Maria Valtorta - Quaderni - 4 novembre 1943: Le anime non hanno bisogno di scienza, ma di luce

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  • Опубліковано 26 сер 2021
  • Maria Valtorta - Quaderni - 4 novembre 1943: Le anime non hanno bisogno di scienza, ma di luce
    Riguardo al desiderio che lei ha, che io le dica ciò che conoscevo della Sacra Scrittura, le posso formalmente assicurare di conoscere unicamente i 4 Vangeli. Quelli li conosco a memoria e da anni. Ho poi letto una volta, 13 o più anni fa, il Cantico dei Cantici e in una edizione protestante, che poi ho consegnato all’allora parroco di S. Paolino: Mons. Guidi, ora defunto. Ho letto, in un libro di coltura, i Proverbi di Salomone. E la mia conoscenza si finisce lì.
    Leggere la Bibbia è per me come camminare in un mondo sconosciuto e che mi rimarrebbe impenetrabile, perché per conto mio ne capisco solo il significato superficiale e quello che mi commentano le annotazioni in calce alle pagine, che, rilevo, sono diverse da quelle che mi dà il Maestro.
    Quando ero a scuola, mi avevano fatto studiare la Storia Sacra su un piccolo testo adatto alla nostra età fanciulla, e lei sa come sono quei testi: ridotti ai minimi termini. Ricordavo i punti salienti, più nomi che fatti, e confesso che, se eccettuo Adamo, Abramo, Esaù, Mosè, Lot, Rut, Ester e pochi altri, non ricordavo più nulla. Un bell’asinello, non c’è che dire! Del Nuovo Testamento, poi, conoscevo, oltre i Vangeli, quei brani riportati nelle epistole e basta.
    Anche ora che ho la Bibbia a disposizione, perché lei ci ha pensato, non sono andata, e per ordine soprannaturale, oltre Ester. E le confesso che molte e molte pagine dei Re e i Paralipomeni mi hanno fatto dormire, mentre Tobia mi è piaciuto molto. Dopo, il Maestro mi ha tanto presa che non ho potuto andare avanti ordinatamente, tanto che sono incagliata al 13° capitolo di Giobbe. Il resto, tolto nei punti che il Maestro di volta in volta mi spiega, è per me parola ignota.
    Ripeto che nei giorni in cui Gesù tace ed io lo invito, con la confidenza dell’amore, aprendo qua e là il Libro, non mi fermo neppure a leggere. Guardo un punto e se sento che Gesù dà segno di parlare bene, e se no apro altrove finché parla. Se dopo tre o al massimo quattro tentativi, in punti diversi, aperti a caso fra le 1838 pagine del Libro, capisco che non vuole parlare, mi rassegno e leggo per conto mio dal punto dove sono rimasta e che ora è la pagina 729.
    Più dettagliata di così non potrei essere e più ubbidiente. E lo sono stata fra molti ostacoli, che vanno dalle continue interruzioni alle vertigini causate dal mio stato trovato ieri molto grave dal medico. Lo stato polmonare e del cuore è degno di tutti i timori umani. Di tutte le gioie soprannaturali, per me.
    Lo so che ho polso debolissimo, filiforme, aritmico, depressibile. Lo sento. Non per niente sono stata infermiera. Lo so che la paralisi mi può prendere da un minuto all’altro. Lo so che vertigini e collassi sono dati da anemia cerebrale e atrofia cardiaca. Lo so che respiro con solo metà polmone a sinistra e che a destra è come se il polmone fosse un ramo secco. So tutto. Ma queste sono le mie ricchezze e le fonti della mia pace.
    Per il passato mi affido alla Misericordia di Dio. Per il presente mi affido al suo aiuto. Per il futuro mi brilla come sole giocondo la prospettiva di andare presto da Colui che amo. Perciò ogni aggravamento non ha tocco funebre, ma suona come campana a festa annunciandomi l’approssimarsi della mia entrata nella Vita.
    4 novembre, ore 9,30 (dopo aver finito di scrivere le mie impressioni)
    Dice Gesù:
    «Hai detto bene. È masticare della paglia, ed Io voglio che tu ti nutra di grano schietto. La paglia non nutre, empie senza nutrire. E così è di molta scienza.
    Quello che è sempre un pericolo in ogni scienza, è addirittura pernicioso quando è scienza delle cose di Dio. Ma è così, ormai. I dottori della scienza sacra dimenticano troppo di che trattano, a servizio di chi sono e di quali potenze parlano. Dimenticano anche a chi parlano e le conseguenze del loro insegnamento che, come onde, si ripercuotono al largo dopo aver colpito direttamente i primi che li leggono. Potrebbero esser “luci”. Sono fumo che vela la luce anche dove è.
    Amano fare sfoggio di erudizione umana. In verità ti dico che, se è più facile che passi un cammello per una cruna che non un ricco si salvi, ancor più difficile sarà che un ecclesiastico umanamente dotto, o chiunque tratta di cose di religione con scienza umana, si salvino. Non solo avranno a rispondere per essersi satollati, empiti fino a traboccarne, di umana erudizione, negando il posto e espellendo da sé quanto è scienza santa, ma dovranno rispondere dell’incalcolabile male che hanno fatto ad altri, cominciando dai loro confratelli per scendere ai semplici fedeli e ai semplici uomini.
    In verità ti dico che la luce che innimberà la fronte di un umile credente, che sa dire unicamente le sue orazioni senza altre vertigini di coltura, farà arrossire di vergogna costoro, che come Epulone hanno voluto tutti i cibi sulla loro mensa dimenticandone uno solo: quello della carità....

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