Perché il Natale può essere insopportabile, con Arianna Cavallo

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  • Опубліковано 12 січ 2025

КОМЕНТАРІ • 8

  • @Lavatore
    @Lavatore 20 днів тому +3

    Grande giornalismo d'inchiesta!

  • @comevivereadimpatto0102
    @comevivereadimpatto0102 21 день тому +3

    Quello che odio del natale è quello di passare delle feste forzate con parenti, giusto a malapena per il giorno di festa, e poi gli 364 giorni l'anno non ci si casa di striscio. E dulcis in fundo, essendo vegana dal 2018 mi sono rotta di partecipare a feste e sentirmi sempre le solite ramanzine natalizie, e mentre io mi mangio le mie buonissime verdurine, gli altri si abbuffanno all'infinito di prodotti di origine animale con la scusante della "tradizione". Le tradizioni sono fatte anche per essere cambiate e non vedo perché abbuffarsi di cibo a natale come se non ci fosse un domani, per di più di prodotti da cui c'è stata l'uccisione e la sofferenza di esseri senzienti.
    Da quest'anno niente più ipocrisia: non c'è nessun obbligo a frequentare il natale con persone che non si desidera e niente più sofferenza e uccisioni di animali!!

  • @thefre13
    @thefre13 15 днів тому +1

    Il Natale, celebrato il 25 dicembre, è universalmente riconosciuto come la festa che ricorda la nascita di Gesù Cristo. Tuttavia, un'analisi storica e culturale rivela che questa data non è menzionata nei Vangeli e che la reale data di nascita di Gesù rimane sconosciuta. Fu nel IV secolo che la Chiesa cristiana scelse questa data, probabilmente per sovrapporsi al culto del Sol Invictus, una festività pagana dedicata al sole nascente, molto diffusa nell’Impero Romano. Con questa strategia, il cristianesimo cercava di rafforzare la propria influenza e sostituire le celebrazioni pagane con simboli della nuova fede.
    Dietro il significato spirituale della festa, che invita alla riflessione, alla pace e alla condivisione, si nasconde un’evoluzione che ha trasformato il Natale in un evento profondamente radicato nel consumismo. L'enfasi moderna si sposta sempre più verso il lato materiale: fare regali è diventato quasi un obbligo sociale, spesso svuotato del suo valore affettivo o simbolico, e spinto invece dalle logiche di mercato. Pubblicità martellanti, sconti e campagne promozionali iniziano già mesi prima, alimentando un clima di ansia e pressione.
    Questa trasformazione riflette l’egemonia del capitalismo, che ha reso il Natale non solo una festa religiosa, ma una macchina economica globale. Le tradizioni religiose si sono mescolate a pratiche laiche e commerciali: il presepe e la Messa di mezzanotte convivono con alberi decorati e interminabili liste di regali. Questa dinamica obbliga spesso le persone a partecipare a un rituale di acquisti, anche quando non lo desiderano, con la giustificazione implicita che "è tradizione".
    Così, il Natale odierno sembra dividersi tra il suo significato originario, intriso di spiritualità e rinascita, e la realtà di una festa che spesso accentua diseguaglianze economiche e stress personale. Forse, riscoprire il suo senso più profondo - che non riguarda il valore economico dei regali, ma il valore umano della condivisione - potrebbe essere il primo passo per celebrare un Natale più autentico. Inoltre non basta dare due euro al povero sotto casa per pulirsi la coscienza? Come si fa a fare festa mentre il resto del mondo muore di fame? È questo essere cristiani? Sono questi gli insegnamenti di Jesù?

  • @lorenzoferrazzi6312
    @lorenzoferrazzi6312 6 днів тому

    Pre avvento? Ho visto negozi che erano addobbati con le decorazioni di natale giorni prima che si festeggiasse Halloween. 😂

  • @FedericoCasanova-m8i
    @FedericoCasanova-m8i 21 день тому +3

    Grazie per non averci detto niente

  • @ElisaSaletti
    @ElisaSaletti 21 день тому

    Non mi piacciono né il panettone né il pandoro.