Bisogna smettere di scendere a compromessi, scendere dai piedistalli, dai sogni di gloria e prestigio sociale, smettere di sentire musica registrata, cancellarsi dai social, e tornare a vivere la vita, spensierati come gli altri esseri. Allora sì che si tornerà a suonare e ballare e stare piacevolmente assieme . Ognuno di noi nel suo piccolo deve fare il suo, per quanto sembri una briciola, dopo qualche tempo le cose saranno cambiate che manco a momenti ce ne saremo accorti. La forza siamo noi, agiamo dando l’esempio e soprattutto con molta pazienza e pacificamente. Vi auguro tante belle iniziative a tutti, diamoci da fare e riprendiamoci la vita che ci stanno togliendo, sereni e determinati. Daje!
E' un problema di almeno 20/30 anni, pure in spiaggia chiedono sempre le stesse canzoni (ricordo) soprattutto quando qualcuno "improvvisa" perché conoscono quella musica e altra non la identificano, ne "etichettano". Da musicista "strimpellaro" già da anni mi sono accorto che (è brutto da dire ma è la verità) il problema principale, soprattutto in Italia, è l'invidia! Invidia per chi è più bravo, così diventa accettabile la copia di qualcun altro basta che sia famoso (non conta se è bravo ma che sia famoso) ma non una cosa nuova che è da seguire e diventa interessante solo per un pubblico di nicchia, tecnici ecc... ed è anche una conseguenza ad un marketing massivo che ha lanciato totali nullità (non solo musicali) da un certo ambiente sino a far credere che non saper fare un caxxo ma essere famoso va benissimo anzi, meglio ancora, perché così chiunque non sapendo fare un caxxo può credere legittimamente di essere chissà chi. E dalla tv commerciale, sino ai recenti ministri della cultura quadra tutto, non fa una piega.
@@danielebazzani Per pura curiosità: conosci, almeno di nome, i Verdena? Conoscerli non è così scontato, anche perchè non ne parla mai nessuno...vuoi perchè sono lontani dal blues, e sono molto istintivi ma allo stesso tempo perfezionisti, (almeno secondo la mia percezione) vuoi perchè continuano ad essere purtroppo una band di nicchia, e penso che meriterebbero molta più notorietà...
Bravo, condivido tutto al 100%. Aggiungo anche che un grosso danno lo fanno gli amici di "quelli con la parrucca", che continuano ad applaudire ed osannare questi ultimi. Mai sentito qualcuno che fischia davanti ad una prestazione vergognosa. Tutti bravissimi. Io non vado più a sentire 'ste cover/tribute band. Oddio, poi ti capita quella che che fa Pink Floyd e lì è la fine. Ciao Daniele, sempre un piacere seguirti.
Quando incontri nella vita un artista ti renderai conto che è una persona capace di plasmare e creare opere. Puoi dargli una canzoncina da due soldi e farne un pezzo bellissimo. È a un livello qualitativo superiore. Probabilmente ha superato il livello tecnico ed è entrato nel livello creativo capace di condurre l' ascoltatore in un viaggio meraviglioso e unico . È capace di " drogarti" o " ipnotizzati " o " magnetizzarti" . È capace di dosare gli ingredienti ad un livello tale da lasciarti a bocca aperta.
Troppe basi midi, è vero sono comode ma sono tutte uguali. Ormai sono sempre meno quelli che sanno apprezzare una vera esecuzione dal vivo senza cose preconfezionate e quando c'è qualcuno che suona veramente...oh quanto sei bravo!
invece io trovo molto positive le basi midi, anzi adesso chiunque può andare a suonare dal vivo anche da solo e facendo sia basi sia musica nuova, gli basta un portatile attaccato a scheda audio e cassa e sarebbe pure conveniente per il locale che ospita il musicista ma il problema è altro.
@@RosarioDeRosa Anche su questo non generalizzerei, dall' usare Vanbasco e le sue terribili basi Midi preconfezionate e col gobbo all'usare traccie e suoni professionali come backing track "essenziali" e personalizzate (magari solo basso e batteria e pochissimo altro se si è cantanti e chitarristi) c'e una bella differenza, conosco fior di professionisti che lo fanno, e vi assicuro che dal punto di vista difficoltà ci si complica parecchio la vita, come diceva il buon Jannacci "con la base (e con l'orchestra) non si può più sbagliare"...
Ciao Daniele, che piacere rivederti, a suo tempo con gli Stone Washed ci provammo a fare repertorio originale, e Pasquale ci fece suonare al Big Mama, per anni alcuni locali storici sono stati la nostra casa, ma quell'epoca é finita, hai ragione, la colpa é di tutti, oramai dal COVID non si riesce a suonare nemmeno in duo acustico. Io ci ho rinunciato, ma c'ho una tristezza infinita.
Un grido di dolore si solleva dalle campagne dove ex chitarristi si son buttati a zappare: e il new mantra è: se vuoi fare il fiko (con la kappa), mettici una corda, ma nella vanga!
Il problema di base secondo me è che in Italia non abbiamo la cultura che c'è ad esempio in America.. In Italia non interessa più a nessuno andare ad ascoltare musica dal vivo.. C'è gente che non sa nemmeno cosa vuoldire sentire musica VERA dal vivo.. Maestro, questa riflessione fatta da lei sembra una cosa scontata, ma ascoltandola, mi rendo sempre più conto che è andato tutto perso e che probabilmente non c'è rimedio.. Un abbraccio e Grazie!!!❤
@danielebazzani purtroppo tra case discografiche che puntano solo a fare soldi facili e appunto gente che viene fatta passare per fenomeni senza talento, non se ne esce mai.. Di giovani talenti e bravi musicisti ce ne sono tantissimi anche oggi, ma non hanno la possibilità di emergere e farsi conoscere, perchè non interessa al grande pubblico, appunto abituato ormai al mediocre.. In Italia in particolare, ma un pò lentamente in tutto il mondo..
Grazie grazie grazie è la pura e semplice verità, come tante altre verità. Sono anni che si cerca uno sbocco in questa direzione ma il problema è culturale questo paese vive di passato e l'ultima innovazione risale a Leonardo. Come dici , puoi anche fare cover ma falle a modo tuo con la tua voce e con il tuo stile. Uno dei problemi fondamentali è che parecchi non tutti ma tanti si fermano dopo aver imparato brani di altri e riescono a produrre veramente poco sono bravissimi nelle cover così come l'originale ma poi finisce lì. E questo è avvilente.
In realtà è pieno di musica valida, per ogni genere, ma non bisogna aspettare che passi in radio, bisogna scoprirlo da sé. Per il pop, "Quanti di spazio" di Gilberto e i Complici (lirica+rap+elettronica), o "Messiah" di Matteo Perifano (pop colto, ma lui lo definisce "punk viennese"). Se ti piace l'elettronica/world, Cemento Atlantico fa per te. Se ti piace lo stoner, gli Ubris. Se ti interessa la canzone d'autore, Roberta Giallo, ad esempio "Il canto della lavatrice" (senti che voce, la Kate Bush italiana). Per il prog metal, i Blacksmith Tales. Se ti interessa il folk, Eleonora Bordonaro ha realizzato un disco in lingua galloitalica, e ci stanno pure le buffe trombe dei sanfratellani. Ce n'è per tutti i gusti :D
Tutto palesemente vero ciò che dici. Credo che tutto ciò sia frutto del "ad ogni azione corrisponde una reazione" (aggiungerei "di sopravvivenza"), anche se l'unica volta in cui mi beccai un esaurimento nervoso in questa attività, fu proprio nel periodo in cui militavo in una band di musica totalmente originale.
Buongiorno a tutti Sicuramente è una concomitanza di fattori, ma tutto si traduce in ... è una questione di 💶 soldi !!! Il locale non ci deve rimettere , la band non si muove se non viene pagata ecc ecc. Il mio pensiero è: Al gestere piace vincere facile , e capisco visto i costi del locale e del personale, ma così viene meno il rischio d'impresa. I musicisti non sono piu disposti a suonare per il piacere di suonare , anche gratis se serve a fare gavetta e per farsi conoscere, meglio per entrambe le parti andare sul sicuro. Io sinceramente dopo 30anni che suono e ascolto mi sono rotto delle cover band che oltretutto adesso da molte parti si paga per vederle , tuttavia anche nel mio piccolo ( avendo da un paio di anni cominciato a fare musica propria ) durante la serata devo inserire qualche cover perché è anche la gente che le vuole !! Tutto è riconducibile al dio denaro
adesso non sanno neanche cosa sia il rischio d'impresa, anzi direi proprio non sanno cosa sia il rischio e quindi ne quando sia tollerabile nella normalità ne quando sia totale scelleratezza. Si vede ovunque, dai localini che facevano scorta di lievito ad inizio pandemia sino a quelli col cervello pieno di supercaxxate in managment come Tavares che pretende di avere clienti certi prima di produrre qualcosa (però allo stesso tempo vuole sovvenzioni perché sì)
Cito Gaber: "quando saremo stupidi tutti allo stesso livello, la democrazia sarà perfetta". Bel video, unica nota da rompi balle è la pronuncia di "Vaughan" che è "Von". Io credo che i responsabili siano gli artisti che oggi non sono artisti, ma dei narcisisti di ritorno; mi spiego meglio. Un tempo suonava chi aveva la vocazione, infatti praticamente tutti erano ottimi musicisti e alcuni dei geni assoluti. Con il cambiamento dell'industria identificato da Frank Zappa già nei lontani anni '80, le case discografiche hanno iniziato a non "rischiare più", il tizio pieno di soldi col sigaro che produceva la qualunque ha iniziato ad ascoltate il "giovane analista", da questo momento in poi è iniziato un percorso di decadentismo culturale musicale che ai giorni nostri è ormai distruttivo e imperante. Il risultato sono pseudo artisti che suonano nella maggioranza dei casi per avere un ruolo sociale, visibilità. Il gusto degli ascoltatori di contro si è talmente appiattito che la musica è diventata il sottofondo del supermercato e quindi puoi cantare di merda e scrivere una canzonetta pop con tre accordi che va bene lo stesso. La responsabilità è in gran parte di noi musicisti, dovevamo lottare per contrastare questo fenomeno, anche a costo di fare la fame o di non lavorare di musica
@danielebazzani purtroppo è l'unico modo, anche perché stiamo parlando di arte fino a prova contraria e se l'arte la si chiude nei compartimenti stagni del marketing significa che si sta vendendo semplicemente un prodotto di consumo usa e getta. L'arte al contrario è immortale nella sua essenza
Ciao, recentemente ho comprato le versione della Torre di Babele di Edoardo Bennato con il CD dei concerti dal vivo del 1976/1977, le date di Palermo all'università furono funestate da contestazioni verbali e probabilmente anche fisiche, si sente Edoardo alquanto adirato e spazientito, all'epoca non era facile fare musica, eppure fiorirono i migliori cantautori
Concordo con il tuo appello... tento una risposta, non ci sono più musicisti nel main strem e nei media. Penso che la caduta sia iniziata dpo gli anni '90, ma proprio anche in chi scriveva musica bene dagli anni 50 e 60, poi se li senti verso il 2000 non ci credi dalla differenza.
Completamente d'accordo. Magari sarò off-topic: suono la chitarra in una band, principalmente cover riarrangiate (mi piace l'idea dello smontare e rimontare un pezzo), e NON vado a vedere le tribute band, direi perché mi piace vedere gli originali (quando ancora vivi). Ora, alla fine del 2023 mi sono reso conto che di una decina di concerti visti (a caro prezzo, ma questo è un altro tema), NESSUNO degli artisti aveva meno di 60 anni. Quindi ho deciso che quest'anno avrei visto artisti "nuovi", perché avevo bisogno io di una ventata di aria fresca, ma anche perché volevo contribuire, nel mio piccolo, a innescare il circuito virtuoso di cui parli.... Beh, nel 2024 non sono mai uscito a vedere un concerto. Per disperazione ho comprato il biglietto per Robben Ford..... Sicuramente dipende da me, sono fuori dal giro, non mi informo abbastanza, ma rifletto anche sul fatto che le occasioni affinché si acceda a fruire di musica nuova, creata, originale, non sono sufficienti. Forse una spinta in quella direzione aiuterebbe..... Grazie per i tuoi contenuti e i tuoi insegnamenti!
@@pierfrancescoricci3298 grazie a te di seguire il canale, capisco quello che dici e probabilmente è anche la nostra età che condiziona i ragionamenti che facciamo
Eh!io ne ho fatti 58 a settembre...il tuo è lo stesso mio pensiero (quotidiano)che mi pongo almeno da vent'anni a questa parte...e credo sia il chiodo fisso di molte persone anche molto piu' giovani di me...io continuo a suonare,dopotutto...anche se poi so' che suono perche la mia passione è sopra tutto e tutti,ma che in questo paesello la musica suonata sia finita gia' da un pezzo ci ho gia' messo un pietrone sopra purtroppo..da quando è arrivato internet la classe 60' (e non solo)è andata in crisi...ormai suoni in giro soltanto se hai dei followers...è cambiato tutto😢ciao da wolf da milano🎵🎶🍺🤘
I giovani non hanno vissuto l'era magica...quindi si adeguano.oggi il sogno è diventare influencer,ai ns.tempi diventare bravi.cred9 sia questa la risposta giusta,ahimè....
@danielebazzani anch'io, anzi ci sono giovani molto piu' bravi di me quindi ben vengano!e cmq il livello tecnico individuale si è alzato parecchio in questi ultimi anni.auguri daniele,è stato un piacere 🤘🍺🎶🎵💪🙏😘❤️
Giustamente, l'ambiente i luoghi e gli artisti come è stato per la swinging London, la Roma degli anni settanta, Genova, la Napoli degli anni 80, Bennato Daniele Troisi, solo per citarne alcuni, guardiamoci intorno ora...
Grazie Daniele, purtroppo il tuo discorso è fin troppo chiaro e reale. Ed un po’ fa male. Ma sono d’accordo che B isogna alzare il sedere dal divano e suonare musica propria, la cultura politica italiana sicuramente non aiuta l’arte e soprattutto la musica. Ma qualcuno dovrà resistere. Anche se è difficile e faticoso. Bisogna influenzarsi e ascoltare musica diversa. E sono d’accordo con alcuni commenti, la musica che passa adesso è come il fast food che tutti correvano correvano e consumavano fast, di contro è nato lo slow food. Spero sia solo una moda e che passi. Le cose belle comunque restano sempre. Grazie ancora di aver condiviso i tuoi pensieri
...stiamo attraversando una crisi generale che coinvolge anche la musica. Basta vedere i talent come X Factor, dove ci sono dei ragazzi che basterebbe solo accompagnare in un percorso di crescita, ed invece vengono sacrificati ad uno spettacolo mediocre, dove chi li giudica, (..cantanti o pseudo tali più o meno famosi..) non distingue un fa da una sedia e li mortifica senza che se ne rendano nemmeno conto.
È che per fare una programmazione di musica originale serve una serie di congiunzioni astrali non comune. Serve un locale con un gestore "illuminato", un direttore artistico che si faccia il "culo tanto" per cercare gli artisti con progetti interessanti e soprattutto un gran bu...fortuna nell'incontrare la gente. Un paio di volte in due locali della mia città è successo il giovedì al Clandestino e il mercoledì allo Zingaró...musica originale e locale imballonato di gente...ma è stato un po'di anni fa...
Comunque le cover si fanno e da li si impara molto, tantissime band poi diventate famose erano agli inizi delle cover band.per affiatarsi vanno benissimo,ma per fare una grande band,ci vuole l'amicizia quella vera. Il resto sono chiacchiere ❤
Questo video è la risposta a un tuo collega che ha pubblicato un video affermando che certi gruppi "vecchi" dovrebbero pensare di ritirarsi. Ragione per cui l'ho cancellato da coloro che seguo. Grazie per il video. ❤
Togliere l'iscrizione soltanto perché qualcuno esprime un proprio pensiero, in modo educato e pacato. ? Se non si condivide, si argomenta e si esprime la propria opinione in merito alla questione, censurare chi si ha difronte è la cosa più sbagliata che si possa fare, limitando la nostra stessa crescita. Per mia esperienza, sono proprio le opinioni degli altri che non condividevo, che mi hanno fatto crescere
ma quel video, del buon Claudio C. serve solo ad acchiappare like, si capisce subito che non ha nessun altro motivo 😂. Poi io sono d’accordo con lui…ma è comunque un video a scopo di lucro! 👍
Vita lunga a UA-cam, che racchiude anche tutta la musica passata che possiamo rivedere, i nostri Guitar Hero 🎸❤️ecc...perché oggi la musica è morta😔😔😔😔
@@andreapetris5642 Ma sì c'è un sacco di gente giovane che fa musica, siamo solo un po' vecchi per capirla, ricordati che dei Beatles si diceva la stessa cosa
Mi sono chiesto spesso anche io perché non ci sia più da tempo alcuna possibilità di ascoltare musica dal vivo di qualunque tipo, che non sia di cover band. E mi sono chiesto anche del perché in altri paesi questo non accada. Ottime riflessioni, le tue. Grazie davvero. Credo che potrebbe esserci una parziale soluzione nell'autoproduzione, da parte dei gruppi ed artisti, di piccoli eventi live tramite i social. Potrebbe essere l'inizio di qualcosa?
Quelli della mia generazione avrebbero voglia e qualche soldino da spendere per vedere gente del tuo calibro esibirsi dal vivo. Forse bisogna avere il coraggio di lanciarsi, chissà 😊
Hai ragione da vendere e penso che qualunque artista che abbia un minimo di spina dorsale possa condividere le tue osservazioni, lucide e puntuali. Ma vedi, il punto è che non si dovrebbe nemmeno arrivare a fare certe considerazioni, visto che sono l'ovvietà del buon senso. Invece le ripetiamo, come una litania, anno dopo anno, senza che nulla cambi...se non in peggio. L'altro ieri ero al concerto di Jacob Collier, all'alcatraz di Milano e non ho potuto fare a meno di pensare a tutte quelle persone (la grandissima maggioranza) che non sapranno mai della sua esistenza e che non avranno mai i mezzi per poter eventualmente apprezzare il suo incredibile talento. Insomma, a godere della bellezza della musica ormai sono rimasti solo i musicisti e pochi altri. Di chi è la colpa? Di tutti quelli che, pur potendo fare qualcosa di buono per la musica, hanno preferito guadagni più facili, strade meno tortuose, rinunciando alla fatica che è alla base di un risultato onesto, abbracciando la mediocrità come un valore su cui investire, in una società decadente (di maschere e mestieranti) la cui nuova religione è il culto del banale e del volgare. Purtroppo, lo dico da musicista, siamo nel mezzo del tritacarne e non saremo noi a veder tornare il sole in questo senso: ci vorranno decenni per sotterrare lo schifo prodotto dai nostri contemporanei. Ciao!
@@liberaephonocratia7766 Sì lo so bene, questi discorsi li abbiamo sempre fatti, però almeno c'era qualcosa con cui confrontarsi, oggi o ti metti una parrucca e imiti qualcuno oppure sembra non esistere nulla.
Ricordo i sabato sera negli anni '90 al Big Mama a vedere Roberto Ciotti, Alex Britti, Lousiana Red il 31 dicembre ospite fisso, Bill Frisell, Roberto Gatto, Fabio Zeppetella, Umberto Fiorentino... Pagavi due lire, consumazione compresa, serate stupende... La vita del musicista in Italia è durissima, e lo era anche allora tanto che lo stesso Roberto Ciotti aveva più seguito a suonare in Africa che a Roma dove era nato e cresciuto (ragazzi, ma che pezzi stupendi ha scritto Ciotti??). Ma sicuramente all'epoca c'era molto più supporto per chi scriveva musica propria, questo è innegabile
Per quanto sia condivisibile quello che dici, credo che sia un discorso adatto a 10 anni f: ormai anche i tributi tirano sempre meno in Italia, mentre vedo che questa moda sta prendendo piede all'estero. Sono in parte d'accordo con te, ma in parte no. Mi spiego: credo che uno dei problemi della musica sia quando inizia a guardarsi un po' troppo indietro, a vivere di nostalgia, cosa che non succede ai generi nuovi come la Trap. Il Rock, il Blues, il Jazz, il Metal erano tutti generi d'avanguardia. Ma se fai una band che assomiglia troppo ai Led Zeppelin, io preferisco gli originali
Sono un cosiddetto dopolavorista, ho suonato a Milano ( a pagamento distribuito ai musicisti ed il fonico mai per me perché vivo del mio lavoro ) sempre con formazioni diverse. Nel 2014 ho deciso di smettere di suonare, questo era dovuto alla scarsa attenzione da parte del pubblico, sì, suonavamo solo covers, ma brani ricercati non Vasco o Smoke On The Water ( esempi non certo per sminuire ). Quattro anni fa complice una serata di beneficenza ho ripreso lo strumento e ho esternato agli amici una mia idea : costruire uno studio dove portare avanti un mio progetto di concept album, avevo bisogno di collaborazioni perché da solo non ero in grado, io fornivo lo studio, alle 9 persone proposte davo gratuitamente l’uso della sala, dopo tre mesi sono rimasto da solo…..ho investito quasi 50000 euro per costruire questo ambiente. Ora sto registrando un CD di cover dei Boston per beneficenza al quale partecipano professionisti e non, produco un quintetto acustico femminile e nei ritagli di tempo lavoro al mio concept. Tutto questo per dire che anche se cerchi di costruire oggi un polo musicale dove ci si incontra e si suona e si crea non ottieni nulla. Mai la frase fare le perle ai porci fu più azzeccata. Ma io continuo perché in fondo ho raccattato poche persone anche se sono meno di quelle che pensavo con la mia idea di :” Hey io ho uno studio, faccio cose mie, se vuoi partecipare ti metto a disposizione GRATUITAMENTE lo studio per i tuoi progetti.” Questo ora vale solo per i pochi, per gli atri non vale più perché penso che quello che dici in merito al Texas non esiste più, però qualcosa appunto ho raccattato. Gli “altri” pagheranno perché anche qui non ho più voglia di investire tempo soldi ed energie. Buona Musica.
Hai ragione, pensa che con una consolle da 40000 euro e microfoni Neumann alcuni musicisti volevano registrare in casa con i plugin e mandarmi i files…. Forse non hanno capito che io sono un appassionato ( non musicista) 1.0
@@danielebazzani Comprendo, ti faccio una domanda: se partecipi a titolo benefico ad un progetto e sei di Milano ed hai a disposizione un fonico ed uno studio con hardware ed una decina di amplificatori per chitarra da scegliere alzeresti il culo per venire non dico a registrare se hai materiale che tu ritieni adeguato ma almeno per un saluto per vedere a chi stai dando il tuo lavoro?
Purtroppo manca la cultura. Cultura musicale e cultura in generale. È un discorso molto lungo che non si può sintetizzare in un commento. I locali sono gestiti da gente che non sa nulla di musica.I migliori locali , pochi, sono quelli gestiti da gente che ha calcato i palchi per il resto troppa gente improvvisata. La colpa inoltre è di chi pur di apparire si esibisce gratis. L' ARTE va retribuita altrimenti nel locale metti i CD o accendi la radio.
Vabbè Daniele, io ho 68 anni e non ho mai scritto niente di mio, che faccio mi chiudo a suonare nella cameretta? Fin che mi diverto e finché qualche gestore mi chiama io vado, passo una bella serata e spero di farla passare ai presenti consapevole che non sono li per me ma per mangiare o bere qualcosa, la mia massima soddisfazione è quando il pubblico canta con me e per coinvolgerli a cantare debbo fare pezzi che conoscono
@@marcomonti2533 se hai ascoltato tutto il video ho detto proprio questo, ci dovrebbe essere spazio per tutti ma nella giusta misura, invece se oggi non fai l'imitatore non suoni proprio.
Hai ragione, le persone ascoltano solo Classic rock, oppure tributi ai grandi artisti. Interessa a pochi ascoltare musica nuova, o generi alternativi. E' come se non ci fosse più spazio, per qualcosa di nuovo, lo noto anche in base alle scalette delle radio. Per cui tutto l'underground intorno, di conseguenza si è adeguato a questa situazione di stasi artistica e culturale. Interessa andare sempre a colpo sicuro, senza ricercare qualcosa, al massimo ritrovare. Per non parlare poi, di quelle persone, a cui la musica suonata, non piace proprio. I gusti sono gusti, però almeno riconoscere in essa una forma di arte e cultura.
Fare musica propria non è facile, richiede molto impegno. E comunque, da pochi giorni, ho dato vita ad una nuova band rivoluzionaria. I Trumps! Faremo una musica che si fonda sulla tradizione, ma che guarda anche al futuro e ci porterà dall'altra pare della Luna, anzi, direttamente su Marte. Facciamoci una risata.
Hai descritto le conseguenze di un evento. Toccherebbe partire dalle cause, che sono piuttosto chiare e riassumibili in un semplice ma rivoluzionario fenomeno. Se oggi viviamo in questa situazione è perché la musica è diventata marginale nella società (non assolutamente marginale, ma relativamente al passato). Perché? Perché nessuna arte fiorisce se gratuita o se povera. In altre parole, oggi si fruisce della musica incisa a gratis o con quattro spiccioli, perché la tecnologia lo ha reso possibile. Fino alla fine degli anni novanta, se volevi ascoltare un album, o te lo compravi oppure dovevi trovare qualcuno che lo aveva comprato per copiartelo (ma qualcuno doveva comprarlo). Quella massa abnorme di soldi arricchiva sì l'artista "popolare" in modo sfacciato, faceva sì comprare ville e ferrari a manager e dirigenti discografici (Ted Templeman, produttore dei Doobie Brothers, dei Montrose e poi dei Van Halen, già da giovane, impiegato alla Warner, aveva una Ferrari Daytona), ma generava anche una massa di soldi da reinvestire in musica, parte della quale di altissima qualità. Ergo si pagavano dei talent scout che andassero in giro nei locali per individuare artisti promettenti, metterli sotto contratto, fare album e fare soldi. Questo sistema consentiva a tutti di stare bene, compreso il pubblico, che in cambio di una cifra otteneva un fantastico lavoro artistico in cui la band era solo parte del pacchetto (dietro c'era un lavoro di gruppo di tanti uffici). Così è esplosa la musica dal dopoguerra alla fine del secolo. Grazie al connubio tra arte e commercio. Alla fine degli anni novanta il giocattolo perfetto si è rotto. Con youtube possiamo usufruire gratuitamente di tutta la musica pubblicata. Con le piattaforme digitali, in cambio di quattro spiccioli puoi ascoltare tutto lo scibile (spiccioli sufficienti per far campare alla grande i proprietari della piattaforma, mentre all'artista va un pugno di riso). Questo sistema ha devastato l'industria discografica. L'artista pop riesce a sopravvivere ancora, perché collega la musica ad altre fonti di reddito che non siano le entrate derivate dalla vendita delle copie vendute. L'artista che ha fatto successo in passato ha ancora soldi per pubblicare e fregarsene del fatto che non vende copie. Tutto il resto è morto negli ultimi vent'anni. Non è un problema di creatività, non è un problema di pigrizia, non è un problema di coraggio, non è un problema di scelte del pubblico o dei gestori o degli artisti. Il problema è uno: è saltato un modello di business remunerativo per tutti e l'arte musicale è diventata progressivamente sempre più marginale. E stiamo raccogliendo le macerie, anche se tanti non ne hanno compreso le cause. Ecco perché si vive di ricordi del passato e di riproduzione di quanto fatto nel passato: perché quell'arte musicale è stata l'età dell'oro, quando fluiva denaro in cambio di arte. Oggi si pretende arte in cambio di niente? Questo non può esistere e infatti nei libri di storia e di economia non ce n'è traccia.
@@francesco0185 Hai ragione e lo vado dicendo da anni però qui il discorso è leggermente diverso. non sto parlando di un intero movimento discografico ma di quello che succede nei locali, le due cose sono sicuramente collegate ma cercavo di mettere l'attenzione su qualcosa di un po' più tangibile e reale e vicino a noi. Resta il fatto che non cambierei una virgola di quello che hai scritto.
@@francesco0185 Fra l'altro in quello che descrivi tu anche così bene non c'è nessuna previsione di futuro, Io invece credo che si dicessero cose molto simili poco prima che arrivassero i Beatles o il rock n' roll.
@@danielebazzani Capisco, ma l'effetto è a cascata. Quando qualcosa diventa marginale c'è meno stimolo all'innovazione e diventa tutto meno importante, compreso ciò che accade nei locali. Oggi gente come Philip Sayce fa dei mini tour nei localini (approfittando del maggior numero possibile di festival) quando fino a qualche decennio fa avrebbe avuto una discografia ben pompata lungo tutta la filiera, dal momento iniziale (produttore, ingegnere del suono ecc.) alla parte finale (promozione e distribuzione). E se qualcosa genera successo (artistico e commerciale), altri sono stimolati sia a copiare tramite le cover e tribute, sia a creare novità. Ma se è marginale, il fiume si prosciuga e nei locali dominerà l'ovvio: la celebrazione del passato. Comunque descrivo il passato e il presente. La speranza è che in futuro si ritrovi una forma di remunerazione dell'arte tale da ridarle anche centralità nella società. Ci credo poco (basta pensare a quello che accadrà con l'intelligenza artificiale, con la quale ognuno di noi giocherà a generare musica fittizia cucita sui propri gusti individualissimi) ma lo spero non tanto per me, che sto a posto così, quanto per le nuove generazioni.
@francesco0185 lo so purtroppo lo vedo benissimo da diverso tempo, bisogna prendere atto del fatto che il mondo sta cambiando e non sarà mai più come prima. però pensare che non ci saranno mai i nuovi Beatles o il nuovo Jimi Hendrix o il nuovo Beethoven Non credo sia possibile...
@danielebazzani I creativi non mancano e non mancheranno, ma non saranno al centro dell'attenzione né beneficeranno della macchina che ha aiutato tutti gli artisti celebri che abbiamo conosciuto. I Beatles senza George Martin e tutta la macchina non sarebbero diventati quelli che abbiamo conosciuto. Noi non solo non conosceremo ciò che qualcuno sarebbe potuto diventare con un opportuno supporto, ma dovremo pure andarcelo a cercare. Tradotto: ci dovremo accontentare di ciò che erano i Beatles ai tempi del Cavern di Liverpool e dovremo pure andare a pescarli nel marasma di nomi. E quindi avremo poche persone con cui parlarne. Io ad esempio cerco sempre artisti nuovi, quindi mi vengono in mente Philip Sayce, Marcus King, Christian Vegh, Eric Steckel, Simon McBride, e inseguo anche i loro cd (intanto che esistono ancora). Introvabili ahimé i cd di Matt Schofield. Siamo stati anche relativamente fortunati: essendo nati nel XX secolo abbiamo vissuto l'età dell'oro musicale e abbiamo una quantità di gemme del passato ancora di scoprire, poiché non abbiamo ascoltato tutto (neanche lontanamente). Mi accontento così: scoprire del passato, cercare nomi nuovi da godermi, nei limiti di quel che riescono a fare. E mi godo le mie chitarre e i miei amplificatori!
Questione complessa, annosa e, come dici tu, con concorso di colpa. Innanzitutto, sfaterei almeno un po' il mito dell'estero come paradiso in terra per il musicista. A dire il vero, e si trovano anche qui un sacco di video per chi mastica BENE l'inglese, che da una quindicinna d'anni molti locali con musica dal vivo soffrono o sono stati chiusi in USA e UK, dove i compensi per i musicisti sono ridicoli (sentito l'altra settimana un jazzista: $100 me li davano anche 50 anni fa) e l'intera filiera affronta varie difficoltà, forse perfino peggio che da noi visto il monopolio di fatto che ha Live Nation e le sue controllate in ogni settore, dai biglietti, dalle infratstrutture al popcorn;). Parliamo anche di locali storici come Whiskey A Go-Go e compagnia cantante. Anche in ambito elettronica ecc. già anni fa a Berlino e in altri posti molti club e discoteche han chiuso. Tutte cose pre-pandemia. Anche negli anni '60 e '70 i gruppi nelle balere facevano cover, poi bene o male son stati sostituiti dai DJ. Anche sulle navi le band suonano soprattutto cover, Milieri docet. E non serve nemmeno ucire, qui su YT stessa i canali che fanno cover hanno cifre esponenzialmente superiori a chi fa musica originale, tranne rarissime eccezioni. In generale, la gente non cerca la novità. Che poi, per vari motivi troppo complessi e lunghi per un commento su YT, sia la musica che il cinema negli ultimi 20 anni siano diventati una fabbrica di cloni più di prima, non ci piove. Ormai tutti in tutto dobbiamo essere immediatamente sostituibili, non per niente siamo nell'era dell'intelligenza artificiale e l'etichetta non ha interesse nella "personalità", figuriamoci il pub sotto casa. Il pubblico dovrebbe mettersi in testa a) di pagare un biglietto per lo spettacolo come fa in altre mille occasioni e non di cavarsela con una birra, che incassa il locale e non la band. Hai un servizio, paghi. Altrimenti, poi non vantarti di pagare €1000 per Taylor Swift ma non ne cacci €5 per un complesso locale. Se vai in discoteca paghi, è giusto che tu paghi anche il duo jazz nel caffè storico o quello che è. Gà ti godi la musica gratis nel resto della giornata, la passione non deve essere un sostituto della paga. Anche al barista magari piace servire ma non apre il bar gratis. Perché il musicista sì? b) Se X anni prima tutti avessero fatto come si fa ora, il gruppo o artista preferito di cui vai a vedere la tribute band, non l'avresti mai conosciuto perché non avrebbe scritto nulla se non la firma per le cambiali ;) Augh! Ho parlato! :)))
Il problema e' il vinile, e questo lo sai benissimo anche tu. A costo di scrivere un po' lungo, negli anni 70-80-90 ma anche prima, era il vero veicolo trainante della musica, cio' che muoveva camionate di Dollaroni, e che faceva alzare le chiappe ai procacciatori per farli girare nei locali in cerca di gente che sapeva scrivere e suonare veramente. Era tutto collegato, e finita l'era vinile, finito anche i giochi, siamo passati dai cd ma poi piu' ancor velocemente alla musica digitale in streaming, decretando la fine della vera musica nei locali e il forte interesse dei locali per la musica stessa. Oggi, si racimola gli spiccioli prendendo un tizio a caso, vestendolo bene e buttandolo per magari 2 mesi in pasto alla folla con due canzonette di poco valore che non rimarranno di certo nel tempo e nella storia ma facendogli credere il contrario, perche' comunque, ( e qui mi riferisco a questi nuovi cantanti musicisti ), per sapere se sei in gamba veramente, devi aspettare 40anni, e se per quel periodo la gente ti segue ancora, allora non sei diventato bravo, ma un vero Eroe degno dell'olimpo della Musica. Ma queste cose le sappiamo tutti bene o male, percio' godiamoci cio' che e' stato e andiamo avanti, in fondo anche noi come nel lontanissimo passato siamo stati fortunati, anche noi abbiamo avuto i nostri Mozart Beethoven e i nostri Bach contemporanei , percio' che dire, io me li tengo stretti continuando ad ascoltarli sempre speranzoso pero' in un cambiamento; un altro nuovo miracolo. ;-) Un saluto..
La tua riflessione purtroppo non vale solo per la musica, ma abbraccia anche molte altre attività. Io ho percepito questo cambiamento con l'avvento dei social, dove se cerchi qualcosa la trovi solamente cliccando. Una volta dovevi applicarli, investire e studiare...un saluto.
Si son d'accordo anch'io con te . Per Quello che Ascolto io il mio genere sul tubo c'è un mondo chiaro va ricercato sulla musica dal vivo si e un po annullata io vivo a Novara e qua e il deserto dei Tartari a parti gli Eventi pii Blasonati. Penso però che attualmente alla gente non glie ne frega niente.Peccato. Pero mi cadono le braccia quando un Chitarrista come Mancuso venga Bastonato . Quindi Speriamo.......😂
a me però sembra che il problema sia legato anche al fatto che non sappiamo più tanto perché stiamo facendo 'sta roba che chiamiamo musica. nel senso, a me pare che tutto poi converga alla sostenibilità economica: faccio bella musica solo se è remunerata, altrimenti sticazzi me metto la parrucca gli occhialoni e cerco di rimediare la pagnotta. mi sembra un po' povera come scelta, se non altro perché la musica "bella" in definitiva è quella che riesce a essere espressiva, che risponde a criteri che monetari non sono. dopodiché capisco l'esigenza per i musicisti di campare: che faccio, mi esercito a fare solo cose che poi ascolta un pubblico ristretto (e ovviamente qui il problema non è solo monetario, ma anche di riconoscimento: se piaccio solo a me e alla mamma qualche domanda sulla qualità della mia musica me la faccio)? però questa situazione è anche l'effetto della professionalizzazione di un settore che non dovrebbe essere professionalizzato, cioè quello della cultura, perché fare cultura non può convivere con le esigenze di un'industria, mentre laddove ti professionalizzi non puoi che industrializzarti. forse ci sarebbe da chiedersi se, l'industria culturale, che oggi sforna musica, libri, film e serie tv a catena ce l'abbia veramente un pubblico così grande da soddisfare. forse il problema non è tanto il pubblico pantofolaro, ma in realtà che il pubblico disposto ad ascoltare "bella" musica, e quindi in realtà anche in grado di riconoscerla, è piccolo, ed è sempre stato piccolo. anche nei gloriosi anni 50 e 70, chi oggi ascolta i pink floyd, per la maggior parte, non lo fa perché se ne intende veramente di musica, o sa riconoscere un pezzo fatto bene da uno fatto male, ma ascolta i pink floyd perché quello andava di moda allora. tant'è che questi sono gli individui che sostengono che la musica contemporanea è in decadenza, quando in realtà a essere in decadenza (se di decadenza si può parlare) è il mainstream, ma non la musica tout court, che invece mi pare stia benissimo, se non che in realtà non è ascoltata da nessuno, ma questo è sempre stato così. le forme espressive culturali non sono prodotti di consumo, men che meno di consumo di massa. il problema è che oggi c'è una sovrabbondanza di offerta di musicisti, alcuni bravi la maggior parte molto scarsi, per i quali semplicemente non c'è un pubblico a cui vendere le loro prestazioni e quindi il prodotto si svaluta: ma questo solo perché la musica è stato reso un prodotto. è un pippone: in sintesi viva lenin e il comunismo abbasso il capitale. ciao
Credo che in Italia il locale che propone bella musica dal vivo, non possa esistere. Non c'è una culrura radicata in merito, come vi è in ingilerra o negli USA, ma anche nei paesi nordici, con il metal. Da noi la musica si guarda, non si ascolta. Mio figlio: papà la chitarra elettrica va di moda tra voi vecchi ( ho 47 anni ), lo dice seriamente. Oltre al rock, che in Italia hanno sempre ascoltato in pochi, anche la musica leggera tipica di Sanremo, quella di qualità, ormai non esiste più. ( Tipo Lucio Dalla ad esempio ).
Venerdì ho avuto modo di assistere ad un live di un gruppo che suonava un genere tra rockabilly e punk morbido (scusa la licenza poetica). Tutti pezzi propri. Un paio di palle che non finivano più. Tecnicamente preparati ( a parte forse la voce) ma di un piattume compositivo esagerato. Questo per dire che se sai suonare come i Clash ma non hai la capacità di scrivere i pezzi come i Clash (o altri) suona I Clash cazzo che fai più bella figura. E il pubblico si diverte e ti segue più volentieri. Piuttosto che niente preferisco piuttosto. Anche se si tratta di una copia.
posso essere d'accordo, ma con questo ragionamento nessuno all'inizio è in grado di scrivere come i grandi, quindi nessuno lo farebbe e quindi non avremmo neanche i Clash
Cimunque l'italia è un paese morto musicalmente ,negli anni 80" 90" era uguale facevano suonare solo xhi faceva il genere di moda xhe andava in quel momento parlo dei locali....bisogna tornare al passato alle etichette indipendenti,alle fanzine ed uscire dai terreni del rock o pop business ❤
non sono d'accordo, nei '90 facevamo una serata a settimana nei migliori locali della capitale con musica "originale". C'è da dire che eravamo forti e avevamo seguito. Per principio non sono mai andato a suonare gratis (tranne gli eventi di beneficenza), infatti ora suono solo a casa, ma sono contento così non essendo un professionista.
D'accordo su tutto aggiungendo direi anche il problema che si chiama SIAE che con la scusa di difendere i diritti d'autore perseguitano musicisti e gestori di locali.
Però mi piacerebbe capire una cosa nel campo della musica classica o sinfonica ce un direttore d’orchestra e dei musicisti che praticamente fanno cover di beethoven mozart ecc😂però quella è musica colta , come mai solo nel rock il tutto viene sminuito a cover band . Io ne ho anche sentite reinterpretare i brani con dei risultati buoni , lasciamo perdere quelle dove il cantante si trucca come l’originale..
Con questo argomento tocchi un problema estremamente sensibile per me: suonare nei locali come band non è più possibile ed i motivi sostanzialmente sono due. Primo i gestori oramai pagano una cifra ridicola per più musicisti per cui o suoni quasi gratis o non suoni; tanto col DJSet risolvono ugualmente. Poi , ma soprattutto, ai frequentatori dei locali della musica non importa niente: musicisti o radio sono la stessa cosa. Qui da vecchio musicista mi viene da dire: altrimenti non ascolterebbero il nulla attuale. E mi fermo qui.
@danielebazzani il discorso è molto più avanti rispetto a quello che pensiamo, ne potremmo parlare per settimane, mesi, anni ma non saremo in grado di cambiare le cose se non cambiando i nostri interlocutori.
Daniele Daccordissimo con te … allora .. dal mio punto di vista bisogna fare un distinguo tra tre situazioni . 1) La band inedita 2 la cover band 3 la tribute band Ovviamente in tutti e tre i casi non prendo in considerazione nemmeno chi suona con basi .. a meno che non siano basi elettroniche funzionali a proprie creazioni . Fatto questo distinguo va detto che : - Esististono pochi locali che fanno suonare musica del tipo 1 , ma esistono. A questo proposito penso ( parere mio ) se sei un artista che propone musica inedita devi considerare che il tuo obiettivo principale è’ quello di suonare .. e non di guadagnare Perché ? Perche ‘ come spesso accade i locali che propongono musica inedita saranno più di nicchia e gireranno meno soldi . Se hai musicisti stabilisci un budget che assicuri loro per lo meno . Se sei un professionista della musica sicuramente avrai altre situazioni musicali più propense al guadagno che non l esibizione di musica tua . I locali che propongono i casi 2 e 3 esistono e in quel caso potrebbero avere seguito ed indotto economico e li’ sia da musicista che da fruitore preferisco le cover band alle tribute band . La differenza sembra sottile ma in realtà è’ sostanziale ed e’ data da un timbro artistico. Esempio . Io , Mario Rossi posso fare cover di esempio … Battisti , dalla de Gregori boh ….. Ivan Graziani . Probabilmente il fan di Battisti non sentirà Battisti come si aspetta … il fan di Ivan Graziani pure , ma io Mario Rossi avrò cabtato cantato o suonato quei brani …. Faccio cacare ? Ok ma faccio cacare perché faccio cacare non perché non faccio sentire la copia esatta. Sono bravo ? Ok ma magari lo sono perché , appunto, un determinato passaggio lo rendo personale … ecc … oppure sono bravo per altri motivi ma sono comunque io … che faccio dei brani … questo tipo di situazioni sono una bella possibilità . Il tipo 3 e’ quello più gettonato e quello che ha più indotto . Ho saputo che gruppi blasonati con dischi pagati meno che tribute band . Questa e’ la realtà . Triste ma così fatta. Probabilmente chi vive di musica potrebbe coltivare una situazione di tipo 3 ma la abbina ad altre . Personalmente , non vivendo di musica non ho l esigenza di intraprendere una tribute ma credo nel concetto di cover band con aspetti di personalità definiti . Credo anche che l aspirazione di un musicista ( soprattutto emergente ) sia quella di avere una scaletta che mischia inediti e cover . Così ho fatto dai primi anni 2000 ma i problemi sono molti perché chi ti deve affidare la serata non può ben “ classificarti “ per cui il tuo prodotto e’ ibrido e, a meno che tu non sia un nome .. puoi anche essere rimbalzato . Il problema non sarebbe anche stato insormontabile . Quando giravano soldi in lire , il locale tipo faceva suonare il giovedì e il venerdì e il sabato . Il sabato ad esempio le tribute Il venerdì le cover più generiche Il giovedì gli inediti . Ovvio che il giovedì non facevi il bagno di folla ma comunque potevi suonare gli inediti . Cosa , che , personalmente mi soddisfaceva senza farmi rimpiangere il bagno di folla . Adesso , con pochi live … sopravvivono solo il tipo 3 … questo e’ il male … il vero male . Grazie Daniele della possibilità che ci dai di chiacchierare e analizzare la musica come gira oggi .
Credo che tutto dipenda dall'industria discografica che, per non rischiare, non investe più sugli sconosciuti. Così le band non suonano più a gratis, che era un modo per farsi conoscere. Il gestore non può rischiare di dover dare tutto il ricavo della serata alla band ed il pubblico, semplicemente, si trova a da ascoltare quello che passa il convento. Ad majora.
Caro Daniele hai detto talmente tante cose giuste, che per rispondere ci vorrebbero mesi…mi deprime sempre di più andare in quei pochi locali (cosa che faccio sempre meno), e vedere la gente eccitarsi (donne soprattutto) nel vedere l’ennesimo gruppo che suona “La canzone del sole” e “Alba chiara”…mi mette tanta tristezza! Mentre chi cerca di proporre musica, se non proprio originale, nuova, fresca, diversa subito a dire “che musica di m…che fai!”. Sarebbe più giusto e più bello se di fosse spazio per tutti ma, ahimè, è l’esatto opposto!😢Hanno fatto come a Cartagine…
per me ci dovrebbe essere posto per tutto, Non voglio negare il palco a nessuno, però purtroppo la maggior parte dei musicisti Oggi sono tagliati fuori. Sono sincero non vorrei solo musica originale nei locali perché non si sarebbe all'altezza di mantenere una programmazione decente, ma ci sarà una via di mezzo?
@ Sono assolutamente d’accordo con te! È giusto che si dia la possibilità di suonare a tutti, ma purtroppo non succede! Quelli strani siamo noi (io poi parlo della nostra piccola realtà - Sassari -) che cerchiamo di fare qualcosa di nuovo. Speriamo di trovarla questa benedetta via di mezzo.
Pensa in periferia! ( io abito a Sanremo !!! città della musica 😩) provate ad immaginare cosa gira x le strade : imitazioni non di Elvis, ma di sconosciuti cantanti(??) improvvisamente famosissimi , resi di colpo star grazie ai media assillanti ( radio TV nazionali e non !! ) Io mi spiace dirlo ma ho perso ogni speranza . Ciao
Riflessione più generale: oggi si pagano 50-60 euro per i posti peggiori in un concerto di qualcuno poco famoso... Nel 2018 ho visto Steven Wilson all'Atlantico pagando circa 35 euro, il prezzo per il suo prossimo concerto a Roma (giugno 2025) in una" balaustra laterale con visibilità ridotta" è 75 euro + commissioni... Ci credo che alla fine andiamo a vedere le cover band, non perché siamo per forza dementi, ma perché sostanzialmente siamo poveri. E comunque penso che da musicista si possa acccettare il compromesso di proporre cover ben fatte di canzoni miste a pezzi propri, purché questi pezzi propri siano validi. Col passare del tempo le cover potrebbero diventare sempre meno
@@alessiograziani6355 purtroppo questo è uno dei problemi legati alla gratuità della musica on-line, l'unica fonte di guadagno rimasta per i musicisti sono i concerti.
Musicista andato all'estero dopo il diploma di conservatorio. Quando mi confronto con la realtà italiana.si schermano dietro la Parola "lavoro" come se suonare con passione sia diventato un hobbie da fare a casa Me :(
Sempre meno soldi, al massimo chiedono i trii per economizzare sulle spese e cover band che richiamano a colpo sicuro. Inoltre quando la mente della gente è iper spremuta dal lavoro, dai media e dai social non ha più energie e voglia di ascoltare nuove proposte.
Little Tony e Bobby Solo erano copie di Elvis alla spaghetti oggi sono colonne della musica italiana. Ancge nella classica come nel pop le copie ci circondano sono gli esecutori. Un pianista classico è una copia di qualunque grande artista del passato nessuno gli dirà sei una cover. Quando all'amore per un artista si aggiunge anche la parruca non vedo in quella persona un musicusta o cantnte meno musicista o cantante dell'originale. Tutti noi abbiamo indossato un costume che non eravamo noi, forse non ci hanno pagato ma eravamo tuttuno con noi stessi. Ii credo che le copie cover esattamente come i musicisti classici riproponono gli spartiri fedeli a se stessi e con questo propongino musuca ed è questo che importa la musica che sia un clown o un professionista non importa, quello che importa è cosa fischiettiamo quando torniamo a casa: la musica.
per essere un esecutore di musica classica devi essere un grande musicista, se ti metti una parrucca e fa schifo come canti, fa solo schifo come canti.
@danielebazzani credo che il problema sia la parrucca, se togliamo la parrucca, sia il musicista, non è detto debba essere un grande musicista tutti i laureati leggono spartiti ed interpretano ciò che l'autore ha scritto di fatto copiando, le giurie sono tignose e nei concorsi sono puriste "devi essere così". Le parrucche non sono solo quelle sulla testa ma anche la chitarra o la tastiera identica, le corde, il plettro, io suono con una moneta, gli effetti identici, è tutto quello che rievoca l'artista. La voce è uno strumento ci sono quelli bravi e meno bravi come i chitarristi e tutti lo saranno con o senza "parrucche". Personalmente le cover non le seguo perché quando si vuol essere uguali è non simili scatta il confronto, ma questo è anche un problema dei giganti, richard blackmore lamento di aver dovuto imparare a memoria alcuni solo perché i fan si lamentavano in quanto non cover del disco. La soluzione forse era una parrucca.
@micheledinapoli9370 si certo anche l'ambiente accademico è un casino, infatti certe cose sono molto criticate, però non paragoniamo un grande violinista classico a uno che finge di essere Elvis.
@@danielebazzani non era questo il senso ma dover eseguire come lo spartito richiede. Tu insegni che oltre lo spartito c'è l'artista, ora per molti di noi lo spartito è il disco, la musicassette, il CD, l'mp3 e i video, si cerca di "leggere" quello che ci arriva e la giuria non sono docenti ma il pubblico. un certo Giovenale diceva: panem et circenses, tradotto date al popolo ciò che desidera. In linea di principio sono d'accordo con te ma una parrucca per essere Elvis sarebbe troppo facile e credo che lo sappia anche chi la indossa, ma i ragazzetti almeno hanno modo di "sentire" qualcosa che forse non ascolteranno mai. Un abbraccio.
Bravo, solo tribute band ovunque...quando si diventa troppo vecchi dentro si cercano solo le cose che ci piacevano in gioventù...non c'è stata crescita musicale e forse pure interiore....
ma infatti le cover non sarebbero neanche così drammatiche, è la tribute che io non ho mai compreso, il rifare i pezzi (o addirittura gli show) per filo e per segno. Ma del resto anche quello è una tendenza anche del mondo "pro", dove anche nei mega live ormai lo standard è replicare alla virgola il disco, mentre un po' di anni fa c'era il disco e la versione live (spesso molto più bella anche se meno "patinata").
Vai tranquillo, non c' è rimasto tanto spazio manco per quelli con la parrucca, tempo 10 anni e non esisteranno più strumentisti, fare il musicista sta già iniziando ad essere altro..
Sono almeno venticinque anni che nei locali non si sente più niente. Anzi, non nei locali... Ma in generale... Il rock in un quarto di secolo non ha prodotto nulla o quasi nulla
mah… sono buone riflessioni. avrei qualche però. uno è che tutti cercano il loro momento di successo, il loro applauso. chi cerca una sua strada magari trova la sua cosa nuova ma non incontra il favore del pubblico. ricordiamoci che di ottimi musicisti ce ne sono tanti, di musicisti di successo pochini anche perché successo e fama dipendono dal fatto che la tua arte incontri il favore del pubblico, pubblico che oggi sempre più vive del ricordo del passato più che del presente. A ruota arrivano poi i locali che ti fanno suonare per attrarre i clienti, e a ruota torna ciò che ho appena scritto. è un gatto che si morde la coda. per uscirne ci vuole a monte un pubblico disposto ad ascoltare persone sconosciute suonare pezzi sconosciuti, e saperli un po’ giudicare e un po’ apprezzare. ma esiste ancora un pubblico così?
@danielebazzani c'è, gente che con la musica si disturba. Noi ammiriamo, ed abbiamo imparato, anche imitando, dei grandi, come chet Baker, ed altri. Suonato con musicisti Seri. Ma se oggi dici, ciò che hai appreso la gente ti ride dietro. Se puoi, se sei interessato, cercati una serie di trasmissioni che fece a Rai, condotte da Luciano Berio, se già non le conosci. Mi taccio.
Mah! Quello che mi viene in mente, una sciocchezza ma forse neanche tanto, è che se esco a sentire una Band, o anche se esco e basta, per tre medie chiare (è il mio minimo sindacale, se non devo guidare), caccio dai 15 ai 18 euri. Non posso proprio. Non so bene cosa significhi questo mio intervento, ma ho ragione, e i fatti mi COSANO! 🤣😂🤣
Sarò molto banale. Nell’epoca del rap che diventa trap che diventa un pop cross over fritto misto (da tananai alla tipa che canta bum bum) tu da musicista navigato ancora ti stupisci che agli italiani non importi nulla della musica suonata? I 50 enni e 40enni hanno da fare coi figli che chiamano continuamente ‘amore’, i 30enni sono cresciuti con Calcutta, the giornalisti, molti cantautori sessantenni e David guetta, i 20 enni appunto con rap trap e tananai. Forse c’è da sperare negli attuali 10enni, che con l’AI diventeranno tutti dei grandi compositori
Bella e purtroppo disperata riflessione. L'apice del delirio sono le persone che acquistano biglietti anche salati per i concerti delle tribute band "ufficiali" degli artisti di turno. Quindi chi ha roba originale da proporre crede che gli unici canali possibili siano i vari talent: X factor ecc. ecc.. e anche lì si cerca il successo istantaneo, immediato, senza nessun tipo di crescita o gavetta. E' saltata di netto la gavetta. Tutto male e subito. E' un cane che si morde la coda. Ma anche la coda non è sua
Le tribute band che scimiottano la star famosa le trovo davvero un po' tristi . Preferisco le cover band che riarrangiano brani conosciuti. Con il mio gruppo stiamo cercando di infilare qualche musica nostra in mezzo ai brani conosciuti. Improponibile ai locali solo musica di propria produzione
Credevo che questo fenomeno durasse poco, invece dopo 25 anni ci troviamo gente xhe paga 50€ per vedere i finti Pink Floyd ( io non pagherei nemmeno per quelli veri, pensa te ..).
Tu dici di dar fiducia ai giovani ma i giovani ascoltano la trap è finita l’era che ci si trovava nelle cantine a suonare ed era li che poteva venir fuori qualcosa di nuovo . Ora il cellulare la fa da padrone fra un pò nasceranno già con la mano a forma di smartphone. Gente che senza autotune è persa , musica che non si puó chiamare tale per forza che mi devo sempre ascoltare musica del passato
Sì certo messa così hai ragione, però i giovani sono tanti e non ascoltano solo quello, e magari un giorno le mode cambieranno E ascolteranno anche altro.
Hai toccato il tasto dei tasti. Da tempo sostengo che se venisse introdotto il reato di esercizio abusivo della professione musicale sparirebbero in un secondo l' ottanta per cento delle tribute band dove tutti fanno altro nella vita per pagare le bollette. È un discorso culturale. Trovo molto più sensato restare a casa a sentirmi un album di un artista piuttosto che uscire per andare a vedere una copia . Programmi televisivi dove ormai tutti cantano tutto, locali che non danno spazio ai cantautori o band con loro repertorio, pubblico che ha smarrito il senso del saper ascoltare qualcosa di mai sentito ma almeno originale. È un discorso complesso ma mi pare di aver capito che hai fatto le stesse osservazioni che mi trovo a fare da tempo.
Sicuri che la musica originale sia davvero da presentare nel localetto sotto casa dove si va a far due chiacchere e due risate spensierate con gli amici? Mi sa che oggi si sente la mancanza dei veri talent scout (colti musicalmente) che anni fa scovavano i talenti per poi finanziarli e lanciarli sul mercato e questo ruolo solo in parte (e male) è stato interpretato dai talent show della TV. In ogni caso se non sbaglio anche i grandi del passato prima di essere tali nei locali si hanno fatto le ossa proponendo cover... d'altronde anche il colto jazz vive di "standard" che non sono altro che cover, idem la grande classica! Le cover nei localetti sono un falso problema... piuttosto una grande parte della nuova musica che ci propone l'attuale mercato discografico è il vero problema.
Purtroppo la realtà del suonatore è triste.. la gente preferisce altro, ai locali interessa solo il guadagno quindi va bene dj set, karaoke, duo acustico, piano bar.. insomma tutta roba inascoltabile.. non conviene più investire tempo, energia, risorse per studiare musica.. le cose purtroppo cambiano..
@ ti capisco.. personalmente paradossalmente adesso mi sto divertendo di più.. perché non me ne frega niente e quando mi capita una serata con la mia band mi diverto alla vecchia maniera.. strato, bandmaster black face e pedali.. e vaffanc.. non mi svendo più..
Condivisibile, ma non completamente, visto che l'Italia NON è più "il paese della cultura" da parecchi anni. Secondo me, da quando le masse hanno deciso di spegnere il cervello, guardando troppo la TV e divenendo dipendenti dal proprio smartphone. Spesso, ti trovi sottopalco quei trogloditi/drogati che, anziché godersi un concerto, che sia di cover, o musica originale, si fanno gli autoscatti, o i videogiochi, o leggono le ultime minkiate sul calcio. A testa alta, posso dire di non possedere smartphone (uso solo il PC e da casa) e di avere spento, completamente, la TV 15 anni e l'unico rammarico è non averlo fatto prima. Sarò uno su un miliardo, ma vivo meglio, ciao! Jiji il menestrello
Hanno trasformato le masse in automi lobotomizzati che non sanno più apprezzare cultura, senza smanettare con il loro "giocarello". Una generazione di drogati da tecnologia.
forse è persino piu redditizio suonare per strada ahahah,almeno li suoni quello che vuoi e se non ti vogliono ascoltare prendono e se ne vanno,scherzi a parte capita spesso di sentire cose originali per strada per esempio nei pressi del colosseo
Buongiorno Maestro,le chiedo,e un problema prettamente italiano??oppure e tutta Europa colpita dalla mediocrità della catena musicale?produttori,musicisti e pubblico compreso?
Il problema e' uno solo e viene dall'alto.. la musica suonata con una chitarra basso e batteria non e' quasi piu nel mainstream da vent'anni a parte qualche rarissima eccezione.. quindi non c'e musica nuova da suonare.. io ho smesso per quello tra le altre cose
@@danielebazzaninon hai capito il punto ma ok.. secondo.. band come i maneskin sono quante due tre nel mondo? e cmq non hanno un repertorio che puoi andare a suonare nei pub.. negli anni 70 80 90 uscivano classici di band tipo rem nirvana pearl jam police direstraits pink floyd rolling stones u2 rage lenny kravitz.. senza contare le one hit single delle band anni 2000 tipo blink 182 e similari.. decine di band e artisti di cui potevi suonare le hit nei locali.. ora cosa vai a suonare?
Bisogna smettere di scendere a compromessi, scendere dai piedistalli, dai sogni di gloria e prestigio sociale, smettere di sentire musica registrata, cancellarsi dai social, e tornare a vivere la vita, spensierati come gli altri esseri.
Allora sì che si tornerà a suonare e ballare e stare piacevolmente assieme .
Ognuno di noi nel suo piccolo deve fare il suo, per quanto sembri una briciola, dopo qualche tempo le cose saranno cambiate che manco a momenti ce ne saremo accorti.
La forza siamo noi, agiamo dando l’esempio e soprattutto con molta pazienza e pacificamente.
Vi auguro tante belle iniziative a tutti, diamoci da fare e riprendiamoci la vita che ci stanno togliendo, sereni e determinati. Daje!
dje!
Bravo Daniele !!!! Hai perfettamente colto il segno
🙏🙏
Non è più il paese della cultura...l'italia da un pezzo ❤
@@maustoreGotika eh no.
E' un problema di almeno 20/30 anni, pure in spiaggia chiedono sempre le stesse canzoni (ricordo) soprattutto quando qualcuno "improvvisa" perché conoscono quella musica e altra non la identificano, ne "etichettano". Da musicista "strimpellaro" già da anni mi sono accorto che (è brutto da dire ma è la verità) il problema principale, soprattutto in Italia, è l'invidia! Invidia per chi è più bravo, così diventa accettabile la copia di qualcun altro basta che sia famoso (non conta se è bravo ma che sia famoso) ma non una cosa nuova che è da seguire e diventa interessante solo per un pubblico di nicchia, tecnici ecc... ed è anche una conseguenza ad un marketing massivo che ha lanciato totali nullità (non solo musicali) da un certo ambiente sino a far credere che non saper fare un caxxo ma essere famoso va benissimo anzi, meglio ancora, perché così chiunque non sapendo fare un caxxo può credere legittimamente di essere chissà chi. E dalla tv commerciale, sino ai recenti ministri della cultura quadra tutto, non fa una piega.
@@brandon0099 purtroppo vero
Ti do pienamente ragione, infatti i geni si contano sulle dita di una mano nell' arco di 100 anni
@@danielebazzani Per pura curiosità: conosci, almeno di nome, i Verdena?
Conoscerli non è così scontato, anche perchè non ne parla mai nessuno...vuoi perchè sono lontani dal blues, e sono molto istintivi ma allo stesso tempo perfezionisti, (almeno secondo la mia percezione) vuoi perchè continuano ad essere purtroppo una band di nicchia, e penso che meriterebbero molta più notorietà...
@fabiohexis8256 si di nome e credo di aver ascoltato qualcosa
Analisi perfetta, Daniele. La soluzione al problema è essere se stessi. O l'arte o i soldi.
eh già
Bravo, condivido tutto al 100%. Aggiungo anche che un grosso danno lo fanno gli amici di "quelli con la parrucca", che continuano ad applaudire ed osannare questi ultimi. Mai sentito qualcuno che fischia davanti ad una prestazione vergognosa. Tutti bravissimi. Io non vado più a sentire 'ste cover/tribute band. Oddio, poi ti capita quella che che fa Pink Floyd e lì è la fine. Ciao Daniele, sempre un piacere seguirti.
@@GianfrancoRosa-l2i ☺️☺️
Quando incontri nella vita un artista ti renderai conto che è una persona capace di plasmare e creare opere. Puoi dargli una canzoncina da due soldi e farne un pezzo bellissimo. È a un livello qualitativo superiore. Probabilmente ha superato il livello tecnico ed è entrato nel livello creativo capace di condurre l' ascoltatore in un viaggio meraviglioso e unico . È capace di " drogarti" o " ipnotizzati " o " magnetizzarti" . È capace di dosare gli ingredienti ad un livello tale da lasciarti a bocca aperta.
❤
eh già...
Troppe basi midi, è vero sono comode ma sono tutte uguali. Ormai sono sempre meno quelli che sanno apprezzare una vera esecuzione dal vivo senza cose preconfezionate e quando c'è qualcuno che suona veramente...oh quanto sei bravo!
@@RosarioDeRosa 😃
invece io trovo molto positive le basi midi, anzi adesso chiunque può andare a suonare dal vivo anche da solo e facendo sia basi sia musica nuova, gli basta un portatile attaccato a scheda audio e cassa e sarebbe pure conveniente per il locale che ospita il musicista ma il problema è altro.
@@brandon0099 il suonare con le basi midi tenderei a non considerarlo proprio in questo tipo di discorso
@@RosarioDeRosa Anche su questo non generalizzerei, dall' usare Vanbasco e le sue terribili basi Midi preconfezionate e col gobbo all'usare traccie e suoni professionali come backing track "essenziali" e personalizzate (magari solo basso e batteria e pochissimo altro se si è cantanti e chitarristi) c'e una bella differenza, conosco fior di professionisti che lo fanno, e vi assicuro che dal punto di vista difficoltà ci si complica parecchio la vita, come diceva il buon Jannacci "con la base (e con l'orchestra) non si può più sbagliare"...
@renzotramaglino67 non volevo proprio dire questo. Ci sono alcuni che si atteggiano a musicisti, usando solo le basi midi e nient'altro.
Ciao Daniele, che piacere rivederti, a suo tempo con gli Stone Washed ci provammo a fare repertorio originale, e Pasquale ci fece suonare al Big Mama, per anni alcuni locali storici sono stati la nostra casa, ma quell'epoca é finita, hai ragione, la colpa é di tutti, oramai dal COVID non si riesce a suonare nemmeno in duo acustico. Io ci ho rinunciato, ma c'ho una tristezza infinita.
@@robertodestefanis ❤️
approfitto per farti i complimenti della tua versione di azzurro che risale a qualche anno fa,la suono spesso in giro e fumziona sempre
@@ctogno grazie!
Un grido di dolore si solleva dalle campagne dove ex chitarristi si son buttati a zappare: e il new mantra è: se vuoi fare il fiko (con la kappa), mettici una corda, ma nella vanga!
Volevo dirtelo da un po'.....TI AMO !
@@Bruno-ti3fe ❤️🤣🤣
Che schifo 🤢
Il problema di base secondo me è che in Italia non abbiamo la cultura che c'è ad esempio in America..
In Italia non interessa più a nessuno andare ad ascoltare musica dal vivo..
C'è gente che non sa nemmeno cosa vuoldire sentire musica VERA dal vivo..
Maestro, questa riflessione fatta da lei sembra una cosa scontata, ma ascoltandola, mi rendo sempre più conto che è andato tutto perso e che probabilmente non c'è rimedio..
Un abbraccio e Grazie!!!❤
speriamo di no, un rimedio almeno cerchiamolo!
@danielebazzani purtroppo tra case discografiche che puntano solo a fare soldi facili e appunto gente che viene fatta passare per fenomeni senza talento, non se ne esce mai..
Di giovani talenti e bravi musicisti ce ne sono tantissimi anche oggi, ma non hanno la possibilità di emergere e farsi conoscere, perchè non interessa al grande pubblico, appunto abituato ormai al mediocre..
In Italia in particolare, ma un pò lentamente in tutto il mondo..
Grazie grazie grazie è la pura e semplice verità, come tante altre verità. Sono anni che si cerca uno sbocco in questa direzione ma il problema è culturale questo paese vive di passato e l'ultima innovazione risale a Leonardo. Come dici , puoi anche fare cover ma falle a modo tuo con la tua voce e con il tuo stile. Uno dei problemi fondamentali è che parecchi non tutti ma tanti si fermano dopo aver imparato brani di altri e riescono a produrre veramente poco sono bravissimi nelle cover così come l'originale ma poi finisce lì. E questo è avvilente.
@@fabiofrutti2279 no, le cover vanno bene e hanno sempre mosso tutto, ma l'imitazione come punto di arrivo, quello no.
Riflesso della qualità umana e culturale media degli italiani di oggi. Nessuna sorpresa. È come in politica, nelle professioni, nell'artigianato...
😞😞
Sei un grande😂!
@@musiclabel8332 🤣🤣
La cosa brutta è, anche, che non esiste quasi più musica degna di essere ascoltata da molti, troppi anni
@@mayo1958 ma quella forse c'è ma non la troviamo! 🤣🤣
In realtà è pieno di musica valida, per ogni genere, ma non bisogna aspettare che passi in radio, bisogna scoprirlo da sé.
Per il pop, "Quanti di spazio" di Gilberto e i Complici (lirica+rap+elettronica), o "Messiah" di Matteo Perifano (pop colto, ma lui lo definisce "punk viennese"). Se ti piace l'elettronica/world, Cemento Atlantico fa per te. Se ti piace lo stoner, gli Ubris. Se ti interessa la canzone d'autore, Roberta Giallo, ad esempio "Il canto della lavatrice" (senti che voce, la Kate Bush italiana). Per il prog metal, i Blacksmith Tales. Se ti interessa il folk, Eleonora Bordonaro ha realizzato un disco in lingua galloitalica, e ci stanno pure le buffe trombe dei sanfratellani. Ce n'è per tutti i gusti :D
Tutto palesemente vero ciò che dici. Credo che tutto ciò sia frutto del "ad ogni azione corrisponde una reazione" (aggiungerei "di sopravvivenza"), anche se l'unica volta in cui mi beccai un esaurimento nervoso in questa attività, fu proprio nel periodo in cui militavo in una band di musica totalmente originale.
🤣🤣
❤️❤️❤️
❤️❤️
Giusta osservazione ottimo spunto
🙏🙏
Buongiorno a tutti
Sicuramente è una concomitanza di fattori, ma tutto si traduce in ... è una questione di 💶 soldi !!!
Il locale non ci deve rimettere , la band non si muove se non viene pagata ecc ecc.
Il mio pensiero è:
Al gestere piace vincere facile , e capisco visto i costi del locale e del personale, ma così viene meno il rischio d'impresa.
I musicisti non sono piu disposti a suonare per il piacere di suonare , anche gratis se serve a fare gavetta e per farsi conoscere, meglio per entrambe le parti andare sul sicuro.
Io sinceramente dopo 30anni che suono e ascolto mi sono rotto delle cover band che oltretutto adesso da molte parti si paga per vederle , tuttavia anche nel mio piccolo ( avendo da un paio di anni cominciato a fare musica propria ) durante la serata devo inserire qualche cover perché è anche la gente che le vuole !!
Tutto è riconducibile al dio denaro
Sì infatti lo dico nel video, non voglio dare colpe a nessuno, però bisogna iniziare a prendersi delle responsabilità
adesso non sanno neanche cosa sia il rischio d'impresa, anzi direi proprio non sanno cosa sia il rischio e quindi ne quando sia tollerabile nella normalità ne quando sia totale scelleratezza. Si vede ovunque, dai localini che facevano scorta di lievito ad inizio pandemia sino a quelli col cervello pieno di supercaxxate in managment come Tavares che pretende di avere clienti certi prima di produrre qualcosa (però allo stesso tempo vuole sovvenzioni perché sì)
Verissimo, purtroppo questa è la dura verità. Sono d'accordo con te.
@@urlo7905 ☺️☺️
Cito Gaber: "quando saremo stupidi tutti allo stesso livello, la democrazia sarà perfetta".
Bel video, unica nota da rompi balle è la pronuncia di "Vaughan" che è "Von".
Io credo che i responsabili siano gli artisti che oggi non sono artisti, ma dei narcisisti di ritorno; mi spiego meglio.
Un tempo suonava chi aveva la vocazione, infatti praticamente tutti erano ottimi musicisti e alcuni dei geni assoluti. Con il cambiamento dell'industria identificato da Frank Zappa già nei lontani anni '80, le case discografiche hanno iniziato a non "rischiare più", il tizio pieno di soldi col sigaro che produceva la qualunque ha iniziato ad ascoltate il "giovane analista", da questo momento in poi è iniziato un percorso di decadentismo culturale musicale che ai giorni nostri è ormai distruttivo e imperante.
Il risultato sono pseudo artisti che suonano nella maggioranza dei casi per avere un ruolo sociale, visibilità. Il gusto degli ascoltatori di contro si è talmente appiattito che la musica è diventata il sottofondo del supermercato e quindi puoi cantare di merda e scrivere una canzonetta pop con tre accordi che va bene lo stesso.
La responsabilità è in gran parte di noi musicisti, dovevamo lottare per contrastare questo fenomeno, anche a costo di fare la fame o di non lavorare di musica
@@apostataccio assolutamente d'accordo sapessi quanti lavori ho perso perché non mi piaceva il contesto
@danielebazzani purtroppo è l'unico modo, anche perché stiamo parlando di arte fino a prova contraria e se l'arte la si chiude nei compartimenti stagni del marketing significa che si sta vendendo semplicemente un prodotto di consumo usa e getta. L'arte al contrario è immortale nella sua essenza
Ciao, recentemente ho comprato le versione della Torre di Babele di Edoardo Bennato con il CD dei concerti dal vivo del 1976/1977, le date di Palermo all'università furono funestate da contestazioni verbali e probabilmente anche fisiche, si sente Edoardo alquanto adirato e spazientito, all'epoca non era facile fare musica, eppure fiorirono i migliori cantautori
@@stefano.b65stef77 Ma sì sappiamo che dalle difficoltà spesso escono cose buone
Concordo con il tuo appello... tento una risposta, non ci sono più musicisti nel main strem e nei media. Penso che la caduta sia iniziata dpo gli anni '90, ma proprio anche in chi scriveva musica bene dagli anni 50 e 60, poi se li senti verso il 2000 non ci credi dalla differenza.
penso sia un problema culturale... forse sbaglio
Completamente d'accordo. Magari sarò off-topic: suono la chitarra in una band, principalmente cover riarrangiate (mi piace l'idea dello smontare e rimontare un pezzo), e NON vado a vedere le tribute band, direi perché mi piace vedere gli originali (quando ancora vivi). Ora, alla fine del 2023 mi sono reso conto che di una decina di concerti visti (a caro prezzo, ma questo è un altro tema), NESSUNO degli artisti aveva meno di 60 anni. Quindi ho deciso che quest'anno avrei visto artisti "nuovi", perché avevo bisogno io di una ventata di aria fresca, ma anche perché volevo contribuire, nel mio piccolo, a innescare il circuito virtuoso di cui parli.... Beh, nel 2024 non sono mai uscito a vedere un concerto. Per disperazione ho comprato il biglietto per Robben Ford..... Sicuramente dipende da me, sono fuori dal giro, non mi informo abbastanza, ma rifletto anche sul fatto che le occasioni affinché si acceda a fruire di musica nuova, creata, originale, non sono sufficienti. Forse una spinta in quella direzione aiuterebbe..... Grazie per i tuoi contenuti e i tuoi insegnamenti!
@@pierfrancescoricci3298 grazie a te di seguire il canale, capisco quello che dici e probabilmente è anche la nostra età che condiziona i ragionamenti che facciamo
Eh!io ne ho fatti 58 a settembre...il tuo è lo stesso mio pensiero (quotidiano)che mi pongo almeno da vent'anni a questa parte...e credo sia il chiodo fisso di molte persone anche molto piu' giovani di me...io continuo a suonare,dopotutto...anche se poi so' che suono perche la mia passione è sopra tutto e tutti,ma che in questo paesello la musica suonata sia finita gia' da un pezzo ci ho gia' messo un pietrone sopra purtroppo..da quando è arrivato internet la classe 60' (e non solo)è andata in crisi...ormai suoni in giro soltanto se hai dei followers...è cambiato tutto😢ciao da wolf da milano🎵🎶🍺🤘
@@albertwolfie dici che è solo un problema di noi vecchi mentre i giovani pensano ad altro?
I giovani non hanno vissuto l'era magica...quindi si adeguano.oggi il sogno è diventare influencer,ai ns.tempi diventare bravi.cred9 sia questa la risposta giusta,ahimè....
@@albertwolfie chi lo sa, speriamo bene, io ai giovani dò sempre fiducia a prescindere
@danielebazzani anch'io, anzi ci sono giovani molto piu' bravi di me quindi ben vengano!e cmq il livello tecnico individuale si è alzato parecchio in questi ultimi anni.auguri daniele,è stato un piacere 🤘🍺🎶🎵💪🙏😘❤️
@albertwolfie grazie piacere mio, il livello tecnico forse si è alzato ma probabilmente difettano altri aspetti
Giustamente, l'ambiente i luoghi e gli artisti come è stato per la swinging London, la Roma degli anni settanta, Genova, la Napoli degli anni 80, Bennato Daniele Troisi, solo per citarne alcuni, guardiamoci intorno ora...
@@giandomenicocaranfa1635 che momenti storici...
Grazie Daniele, purtroppo il tuo discorso è fin troppo chiaro e reale. Ed un po’ fa male. Ma sono d’accordo che B isogna alzare il sedere dal divano e suonare musica propria, la cultura politica italiana sicuramente non aiuta l’arte e soprattutto la musica. Ma qualcuno dovrà resistere. Anche se è difficile e faticoso. Bisogna influenzarsi e ascoltare musica diversa. E sono d’accordo con alcuni commenti, la musica che passa adesso è come il fast food che tutti correvano correvano e consumavano fast, di contro è nato lo slow food. Spero sia solo una moda e che passi. Le cose belle comunque restano sempre. Grazie ancora di aver condiviso i tuoi pensieri
non necessariamente musica propria, ma almeno cercare di essere un po' differenti dagli altri, Il problema è che se sei scarso non puoi farlo
💯
...stiamo attraversando una crisi generale che coinvolge anche la musica.
Basta vedere i talent come X Factor, dove ci sono dei ragazzi che basterebbe solo accompagnare in un percorso di crescita, ed invece vengono sacrificati ad uno spettacolo mediocre, dove chi li giudica, (..cantanti o pseudo tali più o meno famosi..) non distingue un fa da una sedia e li mortifica senza che se ne rendano nemmeno conto.
@@andros1961 un fa da una sedia... 🤣🤣
Quanno ce vo, ce vò. Concordo. È tutto molto triste.
:-(
ben detto Dan!
@@francescadefazi ❤️
C’è differenza tra artisti e musicanti.
@@kingdozerr eh già
È che per fare una programmazione di musica originale serve una serie di congiunzioni astrali non comune. Serve un locale con un gestore "illuminato", un direttore artistico che si faccia il "culo tanto" per cercare gli artisti con progetti interessanti e soprattutto un gran bu...fortuna nell'incontrare la gente. Un paio di volte in due locali della mia città è successo il giovedì al Clandestino e il mercoledì allo Zingaró...musica originale e locale imballonato di gente...ma è stato un po'di anni fa...
lo so bene e non esistono gli estremi né in un senso né nell'altro, però invece siamo in quella fase tutto da una parte
@@danielebazzanivero, dovrebbe esserci spazio per tutti, ma non c'è abbastanza pubblico.
Comunque le cover si fanno e da li si impara molto, tantissime band poi diventate famose erano agli inizi delle cover band.per affiatarsi vanno benissimo,ma per fare una grande band,ci vuole l'amicizia quella vera. Il resto sono chiacchiere ❤
d'accordissimo con te
Questo video è la risposta a un tuo collega che ha pubblicato un video affermando che certi gruppi "vecchi" dovrebbero pensare di ritirarsi. Ragione per cui l'ho cancellato da coloro che seguo. Grazie per il video. ❤
grazie a te in realtà non ho risposto a nessuno... ☺️
Togliere l'iscrizione soltanto perché qualcuno esprime un proprio pensiero, in modo educato e pacato. ?
Se non si condivide, si argomenta e si esprime la propria opinione in merito alla questione, censurare chi si ha difronte è la cosa più sbagliata che si possa fare, limitando la nostra stessa crescita.
Per mia esperienza, sono proprio le opinioni degli altri che non condividevo, che mi hanno fatto crescere
@@Rhapsody77. anche questo è vero
Lo so. Ma il tuo video costituisce almeno in parte una risposta alle stupidaggini di un tuo giovin collega.
ma quel video, del buon Claudio C. serve solo ad acchiappare like, si capisce subito che non ha nessun altro motivo 😂. Poi io sono d’accordo con lui…ma è comunque un video a scopo di lucro! 👍
Vita lunga a UA-cam, che racchiude anche tutta la musica passata che possiamo rivedere, i nostri Guitar Hero 🎸❤️ecc...perché oggi la musica è morta😔😔😔😔
@@andreapetris5642 ma no dai, solo ferita
@danielebazzani solo ferita? 😔😔😔
@@andreapetris5642 Ma sì c'è un sacco di gente giovane che fa musica, siamo solo un po' vecchi per capirla, ricordati che dei Beatles si diceva la stessa cosa
@danielebazzani Allora viva la Trap?😂😂😂😂😂😂😂
Mi sono chiesto spesso anche io perché non ci sia più da tempo alcuna possibilità di ascoltare musica dal vivo di qualunque tipo, che non sia di cover band. E mi sono chiesto anche del perché in altri paesi questo non accada. Ottime riflessioni, le tue. Grazie davvero. Credo che potrebbe esserci una parziale soluzione nell'autoproduzione, da parte dei gruppi ed artisti, di piccoli eventi live tramite i social. Potrebbe essere l'inizio di qualcosa?
@@mayo1958 è già così da anni, purtroppo
Quelli della mia generazione avrebbero voglia e qualche soldino da spendere per vedere gente del tuo calibro esibirsi dal vivo. Forse bisogna avere il coraggio di lanciarsi, chissà 😊
Esistono da noi i circoli (Arci ed altri) che hanno meno imposizioni economiche e potrebbero essere un buon punto di partenza
@mayo1958 in realtà molti locali erano associazione culturale per questo problema
Hai ragione da vendere e penso che qualunque artista che abbia un minimo di spina dorsale possa condividere le tue osservazioni, lucide e puntuali. Ma vedi, il punto è che non si dovrebbe nemmeno arrivare a fare certe considerazioni, visto che sono l'ovvietà del buon senso. Invece le ripetiamo, come una litania, anno dopo anno, senza che nulla cambi...se non in peggio. L'altro ieri ero al concerto di Jacob Collier, all'alcatraz di Milano e non ho potuto fare a meno di pensare a tutte quelle persone (la grandissima maggioranza) che non sapranno mai della sua esistenza e che non avranno mai i mezzi per poter eventualmente apprezzare il suo incredibile talento. Insomma, a godere della bellezza della musica ormai sono rimasti solo i musicisti e pochi altri. Di chi è la colpa? Di tutti quelli che, pur potendo fare qualcosa di buono per la musica, hanno preferito guadagni più facili, strade meno tortuose, rinunciando alla fatica che è alla base di un risultato onesto, abbracciando la mediocrità come un valore su cui investire, in una società decadente (di maschere e mestieranti) la cui nuova religione è il culto del banale e del volgare. Purtroppo, lo dico da musicista, siamo nel mezzo del tritacarne e non saremo noi a veder tornare il sole in questo senso: ci vorranno decenni per sotterrare lo schifo prodotto dai nostri contemporanei. Ciao!
@@liberaephonocratia7766 Sì lo so bene, questi discorsi li abbiamo sempre fatti, però almeno c'era qualcosa con cui confrontarsi, oggi o ti metti una parrucca e imiti qualcuno oppure sembra non esistere nulla.
3,20 mi hai fatto morire 😂😂😂
@@salvatorefederico7235 🤣🤣
Ricordo i sabato sera negli anni '90 al Big Mama a vedere Roberto Ciotti, Alex Britti, Lousiana Red il 31 dicembre ospite fisso, Bill Frisell, Roberto Gatto, Fabio Zeppetella, Umberto Fiorentino... Pagavi due lire, consumazione compresa, serate stupende... La vita del musicista in Italia è durissima, e lo era anche allora tanto che lo stesso Roberto Ciotti aveva più seguito a suonare in Africa che a Roma dove era nato e cresciuto (ragazzi, ma che pezzi stupendi ha scritto Ciotti??). Ma sicuramente all'epoca c'era molto più supporto per chi scriveva musica propria, questo è innegabile
E allora chissà quante volte ci siamo incontrati al Big mama, io con i bestaff ci ho suonato tutti i martedì per tre anni...
Per quanto sia condivisibile quello che dici, credo che sia un discorso adatto a 10 anni f: ormai anche i tributi tirano sempre meno in Italia, mentre vedo che questa moda sta prendendo piede all'estero.
Sono in parte d'accordo con te, ma in parte no.
Mi spiego: credo che uno dei problemi della musica sia quando inizia a guardarsi un po' troppo indietro, a vivere di nostalgia, cosa che non succede ai generi nuovi come la Trap.
Il Rock, il Blues, il Jazz, il Metal erano tutti generi d'avanguardia. Ma se fai una band che assomiglia troppo ai Led Zeppelin, io preferisco gli originali
d'accordissimo!
Sono un cosiddetto dopolavorista, ho suonato a Milano ( a pagamento distribuito ai musicisti ed il fonico mai per me perché vivo del mio lavoro ) sempre con formazioni diverse. Nel 2014 ho deciso di smettere di suonare, questo era dovuto alla scarsa attenzione da parte del pubblico, sì, suonavamo solo covers, ma brani ricercati non Vasco o Smoke On The Water ( esempi non certo per sminuire ). Quattro anni fa complice una serata di beneficenza ho ripreso lo strumento e ho esternato agli amici una mia idea : costruire uno studio dove portare avanti un mio progetto di concept album, avevo bisogno di collaborazioni perché da solo non ero in grado, io fornivo lo studio, alle 9 persone proposte davo gratuitamente l’uso della sala, dopo tre mesi sono rimasto da solo…..ho investito quasi 50000 euro per costruire questo ambiente. Ora sto registrando un CD di cover dei Boston per beneficenza al quale partecipano professionisti e non, produco un quintetto acustico femminile e nei ritagli di tempo lavoro al mio concept. Tutto questo per dire che anche se cerchi di costruire oggi un polo musicale dove ci si incontra e si suona e si crea non ottieni nulla. Mai la frase fare le perle ai porci fu più azzeccata. Ma io continuo perché in fondo ho raccattato poche persone anche se sono meno di quelle che pensavo con la mia idea di :” Hey io ho uno studio, faccio cose mie, se vuoi partecipare ti metto a disposizione GRATUITAMENTE lo studio per i tuoi progetti.” Questo ora vale solo per i pochi, per gli atri non vale più perché penso che quello che dici in merito al Texas non esiste più, però qualcosa appunto ho raccattato. Gli “altri” pagheranno perché anche qui non ho più voglia di investire tempo soldi ed energie. Buona Musica.
ti capisco, non è facile, purtroppo oggi con gli studi a casa si riesce a fare talmente tanto che viene meno lo stimolo...
Hai ragione, pensa che con una consolle da 40000 euro e microfoni Neumann alcuni musicisti volevano registrare in casa con i plugin e mandarmi i files…. Forse non hanno capito che io sono un appassionato ( non musicista) 1.0
@@ivanvernillo lo so bene perché anche io mi sono attrezzato per lavorare in questo modo, quanto sarebbe bello avere uno studio vero però
@@danielebazzani Comprendo, ti faccio una domanda: se partecipi a titolo benefico ad un progetto e sei di Milano ed hai a disposizione un fonico ed uno studio con hardware ed una decina di amplificatori per chitarra da scegliere alzeresti il culo per venire non dico a registrare se hai materiale che tu ritieni adeguato ma almeno per un saluto per vedere a chi stai dando il tuo lavoro?
@ivanvernillo dipende cosa riesco a fare da solo, il problema è capirlo!
🎉🎉🎉🎉
@@antoniotedde6125 😃
Purtroppo manca la cultura.
Cultura musicale e cultura in generale.
È un discorso molto lungo che non si può sintetizzare in un commento.
I locali sono gestiti da gente che non sa nulla di musica.I migliori locali , pochi, sono quelli gestiti da gente che ha calcato i palchi per il resto troppa gente improvvisata. La colpa inoltre è di chi pur di apparire si esibisce gratis.
L' ARTE va retribuita altrimenti nel locale metti i CD o accendi la radio.
esatto e paghi pure se metti i CD!
@danielebazzani precisamente!👏
se c'è la reincarnazione voglio rinascere Bazzani
@@marcobaldassarre8797 lol non te conviene
@@danielebazzanima mica come un cover ,come originale proprio!
@@marcobaldassarre8797 hahahahahha
Vabbè Daniele, io ho 68 anni e non ho mai scritto niente di mio, che faccio mi chiudo a suonare nella cameretta? Fin che mi diverto e finché qualche gestore mi chiama io vado, passo una bella serata e spero di farla passare ai presenti consapevole che non sono li per me ma per mangiare o bere qualcosa, la mia massima soddisfazione è quando il pubblico canta con me e per coinvolgerli a cantare debbo fare pezzi che conoscono
@@marcomonti2533 se hai ascoltato tutto il video ho detto proprio questo, ci dovrebbe essere spazio per tutti ma nella giusta misura, invece se oggi non fai l'imitatore non suoni proprio.
Hai ragione, le persone ascoltano solo Classic rock, oppure tributi ai grandi artisti. Interessa a pochi ascoltare musica nuova, o generi alternativi. E' come se non ci fosse più spazio, per qualcosa di nuovo, lo noto anche in base alle scalette delle radio. Per cui tutto l'underground intorno, di conseguenza si è adeguato a questa situazione di stasi artistica e culturale. Interessa andare sempre a colpo sicuro, senza ricercare qualcosa, al massimo ritrovare. Per non parlare poi, di quelle persone, a cui la musica suonata, non piace proprio. I gusti sono gusti, però almeno riconoscere in essa una forma di arte e cultura.
@@guitarcountryman esatto, spazio per tutti, ma tutti però.
Fare musica propria non è facile, richiede molto impegno. E comunque, da pochi giorni, ho dato vita ad una nuova band rivoluzionaria. I Trumps! Faremo una musica che si fonda sulla tradizione, ma che guarda anche al futuro e ci porterà dall'altra pare della Luna, anzi, direttamente su Marte. Facciamoci una risata.
:-)
Hai descritto le conseguenze di un evento. Toccherebbe partire dalle cause, che sono piuttosto chiare e riassumibili in un semplice ma rivoluzionario fenomeno. Se oggi viviamo in questa situazione è perché la musica è diventata marginale nella società (non assolutamente marginale, ma relativamente al passato). Perché? Perché nessuna arte fiorisce se gratuita o se povera. In altre parole, oggi si fruisce della musica incisa a gratis o con quattro spiccioli, perché la tecnologia lo ha reso possibile. Fino alla fine degli anni novanta, se volevi ascoltare un album, o te lo compravi oppure dovevi trovare qualcuno che lo aveva comprato per copiartelo (ma qualcuno doveva comprarlo). Quella massa abnorme di soldi arricchiva sì l'artista "popolare" in modo sfacciato, faceva sì comprare ville e ferrari a manager e dirigenti discografici (Ted Templeman, produttore dei Doobie Brothers, dei Montrose e poi dei Van Halen, già da giovane, impiegato alla Warner, aveva una Ferrari Daytona), ma generava anche una massa di soldi da reinvestire in musica, parte della quale di altissima qualità. Ergo si pagavano dei talent scout che andassero in giro nei locali per individuare artisti promettenti, metterli sotto contratto, fare album e fare soldi. Questo sistema consentiva a tutti di stare bene, compreso il pubblico, che in cambio di una cifra otteneva un fantastico lavoro artistico in cui la band era solo parte del pacchetto (dietro c'era un lavoro di gruppo di tanti uffici). Così è esplosa la musica dal dopoguerra alla fine del secolo. Grazie al connubio tra arte e commercio.
Alla fine degli anni novanta il giocattolo perfetto si è rotto. Con youtube possiamo usufruire gratuitamente di tutta la musica pubblicata. Con le piattaforme digitali, in cambio di quattro spiccioli puoi ascoltare tutto lo scibile (spiccioli sufficienti per far campare alla grande i proprietari della piattaforma, mentre all'artista va un pugno di riso). Questo sistema ha devastato l'industria discografica. L'artista pop riesce a sopravvivere ancora, perché collega la musica ad altre fonti di reddito che non siano le entrate derivate dalla vendita delle copie vendute. L'artista che ha fatto successo in passato ha ancora soldi per pubblicare e fregarsene del fatto che non vende copie. Tutto il resto è morto negli ultimi vent'anni.
Non è un problema di creatività, non è un problema di pigrizia, non è un problema di coraggio, non è un problema di scelte del pubblico o dei gestori o degli artisti. Il problema è uno: è saltato un modello di business remunerativo per tutti e l'arte musicale è diventata progressivamente sempre più marginale. E stiamo raccogliendo le macerie, anche se tanti non ne hanno compreso le cause. Ecco perché si vive di ricordi del passato e di riproduzione di quanto fatto nel passato: perché quell'arte musicale è stata l'età dell'oro, quando fluiva denaro in cambio di arte. Oggi si pretende arte in cambio di niente? Questo non può esistere e infatti nei libri di storia e di economia non ce n'è traccia.
@@francesco0185 Hai ragione e lo vado dicendo da anni però qui il discorso è leggermente diverso. non sto parlando di un intero movimento discografico ma di quello che succede nei locali, le due cose sono sicuramente collegate ma cercavo di mettere l'attenzione su qualcosa di un po' più tangibile e reale e vicino a noi. Resta il fatto che non cambierei una virgola di quello che hai scritto.
@@francesco0185 Fra l'altro in quello che descrivi tu anche così bene non c'è nessuna previsione di futuro, Io invece credo che si dicessero cose molto simili poco prima che arrivassero i Beatles o il rock n' roll.
@@danielebazzani Capisco, ma l'effetto è a cascata. Quando qualcosa diventa marginale c'è meno stimolo all'innovazione e diventa tutto meno importante, compreso ciò che accade nei locali. Oggi gente come Philip Sayce fa dei mini tour nei localini (approfittando del maggior numero possibile di festival) quando fino a qualche decennio fa avrebbe avuto una discografia ben pompata lungo tutta la filiera, dal momento iniziale (produttore, ingegnere del suono ecc.) alla parte finale (promozione e distribuzione). E se qualcosa genera successo (artistico e commerciale), altri sono stimolati sia a copiare tramite le cover e tribute, sia a creare novità. Ma se è marginale, il fiume si prosciuga e nei locali dominerà l'ovvio: la celebrazione del passato.
Comunque descrivo il passato e il presente. La speranza è che in futuro si ritrovi una forma di remunerazione dell'arte tale da ridarle anche centralità nella società. Ci credo poco (basta pensare a quello che accadrà con l'intelligenza artificiale, con la quale ognuno di noi giocherà a generare musica fittizia cucita sui propri gusti individualissimi) ma lo spero non tanto per me, che sto a posto così, quanto per le nuove generazioni.
@francesco0185 lo so purtroppo lo vedo benissimo da diverso tempo, bisogna prendere atto del fatto che il mondo sta cambiando e non sarà mai più come prima. però pensare che non ci saranno mai i nuovi Beatles o il nuovo Jimi Hendrix o il nuovo Beethoven Non credo sia possibile...
@danielebazzani I creativi non mancano e non mancheranno, ma non saranno al centro dell'attenzione né beneficeranno della macchina che ha aiutato tutti gli artisti celebri che abbiamo conosciuto. I Beatles senza George Martin e tutta la macchina non sarebbero diventati quelli che abbiamo conosciuto. Noi non solo non conosceremo ciò che qualcuno sarebbe potuto diventare con un opportuno supporto, ma dovremo pure andarcelo a cercare. Tradotto: ci dovremo accontentare di ciò che erano i Beatles ai tempi del Cavern di Liverpool e dovremo pure andare a pescarli nel marasma di nomi. E quindi avremo poche persone con cui parlarne. Io ad esempio cerco sempre artisti nuovi, quindi mi vengono in mente Philip Sayce, Marcus King, Christian Vegh, Eric Steckel, Simon McBride, e inseguo anche i loro cd (intanto che esistono ancora). Introvabili ahimé i cd di Matt Schofield.
Siamo stati anche relativamente fortunati: essendo nati nel XX secolo abbiamo vissuto l'età dell'oro musicale e abbiamo una quantità di gemme del passato ancora di scoprire, poiché non abbiamo ascoltato tutto (neanche lontanamente). Mi accontento così: scoprire del passato, cercare nomi nuovi da godermi, nei limiti di quel che riescono a fare. E mi godo le mie chitarre e i miei amplificatori!
che triste Verità... Purtroppo è proprio così
:-(
Questione complessa, annosa e, come dici tu, con concorso di colpa.
Innanzitutto, sfaterei almeno un po' il mito dell'estero come paradiso in terra per il musicista. A dire il vero, e si trovano anche qui un sacco di video per chi mastica BENE l'inglese, che da una quindicinna d'anni molti locali con musica dal vivo soffrono o sono stati chiusi in USA e UK, dove i compensi per i musicisti sono ridicoli (sentito l'altra settimana un jazzista: $100 me li davano anche 50 anni fa) e l'intera filiera affronta varie difficoltà, forse perfino peggio che da noi visto il monopolio di fatto che ha Live Nation e le sue controllate in ogni settore, dai biglietti, dalle infratstrutture al popcorn;). Parliamo anche di locali storici come Whiskey A Go-Go e compagnia cantante. Anche in ambito elettronica ecc. già anni fa a Berlino e in altri posti molti club e discoteche han chiuso. Tutte cose pre-pandemia.
Anche negli anni '60 e '70 i gruppi nelle balere facevano cover, poi bene o male son stati sostituiti dai DJ. Anche sulle navi le band suonano soprattutto cover, Milieri docet.
E non serve nemmeno ucire, qui su YT stessa i canali che fanno cover hanno cifre esponenzialmente superiori a chi fa musica originale, tranne rarissime eccezioni.
In generale, la gente non cerca la novità. Che poi, per vari motivi troppo complessi e lunghi per un commento su YT, sia la musica che il cinema negli ultimi 20 anni siano diventati una fabbrica di cloni più di prima, non ci piove. Ormai tutti in tutto dobbiamo essere immediatamente sostituibili, non per niente siamo nell'era dell'intelligenza artificiale e l'etichetta non ha interesse nella "personalità", figuriamoci il pub sotto casa.
Il pubblico dovrebbe mettersi in testa a) di pagare un biglietto per lo spettacolo come fa in altre mille occasioni e non di cavarsela con una birra, che incassa il locale e non la band. Hai un servizio, paghi. Altrimenti, poi non vantarti di pagare €1000 per Taylor Swift ma non ne cacci €5 per un complesso locale. Se vai in discoteca paghi, è giusto che tu paghi anche il duo jazz nel caffè storico o quello che è. Gà ti godi la musica gratis nel resto della giornata, la passione non deve essere un sostituto della paga. Anche al barista magari piace servire ma non apre il bar gratis. Perché il musicista sì?
b) Se X anni prima tutti avessero fatto come si fa ora, il gruppo o artista preferito di cui vai a vedere la tribute band, non l'avresti mai conosciuto perché non avrebbe scritto nulla se non la firma per le cambiali ;)
Augh! Ho parlato! :)))
@@DarkSideofSynth d'accordo su tutto e sottolineerei il fatto che se non c'è la musica dal basso a sostenere tutto, quella in alto sarà sempre peggio
@@danielebazzani Verissimo.
Il problema e' il vinile, e questo lo sai benissimo anche tu. A costo di scrivere un po' lungo, negli anni 70-80-90 ma anche prima, era il vero veicolo trainante della musica, cio' che muoveva camionate di Dollaroni, e che faceva alzare le chiappe ai procacciatori per farli girare nei locali in cerca di gente che sapeva scrivere e suonare veramente. Era tutto collegato, e finita l'era vinile, finito anche i giochi, siamo passati dai cd ma poi piu' ancor velocemente alla musica digitale in streaming, decretando la fine della vera musica nei locali e il forte interesse dei locali per la musica stessa. Oggi, si racimola gli spiccioli prendendo un tizio a caso, vestendolo bene e buttandolo per magari 2 mesi in pasto alla folla con due canzonette di poco valore che non rimarranno di certo nel tempo e nella storia ma facendogli credere il contrario, perche' comunque, ( e qui mi riferisco a questi nuovi cantanti musicisti ), per sapere se sei in gamba veramente, devi aspettare 40anni, e se per quel periodo la gente ti segue ancora, allora non sei diventato bravo, ma un vero Eroe degno dell'olimpo della Musica. Ma queste cose le sappiamo tutti bene o male, percio' godiamoci cio' che e' stato e andiamo avanti, in fondo anche noi come nel lontanissimo passato siamo stati fortunati, anche noi abbiamo avuto i nostri Mozart Beethoven e i nostri Bach contemporanei , percio' che dire, io me li tengo stretti continuando ad ascoltarli sempre speranzoso pero' in un cambiamento; un altro nuovo miracolo. ;-) Un saluto..
non saprei se collegare il vinile alla musica live ma è un punto di vista interessante, grazie!
La tua riflessione purtroppo non vale solo per la musica, ma abbraccia anche molte altre attività. Io ho percepito questo cambiamento con l'avvento dei social, dove se cerchi qualcosa la trovi solamente cliccando. Una volta dovevi applicarli, investire e studiare...un saluto.
@@sergiomolinari5262 ma è iniziato molto prima dei social...
Si son d'accordo anch'io con te . Per Quello che Ascolto io il mio genere sul tubo c'è un mondo chiaro va ricercato sulla musica dal vivo si e un po annullata io vivo a Novara e qua e il deserto dei Tartari a parti gli Eventi pii Blasonati. Penso però che attualmente alla gente non glie ne frega niente.Peccato. Pero mi cadono le braccia quando un Chitarrista come Mancuso venga Bastonato . Quindi Speriamo.......😂
speranza sempre!
a me però sembra che il problema sia legato anche al fatto che non sappiamo più tanto perché stiamo facendo 'sta roba che chiamiamo musica.
nel senso, a me pare che tutto poi converga alla sostenibilità economica: faccio bella musica solo se è remunerata, altrimenti sticazzi me metto la parrucca gli occhialoni e cerco di rimediare la pagnotta.
mi sembra un po' povera come scelta, se non altro perché la musica "bella" in definitiva è quella che riesce a essere espressiva, che risponde a criteri che monetari non sono.
dopodiché capisco l'esigenza per i musicisti di campare: che faccio, mi esercito a fare solo cose che poi ascolta un pubblico ristretto (e ovviamente qui il problema non è solo monetario, ma anche di riconoscimento: se piaccio solo a me e alla mamma qualche domanda sulla qualità della mia musica me la faccio)?
però questa situazione è anche l'effetto della professionalizzazione di un settore che non dovrebbe essere professionalizzato, cioè quello della cultura, perché fare cultura non può convivere con le esigenze di un'industria, mentre laddove ti professionalizzi non puoi che industrializzarti.
forse ci sarebbe da chiedersi se, l'industria culturale, che oggi sforna musica, libri, film e serie tv a catena ce l'abbia veramente un pubblico così grande da soddisfare. forse il problema non è tanto il pubblico pantofolaro, ma in realtà che il pubblico disposto ad ascoltare "bella" musica, e quindi in realtà anche in grado di riconoscerla, è piccolo, ed è sempre stato piccolo.
anche nei gloriosi anni 50 e 70, chi oggi ascolta i pink floyd, per la maggior parte, non lo fa perché se ne intende veramente di musica, o sa riconoscere un pezzo fatto bene da uno fatto male, ma ascolta i pink floyd perché quello andava di moda allora. tant'è che questi sono gli individui che sostengono che la musica contemporanea è in decadenza, quando in realtà a essere in decadenza (se di decadenza si può parlare) è il mainstream, ma non la musica tout court, che invece mi pare stia benissimo, se non che in realtà non è ascoltata da nessuno, ma questo è sempre stato così.
le forme espressive culturali non sono prodotti di consumo, men che meno di consumo di massa. il problema è che oggi c'è una sovrabbondanza di offerta di musicisti, alcuni bravi la maggior parte molto scarsi, per i quali semplicemente non c'è un pubblico a cui vendere le loro prestazioni e quindi il prodotto si svaluta: ma questo solo perché la musica è stato reso un prodotto.
è un pippone: in sintesi viva lenin e il comunismo abbasso il capitale.
ciao
@@simnoe ❤️
Credo che in Italia il locale che propone bella musica dal vivo, non possa esistere.
Non c'è una culrura radicata in merito, come vi è in ingilerra o negli USA, ma anche nei paesi nordici, con il metal.
Da noi la musica si guarda, non si ascolta.
Mio figlio: papà la chitarra elettrica va di moda tra voi vecchi ( ho 47 anni ), lo dice
seriamente.
Oltre al rock, che in Italia hanno sempre ascoltato in pochi, anche la musica leggera tipica di Sanremo, quella di qualità, ormai non esiste più. ( Tipo Lucio Dalla ad esempio ).
però i Maneskin sono un trio con la chitarra e un sacco di ragazzini stanno cominciando a suonre grazie a loro, il rock non muore! :-)
Venerdì ho avuto modo di assistere ad un live di un gruppo che suonava un genere tra rockabilly e punk morbido (scusa la licenza poetica). Tutti pezzi propri. Un paio di palle che non finivano più. Tecnicamente preparati ( a parte forse la voce) ma di un piattume compositivo esagerato. Questo per dire che se sai suonare come i Clash ma non hai la capacità di scrivere i pezzi come i Clash (o altri) suona I Clash cazzo che fai più bella figura. E il pubblico si diverte e ti segue più volentieri. Piuttosto che niente preferisco piuttosto. Anche se si tratta di una copia.
posso essere d'accordo, ma con questo ragionamento nessuno all'inizio è in grado di scrivere come i grandi, quindi nessuno lo farebbe e quindi non avremmo neanche i Clash
comunque il discorso era un po' più complesso di così
Cimunque l'italia è un paese morto musicalmente ,negli anni 80" 90" era uguale facevano suonare solo xhi faceva il genere di moda xhe andava in quel momento parlo dei locali....bisogna tornare al passato alle etichette indipendenti,alle fanzine ed uscire dai terreni del rock o pop business ❤
@@maustoreGotika la qualità musicale della musica dal vivo era piuttosto alta
non sono d'accordo, nei '90 facevamo una serata a settimana nei migliori locali della capitale con musica "originale". C'è da dire che eravamo forti e avevamo seguito. Per principio non sono mai andato a suonare gratis (tranne gli eventi di beneficenza), infatti ora suono solo a casa, ma sono contento così non essendo un professionista.
D'accordo su tutto aggiungendo direi anche il problema che si chiama SIAE che con la scusa di difendere i diritti d'autore perseguitano musicisti e gestori di locali.
anche questo è un problema si
Però mi piacerebbe capire una cosa nel campo della musica classica o sinfonica ce un direttore d’orchestra e dei musicisti che praticamente fanno cover di beethoven mozart ecc😂però quella è musica colta , come mai solo nel rock il tutto viene sminuito a cover band . Io ne ho anche sentite reinterpretare i brani con dei risultati buoni , lasciamo perdere quelle dove il cantante si trucca come l’originale..
@@claudioconti9513 assolutamente d'accordo viva le cover band tutta la vita, Ma non gli imitatori
Con questo argomento tocchi un problema estremamente sensibile per me: suonare nei locali come band non è più possibile ed i motivi sostanzialmente sono due. Primo i gestori oramai pagano una cifra ridicola per più musicisti per cui o suoni quasi gratis o non suoni; tanto col DJSet risolvono ugualmente. Poi , ma soprattutto, ai frequentatori dei locali della musica non importa niente: musicisti o radio sono la stessa cosa. Qui da vecchio musicista mi viene da dire: altrimenti non ascolterebbero il nulla attuale. E mi fermo qui.
si ma io credo ci sia ancora tanta gente che, se la musica fosse di qualità, riempirebbe i locali. Il problema è ilvello ormai infimo di quasi tutto.
@danielebazzani il discorso è molto più avanti rispetto a quello che pensiamo, ne potremmo parlare per settimane, mesi, anni ma non saremo in grado di cambiare le cose se non cambiando i nostri interlocutori.
Daniele Daccordissimo con te … allora .. dal mio punto di vista bisogna fare un distinguo tra tre situazioni .
1) La band inedita
2 la cover band
3 la tribute band
Ovviamente in tutti e tre i casi non prendo in considerazione nemmeno chi suona con basi .. a meno che non siano basi elettroniche funzionali a proprie creazioni .
Fatto questo distinguo va detto che :
- Esististono pochi locali che fanno suonare musica del tipo 1 , ma esistono. A questo proposito penso ( parere mio ) se sei un artista che propone musica inedita devi considerare che il tuo obiettivo principale è’ quello di suonare .. e non di guadagnare
Perché ? Perche ‘ come spesso accade i locali che propongono musica inedita saranno più di nicchia e gireranno meno soldi . Se hai musicisti stabilisci un budget che assicuri loro per lo meno . Se sei un professionista della musica sicuramente avrai altre situazioni musicali più propense al guadagno che non l esibizione di musica tua .
I locali che propongono i casi 2 e 3 esistono e in quel caso potrebbero avere seguito ed indotto economico e li’ sia da musicista che da fruitore preferisco le cover band alle tribute band . La differenza sembra sottile ma in realtà è’ sostanziale ed e’ data da un timbro artistico.
Esempio . Io , Mario Rossi posso fare cover di esempio … Battisti , dalla de Gregori boh ….. Ivan Graziani . Probabilmente il fan di Battisti non sentirà Battisti come si aspetta … il fan di Ivan Graziani pure , ma io Mario Rossi avrò cabtato cantato o suonato quei brani …. Faccio cacare ? Ok ma faccio cacare perché faccio cacare non perché non faccio sentire la copia esatta.
Sono bravo ? Ok ma magari lo sono perché , appunto, un determinato passaggio lo rendo personale … ecc … oppure sono bravo per altri motivi ma sono comunque io … che faccio dei brani … questo tipo di situazioni sono una bella possibilità .
Il tipo 3 e’ quello più gettonato e quello che ha più indotto .
Ho saputo che gruppi blasonati con dischi pagati meno che tribute band .
Questa e’ la realtà . Triste ma così fatta.
Probabilmente chi vive di musica potrebbe coltivare una situazione di tipo 3 ma la abbina ad altre .
Personalmente , non vivendo di musica non ho l esigenza di intraprendere una tribute ma credo nel concetto di cover band con aspetti di personalità definiti .
Credo anche che l aspirazione di un musicista ( soprattutto emergente ) sia quella di avere una scaletta che mischia inediti e cover . Così ho fatto dai primi anni 2000 ma i problemi sono molti perché chi ti deve affidare la serata non può ben “ classificarti “ per cui il tuo prodotto e’ ibrido e, a meno che tu non sia un nome .. puoi anche essere rimbalzato .
Il problema non sarebbe anche stato insormontabile . Quando giravano soldi in lire , il locale tipo faceva suonare il giovedì e il venerdì e il sabato .
Il sabato ad esempio le tribute
Il venerdì le cover più generiche
Il giovedì gli inediti .
Ovvio che il giovedì non facevi il bagno di folla ma comunque potevi suonare gli inediti . Cosa , che , personalmente mi soddisfaceva senza farmi rimpiangere il bagno di folla .
Adesso , con pochi live … sopravvivono solo il tipo 3 … questo e’ il male … il vero male .
Grazie Daniele della possibilità che ci dai di chiacchierare e analizzare la musica come gira oggi .
@@TITO-fd1bt bellissima disamina, grazie davvero
Credo che tutto dipenda dall'industria discografica che, per non rischiare, non investe più sugli sconosciuti. Così le band non suonano più a gratis, che era un modo per farsi conoscere. Il gestore non può rischiare di dover dare tutto il ricavo della serata alla band ed il pubblico, semplicemente, si trova a da ascoltare quello che passa il convento. Ad majora.
in realtà nel lavoro dei locali tradizionali l'industria discografica non c'è mai entrata
@@danielebazzani Dico indirettamente, perché se i discografici non pubblicano le novità, nessuno si arrischia a proporle
Caro Daniele hai detto talmente tante cose giuste, che per rispondere ci vorrebbero mesi…mi deprime sempre di più andare in quei pochi locali (cosa che faccio sempre meno), e vedere la gente eccitarsi (donne soprattutto) nel vedere l’ennesimo gruppo che suona “La canzone del sole” e “Alba chiara”…mi mette tanta tristezza! Mentre chi cerca di proporre musica, se non proprio originale, nuova, fresca, diversa subito a dire “che musica di m…che fai!”. Sarebbe più giusto e più bello se di fosse spazio per tutti ma, ahimè, è l’esatto opposto!😢Hanno fatto come a Cartagine…
per me ci dovrebbe essere posto per tutto, Non voglio negare il palco a nessuno, però purtroppo la maggior parte dei musicisti Oggi sono tagliati fuori. Sono sincero non vorrei solo musica originale nei locali perché non si sarebbe all'altezza di mantenere una programmazione decente, ma ci sarà una via di mezzo?
@ Sono assolutamente d’accordo con te! È giusto che si dia la possibilità di suonare a tutti, ma purtroppo non succede! Quelli strani siamo noi (io poi parlo della nostra piccola realtà - Sassari -) che cerchiamo di fare qualcosa di nuovo. Speriamo di trovarla questa benedetta via di mezzo.
@@FlesYm80 proviamoci!
Pensa in periferia! ( io abito a Sanremo !!! città della musica 😩) provate ad immaginare cosa gira x le strade : imitazioni non di Elvis, ma di sconosciuti cantanti(??) improvvisamente famosissimi , resi di colpo star grazie ai media assillanti ( radio TV nazionali e non !! ) Io mi spiace dirlo ma ho perso ogni speranza . Ciao
La speranza è l'ultima a morire, sempre!
Riflessione più generale: oggi si pagano 50-60 euro per i posti peggiori in un concerto di qualcuno poco famoso... Nel 2018 ho visto Steven Wilson all'Atlantico pagando circa 35 euro, il prezzo per il suo prossimo concerto a Roma (giugno 2025) in una" balaustra laterale con visibilità ridotta" è 75 euro + commissioni... Ci credo che alla fine andiamo a vedere le cover band, non perché siamo per forza dementi, ma perché sostanzialmente siamo poveri. E comunque penso che da musicista si possa acccettare il compromesso di proporre cover ben fatte di canzoni miste a pezzi propri, purché questi pezzi propri siano validi. Col passare del tempo le cover potrebbero diventare sempre meno
@@alessiograziani6355 purtroppo questo è uno dei problemi legati alla gratuità della musica on-line, l'unica fonte di guadagno rimasta per i musicisti sono i concerti.
Comunque è vero che la lingua madre è quella che ti esce naturale quando ti incazzi.
vero!
Musicista andato all'estero dopo il diploma di conservatorio. Quando mi confronto con la realtà italiana.si schermano dietro la Parola "lavoro" come se suonare con passione sia diventato un hobbie da fare a casa
Me :(
@@giampierogirolamo7134 🤣🤣
Sempre meno soldi, al massimo chiedono i trii per economizzare sulle spese e cover band che richiamano a colpo sicuro. Inoltre quando la mente della gente è iper spremuta dal lavoro, dai media e dai social non ha più energie e voglia di ascoltare nuove proposte.
lo so e so anche che a volte le nuove proposte fanno abbastanza schifo... non è un motivo sufficientemente valido a uccidere tutto però
Little Tony e Bobby Solo erano copie di Elvis alla spaghetti oggi sono colonne della musica italiana. Ancge nella classica come nel pop le copie ci circondano sono gli esecutori. Un pianista classico è una copia di qualunque grande artista del passato nessuno gli dirà sei una cover. Quando all'amore per un artista si aggiunge anche la parruca non vedo in quella persona un musicusta o cantnte meno musicista o cantante dell'originale. Tutti noi abbiamo indossato un costume che non eravamo noi, forse non ci hanno pagato ma eravamo tuttuno con noi stessi. Ii credo che le copie cover esattamente come i musicisti classici riproponono gli spartiri fedeli a se stessi e con questo propongino musuca ed è questo che importa la musica che sia un clown o un professionista non importa, quello che importa è cosa fischiettiamo quando torniamo a casa: la musica.
per essere un esecutore di musica classica devi essere un grande musicista, se ti metti una parrucca e fa schifo come canti, fa solo schifo come canti.
@danielebazzani credo che il problema sia la parrucca, se togliamo la parrucca, sia il musicista, non è detto debba essere un grande musicista tutti i laureati leggono spartiti ed interpretano ciò che l'autore ha scritto di fatto copiando, le giurie sono tignose e nei concorsi sono puriste "devi essere così". Le parrucche non sono solo quelle sulla testa ma anche la chitarra o la tastiera identica, le corde, il plettro, io suono con una moneta, gli effetti identici, è tutto quello che rievoca l'artista. La voce è uno strumento ci sono quelli bravi e meno bravi come i chitarristi e tutti lo saranno con o senza "parrucche". Personalmente le cover non le seguo perché quando si vuol essere uguali è non simili scatta il confronto, ma questo è anche un problema dei giganti, richard blackmore lamento di aver dovuto imparare a memoria alcuni solo perché i fan si lamentavano in quanto non cover del disco. La soluzione forse era una parrucca.
@micheledinapoli9370 si certo anche l'ambiente accademico è un casino, infatti certe cose sono molto criticate, però non paragoniamo un grande violinista classico a uno che finge di essere Elvis.
@@danielebazzani non era questo il senso ma dover eseguire come lo spartito richiede. Tu insegni che oltre lo spartito c'è l'artista, ora per molti di noi lo spartito è il disco, la musicassette, il CD, l'mp3 e i video, si cerca di "leggere" quello che ci arriva e la giuria non sono docenti ma il pubblico. un certo Giovenale diceva: panem et circenses, tradotto date al popolo ciò che desidera. In linea di principio sono d'accordo con te ma una parrucca per essere Elvis sarebbe troppo facile e credo che lo sappia anche chi la indossa, ma i ragazzetti almeno hanno modo di "sentire" qualcosa che forse non ascolteranno mai. Un abbraccio.
@micheledinapoli9370 ci sono i cd di Elvis, quello vero. 😃
Bravo, solo tribute band ovunque...quando si diventa troppo vecchi dentro si cercano solo le cose che ci piacevano in gioventù...non c'è stata crescita musicale e forse pure interiore....
quanta verità...
Il fatto è che con l'avvento di internet la musica e non solo è praticamente sparita.
dici? per me ha solo perso valore
LA VERITà È CHE NON C'è NIENTE DA CAPIRE IN ITALIA LA MUSICA NON PIACE PIù A NESSUNO O ALMENO QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE RICONOSCIUTO COME MUSICA!!
a molti piace ancora in realtà
ma infatti le cover non sarebbero neanche così drammatiche, è la tribute che io non ho mai compreso, il rifare i pezzi (o addirittura gli show) per filo e per segno. Ma del resto anche quello è una tendenza anche del mondo "pro", dove anche nei mega live ormai lo standard è replicare alla virgola il disco, mentre un po' di anni fa c'era il disco e la versione live (spesso molto più bella anche se meno "patinata").
@@filippo.scarsi verissimo, a volte invece di sentire un concerto sembra di ascoltare la radio con i grandi successi
Vai tranquillo, non c' è rimasto tanto spazio manco per quelli con la parrucca, tempo 10 anni e non esisteranno più strumentisti, fare il musicista sta già iniziando ad essere altro..
@@FabioBattistelliGuitar speriamo che tu sia in errore! 🤣🤣
Sono almeno venticinque anni che nei locali non si sente più niente. Anzi, non nei locali... Ma in generale... Il rock in un quarto di secolo non ha prodotto nulla o quasi nulla
@@gasparepellecchia eh mi sa che hai ragione
Anfatti basta,se semo rotti er...😅. Qualche piccolo locale ci prova,sono nicchie. Torneranno gli "Anticaia e Petrella" ? Spero di sì.
eh ...
La musica vera fa paura
@@MrAmacaman vero, soprattutto quella nuova
mah… sono buone riflessioni. avrei qualche però. uno è che tutti cercano il loro momento di successo, il loro applauso. chi cerca una sua strada magari trova la sua cosa nuova ma non incontra il favore del pubblico. ricordiamoci che di ottimi musicisti ce ne sono tanti, di musicisti di successo pochini anche perché successo e fama dipendono dal fatto che la tua arte incontri il favore del pubblico, pubblico che oggi sempre più vive del ricordo del passato più che del presente. A ruota arrivano poi i locali che ti fanno suonare per attrarre i clienti, e a ruota torna ciò che ho appena scritto. è un gatto che si morde la coda. per uscirne ci vuole a monte un pubblico disposto ad ascoltare persone sconosciute suonare pezzi sconosciuti, e saperli un po’ giudicare e un po’ apprezzare. ma esiste ancora un pubblico così?
Sì ma qui non si parla di successo, si parla della possibilità di suonare cose decenti e creare un movimento culturalmente valido
Ma chiederei a tutti:" che, valore ha la musica¿
@@ttrroommbboonnee immenso. ma non per tutti.
@danielebazzani e perché la gente no ne ha coscienza?
@danielebazzani c'è, gente che con la musica si disturba. Noi ammiriamo, ed abbiamo imparato, anche imitando, dei grandi, come chet Baker, ed altri. Suonato con musicisti Seri. Ma se oggi dici, ciò che hai appreso la gente ti ride dietro. Se puoi, se sei interessato, cercati una serie di trasmissioni che fece a Rai, condotte da Luciano Berio, se già non le conosci. Mi taccio.
Mah! Quello che mi viene in mente, una sciocchezza ma forse neanche tanto, è che se esco a sentire una Band, o anche se esco e basta, per tre medie chiare (è il mio minimo sindacale, se non devo guidare), caccio dai 15 ai 18 euri. Non posso proprio. Non so bene cosa significhi questo mio intervento, ma ho ragione, e i fatti mi COSANO! 🤣😂🤣
In effetti il tuo è un intervento abbastanza senza senso, ma forse avevi già bevuto più di tre medie chiare! 🤣🤣
partire con il distruggere la siae
@@GionniReiPlay 🤣🤣
Ma molti anche se tecnicamente bravi non sono in grado di fare musica propria...perche sino due cose distinte... e separate 😢
certo
Sarò molto banale. Nell’epoca del rap che diventa trap che diventa un pop cross over fritto misto (da tananai alla tipa che canta bum bum) tu da musicista navigato ancora ti stupisci che agli italiani non importi nulla della musica suonata? I 50 enni e 40enni hanno da fare coi figli che chiamano continuamente ‘amore’, i 30enni sono cresciuti con Calcutta, the giornalisti, molti cantautori sessantenni e David guetta, i 20 enni appunto con rap trap e tananai. Forse c’è da sperare negli attuali 10enni, che con l’AI diventeranno tutti dei grandi compositori
🤣🤣
Bella e purtroppo disperata riflessione. L'apice del delirio sono le persone che acquistano biglietti anche salati per i concerti delle tribute band "ufficiali" degli artisti di turno. Quindi chi ha roba originale da proporre crede che gli unici canali possibili siano i vari talent: X factor ecc. ecc.. e anche lì si cerca il successo istantaneo, immediato, senza nessun tipo di crescita o gavetta. E' saltata di netto la gavetta. Tutto male e subito. E' un cane che si morde la coda. Ma anche la coda non è sua
@@marcocorbino esatto, la gavetta è lo show
cominciamo a non far pagare ai gestori la (tangente) SIAE...cosa scandalosa tipicamente italiana
@@ctogno magari non in quella misura...
Le tribute band che scimiottano la star famosa le trovo davvero un po' tristi . Preferisco le cover band che riarrangiano brani conosciuti. Con il mio gruppo stiamo cercando di infilare qualche musica nostra in mezzo ai brani conosciuti. Improponibile ai locali solo musica di propria produzione
@@guidoligabue5767 lo so
Credevo che questo fenomeno durasse poco, invece dopo 25 anni ci troviamo gente xhe paga 50€ per vedere i finti Pink Floyd ( io non pagherei nemmeno per quelli veri, pensa te ..).
@@guydo anche io, all'inizio gli davo poco tempo...
Tu dici di dar fiducia ai giovani ma i giovani ascoltano la trap è finita l’era che ci si trovava nelle cantine a suonare ed era li che poteva venir fuori qualcosa di nuovo . Ora il cellulare la fa da padrone fra un pò nasceranno già con la mano a forma di smartphone. Gente che senza autotune è persa , musica che non si puó chiamare tale per forza che mi devo sempre ascoltare musica del passato
Sì certo messa così hai ragione, però i giovani sono tanti e non ascoltano solo quello, e magari un giorno le mode cambieranno E ascolteranno anche altro.
Eeeeeh ggggià.
❤️
Hai toccato il tasto dei tasti. Da tempo sostengo che se venisse introdotto il reato di esercizio abusivo della professione musicale sparirebbero in un secondo l' ottanta per cento delle tribute band dove tutti fanno altro nella vita per pagare le bollette. È un discorso culturale. Trovo molto più sensato restare a casa a sentirmi un album di un artista piuttosto che uscire per andare a vedere una copia . Programmi televisivi dove ormai tutti cantano tutto, locali che non danno spazio ai cantautori o band con loro repertorio, pubblico che ha smarrito il senso del saper ascoltare qualcosa di mai sentito ma almeno originale. È un discorso complesso ma mi pare di aver capito che hai fatto le stesse osservazioni che mi trovo a fare da tempo.
@@marcogallicantautore6724 🙏🙏
Sicuri che la musica originale sia davvero da presentare nel localetto sotto casa dove si va a far due chiacchere e due risate spensierate con gli amici?
Mi sa che oggi si sente la mancanza dei veri talent scout (colti musicalmente) che anni fa scovavano i talenti per poi finanziarli e lanciarli sul mercato e questo ruolo solo in parte (e male) è stato interpretato dai talent show della TV.
In ogni caso se non sbaglio anche i grandi del passato prima di essere tali nei locali si hanno fatto le ossa proponendo cover... d'altronde anche il colto jazz vive di "standard" che non sono altro che cover, idem la grande classica!
Le cover nei localetti sono un falso problema... piuttosto una grande parte della nuova musica che ci propone l'attuale mercato discografico è il vero problema.
infatti non ho parlato di cover ma di tributo con imitazione dell'originale. siano sempre benedette le cover band...
Purtroppo la realtà del suonatore è triste.. la gente preferisce altro, ai locali interessa solo il guadagno quindi va bene dj set, karaoke, duo acustico, piano bar.. insomma tutta roba inascoltabile.. non conviene più investire tempo, energia, risorse per studiare musica.. le cose purtroppo cambiano..
@@MrRioGomes Io però non mi rassegno...
@ ti capisco.. personalmente paradossalmente adesso mi sto divertendo di più.. perché non me ne frega niente e quando mi capita una serata con la mia band mi diverto alla vecchia maniera.. strato, bandmaster black face e pedali.. e vaffanc.. non mi svendo più..
@@MrRioGomes lo so, io però ci dovrei lavorare e non è così semplice...
Condivisibile, ma non completamente, visto che l'Italia NON è più "il paese della cultura" da parecchi anni. Secondo me, da quando le masse hanno deciso di spegnere il cervello, guardando troppo la TV e divenendo dipendenti dal proprio smartphone. Spesso, ti trovi sottopalco quei trogloditi/drogati che, anziché godersi un concerto, che sia di cover, o musica originale, si fanno gli autoscatti, o i videogiochi, o leggono le ultime minkiate sul calcio. A testa alta, posso dire di non possedere smartphone (uso solo il PC e da casa) e di avere spento, completamente, la TV 15 anni e l'unico rammarico è non averlo fatto prima. Sarò uno su un miliardo, ma vivo meglio, ciao!
Jiji il menestrello
hai ragione anche tu
Cos' hai contro i videogiochi ?
Hanno trasformato le masse in automi lobotomizzati che non sanno più apprezzare cultura, senza smanettare con il loro "giocarello". Una generazione di drogati da tecnologia.
forse è persino piu redditizio suonare per strada ahahah,almeno li suoni quello che vuoi e se non ti vogliono ascoltare prendono e se ne vanno,scherzi a parte capita spesso di sentire cose originali per strada per esempio nei pressi del colosseo
@@aspirine405 quindi decretiamo la fine proprio
Manca un movimento culturale. Scendi in strada a suonare buona musica
@@albertocaraceni871 eh no, in strada no.
Buongiorno Maestro,le chiedo,e un problema prettamente italiano??oppure e tutta Europa colpita dalla mediocrità della catena musicale?produttori,musicisti e pubblico compreso?
@@carrabusa so che succede anche all'estero non so in che misura però
Il problema e' uno solo e viene dall'alto.. la musica suonata con una chitarra basso e batteria non e' quasi piu nel mainstream da vent'anni a parte qualche rarissima eccezione.. quindi non c'e musica nuova da suonare.. io ho smesso per quello tra le altre cose
oddio poi i Maneskin fanno tour mondiali...
@@danielebazzaninon hai capito il punto ma ok.. secondo.. band come i maneskin sono quante due tre nel mondo? e cmq non hanno un repertorio che puoi andare a suonare nei pub.. negli anni 70 80 90 uscivano classici di band tipo rem nirvana pearl jam police direstraits pink floyd rolling stones u2 rage lenny kravitz.. senza contare le one hit single delle band anni 2000 tipo blink 182 e similari.. decine di band e artisti di cui potevi suonare le hit nei locali.. ora cosa vai a suonare?