Lo dite voi a Dio che non può esigere nulla? Ovviamente non siamo più una società agricola e di pastori in genere, bensì oggi è tutto basato sulla moneta, quindi il discorso va quantomeno adattato al tempo odierno secolarizzato. Ricordiamo anche che la religione in Israele coincideva con gli affari di stato, mentre oggi il mondo in cui il credente vive non ha più Dio come sovrano, purtroppo, quindi bisogna adattarsi un attimo al contesto odierno, pur non dimenticando decime e offerte in sé quale sostegno alla chiesa. Ma perché il comando divino non varrebbe più? Non è stato abrogato, quindi, come il santo sabato, prosegue tranquillamente. Ciò che non è stato abolito non ha bisogno di una nuova promulgazione. Dopotutto, decime e offerte hanno il loro fondamentali perché. Poiché i predicatori del Vangelo vanno sostenuti e così la propria comunità che organizza gli aiuti spirituali e materiali verso i bisognosi, è sacro restituire la decima come mezzo di sostegno; è un dovere verso Dio e verso il prossimo, anche se di fatto non si deve obbligare nessuno. Noi avventisti, infatti, non sindachiamo nessuno in comunità e vi sono avventisti che infatti non versano alcuna decima. Al massimo il pastore può fare un sermone allusivo per incoraggiare una volta l'anno i fedeli a ricordarsi del sostegno alla chiesa, ma nulla di più. Le offerte sono libere, ma la decima ricordiamo che è ovviamente commisurata e vale anche per i credenti poveri, senza ipocrisia, ma con amore e coerenza; se hai 100, dai 10, mentre se hai 10, dai 1; non c'è scritto che il povero sia esentato, bensì ognuno restituisce in base a quanto dispone. Oltretutto, nella Bibbia Dio denuncia le rapine che subisce dai disubbidienti anche riguardo le offerte, non solo la decima. Offerte libere sì, ma purché ci siano. Secondo me chi ci gira tanto attorno ha il braccio corto e non si fida di Dio, che invece promette benedizioni e comunque ci richiama all'ubbidienza. Nella vita ho visto che chi non restituisce la decima nemmeno aiuta il prossimo, perché il sentimento dietro è lo stesso: egoismo. Gesù è già lui il nuovo patto, già mentre era in vita e il suo è l'esempio per eccellenza che pone davanti a tutti noi. Ovvio che non serve sacrificare agnelli oggi, ma la legge morale tocca anche il sostegno economico alla chiesa. Nel rimproverare i farisei, Gesù precisò che, pur recuperando giustizia, misericordia e fede, le altre cose (decime e offerte) non andavano trascurate. E poi il cristianesimo è rinunciatario. Non lo sapevate forse? Gesù nacque in una mangiatoia non sua; morì su del legno non di proprietà; fu seppellito nella tomba di un amico e visse senza una pietra su cui posare il capo. E' o no il nostro modello? Poiché chi opera nel giusto spirito dona bene, crediamo forse che il Signore se ne dimentichi? E' scritto "beato colui che si prende cura del suo prossimo, perché nel momento della sventura sarà soccorso". L'Apostolo Paolo protesta quando non gli viene riconosciuto il sostentamento dedicato a chi serve nel tempio e alla causa di Dio e precisa che il lavoro a cui lo costringono toglierà tanto tempo alla sua opera evangelistica; accetta il fatto solo per spirito di pace, ma aveva ragione lui e avrebbe dovuto usufruire degli aiuti del caso. Non fu mai abrogata tale usanza. Anche in ciò vediamo tale pratica mosaica ancora valida. Solo i simboli della croce erano per un tempo, cioè i sacrifici, ma decime e offerte sono nella legge morale: "Non rubare! Non concupire! Non avere altri dei!". Al Sinai la legge fu ripetuta, esaltata, solennizzata e resa norma in occasione della rinascita e istituzionalizzazione di Israele, ma la legge esisteva già prima del mondo; Lucifero fu il primo a trasgredirla. Adamo ed Eva non erano ebrei, bensì i primi uomini, eppure anche loro trasgredirono. Il santo sabato, che è nel decalogo, sta anche già alla creazione. Caino trasgredì il comando di non uccidere; Giacobbe trasgredì il comandamenti di non mentire, non concupire e di onorare i genitori; idem tutti i nemici di Dio già prima del Sinai. Senza legge non ci sarebbe trasgressione né peccato. Non si possono servire Dio e il danaro. Il bene si fa in privato, d'accordo, ma il cristiano ha anche la parte di vita pubblica in comunità e lì è tutto normalmente alla luce del sole. Di Abramo si cita un solo episodio circa la decima, madubito che fosse una cosa isolata. Fra il fatto che la desse regolarmente e il fatto che non la desse praticamente mai, ha più senso la prima, tanto più che la pratica risulta ricorrere fra le generazioni (vedi anche Giacobbe fuggitivo). La fede in Dio è una "filosofia" del fare e dare, non del non fare e non dare, quindi ha più senso che la decima fosse ben più che un caso isolato e la Bibbia ci mostra che era appunto in uso già secoli prima della nascita di Israele. Sì, tanto vale non dare niente se lo si fa di cattivo umore, ma, dato che si ha facoltà di dare imparando a farlo con amore, trattenere decime e offerte è ingiustificato. Occhio poi al conto che Dio chiederà ha chi non avrà fatto opere di fede in coerenza col il proprio credo. Salvati per grazia, ma giudicati dalle opere di fede che dimostrano coerenza concreta. La decima non è mezzo di salvezza, ma certo è un termometro che misura se la nostra è una fede genuina o di facciata. Non dare è già sbagliato di per sé; vuol dire che in quell'anima già c'è qualcosa che non va e parte col piede sbagliato. Quando Israele rispettava tutti i precetti, Dio lo benediva e il popolo stava decenni in pace e in abbondanza. Poiché Dio non cambia, ciò vale anche oggi. E' Cristo che ha fondato la chiesa e la ama, quindi andarle contro equivale a ribellarsi a Dio. La chiesa ha bisogno di sostegno; E' una realtà che fin dal primo secolo si è data un'organizzazione e dei fondi comuni per le varie attività: Fondare seminari di teologia, fare mercati e mense per i poveri, organizzare gli scout, donare bibbie, costruire anche da noi e mantenere le chiese costa, le bollette vanno pagate, costruire pozzi, ospedali, scuole e cappelle in paesi poveri e colpiti dalla guerra ha molti costi; etc etc. La chiesa, specie nel mondo complesso di oggi, non può vivere solo di volontariato. C'è anche quello, ma non basta. Quando Cristo chiama, si aspetta ubbidienza senza discussioni, mentre noi in genere facciamo come Giona. "Miglior cosa è il dare che il ricevere! Dai e ti sarà dato!". Con Dio non si scherza e Dio promette di colpire di maledizione chi gli nega ciò che è suo di diritto. "Dio ha tanto amato il mondo che gli ha donato il suo unigenito figlio" e noi che diamo a Dio? Certi nemmeno danno il minimo. Chi la fa tanto lunga non ha fede, c'è poco da divagare, perché la fede esegue e non discute. Chi non da, non ama. Noto molti che tentano di dividere l'amore dalla generosità economica... Curioso e triste, ma rivelatore di certi sentimenti. Vorrebbero amare Dio senza aiutare a sfamare le attività di evangelizzazione e vorrebbero amare il prossimo senza sostenere attivamente la comunità, salvo poi lamentarsi se la chiesa può fare poco e finiscon Li conosciamo i furbetti stile Anania e Saffira, che fingono di dare con amore e intanto bestemmiano Dio e disprezzano l'assemblea. Sono gli stessi che si lamentano senza mai aiutare la comunità a migliorare e che, dopo un pò, abbandonano direttamente la chiesa, ritenendosi cani sciolti, ma somigliando molto più a cani randagi. Non solo non ho mai visto Dio abbandonare un credente onesto e coerente, ma al contrario; ho visto Dio benedirlo e aiutarlo nel bisogno, sempre. Il fatto che in chiesa vi siano persone che peccano è una scusa ricorrente di bassa lega, tipico di chi non si scalmana altrettanto se si tratta di adulterio o pettegolezzo, ma solo quando si tratta dei "propri" soldi. Gesù sapeva già che la chiesa avrebbe avuto problemi e falsi fratelli, ma l'ha fondata lo stesso e ci dice di crescere in essa quale parte integrante attiva. Siamo tutti malvagi e solo Dio è buono, quindi basta con le classifiche dei peccatori! Siamo sempre soggettivi nei nostri umani giudizi. Se Gesù ragionasse come noi ottusi egoisti, non sarebbe nemmeno sceso in Terra per salvarci, poiché tutti quì siamo peccatori e ogni tot ore ripecchiamo in qualcosa, quindi non mi venite a parlare di peccatori, altrimenti bisognerebbe chiudere direttamente le chiese a prescindere, suicidando la buona organizzazione evangelistica e le cose sane che le comunità fanno, perché ne fanno anche di buone, non solo di sbagliate. Se non si da fiducia, nemmeno la si riceverà e tutto si autodistruggerà come vuole sempre il diavolo. Invece di demolire tutto per un pò di avidità personale, vediamo di diventare generosi e fiduciosi in Dio con unsione e salviamo la situazione. Solo così si cresce e migliora. Gesù ci invita a ricevere il pane necessario e Paolo ci ricorda di essere contenti di mangiare e coprirci con semplicità. Chi è avaro concupisce e cade in laccio, rovinandosi la vita. Tanti che non danno la decima sono anche cattivi amministratori e non sanno vivere ordinatamente, avendo debiti e bilanci di famiglia disastrosi. Chi nega la decima a Dio, la dona al diavolo con sigarette, alcolici, lotterie, crapule, frivolezze e altre vanità che perdono l'anima. "La mia casa è in rovina, mentre ciascuno di voi corre in pena per la propria casa". A questa gente ricordo che a volte nella vita ci viene anche richiesto di morire per Cristo (vedi le persecuzioni romane e papali). Se ci si preoccupa con tanta pena della decima perché si preferisce trattenere invece di amare Dio, che si farà davanti alla minaccia di morte? Per approfondire biblicamente consiglio le 4 puntate UA-cam del pastore Domenico Visigalli su decime e offerte.
Ma ne anche nominare la decima e ne anche a carezzarla.
La decima non c'è la impone nessuno, ma, sé c'è la date non ci dispiace, decime, offerte in denaro, dove e scritto nella Bibbia?
Lo dite voi a Dio che non può esigere nulla? Ovviamente non siamo più una società agricola e di pastori in genere, bensì oggi è tutto basato sulla moneta, quindi il discorso va quantomeno adattato al tempo odierno secolarizzato. Ricordiamo anche che la religione in Israele coincideva con gli affari di stato, mentre oggi il mondo in cui il credente vive non ha più Dio come sovrano, purtroppo, quindi bisogna adattarsi un attimo al contesto odierno, pur non dimenticando decime e offerte in sé quale sostegno alla chiesa. Ma perché il comando divino non varrebbe più? Non è stato abrogato, quindi, come il santo sabato, prosegue tranquillamente. Ciò che non è stato abolito non ha bisogno di una nuova promulgazione. Dopotutto, decime e offerte hanno il loro fondamentali perché. Poiché i predicatori del Vangelo vanno sostenuti e così la propria comunità che organizza gli aiuti spirituali e materiali verso i bisognosi, è sacro restituire la decima come mezzo di sostegno; è un dovere verso Dio e verso il prossimo, anche se di fatto non si deve obbligare nessuno. Noi avventisti, infatti, non sindachiamo nessuno in comunità e vi sono avventisti che infatti non versano alcuna decima. Al massimo il pastore può fare un sermone allusivo per incoraggiare una volta l'anno i fedeli a ricordarsi del sostegno alla chiesa, ma nulla di più. Le offerte sono libere, ma la decima ricordiamo che è ovviamente commisurata e vale anche per i credenti poveri, senza ipocrisia, ma con amore e coerenza; se hai 100, dai 10, mentre se hai 10, dai 1; non c'è scritto che il povero sia esentato, bensì ognuno restituisce in base a quanto dispone. Oltretutto, nella Bibbia Dio denuncia le rapine che subisce dai disubbidienti anche riguardo le offerte, non solo la decima. Offerte libere sì, ma purché ci siano. Secondo me chi ci gira tanto attorno ha il braccio corto e non si fida di Dio, che invece promette benedizioni e comunque ci richiama all'ubbidienza. Nella vita ho visto che chi non restituisce la decima nemmeno aiuta il prossimo, perché il sentimento dietro è lo stesso: egoismo. Gesù è già lui il nuovo patto, già mentre era in vita e il suo è l'esempio per eccellenza che pone davanti a tutti noi. Ovvio che non serve sacrificare agnelli oggi, ma la legge morale tocca anche il sostegno economico alla chiesa. Nel rimproverare i farisei, Gesù precisò che, pur recuperando giustizia, misericordia e fede, le altre cose (decime e offerte) non andavano trascurate. E poi il cristianesimo è rinunciatario. Non lo sapevate forse? Gesù nacque in una mangiatoia non sua; morì su del legno non di proprietà; fu seppellito nella tomba di un amico e visse senza una pietra su cui posare il capo. E' o no il nostro modello? Poiché chi opera nel giusto spirito dona bene, crediamo forse che il Signore se ne dimentichi? E' scritto "beato colui che si prende cura del suo prossimo, perché nel momento della sventura sarà soccorso". L'Apostolo Paolo protesta quando non gli viene riconosciuto il sostentamento dedicato a chi serve nel tempio e alla causa di Dio e precisa che il lavoro a cui lo costringono toglierà tanto tempo alla sua opera evangelistica; accetta il fatto solo per spirito di pace, ma aveva ragione lui e avrebbe dovuto usufruire degli aiuti del caso. Non fu mai abrogata tale usanza. Anche in ciò vediamo tale pratica mosaica ancora valida. Solo i simboli della croce erano per un tempo, cioè i sacrifici, ma decime e offerte sono nella legge morale: "Non rubare! Non concupire! Non avere altri dei!". Al Sinai la legge fu ripetuta, esaltata, solennizzata e resa norma in occasione della rinascita e istituzionalizzazione di Israele, ma la legge esisteva già prima del mondo; Lucifero fu il primo a trasgredirla. Adamo ed Eva non erano ebrei, bensì i primi uomini, eppure anche loro trasgredirono. Il santo sabato, che è nel decalogo, sta anche già alla creazione. Caino trasgredì il comando di non uccidere; Giacobbe trasgredì il comandamenti di non mentire, non concupire e di onorare i genitori; idem tutti i nemici di Dio già prima del Sinai. Senza legge non ci sarebbe trasgressione né peccato. Non si possono servire Dio e il danaro. Il bene si fa in privato, d'accordo, ma il cristiano ha anche la parte di vita pubblica in comunità e lì è tutto normalmente alla luce del sole. Di Abramo si cita un solo episodio circa la decima, madubito che fosse una cosa isolata. Fra il fatto che la desse regolarmente e il fatto che non la desse praticamente mai, ha più senso la prima, tanto più che la pratica risulta ricorrere fra le generazioni (vedi anche Giacobbe fuggitivo). La fede in Dio è una "filosofia" del fare e dare, non del non fare e non dare, quindi ha più senso che la decima fosse ben più che un caso isolato e la Bibbia ci mostra che era appunto in uso già secoli prima della nascita di Israele. Sì, tanto vale non dare niente se lo si fa di cattivo umore, ma, dato che si ha facoltà di dare imparando a farlo con amore, trattenere decime e offerte è ingiustificato. Occhio poi al conto che Dio chiederà ha chi non avrà fatto opere di fede in coerenza col il proprio credo. Salvati per grazia, ma giudicati dalle opere di fede che dimostrano coerenza concreta. La decima non è mezzo di salvezza, ma certo è un termometro che misura se la nostra è una fede genuina o di facciata. Non dare è già sbagliato di per sé; vuol dire che in quell'anima già c'è qualcosa che non va e parte col piede sbagliato. Quando Israele rispettava tutti i precetti, Dio lo benediva e il popolo stava decenni in pace e in abbondanza. Poiché Dio non cambia, ciò vale anche oggi. E' Cristo che ha fondato la chiesa e la ama, quindi andarle contro equivale a ribellarsi a Dio. La chiesa ha bisogno di sostegno; E' una realtà che fin dal primo secolo si è data un'organizzazione e dei fondi comuni per le varie attività: Fondare seminari di teologia, fare mercati e mense per i poveri, organizzare gli scout, donare bibbie, costruire anche da noi e mantenere le chiese costa, le bollette vanno pagate, costruire pozzi, ospedali, scuole e cappelle in paesi poveri e colpiti dalla guerra ha molti costi; etc etc. La chiesa, specie nel mondo complesso di oggi, non può vivere solo di volontariato. C'è anche quello, ma non basta. Quando Cristo chiama, si aspetta ubbidienza senza discussioni, mentre noi in genere facciamo come Giona. "Miglior cosa è il dare che il ricevere! Dai e ti sarà dato!". Con Dio non si scherza e Dio promette di colpire di maledizione chi gli nega ciò che è suo di diritto. "Dio ha tanto amato il mondo che gli ha donato il suo unigenito figlio" e noi che diamo a Dio? Certi nemmeno danno il minimo. Chi la fa tanto lunga non ha fede, c'è poco da divagare, perché la fede esegue e non discute. Chi non da, non ama. Noto molti che tentano di dividere l'amore dalla generosità economica... Curioso e triste, ma rivelatore di certi sentimenti. Vorrebbero amare Dio senza aiutare a sfamare le attività di evangelizzazione e vorrebbero amare il prossimo senza sostenere attivamente la comunità, salvo poi lamentarsi se la chiesa può fare poco e finiscon Li conosciamo i furbetti stile Anania e Saffira, che fingono di dare con amore e intanto bestemmiano Dio e disprezzano l'assemblea. Sono gli stessi che si lamentano senza mai aiutare la comunità a migliorare e che, dopo un pò, abbandonano direttamente la chiesa, ritenendosi cani sciolti, ma somigliando molto più a cani randagi. Non solo non ho mai visto Dio abbandonare un credente onesto e coerente, ma al contrario; ho visto Dio benedirlo e aiutarlo nel bisogno, sempre. Il fatto che in chiesa vi siano persone che peccano è una scusa ricorrente di bassa lega, tipico di chi non si scalmana altrettanto se si tratta di adulterio o pettegolezzo, ma solo quando si tratta dei "propri" soldi. Gesù sapeva già che la chiesa avrebbe avuto problemi e falsi fratelli, ma l'ha fondata lo stesso e ci dice di crescere in essa quale parte integrante attiva. Siamo tutti malvagi e solo Dio è buono, quindi basta con le classifiche dei peccatori! Siamo sempre soggettivi nei nostri umani giudizi. Se Gesù ragionasse come noi ottusi egoisti, non sarebbe nemmeno sceso in Terra per salvarci, poiché tutti quì siamo peccatori e ogni tot ore ripecchiamo in qualcosa, quindi non mi venite a parlare di peccatori, altrimenti bisognerebbe chiudere direttamente le chiese a prescindere, suicidando la buona organizzazione evangelistica e le cose sane che le comunità fanno, perché ne fanno anche di buone, non solo di sbagliate. Se non si da fiducia, nemmeno la si riceverà e tutto si autodistruggerà come vuole sempre il diavolo. Invece di demolire tutto per un pò di avidità personale, vediamo di diventare generosi e fiduciosi in Dio con unsione e salviamo la situazione. Solo così si cresce e migliora. Gesù ci invita a ricevere il pane necessario e Paolo ci ricorda di essere contenti di mangiare e coprirci con semplicità. Chi è avaro concupisce e cade in laccio, rovinandosi la vita. Tanti che non danno la decima sono anche cattivi amministratori e non sanno vivere ordinatamente, avendo debiti e bilanci di famiglia disastrosi. Chi nega la decima a Dio, la dona al diavolo con sigarette, alcolici, lotterie, crapule, frivolezze e altre vanità che perdono l'anima. "La mia casa è in rovina, mentre ciascuno di voi corre in pena per la propria casa". A questa gente ricordo che a volte nella vita ci viene anche richiesto di morire per Cristo (vedi le persecuzioni romane e papali). Se ci si preoccupa con tanta pena della decima perché si preferisce trattenere invece di amare Dio, che si farà davanti alla minaccia di morte? Per approfondire biblicamente consiglio le 4 puntate UA-cam del pastore Domenico Visigalli su decime e offerte.