriosisce, mi affascina ma non mi tocca l'anima. C'è sempre qualcosa di scostante, nonostante... vabbé mi hai capito. E credo d'aver capito che sia un'opinione condivisa.
Si in effetti è un side project da appassionati, non raggiunge un grossissimo pubblico. Anche a me non è musica che arriva in profondità, peccato perché invece Kid A e In Rainbows dei Radiohead sono due dischi che trovo di un lirismo pazzesco. Neanche quelli ti piacciono?
E' proprio dal 2000 in poi che ho cominciato sentire un certo distacco, meno coinvolgimento. Forse è stata colpa di Fatboy Slim e dei Montefiori Cocktails.@@beautifullosersrecords
Ottima analisi, complimenti! Molto d'accordo sull'idea del jazz (comunque Skinner viene da quel mondo). Non molto d'accordo sulla questione della musica "intellettuale". Secondo me si tratta soltanto di musicisti di uno spessore enorme, rari nella dimensione "popular". Bisogna anche pensare che il progetto The Smile è solo la parte più accessibile del lavoro singolo di ognuno dei componenti. Ovviamente il gusto è soggettivo ma sfido chiunque ad ascoltarli dal vivo e dire che non hanno anima!
Grazie mille! Senz’altro hai ragione, sono sei fuoriclasse. In effetti tutti quelli che lo hanno visti dal vivo mi raccontano di quanto splendido e coinvolgente é il loro live. Come dici la mia é un’impressione, una sensazione soggettiva, sono pronto a ricredermi e attendo sempre con piacere i loro dischi 🙂
@@beautifullosersrecords confermo. Visti la settimana scorsa a Roma e dico solo che a metà concerto la gente sul parterre saltava. Tra l'altro cavea dell' Auditorium piena, due serate consecutive entrambe sold out. Vorrei aggiungere una cosa: vedendoli dal vivo sono riuscito a cogliere meglio l'immane lavoro di Tom Skinner anche sui pezzi più "morbidi" del secondo disco, dove ad un primo distratto ascolto mi era sembrato molto più sotto tono rispetto ai groove del primo lavoro. E invece proprio su quei pezzi che tutto il tappeto ritmico giocato sulle Ghost notes rivela la maestria di questo grande batterista. In quasi tutto il concerto il mio sguardo è stato rapito dal movimento delle bacchette di Skinner. Altra sorpresa è stata la vena ironica di Yorke, personaggio da sempre considerato schivo e crepuscolare.
Sì, è tutto molto mentale, non sembra sia connesso con l’anima. Però devo dire che in questi giorni ascoltandolo è come se abbiamo intravisto qualcosa, un cuore vivo, cose se Yorke ci dicesse di cercare l’anima, al di là della forma (più oltre). Se fosse davvero così, è un lavoro con una intenzione estremamente profonda e commovente Oppure si è solo perso nelle astrazioni musicali.
Bella recensione. Credo però che progetti come The Smile o come Atoms for peace siano in realtà figli di The Eraser, l’album solista di Thom, più che dei Radiohead. Una sorta di laboratorio sperimentale che solo successivamente va ad influire sul lavoro dei Radiohead, e non viceversa.
É un’idea molto interessante. Su The Eraser la condivido. Gli Smile invece mi sembrano riprendere davvero tanto A Moon Shaped Pool, senza andare troppo oltre. Mi sembra che il modo di suonare/comporre di Thom e Johnny sia ormai cristallizzato, ed entrambi esplorano cose nuove soprattutto nei rispettivi lavori solisti. Ma credo che per tirare le somme dovremo aspettare un nuovo disco dei Radiohead 🙂
@@beautifullosersrecords ...ma arriverà? Perché oramai sono passati 8 anni dall'ultimo, e mi sembra che i cinque siano tutti impegnati in progetti diversi, da dischi solisti a colonne sonore ai The Smile, avranno mai il tempo per tornare in studio e partorire una nuova opera?
Senz’altro escono molti ottimi dischi con chitarre e batteria vera. Ma il 90% di questi sono revival di quello che il rock è già stato, aggiornato alle moderne tecniche di produzione, e hanno un pubblico di cinquantenni o, nel caso delle produzioni più interessanti tipo questa, di ultra-nicchia. Quindi il rock sembra aver perso molta della sua portata innovativa e generazionale, che fino a metà anni 90 ancora aveva. Come dico nel video é diventato un genere da intenditori, come il jazz. Anch’io ci sento i Beatles, infatti nel video cito A Day In The Life. Il riferimento che fai ai Beatles mi sembra la dimostrazione di tutto quello che ho scritto. Questo non toglie che sia un disco di cui musicalmente non si possa parlar male, cosa che ribadisco più volte, o che il rock rimanga la musica che preferisco ascoltare 🙂 Questa ovviamente è solo la mia opinione
Bisogna forse ascoltarlo più volte, perché anche io al primo ascolto, non sapevo cosa provare, e a dire il vero tendevo pure a distrarmi, cosa insolita con quello che fa Thom Yorke. Il rock ormai è una categoria concettuale, più che l'effettivo voler far ballare. Ecco, come dici alla fine, oggi è nella stessa condizione del jazz. Un genere codificato, che è più intellettuale che sociale. A me non dispiacciono le cose intellettuali, lo sai, però questo ho fatto davvero fatica a finirlo. Sarà il mix "respingente", ma non vedevo l'ora che finisse...
Siamo sulla stessa linea d’onda. É un giudizio totalmente soggettivo eh, perché sono convinto che sia un disco che merita solo rispetto, ma per quanto mi riguarda dopo averlo ascoltato quattro-cinque volte per fare il video non mi è più venuta voglia di risentirlo. Nessun pezzo mi ha lasciato gran che, tranne Friend of a Friend che ha davvero una bella melodia, e il suono mi pare proprio spento 😕
Io mi ci sono perso dentro… sicuramente dopo diversi ascolti. Tutto il lavoro sulle armonie e sui tempi è notevole. E ho amato la regia che fa fluttuare, comparire e scomparire, i temi
Capisco, é senz’altro un disco meritevole che può dare tanto. Fluttuare rende bene l’esperienza di ascolto. Il mio giudizio finale è tutto soggettivo 🙂
Dai, non avevo nemmeno idea dell'esistenza di questo nuovo gruppo di Tom Yorke, per il momento ho ascoltato solo il pezzo che dà il titolo all'album (il cui video in effetti è tutto grigio come dici), ma è successa una cosa curiosa: mentre lo descrivevi non so come mai, forse per le atmosfere descritte, mi è venuto in mente un album che si chiama Slow Roar che incontrai per caso qui su you tube, di un artista americano ma la cui carriera musicale si è sviluppata in Islanda, e difatti quando ho ascoltato Wall of eyes ho sentito le medesime sensazioni che mi aveva provocato Slow Roar. Sentimentale e malinconico, rarefatto, nostalgico, nordico ... Non saprei però se definirlo rock, forse no forse sì, boh...
In effetti hanno mantenuto un profilo piuttosto basso, mai rilasciata un’intervista, poche foto, come se volessero tornare un po’ nella nicchia 🙂 sai che non conosco quest’artista di cui parli, chi è? Mi linki il disco? O basta il nome…
Si, Low Roar, hanno avuto diversa pubblicità qualche anno fa perché lo sviluppatore di videogiochi giapponese Hideo Kojima ha utilizzato diversi brani di questa band per il suo videogame Death Standing del 2019. Band molto interessante, ma credo si siano fermati dopo la morte del frontman Ryan Karazija.
@@unkkkle non lo sapevo del videogioco, a me l'ha proposto l'algoritmo di UA-cam. Non li consideravo nemmeno una band vera e propria, ma solo il nome del suo progetto anche se naturalmente suonava con dei musicisti. Purtroppo lui è morto come dici, mi pare di complicazioni per un' influenza, assurdo, era anche piuttosto giovane. Ricordo che ci sono rimasta malissimo perché mi ero dimenticato il nome e ho ricercato dopo tempo mettendo delle parole chiave e quando l'ho ritrovato era mancato da poco e c'erano dei video e dei commenti di saluto. Peccato, mi è spiaciuto tantissimo.
Da inesperto di musica ho questo pensiero: il rock semplicemente non è il linguaggio principale di questa epoca, non è più lo strumento attraverso il quale i giovani comunicano rabbia o ribellione
Assolutamente 👌🏻 in anni recenti credo il computer sia stato per i giovani musicisti quello che la chitarra era stata per i punk. Beat, samples, voci. Il rock ha continuato a viaggiare per un suo altro binario, dando vita anche a cose raffinatissime, ma concordo, non è il suono del nostro tempo
Ti ho scoperto per caso (ringrazio l'algoritmo) e ho visto il tuo video ad una settimana dal loro concerto all'Audotorium Parco della Musica a Roma, bellissimo e coinvolgente, due ore di grande spettacolo dove hanno suonato anche nuove canzoni oltre al meglio dei primi due dischi. Mi trovo molto d'accordo con la tua recensione; in particolare quando parli del mix, posso dire che ho avvertito sin dal primo ascolto il bisogno incessante di alzare il livello degli "alti". Inoltre restavo in continua attesa del pezzo "tirato" (memore del groove che sfoggiavano nel primo disco brani come You Will Never Work in Television Again o We don't Konw What Tomorow Brings) che, se si fa eccezione per Read the Room e, almeno per la prima parte, Under our Pillows, soprattutto nella seconda metà del disco non arrivava mai. Insomma al primo impatto la sensazione è stata direi di sorpresa, di "non me l'aspettavo"; ma d'altronde trenta e più anni di Radiohead mi avevano abituato a svolte continue in ogni nuovo disco della band di Yorke, se si fa eccezione per la doppietta Kid A - Amnesiac (non a caso nati dalle stesse sessioni di registrazione). Mi ci sono voluti diversi ascolti prima di farmelo amare, ma adesso è entrato a far parte della top-fifty dei miei "Desert Island Disk"s
Eh sì, tutti i miei amici che li hanno visti live mi garantiscono che i loro concerti sono fantastici. Io ho visto solo i Radiohead, nel tour di Kid A, che sono stati fenomenali, e considerando il livello degli Smile non stento a crederlo... forse dal vivo hanno quella tensione e quel tiro che nel nuovo disco mi pare mancasse. Sai che comunque quel tipo di mix lo riscontro in molte nuove produzioni? Temo stiano il facendo il contrario degli anni '90, in cui c'era la loudness war. Oggi i musicisti hanno paura che tutti i vari dispositivi bluetooth con i loro compressori incorporati "pompino" troppo le tracce in riproduzione quindi si tengono molto morbidi nei mix, col rischio di creare un sound un po' spento. Sarebbe da fare un'indagine su questa cosa. I dispositivi di riproduzione influenzano il modo in cui viene mixata la musica, purtroppo :( Grazie per il tuo racconto, e piacere di conoscerti 🙂
@@beautifullosersrecords in effetti lo avevo notato e anch'io avevo pensato che questa tendenza a produzioni dai toni "morbidi" fosse finalizzata ad impedire che i vari auricolari per cellulari sparassero nelle orecchie una quantità sproposita di db nella banda 1-10khz. Così però c'è il rovescio della medaglia quando uno come me vuole ascoltare i nuovi dischi su un impianto stereo degli anni 80 😱 costringendomi a tenere la manopolina del. "treble" sempre al massimo o quasi
La tua attività di divulgazione musicale la apprezzo tantissimo.
Si esce in continuazione dal serbatoio dell'ovvio esplorando nuove idee, sensazioni e percezioni.
E' sempre interessante esplorare un terreno sonoro di un "altrove" aperto ad ogni possibile interpretazione sonora, che spetta a noi immaginare.
Il disco lo ascolterò per poterlo valutare.
Buona serata
Ti ringrazio per queste bellissime parole, sono felice di poter condividere queste riflessioni 🙂
Adoro il tuo modo di esporre, rimango in ascolto estasiata dalla tua meravigliosa interpretazione! Fanne un altro per favore, magari analizzando i vari aspetti esoterici...di questa trasformazione ❤ Grazie
Grazie mille! Sono felice i miei video ti piacciano ☺️ fammi capire meglio, gli aspetti esoterici di quale trasformazione?
Il primo album aveva quella scossa...che manca al secondo. Vediamo dopo qualche altro ascolto, grazie per la recensione molto apprezzata.
Si, il primo album aveva dei pezzi più diretti, anche se forse era meno coeso. Grazie a te per il feedback 🙂
Buonasera,secondo la mia modestissima opinione ,prima i Radiohead ed ora i The Smile ,aprono nuove sonorità al caro vecchio rock ,con influenze prese da molti generi musicali .
Senza dubbio, credo di averlo detto anch’io nel video ☺️
I scuso con lei seguendo la sua riflessione ho dimenticato alcune parti grazie
@@giuseppecle9387 grazie a lei per aver condiviso la sua opinione :-)
Ohibò! Manco sapevo di questa avventura di Thom Yorke. Prima di guardarti me li sono gustati in un primo ascolto. E ti devo confessare che evidentemente ho un problema con il Yorke perché, tranne qualche esplosiva eccezione, la sua musica, quella con i Radiohead e questa degli Smile, mi incuriosisce, mi affascina ma non mi tocca l'anima. C'è sempre qualcosa di scostante, nonostante... vabbé mi hai capito. E credo d'aver capito che sia un'opinione condivisa.
Si in effetti è un side project da appassionati, non raggiunge un grossissimo pubblico. Anche a me non è musica che arriva in profondità, peccato perché invece Kid A e In Rainbows dei Radiohead sono due dischi che trovo di un lirismo pazzesco. Neanche quelli ti piacciono?
E' proprio dal 2000 in poi che ho cominciato sentire un certo distacco, meno coinvolgimento. Forse è stata colpa di Fatboy Slim e dei Montefiori Cocktails.@@beautifullosersrecords
Ottima analisi, complimenti!
Molto d'accordo sull'idea del jazz (comunque Skinner viene da quel mondo).
Non molto d'accordo sulla questione della musica "intellettuale". Secondo me si tratta soltanto di musicisti di uno spessore enorme, rari nella dimensione "popular". Bisogna anche pensare che il progetto The Smile è solo la parte più accessibile del lavoro singolo di ognuno dei componenti. Ovviamente il gusto è soggettivo ma sfido chiunque ad ascoltarli dal vivo e dire che non hanno anima!
Grazie mille! Senz’altro hai ragione, sono sei fuoriclasse. In effetti tutti quelli che lo hanno visti dal vivo mi raccontano di quanto splendido e coinvolgente é il loro live. Come dici la mia é un’impressione, una sensazione soggettiva, sono pronto a ricredermi e attendo sempre con piacere i loro dischi 🙂
@@beautifullosersrecords confermo. Visti la settimana scorsa a Roma e dico solo che a metà concerto la gente sul parterre saltava. Tra l'altro cavea dell' Auditorium piena, due serate consecutive entrambe sold out.
Vorrei aggiungere una cosa: vedendoli dal vivo sono riuscito a cogliere meglio l'immane lavoro di Tom Skinner anche sui pezzi più "morbidi" del secondo disco, dove ad un primo distratto ascolto mi era sembrato molto più sotto tono rispetto ai groove del primo lavoro. E invece proprio su quei pezzi che tutto il tappeto ritmico giocato sulle Ghost notes rivela la maestria di questo grande batterista. In quasi tutto il concerto il mio sguardo è stato rapito dal movimento delle bacchette di Skinner. Altra sorpresa è stata la vena ironica di Yorke, personaggio da sempre considerato schivo e crepuscolare.
Sì, è tutto molto mentale, non sembra sia connesso con l’anima. Però devo dire che in questi giorni ascoltandolo è come se abbiamo intravisto qualcosa, un cuore vivo, cose se Yorke ci dicesse di cercare l’anima, al di là della forma (più oltre). Se fosse davvero così, è un lavoro con una intenzione estremamente profonda e commovente Oppure si è solo perso nelle astrazioni musicali.
Beh, che dire la tua lettura è molto bella. É da diverse settimane che non lo ascolto poi. Quando lo riascolto me la tengo a mente 🙂 Grazie 🙏🏻
Bella recensione.
Credo però che progetti come The Smile o come Atoms for peace siano in realtà figli di The Eraser, l’album solista di Thom, più che dei Radiohead.
Una sorta di laboratorio sperimentale che solo successivamente va ad influire sul lavoro dei Radiohead, e non viceversa.
É un’idea molto interessante. Su The Eraser la condivido. Gli Smile invece mi sembrano riprendere davvero tanto A Moon Shaped Pool, senza andare troppo oltre. Mi sembra che il modo di suonare/comporre di Thom e Johnny sia ormai cristallizzato, ed entrambi esplorano cose nuove soprattutto nei rispettivi lavori solisti. Ma credo che per tirare le somme dovremo aspettare un nuovo disco dei Radiohead 🙂
@@beautifullosersrecords ...ma arriverà? Perché oramai sono passati 8 anni dall'ultimo, e mi sembra che i cinque siano tutti impegnati in progetti diversi, da dischi solisti a colonne sonore ai The Smile, avranno mai il tempo per tornare in studio e partorire una nuova opera?
Questo disco è una meraviglia..ci sento anche i Beatles.. questa cosa del rock morto ormai si sente dal 1990! Saluti
Senz’altro escono molti ottimi dischi con chitarre e batteria vera. Ma il 90% di questi sono revival di quello che il rock è già stato, aggiornato alle moderne tecniche di produzione, e hanno un pubblico di cinquantenni o, nel caso delle produzioni più interessanti tipo questa, di ultra-nicchia. Quindi il rock sembra aver perso molta della sua portata innovativa e generazionale, che fino a metà anni 90 ancora aveva. Come dico nel video é diventato un genere da intenditori, come il jazz. Anch’io ci sento i Beatles, infatti nel video cito A Day In The Life. Il riferimento che fai ai Beatles mi sembra la dimostrazione di tutto quello che ho scritto. Questo non toglie che sia un disco di cui musicalmente non si possa parlar male, cosa che ribadisco più volte, o che il rock rimanga la musica che preferisco ascoltare 🙂 Questa ovviamente è solo la mia opinione
Bisogna forse ascoltarlo più volte, perché anche io al primo ascolto, non sapevo cosa provare, e a dire il vero tendevo pure a distrarmi, cosa insolita con quello che fa Thom Yorke. Il rock ormai è una categoria concettuale, più che l'effettivo voler far ballare. Ecco, come dici alla fine, oggi è nella stessa condizione del jazz. Un genere codificato, che è più intellettuale che sociale. A me non dispiacciono le cose intellettuali, lo sai, però questo ho fatto davvero fatica a finirlo. Sarà il mix "respingente", ma non vedevo l'ora che finisse...
Siamo sulla stessa linea d’onda. É un giudizio totalmente soggettivo eh, perché sono convinto che sia un disco che merita solo rispetto, ma per quanto mi riguarda dopo averlo ascoltato quattro-cinque volte per fare il video non mi è più venuta voglia di risentirlo. Nessun pezzo mi ha lasciato gran che, tranne Friend of a Friend che ha davvero una bella melodia, e il suono mi pare proprio spento 😕
Io mi ci sono perso dentro… sicuramente dopo diversi ascolti.
Tutto il lavoro sulle armonie e sui tempi è notevole.
E ho amato la regia che fa fluttuare, comparire e scomparire, i temi
Capisco, é senz’altro un disco meritevole che può dare tanto. Fluttuare rende bene l’esperienza di ascolto. Il mio giudizio finale è tutto soggettivo 🙂
Dai, non avevo nemmeno idea dell'esistenza di questo nuovo gruppo di Tom Yorke, per il momento ho ascoltato solo il pezzo che dà il titolo all'album (il cui video in effetti è tutto grigio come dici), ma è successa una cosa curiosa: mentre lo descrivevi non so come mai, forse per le atmosfere descritte, mi è venuto in mente un album che si chiama Slow Roar che incontrai per caso qui su you tube, di un artista americano ma la cui carriera musicale si è sviluppata in Islanda, e difatti quando ho ascoltato Wall of eyes ho sentito le medesime sensazioni che mi aveva provocato Slow Roar. Sentimentale e malinconico, rarefatto, nostalgico, nordico ... Non saprei però se definirlo rock, forse no forse sì, boh...
In effetti hanno mantenuto un profilo piuttosto basso, mai rilasciata un’intervista, poche foto, come se volessero tornare un po’ nella nicchia 🙂 sai che non conosco quest’artista di cui parli, chi è? Mi linki il disco? O basta il nome…
ua-cam.com/video/VNv91s6zPT0/v-deo.html
si chiama Low Roar, mi ero sbagliata ...
Si, Low Roar, hanno avuto diversa pubblicità qualche anno fa perché lo sviluppatore di videogiochi giapponese Hideo Kojima ha utilizzato diversi brani di questa band per il suo videogame Death Standing del 2019. Band molto interessante, ma credo si siano fermati dopo la morte del frontman Ryan Karazija.
@@unkkkle non lo sapevo del videogioco, a me l'ha proposto l'algoritmo di UA-cam. Non li consideravo nemmeno una band vera e propria, ma solo il nome del suo progetto anche se naturalmente suonava con dei musicisti. Purtroppo lui è morto come dici, mi pare di complicazioni per un' influenza, assurdo, era anche piuttosto giovane. Ricordo che ci sono rimasta malissimo perché mi ero dimenticato il nome e ho ricercato dopo tempo mettendo delle parole chiave e quando l'ho ritrovato era mancato da poco e c'erano dei video e dei commenti di saluto. Peccato, mi è spiaciuto tantissimo.
Teleharmonic pezzone, se ti piace Reckoner
Teleharmonic é bella ma niente, non riesco a innamorarmi di questi ultimi dischi… mi pareva che in KidA o In Rainbows ci fosse una poesia diversa
Da inesperto di musica ho questo pensiero: il rock semplicemente non è il linguaggio principale di questa epoca, non è più lo strumento attraverso il quale i giovani comunicano rabbia o ribellione
Assolutamente 👌🏻 in anni recenti credo il computer sia stato per i giovani musicisti quello che la chitarra era stata per i punk. Beat, samples, voci. Il rock ha continuato a viaggiare per un suo altro binario, dando vita anche a cose raffinatissime, ma concordo, non è il suono del nostro tempo